Sono subito qui con il prima cap (anzi,
tutta la storia verrà postata in una sola volta a dirla tutta).
Vi prego, solo, di perdonarmi gli errori di ortografia
fatti nella distrazione, e che ho il problema di non rileggere una volta
scritto.
Baci Baci…Rain!!!!
1.
Punizione in cucina.
Gettò malamente i vestiti sul letto.
Buttò i libri sulla
scrivania con un tonfo incredibile.
Sbatté la porta
talmente forte che tutti quelli che erano in corridoi si voltarono.
“ Alexis…tutto
bene?” le chiese una sua compagna avvicinandosi. “ Mi sembri un
po’ nervosa.”
Un po’ nervosa???
Un po’ nervosa???
“ Io non sono
nervosa.” Disse piano scandendo bene le parole. “ SONO SOLAMENTE
FURIOSA!!!”
Le sue grida raggiunsero un
tono di voce che prima d’allora non era mai stato creduto possibile.
La ragazza davanti a lei
impallidì e istintivamente indietreggiò prima di darsela a gambe.
Cribbio se non era nervosa!
Alexis fece un bel respiro
tentando di calmarsi almeno un po’.
Sapeva benissimo di aver
esagerato, ma non era proprio riuscita a trattenersi.
Era esplosa come una bomba ad
innesco; bastava un minimo e…BUM!
A volte si chiedeva se la
gente aveva gli occhi.
“ Mi sembri un po’ nervosa.”
Ma era cieca o cosa?
Certo che era nervosa!
Prese a camminare con passo
deciso e veloce, talmente veloce che in pochi minuti
arrivò davanti alle cucine.
Si bloccò un attimo quando la sua immagine venne intrappolata nel vetro
di una finestra e si osservò con fare scettico: era davvero lei?
Le sembrava che il vetro le
rimandasse indietro l’immagine di una sconosciuta.
Certo, il viso e tutto il
resto erano suoi, ma il suo abbigliamento la faceva
sembrare quasi un’altra.
Un paio di vecchi e consumati
jeans a zampa con le ginocchia, gli stinchi e i polpacci strappati in
più punti.
Scarpe da ginnastica che
avevano di certo visto tempi migliori, con buchi in
più punti e sporche.
Una maglia di almeno due
taglie in più bianca e blu, con il collo che aveva completamente perso
l’elastico, tanto che se non la metteva indietro le si
vedeva l’incavo dei seni.
I capelli legati in una coda
bassa da cui sfuggivano più ciocche completava il tutto.
Sbuffò poco convinta
prima di entrare nelle cucine preparandosi psicologicamente a quella che
prevedeva essere un lungaaaa giornata.
“ A volte mi chiedo se
Sheppard ci fa o ci è.” Borbottò
controvoglia.
“ Appena
arrivata e gia ti lamenti?” chiese una voce. “ Cominciamo
bene.”
Lei lo fissò con
fastidio.
Era seduto sul piano di
lavoro con le gambe che dondolavano e le mani appoggiate dietro.
Indossava un paio di vecchi
jeans sporchi di terra ed erba, una canotta rossa larga e con un buco proprio
sul petto e un paio di scarpe da ginnastica che da bianche che dovevano essere,
ora erano grigie.
“ Non mi stavo
lamentando della punizione di per se, ma per
l’assurdità dell’idea che il nostro caro preside ha
avuto.” Disse acida incrociando le braccia al petto.
Jaden saltò giu da
piano di lavoro e si appoggiò a questo con fare annoiato.
“ Di che ti lamenti? Infondo è stata colpa tua.” Le disse con voce
quasi dolce, ma che sapeva di accusa.
“ Ma
davvero?” chiese lei inarcando un sopraciglio. “ A me pareva che
fosse colpa tua e del tuo onore del cavolo.”
Jaden la guardò male e
le si avvicinò fino a trovarsi e pochi
centimetri da lei che sostenne tranquillamente il suo sguardo.
“ Vuoi sfottere su cose
che nemmeno sai?” le chiese con rabbia mentre
lei rimaneva tranquillissima.
“ E
tu vuoi continuare a comportarti come un bambino infantile ed
egocentrico?” chiese a sua volta.
Il castano sbarrò gli
occhi e strinse i pugni per trattenersi dal darle uno schiaffo.
“ Ripeti se ne hai il
coraggio!” la istigò digrignando i denti.
Lei si fece ancora più
vicina, tanto che i loro fiati si mischiavano e i nasi si sfioravano.
“ Bambino infantile ed
egocentrico!” disse decisa senza abbassare lo sguardo.
Jaden era pronto per
incollarla al muro dietro di lei quando la porta si
aprì e loro si voltarono di scatto.
Entrò Sheppard con un
sorriso sul volto.
“ Ma
bene, vedo che vi state gia chiarendo. Mi fa piacere.” Disse l’uomo
guardandoli con gli occhi che sorridevano come quelli di un bambino a cui si da una caramella.
“
Veramente…” tentò di dire Jaden, ma il preside lo
bloccò.
“ Sapete gia cosa
dovete fare e anche il motivo.” Disse
tranquillamente come se fosse la cosa più naturale del mondo una
punizione del genere. “ Se ne avete bisogno, il
libro lo trovate in uno dei cassetti. Buon lavoro!” e se ne andò sempre sorridendo.
Alexis aveva ancora gli occhi
spalancati dalla sorpresa per l’avere un preside
tanto pazzo.
“ Ormai Sheppard sta
diventando vecchio. È fuori come un balcone.” Borbottò
più per se stessa che per Jaden che era vicino a lei.
Sospirò profondamente
ormai conscia del fatto che non c’era modo di sottrarsi a quella
punizione e si voltò verso il ragazzo che aveva ancora la bocca aperta
dello stupore.
“ Dato che non
c’è modo di aggirare la situazione e che dovremmo passare insieme
un intero pomeriggio, direi di mettere gia da adesso alcune regole, così
potremmo vivere felici entrambi senza rischiare di ammazzarci a vicenda, ti
pare?” chiese con voce rassegnata e lui annuì.
“ E
quali sarebbero queste regole?” domandò poi incrociando le braccia
al petto.
“ Oh, sono molto
semplici.” Ammise lei con un sorriso di sfida sul volto. “ Io sto
da una parte e tu dall’altra e ognuno si fa i cavoli propri, così
non dovremo aver problemi, no?”
Si squadrano per alcuni
istanti.
Occhi negli occhi, come in una guerra.
Infine, fu Jaden a capitolare
abbassando lo sguardo e annuendo.
“ Molto bene.” asserì lei dirigendosi verso i cassetti e iniziando
ad aprirli tutti finché non trovò il libro che cercava, anzi, i
libri; c’è n’erano due e uno lo lanciò a Jaden che lo
prese al volo per un pelo prima di guardarla con sufficienza.
“ Guarda che io non ho
bisogno di ‘sta roba per fare dei biscotti.”
Le disse secco rilanciandole il libro.
Lei lo
prese e sospirò prima di rimetterlo dov’era.
“ Affari tuoi.”
Disse alzando le spalle e apprendo quello che aveva in
mano alla ricerca della ricetta che le serviva.
Jaden rimase ad osservarla
per alcuni istanti chiedendosi perché aveva la sensazione di aver gia
vissuto qualcosa di simile.
Ed era impossibile, a rigor
di logica, dato che era certo di non aver mai preso una punizione del genere,
tantomeno insieme ad una ragazza,e ancora meno insieme
ad Alexis dato che la conosceva solo da quando era arrivato all’Accademia.
“ Hai intenzione di
restare li ancora per molto?” gli chiese la
bionda risvegliandolo dai suoi pensieri.
“ Guarda che stavo solo pensando a tutti gli ingredienti che bisogna
usare.” Disse difendendosi da quella che, si rese conto dopo, non era
un’accusa.
“ Perché?”
chiese lei sorpresa. “ Tu sai pensare?”
Jaden la fulminò con
lo sguardo per poi andare a prendere posto il
più lontano possibile da lei.
Accidenti, con quella ragazza
ci voleva un autocontrollo impressionante!
Come cavolo aveva fatto
Atticus a sopportarla per tutti quegli anni?
Lei sembrò intuire i
suoi pensieri ma non disse nulla.
Iniziarono così a
cucinare, o perlomeno ci provavano.
Così scoprirono in
seguito, non erano molto portati per la cucina, e quando fu il momento di
tirare fuori dal forno i biscotti i risultati furono
deludenti.
“ Complimenti!”
disse Jaden sghignazzando. “ Bei biscotti.”
“ Non mi pare che tu
possa sfottere più di tanto.” ribatté acida. “ Più che biscotti i tuoi
sembrano sgorbi.”
“ Perché
i tuoi no?”
“ Almeno i miei hanno
la forma di biscot…” ma non riuscì
a finire la frase che si ritrovò completamente coperta di farina.
“ BRUTTO IDIOTA!!!” urlò cercando di scrollarsi di dosso la
polvere bianca mentre lui rideva a crepapelle.
Proprio in quello, un bel ovetto lo prese in pieno iniziando a scivolare
imbrattandolo tutto.
Fu il turno di Alexis di scoppiare a ridere.
La piccola sfida
degenerò ben presto in una guerra senza quartiere in cui volava di
tutto.
Farina, uova, acqua,
l’impasto dei biscotti, latte e quant’altro.
Avevano
entrambi i vestiti sporchi e i capelli gli si erano appiccicati gli uni agli altri a causa
dell’impasto.
In quello entrò
Crowler, incaricato di controllare come se la cavavano
i due.
Quando mise piede nelle cucine, quello che si trovò
davanti fu un vero e proprio campo di battaglia con tanto di piccole trincee
per ripararsi.
“ SI PUÒ SAPERE
CHE CAVOLO AVETE COMBINATO???” sbraitò
con tutta la voce che aveva.
I ragazzi, che non lo avevano
né visto né sentito arrivare, si bloccarono all’istante.
Alexis con
in mano una scatola di uova.
Jaden con un
terrina piena d’impasto.
Guardarono l’uomo come
se fosse il loro carnefice ed entro pochi secondi li
avrebbe sgozzati o qualcosa di molto simile, e forse non avevano tutti i torti.
Nascosero quello che avevano
in mano dietro la schiena e fecero un sorriso che d’innocente non aveva
nulla.
“ ESIGO SAPERE CHE HA
COMINCIATO!!” disse Crowler con voce acuta e
stridula.
I due ragazzi
s’indicarono a vicenda e l’uomo si batté una mano sulla
faccia.
Che razza di domanda aveva fatto?
Era ovvio che si sarebbero
incolpati a vicenda.
“ Molto bene.” disse più calmo. “ Visto che il colpevole non
salterà fuori è il caso di darvi una
punizione extra.”
Alexis e Jaden lo guardarono
impauriti: che diavolo aveva in mente???
E conoscendolo, nulla di buono.
Rimasero in
attesa finché un ghigno non comparve sul volto dell’uomo.
Ora si
che avevano paura!!!
“ Dovrete…
Quale sarà la richiesta di Crowelr???
Cosa spetta ai nostri due poveri (?) protagonisti????
Al prossimo cap…
Baci Baci…Rain!!!