Erano
passati quasi 300 anni dall’ultima volta in cui Carlisle
aveva provato la paura
di perdere qualcosa, o, in questo caso, qualcuno. Non riusciva a capire
come un
altro vampiro di cui non conosceva l’odore fosse entrato in
casa sua: era un
nomade? E se lo era, perché non lo aveva aspettato? Non
finì di formulare
questi pensieri che Esme lo chiamò.
-Carlisle,
lo senti anche tu questo odore?- disse lei in un sussurro.
-Sì,
lo
sento, e, a tal proposito, Esme, penso di doverti dire una cosa.
-Cosa?
-Beh, in
realtà è abbastanza
“complicata”, ma promettimi che non scapperai, va
bene?
-Carlisle mi
sto preoccupando, che c’è?
-Esme, sono
un vampiro- sussurrò lui.
Esme rimase
a bocca aperta, incapace di pronunciare anche una sola parola.
Passò del tempo
prima che parlasse, ma non se ne accorse neanche, ancora troppo
sconvolta per
quella rivelazione.
-Un vampiro,
tu sei un vampiro… e?
-Beh, cosa
posso dirti? Sono un vampiro, è vero, ma sono buono,
credimi, non mi nutro di
sangue umano, sono “vegetariano”.
-Non posso
credere che tu sia cattivo Carlisle, ma non so cosa dire, come hai
detto tu è
complicato, ma va bene se è parte di te, sei sempre il mio
angelo.
-E tu il
mio. Grazie Esme, ti amo.
-Ti amo
anch’io
Carlisle.
A quel punto
Carlisle la baciò come se lo avesse fatto per la prima
volta. Era un bacio
dolce, delicato, ma anche profondo ed intenso, carico di tutte quelle
emozioni
che lo avevano attraversato: gioia, stupore, felicità, ma
soprattutto paura,
paura di perderla, e fu in quel momento che si ricordò del
perché glielo aveva
detto, proprio a causa della paura. Quando si staccarono decise di
raccontarle
tutto.
-Esme-
disse- devo dirti un’altra cosa, ma non è bella,
va bene?
-Stupiscimi.
-Beh,
l’odore
che hai sentito prima è quello di un altro vampiro, ma non
lo conosco, e la
cosa non mi piace per niente, perché tu, il tuo sangue, ha
un odore così buono
che non è difficile pensare al sapore. Per me, per esempio,
il tuo sangue
canta, vuol dire che sarebbe la cosa più buona che potessi
mai assaggiare, ma
indipendentemente da questo, è sangue umano, profuma, e non
molti dei vampiri
sono vegetariani.
-Quindi,
cosa succede adesso? E cosa vuol dire vegetariano?
-Per quanto
riguarda il vegetariano, significa che bevo solo sangue animale, mentre
per la
prima domanda non so cosa risponderti, posso solo dirti che ti
proteggerò sempre,
e nessuno potrà farti del male.
-E tu? Cosa
può succedere a te?
-Niente.-
rispose- Niente di veramente pericoloso, tranne il fuoco, ma dobbiamo
essere
positivi, no?- chiese, neanche lui convinto delle sue parole.
Esme
annuì,
poi parlò, spinta dalla curiosità di conoscere la
sua vera storia.
-Allora,-
iniziò lei- com’è che sei un vampiro?
-Beh, se sai
qualcosa a riguardo, si diventa vampiri se si viene morsi da qualcun
altro: è
quello che è successo a me mentre ero a caccia di queste
creature per conto di
mio padre.
-E
perché
andavi a caccia di vampiri? Non è una cosa che si faceva
secoli fa?
-Sì,
hai
ragione, nel 1600 lo facevamo molto più di ora!- disse lui
sorridendo alla sua
espressione basita.
-1600?
Carlisle, scusa se sembro scortese, ma quanti anni hai?
-Sicura di
volerlo sapere? Non è che se te lo dico scappi via?
-Non potrei
mai, pur volendolo, non sei uno super forte o super veloce?
Rise.
–Sì,
hai ragione, sono super veloce e super forte e ho 279 anni.
-E’…
strano,
insomma, li porti benissimo!- disse lei ridendo- A quanti
anni…-, continuò, ma
non finì la domanda che lui rispose.
-23, avevo
23 anni. Sai, all’inizio mi sono odiato per quello che ero
diventato, poi mi
sono rassegnato e ho iniziato a “vivere” la mia
nuova vita; sono andato in
Francia e poi in Italia a vivere dai Volturi.
-Quelli del
dipinto?
-Quelli del
dipinto!
-Ma allora
sono anche loro dei… vampiri?- chiese, anche se era
più un’affermazione che una
domanda.
-Sì,
sono i
più antichi ed i più potenti: una famiglia reale,
li definiamo, ma non sono
cattivi, solo molto “tradizionalisti”. Ecco
perché me ne sono andato. Sono
arrivato in America ed ho continuato a fare quello che facevo in Europa.
-Il medico?-
lo interruppe lei, per poi abbassare lo sguardo, imbarazzata per averlo
interrotto mentre sembrava così preso dal suo racconto.
Carlisle
sorrise e poi continuò.- Sì, in ogni caso,
dovresti sapere che ho un “fratello”,
più un figlio, in realtà. Si chiama Edward e
l’ho trasformato tre anni fa per
volontà di sua madre. Tuttavia l’anno scorso si
è “ribellato” al mio stile di
vita e se n’è andato. Ora sai tutto.
Esme non
sapeva cosa dire, lo baciò soltanto, e solo quando si
staccarono glielo disse.
-Grazie,
grazie per avermi aspettata.
-Rifarei
tutto da capo per arrivare a te. Sei la persona più
importante, ed è per questo
che da oggi fino a quando non scoprirò chi è
questo vampiro sarò iperprotettivo,
va bene? E mi dispiace, ma non accetterò un no come
risposta. Non sono disposto
a rinunciare a te.
-Non potrei
mai dirti di no, Carlisle, e poi… neanche io voglio
perderti- disse lei
arrossendo.
-Oh, Esme-
disse, e poi la baciò ancora una volta.
Angolo
autrice
Ehilà,
come
va? So che è passato un po’ di tempo, ma sapete
com’è, tra l’estate e il
“blocco
dello scrittore” questo capitolo si faceva scrivere a pezzi.
Ritornando
alla storia vorrei dire che:
-so che
Edward se ne va di casa dopo che Esme viene trasformata, ma dal momento
che è
una “What if” ho stravolto un po’ le cose;
-sono
davvero convinta che Esme sia stata la “cantante”
di Carlisle, al punto che la
riconosce prima di trasformarla e se ne innamora.
Come al
solito spero che la mia storia piaccia almeno un po’ e che
non sia molto
banale. Ringrazio sempre tutti di cuore. Un bacio.