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Autore: Kaimy_11    29/07/2014    3 recensioni
Si può scoprire come una guerra possa unire, invece che dividere.
In un mondo tanto attento alle regole, alle leggi, una trasgressione può diventare bella e importante quanto un fiore nel deserto.
Forse amare significa trasgredire, forse per un capofazione degli Intrepidi proteggere qualcuno per lui importante potrebbe essere un rischio troppo grande.
Ma come rinunciare ad una persona capace di essere forte e testarda quanto lui, ma che al tempo stesso sa come dare pace al suo cuore tormentato?
Sarà davvero il fuoco che scioglie il ghiaccio, o il ghiaccio a spegnere il fuoco?
In guerra e in amore tutto è permesso...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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3. Battiti

                                                                                                 

 

 

Il movimento dei fantocci di carta appesi sembrava irregolare ed imprevedibile, le due fasce su cui erano distribuiti, una sopra e una sotto, schizzavano da destra a sinistra senza alcun preavviso. A volte completavano il giro del binario a cui erano appesi e sparivano oltre la roccia per poi tornare visibili, scappando però via al successivo movimento che il macchinario gli imponeva.

Stava cercando di memorizzare il ritmo con cui i bersagli si muovevano, e quasi ci era riuscita, ma gli scarsi miglioramenti che stava ottenendo non erano neanche lontanamente sufficienti.

Se poi si ci metteva anche lui, ad assistere al suo fallimento, la situazione peggiorava.

Eric non se ne era ancora andato, rimaneva sull’ingresso della grotta ad osservarla e a tenerla d’occhio. Probabilmente si aspettava qualcosa di più da lei, e non si sarebbe accontentato di vederla sparare in quel modo pietoso.

Perché, come le aveva detto l’ultima volta, se lei falliva anche lui ci avrebbe rimesso. Con un brivido lungo la schiena Aria si lasciò trasportare dai ricordi, arrivando al momento successivo al suo primo incontro con Frederic…

 

L’istruttore aveva lasciato il poligono per primo, così Eric si era imposto di scortare la ragazzina fino al Pozzo dove si sarebbe ricongiunta con gli altri iniziati.

Aria non aveva ancora preso pienamente coscienza di quanto le era accaduto, si sentiva molto confusa e non sapeva come fare fronte alla scarica di adrenalina che ancora le scorreva nelle vene. Si sentiva talmente euforica che quasi faticava a dare al suo respiro un ritmo regolare, era consapevole di essersi lanciata in una sfida probabilmente troppo ardua ma non se ne era certo pentita. Per troppo tempo aveva infranto le regole sparando di nascosto con la pistola che era riuscita a recuperare, godendosi la sensazione di libertà che solo quei momenti di sfogo sapevano darle.

Desiderava da sempre entrare a far parte degli Intrepidi, ma mai avrebbe immaginato che le venisse concessa l’opportunità di seguire un corso avanzato al poligono. Frenare la sua gioia sembrava impossibile, peccato che il movimento repertino di Eric le fece salire il cuore in gola, rimettendo subito al loro posto tutte le sue emozioni.

Stavano attraversando un cunicolo scarsamente illuminato fra le rocce, camminando uno davanti all’altra, quando il capofazione si era voltato di scatto e mettendole una mano al collo l’aveva fermata con la schiena contro la parete rocciosa.

Aria aveva battuto più volte le palpebre, non aveva urtato la parete solo con la schiena, ma anche con la testa, perciò le servirono alcuni secondi per riprendersi prima di accorgersi della situazione in cui era finita.

La mano di Eric le stringeva la gola rendendole faticoso respirare, ma ovviamente la ragazza sapeva benissimo che, se lui avesse voluto farle ancora più male, avrebbe potuto benissimo aumentare ancora di più la presa.

Alzò gli occhi e li fissò in quelli del ragazzo, cercandovi una risposta che invece non arrivò. I suoi lineamenti erano contratti e letali, e il suo viso era pericolosamente vicino al suo, poteva sentire il suo respiro sulle guance.

-Ti rendi conto di essere nei guai, ragazzina?- le intimò, bloccandole la vita con l’altra mano, facendola aderire ancora di più alla parete.

Aria cercò di liberarsi dalla presa, avvolgendo le proprie mani attorno a quella di Eric che le premeva sul collo. Ma, quando lo fece, lui intensificò la stretta e le lanciò un’occhiata di intendimento che poi spostò sulle mani con cui aveva cercato di liberarsi.

La ragazza capì e, andando contro il suo istinto di sopravvivenza, lasciò il braccio di Eric, che poco dopo la liberò dalla sua morsa.

A quel punto Aria tornò a respirare normalmente, e si accorse di essere stata in punta di piedi solo quando sentì i propri talloni toccare nuovamente terra. Anche la mano con cui le teneva la vita era stata tolta, permettendole di ripiegarsi su sé stessa per riprendere fiato.

-Vediamo se riesco a spiegarmi…- le sussurrò tra i capelli. -Ti ho raccomandata io a Frederic e, se lui riterrà che non sei degna di seguire il corso avanzato, sarò io a rimetterci. Capito!- finito di parlare colpì con forza la parte vicino alla testa di Aria, facendola sussultare.

Quando la ragazza tornò in posizione eretta, con gli occhi spalancati che lo fissavano, Eric proseguì: -Ti conviene impegnarti perché sei una mia responsabilità e, se mi farai fare la figura dello stupido, sei morta!-

-Puoi stare tranquillo, non ho alcuna intenzione di farmi buttare fuori! Suppongo invece che, se riesco a dimostrare che sono brava, riceverai dei meriti anche tu per avermi notata!-

Aria era indignata, tossicchiò, ancora in debito d’ossigeno. Se tutti gli Intrepidi erano fuori di testa come Eric, i membri delle altre fazioni non avevano poi tutti i torti a definirli dei folli.

-Vedo che hai colto il messaggio!- esclamò il capofazione poi, senza preavviso, assottigliò le distanze fra i loro volti ancora una volta, inchiodandola con il più penetrante degli sguardi. -Cerca di non deludermi.-

Senza aspettare una risposta, Eric si raddrizzò. Rimase per qualche istante a godersi l’espressione offesa e sconvolta della ragazzina e, quando anche lei si ricompose, riprese a camminare sapendo che sarebbe stato seguito.

-Avrò dei punti in più in classifica?- chiese Aria, camminando dietro di lui.

-No, è un allenamento a parte.-

-Non voglio essere mediocre, voglio essere tra i primi!-

Eric si fermò e, con lentezza, si voltò. La scrutò con un’ occhiata dall’alto al basso, con sufficienza.

Era molto determinata per essere solo una ragazzina trasfazione, e questo lo trovava molto interessante. Lei se ne stava lì a guardarlo senza alcun timore, con un’ espressione decisa che di solito non aveva durante gli allenamenti.

Quando era tra gli altri iniziati sembrava impassibile ma, quando si concentrava, cambiava totalmente atteggiamento e diventava molto più risoluta.

-Non vai male negli scontri, ma contro gli avversari più forti non vinceresti mai.-

Aria arricciò le labbra. -Quali sarebbero questi avversari più forti?-

Eric la guardò dall’alto e la sua bocca si piegò in un sorriso maligno. -Peter, per esempio!-

La ragazza scosse la testa, lasciando cadere la provocazione. -Mi pare che l’ultima volta sia finita in parità tra me e lui.- Disse con calma.

-Lo scontro è finito in parità, perché io ho voluto che finisse così…-

Nella penombra del corridoio, Aria non avrebbe mai voluto farsi vedere turbata, ma non poté farne a meno.

Il sopracciglio di Eric, quello con due piercing, si sollevò mostrando il suo compiacimento, dato che era riuscito a lasciarla senza parole.

Mille dubbi le si insinuarono nella mente facendole serrare le labbra in una linea retta, sentiva quasi un sapore amaro difficile da mandare via.

Eric si voltò e fece qualche passo, soddisfatto della reazione ottenuta. -Se ti mettessi oggi stesso di nuovo contro di lui, perderesti sicuramente!-

-E allora dammi una possibilità!-

A quelle parole, Eric si fermò e tornò a guardarla, sta volta fu lui a rimanere interdetto.

-Dammi il tempo di migliorare,- Continuò lei, con quel suo sguardo deciso. -Dammi il tempo di diventare più forte, più brava, e vedrai che sarò io a vincere!-

Il capofazione non disse nulla, piegò la testa di lato e si prese qualche secondo per riflettere. Senza nessuna spiegazione, un sorriso sinistro, più minaccioso che altro, gli increspò le labbra.

Con quella che sembrava ormai essere diventata un’abitudine per lui, si chinò in avanti per posizionare il proprio viso alla stessa altezza di quello della ragazza.

Prima di sentirlo parlare, Aria lo vide inumidirsi la bocca mentre si passava lentamente la lingua sulle labbra sottili.

-In tal caso, vedi di non deludermi due volte.-

 

Un sospiro.

Aria sollevò l’arma e la puntò contro i bersagli. Chiudendo un occhio ne prese di mira uno e provò a seguirne l’andamento lungo il binario a cui era appeso, calcolò il tempo giusto e fece partire un colpo.

Il proiettile mancò di un soffio il bersaglio che scappò a destra, conficcandosi nella parete.

Scocciata, abbassò l’arma e girò la testa dalla parte opposta all’ingresso alla grotta, rifiutandosi di guardare Eric.

Magari sul suo viso avrebbe trovato un sorrisino derisorio che l’avrebbe fatta arrabbiare maggiormente, o magari le avrebbe infuriato contro manifestandole tutto il suo risentimento.

L’ultima volta, come aveva appena ricordato, era stato molto chiaro e l’aveva minacciata di morte, qualora non fosse riuscita ad ottenere buoni risultati nell’addestramento al poligono.

Ma d'altronde, in entrambe le volte in cui le aveva parlato le aveva lanciato sottili minacce, la prima quando si era lasciata scappare una risata alle sue spalle.

Sfuggendo al proprio proposito di non guardare il ragazzo, Aria si voltò verso di lui e si concesse di studiarlo senza farsi troppi scrupoli.

Ora che ci ripensava, subito dopo il suo primo incontro con Frederic, quando si era ritrovata nel corridoio buio con Eric, era successo qualcosa. Vero era che l’aveva fatta sbattere violentemente contro la roccia e minacciata, ma aveva anche rivelato curiose verità.

Aveva ammesso di aver fatto terminare l’incontro con Peter in parità per un qualche motivo preciso e, quando gli aveva chiesto di darle la possibilità di diventare forte abbastanza da battere il ragazzo al prossimo incontro, Eric aveva acconsentito.

Le stava forse concedendo un vantaggio? Le stava realmente dando la possibilità di migliorarsi per ottenere la vittoria in un incontro importante?

Perché?

Cosa aveva visto in lei e quali progetti aveva in serbo? Forse era una nuova sfida per lui, o un gioco divertente su cui scommettere.

Aria lasciò scivolare il suo sguardo sulla figura del suo capofazione, che era rimasto indolentemente appoggiato all’ingresso.

Indossava una t-shirt nera e sopra un gilet imbottito sempre nero, pantaloni in tinta e anfibi scuri. Due piercing neri spuntavano sopra il suo sopracciglio, e anche le orecchie erano entrambe forate da due piercing anch’essi neri. Un altro dettaglio che catturò l’attenzione della ragazza furono le strisce verticali che aveva tatuate sul collo e, dopo che ebbe analizzato anche il complicato intreccio di linee con lo stemma degli Intrepidi che gli decorava tutto l’avambraccio, sollevò lo sguardo sul suo viso.

I capelli erano tagliati molto corti e, data la scarsa luminosità, apparivano scuri come gli occhi che, tuttavia, ricordava fossero di un verde intenso.

Proprio mentre guardava i suoi occhi, si accorse che anche lui la stava guardando, così distolse immediatamente lo sguardo.

Si era accorto di come lo squadrava? Perché era rimasto in silenzio, ad analizzarla a sua volta?

Un fastidioso brivido le attraversò la nuca per poi solleticarle lo stomaco.

-Com’è possibile che dopo l’addestramento con Frederic tu non sia migliorata?- chiese Eric, trattenendo la rabbia.

Aria si voltò di scatto e, se lui si era trattenuto, lei non fu altrettanto brava a nascondere la sua ira. -Questa è bella, l’addestramento con Frederic? È stato qui ad assistere una sola volta e ha detto che non valeva la pena sprecare fiato, e che perciò non mi avrebbe insegnato nulla fino a quando non sarei riuscita a fare andare a segno tutti i colpi del caricatore.-

Eric rimase in silenzio.

Aria scosse la testa e decise di ignorarlo, si avvicinò nuovamente al tavolo dietro di lei per ricaricare l’arma. Forse era riuscita a metterlo a tacere, facendogli capire come erano andate le cose.

-Mi dispiace, ma non so cos’altro fare!- disse lei, a conferma dei propri pensieri.

Si stava impegnando, a bersaglio fermo era sempre molto brava, ma se quei maledetti cosi iniziavano a muoversi faticava persino a far finire il colpo dentro la sagoma nera del fantoccio. Figurarsi poi riuscire a centrare il bollino rosso.

Tolse il caricatore scarico e lo sostituì con un altro, poi si avvicinò ancora davanti ai bersagli posizionandosi sulla linea bianca disegnata sul pavimento.

Tuttavia, una volta in posizione, vide Eric spostarsi dalla sua postazione per la prima volta da quando era arrivato, ed avanzare verso di lei.

-Impugni male la pistola, per questo la tua mira ne risente quando i bersagli sono in movimento. Fammi vedere!-

Alle parole di Eric, e dopo un suo chiaro gesto, Aria capì che voleva vederla in posizione per sparare, e così fece, cercando di rimanere più stabile possibile. Mise entrambe le mani stese davanti al viso a sostenere l’arma, e la gambe leggermente divaricate.

Il ragazzo la guardò per un istante, assottigliando lo sguardo, pensieroso. Poi allungò la mano per afferrarle il polso con la quale lei teneva l’arma, tirandoglielo in avanti.

-Il braccio che tiene la pistola deve essere completamente steso, l’altro, quello che sostiene, può anche essere piegato.-

Terminato il suggerimento, Eric fece passare il proprio piede tra quelli della ragazza, dando un leggero calcio a una delle sue caviglie.

-I piedi alla larghezza delle spalle, e stai più bassa piegando un po’ di più le gambe!- Disse bruscamente.

Aria obbedì, prese un respiro e subito dopo aver espirato fece partire il colpo che sfiorò appena il bordo del bersaglio. A quel punto la ragazza non sapeva se avrebbe dovuto lanciare un’ occhiataccia al ragazzo o se aspettarsi un suo rimprovero.

-Ma quanto sei debole? Devi sostenerla la pistola, altrimenti il contraccolpo ti fa deviare la traiettoria!-

Sentendo che stava perdendo del tutto la pazienza, la ragazza fece per voltarsi, ma ciò che vide la fece paralizzare.

Eric si avvicinò alle sue spalle e l’avvolse con le sue braccia, andando a sostenere insieme a lei la pistola. A quel punto, trovandosi in quel modo, Aria trattenne il fiato.

Poteva sentire i muscoli degli addominali di Eric premerle sulla schiena, e le sue mani sembravano piccolissime avvolte da quelle del ragazzo. Sentire la pelle ruvida di quelle mani sui dorsi delle proprie, le diede una strana sensazione, su cui cercò di concentrarsi per non sentire l’imbarazzo che l’aveva assalita.

In realtà era piacevole trovarsi tra quelle braccia possenti, le dava un senso di calore e di protezione che non aveva mai provato prima, e a quel punto dovette imporsi di pensare ad altro.

Non le rimaneva che sperare che Eric non sentisse il fremito che le attraversava il corpo come una scarica elettrica. Ma, quando le avvicinò il mento alla tempia, respirandole tra i capelli, per poco non tradì un sussulto, che avrebbe mandando all’aria il suo intento di apparire impassibile.

-Prendi la mira.- Le ordinò, alitandole sopra l’orecchio. -Tieni con forza la pistola in modo da non farti spostare il polso dopo il rinculo. In questo modo, anche se il bersaglio si muove, la traiettoria del colpo sarà più precisa e lo raggiungerà lo stesso.-

Ascoltate le sue parole, Aria si concentrò su uno dei bersagli e ne seguì il movimento guardando con un occhio nel mirino dell’arma, faticando tuttavia a mantenere la concentrazione con il respiro di Eric sulla propria tempia.

Sentire la guancia del ragazzo accanto alla sua fronte non l’aiutava e, stretta da lui, il timore di sbagliare era più forte, e al tempo stesso, inesistente.

Quando il colpo partì, andò a lasciare un foro appena sotto al centro rosso del bersaglio.

Aria non credeva ai proprio occhi. Si era accorta di come la potenza del contraccolpo le facesse tremare la mano solo dopo aver sentito la presa salda delle mani di Eric sulle sue, che le avevano impedito di spostare la pistola dopo lo sparo.

Sollevando appena lo sguardo, la ragazza incrociò i proprio occhi con quelli di Eric mentre i loro respiri si sincronizzavano e, per un solo istante, ebbe quasi l’impressione che anche lui stesse trattenendo il fiato.

Quando si scostò da lei, posizionandosi al suo fianco, Aria lo vide scoccare la lingua e guardare dall’altra parte. Era impossibile che fosse imbarazzato come lo era lei, era sicuramente più probabile che fosse rimasto infastidito dal fatto di aver dovuto entrare in contatto con lei e di averle dovuto dare delle dritte.

-Quando i bersagli sono fermi non hai problemi, ma se si muovono, tutto si complica e ti è indispensabile aveva una buona postura e una presa solida.-

Finito di parlare, Eric si voltò leggermente verso la ragazza, sorprendendola a guardare il bersaglio che avevano colpito vicino al centro.

Aveva il respiro leggermente affannato e il suo petto si solleva e si riabbassava velocemente. Un ciuffo di capelli scuri era sfuggito alla sua acconciatura, proprio dove fino ad un attimo prima c’era stato il suo viso, appena sopra l’orecchio. Poteva sentire ancora il respiro della ragazza che la portava a sollevare le spalle contro il suo petto, e la pelle fresca delle sue braccia esili contro le sue.

E poi, quella ciocca fuori posto, attirava la luce in maniera strana, richiamando la sua attenzione.

Poco dopo Aria colse il movimento al suo fianco e, voltando la testa, vide la mano di Eric avvicinarsi al proprio viso e istintivamente chiuse gli occhi.

Successe qualcosa che non si aspettava, la mano del ragazzo andò ad accarezzarle il retro dell’orecchio, rimettendole a posto una ciocca di capelli. Il gesto fu sbrigativo e quasi prepotente, e la sua mano, apparentemente troppo grande vicino al suo viso, si fermò troppo a lungo sotto l’attaccatura dell’orecchio, proprio alla fine della guancia. Per un attimo ebbe paura che solidificasse la presa e le facesse del male, poiché quel tocco aveva poco di dolce, sembrava più una presa leggera per costringerla a guardarlo.

-Quando Frederic verrà a vedere i tuoi progressi.- Le disse incatenandola con lo sguardo. -Tu mostraglieli!-

Le lanciò un’ ultima occhiata eloquente e poi, senza aggiungere altro, si voltò e se ne andò.

Mentre osservava la sua schiena allontanarsi, Aria ebbe l’impressione di sentire un tonfo e pensò che si trattasse dell’eco dei passi di Eric, ma dopo, capì che era il suo cuore che mancava di alcuni battiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

   
 
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