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Autore: izayoi007    07/09/2008    6 recensioni
“…Naruto Uzumaki, ninja della Foglia, il qui presente Consiglio degli Anziani [...]ti dichiara colpevole di alto tradimento, ragion per cui il Tribunale del villaggio della Foglia ti condanna a morte…”
[...]- Non voglio – il moro, interdetto, si voltò a guardarlo. - Come dici, usuratonkachi? – ringhiò, inarcando un sopracciglio e osservando l’amico. Non riusciva a comprendere se avrebbe dovuto aggiungere un altro grado sulla scala personale di idiozia del biondo o semplicemente se questi fosse del tutto uscito di senno – nel caso in cui non fosse chiaro: questo è un piano di fuga. Stiamo tentando di tirarti fuori da questa situazione perché, anche se spero che almeno questo ti sia chiaro a sufficienza, per quanto spesso tu non brilli di perspicacia, altrimenti entro domani sera la tua testa rotolerebbe nel fango. E non attaccata al corpo –
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Choices

 

“…Naruto Uzumaki, ninja della Foglia, il qui presente Consiglio degli Anziani, dopo un’attenta ed imparziale valutazione  a seguito dei recenti avvenimenti che hanno visto coinvolta la tua persona in primis, l’organizzazione fuorilegge  denominata Akatsuki, il villaggio della sabbia, il Kazekage e parte della sua forza militare ed infine,  il villaggio stesso di Konoha, poiché con il tuo comportamento sconsiderato hai minato alla sicurezza del villaggio e alla solida e fondamentale alleanza con Suna, ti dichiara colpevole di alto tradimento, ragion per cui il Tribunale del villaggio della Foglia ti condanna a morte…”

 

 

Si tirò su a sedere di scatto, sudato e ansimante.
Sempre lo stesso identico incubo. Da quel giorno null’altro occupava la sua mente se non il ricordo di quanto era successo.
Ricordava solo vagamente il resto; il chiasso, le urla di protesta dei suoi amici, il “no” isterico di Sakura-chan e lo sguardo porpora e furioso di Sas’ke, acceso dall’ira, ed infine l’invito del giudice a mantenere l’ordine e due ninja che lo trascinavano via, mentre la rivolta in quell’improvvisata aula di tribunale si spegnava.
Si passò una mano sul viso e con sguardo vacuo e assonnato osservò totalmente indifferente la piccola cella sudicia in cui dimorava in attesa che venissero a prenderlo per l’esecuzione; la branda scomoda, la latrina in un angolo e il vassoio del cibo intatto, ancora vicino alla porta d’acciaio.
Non aveva fame, e anche se Kyuubi gorgogliava infida nel suo stomaco, nel tentativo di persuaderlo a fare una strage e uscire di lì, non si sentiva nemmeno la forza, o la voglia, di alzarsi dal suo scomodo giaciglio.
Un tempo, lo sapeva, forse avrebbe dato retta alla sua “compagna” - beh, non nel senso che si sarebbe abbandonato alla furia cieca e alla sete di sangue della volpe e avrebbe fatto una strage - ma non si sarebbe fatto certo trascinare ingiustamente in quel sudicio luogo, come un criminale qualsiasi, senza nemmeno protestare.
Ma adesso, ora che si rendeva conto che nulla valeva, che nessuno avrebbe realmente ascoltato la sua opinione, l’opinione di un mostro
Era pienamente cosciente del fatto che fino ad allora, ciò che realmente contava, che lo sosteneva e gli aveva concretamente permesso di sopravvivere ed andare avanti, oltre che a quel poco di rispetto che si era guadagnato ( con uno sforzo inimmaginabile, fra l’altro…) da parte delle uniche persone per cui lui davvero valeva qualcosa, era senza ombra di dubbio il sostegno di Kakashi-sensei, la silenziosa tutela di Gaara e l’importantissima protezione di Tsunade.
Era inutile e decisamente inconcludente sforzarsi in un tentativo fallimentare già in partenza di ribellione solitaria, per quanto lui e i suoi ideali glielo imponessero.
E nonostante quel comportamento, che il Consiglio aveva giudicato pericoloso per il villaggio e per l’alleanza con Suna, ossia liberare momentaneamente Kyuubi e utilizzare i suoi poteri, che in realtà era stato per difendere il villaggio dall’Akatsuki e non per distruggerlo, cosa di cui l’aveva, appunto, accusato il Consiglio, in sostanza non era stato affatto rilevante.
Ma i comportamenti assennati, prudenti e prevedibili non erano sicuramente da lui. Glielo diceva sempre anche Kakashi-sensei che lui era il ninja più imprevedibile.
Era tanto che quei vecchi incompetenti non facevano che aspettare la scusa e il momento più adatto per liberarsi di lui, e quale movente e situazione migliore di quella: Kakashi era in missione e Tsunade e Shizune erano fuori dal villaggio per un incontro diplomatico con il Kazekage.
E lui… beh: l’Akatsuki aveva deciso che quello era decisamente il momento migliore per cercare di attaccare il villaggio, e nonostante l’intervento del Kazekage era stato costretto a liberare momentaneamente il potere di Kyuubi per salvare Konoha.
Ma ovviamente il Consiglio aveva giudicato quella sua azione come pericolosa e rischiosa per il villaggio e, approfittando dell’assenza dei suoi “tutori”, aveva colto la palla al balzo e aveva preso due piccioni con una fava: l’Akatsuki era stata eliminata definitivamente e anche l’ultima minaccia del villaggio ormai aveva le ore contate.
Totalmente perso nelle sue elucubrazioni mentali, non si accorse nemmeno di qualcuno che era entrato nella cella e si era posizionato silenziosamente davanti a lui. Per questo, quando finalmente se ne rese conto, sobbalzò e sbatté le palpebre un paio di volte, sorpreso da quell’assolutamente inaspettata visita.

- Sas’ke! – biascicò shockato, strozzandosi quasi, davanti allo sguardo antracite dell’altro. Ingoiò e lo guardò silenzioso mentre inarcava un sopracciglio moro, perplesso.

- E tu dovresti essere uno shinobi? Non ti sei neppure accorto del mio arrivo! – lo sguardo del biondo, da sorpreso che era, si tramutò in uno furioso; strinse il pugno e serrò gli occhi.

- Temeee!!! – ringhiò fra i denti, guardando storto l’espressione indifferente dell’altro – Sei venuto per insultarmi o c’è forse dell’altro? – . Il moro abbandonò momentaneamente la sua espressione perennemente gelida e si concesse un leggero ghigno mefistofelico.

- Certo, usuratonkachi, figurati se venivo a perdere tempo qui, solo per insultarti. – proferì velenoso, incrociando le braccia al petto. Quasi immediatamente la sua espressione mutò e tornò seria e composta – Questa notte, alle tre, durante il cambio della guardia. Dovrà essere una cosa rapida e silenziosa. Vedi di non farti beccare, altrimenti saremo noialtri a rimetterci e non ho alcuna intenzione di passare dei guai per la tua incompetenza. Hai capito, idiota? – lo sguardo perplesso che l’altro gli restituì di rimando fece abbassare ulteriormente il livello di fondo a cui aveva posto la sua stupidità. Fremette di rabbia e si passò una mano sul viso.

- Cos’è che non ti è chiaro, usuratonkachi…? – domandò, tentando di mantenere una parvenza di quiete. Naruto sbatté le bionde ciglia dubbioso e reclinò lievemente il capo di lato, poi, per dare adito ai propri interrogativi, in modo da chiarirli esaurientemente, aprì la bocca e prese fiato.

- Di che diavolo stai parlano, teme?! – cianciò, con un tono che a detta di Sasuke suonava tremendamente e fastidiosamente lamentoso. L’aria imbronciata che assunse ricordò al moro le espressioni corrucciate che l’altro assumeva così spesso da bambino. Soprattutto quando si rivolgeva a lui. Sbuffò e con tono inequivocabilmente canzonatorio, spiegò spazientito:

- Nulla Naruto, sto semplicemente organizzando una festicciola notturna all’Ichiraku Ramen per…-  quando s’accorse che probabilmente  la modalità della sua voce non era sufficientemente sarcastica per quella testa quadra del biondo, che lo stava osservando con occhi lievemente resi lucidi dal barlume di speranza che brillava al loro interno, si interruppe e lo fissò scettico.

- Dobe – riprese dopo qualche istante – dimmi, perché ancora perdo tempo con te? Rispondimi, perché io ormai non so più cosa inventarmi – biascicò esasperato. Naruto, a quel punto, vittima del suo stesso carattere burrascoso e impaziente, saltò in piedi e sbottò collerico:

- Non sarà magari che è colpa tua che ti spieghi a mezze frasi per via di quella tua mania di parlare a monosillabi e trattarmi sempre da idiota, né Sas’ke?! – strillò iracondo, afferrando il ventenne per il bavero della divisa da jonin. Questi non si scompose minimamente e con il solito fare serafico si liberò dalla stretta del coetaneo e sussurrò maligno.

- Tu sei idiota, Naruto. – e prima che l’altro potesse in alcuno modo ribattere, riprese incurante - …ad ogni modo…dicevo: questa notte ti faremo uscire di qui e se seguirai il piano e non combinerai guai come tuo solito, Dobe, entro domani a mezzogiorno sarai fuori da Konoha…di lì poi, in attesa che Kakashi e Tsunade ritornino, studieremo un piano e…- il suo lungo – strano a dirsi, trattandosi di Sasuke Uchiha – monologo venne interrotto dal suo interlocutore che nel frattempo si era riseduto sul letto e, viso chino e voce gutturale, non gli permise di proseguire. -  

- Non voglio – il moro, interdetto, si voltò a guardarlo.

- Come dici, usuratonkachi? – ringhiò, inarcando un sopracciglio e osservando l’amico. Non riusciva a comprendere se avrebbe dovuto aggiungere un altro grado sulla scala personale di idiozia del biondo o semplicemente se questi fosse del tutto uscito di senno – nel caso in cui non fosse chiaro: questo è un piano di fuga. Stiamo tentando di tirarti fuori da questa situazione perché, anche se spero che almeno questo ti sia chiaro a sufficienza, per quanto spesso tu non brilli di perspicacia, altrimenti entro domani sera la tua testa rotolerebbe nel fango. E non attaccata al corpo –

- Ho capito, non mi interessa. Vi ringrazio ma non voglio – riprese il biondo, ignorando gli insulti, più o meno velati, rivoltigli dall’altro. 

Vi furono diversi secondi di silenzio, interrotti solamente dai loro respiri tranquilli. Infine, Sasuke sospirò.

- Stai scappando – non era una domanda. Inoltre, il significato paradossale racchiuso in essa fece nascere sulle labbra, secche e screpolate dall’afa e dall’arsura del jinchuuriki un sorriso ironico e sorpreso insieme. Respirò a fondo poi replicò sardonico:

- Teme…mi prendi in giro o cosa? È proprio quello che non sto facendo! – l’occhiata penetrante che il moro gli scoccò, assieme alla risposta seccata che uscì dalle sue labbra, fu abbastanza per smontare il ghigno che spontaneo era nato sulla sua bocca. L’altro accompagnò il significato implicito di quel gesto con una risposta dal tono piatto e incolore, e una leggera ed impercettibile nota di biasimo, che contrastava fortemente con la serietà e l’importanza del suo ragionamento.

- Dobe, non cercare di apparire più stupido di quanto tu già non sia…sai benissimo a cosa mi riferisco: ti stai arrendendo. Stai cedendo al volere di quei quattro vecchi boriosi ed arroganti dalla discutibile moralità, accecati dalla sete di potere. Una volta non l’avresti mai permesso. Nessuno si sarebbe mai dovuto permettere di mettere i piedi in testa al “grande Naruto Uzumaki-sama, futuro Hokage di Konoha”. Nessuno avrebbe mai intralciato o distrutto il tuo sogno, poiché tu non ti arrendevi mai, nemmeno di fronte alla morte, e non ti saresti mai arreso. Avresti perseguito il tuo scopo, a qualunque costo, al punto da diventare irritante all’inverosimile. – recitò, a dire il vero, con una punta di sarcasmo qua e là. Naruto lo guardò vagamente stupito: Sasuke Uchiha che si profondava in complimenti, se non verso se stesso – seppur velati e quasi sputati come veleno – era una cosa quantomeno assai rara, per non dire del tutto improbabile. Per cui ci mise qualche istante per rielaborare il tutto e comporre una risposta di senso compiuto.

- Non è pur sempre una fuga, quella che mi proponi tu?  Inoltre, l’essere scappato dalle prigioni di Konoha e segnalato come nukenin, dubito rappresenti in qualche modo un vantaggio nella mia scalata al potere per il raggiungimento del ruolo di Hokage. – Sasuke si afflosciò sconsolato e si passò, nuovamente esasperato, una mano sul viso pallido. Si schiarì la voce e con il tono di chi stava spiegando la stessa cosa per la millesima volta, ad un bambino particolarmente ottuso, replicò stizzito:

- Dobe, ti ricordo che ti sei già stato accusato e condannato come nukenin…è per questo che ti trovi qui, non per un simpatico soggiorno gratuito…Comunque, su tu scappassi ora avresti più possibilità di sopravvivere, grazie a Tsunade potresti essere scarcerato, riabilitare il tuo nome e…- si interruppe, rassegnato; mandò al diavolo il suo compagno, se stesso e la sua idea balzana di preoccuparsi per quella testa quadra senza speranza. Non aveva fatto altro che fargli sprecare inutilmente fiato ed energie. Tutto questo giusto quando, appunto durante il suo discorso, improvvisamente i suoi occhi avevano incontrato l’espressione decisa, immancabilmente sorridente che tanto volte aveva visto sul volto del compagno. Si accigliò e sbuffò, raddrizzandosi.

- Come vuoi, Dobe…ma quando poi sarei morto non venire a lamentarti da me accusandomi di non aver tentato di aiutarti. – il sorriso dell’altro si allargò ulteriormente.

- Sas’ke, i morti non si lamentano…- commentò pratico. Uchiha gli voltò le spalle e si incamminò verso l’uscita della cella.

- Tu saresti in grado di seccarmi anche da morto. Lo so. – in risposta, sentì una leggera risata da parte dell’altro e si bloccò solamente un istante, senza nemmeno voltarsi, quando quest’ultimo lo richiamò.

- Sas’ke…grazie. – il moro riprese a camminare e prima di sparire dietro l’uscio gli concesse un breve cenno.

 

 

 

 

Salve a tutti! Con questa mia piccola fic (di pochissimi chap., forse tre, al massimo quattro), approdo anche io nel mondo delle ff di Naruto! Essendo la prima volta che mi destreggiavo con i personaggi di questo meraviglioso manga, ho mantenuto la concentrazione al massimo e mi sono sforzata di renderli il più possibile IC (probabilmente, a causa di questo, il mio stile, la grammatica e la narrazione ne hanno particolarmente risentito T_T ).
Un ultimo punto: il titolo, da come avrete sicuramente già dedotto dal capitolo, nonostante la somiglianza con quello dell’opera di Oscar Wild (“L’importanza di essere Onesto” o meglio, nel titolo originale, “The importance of being Earnest”) non centra nulla con quell’opera.
Ok, credo di non aver tralasciato nulla. Spero, comunque che la lettura vi sia gradita e che lasciate un piccolo commentino ( non disdegno nemmeno le critiche, le ritengo costruttive ed efficaci per il miglioramento delle mie abilità di scrittrice)! Saluti, alla prossima Izayoi007

 

 

  
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