Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: LarryTranslations    01/08/2014    4 recensioni
Come può l’amore parlare, quando uno dei due non riesce nemmeno a spiccicare la parola?
La vita di Louis era uno scherzo attraverso le sue parole argute.
La vita di Harry era uno scherzo attraverso la sua assenza di parole.
Louis era stato classificato come un ragazzo normale, mentalmente e fisicamente.
Harry era stato classificato come un ragazzo anormale, mentalmente e fisicamente.
Louis riusciva a parlare.
Harry non poteva.
Harry era affetto da mutismo progressivo.
Louis non lo era.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nessuno dei personaggi reali citati mi appartiene, la storia non è in alcun moda intesa per offendere e/o danneggiare tali persone, i caratteri rappresentati non riflettono la realtà, la traduzione non è stata fatta a scopo di lucro.

Questa fanfiction, è una traduzione. Potete trovare l'originale a questo link.
Questo è il permesso dell'autrice.

image



___________

Capitolo 14


Sabato 14

Erano all'appartamento di Zayn, loro quattro con del cibo cinese appena consegnato, unto e fumante, sul tavolino da caffè. Zayn e Liam erano stravaccati sul divano sbrindellato, Niall era seduto per terra e Louis occupava la-piuttosto scomoda- poltrona a braccioli su cui aveva dovuto rannicchiarsi in una posizione strana per essere in grado di rilassarsi e mangiare allo stesso tempo. I quattro, sorprendentemente, erano un gruppo che tendeva a condividere il cibo che ordinavano, giudicando quella tecnica più efficiente quando Liam non finiva mai il Chow Mein* da solo. Ordinavano un sacco, troppo forse, ma Niall l'avrebbe senza dubbio mangiato il giorno dopo a colazione e nonostante Louis non sarebbe stato in grado di mangiare tutto, il suo stomaco brontolava ogni volta che il coperchio di carta veniva rimosso dal contenitore d'alluminio. Dio, aveva tutto un aspetto così buono.

Louis aveva le sue ragioni per essere così affamato, beh, più o meno. Si era svegliato tardi quindi non aveva avuto tempo di mangiare e aveva quasi perso la sua lezione di danza, presentandosi mezz'ora in ritardo, trovando uno sguardo di delusione e disapprovazione da parte del signor Harbour. Con alcune delle sue mosse perfette, era tornato nella lista degli studenti migliori molto presto- beh non tanto presto, poiché la lezione finì cinque minuti dopo che lo sguardo deluso fu svanito.

Il giovane ballerino fu lieto che l'insegnante non volesse fargli fare un'altra mezz'ora extra, perché poi voleva dire che avrebbe dovuto passare molto meno tempo -okay, non era così tanto meno, ma shh- con Harry. Non che avessero programmato di fare qualcosa di speciale, si trattava solo di passare un giorno nell'aula del piano. Ma in qualche modo, quella prospettiva era più emozionante di quella di fare qualcosa di stravagante. Semplicità, bastava quello, calzava a pennello nel ragionamento di Louis. Non aveva bisogno di fare nulla di bizzarro con Harry per essere intrattenuto. Mettete solamente un piano in una stanza e avrebbero potuto passare intere settimane lì dentro. Harry sarebbe stato emozionato solamente dal fatto di poter suonare uno strumento così elegante ed essere in grado di perdersi quanto volesse nel suo passatempo preferito e Louis sarebbe stato emozionato solamente di poter sedersi e guardare Harry essere così felice.

Facevano solo quello: suonare il piano. Era tutto quello che facevano. Beh, era più Harry che suonava il piano, Louis guardava con gioia, meravigliato e alla prima occasione, si aggregava. Oh, e infilare baci tra una canzone e l'altra, quella era un'altra attività.

In un modo o nell'altro, durante il loro non fare nulla, i due erano così assorti dalla presenza dell'altro che si erano dimenticati del poco tempo che avevano a disposizione. Solo dopo un bacio languido, che era durato più di molti altri che si erano scambiati, un bacio che aveva fatto arrossire furiosamente Harry - forse dall'imbarazzo, o dalla lussuria o solo il fatto di essere rimasto sopraffatto, non lo sapremo mai- Louis aveva individuato il ticchettio delle lancette del suo marrone e dalla cinghia sottile, orologio da polso.

Non era tardi di per sé, ma era Louis a essere in ritardo. Avrebbe dovuto incontrarsi con Zayn, Liam e Niall per due tiri a calcio nel parco e poi sarebbero tornati a casa di uno di loro prendendo cibo da asporto.

Tutto quello sarebbe dovuto succedere un'ora prima, probabilmente quando Louis era caduto in uno stato di trance a vedere le dita esperte di Harry sui tasti.
Ma seriamente, chi poteva biasimarlo? I pezzi che Harry sapeva suonare erano davvero ipnotizzanti, specialmente per lui. Forse perché il più grande era davvero meravigliato del più piccolo, che tutto quello che faceva, lo faceva alla perfezione, ma non riuscì a pensare a nessun altro con cui avrebbe voluto perdere tempo. Si trattenne dal premere baci di orgoglio per tutte le dita del ragazzo.

Attraverso la sua ipnosi, Louis non era riuscito a notare il ronzio del suo telefono, che stava venendo tempestato nella sacca di Harry. Con imprecazioni che volavano dalla sua bocca, zompettò verso il cellulare, trovando cinque messaggi non letti, che illuminavano lo schermo della facciata principale. Chiaramente agli altri non importava il fatto che lui si fosse dimenticato. Non che ciò infastidisse Louis, non lo toccava nemmeno un po', erano fatti così. Se tu eri in ritardo, eri in ritardo, 'non frega un cazzo a nessuno' come avrebbe brontolato Zayn.

Era il motivo per cui era in ritardo che preoccupava Louis.

Così Louis si era separato da Harry con un bacio sulle labbra, abbinato a una tirata ai suoi ricci. Magari avrebbe lasciato il ragazzo con le labbra arrossate e un sorriso compiaciuto sul suo viso, magari anche un rossore sulle guance, quello era davvero un esito piacevole del loro arrivederci. Si fece strada verso i tre ragazzi che chiamava i suoi migliori amici con un accenno di riluttanza e acutezza nel suo petto.

Con il cibo unto tirato fuori e messo nei piatti scheggiati, lo stomaco di Louis si sistemò, contento ad ogni forchettata di quel cibo poco salutare. La conversazione era finita in versi, con la strana scenata di Niall che era stata poi interrotta dal riso caduto dalla sua bocca e tutti gli altri erano strisciati via, disgustati

Stavano finendo il loro pasto quando Niall all'improvviso, aveva buttato fuori uno schiamazzo, dal ridere. Tutte le teste si giraronoverso di lui, che sembrò divertirsi tantissimo, ridendo da solo. Louis fece uscire una risatina divertita, mentre Niall poggiò il suo piatto per afferrare la sua lattina di coca-cola, finendo per scoppiare nel contenitore di metallo, il suono rimbombò per tutta la stanza, rendendo il tutto ancora più misterioso.

"Di cosa sei fatto?" Chiese Zayn confuso.

"I-io stavo solo" Niall squittì, prima di lasciare un'altra risata. "Mi sono ricordato di quando Li è caduto su quella nonnetta e la sua faccia era esattamente sulla sua- scusate, scusate, mi devo calmare" disse Niall interrompendosi da solo con un altro round di risate. Zayn aveva afferrato ciò a cui Niall stava pensando e si era unito a lui nella risata reminiscente. Liam stava arrossendo leggermente, ma era ovvio che stava cercando di trattenere la risata.

"Che è successo?" chiese Louis confuso. Non era affranto dal fatto che non fosse incluso nella battuta, era più intrigato che altro.

Liam stava andando a calciare la palla, no? E ha fatto questa specie di balzo in avanti, che l'ha fatto scivolare fino a raggiungere una vecchietta a bordo-campo. E tipo la sua testa era al livello del suo- come dovremmo chiamarlo? - Cavallo? Ah e oh mio dio, la sua faccia era impagabile"

Louis rise all'immagine nella sua testa, una leggera risata schernitrice verso Liam, ricevendo un balzo in avanti dalla vittima e subito dopo un ceffone sulla testa.

"Saresti dovuto esserci, sarebbe stato bello" disse Zayn a Louis, una volta che si furono seduti tutti, un sorriso stordito sulle sue labbra.

Louis balbettò, "L-lo so, solo..sono stato un po' occupato, tutto qua. Ho perso la cognizione del tempo." Niall corrugò la fronte, "Che stavi facendo? Cioè non importa che te lo sia perso, sono solo curioso"

Ovviamente le cose non potevano essere sotto controllo per troppo tempo. Nessuno di loro gli aveva chiesto niente su da dove ne venisse quando era entrato, che gli aveva fatto sentire in un lago di sollievo. Ma adesso era finito tutto nello scarico con la domanda casuale di Niall.

Pensereste che dopo l'incidente del parco, Louis sarebbe stato in grado di dire liberamente il nome di Harry davanti a loro tre, ma in un modo o nell'altro, questo non era il caso. Aveva pensato di nominare il ragazzo in una conversazione molte volte, immaginandosi il nome rotolare via dalla sua lingua, ma per qualche ragione non fu altrettanto facile metterlo in pratica.
Dovendo fare la guardia al suo nome, come se fosse lo smeraldo più prezioso del mondo per tanto a lungo, si era così abituato a mantenere il nome serrato tra i denti che lasciarlo all'aria aperta sembrava più pericoloso di quanto non fosse, come se l'aria fosse talmente lesiva, da dissolvere tutta quella bellezza in polvere grigia.

"Aspetta- eri con quel ragazzo muto?" Pensò Liam a voce alta. Il suo tono non era accusatorio o accondiscendente, cosa che in un certo senso era un sollievo, ma era privo di emozioni, cosa che lo rese molto più grave. Lo stava giudicando dietro a quella calma esteriore? Aveva notato vagamente che le altre due teste si erano girate a fronteggiarlo, ma fece finta di niente. Invece, si focalizzò sulla televisione che era accesa, proiettando diversi raggi di luce, mentre il suono era solo un mormorio basso, che lo rendeva irrilevante nella stanza. Improvvisamente sembrò essere diventata la cosa più rilevante per Louis.

"I- io stavo solo.. Cioè.. Sì"

Inconsciamente, gli occhi di Louis viaggiarono dalla TV, al piatto sul suo grembo. Le sue dita trovarono la forchetta e la stavano girando nel piatto in un movimento ... Stava spingendo pezzi di riso e pollo con noncuranza, gli occhi inespressivi.

Perché doveva reagire così? Perché doveva diventare tutto imbarazzato e chiudersi a conchiglia non appena tiravano fuori l'argomento?
Perché non aveva potuto semplicemente dire "sì, ero con lui" schietto e diretto?

Non avrebbe dovuto balbettare in quel modo, avrebbe dovuto essere in grado di pronunciare la loro amicizia come se fosse la cosa più semplice del mondo da dire. Ma in un modo o nell'altro non poteva e lo odiava più di qualsiasi altra cosa. Non si vergognava della loro amicizia nemmeno un po'. Forse era consapevole in anticipo di quale sarebbe stata la loro reazione, ma ora non pensava nulla del genere. Era una regola non detta nella sua mente, quella di non tirare in ballo Harry nella conversazione perché ovviamente i ragazzi non gradivano. Ma ciò non significava che se gli facevano domande, non potesse parlare di lui. Cosa gli stava succedendo?

Ci fu silenzio per un paio di minuti, tutti in contemplazione. Louis non osò alzare lo sguardo dal suo piatto, per vergogna o paura, non ne era sicuro,(vergogna della sua risposta balbettata, non di Harry, che sia chiaro)

Zayn, ovviamente, era Zayn e fu lui quello che sciolse la cappa di tensione che sembrò ricoprire la stanza inconsapevolmente. Con un colpo di tosse e risistemandosi - per dominanza o presunzione- sul divano, il ragazzo si schiarì la gola.

"Senti, ci devi dire che succede, perché per quanto mi ricordi, solitamente non ci dai buca-"

"Non vi ho dato buca!" Esclamò Louis a sua difesa, guardando dal suo piatto verso Zayn.
"Ho solo perso la cognizione del tempo, non l'ho fatto apposta! E non era nemmeno tanto importante, era solo una partitina a calcio e solitamente non te ne frega niente, perché ora te ne frega?" Gli occhi di Louis si restrinsero attorno a Zayn, accusatori.

"Ora me ne frega perché ha a che fare con quel cazzo di-"

Liam interruppe Zayn velocemente. "Zayn" gli disse ammonendolo. "Avevamo detto che non l'avremmo chiamato così, ricordi?"

Il ragazzo dai capelli corvini sbuffò infastidito, sfregando le mani sulla faccia per la frustrazione. "Senti amico, io solo non capisco come sia possibile che tu passi tutto il tuo tempo con lui, quando pensavo che non fosse nulla di serio"

"Non passo tutto il mio tempo con lui.." Disse Louis rassegnato, posizionando il suo piatto in terra e tirando un filetto del cuscino.

"Beh è un po' sospetto quando passi tanto tempo lontano da noi come faresti se avessi un rag-" gli occhi di Zayn si spalancarono, la sua mascella cadde, facendo dividere le sue labbra. Louis lo guardò con occhi sgranati, respirò profondamente, serrando la mascella.
"Dimmi, Lou. Hai un ragazzo segreto, di cui non ci hai detto nulla?" Gli occhi di Zayn erano grandi e padroneggianti, lo giudicavano.

La mente di Louis si bloccò. La pista asfaltata che percorrevano i suoi pensieri si sciolse in una melma appiccicosa, facendo aderire quei pensieri al loro posto in un millisecondo. Poté sentire il suo corpo congelarsi incontrollabilmente.

Il fatto che si fosse immobilizzato era solo una briciola delle cose che infastidivano Louis. Il fatto che si fosse spento all'argomento di lui che ha un ragazzo, di lui che deve ammettere tutto, sollecitò la frustrazione nelle sue vene. Non si stava vergognando, maledizione, perché allora il suo corpo si stava comportando così?
Poteva farcela. Poteva dirglielo e tutto si sarebbe sistemato. Voleva mostrare Harry a tutti, voleva tenergli la mano e presentarlo ai suoi amici, magari fargli cambiare l'opinione che avevano di lui. Non c'erano problemi, era solo una parola semplice: sì. Dopodiché, quando gli avrebbero chiesto con chi, lui avrebbe detto 'Harry', con tono calmo. Avrebbe sorriso, come sempre faceva quando pensava o parlava di Harry. Una piccola piega sulle labbra, magari anche una spolverata di rosso traditore sulle guance. Gli avrebbero chiesto perché proprio lui, perché il ragazzo muto. Louis gli avrebbe detto che loro non avrebbero mai capito, ma giusto per farglielo sapere, gli avrebbe detto che a lui piaceva davvero questo ragazzo e voleva stare con lui finché l'altro l'avrebbe voluto. A lui non importava la sua mancanza di parola, perché il modo di essere di Harry compensava. Glielo avrebbe detto con orgoglio. Perché era così orgoglioso di sé stesso per aver trovato un gioiello come Harry.

"N-no"

Aspetta, come?

Sputò Louis, accorgendosi di aver farfugliato le parole solo dopo. Sapeva che la sua espressione era ricoperta dal panico, dentro di sé poteva sentire emozioni miste che mandavano lampi di luce colorata e combattevano tra di loro.

Come aveva fatto semplicemente a uscirgli quella parola? Non sarebbe dovuto assolutamente uscire così. Avrebbe dovuto essere un maledetto SÌ, non un piccolo 'no' sciatto. Aveva ingranato la marcia per dire sì, tutto ciò che voleva fare era urlare della sua relazione e dire a tutti che frequentava il ragazzo più perfetto che avesse mai visto. Ma per qualche ragione sconosciuta, la sua voce sembrò avere un'idea diversa. Pensava che dire che Harry era il ragazzo che stava frequentando non fosse un'opzione.

Se solo l'avesse detto, sarebbe stato tutto buttato fuori, sarebbe stato tutto finito. Non avrebbe più dovuto combattere con sé stesso come doveva fare (beh, non è che dovesse)

"Davvero, Lou? Ti aspetti che io ci creda?" Disse Zayn scetticamente. "Hai un ragazzo?"

Questa era la sua opportunità, ora Louis poteva dire che era stato uno stronzo prima e che invece aveva davvero qualcuno che era speciale per lui.

"No"

Okay, quello non era proprio ciò che intendeva, ma tecnicamente, poteva star rispondendo alla prima domanda di Zayn, sul fatto di credergli. Zayn lo conosceva come le sue tasche, quindi era ovvio che Louis non si aspettasse che gli credesse, soprattutto non voleva che gli credesse.

"No, non ti aspetti che io ti creda? O no, non hai un ragazzo?"

"Non.." Dai Louis, dillo e basta, Dio santo "..ho un ragazzo"

Ci mancava poco che si auto-schiaffeggiasse. La sua bocca sembrò avere tutta un'altra opinione, rispetto alla sua testa, evidentemente mal funzionante.

Louis voleva solamente gridare che il fatto che avesse un ragazzo era un'opzione, in realtà era l'unica opzione. Non si vergognava di Harry, nemmeno un po', ma per qualche ragione faceva fatica a dire la più semplice delle parole. Tutto a causa della sua stupida bocca che agiva da sola nelle occasioni più inconvenienti.

"Mio Dio, Lou. Non capisci che per me sei come un fottuto libro aperto? Mi stai mentendo, dimmi che hai un cazzo di ragazzo!"

Louis avrebbe potuto dire che Zayn lo stava mettendo sotto pressione; cavolo, era sotto pressione anche da sé stesso. Ogni cellula del suo corpo ne era consapevole, ma in qualche modo la sua voce squittì un piccolo "no". La sua schiena era abbassata nella sedia, quindi ora le sue spalle erano allo stesso livello con il resto delle braccia, il suo corpo si era incurvato e le gambe si erano raccolte al suo petto. Poteva quasi sentire i suoi occhi bruciare dal prurito, per quanto fosse infastidito da sé stesso.
Non poteva smettere, non capì perché. Non era ubriaco, non aveva da incolpare l'alcol. Ma allora cos'era?

Paura? Ma poteva la paura cambiare il suo modo di comportarsi come avrebbe fatto l'alcol? L'alcol influenzava, la paura era solo un'emozione. Giusto?

Louis non si accorse che Zayn si stava avvicinando per sovrastarlo paurosamente.

"Qual è il suo nome Louis?" la voce di Zayn non aveva un tono minatorio, nonostante fosse un po' aspro, ma non era troppo spaventoso. Severo, era il termine più adatto, non traspariva tanta delicatezza dal suo discorso ma nemmeno malignità.

"N-non te lo dico" balbettò Louis.

"Dillo e basta- aspetta, quindi stai ammettendo che c'è qualcuno?"

"Io..n-n-..s-..io

"Fanculo, Lou. Siamo migliori amici da tutta la vita, perché non puoi dirmelo e basta?" Louis alzò lo sguardo dalle sue gambe e guardò Zayn negli occhi. Non aveva intenzione di connettere le sue iridi blu on quelle nocciola di Zayn, ma in qualche modo vi era affondato. Erano uno sguardo delicato, non doloroso. Zayn non feriva, non in maniera esagerata comunque.

"L- lo so che sei mio fratello, Zayn-"

"Louis abbassò lo sguardo da Zayn e focalizzò gli occhi dietro il ragazzo, la parete alle loro spalle era ricoperta di foto giganti scattate durante le loro uscite.

"Allora dimmi il suo nome e basta!"

Senza lasciare una pausa dopo le parole frustrate di Zayn, non meno di qualche millisecondo dopo, Louis sbottò in esclamazione: "Aiden Grimshaw!"

Zayn si bloccò "Aiden Grimshaw? Ti frequenti con Aiden Grimshaw?"

Louis rimase immobile, meravigliato di aver semplicemente tirato fuori a caso quel nome. Aveva appena detto che Aiden Grimshaw era il suo ragazzo. Aiden Grimshaw.

Si accorse della foto che stava fissando intensamente e quando i suoi occhi misero di nuovo a fuoco, ciò che era confuso tornò chiaro. La foto illustrava Louis con il braccio allacciato attorno alle spalle di Aiden, un sorriso sbronzo sulle labbra e l'altro ragazzo sorrideva, avvolto da una simile intossicazione. Il flash della macchina fotografica aveva illuminato la loro pelle, quella di Louis era più bianca della sua abbronzatura solita, invertendo la foto, visto che lo sfondo era praticamente tutto nero, non era una delle foto migliori di Louis, ma era abbastanza decente per venire appesa sul 'Muro degli amici' come l'aveva chiamato Niall.

Aiden era...eccentrico, era estroverso, ma allo stesso tempo bizzarro. Era divertente e il sarcasmo non era mai stato l'unica estensione del suo umorismo. Sapeva essere casinista, ma normalmente se ne aggirava per l'università silenzioso. Era un popolare silenzioso; qualcuno che aveva un sacco di amici, ma non era sempre visto come un'icona in alcune classi. 'L'uomo misterioso' avrebbe potuto essere il suo soprannome, nonostante quando si pensasse a Aiden, tutto ciò che ti veniva in mente era gioia e colori sgargianti.

Era attraente, ovvio che lo era. Era alto e slanciato, non che quel ciuffo favorisse la sua altezza, comparata a quella di Louis. Aveva degli occhi lucenti, che normalmente nascondeva dietro un paio di occhiali neri spessi.

Louis veniva invitato alle uscite e sembrò che anche Aiden venisse invitato. Dopo essersi incontrati troppe volte in diverse occasioni, i due ragazzi finalmente si conobbero, grazie al 'birra pong' *

Così la loro amicizia rimase stabile per un anno o più, non fioriva, ma cresceva un pochino di più ogni volta che si incontravano.

Poi arrivò Matt. Matt Cardle, con i suoi denti fottutamente perfetti che erano troppo perfetti perché Louis riuscisse a rendersi conti che fossero reali.

I loro incontri alle feste rumorose e palpitanti erano diventate feste piagnucolose - da parte di Aiden- su quanto Matt fosse perfetto e di quanto il ragazzo strambo fosse disperato, al punto di dirgli che era profondamente innamorato di lui. Dopo sei incontro di quel tipo, Louis aveva deciso di porre fine a quella situazione.

Aveva parlato con Aiden -per fortuna senza altre lacrime da ubriaco- e gli aveva detto di un piano, un piano per vincere Matt.

Gli diede una settimana e mezza, il tempo approssimativo fino al prossimo party, per pensare al miglior piano che potesse immaginare.

Gelosia. Questo è tutto quello che era venuto in mente a Aiden.

Quindi in qualche modo, con l'aiuto dei grandi occhi da cucciolo di Aiden, si era ritrovato ad acconsentire a diventare Louis Tomlinson, finto fidanzato di Aiden Grimshaw.

L'aveva detto ai ragazzi e aveva finito per ricevere un pugno sulle palle da Liam che aveva detto "È l'idea più stupida che io abbia mai sentito". Zayn non aveva davvero trattenuto i commenti dicendogli di fare quel che cavolo volesse. Lo aveva preso in giro fino a qualche settimana dall'inizio della loro 'relazione', finché la situazione di Louis si era finalmente sistemata.
Niall aveva solo riso, trovando l'intero fatto divertente. Aveva affermato che si sarebbe assicurato che i due si sarebbero scambiati più 'baci' imbarazzanti possibili, solo per vedere Louis a disagio. Non che a Louis non piacesse Aiden, ma non era attratto da lui in quel modo. Ovviamente era un ragazzo impetuoso e Aiden era un ragazzo di bell'aspetto, ma erano diventati amici così stretti, che baciarlo sarebbe stata la cosa più inappropriata da fare.

Aveva funzionato però, quindi tutte le prese in giro che aveva ricevuto e tutte le volte che era stato chiamato "ragazzo facile" non erano state invano.

Matt era diventato geloso dopo un mese e mezzo e cominciò ad odiare Louis. Questo portò a uno strano discorso tra Matt e Aiden, che consisteva nel più grande che diceva:" Louis non è quello giusto per te, siete totalmente diversi. Voi due siete come il giorno e la notte, tu sei maturo e lui è selvaggio, tu sei un po' matto, lui è proprio strano, tu sei calmo e lui è fuori di testa" per fortuna Aiden aveva interrotto la sua parlantina, in cui si lamentava del fatto che Louis fosse un Chiuaua e Aiden un Alano, ma Louis non pensò troppo a fondo al paragone.

Non approfondiremo su come Matt aveva finito per lasciare Aiden, intento a viaggiare attorno al mondo seguendo la sua musica, e non approfondiremo su come Louis si era trovato in qualche modo a essere l'oggetto con cui Aiden sfogava il bisogno di sesso, per ripicca. Il punto è, che Louis e Aiden tecnicamente avevano un passato, e c'era da chiedersi se quel passato si sarebbe ripetuto ancora.

Non sarebbe dovuto accadere in quel modo, non avrebbe dovuto dire quel nome. Avrebbe dovuto rispondere Harry, Harry Styles. Harry Edward Styles. Harry Perfetto Edward Styles. Harry Meraviglioso Perfetto Edward Styles. Harry Bellis- Okay, abbiamo afferrato il concetto.

A dire il vero, Louis aveva intenzione di rispondere sì già dall'inizio, ma le cose ovviamente non erano procedute a seconda del piano per il ragazzo del nord. Poteva già sentire il rimorso nuotare nel suo cuore e un pesante groppo in gola che si soffermava per giorni e giorni solitamente, come promemoria delle stupide azioni compiute da Louis. Poteva quasi sentire il bruciore che sarebbe venuto alle orecchie, avvicinandosi silenziosamente alle vene del collo formando un formicolio soffocante e assordante.
Sarebbe trapelato nel suo orecchio, bruciando nella sua testa e correndo per ogni fessura del suo cervello finché non sarebbe stato completamente sconfitto da ogni cosa che aveva fatto di cui si era pentito.

Era vomitevole. Quello che aveva fatto era disgustoso, orrendo, odioso- e ogni altro tipo parola con dei connotati negativi su come si era comportato spregevolmente.

Si era comportato male, era totalmente confuso da quello che stava facendo il suo corpo e non sapeva come avrebbe mai potuto rimediare. Non voleva nemmeno pensare alle conseguenze, non ancora, il solo pensiero fece rimescolare il liquido nel suo stomaco.

E comunque, Louis non parlava a Aiden da almeno un mese, come cavolo avrebbe convinto i ragazzi che lo conosceva dentro e fuori, se non sapeva nemmeno cosa stesse facendo?

"Non è il ragazzo con cui hai avuto una finta relazione?" notò Liam con le sopracciglia corrugate.

Finta relazione. Finto. Era tutto finto.
Le sue parole erano finte. Il suo ragazzo- quello immaginario, non quello vero- lo era per finta. Pensarono che stesse uscendo con qualcuno con cui aveva finto di uscire anni prima. Era finto allora ed era finto adesso, ma loro non lo sapevano. Allora non gli piaceva Aiden, l'aveva messo in chiaro durante tutta la messa in scena ed era sicuro come l'oro che non gli piacesse ora.

Com'era possibile che non l'avessero ancora capito?

Era ovvio. Se Louis aveva così tanti problemi a dire loro che stava con Aiden, allora sicuramente la cosa sarebbe stata un po' sospetta, no? E aggiungendo il fatto che era già stato in una finta relazione con lui, era chiaro che le sue parole erano bugie...giusto?

"Oh mio Dio, adoro Aiden! Congratulazioni, Lou!" Esclamò Niall, raggiante, saltando dalla sua sedia e allacciandosi a Louis con un grande sorriso sulle labbra.

Evidentemente, non era così ovvio.

Louis si girò sotterrando il viso tra le mani, rannicchiato nel resto del corpo. Si era umiliato. Non sarebbe dovuta andare così, per niente. Durante il corso dei secondi successivi che rimasero silenziosi dopo l'esclamazione di Louis, aveva deciso che nonostante avesse incasinato tutto dicendo il nome sbagliato (Louis avrebbe riso al pensiero che la situazione era simile a quella di Ross di “Friends” che aveva detto il nome sbagliato al suo matrimonio, se solo non si stesse prendendo a pugni da solo internamente), aveva ancora una chance di uscire da quella situazione. Aveva una via di fuga e avrebbe trovato un piano per salvarsi. I ragazzi si sarebbero accorti che fingeva, basandosi sulla loro finta relazione passata e le cose sarebbero andate bene. Gli avrebbe detto che era Harry e i ragazzi sarebbero stati scioccati, ma contenti per lui.
Perché lui con Harry era felice.

Ma non funzionava così, ovviamente.

A sua insaputa, Louis aveva iniziato a balbettare, o a cantilenare se preferite, sottovoce una serie ripetitiva di “no”. La sua bocca evidentemente non aveva smesso di parlare da sola, e non voleva spegnere la mente a parte che era fatta per rovinare ogni cosa.

Sentì una mano poggiarsi in cima alla sua schiena, tra le due scapole. “Ehi, Lou, cosa c'è che non va? È una bella cosa, no?” Il tono di Zayn era delicato e preoccupato. Zayn era il migliore a ricoprire il ruolo di fratello, poteva essere il miglior ascoltatore quando voleva. Si preoccupava per Louis più di chiunque altro al mondo – tranne la sua famiglia- e Louis provava lo stesso per lui. Avrebbero fatto qualunque cosa l'uno per l'altro.

“Non avrei dovuto dirlo. No, non è una bella cosa, è una merda.” disse nervoso Louis.

“Oh suvvia, Aiden è un bravo ragazzo. Ci piace, lo sai, non ti preoccupare.”

“Non avrei dovuto dirlo, merda, non avrei dovuto dire così. Non intendevo dirlo” Louis era sicuro di sembrare fuori di testa, schizzando fuori parole a caso mentre la sua mente normale si riconnetteva con la bocca. Queste erano parole che stava dicendo nella sua mente normale, ma non sarebbero dovute uscire. Magari potevano uscire quando era da solo, dove avrebbe potuto prendersi a botte per quello, ma non davanti alle cause principali dei suoi problemi. Ma non era una buona cosa che lo stesse ammettendo? Che avesse raggiunto un accordo con la situazione e stesse dicendo loro, indirettamente, che aveva mentito?

Era complicato, troppo complicato.

“Dire cosa, amico?”

“Non avrei dovuto dire il suo nome” sputò Louis, le mani a ricoprirsi la faccia e spegnendo la sua voce in un mormorio soffocato.

Il pollice di Zayn stava strofinando la sua schiena disegnando cerchi, per confortarlo. “Perché no?”

“P-perchè non è giusto. Non avrei dovuto. E' sbagliato. Non è i-il-” Louis stava per dire che non era il nome giusto, che era quello di qualcun altro. Qualcuno chiamato Harry, non Aiden. Aveva detto la cosa sbagliata, tutto qua, e non era giusto che lui facesse così. Il nome non era quello giusto, era tutto sbagliato.

Ma invece, finì in qualche modo per dire “-il modo in cui dovevo dirvelo, volevamo dirvelo insieme.”

Fece rotolare fuori le parole in una tempesta di sillabe, che si mischiarono tra di loro. Era come se la sua mente le stesse spingendo via dalla sua lingua con l'intero mondo a rincorrerle dietro, spingendo alla velocità della luce. Come se fosse impaziente di buttarle fuori, disperato, rovinando tutto.

“Oh, Lou. Va bene così! Sono sicuro che non gli importerà” Lo consolò Zayn. Louis non poté rispondere; stava mordendo il suo labbro così forte che sapore gusto metallico scorse nella sua bocca. Pungeva, intensamente. Louis se lo meritava.

Niall rise sonoramente, senza vergogna: “Comunque puoi farti perdonare con un pompino!”

E in tutto questo tempo, sembrarono essersi dimenticati del ragazzo dai capelli ricci. Ma Louis non lo aveva fatto.

Domenica 14

Louis sentiva la sua lingua come un peso enorme nella sua bocca, un peso ricoperto di ruvida carta vetrata. La sua testa era leggermente dolorante, sentiva picchiare al suo interno mentre stava lì seduto, disorientato. La sua vista era appannata e sfocata e lo scrocchiare della sua schiena indicò che non aveva assolutamente dormito nel suo letto quella notte. Il suo letto per la notte era stato il pavimento della cucina, che era sporco e appiccicoso, tanto che dovette scrostare via le mani lentamente per riuscire a muoversi anche solo di poco.

Si strofinò gli occhi con il dorso delle mani, visto che il palmo era disgustosamente colloso. Si guardò intorno, il sole lo accecò momentaneamente ed elaborò lo stato della cucina. Era tutto come al solito, a parte qualche bibita rovesciata sul pavimento e una bottiglia vuota di, aspetta, cos'era?-Vodka. Chiaramente, Louis era stato di pessimo umore e quella bevanda alcolica sembrava la cosa più gradevole, in qualsiasi stato fosse. Non voleva pensare a cosa fosse successo per ridurlo così, beh, non finché non avesse avuto il caffè bollente a bruciargli la gola e a riportare la sua mente a pensare cose sensate.

Per fare il caffè non fece altro che inciampare e fare rumore, ma alla fine era collassato sulla sedia della cucina con una tazza fumante di fronte a lui. Il profumo stava già risvegliando i suoi sensi, grazie a Dio, perché non avrebbe potuto sopportare l'annebbiamento nei suoi occhi ancora per molto.

Il liquido rovente riscaldò la sua gola quando deglutì, il gusto amaro lottava con quello irrancidito dell'alcol. Non spinse i suoi pensieri a recuperare velocemente il ricordo di ciò che era successo la notte prima, li lasciò tornare gradualmente, mentre restava seduto a fissare il vuoto.

Non appena ogni singolo dettaglio tornò alla sua mente, blocchi di rimorso e odio cominciarono a impilarsi uno sopra l'altro
Finché non diventò una torre instabile che partiva dalla base della sua spina dorsale fino alla sua gola. Fu allora, quando stava contemplando le sue azioni disgraziate, che Louis notò il bruciore alla bocca del suo stomaco. Se precedentemente si era auto-convinto che fosse dolore o fastidio di sé stesso, adesso non poteva fingere che fosse quello. Con questa sensazione che cresceva rapidamente, balzò con uno scatto dalla sedia e rovesciò la testa nel lavandino, giusto in tempo per rilasciare il contenuto del suo stomaco. Magari aveva reagito così per la quantità di alcol che aveva consumato, ma Louis non era stupido; era disgustato dalle sue azioni e il suo corpo reagiva nel modo in cui avrebbe reagito se avesse avuto una brutta malattia.

Dopo un sorso d'acqua per togliersi quell'orribile gusto acido, Louis si fece cadere la testa fra le mani, che erano aggrappate al bancone come se la loro vita dipendesse da quello. Stringeva gli occhi, strizzandoli con forza per scacciare via i pensieri di ciò che aveva fatto.
Senza risultati, imprecò tra sé e sé, "Fanculo".

Non poteva essere un codardo, doveva affrontare ciò che era successo. Non poteva fingere che non fosse mai accaduto, non con sé stesso almeno.
Aveva bisogno di rifletterci su, magari provare e capire perché diavolo avesse detto quelle cose ridicole.

Dopo aver lasciato casa di Zayn prima del previsto, si era fatto strada indifferentemente verso il suo appartamento e si era seduto nel soggiorno, immobile, per una buona ventina di minuti. Era rimasto semplicemente seduto lì, fissando il nulla e respirando, silenzioso, impassibile. Non sembrò riuscire a registrare tutto ciò che era accaduto, era tutto confuso.

Aveva davvero appena detto che il suo ragazzo era Aiden Grimshaw? Aveva davvero negato di uscire con Harry? Era davvero stato così coglione? La risposta era sì.

E inoltre ciò lo portò ad avanzare lentamente verso la casa di Aiden con passo addormentato, per dire al suo vecchio amico che ora erano in una relazione.

Sembra abbastanza, no?

Magari no.

Gli ci vollero molte spiegazioni al ragazzo che aveva aperto la porta in pigiama, un cappello di lana in testa, una sciarpa attorno al collo e dei guanti a coprire le dita che afferravano una ciotola piena di zuppa. Louis aveva deciso di ignorare i vestiti da esterno, indossati in casa e lo fece passare per una stranezza di Aiden, ma quando mise un piede in casa, realizzò presto che quei vestiti erano necessari.

Il riscaldamento era rotto, apparentemente, quindi Aiden aveva girato per casa come un, citazione, “fottuto orso polare, avvolto in un altro orso che sta già indossando un cappotto di zebra”. Quelle erano il tipo di cose a cui Louis si era abituato, in un modo o nell'altro.

La sua intenzione iniziale era di discuterne con Aiden, sentire il suo punto di vista nelle cose. Non menzionò il fatto che gli fosse scappato di bocca il suo nome, disse solo di aver detto quello di qualcun altro. Aiden rimase un po' perplesso all'inizio, incerto su che dire. Ma ben presto, capì la situazione e spinse Louis a raccontargli tutto.

Quando passò un po' di tempo e la conversazione si fece più profonda, Louis diventò un po', come potremmo dire, emotivo? Se classificate il fatto di fare respiri tremolanti che diventano singhiozzi spezzati come emotività, allora sì, emotivo era probabilmente la parola esatta. Continuò a sputare fuori quanto fosse arrabbiato con sé stesso, quanto si odiasse. Raccontò al ragazzo di quello che era successo prima, del fatto che non sapesse perché avesse fatto tutto ciò. Aiden ascoltò e basta. Era una spugna, di per sé. Assorbì tutte le parole piagnucolose e le lacrime e quando Louis aveva bisogno di essere consolato, gli donava parole di saggezza.

Non fu tanto arrabbiato, quando Louis confessò che era Aiden che aveva detto di stare frequentando. Rimase più calmo di quanto si aspettasse, in quanto aveva evocato immagini di Aiden che gli diceva di andare a farsi fottere perché non poteva affrontare di nuovo di avere una finta relazione con lui. Aiden gli disse che non c'era problema, che non gli importava. Fu come se stesse ripagando il debito che aveva con Louis per quello che gli aveva fatto fare l'ultima volta, perciò non era un grande problema.

La sua unica preoccupazione, tuttavia era come ciò avrebbe inciso nella relazione sua e di Harry. Ovviamente Louis non avrebbe detto nulla a Harry, perché ciò avrebbe voluto dire dirgli dell'ostilità che i suoi amici avevano nei suoi confronti, quindi quello non era neanche da mettere in discussione. Era il senso di colpa che preoccupava Aiden maggiormente. Sapeva che Louis sarebbe stato divorato da esso prima o poi, più prima che poi. Non è che dovessero fare qualcosa o comportarsi come una coppia, quindi non lo stava tradendo di per sé. Aiden gli aveva elencato a tutti gli effetti i rischi che si stava prendendo, solo per rendere i suoi amici felici. Gli aveva detto che se Harry l'avesse scoperto, probabilmente sarebbe stato tutto finito per lui. Sapeva che Louis non avrebbe voluto – o potuto- scegliere tra i due, perché entrambi significavano il mondo per lui, ma dovette sapere che quello che stava facendo avrebbe potuto ferire qualcuno.

Parlare con Aiden non l'aveva aiutato così tanto. Ovviamente aveva sistemato la parte di problemi legati al ragazzo, ma non aveva aiutato il senso di colpa che gli stava percorrendo le vene. I suoi occhi erano bordati di rosso e le guance macchiate di lacrime asciutte che pizzicavano la sua pelle e spargevano il colore rosa sull'intera superficie. Era ridotto male. Quando piagnucolava drastiche soluzioni tipo “voglio morire” con singhiozzi melodrammatici, per Aiden era diventato troppo tardi per affrontare una situazione simile. Poteva avere a che fare solo con una certa quantità di lamenti e avrebbe dovuto svegliarsi presto il giorno dopo, quindi non poteva davvero affrontare un crollo emotivo in quel momento. Quando Louis si comportava in quel modo, era particolarmente rumoroso. I suoi piagnistei erano a tono alto e nasali, e i suoi commenti melodrammatici erano così esagerati che sembravano stupidi.

Così, con quel pensiero, infilò due bottiglie di Vodka tra le braccia di Louis e lo mandò a casa per affogare la sua tristezza in un modo più silenzioso.

Fu così che Louis si ritrovò collassato sul pavimento della cucina, con tanto di postumi da sbornia. Era sicuro che fosse più tardi di mezzogiorno, non si sarebbe mai svegliato così presto con i postumi, a meno che non era costretto e lo sforzo della notte precedente lo avrebbe reso ancora più esausto.Il tremolio del suo telefono era implacabile, ma non aveva l'energia di raggiungerlo al suo posto al lato opposto della stanza, dove giaceva senza scopo sul pavimento.

Con un'altra sorsata d'acqua per mandare giù le due pastiglie di Paracetamolo, ebbe giusto la quantità di energia adatta per raggiungere il telefono, strusciando verso di esso e raccogliendolo con un grugnito. Con la vista sfocata, fissò lo schermo, che mostrava alcuni messaggi non letti e si portò verso il soggiorno.

Dopo aver risposto svogliatamente e mandato una risposta di scuse al messaggio di Zayn e uno di ringraziamenti a quelli di Aiden, passò ai quattro messaggi lasciati da Harry, mentre il senso di colpa coagulava nel suo stomaco.

Da: Harry (9:46)

Goooood Morning, Good Morniing na na nanananaa! (Era quella canzone, non ricordo di chi sia, ma è molto vecchia) Xxx

Da: Harry (11:02)

Loooouis, presumo tu stia ancora dormendo, no? Xxx

Da: Harry (12:35)

Alza quel culo dal letto, pigrone! Ti voglio parlare. Non che abbia niente di particolare da dirti, ma mi manca parlare con te, tutto qua xxx

Da: Harry (12:37)

Era troppo scadente? Tutta la storia del mancarmi? Voglio dire, lo so che non ci sentiamo da un giorno o qualcosa di simile (lo so che è meno di un giorno, saputello) ma, non so, è solo che mi manca sentirti, tutto qua. Sei la mia unica fonte di intrattenimento mentre mia madre mi trascina per negozi. Sapevi che, apparentemente, le donne si alzano alle 7 del mattino per andare a fare shopping?! Incredibile, lo so. Per fortuna non mi ha svegliato costringendomi a vestirmi così presto, ma in ogni caso, lo trovo abominevole. Comunque, direi che ho parlato abbastanza, scrivimi quando puoi, amore. Xxx

Ovviamente Harry doveva essere così adorabilmente carino che Louis avrebbe solamente voluto soffocarlo di abbracci e ricoprirgli la faccia di bacini, doveva essere così proprio quando Louis si sentiva peggio di come fosse mai stato. Era una sensazione orribile, una sensazione ripugnante e nauseante, ma Louis sapeva di meritarselo. Non avrebbe potuto affrontare il ragazzo perfetto quando si sentiva così, quando ancora odiava ciò che aveva fatto. Non è che sarebbe stato improvvisamente meglio, ma le ferite erano troppo fresche e aggiungere Harry alla miscuglia, era come strofinare il sale sulle aperture.

A: Harry (12:43)

Ehi, scusa per averti risposto così tardi, avevi ragione, mi sono appena svegliato. Ma ora sono in piedi, nonostante credo che tornerò a letto tra due minuti perché mi sento uno schifo. Non sto proprio così bene per parlare, mi fa male la testa e voglio solo dormire, mi perdoni? :( xxxx

Da: Harry (12:44)

Stai male? Oh Lou, non ti avrei mandato così tanti messaggi se l'avessi saputo, scusa! Mi sento uno stronzo, mi spiace così tanto :( xxx

A: Harry (12:46)

Oh no, Haz! Non fare così, davvero, è bello sapere che ti importi! Non chiedermi scusa, non hai fatto niente per cui devi scusarti. Davvero, non farlo. Scusa se non posso curare la tua noia. Xxxx

Da: Harry (12:48)

Tu vai a dormire così ti passa il mal di testa, okay? Parleremo più tardi, guarisci presto Lou xxxx

Louis chiese scusa a Harry ad alta voce con un lamento. Il ragazzo era così dolce e premuroso e in normali circostanze, Louis avrebbe apprezzato quelle qualità, ma non quando lo facevano sentire peggio di come già stesse. Non stava mentendo quando diceva di essere malato, perché lo era- nonostante fossero solo i postumi della sbornia- quindi quello non era in aggiunta alle sue preoccupazioni, ma sembrò una scusa talmente patetica da usare. Non voleva parlare con Harry per via delle sue stesse azioni e i postumi erano il suo scudo. Sapeva che avrebbe dovuto soltanto prendere coraggio e affrontare il ragazzo, ma invece si nascose dietro al mal di testa.

Era un tale codardo.

Lunedì 14

Lunedì arrivò più veloce del previsto, soprattutto visto che Louis aveva passato l'intera domenica a spazzare casa tra una dormita e l'altra. Non è che stesse riordinando la mente, decidendo cosa fare, ogni cosa era sempre confusa come non mai. Ancora non sapeva come sistemare le cose senza ferire i suoi migliori amici o il suo fidanzato – o magari entrambi.

Non era troppo, forse un pizzico, ma Louis aveva sentito un po' di senso di colpa per non aver parlato a Harry per il resto della domenica dopo essersi svegliato. Per via di questo, auto-convincendosi di avere una grande abilità nel fingersi ignari di eventi ed emozioni, Louis aveva mandato un messaggio a Harry verso tarda notte, dicendo che sarebbe andato a prenderlo a scuola il giorno dopo.

Mettendo da parte ogni cosa e concentrandosi sul giorno dopo, Louis era piuttosto nervoso. Era la seconda volta che andava dalla scuola di Harry, ma questa volta era diverso. L'ultima volta era andato apposta per sostenere Harry e assicurarsi che stesse bene, ma questa volta non c'era un vero scopo. Ovviamente non avrebbe imbarazzato Harry e avrebbe aspettato esattamente fuori dall'uscita come una madre devota alla fine del primo giorno di scuola del proprio figlio, ma comunque, gli studenti gli sarebbero passati accanto. Non fu arrogante quando pensò che avrebbero saputo chi era, perché ad alcuni non avrebbe fregato nulla, ma alcuni avrebbero potuto ricordarsi di lui dal talent show e non era sicuro di come avrebbero reagito. Vi erano state occhiate criticanti nella loro direzione ed era più l'effetto che quegli occhi avrebbero fatto su Harry che preoccupavano Louis maggiormente. Non voleva essere un imbarazzo o un peso per il suo ragazzo.

Il sole risplendeva attraverso il vetro del finestrino, riscaldando l'interno della macchina come se fosse un pasto cotto a puntino. La fresca aria che faceva dondolare gli alberi era così invitante, sentendo il caldo insediarsi nella sua giacca di cotone che copriva le braccia e la pelle abbronzata. Mentre aspettava in fondo alla strada, a distanza di pochi minuti alla fine della scuola, non resistette dallo scendere dalla macchina, per appoggiarvisi di fronte. Era consapevole che poteva sembrare un cliché, soprattutto se il colletto della sua giacca era stato tirato in su o altrimenti avrebbe reso il completo troppo banale, ma non era troppo infastidito e per lo meno non era circondato dal caldo soffocante. Almeno non stava cercando di far vedere la sua sua macchina, nessuno se la tirerebbe per una Nissan Micra arrugginita. La sua maglietta a righe bianche e blu era un regalo dal cielo, quando la brezza soffiava più forte, filtrando piccoli spifferi d'aria fino al suo petto e introducendosi nei pori della sua pelle. Le sue mani erano nelle tasche ma una, continuava a cercare di infilarsi tra i suoi capelli, tirando su quel piccolo ciuffo che continuava a cadere davanti ai suoi occhi.

Sentì il chiacchiericcio ancora prima di vedere l'orda di studenti fiondarsi fuori. Poté vederli prendere strade separate all'inizio della via dove si trovavano le uscite, alcuni attraversavano la strada, altri andavano a destra, altri a sinistra. Era una massa di bianco e nero, una visuale che Louis non vedeva tanto spesso. Erano passati anni da quando aveva dovuto indossare lo stesso tipo di uniforme, e non si stava lamentando. Essere obbligati a mettere una cravatta strettissima che aveva righe con due colori che non donavano molto non era proprio la sua parte preferita della scuola e vedere i ragazzi allentarsela gli fece ricordare quella sensazione di sollievo.

Non si separò dalla sua trance finché non sentì il rimbombo di risate maschili. Guardò dall'altra parte del marciapiede, notando un gruppo di ragazzi che si spingevano in modo turbolento e giocoso. Si ricordò di quei tempi con un sorriso discreto sulla sua faccia, faceva tutto parte del lato bello della scuola. Quando il suo sguardo si posò su di loro, per niente più che meraviglia e noia, notò una testa di ricci famigliare aggirarsi dietro di loro.
Gli occhi azzurri di Louis si staccarono da loro e finalmente individuarono gli inconfondibili occhi verdi di Harry, una vista confortante. Louis fu veloce a chiedersi perché Harry fosse con quei ragazzi apparentemente infantili, stando dietro di loro con un espressione che Louis non poté vedere. Da quello che poteva vedere e da quello che sapeva dalle conversazioni precedenti, non è che Harry facesse parte di quel gruppo e non sembrava nemmeno costretto-quindi ciò portò un lume di preoccupazione che Harry fosse vittima di bullismo.

Quando i ragazzi iniziarono a muoversi a passo di lumaca, Louis realizzò che Harry era agitato e saltava goffamente sulle sue punte ogni volta che i ragazzi si fermavano per fare la lotta tra di loro. La massa di ricci si alzò con lui, i suoi occhi guizzavano nell'area che lo circondava. Dalla distanza che si trovava, Louis poté vedere il modo in cui i suoi occhi si illuminarono quando lo vede e poté finalmente vedere l'intera faccia di Harry, il modo in cui fece un sorriso enorme, un sorriso talmente grande che poteva aver danneggiato un po' il cuore di Louis. E no, ovviamente quel piccolo morso che Harry diede al suo labbro inferiore quando Louis alzò la mano per salutare, non ebbe alcun effetto su Louis, niente, assolutamente niente, nemmeno un po', nemmeno farlo cambiare leggermente di posizione per sentirsi più comodo.

Louis inclinò la testa verso la macchina, come gesto per invitare Harry a salire. Ma Harry alzò le spalle, la sua faccia accartocciata dal disgusto mentre i suoi occhi si indirizzavano al gruppo di ragazzi che bloccavano il suo cammino. Louis notò Harry che cercava di sorpassarli dai bordi, ma con il grande gruppo che occupava l'intero sentiero, non riuscì a stringersi per passare. A Harry probabilmente era capitato spesso, non sembrava fosse una rarità per lui quando guardò Louis. Metteva tristezza pensare al fatto che Harry non potesse nemmeno chiedere a loro di lasciarlo passare, e Louis si chiese se l'avrebbe chiesto se avesse avuto la voce, o se semplicemente sarebbe stato comunque troppo timido per farlo.

Infine, Harry si estrasse dalla folla e camminò – con saltelli allegri nel suo passo- verso Louis, con un sorriso che non era in grado di abbandonare le sue labbra. A Louis ci volle un po' per elaborare l'apparizione di Harry, la sua maglia era infilata disordinatamente nei Jeans neri stretti -accentuando il suo lungo busto che faceva contorcere le sue viscere dal calore provocato- le sue maniche rimboccate fino ai gomiti, mostrando la pelle bianca dei suoi avambracci e quella sacca marrone appesa sulla spalla. La vista era, beh, Louis non poteva non ammettere il calore che si avvolgeva nel suo stomaco alla vista di Harry. Quando Harry cominciò a tirare la cravatta, sciogliendola dal suo collo con facilità, Louis trovò davvero difficile controllare la sua immaginazione dal collocare Harry nella sua camera da letto.

Louis rimase fermo in silenzio, mentre Harry camminava verso di lui avvicinandosi sempre di più, non tanto sicuro sul da farsi. Voleva andargli incontro e premere le labbra sulle sue, ma non è che gli studenti della sua scuola sapessero della sua sessualità. Nonostante non lo stesse nascondendo, non si erano disturbati a scoprirlo, quindi Harry non sapeva come avrebbero reagito. Louis non voleva superare il limite.

Harry, al contrario, prese l'iniziativa e camminò nelle braccia di Louis che erano piegate, per via delle mani infilate in tasca. Brancolando leggermente, Louis tirò fuori le mani e le avvolse attorno a Harry in un abbraccio, con l'intenzione di staccarsi dopo pochi secondi, ma restando fermo quando la faccia di Harry si accoccolò nel suo collo

“Tutto bene?” mormorò Louis. Harry annuì nel collo di Louis e si staccò, un sorriso luminoso sulle labbra rosate. “Forza, meglio salire in macchina. Ti avverto subito, potresti morire da quanto manchi l'aria lì dentro” Harry rise e salì sul sedile del passeggero, soffiando e tossendo melodrammaticamente quando si immerse nella macchina.

Una volta che si sistemò sul sedile e ebbe allacciato la cintura, Louis si girò verso Harry, vedendo il ragazzo sprofondare nel sedile con un sorriso. Sembrava a suo agio, sistemato. Un dolore acuto di senso di colpa colpì il petto di Louis quando vide Harry così felice in sua presenza, così inconsapevole della battaglia che stava combattendo l'altro. Desiderò che potesse essere così facile come Harry pensava che fosse e avrebbe potuto esserlo se Louis non fosse stato così codardo.

Magari il senso di colpa era lì perché Harry non sapeva, perché credeva che fosse tutto a posto. Odiava tenere Harry all'oscuro, non dicendogli tutto. Gli unici segreti che manteneva era quelli del dramma riguardo il giorno prima e la notte nel club settimane prima e odiò semplicemente il fatto che ci fossero. La loro relazione sarebbe dovuta essere senza segreti e il fatto che Louis fosse quello che infrangeva quella regola gli faceva venire voglia di raggomitolarsi e nascondersi per sempre.

La sua trance causata dal senso di colpa indomato venne interrotta dalla mano di Harry che scuoteva davanti alla sua faccia. Louis scosse la testa per scacciare via quei pensieri, volendo pensare a Harry e non l'Harrydicuihomentito.

Andiamo a prendere un milkshake? Ne voglio uno alla fragola, è tutto il giorno che ne voglio uno e quelli della scuola fanno schifo.

“Oh- sì, certo” deglutì Louis “c'è un bar in fondo alla strada, giusto?” Harry annuì in accordo.

Louis scivolò sul suo sedile e girò la chiave nell'ignizione. Appena stava per accendere il motore, la mano di Harry si poggiò sulla sua coscia per fermarlo.

Prima che andiamo, posso fare solo una cosa?

Le labbra del ragazzo più piccolo vennero allineate in un sorriso birichino ma esitante, e Louis lo guardò con uno sguardo curioso. Harry si slacciò la cintura e scivolò dal suo sedile, stando praticamente seduto sul freno a mano. Louis rimase in silenzio mentre le grandi mani di Harry si infilarono dietro al collo di Louis, afferrandogli il retro della testa. Il suo respiro era profondo e difficoltoso mentre Harry diede iniziò al momento intimo. Lentamente, Harry si mosse lentamente in avanti e premette le sue labbra su quelle di Louis. Non era come se non si fossero baciati prima, ma provocò tante scintille per il corpo di Louis quando era Harry a istigare.

Dopo che Harry ebbe mosso le labbra nella quantità sufficiente per soddisfare le sue necessità, scivolò di nuovo sul suo sedile e si rimise la cintura, con un sorriso silenzioso e compiaciuto sulle labbra. Louis accese il motore e uscì dal parcheggio, silenzioso. Poteva vedere Harry scrivere sul blocco di carta con la coda dell'occhio, leccandosi le labbra finemente.

Harry disse che le labbra di Louis sapevano di fragola, ma tutto ciò che Louis sentiva sulle sue labbra era il gusto del senso di colpa.





*1 piatto cinese : Noodles (spaghetti all'uovo) con pollo e ingredienti misti.

*2 gioco di bevute in cui i giocatori lanciano una pallina da ping pong da un lato all'altro di un tavolo con lo scopo di fare centro in un bicchiere di birra che si trova dall'altro lato del tavolo. Può essere giocato sia singolarmente (1 contro 1) o a squadre, con più varianti riguardanti l'ordine di tiro. Non esistono regole ufficiali, ma solitamente vengono usati 6 o 10 bicchieri di birra per ogni squadra.



-------------------------------------------------
Note: Qui trovate il nostro blog, con altre traduzioni! Alla prossima!

Meg


Chiedo scusa per l'immenso ritardo!!! Grazie, se ancora seguite questa storia dopo tutta l'attesa! In più volevo dirvi che per farmi perdonare tra tre giorni pubblicherò il capitolo successivo! Yay :) Grazie ancora, vi amo!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LarryTranslations