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Autore: Tom Kaulitz    01/08/2014    2 recensioni
"Gwendolyn... Hai sentito?" Mi chiese Gideon con voce stranamente tremolante. Annuii, in attesa. I passi erano frettolosi, le scarpe pesanti. Cessarono. Lanciai un urlo non appena un oggetto venne lanciato sulla strada, unica cosa illuminata nei paraggi. Guardai meglio: era un coltello.
~
Bill scattò e riuscì a malapena a bloccarlo prima che la sua lama gli trafiggesse la mano. Le spalle al muro, probabilmente di lì a poco sarebbe morto.
D'improvviso Beatrice puntò la pistola contro il ragazzo. Era fottuto. Sembrò accorgersene, perché dallo spavento lasciò cadere il coltello che la mora calciò via, sulla strada. Premette il grilletto, un grido coprì lo sparo.
~
Una vita frantumata da un'altra, due cuori spezzati destinati a ricomporsi con le anime più improbabili, in una missione persa in partenza.
~
Fanfiction con elementi della Trilogia Delle Gemme di Kerstin Gier (i romanzi Red, Blue e Green) - Contiene Spoiler per chi non ha letto i romanzi.
Genere: Azione, Fluff, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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7.
Verità

 

Gwen e Gideon si guardarono. Come avrebbero fatto a nascondere il cronografo? Era quello che Lucy e Paul avevano rubato per poi fuggire nel 1912. E adesso l'avevano appena trovato in uno scompartimento segreto di casa Montrose. Se qualcuno della loggia lo sarebbe venuto a sapere per loro due era finita. Senza cronografo non avrebbero potuto tramare in segreto contro il conte, non avendo mezzi per farlo. Guardò su, in direzione dell'uscita. Erano entrati non molto prudentemente in una specie di cantina interrata.
Lucy però sarebbe stata fiera di lei, pensò facendo tremare la voce della frase che disse poi a Gideon.

«Gideon, lo prendi te o io?» Il ragazzo scrollò le spalle.

«Secondo me è meglio se lo tieni te, dopotutto vorrai visitare tuo nonno ogni tanto, no? Io non ho nessuno a parte i miei acidi zii che non vogliono più vedermi..» disse, distratto dal cellulare che stava guardando con la fronte aggrottata.

Gwen annuì pensierosa fissando la scatola di legno in cui c'era il cronografo. Si ridestò e senza dire una parola lo prese per poi allontanarsi decisa, in un moto di stizza. Voleva vedere se Gideon staccava gli occhi dal cellulare almeno per camminare. Sbuffò mentalmente, irritata.

«Ehi» la chiamò debolmente, non alzando neanche gli occhi «Aspetta, dove vuoi andare?» Lei non rispose e finalmente lui si accorse che aveva fatto un errore, almeno il decimo in quella serata.
Gwen si fermò non appena lui corse su per le scale per raggiungerla. Lei appoggiò il cronografo su un muretto alto quando il suo gomito (era pesante) e si girò a guardarlo storto.

«Ehi» ripetè il ragazzo «Cosa c'è?» sussurrando si avvicinò a lei tentandola. Lei rimase immobile e silenziosa, fino a quando no lo prese per il colletto e lo baciò. Lui reagì stupito e compiaciuto avvicinandola a lui, i loro bacini si toccavano, e Gwen divenne leggermente aggressiva. Scopo: farlo eccitare.
Ci riuscì, e proprio quando lui stava per sbottonarle la camicia (ci aveva passato le mani sotto già da dieci minuti) lei si staccò bruscamente lasciandolo lì boccheggiante e col cuore a mille.
Gwen si ricompose e prese il cronografo per poi camminare come se non fosse successo niente verso l'uscita. Gideon aveva una faccia come se avesse visto un asino volare ed aveva ancora le braccia tese come abbracciando una inesistente ragazza dai capelli biondo platino.

«Ma.. ma... sei... sei una stronza..» sussurrò queste parole con odio profondo, gli occhi ridotti a fessure.

Lei, girata dall'altra parte, rideva in silenzio e si incamminò verso camera sua. Voleva nascondere il cronografo sotto il letto, fra il materasso e la rete. Un nascondiglio provvisorio.
Gideon si decise a ricomporsi a sua volta per poi grattarsi la testa e seguirla senza fare rumore. Sentiva un pò i sensi di colpa, non poteva negare di essere stato un ignorante. Ma non poteva negare neanche che col tempo i sensi di colpa svanivano, per lasciare spazio ad un lieve risentimento.
I suoi pensieri vennero interrotti da dei capelli rossi che varcarono la soglia del portone di casa. Era Charlotte. Quando si accorse di loro, s'irrigidì visibilmente e sbattè le chiavi sul mobiletto del esci-entra (come l'aveva chiamato Lady Arisa, la nonna di casa Montrose). Si tolse la sciarpa e il cappotto in religioso silenzio prima di rompere con uno stizzito «Allora, Gideon? Come va con mia cugina, eh?»
Lui mentì, ma non voleva peggiorare le cose. «Bene. Te come mai torni così tardi?» Charlotte assunse il sorriso da Monna Lisa e quando Gwen rise istericamente all'affermazione del suo ragazzo alzò un sopracciglio.

«Sono contenta che fra di voi sia tutto apposto. Per il resto, non vi riguarda. Piuttosto, cosa ci facevate nella cantina della cioccolata di Zia Maddy?»
Gwen sputò un «Non ti riguarda.» e lei buttò i capelli all'indietro con fare leggiadro (Gideon trattenne il respiro: era davvero bellissima) replicando:
«Certo che mi riguarda! Non voglio che roviniate il lavoro di secoli. Ma adesso basta chiacchiere Gwen. Credo di sapere cosa nascondi lì e prega che io non lo trovi. Se dovessi farlo, non esiterei a sacrificare la mia vita -o la tua, sia ben chiaro- per difendere la Loggia.»

Finito di parlare sbattè la porta della sua camera e sparì lasciandoli senza parole.
Solo due parole uscirono dalle loro bocche: «Oh. Cazzo.»

*

Gwen, sdraiata sul suo letto, stava pensando a cosa fare. Non credeva di poter reggere molto con sua cugina sempre all'erta. Fra poco non poteva neanche dormire in pace, doveva difendere il cronografo. A tutti i costi.
E poi, la rossa si era esplicitamente proclamata pronta... ad ucciderla. Tutto per la Loggia. Gwen non potè che ammirare la sua faccia tosta. E poi le venne in mente una frase di Eragon. Com'era...? Ah si.

Una dose di prodezza, tre di stoltezza.

Il mitico Brom... persone più sagge di lui se ne sono viste poche..
Sospirò. COSA CAZZO AVREBBE FATTO? Certo, se fosse stata Charlotte il rubino l'umanità sarebbe già finita. Finita.
Ma di tutte queste cose lei non era a conoscenza.

Il suo cellulare vibrò. Un nuovo messaggio da "Tom(:", 22:06.
Ancora sveglia piccola? ;)
Arrossì e sorrise contenta. Le venne un'idea.
Ja ;) dove sei? Mi va di vederti.
La risposta ci mise pochi minuti in più del solito per arrivare.
Sono a pochi minuti da casa tua. Arrivo se vuoi. Fra dieci minuti davanti alla quercia della piazza? ;*
Gwen sorrise ancora di più.
Perfetto. Dieci minuti! ;*

Si alzò fulminea dal letto e iniziò a frugare nell'armadio. Optò per dei normali jeans aderenti chiari, per una maglietta bianca (che recava la scritta "Panda.") che lasciava abondante spazio per una collana, si mise la felpona nera di Tom e infine le converse nere logore. I capelli li raccolse in una treccia francese che chiuse sulla nuca per lasciare la maggior parte dei capelli liberi. Si guardò soddisfatta nello specchio e uscì dalla camera.
Le venne un tuffo al cuore vedendo la porta della camera di Charlotte socchiusa, e fece dietrofront per recuperare il cronografo che si era scordata e metterlo in uno zaino (nero).
Per fortuna non era molto pesante.
Per ultima cosa mise dentro la scatola di legno, ora vuota, dei monili che potevano sembrare vecchi, così che Charlotte si sarebbe dovuta ricredere per forza, e nascose tutto sotto il materasso.

Ora poteva uscire davvero, era pronta. Si grattò il naso pensando a cosa fare del cronografo. Se non sbagliava Tom e il fratello avevano una casa molto vicina, poteva chiedere se... se l'avrebbero tenuto loro, al sicuro dalle manacce di Charlotte.
Fece una smorfia, indecisa. Gli avrebbe dovuto rivelare della Loggia... di tutto...
Sospirò per la trecentesima volta in quella sera.

Quando lo vide tutte le preoccupazioni svanirono. Tutte. C'era solo lui, le mani in tasca, distratto, che guardava qualcosa alla sua destra, lei, la quercia folta e il ramo sul quale si era arrampicato.
Senza accorgersene iniziò a camminare più veloce e lo salutò da lontano con un gesto della mano, quando lui si accorse di lei le sorrise e fece per scendere.
Lei attese che scendesse, ridendo per i tanti scivoloni che faceva il rasta dalla fretta. Infine, proprio all'ultimo, cadde sul sedere. Si rialzò immediatamente, un pò rosso, mentre lei ridacchiava, intenerita.
Tom si pulì le mani piene di terra sui pantaloni e arrossì.

«Ciao Tom» lo salutò lei avvicinandosi per dargli un bacino sulla guancia. «dove sei stato finora?» domandò poi, incuriosita.

Lui esitò e poi rispose, le mani in tasca.

«Oh ero con amici in giro.. Poi sono andati via e..» lasciò a metà la frase, ma lei aveva già capito.

In effetti Tom era stato davvero "in giro con amici", era stato nel vagone della gang a chiachierare con Lise, Lotte, Anne, Gustav e Bill. Gli altri non c'erano.
Al ritorno aveva mandato un messaggio a Gwen, e quando lei gli aveva chiesto di vedersi aveva abbandonato suo fratello (che era comunque in compagnia di Bea, perciò sarebbe stato il terzo incomodo) per precipitarsi lì.
Gwen annuì e per un pò di tempo rimasero in silenzio camminando verso l'albero dal quale era sceso Tom poco prima. Guardarono in alto.

«Tom» la ragazza interruppe il silenzio e poi continuò. «Mi insegni a salire sull'albero?»

Il rasta le sorrise ed annuì rassicurante.

*

Charlotte era stata per tutto il tempo in cui la cugina era fuori a cercare il cronografo. Sapeva che ce lo aveva lei, sapeva che in quella scatola che ora conteneva collane da due soldi molto vecchie c'era il cronografo. C'era... forse l'aveva portato con sè, quella furba.
Sentì dei rumori all'ingresso, e decise di rimandare a domani. Dopotutto, anche se ci sarebbe voluto tempo, chi cerca trova.

*

Si fermarono davanti al grande portone di casa Montrose. Gwen si girò verso Tom con un sorrisetto malizioso e attese qualcosa, che arrivò poco dopo. Il rasta si sporse cauto e cercò approvazione dagli occhi della ragazza, che gli fu data. Poggiò, sempre molto prudente, le sue labbra contro quelle della ragazza, in un bacio a stampo tenero e casto. Chiusero gli occhi per quattro secondi e poi si staccarono, rossi in volto e con un sorriso ampio.
«Grazie» gli disse sussurrando. Lui scrollò le spalle e rispose con un «Fatti sentire quando vuoi, Gwenny».
Poi un altro bacio arrivò, stavolta più deciso e un pò meno casto. Gwen accarezzò la guancia del rasta e lui la avvicinò a sè.

«Buonanotte Tom»

«Buonanotte Gwenny»

*
 

«Posso entrare? Devo parlarti..» Tom, stupito di trovarla davanti alla sua porta, annuì timido e la fece passare, meno male Bill non era in casa.
Come aveva fatto a sapere dove viveva? La risposta gli arrivò poco dopo quando lei gli fece capire. Facebook. Si diede mentalmente uno schiaffo.
«Tom» la ragazza esitò. Stette un paio di secondi ad aspettare e poi continuò.
«Ci sono un paio di cose che non sai su di me.»
Tom la guardò serio e annuì impercettibilmente, incoraggiandola ad andare avanti. Non era lesbica, se no non avrebbe un ragazzo e non avrebbe baciato lui un paio di giorni prima... Era improbabile fosse una criminale... E allora?

«Faccio parte di una Loggia. E' una loggia che esiste da secoli, a Temple, che serve per proteggere dodici persone e un segreto.»

Intanto, i tre neuroni di Tom avevano iniziato a lavorare. Loggia... le continue escursioni a Temple... I conti tornavano. Ci fu una pausa.

«Io sono una di quelle dodici. Sappiamo viaggiare nel tempo.»

Il rasta strabuzzò gli occhi. Pensava fosse solo fantascienza... Non disse niente aspettandosi che lei volesse continuare.

«Andiamo a Temple per controllare i salti, che senza cronografo sarebbero a caso. Invece con cronografo si può impostare l'ora esatta, il giorno,l'anno e la durata.
«Ora, la storia è mooolto lunga, ma fondamentalmente il fondatore di questa Loggia, il Conte di Saint Germain, architettò i cronografi e così ci rese possibile comunicare con lui, raccontandoci che, immettendo il sangue di tutti e dodici nel cronografo, ci sarebbe stata la salvezza dell'umanità o balle varie. Niente di ciò è vero. E' soltanto così che lui può essere immortale, cosa che diventa nel millesettecentoqualcosa. Ma poi c'è stata un'altra complicazione. Appena nasco io, nel '94, per un motivo strano lui torna mortale, mentre io sono immortale dalla nascita, a meno che non mi tolga la vita.»

Tom rimase immobile. Tante informazioni del genere tutte insieme l'avevano leggermente scombussolato. Lentamente annuì.
Poi Gwen gli mostrò qualcosa che aveva nello zaino: un apparecchietto argentato con tanti scompartimenti e vetri. Era... la guardò interrogativo.

«Si, è un cronografo. Ce ne sono due, uno nella Loggia e poi questo, che mia cugina ha rubato e nascosto in casa, quando è andata nel passato. Ora l'abbiamo ritrovato, io e Gideon. Ma se i Guardiani lo vengono a sapere, ci ammazzano. Perciò..» -Sfoderò i suoi occhioni da cerbiatta- «Puoi tenerlo qui in casa te? Basta che lo nascondi da qualche parte... Tranquillo non è niente di satanico o di magia nera» gli fece l'occhiolino.
Lui ci pensò un paio di secondi. Nel suo armadio poteva andare bene. Lo prese con movimenti lenti e annuì.
Lei, dalla contentezza, lo abbracciò di getto, e Tom, sorpreso, ricambiò con una mano occupata dallo strano macchinario, fortunatamente leggero.
Gwen gli sussurrò all'orecchio «Grazie infinite. Senza di te che avrei fatto?» una piccola lacrima le uscì, ma Tom non se ne accorse e sorrise dandole un bacio sulla testa.
Si staccarono svogliatamente e poco dopo si salutarono, la ragazza tornò a casa e Tom si sedette sul tavolo, la fronte appoggiata alle mani.
Non sapeva come andare avanti. Quando glielo avrebbe detto che doveva seguirla? E poi, era meglio che lei non venisse spesso a casa Kaulitz, c'era Bill che la seguiva, o peggio, che era a casa..

Infatti, come temeva, Bill entrò con una faccia stranita e vagamente delusa.

«Tom» il rasta si preparò. «Cosa ci faceva Gwendolyn Shepherd a casa nostra?» lo guardò serio.
«Noi... ci siamo incontrati. E parlati. E..» e baciati. Avanti, diglielo Tom! Dillo! «perchè mi aveva chiesto di accendere una volta. Da lì..» cretino.
«Non ci sarai andato a letto..» chiese Bill inquisitorio. Tom lo guardò allucinato e rispose a voce un pò più alta del dovuto: «No! Ma cosa dici!» Bill alzò le sopracciglia, sospirò e si alzò dal tavolo. Non era ancora finita però. Tom lo sapeva. Infatti continuò.
«Sai vero che se Charlotte lo viene a sapere può darsi che Bea ci torni un pò... come dire.. ammaccata?» Bill rabbrividì e cacciò in dentro una lacrima involontaria.
Tom annuì pensieroso. Poi un'idea lo illuminò.
«Bill, ti ricordi cosa voleva Charlotte? Tenerla lontana da Gideon! Per quello ci sono riuscito meglio di chiunque altro.. L'ho pure..» AVANTI, CONTINUA! «...baciata.» si grattò pensieroso la testa, timoroso di sapere la reazione del gemello.
Bill scoppiò a ridere e disse «Sei sempre il solito... Comunque hai ragione.. Se la metti su questo piano, le parlerò. E vedrò cosa posso aggiustare. Mi prometti una cosa però?»
«Hm?»
«Non farla soffrire in alcun modo. Non se lo merita.»
«Okay.»
Ma non era neanche lontanamente sua intenzione. 

*

Yee♥ Finalmente un capitolo nuovo.♥
Ringrazio tutti per il supporto♥
Devo però dirvi che partirò per la campagna a breve e lì avrò taaaaaanto ma tanto tempo per scrivere ma poco per postare, non c'è wifi per il portatile... Potrò solo rispondere alle recensioni e leggere ff di altri :'(
Ma senza computer collegato ad internet postare è un casino.
Perciò in questi giorni cerco di postare più possibile.
Grazie a tutti per il supporto, spero che la storia continua a piacervi.♥

Chissà cosa farà Gwenny ora? ;)
E Tom? Cosa decide di fare?
Come la prenderà Charlotte? Bene o male? ;)
E quando arriverà la scena dell'"anteprima" della fanfiction col coltello lanciato per strada? ;)

Okay, vi lascio con taaaante domande a cui ci saranno presto risposte.♥
Baci!:*
Ps questo Banner di oggi mi piace particolarmente... :o♥:D

  
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