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Autore: melhopes    01/08/2014    8 recensioni
“E se non dovessi incontrarla di nuovo?”
“Senza volerlo, vi siete incontrati tre volte. Accadrà di nuovo e, quella volta, le parlerai”
“Me lo assicuri?”
“Dovessimo andare in capo al mondo, Harry”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Strawberry Milkshake
<< Oh. Sprechen Sie Englisch? >>
 
Sbaglio o le sta chiedendo di parlare in inglese? Dannazione, vorrei poter capire. Se l’avessi saputo prima, avrei rispolverato un po’ del mio tedesco in studio invece di perdere tempo a scarabocchiare cuoricini accanto a frasi patetiche.  
 
<< Ja >> afferma accompagnando il tutto con un cenno del capo.
 
La donna le indica me. Perché? Cosa sta succedendo?
 
<< Spricht er nur Englisch? >> continua rivolgendosi alla donna.
 
Non ho la minima idea di quello che stiano dicendo ma nominano l’inglese abbastanza spesso da confondermi. Lei, però, ha un accento adorabile. Adoro il suono della sua voce.
 
La commessa annuisce.  
 
<< Credo di doverti aiutare >> pronuncia rivolgendosi a me.
 
Mi paralizzo. << A-aiutare m-me? >> balbetto, incredulo.
 
Non può essere vero. Lei mi sta parlando. Nella mia lingua. Proprio lei. No. Dev’essere un sogno. Per favore, non svegliatemi.
 
Annuisce. << Almeno è quello che mi ha chiesto. Non credo parli inglese, sai? >> commenta.   
 
Non mantiene affatto l’accento tedesco quando parla inglese, anzi. Ha anche una lieve inflessione. Non riesco a decifrarla, però.
 
<< Oh. Credo sia per l’ordinazione. Le ho chiesto in cosa consista il “Caramel doubleshot iced shaken espresso” ma non mi ha capito >> riesco a rilassarmi.
 
Sorride. << Non prenderlo. E’ disgustoso >>
 
<< Davvero? >>
 
<< Parola di scout >>
 
<< Sei negli scout? >> le chiedo in un scatto. Sento il bisogno irrefrenabile di apprendere quanto più possibile sul suo conto.
 
Mi guarda e sorride. << No >>
 
<< Oh >> commento, un po’ confuso. << Allora, cosa mi consigli? >> continuo, riprendendomi subito.
 
<< Beh, non sono esperta di caffè. Nemmeno mi piace >>
 
<< Hai detto di non prendere quel coso dal nome interminabile perché è disgustoso >> le faccio notare.
 
<< Proprio perché non mi piace il caffè >> risponde sfoggiando un sorriso divertito.

<< Qualsiasi altra cosa, allora? >> non mi interessa nemmeno più bere qualcosa. Mi serve solo una scusa per continuare a parlarle. Questo momento non deve finire.  
 
<< Un milkshake? A meno che tu non abbia allergie o intolleranze >>
 
Scuoto la testa. << E che milkshake sia >>
 
<< Ti consiglierei alla fragola >>
 
<< Oh, okay. Sì, va bene >> mi stringo nelle spalle.
 
Prima che possa chiederle il perché di quel gusto specifico, lei ordina per entrambi. La stessa identica cosa.
 
<< Ora capisco. Avevi interesse a farmi prendere la tua stessa bevanda per ordinare insieme >> la punzecchio.
 
<< Nah. A differenza tua avrei potuto ordinare anche da sola >>
 
Mi sembra tanto un’offesa. << Cosa insinui? >> chiedo, per accertarmene.
 
<< Sei o non sei arrivato qui convinto che parlare esclusivamente inglese sarebbe stato più che sufficiente? >>
 
<< No, assolutamente >>
 
<< Name? >> chiede la commessa, interrompendoci.
 
<< Char >> risponde distrattamente, poi torna a rivolgermi lo sguardo. << Ah, no? >>
 
Char? Cos’è? Vedo la donna scriverlo su uno dei due bicchieri alti destinati a noi. Le ha chiesto il nome!
 
<< Ti chiami Char? >> chiedo a mia volta, evitando la sua domanda.
 
<< Dovresti dire il tuo nome >> e indica la donna, in attesa.
 
La osservo, rendendomi conto della situazione solo in quel momento. << Harry >> pronuncio.
 
Vedendola riportare il nome sul bicchiere di carta, torno a concentrarmi su di lei. Su Char? Non ne sono sicuro. Devo assolutamente scoprirlo.
 
<< Ti chiami Char? >> chiedo ancora.
 
<< Non mi piace lasciare le cose in sospeso >> afferma.
 
La guardo accigliato. Cosa intende?
 
<< Non hai risposto alla mia domanda >> spiega.
 
Ora ha più senso. << L’inglese è l’unica lingua che conosco. Tutto qua >> mi stringo nelle spalle.
 
<< Davvero? >> si sorprende.
 
Ci allontaniamo di qualche passo dal bancone in attesa di essere richiamati. 
 
 << Davvero. So qualche parola di spagnolo, francese o italiano ma questo è quanto >> ammetto, dimenticandomi di menzionare il tedesco.
 
<< Niente tedesco? >>
 
Che ci tenga così tanto perché, appunto, è tedesca? La cosa non mi interessa, adesso. Voglio sapere se “Char” è il suo vero nome. Continua a cambiare discorso e molte persone lasciano nomi finti da Starbucks. Calum l’ha fatto milioni di volte. E, d’altra parte, anche io avrei fatto lo stesso se fossi riuscito ad ordinare da solo. A quel punto, però, non avrei parlato con lei.
 
<< Pensavo non ti piacesse lasciare le cose in sospeso >> le faccio notare, insinuando mi debba una risposta.
 
<< Mi riferivo a ciò che inizio io >> risponde e si allontana, tornando dalla bambina.
 
Rimango completamente spiazzato. Il suo modo di fare. E’ così sicura di sé. Ha il controllo. Sembra sapere cosa vuole. Sa anche che io, invece, voglio lei?
 
La seguo? La seguo.
 






SPAZIO AUTRICE: Buonasera! Mi dispiace per l'attesa. Questo capitolo mi ha messa davvero in crisi. Volevo fosse bello. Bello davvero ma non mi è riuscito. So che è corto ma ho deciso di suddividerlo in questo modo. Pubblicherò presto il prossimo e compenserò, promesso :)


Ora spero mi facciate sapere i vostri pareri. Ci terrei tanto anche se questa cacchetta non lo merita. 
Grazie a chiunque abbia recensito finora. Mi avete fatta sentire taaanto speciale. Vi adoro. 
A presto :) x
  
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