CAPITOLO
2
Favole
d’amicizia
As I stand
by your flame
I get burned once again
(Rolling
Stones, I got the blues)
Albus era rimasto molto colpito da
Scorpius Malfoy. Non poteva negarlo a se stesso.
Suo padre Harry gli aveva sempre
descritto Draco Malfoy come un ragazzo tracotante e scontroso, ma Scorpius
sembrava essere molto più equilibrato tra alterigia e tranquillità.
Albus non lo vedeva come un
piccolo bullo, ma di certo non poteva immaginare che il giovane Serpeverde
andasse quasi sempre in giro con un chupa chupa in bocca, evocando l’immagine di
un tenero bambino bisognoso di coccole.
“Mi piace lo zucchero”, aveva
semplicemente spiegato Scorpius quando, dopo aver incrociato Albus per scuola
all’assurdo orario delle sette di mattina, aveva colto il suo sguardo indagare
sul chupa chupa.
Da lì, si erano messi a
parlare.
<< Com’è la Sala Comune di
Serpeverde? >> aveva chiesto Albus.
<< Molto verde >> gli
aveva risposto l’altro.
Non era particolarmente loquace, a
meno che non si toccasse il suo interesse nel vivo.
<< E Corvonero? Pensi che
sia meglio di Tassorosso? >> domandò Scorpius, abbozzando un mezzo
sorriso.
<< Può darsi >> Albus
sembrò sul punto di arrossire << Forse mio padre avrebbe voluto che io
finissi a Grifondoro, chi lo sa >>
<< Già, tuo padre… >>
il sorriso di Scorpius si fece più evidente: sembrava ironico, ma il bambino era
talmente rilassato da risultare felice << Ho sentito tante storie su di
lui. Dimmi, com’è la sua cicatrice? >>
<< A saetta. >> Albus
lo guardò esterrefatto << Non lo sapevi? >>
Scorpius, in tutta risposta, si
mise a ridere.
<< Sì sì, lo sapevo. Ma
pensaci bene: una cicatrice che diventa leggenda non può essere solo a saetta
>>
Albus annuì, senza neanche aver
colto il senso della frase, senza neanche aver capito perché Scorpius sembrasse
aver preso così seriamente quelle parole.
Non poteva sapere che il novello
Serpeverde credeva nelle leggende e nell’onore che esse potevano portare a
qualsiasi individuo, a qualsiasi famiglia. Anche alla sua
famiglia.
Una cicatrice per diventare
leggenda. Un segno indelebile nella storia dei maghi.
Lui avrebbe potuto esserlo?
Avrebbe potuto essere una cicatrice indelebile della
storia?
Dal diario di Rose Weasley, 4
luglio
Albus, a quei tempi, non poteva
ancora capire il ferreo proposito che Scorpius si era posto come obbiettivo:
risollevare il nome della propria famiglia, caduto in disgrazia dopo la Seconda
Guerra.
Era un compito arduo, contando che
Lucius Malfoy era additato come un misantropo opportunista e Draco Malfoy come
un uomo senza coraggio. Ma Scorpius era più intelligente di loro: lo era in
tutto. Sapeva che, per riconfermare la gloria dei Malfoy, doveva svincolarsi
dalle tradizioni di odio e di razzismo nei confronti dei cosiddetti Mezzosangue.
Sentendo parlare di mia madre,
esimia studentessa dai genitori Babbani, aveva imparato che vale la pena
mettersi in sfida anche contro chi appartiene ad un rango inferiore. Aveva
capito che ogni umano dotato della magia, anche un figlio di Babbani, poteva
ostacolare la sua scalata verso il successo, e aveva imparato a non
sottovalutare nessuno.
Io ed Albus non lo sapevamo, ma
ben presto, sin da quella stessa mattina, avremmo imparato a svincolare Scorpius
dalla figura intollerante ed arrogante di Draco
Malfoy.
Per Rose Weasley quello era stato
l’ennesimo risveglio traumatico da quando era arrivata ad
Hogwarts.
Sembrava che una delle sue
compagne di stanza, Eva Bakley, non riusciva a svegliarsi al mattino senza che
la sua sveglia intonasse a squarciagola “All you need is love” dei Beatles. E
questo non era il peggio: Rose avrebbe potuto anche accettare una sveglia simile
se puntata all’orario di risveglio più adeguato, ma Eva aveva anche l’orribile
abitudine di svegliarsi all’alba per poter andare a correre in giardino.
“Al diavolo lo sport!”, pensò
Rose, infilandosi nel bagno delle ragazze.
Si guardò allo specchio e
riconobbe delle piccole occhiaie farsi strada sul suo viso paffutello.
Solo allora si accorse di avere
alle spalle Mandy Abbrey, la Serpeverde dal cognome Babbano. La piccola Mandy
aveva un aspetto abbastanza trasandato. I capelli scuri erano tutti arruffati ed
aveva occhiaie che battevano di gran lunga le chiarissime ombre viola di cui si
preoccupava Rose.
<< Ciao >> abbozzò la
Weasley.
L’altra guardò per terra. Sembrava
molto a disagio.
<< Tutto a posto? >>
continuò Rose, avvicinandosi a lei ed appoggiandole una mano sulla spalla
destra.
<< No, non è nulla a posto
>> mugugnò Mandy in risposta.
Aveva una voce
cristallina.
<< Senti, >> esclamò
alzando lo sguardo << Abbiamo le prime due ore in comune, vero?
>>
<< Sì, due ore di Pozioni
tra Serpeverde e Corvonero >>
<< Ecco, esatto. Me lo
faresti un favore? >>
Rose si aspettava che le venisse
chiesto qualche compito, ma ciò che le disse Mandy la
spiazzò.
<< Potresti coprirmi se
salto la lezione? >>
C’era un forte tono di supplica
nella sua voce.
Rose la guardò
attentamente.
<< Perché, stai male?
>>
<< No, bhè… c-cioè, sì
>> Mandy parve dubitare un attimo della propria risposta, poi preferì
correggersi << La verità è che non sto dormendo molto in questi giorni.
Anzi, non dormo per nulla, ed ora sono a pezzi. >>
<< Soffri di insonnia? Mio
cugino Albus soffre di narcolessia: ormai sono abituata ai disturbi del sonno
>>
Mandy provò a sorridere, ma la sua
evidente tristezza le piegò le labbra in uno spiacevole
ghigno.
<< No, a dire il vero… è per
via de-degli altri Serpeverde. Le… le mie compagne non mi vogliono nella loro
camera per via dei… dei… >>
<< Dei tuoi genitori
Babbani? >> concluse Rose.
Mandy annuì freneticamente. Gli
occhi le erano già diventati rossi e gonfi: di là a poco si sarebbe messa a
piangere.
<< L-loro mi lasciano fuori
dalla stanza. Mi fanno dormire… per terra, nel corridoio. N-non è comodo. E poi
quando la gente passa, nessuno sta attento a non calpestarmi.
>>
<< Per l’amor del cielo, è…
è… >>
“Orribile” sarebbe stato dir
poco.
<< Non voglio valutare le
loro scelte, anche perché, se lo facessi, verrei sicuramente punita in qualche
modo >> piagnucolò Mandy << Io voglio solo dormire >>
La prima lacrima scivolò giù,
lungo le guance pallidissime, seguita poi da molte altre.
Rose l’abbracciò: non aveva
sbagliato quando, durante lo Smistamento, aveva fatto intuire ad Albus che Mandy
Abbrey avrebbe avuto dei grossi problemi con i suoi compagni di
Casa.
<< Se ora riesco a saltare
le prime due ore, posso andare in camera e dormire senza che nessuno mi cacci
fuori dal letto >> spiegò Mandy tra i singhiozzi.
Rose le accarezzò i capelli,
cercando di darle affetto, cercando di non farla sentire estranea a quella
scuola di magia dove non era stata accettata da tutti.
<< Forse ho una soluzione
migliore >>
L’idea che aveva Rose era quella
di irrompere nella Sala Comune dei Serpeverde e di avere una chiacchierata
chiara e precisa con Scorpius Malfoy.
Non poteva immaginare che, mentre
si dirigeva a Serpeverde tenendo per mano la minuta Mandy, avrebbe incrociato
Scorpius davanti alla Sala Grande e l’avrebbe trovato in compagnia di
Albus.
I due stavano seduti sui primi
scalini che portavano alla Sala Grande. Albus parlava con enfasi di tutto ciò
che gli passava per la mente, tenendo la cartella a tracolla sulle ginocchia e
sorridendo continuamente. Scorpius, invece, stava zitto ed assaporava con
piacere il suo chupa chupa alla fragola.
<< Ma lo sai che quel… quel
coso alla fragola ti rovinerà tutti i
denti quando avrai vent’anni? >> domandò Rose,
saputella.
Scorpius la fissò in silenzio dal
basso.
<< Che t’importa? >>
l’apostrofò, parlando lentamente e con fare molto ironico << Tanto ci
vedremo a scuola solo fino ai diciassette >>
Sorridendo, mordicchiò quel che
restava dello zuccherino, nel chiaro tentativo di far innervosire Rose.
<< Ok, diciamo che non
m’importa di te. Ma non dare altri chupa chupa ad Albus
>>
I lineamenti di Malfoy si
indurirono.
<< Cosa ti fa pensare che io
ne abbia dato uno pure a lui? >>
<< Perché conosco mio cugino
>> replicò fermamente Rose, allungando il braccio verso Albus ed aprendo
il palmo come per dire: “rovescia tutto qui”.
Albus colse il messaggio alla
lettera e svuotò le tasche di qualche zuccherino.
<< Ok, Chioccia Weasley, ora
dicci cosa ha spinto le tue grazie qui da noi e poi sparisci >> tubò
Scorpius, imbronciato.
<< Lei >> fece sapere
Rose, spingendo davanti a sé Mandy, che automaticamente cercò di
retrocedere.
Il broncio di Scorpius fu
addolcito da un barlume di stupore.
<< Mandy?
>>
<< Sì. E sai qual è il
problema? >>
<< Guarda che non ho dato
chupa chupa pure a lei! >>
Rose si appoggiò la mano sulla
fronte, chiudendo gli occhi ed apparendo come l’incarnazione della tensione.
<< No, il problema è che le
tue coetanee di Serpeverde non la fanno dormire nel suo letto. La cacciano nel
corridoio ogni sera >>
Scorpius tacque per qualche
secondo. Sembrava che stesse studiando Rose per capire se stesse mentendo o se
fosse sincera.
Poi lanciò una veloce occhiata a
Mandy.
<< Ecco su chi sono
inciampato questa mattina… >> mormorò tra sé e sé << Scusa, era buio
e non ti ho visto >>
“Allora non mi sbagliavo”, pensò
tra sé e sé Rose. Sorrise, senza che Scorpius le leggesse nello sguardo la
gratitudine che aveva provato per quelle sincere scuse fatte a Mandy.
Scorpius non era un Serpeverde
qualunque. Aveva del buono in sé più di quanto fosse concesso dai parametri
standart della Serpe modello.
<< Tu potresti esserle
d’aiuto >> disse la Corvonero, serissima.
Scorpius la lasciò parlare senza
interromperla.
<< Se tu stessi un po’ con
lei, forse anche i tuoi compagni capirebbero che il loro comportamento non è
giusto, e la lascerebbero in pace >>
<< Si può sapere cosa ti fa
pensare tutto ciò? >> sussurrò Scorpius, beffardo << Ormai nessun
Serpeverde dà retta ad un Malfoy più che a chiunque altro.
>>
<< Non ti farà male stare un
po’ con Mandy. >> lo stuzzicò Rose, piegandosi verso di lui ed
arrivandogli ad un palmo dal naso << E poi, pensa a quanto ti stresserei
tutti i giorni se tu non accettassi >>
Scorpius studiò l’espressione
convinta di Rose: quella bambina, quando aveva in mente qualcosa, era
inarrestabile. C’era poco da fare se non assecondarla.
Il Serpeverde piegò la nuca di
lato per poter osservare Mandy, nascosta dietro a Rose.
<< Ehi tu. Sai cos’è il
Quidditch? >>
<< No >> rispose
timidamente Mandy dopo qualche attimo di esitazione.
<< Leggi la Gazzetta del
Profeta? >> proseguì Malfoy.
<< Uhm… no
>>
<< Perfetto. Allora non
abbiamo nulla di che parlare. Tu limitati a stare con me e basta >> chiarì
Scorpius, alzandosi in piedi e pulendosi i pantaloni con qualche colpo di
mano.
Si voltò verso
Albus.
<< Ci vediamo dopo, a
lezione >> asserì, voltandosi poi verso a Rose << Te spero che non
ci arrivi in classe, Chioccia Weasley >>
Dal diario di Rose Weasley, 4
luglio
Non saprei dire da quale momento
Scorpius cominciò a considerare Mandy come un’amica. Una vera amica, intendo
dire.
So solo che, giorno dopo giorno,
prese l’abitudine di averla al proprio fianco. Mandy gli camminava sempre
accanto, a testa bassa, seguendolo ovunque andasse.
Pian piano, vidi che Scorpius mise
da parte il proposito di mantenere solo un civile silenzio con la Abbrey e
cominciò a parlarle.
Lentamente, lasciando che il tempo
facesse il suo dovere e saldasse la loro amicizia, Scorpius scoprì di avere
bisogno di Mandy: lei non era una chiacchierona, ma era un’ottima ascoltatrice.
Credo che Scorpius abbia sempre avuto un netto schema delle sue amicizie in
mente: per parlare aveva Albus, ma per essere ascoltato aveva Mandy. Fu così che
lei, col passare del tempo, divenne speciale.
Quando mancava al fianco di
Scorpius, lui si guardava intorno, cercandola. Dopo aver passato una serata in
mia compagnia, andava subito a prendere Mandy dal corridoio di Serpeverde in cui
veniva costantemente spinta dagli altri in assenza di Scorpius.
Questo, ovviamente, non accadde
subito, ma solo negli anni successivi. Però mi piace ricordarlo sin da
ora.
Mi piace pensare a quale rapporto,
a quale amicizia, diedi vita quella mattina, sbattendo più che altro i piedini
per terra e costringendo Scorpius a legarsi a Mandy. Sono fiera di ciò che ho
fatto quella mattina, ma sono ancora più fiera di Scorpius, perché lui ha
accettato la mia richiesta d’aiuto anche se poteva benissimo rifiutarla; perché
io ho costruito le fondamenta della loro amicizia, spingendo Mandy tra le
braccia di Scorpius, ma lui ha innalzato le mura più indistruttibili del
mondo.
Affacciata alla finestra della
Biblioteca, Rose spiava due puntini lontani che le sembravano Scorpius e Mandy.
Uno dei due, probabilmente Scorpius, stava in cima ad un albero, mentre l’altro,
forse Mandy, stava in piedi lì sotto.
La Corvonero provava ad immaginare
la scena: Scorpius che parlava del più o del meno dalla cima del suo albero
oppure che taceva, come d’altronde aveva promesso a Rose quando aveva preso in
custodia la Abbrey, e Mandy che lo fissava dal basso, ammutolita. Che lo fissava
come se fosse stato il suo salvatore.
Rose tornò nuovamente al proprio
tavolo. Leggermente stupita, però, vi vide seduta la ragazzina di Grifondoro che
allo Smistamento aveva tra i capelli il cerchietto luccicante. Era seduta al suo
posto e copiava freneticamente alcuni appunti dal libro.
Quando vide Rose, ritirò
velocemente il proprio foglietto dal tavolo e si alzò.
<< Scusami, mi serviva un
attimo questo libro, ma non lo trovavo tra gli scaffali
>>
<< Di niente, Hope >>
Le venne naturale pronunciare il
suo nome, anche se non le aveva mai parlato prima.
Aveva un bel suono e, soprattutto,
si adattava perfettamente all’immagine di gioia e di leggerezza che la
Grifondoro dava di sé.
<< Tu sei Rose Weasley,
vero? >>
<< Sì
>>
Hope si illuminò di un sorriso
imparagonabile con qualunque altro, ed allungò il braccio verso di lei. Rose, in
silenzio, le strinse la mano velocemente.
<< Ho saputo ciò che hai
fatto per la piccola Mandy. Sei stata una grande! >> commentò Hope,
agitando le mani a mezz’aria e facendo tintinnare la dozzina di braccialetti che
portava ad entrambi i polsi.
<< Come fai a saperlo?
>> chiese Rose, sospettosa: dubitava che il pettegolezzo più eclatante
della scuola fosse il suo intervento nella vita di Mandy
Abbrey.
<< Oh, io so tutto di tutti
>> civettò Hope, riprendendosi la penna e facendo “ciao ciao” con la mano
prima di andarsene.
Da quel giorno, Hope McDouglas
divenne una costante nella vita di Rose. Le appariva sempre alle spalle, anche
quando lei non se l’aspettava. Rose imparò presto che Hope le stava alle spalle,
pronta con una risposta ad ogni suo dubbio.
Cominciò tutto dalla Biblioteca,
per poi allargarsi ai frettolosi saluti scambiati in mezzo al corridoio, alle
mezze chiacchierate fatte in classe ed infine ai lunghi discorsi, in cui Hope
trovava sempre il modo di infilarci le sue adorate principesse delle favole
Babbane. Se Rose parlava ad esempio di una sua azione di cui non era molto
sicura, Hope le ripeteva: “Biancaneve non ha morso la mela avvelenata invano, ma
perché andava fatto ai fini della storia”.
Hope era questo: era la dolcezza
di qualche parola mischiata alle favole per bambini, era il colore di un
cerchietto luccicante, era il tintinnio di una dozzina di braccialetti, era la
stravaganza fattasi a persona.
Spazio
Autrice:
Mya78: Domi! Tesoro, che bello
vederti anche qui. ** Uhm, in Scorpius sembra che ci sia tanto del solito
Draco, ma in verità c’è più del Draco nuovo, quello che è cambiato dopo la
Seconda Guerra. Questo Albus non lo sa, e proprio per questo è affascinato da
lui. Ti abbraccio forte forte!
__April: Cartoffen maledetta?
Ahahah, quanto mi fa ridere quando mi chiami così. :P Sono contenta che ti
piaccia Eva: presto ci sarò più spazio anche per lei (ma non aspettartela come
un tuo clone: è molto più dolce e romantica; anzi, ti anticipo che cerca di essere romantica xD). ^^ Ti
adoro bella!
Bellis: Ma grazie, sei veramente
molto gentile! ** Sono felice che reputi la mia storia scritta bene: è sempre un
piacere sapere che il mio italiano non è andato completamente a quel paese
durante le vacanze. xD
Ringrazio inoltre maryrobin, Clod
~•
e mar! del Sunlitdays. ^^