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Autore: Frank Ottobre    02/08/2014    6 recensioni
Ciao a tutti, sono ritornato dopo un bel po', causa mille motivi, ma ora penso di essere tornato davvero, spero('?)
Comunque, volevo proporre una nuova storia, ricominciare da zero. Spero che vi piaccia e mi piacerebbe se mi aiutaste a migliorarla con i vostri consigli, la storia sarà lunga e non sarà caricata interamente, visto che altre parti le scriverò solo "per me", intanto questa è una prova per vedere se può interessare, detto questo buona lettura a tutti^^
Trama: D.E.A.T.H, cinque lettere, cinque ragazzi, cinque storie, mille motivi per uccidere.
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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                                                                                                        I Frammenti
 
Edward odiava alzarsi la mattina. Odiava ancor di più il fatto di andare a scuola. Odiava il fatto di rimanere tra la gente, un vero e proprio misantropo. Suo fratello, Alan, era esattamente l’opposto. Lui adorava stare con le persone, interagire, parlare. Era davvero socievole, ma non per questo meno misantropo di suo fratello Edward. Andavano d’accordo, cosa abbastanza inconsueta tra fratelli. Si facevano forza l’un l’altro, ma quello che aveva più bisogno di sostegno era senza dubbio Edward.
La mattina era per lui una tragedia. “Doversi alzare per andare in quel posto di merda” ripeteva sempre a suo fratello.
“Dai, un bel sorriso e sei apposto” gli ripeteva Alan con eccessivo ottimismo.
I genitori uscivano per lavoro qualche ora prima che si svegliassero.
“Edward, sei pronto?” come ogni mattina il primo ad alzarsi era Alan e doveva aspettare, come sempre, il fratello ritardatario, ma ad Alan non dava fastidio. Conosceva il fratello e sapeva che non lo faceva apposta, era semplicemente Edward, ed era sempre stato così…di certo non sarebbe cambiato da una mattina all’altra.
“Sì, sì, sto arrivando” rispose Edward con falsa preoccupazione per il ritardo.
Fecero colazione e partirono con lo zaino in spalla. Non abitavano molto distante dalla scuola e nel giro di pochi minuti erano arrivati. Da lì, si divisero.
All’entrata, come ogni mattina, Alan si staccava dal fratello, “abbandonandolo”, e si recava al muretto davanti all’entrata, dove c’erano i suoi amici. Edward, invece, non poteva recarsi da nessuna parte, perché non aveva nessuno con cui parlare. I cinque minuti che precedevano il suono della campanella erano per lui un’agonia insopportabile. Il disagio lo assaliva e l’inadeguatezza lo divorava. Si allontanava il più possibile dall’entrata, quasi cercando di nascondersi, per non farsi vedere. Sapeva che Alan non lo abbandonava, lui capiva. Era il suo gioco, e Alan giocava bene, mentre Edward sapeva benissimo le regole, forse anche meglio di suo fratello. Il suo problema è che non riusciva a giocare. Amava ed odiava il fratello. Odiava il fatto che lui fosse meglio di lui, fisicamente e socialmente. Alan era alto, capelli castani e mossi, occhi verde smeraldo, fisico atletico e in più, come se non bastasse, se la cavava bene con le ragazze. Edward, invece, era poco più basso del fratello, capelli corti e neri, bianco in faccia ed occhi castani. A differenza di suo fratello, lui era più magro e certamente poco pratico con le ragazze. Proprio quello invidiava al fratello, la sicurezza. La sicurezza che aveva in tutto, scuola, attività sociali, tutto…
Edward voleva bene a suo fratello e sapeva che la cosa era reciproca, ma l’invidia che provava verso Alan era davvero forte e l’instabilità emotiva che caratterizzava Edward era pericolosa ed imprevedibile.
Finite le lezioni Edward andava a pranzo in mensa. “Quante persone..” pensava ogni volta che entrava, era intimorito e quasi paralizzato, ma era abituato e proseguì andando a prendersi quel che c’era da mangiare.
Dopo aver preso il vassoio iniziò a guardarsi intorno. La maggior parte dei tavoli erano  occupati, ma comunque avrebbe evitato di mangiare con accanto qualcuno, quindi prese il solito tavolo nell’angolo in fondo a sinistra e si sedette lì. Mentre mangiava, ogni tanto, lanciava uno sguardo al tavolo dove sedeva Alan. Lo vedeva ridere e mangiare in compagnia. “E’ il suo gioco, è il suo gioco, solo un gioco!” ripeteva a se stesso mentre continuava ad osservare. Abbassò di nuovo lo sguardo e continuò a mangiare il panino scandente della mensa.
“Ciao, posso sedermi?”
Una voce. Nuova, mai sentita. Edward alzò lo sguardo. Rimase qualche secondo in silenzio. Un ragazzo era in piedi davanti a lui. Lo studiò per qualche secondo, prima di rivolgergli la parola.
“Sì, fai pure” ammiccò Edward, fingendo un sorriso rilassato e spensierato.
“Mi chiamo Darren, mi sono trasferito qui da poco…”
Edward continuava a studiarlo. Osservò il suo aspetto e il suo atteggiamento.  Darren aveva una folta chioma bionda che teneva ordinatamente pettinata, occhi di ghiaccio, di un azzurro acceso che sembravano surreali, Edward non aveva mai visto degli occhi così;  indossava svariate collane ed era vestito con una semplice felpa con sotto una maglietta anonima e un paio jeans del tutto normali.
“Io sono Edward”
“Sai, ti ho visto da lontano e ho voluto sedermi qui” disse Darren sorridendo
“Perché?” disse Edward incuriosito
“Credo di sapere come sei..” Darren addentò una pagnotta di pane e poi continuò “Sei un solitario e si vede che non ti piace stare qua, e poi… hai qualcos’altro, qualcosa che non avevo mai visto prima in una persona” Darren si avvicinò sgranando gli occhi come per vederlo meglio.
“Cosa?” domandò Edward
“Hai una gran voglia di uccidere” rispose, sottovoce Darren, divertito.
Edward rimase senza parole, stregato da quel sorriso, dai denti bianchissimi di Darren e dal suo sguardo penetrante.
Ci fu’ una pausa, Edward non sapeva cosa rispondere, invece Darren continuò.
“Vedi, non devi sentirti a disagio, abbiamo la stessa passione…”
Edward era sempre di più ammutolito.
“Ciao, come va?” una voce alle spalle di Darren lo interruppe. Si voltò.
“Sono Alan, suo fratello” disse, mentre indicava Edward.
“Piacere, io sono Darren. Sono nuovo, ma credo che andremo d’accordo” sghignazzò di nuovo mentre stringeva la mano ad Alan.
Alan non capiva esattamente quello che stava succedendo, ma di una cosa era certo, Darren non era come tutti gli altri, era diverso e ad Alan questa cosa piacque fin da subito.




Angolo dell'autore:
"I Frammenti" sono i capitoli dove vengono descritte le situazioni iniziali, sono in poche parole l'incipit di tutta la storia, mentre i capitoli che saranno numerati come "Prologo" - "Capitolo 1" ecc, sono i fatti che stanno accadendo adesso e conseguenze di fatti accaduti nei "Frammenti".
  
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