La
troveremo,
te lo prometto
<<
Derek ti prego fermati >> dico
rincorrendolo.
Non
si ferma, non mi ascolta. Prosegue dritto e
niente e nessuno può fermarlo.
Spalanca
la porta d’ingresso facendo risaltare il
ragazzo che per poco non finiva spiaccicato contro il muro. Si fa
strada tra i
ragazzi per cercare la causa di tutta questa sua rabbia: Justin.
<<
Der ti prego >> insisto.
<<
Ehi cugino >> lo saluta William
vedendolo.
<<
Will non posso adesso >> risponde
senza fermarsi.
<<
Ma cosa…? >> mi chiede stupito
William.
<<
Cerca di fermarlo >> rispondo con il
fiatone per la corsa.
William
comincia a stargli dietro cercando di
raggiungerlo e afferrarlo per la maglietta pur di farlo fermare.
C’è
la fa.
<<
Will non immischiarti >> dice
duramente Der.
<<
Derek cosa è successo? >> risponde
Will.
Der
riprende a camminare e William lo segue. Vedo in
fondo Justin, la sua “preda”.
Der
si scaraventa su Justin sbattendolo contro il
muro, stringendo nei suoi pugni il colletto della sua maglietta.
<<
Pensavi di avere campo libero con la mia
ragazza non è così? >> gli dice Der
furente.
<<
Ma che ti prende amico? >> risponde
Justin.
<<
Io non sono tuo amico >> dice Der
duramente prima di sferrargli un pugno.
Interviene
William per dividerli e altri due ragazzi
che vedendo questa scena cercano di aiutare. Che bella
festa….
<<
Stai alla larga da Lila hai capito? >>
urla Der venendo in pratica trascinato via da William.
<<
Ragazzi la festa è finita, scusate per
questo piccolo inconveniente… >> urlo cercando
di farmi ascoltare da
tutti.
Vorrei
sprofondare adesso dalla vergogna. Non vedevo
Der così furioso da quando eravamo in Pennsylvania, quando
si è scaraventato
addosso a Luck. In quel momento aveva ragione, ma adesso no.
Perché è così
geloso di Justin? Gli ho per caso mai dato motivo di esserlo? Non
può Justin
semplicemente aver dimenticato di invitarlo alla festa?
Alice,
Cathy e Cloe fanno uscire tutti da casa,
mentre io vado con Der e Sam con Justin.
<<
Grazie di essere venute ragazze >>
dico salutandole.
<<
Grazie a te di averci invitato >>
risponde Cathy.
Non
torniamo sull’argomento degli inviti.
<<
Ah e grazie anche a te Will di essere
intervenuto >> dico.
<<
Tranquilla, non devi nemmeno ringraziarmi
>> risponde.
Saluto
tutti e restiamo soli finalmente, così avrò
modo di parlare tranquillamente con Der.
<<
Ti sei calmato adesso? >> dico
sedendomi accanto a lui su un gradino in giardino.
È
immerso nei suoi pensieri.
<<
Mi spieghi cosa ti è preso? >> chiedo
dolcemente.
<<
Non lo so nemmeno io >>risponde.
<<
Ti ho visto così arrabbiato solo una volta e
speravo di non doverlo rivedere più >> dico.
<<
Non ci ho visto più dalla rabbia >>
risponde sinceramente.
<<
Sì ma perché? Non capisco il motivo
>>
dico.
<<
Perché non posso perderti >> risponde.
<<
Der tu non mi perderesti nemmeno se lo
volessi >> dico prendendogli la mano.
<<
Io invece ho paura di sì, ho paura che ti
possa piacere qualcun altro e ti scordassi di me >>
risponde.
Cosa
può passare nella testa di un ragazzo quando
vede la sua ragazza scherzare con un altro? È questo quello
che mi chiedo io,
cosa? Der non è mai stato eccessivamente geloso, un
po’ possessivo questo sì,
ma è anche normale dopo tutto quello che ha passato.
Un’infanzia infelice,
senza affetti e persone accanto; quanto deve aver sofferto il mio Der.
È
normale quindi che si sia legato a me, il nostro legame è
duro come la roccia,
è riuscito a resistere a molti ostacoli e riusciremo a
superare anche questo.
<<
Sembri un bambino adesso >> dico
scherzosa.
<<
Perché? >> chiede serio.
<<
Perché quanto puoi essere stupido se pensi
che io mi possa scordare di te? >> rispondo sarcastica.
Mi
stringe tra le sue braccia e mi sento di nuovo
felice. Quanto può mancarti una sensazione che sembra
così naturale? Per
qualche istante ho creduto di non poterla rivivere più. Ho
temuto di perderlo,
di perderlo definitivamente.
<<
Non credi che adesso che ti sei calmato tu
debba almeno una spiegazione a Justin? >> chiedo.
<<
Sì, forse hai ragione >> risponde.
<<
Dai su entriamo a cercarlo >> dico
alzandomi in piedi.
Entriamo
dentro casa che sembra sia stata infestata
dai banditi. Prima con la confusione non sembrava così
“sporca”. Ci sono
bicchieri ovunque, cuscini per terra… il vaso della nonna in
mille pezzi.
Questo mi costerà caro, mamma ci teneva molto.
<<
Justin >> dico vedendolo andar via.
Si
volta verso
di noi e…ha ancora una volta qualcosa di diverso, ma adesso
gli manca qualcosa.
Adesso
ho capito, la guancia rossa. Il pugno di Der
gli aveva lasciato il segno, possibile che sia svanito del tutto?
Der
non dice nulla, gli pesto il piede come per
invitarlo a dire qualcosa.
<<
Mi dispiace per come ho reagito prima
>> dice deciso.
Forse.
So che lo sta facendo solo per me.
<<
Reagito prima? >> risponde Justin.
<<
Per il pugno, non avrei dovuto reagire così
solo che non potevo accettare che tu avessi avuto campo libero con Lila
>> dice Der senza molti giri di parole.
<<
Ti sbagli di grosso, tra me e Lila non c’è
niente, per me è una cara amica ma niente di più,
neanche sapevo che si
ricordasse di me >> dice Justin.
Ecco,
infatti, la pensiamo allo stesso modo.
Boom.
Che
è stato?
<<
Sembrava una finestra che sbatte >>
dice Der.
<<
Viene dal piano superiore >> dico.
Salgo
a controllare e Der viene con me.
Apro
tutte le porte del piano ma tutto sembra apposto
se non per la confusione della festa. Apro la porta della stanza di Sam
e vedo
la finestra aperta. Dov’è Sam?
<<
Dov’è Sam? >> chiede Der.
<<
Me lo stavo chiedendo anch’io >>
rispondo.
<<
Sam, Sam >> comincio ad urlare
girovagando per la casa.
Comincio
a preoccuparmi, Sam non si trova.
<<
Non c’è >> dice Der.
<<
Neanche qui >> dice Justin entrando
dal giardino.
<<
Comincio a preoccuparmi, Sam non è mai
uscita senza dirlo a nessuno e poi è notte fonda cosa le
potrà essere successo?
>> dico preoccupata.
<<
Quando è stata l’ultima volta che l’hai
vista? >> mi chiede Der.
<<
Non so, io poi sono venuta con te >>
rispondo.
Deve
esserle successo qualcosa.
Non
può sparire adesso, non ora che sono sola ed è
sotto la mia responsabilità. È tutta colpa mia,
dovevo impedirle di organizzare
questa maledetta festa.
<<
Tranquilla, non preoccuparti, vedrai che la
troveremo >> mi rassicura Der.
<<
Dividiamoci, io vado verso il centro e tu
verso la periferia >> propone Justin.
<<
Ed io? >> chiedo.
<<
Tu resta a casa, magari dovesse tornare
>> risponde Justin.
<<
No, non posso restare qui, portatemi con voi
>> dico.
<<
Ha ragione Justin, devi restare qui >>
mi dice Der.
<<
Trovatela vi prego >> dico quasi anzi
del tutto disperata.
Escono
di casa e ognuno si attiene al proprio piano.
Resto
sola in casa ad aspettare.
Un’ora.
Due
ore.
Adesso
sono davvero spaventata. Ho bisogno di sapere
qualcosa, qualsiasi cosa.
Toc
toc.
Ecco
la risposta che aspettavo.
<<
Sam >> urlo dalla felicità.
Apro
la porta e… non è Sam.
<<
Ditemi che l’avete trovata >> dico a
Der.
Non
dice niente, ma il suo sguardo dice tutto.
No.
Mi
invita tra le sue braccia e comincio a dare sfogo
alle lacrime, ho bisogno di liberarmi, sfogare tutte le preoccupazioni
che
adesso mi assillano.
<<
Dove sarà finita? >> chiedo piangendo.
<<
Non lo so, ma la troveremo te lo prometto
>> risponde Der dolcemente.
___________________________
Che
fine ha fatto Sam? Sembra sia stata inghiottita
dalla Terra. Non ho sue notizie da due giorni ormai, abbiamo esposto
denuncia
alla polizia, ma ancora niente. In quale guaio si sarà
cacciata questa volta?
Possibile che debba stargli dietro come una bambina di due anni? E
ovviamente
la colpa di tutta questa storia è solo mia. I miei genitori
me l’hanno affidata
ed io sono riuscita a perderla di vista. Se non riusciamo a trovarla
prima del loro
ritorno sono nei guai, in grossissimi guai.
<<
Novità? >> chiede Alice al telefono.
<<
No, ancora niente, non so più dove cercarla
ormai, abbiamo girato per tutta New York nella speranza di trovarla, da
Brooklyn a Manhattan, ma niente, neanche l’ombra di Sam
>> rispondo
dispiaciuta.
<<
Hai avvisato i tuoi? >> chiede.
<<
No, non vorrei farli preoccupare, spero di
trovare Sam prima del loro rientro >> rispondo.
<<
Hai una vaga idea dei posti che frequenta di
solito, dei suoi amici… >> dice Alice.
<<
Siamo a New York da meno di due mesi, non la
conosce ancora bene e oltre alla scuola non so dove andasse di solito
>>
rispondo.
<<
E per quanto riguarda le amicizie? Conosci
qualcuno? >> chiede.
<<
No, mi ha parlato di una nuova amica Julia
mi sembra che si chiami, ma non so altro >> rispondo.
<<
E che tipo è questa Julia? >> chiede.
<<
Non so, l’ho vista una sola volta
dall’interno della sua macchina ma sembrava una tipa un
po’ strana >>
rispondo.
<<
In che senso? >> chiede.
<<
Non so, sai quei tipi alternativi, un po’
metal, non so come spiegarti meglio… >>
rispondo.
<<
Credo di aver capito il genere e hai provato
a chiederle di Sam? >> continua a chiedermi Alice.
<<
No, in realtà non ci avevo pensato, potrei
chiederle se sa qualcosa di Sam >> rispondo.
Uno
spiraglio si è acceso in me.
<<
Tentar non nuoce >> dice.
<<
Grazie Alice sei stata davvero d’aiuto
>> rispondo.
<<
Di niente, tienimi aggiornata >> dice.
<<
Lo farò >> termino riattaccando.
Come
ho potuto non pensare agli amici di Sam? O
perlomeno a questa Julia? Sam non parlava molto di questa ragazza,
l’ho vista sì
e no un paio di volte accompagnare Sam a casa dopo la scuola. Magari
può
aiutarmi a trovare Sam.
Mi
riverso sui social alla ricerca di Julia. Vado tra
gli amici di Sam e… eccola.
Julia
Smart, è lei ne sono sicura. Segno il suo
indirizzo su un post-it prima di chiamare Der per accompagnarmi a casa
di questa
ragazza.
Eccoci.
È un quartiere non molto accogliente, bambini
per la strada, scarpe appese ai fili elettrici delle strade,
un’altra faccia di
New York a me estranea fino a questo momento.
Ci
dirigiamo verso l’indirizzo dove credo abiti questa
Julia. Una casa… che non sembra proprio una casa.
Toc
toc.
<<
Salve >> dico cordialmente appena una
signora con in braccio un bambino piccolo apre la porta.
<<
Chi siete? >> risponde con tono duro.
<<
Io sono Lila e lui è Derek, cercavamo Julia
>> dico un po’ spaventata dalla presenza di
questa donna.
<<
Julia non è in casa >> risponde
freddamente.
<<
Ah e sa quando rientra? >> chiedo.
<<
Non rientra, è tornata al suo paese natale.
Ma cosa volete da lei? >> risponde secca.
<<
Cercavo mia sorella Sam, sono diventate amiche
e… >> dico.
<<
E ha detto che era qui >> m’interrompe
Der.
Mi
volto verso di lui con sguardo indagatorio…
<<
Qui non c’è nessuna Sam >> risponde
la
donna.
<<
Ma era con Julia fino a poco fa >>
dice Der.
<<
Non è possibile perché mia figlia è
partita due
giorni fa >> risponde la donna.
Due
giorni fa? Quando è scomparsa Sam.
<<
E dove è andata? >> chiedo.
<<
Alle Hawaii >> risponde.
Alle
Hawaii?
Salve
a tutti! Eccomi di ritorno con un
nuovo capitolo come promesso! Tornando alla storia… dove
sarà Sam? Ancora è
presto per capirlo ma se avete qualche idea ditemi la vostra, ne sarei
molto
contenta!! A presto J