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Autore: rupertinasora    11/09/2008    5 recensioni
Hermione viene colpita da una magia scaturita da un fiore fatto maldrestamente cadere a causa di un'occhiata lanciatale da Malfoy. Da quel giorno inizia a fare cose strane e contraddittorie e finisce anche per provocare il bellissimo nemico. Scoprirà la nostra eroina cosa c'è che non va in lei? Troverà un rimedio oppure resterà intrappolata in quel sentimento che inizia a provare inavvertitamente per il Serpeverde?
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia droga sei tu

 

L'incidente - Capitolo primo

 

 

Hermione alzò pronta la mano per rispondere alla domanda che la Sprite aveva appena fatto alla folla di Grifondoro e Serpeverde. Nessuno sapeva la risposta e a lei era bastato qualche secondo per elaborarla.

La sua mano scattò insieme a quella di Neville.

I due ragazzi si guardarono. La ragazza non aveva certo intenzione di ritirare il braccio, e a quanto pareva, molto stranamente, neanche Neville aveva tutta questa voglia.

Nel gruppo che si era formato di Serpeverde, Draco Malfoy, colui che capeggiava quel drappello di giovani studenti, ghignò all’indirizzo della mora.

Hermione lo ignorò completamente e attese che la Sprite facesse la sua scelta.

- Paciock, vuoi rispondere tu?- chiese gentilmente, mostrandole un sorriso dolce.

La Grifondoro abbassò la mano, molto adirata.

Era impossibile che avesse scelto qualcun altro.

Ascoltò la risposta di Neville, e fu discretamente soddisfatta quando quella fu esatta. Avrebbe però preferito fosse stata lei a rispondere.

Ripresero a lavorare. Di fronte a lei c’era quello sfaticato buono a nulla del suo acerrimo nemico: Malfoy.

Si sentiva osservata, e quella sensazione la faceva innervosire non poco. Stava curando un bocciolo di una pianta magica dagli effetti collaterali molto pericolosi, e non poteva perder tempo con un imprevisto come quel maledetto Serpeverde.

Eppure, qualcuno la osservava. Forse era proprio lo stesso Malfoy.

I suoi nervi stavano per saltare per quella situazione, e voleva proprio mandargli una fattura.

Qualcuno l’osservava e lei non sapeva chi fosse.

Sentiva il suo petto andare su e giù per il nervosismo. Stava andando in iperventilazione.

“Calma, Herm, calma. Chiunque sia vuole che tu sbagli, e non lo devi assolutamente fare. Così daresti vittoria a lui!” si ripeteva.

Non sapeva come mai, ma era quasi sicura che fosse Malfoy.

E chi altri aveva interesse nel vederla sbagliare?

Di sicuro non poteva essere Ron, quello aveva una cotta per lei, ne era certa; né poteva essere Harry, tanto preso da Ginny che ci mancava pochissimo a che s’inventasse una scusa per andare a spiarla in classe. Solo quel Serpeverde dal bel faccino e l’aria aristocratica poteva essere.

Alzò gli occhi, rosa ormai dalla curiosità e dalla certezza che voleva di sapere che aveva ragione, come al solito.

Un paio di occhi color del ghiaccio si incrociarono con i suoi.

Rabbrividì e perse la presa sul bocciolo. Questo cadde sulla scrivania e iniziò a sprizzare lampi di luce violacei.

- Allontanatevi, presto!- urlò la Sprite, scattando in avanti.

- Protego!- cantilenò Draco.

Sembrava quasi sapesse che sarebbe successo.

Hermione, dal canto suo, era ancora scossa, e non era riuscita a fare nulla, neanche un passo indietro, per allontanarsi dal pericolo.

Un fascio di luce la colpì in pieno petto, mandandola a sbattere contro il muro alle sue spalle.

La botta fu così violenta che sentì le forze abbandonarla e un turbine di colore rosso e nero l’avvolse completamente. Vani furono gli sforzi degli altri di chiamarla, non aveva neanche la forza per rimanere cosciente.

Così decise di abbandonarsi in quel turbine che stava cambiando gradualmente colore.

 

 

Aprì gli occhi e vide tutto bianco.

Fu quasi accecata dalla luce che le aveva colpito gli occhi.

Nel frattempo il suo stomaco si contorceva e si lamentava.

Qualcosa di dorato colpì la sua attenzione.

Voltò la testa e si ritrovò il volto di Draco che la guardava.

Fece un balzo all’indietro e cadde dalla brandina in cui era stata messa.

Con il cuore che le batteva a mille per lo spavento, si fece forza sulle mani e si issò.

Si guardò attorno, con fare circospetto.

Malfoy, lì che la guardava? Impossibile.

Si rassicurò che tutto era normale e che nessun Serpeverde dall’aria enigmatica o talvolta arcigna le facesse compagnia.

Si rimise stesa sulla brandina.

Cos’è, aveva anche le allucinazioni ora? Eppure quel volto sembrava così vero, e tangibile.

- Signorina Granger!- esclamò qualcuno allarmato – E’ caduta per caso?-

Madama Chips le fu accanto in un attimo.

Scosse la testa.

- Va tutto bene, Madama. Io, ehm...- si voltò e vide il comodino – sono andata a sbattere con il gomito al comodino- rispose prontamente.

La Chips diede un sospiro di sollievo.

- Bene, allora va tutto bene-

La donna anziana si voltò e se ne andò.

- Mi scusi, madama Chips- la chiamò Hermione improvvisamente.

Se aveva delle allucinazioni, doveva assolutamente saperlo.

La donna si voltò e le mostrò un grande sorriso.

- Dimmi, gioia-

Hermione si mise seduta e si tirò una ciocca di capelli, tormentandola.

- Beh, ecco…mi chiedevo se, ehm…qualcuno mi avesse fatto, per così dire, visita- chiese titubante.

La Chips annuì.

Ecco, quella era la prova che non delirava.

Sorrise, e i suoi occhi le si illuminarono.

- E, mi può gentilmente dire chi sono stati?-

- Harry Potter e Ronald Weasley- rispose la donna.

La sua felicità ebbe un tremore. E quella testa bionda, e quegli occhi ghiacciati?

- Nessun altro, madama?-

- No nessuno-

Abbassò il volto, sconfitta.

- Grazie..- sussurrò.

La Chips la lasciò presto sola.

Se non era venuto, allora perché l’aveva visto? Forse, non l’aveva visto, l’aveva semplicemente sognato.

Si distese nel letto e tentò di prendere sonno.

Ancora una volta immaginò il viso di Malfoy guardarla. Era così attraente, con quel ghigno malefico in cui erano piegate le labbra sottili e aristocratiche. I capelli biondi tirati all’indietro erano semplicemente in armonia con il viso allungato e snello. Le narici gli si allargavano ogni qual volta che si adirava.

Sentì un brivido percorrerle la schiena.

Il suo viso, la sua espressione di superiorità erano le ultime cose che aveva visto prima di perdere i sensi. A pensarci bene, neanche ricordava come fosse svenuta, ma poco le importava. Malfoy l’aveva vista, e lui era stato l’ultimo che l’aveva guardata, che aveva incrociato il suo sguardo.

Sentiva il cuore batterle sempre più veloce, come quando faceva l’amore con Ron.

Qualcosa non andava, però.

Lei aveva lasciato Ron, perché non provava più quelle sensazioni, quelle emozioni che una volta sentiva; ed ora eccole lì, riapparire come per magia. E per di più lui era il suo acerrimo nemico.

Si coprì il volto arrossato per la vergogna con il lenzuolo bianco, profumato, e così pulito che era ancora duro al tatto.

Se da acerrimo nemico, Draco Malfoy fosse diventato qualcosa in più, di certo non l’avrebbe disdegnato.

Chissà, forse avrebbe finalmente capito perché Pansy ci moriva per lui.

Ripensando al suo volto contratto da una gioia malvagia, sentì il bisogno di essere toccata da quelle mani dalle dita lunghe e affusolate con le unghie curate. E le sarebbe tanto piaciuto essere in quel modo spogliata.

Inarcò la schiena all’indietro e chiuse gli occhi, schiudendo la bocca.

Come un lampo a ciel sereno, spalancò le palpebre e gelò sul posto.

Cosa diavolo andava a pensare? Fare quelle cose con Malfoy?

Prima lo sognava ad occhi aperti, aveva le allucinazioni, e ora voleva che lui la spogliasse?

Tremò di indignazione. Stava diventando pazza.

 

La Grifondoro fu dimessa apparentemente sana, ma lei aveva una strana convinzione che qualcosa in lei non andasse. Non riusciva più a controllare le sue emozioni.

Ogni qual volta che vedeva un ragazzo per i corridoi, lo provocava con ammiccamenti molto fuori luogo. Allungava la mano per prendere un maglione e si ritrovava in mano un top che neanche sapeva come ci fosse finito in quell’armadio.

Quella mattina era uscita con la gonna della divisa di una lunghezza più corta del previsto e una camicetta che le stringeva sulla sua terza di reggiseno. Nonostante tentasse di abbottonarla, i lembi della camicia si allargavano.

Con il suo passo cadenzato stava percorrendo il corridoio per andare in biblioteca.

Proprio mentre camminava, incrociò proprio la persona che non avrebbe mai voluto desiderare di vedere.

Draco Malfoy camminava con le mani in tasca e un sopracciglio alzato.

La guardò scettica quando lei si fermò di fronte a lui, sbarrandogli la strada, con le mani sui fianchi.

Hermione si leccò le labbra e lo guardò con un sorrisetto ammaliante.

Ma cosa stava combinando?

- Ciao, Malfoy- disse con la sua voce squillante e profonda.

Lui fece un cenno con la testa.

- Cos’hai Granger, hai mandato giù una red-bull?-

Hermione si portò una mano alla bocca e sorrise cinguettando.

- No, nessuna bibita che mi mette le ali, aspetto che me le metta tu-

Arrossì di brutto, nonostante il suo abbigliamento e l’atteggiamento volutamente sensuale.

Si sentì troppo scoperta, e così si coprì col mantello.

Lui la schernì.

- Prima ti spogli e poi ti scopri, Granger?- fece lui, divertendosi e abbassando lo sguardo sulla scollatura.

Hermione sembrò tornare in sé.

- Vaffanculo, Malfoy- rispose acidamente.

Lui scrollò le spalle e alzò gli occhi al cielo.

- C’era da aspettarselo- disse tra sé, ma con l’intenzione che l’affermazione le giungesse alle orecchie.

Lei prese un gran respiro e piegò la testa, guardandolo con odio.

- Cosa?-

Lui ghignò. Forse aveva ottenuto l’effetto desiderato.

- Se inizi una cosa, la maggior parte delle volte non la finisci o la finisci male- e ammiccò sicuro di sé.

Lei spalancò la bocca, scandalizzata.

Malfoy rise della sua reazione.

- Non dirmi che non è vero, Granger. L’hai fatto anche adesso-

Sentì la rabbia montarle dentro e gli si avventò contro.

- Non. E’. vero, Malfoy. E questo lo sai!- gli urlò faccia a faccia.

I loro nasi si sfioravano pericolosamente e si scambiavano scintille infuocate dalle occhiate ravvicinate.

Lui la prese per le spalle e la sollevò da terra. Rise.

- Come sei leggera-

- Mettimi giù!- esclamò scalciando.

Un bel calcio ben assestato fece piegare in due il biondo Serpeverde.

Hermione si assicurò i piedi per terra, poi alzò lo sguardo trionfante.

Ancora una volta i loro occhi si incrociarono e le arrivò una ventata di aria gelida dalla direzione del ragazzo.

Arrossì e abbassò lo sguardo, non pensando di essere tanto degna di guardarlo.

- Scusa…- balbettò incerta.

Lui le alzò il viso con l’indice. Sul suo volto era dipinta un’espressione furiosa.

- Per scusarti non basta una semplice parola, topolina-

- C-cosa vuoi?- chiese titubante.

Sapeva che ora glielo chiedeva. Chiedeva a lei quello che lei voleva tanto fare, e non sapeva perché lo volesse tanto.

Lui gettò la testa all’indietro.

- Non sarà così facile Granger- scosse la testa e si allontanò da lei.

Fece un mezzo inchino, con un ghigno dipinto sul suo volto. Si voltò e si allontanò.

Hermione avrebbe tanto voluto seguirlo, ma scosse la testa.

No, non doveva seguirlo. Doveva assolutamente cambiarsi d’abito.

 

***

Eccoci qui, lettori, con una nuova fan fiction. Stavolta volevo scrivere una storiella leggera su Hermione e Draco, ma l'unica cosa che voglio è quella di aver creato un dolce intrattenimento. Grazie per l'attenzione, al prossimo aggiornamento. ^-^

 

 

   
 
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