Sono
tornata prima di quanto avevo previsto….!!!!!!!!!!!!!
Grazie
di cuore dei commenti…e ora vi lascio alla storia!!!!!!!
Baci…Baci…Rain!!!
7. Tutti insieme
verso una nuova avventura.
Ormai era buio sui monti
Paoz, e tutti erano tornati a casa lasciando la famiglia Son da sola.
Il silenzio che albergava
nella casa era spettrale e faceva quasi paura.
Videl era in cucina che
preparava una tisana rilassante per tutti; Gohan era in salotto che faceva
finta di guardare la televisione; Pan si era chiusa in
camera sua da molto tempo ormai, e si era rifiutata di uscire saltando persino
la cena.
Si sentiva tradita, tradita dalla persona nella quale aveva piena fiducia,
quella che sapeva non l’avrebbe mai abbandonata, quella che più di
tutti gli era mancata durante il viaggio intrapreso nello spazio pochi mesi
prima; si chiedeva perché, per quale ragione sua madre le avesse sempre
taciuto quella verità che ora minacciava di ucciderla, di far crollare
la sua determinazione che mai aveva ceduto.
- Ma io cosa sono?!-
Una domanda, un’unica domanda era riuscita a far vacillare la fiducia per sua
madre e ora rischiava di spezzare un legame troppo speciale, quel legame
particolare che solo madre e figlia possono avere.
Eppure Pan
non sapeva che quella stessa domanda, anni or sono, aveva rischiato di uccidere
anche sua madre, quando ancora si è bambini infantili e la prospettiva
delle cose è completamente diversa.
- L’ho proprio delusa.-
pensò Videl mentre affettava il pane e vi
spalmava sopra la crema al cioccolato che tanto piaceva alla figlia, spremette
le arance per poi versarle in un bicchiere e riempì tre tazze con la
tisana bollente. Mise due tazze, la spremuta e il pane su un piccolo vassoio
mentre la terza la poggiò sul tavolino del salotto.
“ Porto questo a Pan.” Lo informò iniziando a salire le scale,
ma lui non parve averla sentita.
TOC TOC
Qualcuno bussò alla
sua porta, e lei sapeva benissimo chi era quel qualcuno.
“ Pan…posso
entrare…?” chiese Videl con le dita ancora appoggiate sulla porta.
Dopo un attimo di silenzio la
voce della figlia le diede il permesso. “
Entra…”
Quando entrò, vide quello che non avrebbe mai voluto
vedere: sua figlia era raggomitolata nel letto con le coperte tirate fin sopra
la testa.
Una fitta al cuore la fece
vacillare per un momento, ma quello non era il momento
di mostrarsi debole, non davanti alla figlia.
“ Ti ho portato
qualcosa da mangiare.” Le disse dolcemente appoggiando il vassoio sul
comodino di fianco al letto. “ Te lo lascio qui.” Aggiunse poi, ma
quando non ottenne risposta decise ch’era meglio
andarsene.
Era gia sulla porta quando la voce di Pan la fece tornare sui suoi passi.
“ Perché?”
chiese piano la ragazzina, così piano che riuscì a sentirla quasi
per caso. “ PERCHÉ?” urlò poi scalciando le coperte,
facendole finire per terra.
Il viso contratto in una
smorfia di rabbia e dolore, le lacrime che sgorgavano dagli occhioni innocenti
di bambina, le mani strette in pugni per trattenersi dal picchiare la madre.
“ Non lo so
perché, Pan.” Disse calma Videl
voltandosi verso la figlia per guardarla negli occhi. “ Non l’ho
chiesto io tutto questo.”
“ MA
PERCHÈ NON ME LO HAI
“ Il semplice fatto che
dirtelo non avrebbe cambiato nulla.”
“ E COME FAI A DIRLO???”
“ Perché
ci sono passata anch’io…proprio quando aveva la tua età. E
non puoi immaginare quanto mi sono odiata per essere diversa
e quanto ho odiato i miei genitori perché lo ero.” Le
raccontò incrociando le braccia al petto e appoggiandosi al muro con la schiena.
Pan rimase
interdetta: anche sua madre aveva
reagito come lei?!
“ Anche tu…da
piccola…?!” sussurrò piano senza
più voce.
“ Oh, si…e non
sai neanche quanto.” Ammise con una punta di acidità
nella voce.
Rimasero in silenzio per
quelle che parvero ora intere, ferme nelle loro posizioni una squadrando
l’altra, e quest’ultima con gli occhi bassi a darsi della scema per
aver pensato che la madre non sarebbe mai stata in grado di capire i suoi
sentimenti.
“ Scusa…”
sussurrò senza guardarla.
Videl scosse la testa.
“ No, sono io che ho sbagliato.” Ammise gravemente. “ Avrei
dovuto dirtelo, avrei dovuto rivelarti anche
questo…solo che…pensavo non fosse necessario, ecco. Non avrebbe
cambiato nulla, alla fine.”
E di nuovo
silenzio, stavolta un po’ più leggero, ma lo stesso carico di
domande.
“ Mamma…”
il richiamo di una figlia che vuole sapere la verità; questa era quello
che la voce di Pan le suggeriva. “ Mi
racconteresti tutta la storia?”
chiese mentre gli occhi s’illuminavano di
curiosità infantile.
La donna ci pensò su
un momento e poi sorrise dolcemente. “ Facciamo un patto.” Propose
allegra. “ Tu mangi e io racconto, che ne dici?”
“ Dico buon
appetito.”
Videl rise sedendosi sul
letto della figlia mentre questa prendeva il vassoio,
lo appoggiava sul letto e prendeva a mangiare voracemente: forse non era stata
una buona idea saltare la cena!!!
“ È iniziato tutto quando nonno Satan era ancora giovane e poco
conosciuto.” Iniziò a raccontare. “ A quel tempo si allenava
in una piccola palestra anche un po’ sgangherata ad essere sincera, e u
proprio lì che incontrò mia madre; pare che lei fosse in viaggio
per l’Universo, che fosse scappata di casa
perché voleva vedere cosa c’era oltre il suo pianeta.
S’incontrarono i quella palestra quasi per caso,
ma fu un colpo di fulmine. In breve s’innamorarono e si sposarono; solo
dopo aver fatto questo mamma gli raccontò chi
era veramente, del suo pianeta e del suo ruolo. Ma a papà questo non
importava: lui l’amava comunque, che fosse
terrestre o meno.” A quelle parole un dolcissimo sorriso le
incorniciò le labbra. “ Ti viene in mente un’altra storia
simile?” chiese alla figlia.
Pan smise di bere in succo d’arancia e ci
pensò su un momento. “ Ma certo.”
Esclamò poi. “ È come la storia di nonno Goku e nonna
Chichi!”
Videl sorrise prima di
riprendere a raccontare. “ Quando mamma capì che papà
l’avrebbe amata sempre e comunque si
sentì meglio e molte delle sue preoccupazioni svanirono. Pochi mesi dopo
nacqui io…e fu proprio da quel momento che mia madre cambiò
radicalmente.”
“ Perché?”
chiese la ragazzina curiosa.
“ Vedi…crescendo
si matura sempre di più, e quando si diventa genitori si comprendono
meglio molte più cose, ci si trova con più responsabilità,
e di colpo, anche quello che ritenevamo sbagliato a causa della nostra testardaggine,
ci sembra giusto.” Tentò di spiegare la
donna. “ Ma questa, Pan, è una cosa che
capirai meglio quando anche tu sarai mamma.”
La ragazzina gonfiò le
guance indispettita.
Odiava
quando qualcuno le dice va
così! Era come dire quella classica frase: capirai quando sarai più grande!
Quella frase che i genitori
ripetono per anni e anni ritenendoti sempre troppo
piccola.
“ Non fare quella
faccia, su.” La incoraggiò la madre ridendo.
Pan sbuffò. “ Va be, andiamo avanti ch’è meglio.”
“ Hai ragione.”
Annuì Videl. “ Quando nacqui io le cose andarono bene per i primi
due anni, e questo fu un tempo appena sufficiente per provare ad essere felici che gia tutto finì. Arrivò
una lettera dal pianeta natale di lei, in cui la s’informava che sua
madre, mia nonna, era prossima alla morte, e che quindi lei avrebbe dovuto prenderne il posto. Mia madre fu a lungo indecisa sul
tornare o meno, ma quando papà le propose di partire tutti assieme lei
si oppose fermamente.”
“ Perché?”
chiese nuovamente Pan.
Videl scosse la testa.
“ Non lo so. Papà non me l’ha mai detto
il motivo, e credo che nemmeno lui lo sappia in realtà; penso che mia
madre avesse buone ragioni per non volere che noi partissimo con lei, ma quali
fossero non l’ha mai detto.”
“ Quindi partì?!” fece la ragazzina pronta ad ascoltare il continuo
di quella storia.
“ Si,
partì.” Annuì la madre. “ Poco dopo il mio secondo
compleanno venne a prenderla una navicella spaziale e la riportò sul suo
pianeta. Da quel momento non l’abbiamo mai più rivista.”
Pan rimase in silenzio dopo che la madre finì, e
si chiese cosa potesse spingere una madre ad abbandonare la proprio figlia e il
marito che tanto amava.
“ Niente
interrogatorio?” chiese Videl con un sorriso.
“ Ho solo due
domande.”
“ Prego.”
“ Come fai a sapere
tante cose su quel popolo se non hai mai potuto parlare con tua madre?”
Videl sorrise ingenuamente.
“ Tutto quello che so di quel popolo e delle loro usanze è
perché mia madre raccontò molte cose a papà, e lui le ha
poi raccontate a me quando sono cresciuta.”
Pan annuì distrattamente. “ Seconda
domanda…” e indugiò un momento. “ Lei…non ti
manca…?”
“ Si, mi manca.”
Ammise con un sorriso. “ Però non voglio incolparla per ciò
che ha fatto, non trovo giusto.”
“ Ma vi ha lasciati!” protestò la ragazzina arrabbiata.
“ Se
lo ha fatto c’era una buona ragione, no?” chiese retoricamente.
“ E poi, in cuor mio, so che l’ha fatto
per proteggermi. Non so da chi o da cosa, ma questa è la sensazione che
ho.”
Pan scosse la testa confusa: proprio no riusciva a capire
come la madre potesse pensare una cosa simile?!
“ Ascolta.” Le
disse mettendole una mano sulla spalla e sorridendo maternamente. “
Anch’io, quando avevo la tua età
l’ho odiata.” Ammise ricordandosi di ciò che aveva provato quando suo padre le aveva raccontato chi fosse sua
madre e perché non era con loro. “ Ma
poi, crescendo, il mio odio si è attenuato, e quando sono diventata
madre ho smesso di farlo. Ho capito che una madre è pronta a tutto per i
suoi figli. Anche a buttarsi nel fuoco se si rende necessario…ma
hai dovuto nascere tu per farmelo capire.”
E, per la prima volta nella
serata, anche Pan sorrise dolcemente.
Non riusciva ancora a
comprendere le parole e i sentimenti della madre, però voleva fidarsi
delle sue parole, e del fatto che avrebbe capito…un giorno. Sarebbe cresciuta
e avrebbe capito a cosa si riferiva Videl, ma per il momento non aveva voglia d’indagare.
E poi aveva pure sonno.
Sbadigliò senza
rendersene conto e la testa le ciondolò sul braccio della madre.
“ Mi sa ch’è ora di andare a dormire, eh?”
“ Mmmm…” fu
tutta la risposta che le arrivò dalla figlia.
Sorrise prima di stenderla e
rimboccarle le coperte, le posò un bacio sulla fronte e poi uscì
dalla stanza portando dietro le tazze e il vassoio. Quando scese in salotto suo marito era ancora davanti alla televisione a fare
zapping.
“ Guarda che rischi di
rompere il telecomando.” Gli fece notare con una
risata cristallina.
“ Videl.” Disse
lui facendo un balzo dalla paura.
Lei rise e gli si
sistemò accanto, poggiando la testa sul suo petto
mentre lui le circondava lei spalle.
“ E…Pan…?” chiese dopo un attimo.
“ Sta bene.” lo rassicurò chiudendo gli occhi. “ Ho dovuto
raccontarle tutta la storia, ma alla fine è crollata.”
“ È una brava
bambina.”
“ Si…proprio una
brava bambina…”
E la notte si chiuse su di loro.
@ + @ + @ + @
Videl si stiracchiò
sbadigliando senza ritegno: era dalle quattro ch’era
in piedi…ed era andata a dormire alle due, quindi…
Mannaggia a sua figlia che li
aveva letteralmente buttati
giù dal letto per allenarsi!!!
Oh bè…almeno
aveva ritrovato il suo buon umore; tra la possibilità di riportare
indietro il suo caro nonnino e i chiarimenti con la madre la sera prima, Pan sembrava un fiore appena sbocciato.
Avevano parlato tanto anche
quella mattina mentre si allenavano, e Videl era sicura che, da quel momento,
non ci sarebbero mai più stati problemi tra di
loro.
Poche ore prima.
“ Senti, mamma.”
L’aveva chiamò Pan mentre lei si
asciugava il sudore dalla fronte.
“ Cosa
c’è?”
“ Ma…anch’io
posso aver ereditato alcuni poteri particolari come i tuoi?”
domandò curiosa ed eccitata come un bambino davanti alla sua prima
caramella.
Videl sorrise allegramente.
“ Può darsi.” Ammise pensierosa. “ Ma abbiamo tutto il
tempo per scoprirlo.” Aggiunse vedendo
l’espressione della figlia.
“ Ma…”
aveva tentato di protestare.
La donna aveva scosso la
testa. “ Niente ma.”
Disse fermamente. “ E poi…sbaglio o avevi
da fare stamattina?”
Il sorriso scomparve dal viso
di Pan che prese ad urlare terrorizzata che era in
ritardo.
E così il loro
allenamento si era concluso.
Tempo presente.
Il telefono squillò
improvvisamente ridestandola dai suoi pensieri. Alzò la cornetta.
“ Pronto?”
“ Ah, Videl.”
Disse una voce dall’altro capo del telefono. “ Finalmente ti
trovo.”
“ Bulma.”
Esclamò la ragazza sorpresa. “ Scusa, ma ero fuori ad allenarmi
insieme a Pan. Dimmi tutto.”
“ Volevo dirti di
venire a casa mia.”
“ Adesso?”
“ No, domani.”
Disse ironicamente l’altra. “ Certo che adesso; vuoi che ti aiuto a
costruire quella benedetta navicella o no?”
Improvvisamente tutto fu
chiaro alla mora. “ Oddio.” Esclamò battendosi una mano
sulla fronte. “ Me n’ero totalmente dimenticata. Scusa.”
“ Andiamo bene.” borbottò Bulma. “ Bè…fa niente. Vieni
qui così iniziamo a lavorarci?”
“ Va bene.” annuì Videl. “ Mi cambiò e sono da te. Ciao.”
“ Ciao.” E chiusero insieme la telefonata.
@ + @ + @ + @
Quando Videl arrivò a
casa Brief, centro della Capsule Corporation, la calma
regnava sovrana.
Cosa alquanto strana!!!
Entrò dalla finestra
come ormai era solita fare, e trovò la casa deserta; decise quindi di
scendere nel laboratorio di Bulma e, come aveva immaginato, la trovò li a lavorare su qualche strano aggeggio.
“
Ehm…ciao.” La salutò la mora con un timido sorriso.
L’altra si tolse gli
occhiali e spense la fiamma ossidrica prima di voltarsi e sorridere. “
Videl:” esclamò allegramente. “
Finalmente! Pensavo che ti fosse persa.”
“ Scusa se ho fatto
tardi, ma ho dovuto lasciare un biglietto con scritto dove andavo a Gohan e Pan perché non si preoccupassero.”
Spiegò velocemente. “ Qui piuttosto…ch’è
successo?”
“ Ti riferisci a tutta
questa calma sovrannaturale?” chiese divertita.
“ Gia…non
sembra nemmeno casa tua.”
“ Che vuoi farci?!” fece l’altra con un’alzata di spalle.
“ Vegeta e Trunks sono chissà dove ad allenarsi, e Bra è
uscita perché doveva andare non so dove. Quindi,
per una volta, questa casa saprà cos’è la
tranquillità. Anche se non so quanto
potrà durare.”
“ Aspetta che tornino e
tornerà il casino.”
“ Puoi starne certa!” e scoppiarono entrambe a ridere.
“ Piuttosto…è da ieri che ci penso, sai.”
“ A cosa?” chiese
Videl stupita.
“ Hai tuoi
poteri.” Rispose Bulma guardandola. “ Perché
c’è li hai, no? Dei poteri…”
Videl sorrise e le fece
l’occhiolino. “ Certo che c’è li ho.”
“ E
quali sarebbero?” chiese l’altra curiosa come una bambina.
“ Vieni qui.” Le disse facendole segno di avvicinarsi.
Le mise una mano sulla fronte
e chiuse gli occhi per concentrarsi; pochi secondi dopo staccò la mano e
sorrise soddisfatta. “ Guardati allo specchio.” Disse a Bulma con
un sorriso.
La donna fece come
l’era stato detto e per poco non svenne.
“
Videl…io…il mio viso…” borbottò incredula.
“ SONO RINGIOVANITA!!!!”
“ Lo so.” disse l’altra sorridendo. “ Non solo il tuo
viso, ma anche il tuo corpo. Ti ho riportato a quando ti ho conosciuta, quindi una ventina d’anni
fa…circa.”
Bulma la guardò
sbalordita e sbatte più volte le palpebre.
“ Questi…sarebbero…i tuoi poteri…”
“ Solo uno.” La corresse Videl. “ Ne ho altri, ma questo è
senz’altro il mio preferito.”
“ Ma…com’è
possibile…?”
“ Ho
ringiovanito le tue cellule, riportandoti allo stato di
trentenne.” Spiegò brevemente. “ Potrei anche bloccare la
tua vita qui, volendolo. In altre parole il tempo per te smetterebbe di
scorrere e tu resteresti per sempre una ragazza di trent’anni.”
“
È…incredibile…” sussurrò basita.
“ Forse.” E fece spallucce. “ Ma ora è meglio che ti
riporti allo stato normale.”
“ E
perché?” piagnucolò la turchina.
“ Vedi…è
meglio se non utilizzo i miei poteri.” Le disse
Videl. “ Soprattutto questi.”
“ Uffa.” Si
lamentò Bulma. “ Ma io non voglio.”
Alla fine, dopo non poche
lamentele e pianti, Videl riuscì a convincere Bulma a tornare normale.
Decisero quindi di mettersi
al lavoro perché, se non si muovevano, Goku non lo riportavano indietro
tanto facilmente…anzi. Sarebbero passati i cent’anni se continuavano a quel ritmo.
Meglio mettersi al
lavoro…
…e
alla svelta!
@ + @ + @ + @
Un mese dopo.
C’era voluto un mese
intero perché i lavori fossero ultimati; non era stato per niente
facile, neanche con il lavoro incrociato di Bulma, Videl e Gohan, creare quella
navicella. La rotta da percorrere era lunga e non avevano idea di cosa
avrebbero trovato lungo la strada, senza contare la navicella doveva andare
veloce se non volevano tornare sulla terra vecchi e decrepiti.
Alla fine c’è
l’avevano fatta, e il giorno della partenza era
arrivato.
“ Uffa!” si
lamentò Bulma. “ Voglio venire anch’io.”
“ Ma…mamma…”
cercò di calmarla Trunks. “ Questi viaggio
può essere pericolo, e poi…Bra con chi rimarrebbe…?”
Non era sicuro di essere
riuscito nell’intento di dissuaderla dall’andare con loro, ma Bulma
parve calmarsi almeno un po’ e abbondò l’espressione da
bambina capricciosa.
“ Oh…e va
bene.” Disse alla fine arrendendosi. “ Ma voi due promettetemi di
fare i bravi.” Disse rivolta a figlio e al
marito.
“ Bene.” esclamò alla fine Videl. “ Se
ci siamo tutti direi di andare.”
Ma due voci la fecero sussultare.
“ Ma
dai.” Disse la prima. “ L’ahi sentita?”
“ Gia.”
Annuì la seconda. “ Vuole tenersi tutto il divertimento per se.”
I presenti, alias Videl,
Bulma, Trunks, Vegeta, Bra, Gohan e Pan si voltarono
incuriositi e rimasero sorpresi da chi si trovarono davanti.
“ Ma…ragazzi…”
borbottò Videl piacevolmente sorpresa.
Eh, si…perché
c’erano proprio tutti i vecchi amici.
“ Cosa
ci fate tutti qui?” chiese Trunks sorpreso.
“ Come cosa ci facciamo tutti qui?” disse
Crili arrabbiato. “ Siamo qui perché non abbiamo nessuna intenzione di lasciarvi il divertimento tutto per
voi. Anche noi vogliamo fare la nostra parte…soprattutto per Goku.”
Videl sorrise grata per la
loro presenza perché senza, n’era sicura, si sarebbe sentita sola,
un po’ persa se non ci fosse stato tutto il vecchio gruppo insieme per
quel viaggio.
“ Ho come
l’impressione che foste gia d’accordo da
prima, ma per stavolta vi perdono.” Disse la ragazza con un sorriso
facendo l’occhiolino ai presenti.
E così, ridendo e
scherzando come al solito, Videl, Gohan, Pan, Trunks,
Vegeta e Crili salirono sulla navicella progettata da Bulma per quel nuovo
viaggio.
E mentre si alzavano alla
volta dell’Universo, Videl non potè non sorridere pensando che quello era solo l’inizio di una nuova,
grande avventura tutti insieme.
Ecco
un altro capitolo fresco fresco subito subito!!!!
Devo
essere sincera: non credevo di riuscire a riprendere il ritmo di un capitolo al giorno….ma a quanto pare
sono più brava del previsto.
X
vivina: non so se essere contento oppure no di averti
messo ansia, ma sono felice che la ff ti piaccia. Un bacione e grazie dei tuoi
commenti.
X
Vegeta4ever: eccoti l’aggiornamento. A proposito…ne hai proprio
tante di domande, eh? Non preoccuparti, cercherò di rispondere a tutte
nel meno tempo possibile. Un bacione e grazie di continuare a seguirmi.
X
Nightwish4ever: a quanto pare hai proprio deciso di
perseguitarmi, eh? (scherzo…scherzo…nn te
la prendere…) ma anche se mi perseguiti mi fa piacere!!!!! (sono proprio strana!!!T-T) e comunque non mi sono mica offesa (so
benissimo che ogni tanto dovrei muovermi a scrivere invece di guardare lo
schermo a vuoto….eh eh eh…).
Un bacione anche a te e grazie per continuare a seguirmi (o perseguitare a seconda dei punti di vista…)
E
ora che ho finito vi saluto e vi do appuntamento al
prossimo capitolo.
Baci…Baci…Rain!!!