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Autore: sakura18    08/08/2014    1 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Subito dopo sentì che la ferita si riscaldava e alla fine smise di sanguinare, rimase solo una cicatrice rosa che sparirà in pochi minuti. Lo guardai incredula. Sanno fare questo? Non lo sapevo, lui mi sorrise e mi arruffò affettuosamente i capelli e andò a sedersi sul letto. lo raggiunsi sedendomi accanto a lui.
   -hai altre ferite?- 
   -no, Grazie, ma che.. che cos’era quella luce? Angel non ci ha detto che avete dei poteri- gli comparve un sorrisetto compiaciuto.
   -ovvio, non lo sa nessuno. Solo tu, ma non dirlo- annuì. Il silenzio calò nella stanza, che imbarazzo. Mi sentivo nervosa per niente. Cosa potevo dire? non mi veniva in mente nessun argomento. Per sbaglio mi scappò uno sbadiglio. Ero davvero stanca della giornata, avevo bisogno di dormire. Lui se ne accorse e fece per alzarsi, ma lo presi per la manica della felpa. Non volevo che se ne andasse, non mi bastavano i pochi minuti trascorsi insieme oggi. Volevo di più.
   -che succede? ti fa male qualcosa?- restò a fissarmi immobile, mentre io tenevo lo sguardo basso. Mi vergognavo dire quelle parole guardandolo in faccia. Ma presi coraggio e incrociai il suo sguardo.
   -non andartene- chinò la testa da un lato, il ciuffo gli ricadde sugli occhi, coprendoli quasi del tutto. Lo pregai con gli occhi, lui annuì e si mise dall’altro lato del letto, mi sdraiai accanto a lui. Ci guardavamo senza dire o fare niente. ad un tratto lui alzò un braccio e lo lasciò in aria. Era un invito per appoggiarmi sul suo petto, giusto? quindi va bene se mi appoggio, no? Accettai quell’invito, lui mi abbracciò con quel braccio. Era così accogliente e rilassante. Iniziò ad accarezzarmi i capelli con dolcezza e delicatezza, aveva un ritmo lento e mi addormentai.
 
   Quando mi svegliai, lui non c’era. Al suo posto trovai un bigliettino e una sua penna. Il biglietto diceva:
 
 
 
Io ti aspetterò sempre, Rosy. Qualunque cosa succeda. Saprò riconquistarti come si deve.
scusa se non ti ho salutata quando me ne sono andato, ma avevi bisogno di riposare e quindi ho preferito lasciarti dormire, così ti ho scritto questo biglietto.
Buongiorno Hime-sama.”
 
Aveva una calligrafia davvero ordinata e che era strano per un ragazzo. Mi strinsi quel biglietto e la sua penna tra le braccia.
   -qui c’è qualcuno che ha avuto una bella serata- sobbalzai. Anche Luna si era svegliata. Mi doveva beccare proprio in questo momento imbarazzante? Mi inginocchiai sul letto, tenendo sempre tra le braccia il biglietto e la penna. Non li avrei lasciati per niente la mondo. erano il mio tesoro, visto che le penne e le piume che ho a casa non potrò più vederle. Hiroki mi aveva fatto veramente un bellissimo regalo, dandomi la sua penna.
   -che cosa sai?- si sedette a gambe incrociate sul letto abbracciando il cuscino. Incredibile! Anche appena sveglia aveva i capelli in ordine! I miei saranno arruffatissimi. Che tristezza. le comparve un sorriso malizioso.
   -l’ho visto che si stava alzando dal letto, ti ha guardata e ti aveva messo addosso la coperta, visto che te la eri tolta. Poi ti ha sorriso in modo davvero tanto dolce e poi ha scritto qualcosa su un foglio e –non so come abbia fatto- ha tirato fuori un ala e si è staccato una penna e l’ha messa sul cuscino insieme al biglietto e poi è andato verso la finestra e prima che uscisse ti aveva guardata un ultima volta. Ecco questo è tutto- wow! Davvero molto dettagliato e preciso. Se non fosse un licantropo e il suo futuro non fosse già scritto –come quello di ognuno di noi- potrebbe fare la scrittrice… bhè, più o meno.
   -grazie per avermi detto tutto. Ora però dobbiamo alzarci e andare a fare colazione. Anche oggi ci aspetta una giornata faticosa- ci alzammo, appena arrivata alla porta mi fermai. Avevo sentito un rumore. Mi girai verso di Luna. Anche lei lo aveva sentito. Corremmo verso la finestra e aguzzammo la vista. C’era un orso in mezzo al bosco lontano chilometri dalla scuola. Stava facendo dei versi strani. Lo.. lo potevamo sentire?! Quindi siamo dei veri licantropi ora? Luna pensò alla mia stessa cosa: annusammo l’aria. C’erano un sacco di odori, ma ne riconobbi uno che spiccava su tutti gli altri: quello di Hiroki. Ora potevo sentirlo meglio, era un profumo veramente buono. Sapeva di sole, caldo, miele e di fresco. Era fantastico.
   Dopo aver scoperto i nostri novi “poteri” andammo in mensa. Ci sedemmo insieme ai nostri nuovi amici e iniziammo a parlare. Scoprimmo che anche loro era successa la stessa cosa. Potevano sentire rumori e odori che prima non sentivano. Siamo diventanti licantropi adulti ora. Mi sentivo orgogliosa di esserlo.
   Quando finimmo, ci dirigemmo in palestra, dove ci aspettava Angel, che non indossava la tuta! Perché non la indossava? E Marco dov’era? Lo cercai da tutte le parti, ma di lui nessuna traccia. Angel aveva uno strano ghigno.
   -buongiorno a tutti ragazzi e congratulazioni! Siete degli adulti ora, e come “premio”..- fece le virgolette alla parola “premio”. -oggi avrete la giornata libera. Potete andare dove volete- mmm.. in che senso: potete andare dove volete? Quando Angel vide che non esultammo ci spiegò meglio. <> ci scacciò fuori dalla palestra. Eravamo ancora tutti perplessi. Davvero potevamo uscire dalla scuola? Quindi potevo vedere le mie amiche… ah, giusto. c’era il divieto di non vederle più. Non era molto giusto, anche se lo facevamo per il loro bene.
   Io e Luna andammo in camera. Decidemmo di uscire nel pomeriggio e approfittare del resto della mattina per dormire. Prima puntai la sveglia, così non ci potevamo dimenticare dell’uscita di oggi pomeriggio. Mi misi sotto le coperte e con la compagnia della penna di Hiroki, mi addormentai ripensando alle sue carezze. Già, mi aveva riconquistata grazie a quel gesto. Non va bene!
 
   Sentì una musica fortissima, come quelle delle discoteche. Mi alzai di soprassalto per spegnerla. Questo super udito è fantastico, ma aveva i suoi lati negativi. Bè, alla fine, sveglie siamo sveglie. Andammo a fare a turno una doccia e ci vestimmo con dei jeans e una maglia a maniche lunghe e infine degli stivali che arrivavano al polpaccio. Fuori c’era ancora la neve. Che bello!
   Uscire da scuola era una cosa veramente stupenda. Eravamo in compagnia di Andrea e sua sorella, Perla. L’aria era così fresca! Tutti e quattro ci dirigemmo in paese, dopo tanto tempo.
 
Il pomeriggio era stato divertentissimo e fortunatamente non incrociammo le mie amiche. Forse avevo parlato troppo presto. Proprio mentre stavamo tornando indietro, vidi quattro figure venirci incontro abbastanza velocemente. Oh, no. Mi voltai e cercai di scappare, ma qualcuno mi corse incontro e mi prese il braccio. Era Mattia. No, ti prego. Lui no, non potevo sopportare di vedere quel volto triste.
   -non provare a scappare Rosy, ci devi delle spiegazioni- 
   -io… non vi devo proprio niente- calma, calma. Dovevo mantenere la calma, non dovevo agitarmi, non dovevo arrabbiarmi e soprattutto… non dovevo piangere. Le mie amiche mi raggiunsero, sembravano piuttosto arrabbiate.
   -dove sei stata? Perché te ne sei andata da scuola?-  chiese Valentina. Distolsi lo sguardo da loro. Mi prese per le spalle e mi scosse. Facendo questo mi costrinse a guardarla e visto che lei era più alta di me, alzai lo sguardo.
   -non sono cose che ti riguardano. Lasciami per favore- lei obbedì. Forse dallo scock di come le avevo risposto. Vidi lo sguardo di Giulia farsi di ghiaccio. Venne verso di me e mi prese per il colletto della maglia. Me la ritrovai a pochi centimetri dal naso. Sentì qualcosa muoversi dentro di me. Si metteva male, se continuava in questo modo mi arrabbierò sul serio.
   -ci devi dire il motivo. Ce lo meritiamo alla fine no? Siamo tue amiche no?- abbassai lo sguardo e i capelli mi ricaddero davanti, coprendomi il viso.
   -no. Non lo siete più- si paralizzò, speriamo che finisca qui al più presto possibile. Voglio tornare. Mollò la presa.
   -Rosy, per favore… non mentirci. Noi vogliamo sapere solo dove ti trovi e il perché hai lasciato la scuola senza motivo. Per favore- non potevo, non potevo rispondere a Mattia. Non ce la facevo, rimasi zitta. Qualcuno mi spinse e andai a finire addosso a Luna. Guardai subito chi era stato. Come si permettono di spingermi? Se Luna si fosse fatta male? fortunatamente non si fece niente.
   Era stata… Giulia? Non riuscì più a trattenermi, ormai sentivo la rabbia salirmi sempre di più. Mi tremarono le braccia.

   -forse non hai sentito? Io non voglio più essere vostra amica!- Luna e Andrea mi preso per le braccia.
   -non vorrai trasformarti proprio qui davanti a loro, vero?- mi sussurrò all’orecchio Luna. Aveva ragione, dovevo andarmene. Al più presto. lanciai un’occhiataccia ai miei amici come avvertimento. 
   -andiamo- quando eravamo a pochi metri lontano da loro mi concessi un ultima occhiata triste alle persone che mi lasciai indietro. Tornammo alla scuola. Appena varcammo in cancello sentimmo un odore strano. Un licantropo si era trasformato per via della rabbia, non ci facemmo troppo caso. Non era una cosa tanto importante, ma appena ci avvicinavamo alla porta sentì un bruttissimo presentimento. Mi voltai e…

 
 
 
Mattia
 
   Non me la raccontava giusta. Quella non è la Rosy che conoscevo. Non è la Rosy di cui mi sono innamorato. Era una persona sconosciuta. Non avrebbe mai risposto in quel modo alle sue amiche. Di sicuro era successo qualcosa che non voleva raccontarci. Dovevo scoprire che cos’era. Quindi decisi di seguirli, stando molto attento a non farmi vedere. Ma dove stavano andando? Nel bosco? sarà difficile non fare rumore lì. Decisi comunque di seguirle.
   Camminai per molto tempo prima di arrivare ad un posto con una recinzione di cemento con un enorme cancello, era aperto ed entrarono. Io le raggiunsi subito dopo. C’erano dei ragazzi e poche ragazze. Ma cos’è? Una scuola? Alla mia sinistra sentì un latrato terribile. E non solo quello. Un lupo enorme, grande quanto me ed era inferocito. Appena mi vide mi corse incontro e mi morse il braccio, continuò a mordermi fin ché una ragazza non me lo tolse di dosso.
 
 
Rosy
 
   Quello che successe dopo fu orribile. Mattia era qui. A scuola. E un lupo della nostra classe gli saltatò addosso e lo morse ripetutamente il braccio. Io gli corsi incontro e glielo tolsi di dosso. Non sapevo che Mattia era cosciente oppure no, ma lo aiutai ad alzarsi e mi seguì fino all’infermeria. Era scoccato, poverino. Lo aiutai a sedersi e gli strappai la manica della maglia. Erano delle brutte ferite e sanguinavano parecchio. Lo aveva morso molo in profondità. Questo vuol dire che… si trasformerà? Alzai lo sguardo su di lui. Ero spaventata, forse anche lui, ma era in stato di scock e non capivo cosa stesse provando. Dolore? Paura? Ribrezzo? Presi una garza da un mobiletto e gli avvolsi il braccio delicatamente, senza fargli troppo male. Lo aiutai a stendersi e gli andai a prendere uno strofinaccio bagnato e glielo misi in fronte, alla fine svenne.
 
   Decisi di rimanere con lui fin ché non si fosse svegliato. Mi sedetti su una sedia e appoggiai la testa sul letto. senza accorgermene, mi addormentai.
   Sentì una mano accarezzarmi i capelli. alzai la testa di scatto, finalmente si era svegliato. Mi sorrise, che sollievo. Era ancora vivo e sembrava che stesse bene.
   -ti senti bene? Ti fa male qualcosa? Mi dispiace- lui mi guardò con quei suoi occhi bicolore. Appena rimise i pezzi a posto, gli vidi il terrore impadronirsi di lui. Mi allontanai piano senza fare movimenti bruschi.
   -Non voglio farti del male. Credimi- mi sedetti sulla sedia, mi strinsi la testa fra le mani. E ora come farò a spiegargli tutto? Diventerà davvero un licantropo? Sentì che si mosse e mi prese le mani e appoggiò la fronte alla mia.
   -non ho paura di te. So che non mi farai del male, però ora per favore, spiegami tutto- sospirai, mi ritrassi un po’ da lui e mi sedetti sul letto. gli raccontai tutto. O quasi. All’inizio non ci credette, ma doveva rassegnarsi. Questo era il mondo reale, non quello di fantasia.
   -non ci posso credere, è tutto vero- prima che potessi dire qualcosa, Angel entrò bruscamente. Mi alzai e le lasciai libero il passaggio. Cominciò a visitarlo.
   La visita durò qualche minuto, poi venne verso di me con un aria triste. quando mi fu vicina, scosse la testa mettendomi una mano sulla spalla. Mattia diventerà un licantropo. Lanciai un ultima occhiata a Mattia e uscì dalla camera. Da un momento all’altro diventerà uno di noi. Meglio lasciarlo con qualcuno che può occuparsi di lui. Sentì un gran rumore dentro quella stanza. E infine un ringhio, ecco fatto. Chiusi gli occhi e una lacrima scivolò via. Corsi in camera, non potevo vederlo. Era colpa mia se ora era diventato come me! Come ho fatto a non accorgermene che ci stava seguendo? Con l’udito e l’olfatto ormai sviluppati avrei dovuto accorgermene. Seppellì la faccia contro il cuscino e mi lasciai andare in un pianto disperato. Sentì bussare, mi asciugai velocemente le lacrime e andai ad aprire. Angel entrò nella stanza.
   -ora sta bene. È sconvolto, ma sta bene.- passarono qualche minuto di silenzio prima che continuasse. -non è colpa tua. Non hai sentito il suo odore e nessun rumore. Giusto?- si voltò a guardarmi. Come faceva a saperlo? Dalla mia reazione capì che aveva ragione. -a volte succede. siete appena diventati degli adulti, capita perdere l’olfatto e l’udito, non si è ancora stabilizzato per bene. Dovranno passare alcuni giorni prima che si stabilizzino. Quindi non fartene una colpa, ok?- annuì. Lei mi si avvicinò e come prima mi mise una mano sulla spalla. -ci prenderemo cura di Mattia. Lo alleneremo fin ché non arriva al vostro livello, dopo di che, potrà stare in classe con te.- annuì di nuovo. uscì dalla stanza. Mi rimisi a letto, sta volta, senza piangere.
   Qualche ora dopo, Luna, entrò e si mise a letto senza dire una parola. Anche lei si sentiva in colpa, come me. La finestra era chiusa. Decisi di aprirla, speravo che si presentasse Hiroki da un momento all’altro. Restai ad aspettarlo per un po’ e alla fine, finalmente, arrivò. Era un sollievo vedere quella figura slanciata e muscolosa. Mi dava un senso di protezione. Ed eccolo qui, davanti a me. Non resistetti, mi fiondai tra le sue braccia. Avevo bisogno del suo calore. Di protezione.
   -hey, che succede?- a questa domanda lo strinsi più forte, lui mise un gemito, ma non mollai la presa. Fortunatamente capì. Mi fece sciogliere l’abbraccio e mi aiutò a salire sulla sua schiena. Mi aggrappai bene e spiccammo in volo. Insieme. Quando sorvolammo il bosco, vidi un lupo biondo. Lorenzo. Cosa farà? Pattuglia la zona? Non riuscì a scoprire altro, volavamo veloci e non riuscì a vedere cose stesse facendo.
   Mi portò in un posto lontano. Non so di preciso dove, ma di sicuro eravamo in montagna. Atterrammo in una montagna coperta di neve. Mi posò dolcemente su una roccia, guardai l’orizzonte. Lo spettacolo era magnifico. C’era un lago coperto di ghiaccio. Era così luccicante, Hiroki era vicino a me, con le braccia lungo i fianchi. La sua mano era proprio qui vicino, volevo prenderlo per mano a tutti i costi. Lottai per non farlo, ma alla fine lo feci. Lui rimase sorpreso, ma alla fine mi sorrise e rimanemmo a guardare il panorama, per poi riportarmi dove eravamo partiti.
   -grazie per avermi fatto vedere quel posto. Mi è piaciuto veramente molto- 
   -di niente. Mi sembravi molto giù e quindi ho pensato di portarti lì. Di solito ci vado quando sono triste, mi risolleva sempre il morale vedere quel panorama. Ora stai bene, vero?- annuì. Sì, ora stavo bene talmente bene di prendere coraggio e baciarlo. Si impietrì, non se lo aspettava, ma quando si riprese, ricambiò il bacio. Mi erano mancate le sue labbra, mi strinse più forte a lui, senza interrompere il bacio, mi stese sul letto con lui sopra di me. Poi, all’improvviso lo interruppe.
   -che succede?- avevamo il fiato corto, come se avessimo corso una maratona.
   -devo andare. Scusa- scese dal letto e si diresse verso la finestra.
   -Ho fatto qualcosa?- mi sedetti a gambe incrociate, cercando di fare un aria da cane bastonato per farlo rimanere qui con me.
   -no, ma se dovessi rimanere, non so se potrei fermarmi>> fermarsi?
    -quindi non rimani?- lui si avvicino a me e mi tolse i capelli dalla fronte e mi baciò.
   -non questa sera. Perdonami, ora devo andare- annuì e lui se ne andò, lasciandomi sola in camera con Luna. 



ci vediamo al prossimo capitolo a fine settembre o inizio a ottobre ciao! ittekimasu! 

 
  
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