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Autore: JaneChase    08/08/2014    1 recensioni
[Piccola premessa: Questa storia è una fanfiction, ma per cause di forza maggiore ho dovuto metterla tra le originali]
Cosa potrebbe succedere in una scuola in cui sono raccolti i figli dei grandi eroi delle saghe?
In un mondo in cui più realtà coesistono, saranno proprio loro, a crearne uno nuovo in cui vivere insieme.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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JANE
~Finita la lezione, la professoressa Prior ci assegna di descrivere le nostre OTP, rappresentando appieno il significato di "Love".
Io e le mie amiche siamo le ultime ad uscire. È stata una mia decisione e loro mi hanno appoggiato. Hanno detto che per me è stata dura. Ricevere tutta quella situazione in un colpo solo. Almeno loro hanno avuto più tempo per adattarsi a delle nuove se stesse (se per più tempo s' intende quattro ore), e che mi avrebbero aiutato in tutti i modi, continuano a ripetere. Appena usciamo, accanto alla porta, troviamo Jake ad attenderci. Probabilmente vuole regolare i conti. Penso ad un modo carino per fargli le mie scuse, mentre mi squadra con sguardo truce. Vedendomi esitare la sua espressione assume un'aria divertita. Chiedergli scusa? Non se ne parla proprio! Qui sono IO la vittima! IO sono l'ultima arrivata, che non sa praticamente nulla sul luogo in cui si trova. Sono IO quella che non sa più chi è! E di certo non gli chiederò scusa perché devo... Infatti non devo!. Dopo che la mia mente ha visualizzato questi pensieri, gli volto le spalle e mi avvio nella direzione opposta. Le mie compagne mi seguono ridacchiando fra loro. Mi giro cercando di capirne il motivo, quando vedo il volto del biondino che risponde alla mia domanda. Ha quella che chiamo "faccia da merluzzo". Tutta incredulità e ignoranza. In un attimo, però, la sua espressione diventa quella di un figlio di Ares inferocito. Fa per seguirci, ma qualcuno lo trattiene per le spalle.È Brad.
Mi decido a voltarmi in avanti, affiancata dalle ragazze.
-L'hai chi-u-so!- esclama Megan euforica.
-La sua faccia...- interviene Holly continuando a ridere.
-Eh, brava la nostra Jane!- termina Abby.
Evito di trattenere un sorriso.
Il primo sorriso sincero da quando sono rinata.
Ecco che non-Bella ci viene incontro, seguita da un ragazzo dai riccioli biondi.
Si fermano davanti a noi.
-Vi stavo appunto cercando- dice la donna osservandomi. Visto da vicino, il ragazzo è carino. Ha due grandi occhi verdi che hanno un non so che di familiare.
-Luke, accompagna le romane nella loro stanza- dice la cacciatrice. -Io mi occupo delle greche.
Poi si avvicina a lui e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Mi pare di cogliere un "sta lontano da lei", ma al posto di soffermarmi tanto su quelle parole, saluto le Zhang.
Luke, Holly e Megan scompaiono dietro un angolo, mentre noi svoltando a sinistra imbocchiamo la strada per l'infermeria.
-Vedo che la pozione ha fatto effetto in fretta- dice la shadowhunter. Abby mi bisbiglia che quella roba che mi ha iniettato, serve ad amplificare le emozioni. Quindi capisco il motivo per il quale ho fatto l'amazzone con Jake, e mi viene voglia di ringraziare la tizia che me lo ha fatto fare. E lo faccio.
-Sì. Grazie- dico. Lei si limita a sorridere sarcastica.
Entriamo nell'infermeria e la donna, dopo aver armeggiato per aprire un mobiletto, apre un barattolo pieno di caramelle gommose e me ne porge una. Inarco un sopracciglio e dico:
-Dovrei fidarmi?
-È una precauzione nel caso ti venisse voglia di spaccare mobili, lanciare coltelli a random o piangere disperatamente fino ad allagare l'Accademia.- risponde la cacciatrice con un velo di sarcasmo.
-Se lo dice lei- dico prendendo la caramella. La faccio scivolare tra le labbra e inizio a masticarla. L'aspro sapore del limone mi esplode in bocca.
-Chiamami pure Livvy- dice la donna intenta a posare il barattolo al suo posto.
-Livvy... come Livia Blackthorn?- chiedo.
Lei mi guarda stupita,  per poi mostrare di nuovo il suo sorriso. Poi dice:-Però... La Clare fa appena riferimento a me, nel quinto libro di The Mortal Instruments. Il mio nome compare all'interno della storia una sola volta, eppure l'hai ricordato come se fossi uno dei protagonisti.-
Si porta le mani agli occhi, e quando le riabbassa contengono due lenti a contatto. I suoi occhi, prima scuri, ora hanno uno strano colore verde-azzurro.
Spalanco gli occhi, mentre la shadowhunter, ridacchiando, aggiunge: -Che memoria eccellente.
Sto per ribattere con un "vedi tu, sono una figlia di Ate..." ma mi fermo. Annuisco e mi aggrappo a Abby, che è ancora con me. Livvy si porta una ciocca dietro un orecchio. Esce dall'infermeria facendoci segno di seguirla, e percorrendo la strada precedente a ritroso, e imboccando la direzione presa da Luke nell'accompagnare Holly e Meggy,  ci conduce ,attraverso una rampa di scale, in un corridoio pieno di porte. Mentre camminiamo
ne guardo qualcuna. Quattro porte in legno d'ebano affiancate. Sulla prima, lo sfavillante stemma dei Grifondoro.  La seconda, decorata con lo stemma dei Tassorosso. La terza, con l'eleganza dello stemma dei Corvonero. La quarta, possedeva la maestosità dello stemma dei Serpeverde, la mia casa. Vorrei avvicinarmi a quella porta, per ammirarla da vicino, ma al momento preferisco seguire Livia per non restare indietro. Noto che anche Abby ha avuto il mio stesso pensiero, da come guarda la prima porta.
Sulla parete sinistra, porte variopinte portano i nomi di vari distretti. Noto quella del distretto di Abigail, il cinque, decorato con scintille elettriche. Poi quella del distretto dodici,  il distretto di Katniss, Peeta e Brad, e anche il mio. È decorata con delle fiamme. Ridacchio pensando alla Kat del mio gruppo WhatsApp,  una dodicenne dalla voce squillante, che tende a sclerare molto. Sulla destra invece una porta nera, decorata con una runa del potere angelico d'argento.
Mi porto una mano sulla spalla, dove (dopo varie suppliche e promesse fatte alla mia madre mortale) mi sono fatta tatuare quella stessa runa. Chissà se c'è ancora penso superando alla svelta quella porta. Finalmente ci fermiamo davanti a una porta. Il corridoio continua ancora un po' mostrando la porta degli abneganti e quelle delle altre fazioni.
-Attraverso questa porta avrete accesso al vostro dormitorio- dice la Blackthorn. Poi continua: -Sulla porta della vostra stanza ci sono scritti i vostri
nomi, non potete sbagliare. All'interno troverete i vostri bagagli e i vostri programmi. Dopo esservi sistemate controllate i programmi per capire in quale classe andare. E non vi azzardate a marinare le lezioni o sono guai!
Detto questo si volta e torna indietro. Rimango per un po' ad osservare la porta. È dipinta completamente d'arancio, e sopra c'è scritto Camp Halfblood, con sotto lo stemma del campo: un pegaso nero. È identica alla mia maglietta. Abigail infila una chiave di bronzo nella serratura, la gira e dopo aver sentito un "click" afferra la maniglia e apre la porta. Entriamo chiudendoci la porta alle spalle. Immediatamente veniamo investite dall'odore dei campi. Mi guardo intorno scorgendo un vasto prato, dei campi di fragole e in lontananza persino un laghetto. Sono estasiata dalla vista e la mia amica non è da meno. Ci scambiamo un sorriso e prendendoci per mano, iniziamo a camminare lungo un sentiero contornato da piccole casette. Alcune sono su due livelli, altre basse e larghe,  ma tutte con riferimenti alle case del campo. Una di esse attira la mia attenzione. Una casetta a pian terreno, che è la copia esatta della casa nove. Intorno alla casa è piantata la trina di luna. Sulla porta in legno bianco è inciso ALICIA & SAMMY VALDEZ. Ne rimango parecchio colpita. Penso a Leo e Calypso e quasi piango. Ma la curiosità vince tutto il resto. Sono curiosa di vedere la mia nuova casa. Inizio a tremare, ansiosa di sapere cosa è stato pensato per me. Poi la vedo. Una
casa su due piani dipinta di azzurro. Sulla facciata laterale sono dipinti un gufo grigio dalle ali spalancate che ha un tridente verde tra gli artigli e, in alto, un'aquila d'oro e una colomba bianca in volo. La porta , blu elettrico (io e Abby abbiamo sempre avuto gli stessi gusti in fatto di colori), è decorata con piccole saette, e con le lettere greche alpha, theta, epsilon bianche. Su una targhetta di bronzo è inciso ABIGAIL GRACE & JANE AUDREY JACKSON. Stavolta sono io a infilare nella serratura una chiave di bronzo, un po' più corta della prima, con la forma di un tridente grassoccio e di una saetta. Apro la porta. Un confortevole tepore mi avvolge. Il messaggio è chiaro: Casa.
Senza esitare un attimo di più, entro seguita dalla mia amica. Passiamo in rassegna tutto il pian terreno. C'è una piccola cucina, con mobili bianchi e un tavolo rotondo in laminato. Le pareti sono dipinte di bronzo, donando un'aria accogliente allo stretto spazio. Il resto del piano è occupato da un bagno e un salotto, con tanto di divanetti blu e grigi, un televisore da sessantacinque pollici, a muro, collegato a consolle  varie, un caminetto e una vetrinetta. Quest'ultima è piena di foto incorniciate. Tra di queste, una in particolare attira la mia attenzione. Ci sono Percy e Annabeth con il pancione. Lui tiene in braccio un bambino di circa due anni, dai capelli biondissimi, gli occhi chiusi e la bocca dischiusa in un grande sorriso. Sembrano così felici penso. Accanto a quella, un'altra
cornice, in cui spicca un'ecografia. Un'etichetta alla base della cornice portava la scritta "Jane - Terzo mese". Caccio indietro le lacrime, mi volto e corro verso le scale che ho visto dall'ingresso. Sto per salire, ma preferisco aspettare Abby. Ecco che arriva,  mi lancia un'occhiata complice e insieme iniziamo a salire. Il primo piano è occupato soltanto da una grande camera. Una parete è occupata unicamente da grandi porte finestre scorrevoli, che danno su un balcone con vista lago. Ci sono due letti appesi al soffitto a mansarda con catene di bronzo e argento. Ognuno accanto alla propria parete. La mia, quella destra, è dipinta da pennellate curve con il colore del mare, che sembra formata da tante onde che si abbattono l'una sull'altra. Quella di Abigail è azzurro cielo,  con qualche macchia bianca opaca, che sembra rappresentare le nuvole. Sotto i letti, ognuna alla sua parete,  ci sono due scrivanie. La mia grigio chiaro,  quella di Abby blu elettrico. Accanto ad esse degli armadi bianchi e dei mobiletti a muro, dove probabilmente vanno le armi. La parete che da sulle scale in noce è in lavagna bianca, e vi è appeso un porta pennarelli. Guardo la mia amica con un sorrisetto tipico dei bimbi che hanno puntato un nuovo gioco. Lei ricambia con sguardo complice e subito ci diamo all'arte.  Lei inizia a disegnare saette e io gufi ridendo come una matta. Appena finito, poso il pennarello grigio e osservo la mia opera. Dopodiché mi volto e rivolgo la mia attenzione a delle
borse abbandonate sul parquet al centro della stanza. Due borsoni neri strapieni, due tracolle, qualche scatola e lo zainetto blu che ho portato a scuola stamattina.
-Quanta roba- dico afferrando il borsone destro. -Puoi dirlo forte- sbuffa la mia compagna, che intanto mi si è avvicinata.
-Allora... iniziamo!- termino io aprendo il mio bagaglio.
Dentro, trovo le mie T-shirt preferite: Quelle con il "keep calm and...", quelle con i personaggi dei miei Anime preferiti. Ci sono anche delle camicie, delle giacche e dei jeans, oltre a un paio di Nike di riserva. In una tasca laterale becco la biancheria intima, e nella seconda qualcosa di assolutamente essenziale: il mio Nintendo 3Ds XL, il mio gufetto azzurro portafortuna, e... un sacchetto di dracme?! Sul fondo trovo anche il carica batterie e la scatola per le schede del videogioco, e qualche biglia di vetro. Inizio a sistemare tutto nell'armadio, mentre gli oggetti dell'ultima tasca in un cassetto della scrivania. La tracolla l'abbandono sul letto con un lancio lungo, dato che al momento non mi serve. Lo zainetto, invece, lo appendo all'armadio. Infine apro la scatola. All'interno vi trovo un biglietto. Lo leggo.
"Signorina Jackson,
siamo davvero onorati di averla qui all'Accademia. Ci siamo permessi di lasciare a lei e alla sua coinquilina, delle vivande, degli indumenti e del denaro in caso di necessità. In questa scatola troverà i libri che le serviranno durante il prossimo anno scolastico, che potrete sistemare nell'
armadietto a muro, insieme alle armi dove troverete anche una copia del regolamento scolastico e il vostro programma...
"
Evito di leggere i saluti, alzo lo sguardo e lo incrocio con quello della mia compagna. Lei tiene in mano un tomo rilegato dalla copertina rigida. Un vero e proprio mattone.
-E si aspettano che io legga tutto questo?!- esclama.
-Pensavo ti piacesse leggere- le dico.
-Sì,  ma non uno stupido regolamento! Odio le regole, e lo sai anche tu!- continua lei.
-Beh, le regole sono fatte per essere infrante, quindi tanto meglio conoscerle- finisco, evitando di far cenno al fatto che Jason e le regole sono una cosa sola. Lei sospira tirando fuori dal mobiletto il suo programma. La imito.
-Scalata della parete di lava. Figo!- esclama euforica.
-Salti mortali.
Mi guarda confusa.
-Roba da Shadowhunters.- dico rispondendo alla sua tacita domanda.
-Oh. Dovrei decidermi a leggerlo- dice lei.
-Deja vù! Comunque adesso puoi farlo- termino aprendo lo zainetto e tirando fuori una copia di "Città di Ossa".
Le porgo il libro, che afferra guardandomi con sguardo accusatorio.
-E tu vedi di leggere Divergent!- mi ordina.
-Agli ordini!-
esclamo. Lei si limita a sorridere e ad infilare il libro in un cassetto della sua scrivania.
-Su andiamo.- dice.
La seguo verso le scale, lasciandomi alle spalle la mi meravigliosa camera.
Prima di uscire, mangio qualcosa recuperata dal mini frigo,  dato che ho saltato il pranzo. Appena finito, raggiungo Abigail fuori, chiudendomi la porta alle spalle. Insieme, iniziamo a percorrere il sentiero verso l'Accademia. Mi volto un'ultima volta verso la mia nuova casa. Gli occhi del gufo grigio sembrano seguirmi da lontano.
 
 
 
Alzi la mano chi vorrebbe vivere in quella strafigata di casa! *alza la mano* In questo capitolo mi sono superata u.u ma ora voglio quella casaaa! DX veniamo alle cose importanti… grazie mille per le recensioni anime pure. Detto questo ora scappo (delle note più inutili di queste non c’esistono) :’D Dettagli gente… dettagli.
Un bacione                                                           Jane
   
 
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