Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    08/08/2014    5 recensioni
(MadaraxTsunade centric / Altre eventuali coppie)
La guerra ninja è terminata, ma ciò che resta in mano ad entrambi gli schieramenti non è nè una vittoria nè una sconfitta: un accordo.
Un accordo che vede Konoha protagonista, un accordo che costringe due componenti dei due clan "originari" a collaborare per il bene del paese, poichè una decisione deve essere presa all'unanimità da entrambi, per impedire che altro sangue venga versato.
Non più un solo Hokage, non più soltanto una figura a governare il territorio, non più soltanto un clan al vertice: ma due.
Madara Uchiha e Tsunade Senju.

"-E’ una minaccia o un consiglio?- Ribatté lui con sottile ironia, e su quel volto spigoloso quanto maturo si accennò un sorrisetto ironico.
-Vedila come ti pare, Uchiha, ma se non mi lasci entro trenta secondi l’unica cosa che rimarrà integra di te sarà un lontano ricordo.-"
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha, Tsunade, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Sesto
.:La principessa e il pinguino:.

Si ritrovavano lì, davanti a quella porta a vetri che pareva l’ingresso all’Inferno, una grande scritta luminosa ed invitante e ben tre piani disponibili soltanto per loro - per gli Hokage.
Trascinati a forza entrambi se ne stavano impalati con borse vuote (pronte per essere riempite) fra le mani, mentre Shizune e qualche altro ninja volenteroso attendevano il loro ingresso all’interno.
“Un Matrimonio da Favola – abiti per lui e per lei”: questo era il loro girone, questa la loro condanna mentre nei loro occhi era dipinto il terrore.
Possibile che i bei tempi delle guerre e dei massacri fossero già finiti?
-Ricordami perché dobbiamo entrare qui, Senju.- Biascicò Madara, il quale sbatteva freneticamente le palpebre nella speranza di risvegliarsi da un brutto sogno.
-Ricordami di ucciderti quando ne usciremo, Uchiha.- Dire che Tsunade fosse irritata era poco – lo era così tanto che aveva persino scordato di portarsi appresso una bottiglietta di sakè, vitale per giornate come quella.
-Non è colpa mia se qualcuno non ha rispettato l’accordo e per questo dovremo vestirci da pinguini.- Borbottò Madara, ancora incapace di muovere anche un solo passo verso quella giornata di puro shopping, nel quale avrebbe dovuto scegliere il suo presunto vestito da “fidanzato ufficiale”.
Gli veniva il voltastomaco soltanto a pensare ad una cosa del genere, figurarsi doversi preparare ad un evento simile.
-Ah, adesso sarebbe colpa mia?- Esordì volgendosi a lui con una occhiataccia.
-Non sono io ad aver aggiunto un cuoricino ad una lettera formale – e sottolineo formale! – al Quarto Raikage, suscitando in lui fin troppi pensieri!- L’accusò bellamente, per poi riflettere sulle parole appena dette e scuotere sconsolatamente il capo, portando una mano alle tempie per massaggiarsele animatamente.
-Dio, un cuoricino! Neanche fossi una ragazzina ormonata di tredici anni!- Continuò a ripensare a quell’imbarazzante equivoco, provocato naturalmente dal suo rivale-collega troppo maschio per poter comprendere a fondo una situazione complicata come quella.
Una situazione doppiamente complicata per lei, soprattutto, sensibile e piuttosto attenta ai sentimenti altrui per permettersi di trattarli con sottigliezza.
Il capoclan Uchiha, naturalmente, non esitò ad approfittarne per l’ennesima battutina.
-Non avevi insinuato che i tuoi ormoni fossero perfettamente attivi nonostante la menopausa?- Disse senza guardarla, ma un sorrisetto ironico comparve sul suo volto marmoreo.
Incredibile come fosse passato dalla disgustante rassegnazione al palpabile divertimento nel giro di qualche attimo. Cominciava a sospettare che forse – e dico forse – quella giornata sarebbe stata meno noiosa del previsto, considerato che avesse una vittima ormai quotidiana da torturare quanto gli pareva.
Anche se definire “vittima” una Hokage furente e dalla forza sovraumana forse è un po’ riduttivo ed azzardato.
-Punto 1, io non sono in menopausa.- Specificò con un tono leggermente irritato, ma che pareva concentrato ben su altro.
-Punto 2, abbiamo un problema ben più grave da risolvere.- Continuò tornando a fissare l’insegna. All’interno alcune commesse già stavano prendendo qualche disposizione da una Shizune emozionata che annotava qualche dettaglio su un taqquino.
Tsunade già rabbrividiva all’idea di dover indossare un abito cerimonioso, lei che aveva sempre detestato ogni sorta di gonna o vestito che fosse.
-Un problema che avremmo potuto benissimo evitare, se Sua Altezza l’Orgogliosa non avesse mandato tutto all’aria.-
-Oh, scusami se mentre cercavo di convincere Mei che non sei l’uomo perfetto che lei immagina, alias cercando di salvarti le chiappe, tu sei saltato su insultandomi!- Ribatté alternata.
-Suvvia, ho semplicemente evidenziato una piccola differenza d’età fra di voi…- Rispose con una finta ingenuità palesata in volto.
-Ed era necessario farlo in quel momento?!-
La diatriba sembrò continuare per qualche altro minuto, mentre l’uno incolpava l’altro senza rendersi conto che, effettivamente, nessuno dei due ci avesse guadagnato poi molto a non trattenersi in determinate circostanze.
Morale della favola, entrambi erano nei guai fino al collo: Madara con un fidanzamento ufficiale alle porte e Tsunade promessa testimone di nozze assieme al caro Raikage.
Un vero e proprio disastro.
-Hokage, è meglio se entrate! O non riuscirete a provare tutti gli abiti!- La voce di Shizune, eccitata come non mai, costrinse entrambi ad interrompersi per sbuffare sonoramente ed avanzare.
Una volta all’interno si lanciarono l’ennesima occhiata omicida di sottecchi, prima di venir trascinati in due ale diverse di quell’immenso negozio di super lusso, addobbato come fosse Natale e ricco della più sfavillante mercanzia.
Loro, che avevano passato la vita a lottare e a combattere, si ritrovavano chiusi in un negozio di alta moda con l’unico obiettivo di fungere da manichini ad abiti ridicoli che non avrebbero più indossato per il resto della loro vita.
Una meravigliosa prospettiva giornaliera, senza dubbio.

Tsunade era accerchiata da Shizune e Kurenai ai lati, mentre Anko si limitava a controllare che la prosperosa Hokage non tentasse la fuga in un qualsiasi momento.
-Oh sono così emozionata per lei, Tsunade-sama! Essere la testimone di nozze assieme al Raikage…- Esclamò la sua giovane assistente con gli occhi quasi lucidi per la commozione, mentre faceva loro segno di fermarsi e spulciava abiti su abiti.
-Potrebbe essere una buona occasione per, come dire… insomma… col Raikage… è un bell’uomo… ed è single…- Cercava di lasciar intendere Kurenai senza esplicare apertamente il suo pensiero.
Una pericolosa vena di nervosismo comparve sulla tempia della bionda: possibile che anche loro stessero complottando con l’Uchiha?
Lo Sharingan, dopotutto, aveva parecchie potenzialità.
-Sentite, non sono io che devo fidanzarmi e- Ma venne interrotta da un paio di vestiti che Shizune le lanciò prontamente addosso, evitando così di farle finire la frase – e di insultarle tutte quante ed andare in escandescenza, ovviamente.
Anko, nel mentre, diede una gomitatina tattica all’Hokage.
-Io ci farei un pensierino, signorina Tsunade… Il Quarto Raikage sembra parecchio, come dire, prestante.-
Azzardò facendole l’occhiolino, con conseguente espressione sconcertata di Tsunade che continuava a venire sommersa da vestiti che avrebbe dovuto provare di lì a poco.
-Oh, in effetti…- Commentò poi Kurenai, arrossendo lievemente mentre Shizune continuava a lanciare vestiti su vestiti, esaltatissima per uno shopping che non faceva da… da quando aveva cominciato ad affiancare Tsunade, ora che ci pensava, dunque aveva un bel po’ di anni arretrati!
-Ma non esiste proprio! Ne ho a sufficienza di quell’insopportabile Uchiha!- Esordì tutto d’un tratto, cedendo quella pila di vestiti alla povera Yuhi che, non possedendo la sua stessa forza fisica, venne letteralmente schiacciata da stoffe e pizzi.
-E’ psicopatico, egoista…-
-Veramente ha accettato di risparmiare le Cinque Terre, firmando quel patto…- Le fece notare Anko. Tsunade fece spallucce.
-Dettagli. E’ un megalomane egocentrico!- Continuò. La testa di Shizune comparve da dietro una scaffalatura.
-Divide la carica di Hokage con lei, Lady Tsunade, non è così propriamente egocentrico.-
-Sono io a dividere la scrivania con lui! Sono io la vittima!- Ribatté gesticolando, sconcertata.
-E poi è molto intelligente. Voglio dire, in poche ore ha liberato la scrivania da tutte le burocrazie e-
-Cos’è che ha fatto?- Domandò ancora Tsunade, più sconvolta di prima. Decisamente non aveva mai visto Madara sotto questi punti di vista – ma preferiva di gran lunga il proprio, che lo vedeva come il viziatello troppo ironico per i suoi gusti.
Shizune, pazientemente, tornò verso di loro con una pila di scarpe in mano.
-Siccome lei era all’Ospedale per le visite, il signor Uchiha si è prodigato a smaltire tutte le burocrazie… ed è stato anche molto veloce.- Spiegò tranquillamente, lasciando Tsunade con un’espressione sinceramente perplessa.
-Mi stai dicendo che sa anche rendersi utile?- Domandò ironicamente, incrociando le braccia sotto il seno prosperoso.
-Lei è prevenuta, Hokage! Madara è molto disponibile e-
-Prevenuta? Io che ci convivo tutti i giorni?!- Inveì, decisamente fuori di sé, gironzolando per la stanza.
-E poi, disponibile quando? Ad insultare a gratis?- Continuò, mentre le altre tre si lanciavano sguardi sconsolati.
-Secondo me non stiamo parlando della stessa persona, qua.- Concluse frettolosa e spazientita, sin quando non venne costretta ad entrare nel camerino per cominciare la prova d’abito.
Madara doveva aver creato una copia con l’Arte del legno, per convincere le sue più fidate kunoichi che fosse un brav’omo e non l’assassino megalomane che conosceva lei…
Sì, decisamente era l’unica spiegazione logica che le venisse in mente.

Nel frattempo, all’ultimo piano Obito se ne stava mezzo stravaccato su un divanetto, giocherellando con un kunai proprio davanti ad un ampio camerino.
Quasi quasi si divertiva, a vedere quella specie di sfilata che ormai si svolgeva da un’oretta abbondane, contrariamente al più giovane Uchiha che sbuffava di tanto in tanto.
-Ma questa che roba è? Una camicia di forza forse?!- Ad interrompere quella quiete erano, appunto, gli improperi e le lamentele di un Madara Uchiha che, puntualmente, sbagliava ad abbottonarsi la camicia o non riusciva a sistemarsi il colletto di una giacca.
-Avete inventato queste nuove armi per far fuori me, eh? Ammettetelo, traditori! Tutti dalla parte di quei Senjuchecca state!- Continuava a gridare dall’interno del camerino, mentre fuori i due Uchiha si scambiavano uno sguardo sconsolato.
-Ah ma io non ve la do vinta eh! Nossignore, non mi vestirò da frocetto in questo modo ridic-
-Madara, scusa se ti interrompo, ma fra un’ora dobbiamo aver già scelto tutto. E sei ancora alla camicia.- Gli ricordò freddamente Sasuke, scocciato all’ennesima potenza.
Pochi attimi di silenzio ed il fantomatico Madara Uchiha si degnò di uscire dal suddetto camerino, sfoggiando una camicia azzurrina malamente abbottonata, col colletto per metà ordinato e l’altra metà inguardabile, e naturalmente senza ancora i pantaloni.
Per non parlare dei capelli, poi: contrario all’idea di legarseli, si ritrovava piuttosto arruffato per la battaglia appena svolta con la suddetta camicia – una delle peggiori che avesse combattuto, in effetti.
Sasuke inarcò un sopracciglio, Obito si portò frettolosamente una mano alle labbra per evitare di ridere sguaiatamente – cosa che, ovviamente, non gli riuscì.
-Che ridi?!- Sbottò Madara. Siccome Obito non si riprendeva, a Sasuke toccò sforzarsi di intervenire ancora una volta.
-Non si indossa in quel modo. Ecco perché ride.- Spiegò apatico come sempre, tanto che l’altro si infuriò letteralmente sin quando una gentile – ed intimidita – commessa non gli si avvicinò per dargli una sistemata.
-Ai miei tempi si indossavano uniformi, Santo Cielo, uniformi di guerra! Non questa robetta!-
Cercò di giustificarsi. Obito ancora non era tornato tra loro.
-Stai andando ad un fidanzamento ufficiale, non alla quinta guerra ninja.- Gli fece notare di nuovo il giovane Uchiha.
Madara ci rifletté, poi di nuovo esordì con uno sbuffo e si passò una mano fra i capelli.
-Chi me l’ha fatto fare…- Sbottò. –Anzi no, lo so chi è stato!- Esordì subito dopo, alzando un dito con fare rabbioso.
-Tutta colpa di quella Senju e della sua incapacità di vincere anche solo una mezza scommessa! Non poteva mica capitarmi una pseudo-collega normale, no, mi capita la sfigata ubriacona di turno!-
-Ti ricordo che a bere e ad ubriacarti c’eri anche tu, con lei, Madara.- Gli fece presente Obito, anche se ancora si dava piccoli col pettini al petto.
L’Uchiha inarcò un sopracciglio con fare irritato: davvero quella tettona era riuscita a farlo sgarrare in quel modo dal suo ferreo autocontrollo?
-Dettagli. Resta una nullafacente, come tutti i Senju!- Continuò imperterrito, convinto di avere tutte le ragioni dalla propria parte.
-Veramente per anni ha mandato avanti brillantemente il Villaggio e al contempo ha gestito il miglior Ospedale delle Cinque Terre. Da sola.-
Altre parole che non gli piacquero per nulla, ma non poté ribattere dinnanzi all’evidenza.
Si lasciò sfuggire un mezzo grido di rabbia e si levò la camicia in tutta fretta, nervoso come non mai.
-In ogni caso è tutta colpa sua!- Inveì ancora, prendendo una giacca ed un paio di pantaloni completamente a caso ed indossandoli in tutta fretta.
-Ed è giusto che lei trovi una soluzione a questo casino!- ed era convintissimo, tanto che gli altri due non osarono ribattere.

Tempo qualche minuto e Madara si era già diretto al piano superiore, superando le proteste di Anko sul fatto che non potesse introdursi così nei camerini altrui ed arrivando proprio davanti ad un piccolo salottino dove Shizune e Kurenai aiutavano la prosperosa Hokage ad indossare un abito.
Si fermò di colpo, rimase con gli occhi letteralmente incollati su quella figura per qualche minuto, come incantato: un abito rosso le fasciava il corpo dalle curve ben in vista ma non troppo sgarbate, i capelli erano elegantemente raccolti sulla nuca e le scarpe con un tacco vertiginoso le davano un tocco di raffinatezza fuori dal comune.
Sì, era decisamente bella, doveva ammetterlo.
-Che diavolo ci fai qui, Uchiha?!- La voce acida di Tsunade lo riportò alla realtà: tempo di incontrare il suo sguardo e tornare ad una espressione ironica, provocatrice, tipica di chi ha ripreso a divertirsi delle disgrazie altrui.
-Sei incantevole, Senju. Una incantevole bomboniera.-
E nemmeno quel povero negozio riuscì a rimanere intatto.
L’ennesimo.



-.-.-.-.-.-.-
Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly