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Autore: Fanie33    12/08/2014    5 recensioni
Dal primo capitolo: "C'erano giorni, Kili lo sapeva, in cui certe idee nascevano così radicate nella sua mente che niente le riusciva a scacciare, tanto che perfino i suoi sogni ne portavano segni evidenti, e quello era uno di quei giorni."
Perchè, in fondo, cosa si può fare, quando un'inafferrabile consapevolezza si fa strada nella nostra mente? Anche se è sbagliato, mortamente sbagliato e folle, lei resta li, cattiva e inconfutabile. E allora, non resta che affrontarla.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Silenzio. Al mattino c'era sempre silenzio. Ma quel giorno era un silenzio un po' strano, ma lui non se ne preoccupò. Si mise a sedere sul letto controvoglia, già rassegnato alla giornata che lo aspettava, e si passò una mano sul viso, come a voler scacciare gli ultimi spettri del sonno.
Non sarebbe uscito di casa quel giorno, lo aveva deciso ancora la sera prima, quando aveva visto i nipoti tornare dal fiume. Erano strani, se ne era accorto alla prima occhiata, e non era nemmeno certo che Kili fosse completamente passato quel... qualunque cosa avesse.
Così, semplicemente, si era detto che se anche avesse passato un po' di tempo con loro non sarebbero di certo morti, solo che si era “dimenticato” di avvertirli. No, in realtà voleva vedere le loro facce appena li avesse resi partecipi del suo piano per la giornata, che comprendeva una lunga serie di lavoretti domestici che i suoi nipoti rifuggivano come la peste, e che lui li avrebbe “aiutati” a svolgere. Si, aiutati, come no.
Tutto questo in realtà era solo per rendersi definitivamente conto di cosa stesse accadendo tra i due fratelli, che sembravano quasi evitarsi da un po' di tempo a quella parte. Doveva pur aiutarli, no? Magari prima o poi Kili avrebbe smesso di fare i capricci e Fili di difenderlo come se avesse chissà quale motivo per comportarsi come un bambino, ed entrambi si sarebbero riappacificati, ma la Montagna Solitaria sarebbe crollata prima che Thorin Scudodiquercia permettesse ai suoi nipoti di continuare a bisticciare impunemente! Erano adulti ormai, era ora che iniziassero a comportarsi come dei Durin!

Si alzò dal letto e aprì di scatto le tende, lasciando che la luce filtrasse nella stanza. Era l'alba, e il nano si rese conto di aver dormito troppo. Si avviò a grandi passi verso la porta e la spalancò, rendendosi conto solo dopo averlo fatto che magari Kili e Fili stavano ancora dormendo. Sorrise, e quasi in punta di piedi si avvicinò alla loro stanza, ma prima che potesse appoggiare una mano sulla maniglia, sentì delle voci sommesse all'interno, e decise di non entrare. Ovviamente non avrebbe mai e poi mai origliato una conversazione, e quindi si affrettò a tornare sui suoi passi. Ma a metà strada si ricredette, pensando che magari avrebbe potuto scoprire qualcosa a proposito di quello che era successo tra di loro, e stava quasi per tornare indietro, quando vide la porta socchiudersi.
Non seppe dire cosa o chi lo spinse a fare quello che fece, e neppure seppe dire se fu una scelta buona o pessima, ma semplicemente scattò oltre la porta della sua stanza, socchiudendosela davanti agli occhi. Da dietro al legno, sbirciò i due fratelli uscire dalla loro camera. Sorridevano.
Thorin rimase sorpreso. Da quanto tempo era che non li vedeva sorridere?
Di nuovo, fece per aprire la porta e salutarli, ma qualcosa lo trattenne. Era come se sentisse di non doversi far vedere, come se fosse giusto così.
E così rimase li dietro. Forse il suo più grande errore.
Quello che vide fu Fili, che appena varcata la soglia, si appoggiava al muro del corridoio, con un gran sorriso stampato sulle labbra. Kili, appena dietro di lui, gli si avvicinò fino ad appoggiarsi a lui. E le loro labbra si sfiorarono.
Thorin quasi cadde a terra per lo spavento, e non riuscì a fare a meno di trasalire, ma i due ragazzi non se ne accorsero nemmeno, troppo concentrati ad approfondire il bacio.
Kili stava sfiorando la guancia del fratello con le dita, mentre Fili gli accarezzava lentamente la schiena nuda.
“Ma cosa...” non fece nemmeno in tempo a pensare Thorin, che subito i due nani si staccarono e imboccarono le scale.

***

No. No, no e no. No. Assolutamente no.
Non era possibile.
No, no e no.
Thorin camminava avanti e indietro nella sua stanza, senza riuscire a togliersi dalla mente l'immagine appena vista.
Stava impazzendo. Si, doveva essere così. O quello, oppure il tabacco da pipa della sera prima doveva aver avuto qualcosa di strano.
Poco ma sicuro, i suoi nipoti non si erano baciati in quel corridoio. Punto.

***

Si affacciò in assoluto silenzio alle scale. Nessuno.
Uno alla volta, percorse tutti i gradini, cercando di non fare nessun rumore. Quando appoggiò il piede al pavimento dell'ingresso, il legno cigolò, e lui strinse i denti, irrigidendosi.
Nulla.
Maledicendo quella volta che gli era venuto in mente di rimanere a casa quel giorno, si accostò alla porta della cucina, aperta. Sbirciò.
Kili e Fili erano seduti a tavola, e il maggiore stava masticando una mela.
Ogni fibra del suo corpo gli stava urlando di entrare in quella stanza, magari facendo finta di niente, ma almeno di entrare. Rimase nascosto dietro al muro.
I due fratelli chiacchieravano, ma erano troppo distanti perché Thorin potesse sentire la conversazione. Riusciva a cogliere solo qualche frase. E, per una volta, pensò che origliare fosse la cosa migliore da fare.
«Può anche darsi che lui non torni mai alla Montagna, che Erebor rimanga la dov'è, senza un re, senza un popolo. E io non sarei altro che il discendente di una dinastia che ha perso la sua terra e il suo potere. Sarei libero» stava dicendo Fili.
Kili rispose, ma con tono troppo basso. Thorin non riuscì a distinguere nemmeno una parola. Si avvicinò ancora di più.
Riconobbe la voce del più giovane «Lui non si arrenderà. E poi, so bene che tu desideri quella corona quanto lui. È tua, è giusto che tu la voglia, ma non parlare di libertà quando in realtà l'unica cosa che vuoi è rimanere prigioniero di un trono. Sarai re, e io sarò al tuo fianco. Non dovrai mai rinunciare a nulla, specialmente a qualcosa che desideri così tanto»
«Voglio quella corona, voglio il regno, voglio sedere sul trono ed essere chiamato re. L'ho sempre voluto, sono cresciuto con questo desiderio, ma io non sono Thorin. Lui farebbe qualunque cosa per arrivare a toccare ancora una volta l'Archengemma, io no. Hai ragione, io non voglio la libertà, ma voglio la possibilità di scegliere. E non sempre un re ne ha diritto.» La replica di Fili lo confuse ancora di più.
“Archengemma? Erebor? Ma di cosa accidenti stanno parlando? Non vorranno mica...” Thorin inorridì. Volevano scappare? Volevano andarsene via per sempre?
«Quindi adesso cosa facciamo?» Kili.
«Lasciamo le cose così come sono. Siamo fratelli di notte e amanti di giorno, quando Thorin non può vederci»
“Amanti? Ma che cosa diavolo sta succedendo in questa casa?”
«E basta?»
«Basta»
«E se qualcuno lo dovesse scoprire?»
«Kili, prima o poi qualcuno lo scoprirà. Oggi, domani, fra un anno. Qualcuno lo scoprirà, e noi lo affronteremo. Insieme.»
«Fili, Thorin non lo accetterà»
“Si, beh, ma a Thorin piacerebbe sapere che cosa state farfugliando prima di non accettarlo” pensò indignato il nano.
«Non mi importa»
«Smettila. Ho capito che mi ami, non devi dimostrarmelo ancora. Pensa, riusciresti a sopportare Thorin e il suo disprezzo? Riusciresti a rinunciare a lui e a Erebor e a quello che ti spetta di diritto per me?»
“Hai capito che ti ama? Ma stiamo scherzando? Kili e Fili... Loro sono... Rinunciare a Erebor?” e poi, un pensiero ancora peggiore “disprezzo? Thorin e il suo disprezzo? Disprezzo per chi? Per i miei nipoti?” Thorin rimase folgorato quando si rese conto di cosa intendesse Kili “pensano davvero che io li potrei mai disprezzare?”
«Si, ci riuscirei»
“Ma qua dentro sono tutti impazziti!”
Silenzio.
«Fili?»
«Si?»
«Oggi possiamo solo amarci e non pensare a Thorin?»
«Certo fratellino»
«Bene»
“Per Durin... Cosa sta succedendo?” si chiese il nano, un attimo prima di imboccare di nuovo le scale e andare a rinchiudersi nella sua camera, sempre nel silenzio più assoluto.

***

Non se lo era sognato. Era vero, lo aveva visto davvero.
I suoi nipoti, i suoi due ragazzi, si erano baciati.
Va bene, va bene. Quanto poteva essere terribile?
Ma scherziamo? Sono fratelli! Certo che è terribile! È la cosa più terribile in assoluto!
Beh, non la più terribile in assoluto.
Magari no, ma ci si avvicina abbastanza.
Baciati? Non è possibile, loro sono... FRATELLI per Durin!
Si beh, ma lui li aveva visti con i suoi occhi.
E in quel modo si spiegavano anche tante altre cose, Kili che si comporta in modo strano e Fili che lo difende, la gita al fiume... Thorin quasi prese un colpo. Il fiume! Erano rimasti fuori due giorni da soli!
No, era meglio non immaginare cosa potesse essere successo.
Solo a pensarci gli salivano dei brividi lungo la schiena.
No, no, no. Doveva esserne sicuro. Anzi, doveva prima decidere cosa fare.
Non dire niente? Beh, quello di certo, ovviamente non si sarebbe messo a parlarne tranquillamente con i nipoti.
Ma poi? Doveva allontanarli? Doveva dividerli? Oppure lasciarli fare?
Ma scherziamo? Lasciarli fare? In quale mondo un re avrebbe mai permesso l'incesto, per di più nella sua stessa famiglia?
Ma sarebbe riuscito a dividerli? Ovviamente, se necessario lo avrebbe fatto.
E poi, da quanto andava avanti? Mesi, magari anni?
Ma come era potuta accadere una cosa del genere? Com'era riuscito ad essere così cieco?
Stupido, stupido, stupido, stupido nano!
Doveva occuparsene, non lasciare che si innamorassero!
Ma che cosa aveva fatto di male?

***

Thorin trascorse tutta la giornata dietro alla porta della sua camera, immerso completamente in quei pensieri, in assoluto silenzio. Ogni tanto tendeva l'orecchio, per sentire cosa i due fratelli stessero facendo, ma raramente riusciva a distinguere rumori particolari.
Non si accorse nemmeno del tempo che passava, almeno non finché non sentì i due ragazzi risalire lentamente le scale.
Gli si gelò il sangue. E se lo avessero visto?
Li avrebbe affrontati, ovviamente. Avrebbe detto loro cosa aveva visto.
Si, ma dopo? Cosa avrebbe fatto dopo?
Ecco, li stava il vero problema.
Li sentì percorrere un paio di volte il corridoio, finché non distinse perfettamente il cigolio della porta della loro camera che si apriva e si chiudeva.

E adesso?
Adesso niente, doveva rimanere seduto e zitto fino alla fine dei tempi. O no?
Si, decisamente.

Figuriamoci.
Meno di dieci minuti e dalla stanza adiacente già iniziavano a sentirsi rumori strani.
Thorin voleva strapparsi le orecchie.
Quella si che era un'idea!

***

Aprì la porta lentamente, e imboccò il corridoio quanto più velocemente poté, cercando di non avvicinarsi troppo alla stanza dei due nipoti.
A dirlo era facile, ma il farlo era ben diverso.
Si trovò quasi senza accorgersene davanti alla porta della loro camera, in cui era piombato il silenzio.
Entrare? Si, certo, come no.
Ma non poteva nemmeno rimanere li fuori!
E poi, sentì le loro voci. Parlavano.
Incredibilmente, riuscì a capire senza nemmeno doversi avvicinare.
«Fili?»
«Si?»
«Chiedimelo di nuovo»
«Che cosa?»
«Quello che mi hai chiesto ieri»
«Ieri?»
Un istante di silenzio, poi Fili parlò di nuovo «Sai che io ti amo?»
«E tu sai che io amo te?»
«E come potresti non farlo?»

E li non ci fu più nessun dubbio.
Che cosa doveva fare? Semplice, assolutamente nulla.
Niente di niente.
Se si amavano, chi era lui per separarli?
L'unica cosa che poteva fare era far finte di niente, e allo stesso tempo cercare di far capire loro che lui non si sarebbe mai e poi mai messo in mezzo.
Erano i suoi nipoti, praticamente dei figli, non gli avrebbe mai fatto del male, per nulla al mondo.
Erebor? Al diavolo Erebor e il drago.
Se loro volevano stare insieme lui non lo avrebbe impedito, e avrebbe fermato chiunque provasse anche solo a proporre il contrario. Loro erano più importanti di tutto.
La Montagna e il regno? Beh, quello era un problema che non lo avrebbe di sicuro tenuto sveglio di notte.
Contava solo tenere Kili e Fili al sicuro, e se per essere felici avevano bisogno l'uno dell'altro, tanto meglio.

Scese le scale scuotendo la testa mentre uno strano sorriso gli increspava appena le labbra, aprì la porta e uscì mente il sole iniziava a tramontare all'orizzonte.

 

 

NdA

Questo è l'ultimo davvero.
Ho scritto undici capitoli su questi tre nani, e ora che ho finito anche l'ultimo li amo più di prima. Non sono del tutto sicura del personaggio di Thorin, anzi, non lo sono per niente, ma secondo me a Kili e Fili serviva un lieto fine.
Quest'ultimo capitolo lo dedico interamente a Eufrasia, che mi ha sopportato durante tutto il lungo lavoro che mi è servito per scrivere la storia, e che mi ha fedelmente seguito con le sue apprezzatissime recensioni.
E poi un grande grazie anche a tutti quelli che hanno letto questa piccola grande follia.
Un bacio a tutti,
Erin

   
 
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