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Autore: roxrox    13/09/2008    2 recensioni
Dayel torna a Beleal, e desidera solo sposare la sua Lynliss... Ma qualcuno non è d'accordo, e trama nell'ombra...
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4


Il capitano Leptis, comandante delle guardie di palazzo, stava approfittando di una pausa per chiacchierare un po’ con due vecchi compagni d’arme, quando aveva sentito un urlo femminile provenire da poco lontano. Tutti e tre si erano guardati per un solo istante prima di correre nella direzione del grido.
La scena che si parò davanti ai loro occhi aveva dell’incredibile: la contessa Lynliss stringeva un elfo riverso al suolo, ferito da una freccia. Leptis riconobbe immediatamente il principe Dayel e si riscosse in un lampo, risvegliando anche gli altri due, che sembravano in trance dalla sorpresa:
- Jannison, corri immediatamente a chiamare il medico di corte, e poi fai avvertire il re! Fangem, blocca immediatamente ogni porta ed ogni finestra, e fai setacciare tutti i dintorni! Bisogna trovare chi è stato! Muovetevi! –
I due corsero via, e lui si diresse verso Lynliss, che stava cullando l’eroe elfo, piangendo e balbettando frasi sconnesse. I suoi singhiozzi erano tali da far credere a Leptis che si sarebbe spezzata in due; andava assolutamente calmata. Le pose le mani sulle spalle e le parlò con voce il più calma possibile:
- Abbiamo chiamato il medico, ora sta arrivando, non temete – guardò la ferita, e la sua lunga esperienza di soldato gli mostrò subito quanto fosse grave, così profonda e così vicina al cuore. Si impose di non tremare, mentre comprendeva quanto la situazione fosse disperata; in quel momento la priorità era la contessa.
Un veloce scalpiccio attirò la sua attenzione. Si voltò e vide accorrere il medico di corte, seguito da un paio di giovani soldati; uno dei due portava in mano una barella, l’altro una coperta. Il dottore si avvicinò e cercò di spostare Lynliss, ma lei era fuori di sé, e strinse Dayel con maggiore forza; bastò una occhiata del medico per far capire a Leptis che andava allontanata:
- Coraggio contessa, è per il suo bene. Vi prego, lasciatelo e venite con me… - la forzò leggermente ma in qualche modo lei comprese e se lo lasciò togliere dalle mani, mentre Leptis la rimetteva in piedi, sorreggendola tenendole un braccio attorno alle spalle, dato che era evidente come non fosse in grado di reggersi da sola.
- E’ grave – mormorò il dottore – bisogna essere molto veloci, se vogliamo avere qualche possibilità – Lynliss tremava violentemente, mentre non staccava gli occhi da quelli chiusi del suo amore – Voi due – riprese il medico, rivolto ai soldati – mettetelo sulla barella e copritelo, va tenuto al caldo, e poi correte con me nella camera del principe, presto, non c’è un secondo da perdere! –
I due soldati eseguirono immediatamente gli ordini, e se ne andarono velocemente, lasciando lì il capitano e la fanciulla tremante. Lui si chinò verso di lei, e stava per dirle qualcosa quando le gambe le cedettero e lei gli cadde fra le braccia, svenuta.
Forse era meglio così. Qualunque cosa fosse accaduta, per lei era meglio che per il momento non si rendesse conto di nulla.
La sollevò senza fatica e si diresse verso le sue stanze, sperando di trovare una ancella che si occupasse di lei.


Durin correva quasi alla cieca per i corridoi del castello. Stava allenandosi con l’arco per recuperare la mobilità del braccio che era rimasto ferito nella battaglia a Tyrsis quando un soldato mandato da Eventine si era avvicinato di corsa chiamandolo a gran voce; raggiuntolo, gli aveva detto che Dayel era stato ferito da una freccia, e che il dottore temeva che potesse morire…
No, Dayel non poteva morire! Si asciugò nuovamente gli occhi con un movimento secco del braccio, cercando di vedere attraverso le lacrime che continuamente gli annebbiavano la vista. Non era possibile: avevano affrontato di tutto, avevano visto in faccia la morte tante volte ed erano sempre riusciti a sfuggirle, non poteva cederle adesso!
Inciampò in una pietra del pavimento, ma rimase in piedi e riprese immediatamente a correre, più veloce di prima. Ma perché diavolo avevano costruito un castello così grande? Ci volevano secoli a raggiungere una stanza…
Finalmente giunse nel corridoio che ospitava le loro camere, e vide il re davanti alla porta di Dayel, assieme ad alcune guardie:
- Eventine! – lo chiamò. Il sovrano si voltò con una espressione triste. No, non poteva essere! Durin si lanciò verso la porta, ma venne bloccato dalle forti braccia del cugino:
- No, Durin, aspetta! –
Durin si voltò a fronteggiarlo come una furia:
- Devo vederlo! –
- Adesso c’è il dottore con lui! Ti prego, lascialo lavorare! –
- Dayel è lì dentro! Devo andare da lui! –
- Cerca di calmarti! – e con un gesto poco degno di un monarca Eventine schiaffeggiò il cugino, che si bloccò immediatamente guardandolo stupito, una mano sulla guancia colpita. Eventine sospirò – Scusami. Ma dovevi assolutamente calmarti e fermarti. Il dottore ha detto chiaro e tondo che vuole essere lasciato solo intanto che lo cura –
- Ma tu… con il dottore hai parlato… Il soldato che è venuto ad avvertirmi mi ha detto… -
- Sì, io sono entrato un attimo per parlare con il dottore mentre lavorava… -
- Cosa ti ha detto? –
- Durin, è ancora troppo presto per… -
- Cosa ti ha detto? –
- Durin… -
- Cosa ti ha detto? – l’ultimo era ormai un urlo isterico.
- Ha detto… che è molto grave… che chiunque sia stato aveva una mira formidabile, è arrivato vicinissimo al cuore… Ha detto… che ci sono pochissime speranze… - afferrò Durin per le braccia mentre sembrava sul punto di crollare a terra. Era improvvisamente diventato pallidissimo, negli occhi uno sguardo vuoto. Lo sostenne mentre lo faceva sedere in terra e gli faceva poggiare la schiena contro il muro.
- No... - sollevò gli occhi per guardare Eventine, senza cambiare espressione – Non è possibile... Non lui... Ha sofferto tanto, perchè ancora a lui...? -
- Non lo so... Ma non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene... -
- Chi è stato? Perchè l'ha fatto? -
- Non lo sappiamo ancora, ma ho mobilitato tutte le guardie ed i soldati, che hanno bloccato il palazzo e stanno perquisendo tutti i dintorni. Non ci sfuggirà -
Lo sguardo smarrito vagò nel corridoio e parve riacquistare un po' di lucidità:
- E Lynliss? -
- Ha perduto conoscenza – gli rispose il capitano Leptis - quando ha visto il principe ferito. L'abbiamo portata nella sua stanza, ed ora è assistita da due ancelle, fino a che il medico non potrà occuparsi di lei -
Lo sguardo di Durin perdette nuovamente luce e rimase in silenzio, fissando il vuoto. Eventine riprese a passeggiare nervosamente avanti e indietro, aspettando il medico.


Dopo quasi mezz'ora il dottore uscì dalla camera di Dayel con una espressione triste sul volto, il viso ostinatamente basso. Pareva non avere il coraggio di guardare nessuno negli occhi.
- Allora? - chiese Durin rialzandosi – Come sta? -
- La ferita è molto grave, ed ha perso moltissimo sangue prima che riuscissi a fermare l'emorragia... Non so se riprenderà conoscenza, non so se e quanto resisterà... -
Eventine rimase impietrito, mentre Durin fu costretto e riappoggiarsi al muro, temendo di cadere:
- No... Non è possibile... - il comandante Leptis si avvicinò sollecito, ma lui respinse l'aiuto e senza più vedere nulla e nessuno entrò barcollando nella stanza del fratello.
Quello che vide gli mozzò il fiato in gola. Dayel giaceva nel letto, pallido. I folti capelli castani contrastavano in modo stridente con l'innaturale candore della pelle, e il respiro fievole sembrava potesse fermarsi in ogni momento.
Durin si sedette sul materasso accanto al fratello e gli prese una mano portandosela al petto e stringendola leggermente:
- Ciao piccolo – mormorò – mi hanno detto che un pazzo ha cercato di farti fuori… Come se qualcuno potesse farti qualcosa dopo quello che hai passato! Perché è così, vero? Non puoi farti sconfiggere adesso che siamo tornati a casa… Ricordi? Mi dicevi sempre di non preoccuparmi per te, che tu saresti sopravvissuto a tutto, perché dovevi tornare a casa e sposare Lynliss, che gliel’avevi promesso e non potevi mancare ad una promessa che le avevi fatto… Ti fai fregare adesso? Non puoi lasciarla sola… Non puoi abbandonare me… - singhiozzò – Ti prego fratellino, non mi lasciare… Torna da me… - la voce gli mancò e potè solo restare lì, immobile, a piangere tutte le sue lacrime.
Era incredibile. Non aveva pianto neppure a Storlock, quando aveva visto Dayel crollargli davanti agli occhi, senza forze e probabilmente ormai quasi senza sangue, ed aveva dovuto aspettare per ore che qualcuno gli dicesse qualcosa. Non era riuscito a piangere, anche se lo avrebbe voluto… Avrebbe voluto sfogare la sua rabbia, la sua frustrazione, la sua impotenza, e non ci era riuscito…
Ora invece piangeva, ma si rendeva conto che non aiutava, che non avrebbe aiutato finché il suo fratellino non avesse aperto gli occhi.
Con la mano libera gli carezzò la fronte bruciante di febbre, ed il dito scese poi lungo la guancia. Si chinò e si stese accanto a lui, senza lasciargli la mano, sperando che lui sentisse la sua presenza; neppure si accorse di aver chiuso gli occhi.


Si riscosse improvvisamente a notte fonda, svegliato da Dayel che si agitava e gemeva nel sonno. Si alzò a guardarlo: gli occhi erano socchiusi, e dalle labbra livide e tremanti uscivano faticosamente parole sconnesse, inframmezzate da gemiti di dolore. Stava delirando a causa della febbre.
- Dayel – mormorò avvicinando il proprio volto al suo e posandogli sulla fronte una pezzuola bagnata – cerca di calmarti… Devi stare tranquillo… -
Ma lui non lo ascoltava, vedeva e sentiva cose da cui suo fratello era escluso:
- Maledetta… bestia… Shea! Flick! No, loro no… Shea… è l’erede… Non può essere ferito… Maledetti gnomi… Non posso cedere, no… Dobbiamo… trovare… Allanon… Shea… Flick… stanno morendo… Devo… andare avanti… Dobbiamo salvarli… Menion… Non ucciderà… qualcuno… a sangue freddo… nemmeno… uno gnomo… Ma dobbiamo… salvarli… -
- Cerca di stare calmo… Ti prego, fratellino… -
- No… Devo resistere… Durin! – strinse la sua mano con più forza, ed il fratello si avvicinò a lui:
- Sono qui… Non temere, sono qui… -
- Aiutami… Devo… andare avanti… ma questa barella… è pesante… ma devo andare avanti… Shea… Flick… Stanno morendo… Ma… non ce la faccio più… Moriranno se cedo… moriranno… per colpa mia… No, non posso ucciderli io… Siamo andando troppo lenti… - improvvisamente con uno scatto si mise seduto, e cercò di alzarsi in piedi. Durin lo trattenne:
- Fermo! Che fai? Stai fermo, ti prego… -
- No! – quasi gridava, e Durin si chiese da dove uscisse tutta quella forza – Non posso… Devo correre… O moriranno… per colpa mia… - sembrò afflosciarsi tra le braccia del fratello, che lo strinse forte, cercando di trattenere il pianto – Ho freddo… tanto freddo… C’è buio… Ho paura di morire al buio e al freddo… Durin… aiutami… - la voce già tanto fievole si spense e si abbandonò svenuto. Ma Durin non lo coricò nel letto, continuò a tenerlo stretto e a cullarlo dolcemente.
- Stai tranquillo, fratellino… Sono qui con te, non ti faranno più del male… Stai tranquillo… -





Rieccomi qui!!!

OnlyAShadow: Ciao! Come vedi la sto tirando un po' per le lunghe, perchè non ho ancora deciso nulla sulla sorte di Dayel (bugia... però mi piace la suspense...). Soffrirai ancora un po'... :-) Sono contenta di averti fatto cambiare idea su Eventine, a me è sempre piaciuto parecchio (come qualunque personaggio - meglio se maschile - con un minimo di sangue elfo nelle vene...)... In compenso mentre scrivo sto iniziando io ad odiare un personaggio che mi è sempre stato simpatico... Eh, la personalità della scrittrice e quella della lettrice stanno facendo a pugni nella mia debole psiche... :-) Spero che continui a leggermi, e che anche questo capitolo ti piaccia!

Grazie ancora anche a tutti coloro che leggono in silenzio!
Ciao ciao a tutti! Alla prossima!
RoxRox
  
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