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Autore: Miss Dumbledore    13/08/2014    9 recensioni
                        maybe a smile will save us ~
Lily Luna Potter: ecco come si chiamava quella piccola creaturina dai capelli rossi che urlava in mezzo al parco della scuola come un'assatanata. Sembrava ce l'avesse con un ragazzo biondo che la guardava scocciato mentre sfogava la sua furia assassina su di lui per chissà quale motivo.
« Scorpius Hyperion Malfoy, razza di lurida serpe strisciante che cazzo avevi in mente?! »
Urlò infervorata in faccia al biondino che la guardava in un misto di dispetto e stizza.
« Vorrei ricordarti, Potter, che non sono fatti tuoi » rispose calmissimo, anche se gli occhi plumbei brillavano in modo strano, diverso dal solito come se fosse.. impaziente?
« Grande idiota che non sei altro, lei è mia cugina quindi io c'entro eccome. E' una questione di famiglia» alzò la voce infervorata mentre le gote si tingevano dello stesso colore dei capelli.
« Non è colpa mia se voi proliferate come topi, prima o poi è inevitabile andare a sbattere contro un tuo parente pel di carota. »
(Attualmente in revisione.)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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;EPILOGUE

Maybe..

Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito.

Anonimo

Se, all'inizio di quel fatidico quinto anno, avessero chiesto a Lily Potter come se lo immaginava lei avrebbe risposto con un sorriso birichino che avrebbe frantumato le pluffe a Malfoy, rubato tanti dolci dalle cucine e --finendo la frase affranta avrebbe affermato-- che si sarebbe buttata dalla Torre di Astronomia per lo stress dovuto ai G.U.F.O. Ecco, di tutto questo, era rimasta fedele forse solamente alla seconda affermazione, circa, non che non ci avesse creduto quando, ignara di tutto, aveva preso l'Espresso pronta ad un nuovo anno uguale a tutti gli altri. Non che l'idea di buttarsi dalla Torre non l'avesse colta mentre si era trovata a gestire un numero infinito di ingredienti per pozioni e procedimenti assurdi, creature magiche che oggettivamente a lezione Hagrid non aveva nemmeno minimamente nominato e fottute tartarughe che non ne volevano sapere di diventare teiere per bene. Insomma, una teiera che tira fuori le zampe e se ne va via quando provavi a riempirla d'acqua a quanto pareva non era accettabile. Per niente.
Perchè era finita sì a far impazzire il Malfoy in questione, ma in un modo che avrebbe potuto definire—
alternativo. Ad esempio rinchiudendosi con lui in uno stanzino per le scope e rovesciando ingenti dosi di Smacchiatutto di Nonna Acetonella quando lo sbatteva accidentalmente contro gli scaffali. In fondo qualche graffio e livido glielo lasciava lo stesso, no?
Si poteva dire, dunque, che aveva fatto bene a non scegliere Divinazione, perchè prevedere il futuro non era proprio nelle sue corde, ma quando mai lo era stato in quelle dei Potter?
Dovendosi concentrare sullo studio Lily aveva deciso saggiamente di boicottare la Sala Comune Serpeverde più del solito per evitare di essere puntualmente distratta da Malfoy che si comportava come un bambino in carenza di attenzioni punzecchiandola in tutti i modi possibili e immaginabili mentre Al si impegnava a guardarli malissimo —quel maledetto biondo non studiava mai? Aveva i M.A.G.O. per Merlino!— ritrovandosi al seguito Kimberly che non voleva saperne di dipendere da Al o di separarsi dalla Potter. Quindi invece di andarsene da suo cugino Hugo altrettanto disperato nella Sala Comune Grifondoro –che comunque non aveva mancato di unirsi alle due— dato che la biondina non ci sarebbe entrata nemmeno sotto Imperius e a quanto pareva era diventata la sua gemella siamese si era ritrovata spesso nella stessa stanza con i gemelli Scamander che sembravano quanto meno pacificati e attirando gli sguardi straniti di metà della sua Casa quando uno di quel gruppo di studio decisamente malassortito usciva completamente di senno dando sfoggio di teatralità pari a quella di una prima donna. Una volta Kim, dopo essere stata per più di tre ore sullo stesso libro di Storia della Magia cercando di memorizzare quanti più fatti possibili si era alzata di scatto e con un urletto aveva lanciato il sopracitato libro nel camino. Hugo si era unito a quella manifestazione e Lily si era trovata ad essere la persona più sana del gruppo e contenere il cugino già pronto con le braccia stracolme di pergamene e libri che ne avevano passate decisamente di tutti colori a seguire l'esempio della bionda urlando qualcosa che riguardava l'anarchia e la libertà di pensiero e il fatto che sarebbe morto ignorante, felice e a pancia piena. Con un incantesimo d'Apello aveva recuperato il libro della migliore amica e si era esercitata con quello delle Pastoie visto che stavano per scatenare una rivolta contro gli oppressori. Insomma, la pratica non mancava, era la teoria a languire.
Con tutta quella tensione attorno a loro tre capitava spesso che quando Lily lanciava brevi occhiate ai due biondi sempre nel loro solito angolo si ritrovava a cogliere Lorcan che la fissava assente.
«Voi due dovreste parlarvi e basta, queste occhiate da Snasi bastonati mi stanno logorando i nervi.» saltò su Kimberly chiudendo di colpo il libro di Aritmazia.
«Eh?!» sobbalzò la rossa rischiando di rovesciare la boccetta d'inchiosto sulla pergamena che aveva davanti. Come al solito il tavolino su cui studiavano sembrava più un campo di battaglia che qualcosa di vagamente istruttivo. Un origami fatto da Hugo troneggiava in mezzo a loro, sopra dei libri impilati. A dire il vero, il fatto che la gru ogni tanto sbattesse le ali la inquietava un po'.
«Parli di Lorc?» chiese il cugino con la fronte sporca del prezioso inchiostro cangiante di Kim appoggiata fra la marea di fogli, riemergendo da una delle sue “pause di riflessione”.
«E di chi se no?» sbuffò infastidita la bionda stiracchiandosi. «Sono stanca di vederti sempre a lanciargli occhiatine tristi, che ovviamente ricambia, mi distrae dallo studio.»
«E allora non distrarti.» borbottò l'interessata senza nemmeno provare a negare. Le dispiaceva aver perso un amico, non il fidanzato, ma l'amico che c'era sempre stato.
«Giuro che se non ci vai a parlare dico a mio fratello che vi lanciate occhiate languide.» le lanciò un'occhiataccia.
«Digli quello che ti pare, tanto fra me e Lorc è finita proprio per colpa sua, vuoi che gli importi?» fece un'alzatina di spalle tirando via le matita che le teneva i capelli sollevati in una crocchia disordinata per poi rifarsela con lentezza.
«Io mi chiedo come tu sia finita fra i cervelloni, hai la scatola cranica più vuota di— di—» si passò una mano fra i capelli nervosamente. «--Ahh! Il troppo studio mi ha fusa, immagina che abbia fatto un paragone brillante e sarcastico.»
Lily si limitò ad alzare gli occhi al cielo scuotendo la testa. In effetti, al fatto che Scorpius non se la sarebbe presa, non ci credeva nemmeno lei, ma questo non le impediva certo di evitarsi un colloquio imbarazzante con Lorcan.
«Non che tu ne sia mai stata capace prima, di fare commenti brillanti e sarcastici, dico.»
«Smettila di tergiversare e parlarci, insomma! Non eravate sposati, non ha funzionato, non è la fine del mondo.»
«In ogni caso non sono io a doverlo decidere.» sorrise amaramente Lily tirando fuori dalla pila un libro a caso decidendo che era ora di cambiare materia.
«Voi donne fate sempre le cose più complicate di quanto non siano in realtà.» sentenziò Hugo grattandosi la testa pensieroso.
«No, è Lily Potter che è proprio ottusa.» storse il naso Kimberly per poi cominciare a parlare di Aritmazia e vedere se lei e il rosso assieme potevano mettere assieme qualche idea decente su cosa volessero dire quelle scritte indecifrabili sul tomo davanti a lei. Lily rimase in silenzio e si mise a ripassare Difesa pensando che magari poteva provare a fare bella figura dimostrando di saper eseguire un Patronus corporeo. Stare con le Serpi l'aveva decisamente cambiata.
Avevano finito a notte fonda e dopo essersi congedata con una bionda impaziente di tornare da Albus –erano talmente carini da farle venire il diabete— e un rosso catatonico Lily si era buttata sulla poltroncina che aveva occupato fino a quel momento cercando di farsi venire la voglia di risistemare i libri e le pergamene e le pergamene in una pila da portare al dormitorio. Stava per lasciarli tutto lì dov'era –in fondo chi mai avrebbe rubato dei temi malfatti di Pozioni e libri scarabocchiati?— che lo sguardo si posò sulla gru pigramente appollaiata su quelle macerie. E le venne un'idea.
Velocemente la dispiegò e ci scrisse due righe con la sua solita grafia disordinata, poi la ripiegò alla bell'e meglio e la incantò per farle prendere il volo e raggiungere il destinatario, un po' ammaccata dal trattamento ricevuto. Dopodichè si alzò e si trascinò nel suo letto, pensando che quello che poteva fare, in fondo, l'aveva fatto.

Quando Lorcan Scamander si svegliò la mattina dopo trovandosi sul comodino quell'oggetto estraneo rimase un attimo a fissarlo interdetto, scorrendo nella mente descrizioni e nomi delle creature maligne di cui gli parlava sua madre e chiedendosi se i Nargilli potessero mutare forma. Una volta più sveglio prese la gru di pergamena stropicciata e la dispiegò, stando ben attento a non romperla. Quando lesse il messaggio per un attimo corrugò la fronte, poi sorrise infilandolo nel cassetto del comodino.

Grazie.

P.S. Credo che dei Nargilli si siano annidati fra le tende del mio baldacchino, cos'è che li scacciava?”

Non c'era bisogno di una firma, quella scrittura la conosceva a memoria.

«Quante volte ti dovrò ripetere che devi tenere a portata di mano dei rapanelli?»
Lily si voltò mentre un sorriso le campeggiava sul viso punteggiato di efelidi, lasciando perdere la colazione che aveva di fronte a lei e il discorso che stava facendo con Calipso che osservava soddisfatta il biondo accanto alla rossa.
«Scusa Lorc, ma ormai non credi che abbiano imparato a immunizzarsi? Perchè Hugo ha il cervello di una zucchina ultimamente.»
Lorcan rise sedendosi accanto a lei e rubandole una fetta di pane già imburrata e ricoperta di marmellata dal piatto. «E quale sarebbe la novità?»
«Dovrei difenderlo, ma-- probabilmente hai ragione, anche se prima almeno non si metteva a fare riti vodoo con i libri.» sbuffò prendendo un'altra fetta di pane dal vassoio davanti a lei.
«Non mi sembra che sia poco normale per lui, piuttosto mi stupirei se parlassi di Rose. Lei deve avere qualche Gorgosprizzo che le gira attorno.. o erano i Mischialecca?» si perse un attimo pensieroso a guardare il cielo sereno costellato di leggere nuvolette bianche sopra le loro teste mentre masticava.
«In effetti..» ridacchiò Lily che si preparava ad addentare la sua nuova fetta di pane quando le venne rubata prontamente dalle mani per la seconda volta la sua colazione.
«Hey! Io ho fame!» protestò all'indirizzo del biondo dandogli una spallata, avendo in tutta risposta un sorrisino.
«Devo dirti una cosa.»
«Che mi ridarai indietro la mia colazione?» alzò un sopracciglio infastidita.
«No, questa è la mia colazione.» scosse la testa divertito. «Solo che era giusto così.»
Lei ci mise qualche secondo a capire cosa intendesse davvero, poi si aprì in un sorriso scuotendo la testa sconsolata. Sospirò allungandosi verso il vassoio del pane tostato.
«Devo smetterla di farmi intererire da te, sei una sporca puffola pigmea bionda.»

«Scorpius, smettila di guardare in cagnesco mia sorella, si conoscono da quando portavano il pannolino.» l'ennesimo ammonimento a vuoto al tavolo Slytherin da cui un altro biondo stava osservando, o meglio, stava provando a cruciare con lo sguardo i due Corvonero da quando avevano iniziato a parlare.
«Questo non gli ha impedito di infilarle la lingua in gola e farle chissà cos'altro, dov'è finito il tuo spirito da fratello maggiore? Eh Potter?» sibilò senza spostare lo sguardo dalla sua Lily che rideva e scherzava con quell'uccellaccio della malora.
«Si è suicidato quando ha scoperto che la mia sorellina per gli uomini non ha proprio gusto.» commentò serafico. Lorcan era un così caro ragazzo, invece era finita con il suo migliore amico. Quello che se non lo insultava almeno una volta al giorno non era una giornata fruttuosa.
«Di sicuro tua sorella ha gusti migliori della mia.» borbottò inacidito Scorpius.
«Di sicuro tua sorella ora ha voglia di ucciderti.» s'intromise sorridendo sornione Zabini che non poteva rinunciare all'occasione di uccidere i nervi di Malfoy di prima mattina mentre leggeva pigramente la posta mattutina. «Mi immagino già le riunioni di famiglia.»
Ghignò divertito senza impegnarsi a nascondersi, ripose la pergamena sul tavolo per prendere la tazza di thè di fronte a lui, ignorando la breve occhiata di fuoco del biondo.
Kimberly non disse nulla, troppo assonnata anche per insultare mentre masticava un biscotto e cercava di assumere gli zuccheri necessari ad affrontare una nuova giornata di studi.
Albus sospirò e recuperò la Gazzetta del Profeta.
Scorpius continuò a cruciare con lo sguardo il tavolo Ravenclaw, mentre pensava al modo migliore di marcare il territorio che non comportasse un tatuaggio in fronte alla rossa con la dicitura “propietà privata, girare a largo, il serpente morde”.
Rimase così per qualche minuto, mentre intorno a lui la vita scorreva: Albus tormentava per l'ennesima volta Kim chiedendole se era davvero sicura di non volere una mano a studiare e conoscendo sua sorella probabilmente stava riflettendo sul fatto che persino ad Azkaban avevano un po' di tregua mentre gli rispondeva poco delicatamente con voce assonnata. Emily sedeva poco più in là, dove Zabini lanciava continuamente occhiate, senza però abbandonare il gruppetto. Probabilmente ora erano amici part-time o qualcosa del genere, in fondo a lui non importava più di tanto, con Emily Warrington quasi non ci parlava più, proprio per quella rossa che ora rideva e scherzava con il-suo-cazzo-di-ex.
Salazar, era bellissima e l'avrebbe fatto diventare più pazzo della prozia Bellatrix se non avesse trovato un modo di— di— incatenarla, nasconderla al resto del genere maschile che non fosse un parente stretto? Non lo sapeva nemmeno lui. E a ben vedere era meglio limitare i suoi contatti esclusivamente ai fratelli visto cos'era successo fra quel coglione di Potter grande e la mezza francese. Forse nemmeno i fratelli erano sicuri.
«Scorps, se continui ad arrovellarti così somiglierai a Walburga, te la ricordi la tizia che urla sempre nel quadro a casa Black vero?»
«A volte mi chiedo se quella dannata Potter non ti paghi in dolciumi per uccidermi i nervi.» sibilò fra i denti alla sorella, senza scostare lo sguardo da Lily che si legava i capelli in una crocchia scoprendo il collo candido. Ora aveva pensieri impuri persino per una fottuta gola, Merlino doveva curarsi.
«Mhm, no, basta lei. Io dicevo sul serio comunque.» fece un'alzata di spalle la più giovane di casa Malfoy prima di alzarsi mettendosi la borsa in spalla.
«Figurati se mi tocca quello che fa.»
«Non è molto convincente se lo dici fissandola con la bava alla bocca fratellino.» solo a quel punto scostò lo sguardo dal tavolo Corvonero incontrando quello della sorella che ghignava allegra. «Io ora vado a lezione, a più tardi gente.»
«Sei la figlia di Godric Grifondoro-- e io non sbavo!» le urlò quasi dietro inferocito, guadagnodosi solo un'altra alzata di spalle mentre la biondina andava a prendere l'amica al suo tavolo per poi dirigersi fuori dalla Sala Grande, affiancate da quell'idiota e da un'altra tizia di cui non poteva fregargli di meno.
«In realtà, tesoro, lo fai e fattelo dire, quella rossa ti ha cotto davvero a puntino.» sorrise Zabini mentre si alzava facendo segno ad Emily per dirigersi anche lui a lezione.
Scorpius borbottò solo un “fanculo” mentre un piano si delineava nella sua mente, perchè doveva assolutamente segnare il territorio. Era ora che Hogwarts sapesse che era sua, prima che finisse l'anno. Perchè se già cominciava così e lui era ancora lì, figurarsi l'anno dopo quando sarebbe stata da sola e lui là fuori.
No, andava fatto assolutamente qualcosa.
Albus Potter fissò sconsolato il suo migliore amico, conoscendo bene quello sguardo, mentre l'espressione tetra si distendeva e ricominciava a diventare la solita maschera indifferente. Merda, aveva un piano e sicuramente sarebbe stato qualcosa di poco piacevole per Lily. E per il suo spirito da fratello maggiore defunto. E lei l'avrebbe ucciso per non aver impedito a Scorpius di fare qualunque cosa stesse pianificando di fare. Come se fosse colpa sua se era uno psicopatico, dividevano il dormitorio, non erano diventati amici per scelta.
Si prese la testa fra le mani e sospirò pesantemente puntando gli occhi verdi affranti sulla tazza di caffè ormai freddo poggiata sul tavolo.
Perchè non aveva amici Tassorosso? Perchè?!

Lily stava giurando a sé stessa che sarebbe diventata Ministro della Magia o la prossima Signora Oscura, non importava, ma avrebbe conquistato il mondo e abolito gli esami. E Pozioni. E Aritmazia. Avrebbe abolito tutto. Insomma, stava pianificando la sua geniale e terribile vendetta sul mondo intero uscendo dalla classe di Trasfigurazione –la professoressa Chang sarebbe stata la prima vittima del suo impero— quando si trovò accanto alla porta un biondo che la aspettava serafico, attirando qualche occhiata stupita dai suoi compagni di classe.
«Malfoy che ci fai qui?» lo guardò come si guarderebbe un Asticello grasso. La parola incredula –e nemmeno “sospettosa”-- bastavano a rendere l'idea.
«Oh ciao fratellone, Albus?» la raggiunse Kim che non aveva mancato di raccontare all'amica le occhiate tetre che le aveva lanciato per tutta la colazione, ricevendo una risposta prevedile: “che si fotta, non posso star dietro alle sue lune”. Anche se dentro di sé Lils sapeva che forse un pochino di ragione ce l'aveva. Forse.
«Dovresti essere più gentile con il tuo ragazzo Potter, sono venuto a prenderti.» ghignò il biondo affiancando le due ragazze, visto che Lily aveva continuato a camminare imperterrita. Conosceva quella faccia e sapeva che voleva attaccare briga, ma non gliel'avrebbe permesso.
«Sbaglio o voi del settimo avevate Pozioni come ultima materia prima di pranzo?» domandò accigliata la rossa senza guardarlo dirigendosi dritta verso le scale.
«Sì e allora?» domandò indifferente con le mani in tasca camminandole a fianco.
«Ho capito, qui nessuno mi caga e voi state per litigare, vi precedo.» e sbuffando Kimberly sparì dietro un arazzo a passo di marcia.
«Ma che le prende? Sta diventando come te Potter.» fissò per qualche istante stralunato la sorella.
«Ti aveva chiesto di Albus e ci sono i G.U.F.O. Io mi ritengo fortunata che non mi abbia ancora ammazzata nel sonno.» fece un'alzata di spalle Lily. «E comunque la pazzia è prerogativa dei Malfoy.»
«Parla sempre di tuo fratello ultimamente, sono nauseanti.» alzò un sopracciglio il biondo fingendosi disgustato. Bhè, forse non fingeva proprio del tutto.
«Sì in effetti lo sono--» borbottò prima di fermarsi di colpo e alzare lo sguardo per lanciargli un'occhiataccia. «Comunque perchè sei salito dai Sotterranei fino al Quinto piano quando ci saremmo visti a pranzo e avresti dovuto fare una sola rampa di scale? Che cosa stai tramando?»
Lui l'aggirò mettendosi davanti a lei, con il suo solito ghignetto si chinò verso di lei, incurante che fossero in mezzo a un corridoio, perchè lei era sua.
«Te l'ho detto, volevo accompagnare la mia ragazza a pranzo.»
Lily rimase a fissarlo negli occhi sospettosa, un po' persa e un po' astiosa. Non capiva se lo odiava o lo amava di più, non capiva quale delle due parti prevalesse. O se erano due sentimenti distinti, perchè tutto ciò che la faceva incazzare allo stesso tempo la faceva impazzire, in senso buono però. E questo era anche peggio. Forse.
«Va bene che ho un pessimo senso dell'orientamento, ma vivo in questo castello da cinque anni, so trovarla da sola la Sala Grande.» nonostante non fosse poi così arrabbiata –un po' lo era sempre a prescindere, non importava che non sapesse quello che aveva fatto o stava per fare, perchè Malfoy aveva fatto o stava per fare sempre qualcosa per cui arrabbiarsi— mantenne l'atteggiamento acido. Perchè se anche le faceva piacere sapeva che c'era qualcosa sotto.
«Vedo le tue deliziose rotelline lavorare a ritmo extra Lils, non dovresti affaticarti così tanto.» le sorrise, un vero sorriso, meno pacifico di quel famoso sorriso, ma sempre il suo sorriso.
«Eh?» sentì il cuore perdere un battito e per un attimo pensò che magari per una volta poteva non avere cattive intenzioni.
«Non dovresti affaticare un cervello che non è abituato ad essere usato.» continuò a sorridere furbescamente, mentre se ne stavano immobili in mezzo al corridoio e alla folla di studenti che si assottigliava man mano che passava il tempo.
«Stronzo, ti ricordo che sono una Corvonero.» incrociò le braccia indurendosi di nuovo. Possibile che quando stava per diventare una persona quasi apprezzabile doveva sempre rovinare tutto.
«E solo Merlino sa che cos'aveva bevuto quel giorno per smistarti in quella Casa.» ghignò allegramente Scorpius, sempre leggermente piegato verso di lei, con le mani infilate nelle tasche della divisa e lei, che nonostante stesse davvero incazzandosi, non si muoveva.
«Con te anche se era sbronzo ci ha preso, ti ha messo nella Casa degli stronzi che hanno le relazioni più brevi mai esistite.» strinse i pugni guardandolo in cagnesco. «Ora, se vuoi andare a fanculo io invece vado a pranzo.»
Che morisse pestato a sangue dal Platano Picchiatore, doveva davvero essere una cretina di proporzioni epiche per voler stare con uno del genere, non sarebbe rimasta a farsi insultare.
Lui la guardò aggirarlo a passo di marcia, cercando di raggiungere le scale, visto che con una mossa fulminea lui le mise le braccia attorno alla vita, abbracciandola da dietro.
«Perchè devi trasformare un gesto gentile in una dichiarazione di guerra Potter?» le sussurrò nei capelli, inspirando il suo profumo con gli occhi grigi semichiusi. «Mi farai impazzire peggio di Walburga.»
La sentì irrigidirsi fra le sue braccia e per un attimo credette che l'avrebbe scostato e insultandolo sarebbe corsa giù per le scale. In fondo quello che stava facendo era strano, quella situazione era strana. Loro erano strani. Diversi, ma niente gli era sembrato più giusto quell'anno che starsene col viso immerso in quella matassa rossa che profumava di violetta.
«Sei già peggio della vecchia Black.» la sentì sospirare mentre si rilassava appoggiandosi al suo petto. «Solo che invece di uccidere Babbani fai venire in mente alle persone intorno a te i modi più fantasiosi di nascondere un cadavere.»
«Questo perchè la mia bellezza è fonte d'ispirazione senza fine.»
«Si, soprattutto ispiri manie suicide.» ridacchiò la ragazza reclinando il collo per guardarlo in faccia.
Vederla sorridergli, così, in pieno giorno, senza bisogno di alcol ad ammorbidirla, senza nessuna ragione apparente era ciò che voleva. Semplicemente lui voleva lei, così, alla luce del sole, in mezzo al castello, che gli sorrideva con le guance lentigginose leggermente arrosate dall'imbarazzo e l'incazzatura da poco passata. Voleva lei, in un misto di rabbia e amore.
La girò di colpo e la baciò sollevandola da terra, tendendola stretta dalla vita, lei semplicemente si aggrappò al suo collo passando all'attacco anche lei.
Era questo che gli piaceva, lei non era docile, non si piegava a quello che voleva lui, ma in qualche modo lo piegava a ciò che voleva lei, ma andava bene lo stesso perchè i loro desideri coincidevano. I pochi studenti rimasti li superarono lanciandogli alcune occhiate ancora più stupite per chi li riconosceva, per chi li aveva visti combattersi per anni per quegli stessi corridoi. La voce girava già da un po', visto che non si erano poi dati così da fare per nascondersi, ma vedendosi soprattutto nei Sotterranei ed essendoci già stata una voce falsa verso aprile gli studenti non ci davano troppo peso.
Ma in fondo la guerra se la facevano ancora, solo in modo diverso. La guardò, sopra di lui che lo fissava con gli occhi blu che brillavano e la chioma spettinata che le incorniciava il viso.
«Guarda che sono ancora incazzata con te.»
«Quando mai non lo sei.» ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto furbo, mentre lei storceva la bocca e arricciava il naso, ma non per il disgusto come al solito, ma per trattenere una risata, mentre s'illuminava.
«Evidentemente te lo meriti principe degli idioti. Ora mettimi giù, ho fame.» gli sussurrò a fior di labbra, lui non staccò lo sguardo da quello di lei mentre lentamente scendeva le scale davanti a cui si erano fermati, per poi voltarsi e lasciarla posare i piedi su due scalini più in alto. Ancora vicini.
«Ecco un'altra cosa che non è una novità, tu hai sempre fame.» interruppe il silenzio guadagnandosi un'altra occhiataccia mentre la mano piccola di lei cercava la sua per intrecciare le dita. Un altro contrasto fra normalità e futuro. Avrebbe potuto abituarcisi in fretta, però.
«Devo crescere. Tu invece che scusa hai per essere sempre così fastidioso?» gli fece la linguaccia mentre cominciavano a scendere.

Del tutto dimentica dei sospetti di poco prima erano entrati nella Sala Grande mano nella mano con tutta tranquillità, ma quando lei aveva semplicemente cercato di andare a pranzare al tavolo Corvonero le aveva stretto la mano in modo possessivo e sorridendole ambiguo come quando poco prima si era presentato davanti alla sua classe le aveva comunicato che stava sbagliando strada e che il loro tavolo era più avanti.
«Vado a mangiare al
mio tavolo, sai, quello della mia Casa.» lo aveva fulminato con lo sguardo.
«E da quando tu mangi al tuo tavolo?» inarcò un sopracciglio. Si sarebbe detto l'immagine dell'innocenza, se lo fosse stato mai in vita sua dai tre anni in su.
«Da quando ci sono stata smistata al primo anno e devo studiare.» alzò gli occhi blu in modo teatrale.
«Ma non dovevi chiedere ad Al qualcosa riguardo ad una pozione?» aveva fatto un ghignetto noncurante.
«Posso farlo dopo, praticamente vivo nella vostra Sala Comune.» aveva fatto un sorrisino forzato mentre se ne stavano impalati in mezzo alla Sala Grande con la gente che li aggirava per raggiungere i propri tavoli. Si stava comportando in modo assurdo, da fuori di testa.
«Non ultimamente— e puoi farlo anche ora, così te la spiego anche io.» aveva alzato ancora di più il sopracciglio.
«E invece lo farò dopo.» sorrise cercando di non farsi saltare i nervi e cercò di allontanarsi una seconda volta, ritrovandosi invece sbalzata di nuovo contro il suo petto.
«Ma si può sapere che ti prende?!» alzò lo sguardo verso quello di lui, indecifrabile.
Lo vide spostare lo sguardo verso il tavolo Ravenclaw facendolo vagare un attimo, mentre contraeva leggermente la mascella. Sembrava infastidito da qualcosa, ma non fece in tempo a girarsi che lui si rivolse di nuovo a lei con il solito ghignetto tanto da farle pensare che se lo fosse appena immaginato.
«Che stai facendo?» sobbalzò quando lui le posò un braccio in modo possessivo dietro la schiena e una mano sotto al mento facendole alzare il viso. Lui la ignorò e con semplicità la baciò, , in mezzo a tutti. E in fondo non le importava poi così tanto, si accorse mentre la testa si svuotava.
Non importava quante volte si baciassero, ogni volta il suo cervello andava in tilt, era peggio che essere Confusi. Semplicemente non le importava più di nulla. E aveva paura che quella sensazione non fosse frutto del momento, ma semplicemente perchè lui era fottuttamente bravo a baciare.

Esperienza” le disse una vocina nella sua testa che si apprestò a scacciare mentre gli prendeva la camicia fra le mani e lo attirava a sé, schiacciandosi contro di lui.
«Bacio la mia ragazza.» le aveva risposto Scorpius a fior di labbra con un ghignetto, scostandosi. «A dopo, allora.» e si voltò andando verso il proprio tavolo, tronfio.
Lily rimase per qualche minuto impalata in mezzo alla Sala Grande a fissare la sua schiena, poi meccanicamente si voltò verso il tavolo Corvonero e si rese conto del perchè di quella plateale dimostrazione d'affetto. Troppi, troppi,
troppi occhi puntati su di lei, fra cui quelli astiosi di Lysander e quelli divertiti di Calipso che raggiunse a passo di marcia.
«Bhe, vedo che le voci che girano sono vere.» aveva ridacchiato la Ravenclaw quando le si era seduta accanto pesantemente, con le guance coperte di efelidi arrossate, non sapeva nemmeno lei se più dall'imbarazzo o dalla furia omicida.
«Quell'idiota lo ammazzo.» ringhiò funerea lanciandogli un'occhiata omicida.
«Prima non sembrava ti desse poi così fastidio.» si guadagnò un'occhiataccia anche lei. Si guardò attorno incontrando lo sguardo rilassato di Lorcan che le fece un'alzata di spalle, con un mezzo sorriso dall'altra parte del tavolo a parecchi posti di distanza dal suo tanto che qualunque conversazione verbale sarebbe stata inutile. Si sentì per metà rassicurata e per l'altra metà ancora più imbrazzata. E incazzata.
Ecco perchè era andato a prenderla a fine lezione. Aveva ragione lei, i Malfoy hanno sempre in mente qualcosa. Sempre.
Pianificatori bastardi.
«Ha marcato il territorio manco fosse uno Snaso!» borbottò cercando di sembrare il più indignata possibile mentre si riempiva il piatto con quello che le capitava davanti.
Era geloso. E non era nemmeno tanto sicura che questo le dispiacesse quanto volesse far credere a sé stessa.
«In effetti sì, ma è stato reciproco, fidati. C'è un gruppo di undicenni Slytherin che ti sta fissando come se fossi un vermicolo gigante.»
«Oh. No.» gemette la rossa finendo ad afflosciarsi contro al tavolo con la fronte, con la rabbia del tutto sgonfiata. «Mi spieghi com'è umanamente possibile che esistano i fan club?»
«Bhe, il tuo ragazzo è carino e loro stanno scoprendo cosa sono gli ormoni, se vuoi un consiglio da un'amica però io ti consiglierei di non mangiare niente che non sia sotto stretta sorveglianza, brava come sei in Pozioni dubito che ti accorgeresti del veleno nel piatto.» rise allegra Calipso battendole una mano sulla spalla, mentre la rossa stava per avere una crisi.
La fase di studio intensivo aveva messo a dura prova la sua pazienza, come la discussione di poco prima, quando si era ritrovata a comprendere cosa volesse dire essere
la ragazza di Scorpius Malfoy. Non aveva considerato se aveva la resistenza per quegli alti e bassi che si susseguivano a ritmo vertiginoso ogni cinque secondi. Perchè lui il senso del pudore non ce l'aveva, anzi, sembrava godere a metterle contro le ochette del suo fanclub— composto per la maggiorparte da primine davvero inquietanti, roba da denuncia ed incantesimo respingente— e attirare lo sguardo di chiunque fosse nel raggio di cento metri e avesse un paio di occhi. Ne bastava anche uno solo, di occhio. Bastava che fosse puntato su di loro.
Se anche lei era tranquilla, per così dire, sul fatto di avere una relazione con lui, il fatto che suo padre ricevesse una comunicazione sdegnata della McGrannit per atti osceni la terrorizzava. Harry Potter probabilmente sarebbe diventato l'uomo-non-più-sopravvissuto a causa della sincope che avrebbe avuto sapendo che la sua bambina se la faceva con un Malfoy, accettava Kim solo perchè la vedeva “
carina e coccolosa”, parole che per inciso denotavamo la totale cecità e imbecillità del suo papino adorato —ogni volta che la bionda sentiva quegli aggettivi associati al proprio nome aveva un brivido lungo la schiena e una smorfia di una persona che aveva appena ingoiato pus di bubotubero— ma per Scorpius era tutta un'altra storia. L'avrebbe ucciso.

Dal tavolo Slytherin non solo delle undicenni alla scoperta della loro femminilità stavano fissando la rossa, ma anche il solito gruppetto, eccetto per Scorpius che mangiava soddisfatto il suo purè di patate.
«Credo che ci sia qualcosa di estrememante sbagliato in te Scorp, sul serio. Più ami una persona più sei sadico.» Ares Zabini fissava dubbioso la testa rossa accasciata contro il tavolo.
«Questo è solo l'ennesima conferma di quello che dicevo da anni: con l'impegno che ci ha sempre messo per far dannare la Potter sono io quella a non capire come abbiano fatto ad accorgersene solo ora.» commentò Emily, guadagnandosi un'occhiata truce da Kimberly seduta dalla parte opposta a qualche posto di distanza.
«Perchè lei ci parla ancora?» borbottò acida guadagnandosi un debole rimprovero da Albus che voleva solo un po' di pace.
«Io non ho fatto niente a nessuno.» ghignò serafico il biondo. «Ed Em, dovresti smetterla di ripetere ogni volta che lo sapevi già, stai diventando irritante. Più del solito, intendo.»
«Sempre il solito gentiluomo Hyp.» fece un sorriso acido, ma nonostante il soprannome non intacco il buon'umore del biondo.
«Scorpius, hai letteralmente marcato il territorio. Se foste andati avanti ancora un po' la McGrannit sarebbe svenuta.» ridacchiò allegro Zabini, lanciando un'occhiata alla vecchia insegnante per cui anche sfiorarsi le mani era osè.
«Non c'è bisogno di marcare nessun territorio, lei è mia e basta.» ghignò divertito il biondo mettendosi in bocca un pezzo di cotoletta soddisfatto.
Zabini scoppiò a ridere di gusto scuotendo la testa.

Alla fine, che lo volessero o no, o più importante, che fossero pronti o meno, gli esami arrivarono a incombere sulle teste dei poveri studenti di Hogwarts. La paura e l'ansia dilagavano fra quelli del quinto e del settimo anno come una malattia venerea in un bordello mietendo vittime ad ogni secondo. Il paragone malato era stato sfornato dalla mente altrettanto deviata di Zabini e nonostante l'avesse trovato rivoltante, Lily dovette ammettere a malincuore con sé stessa che calzava a pennello. Si vedevano persone di tutti i tipi, da quelle che urlavano in preda alle crisi isteriche, chi si dava ai ripassi dell'ultimo minuto furiosamente –comprese lei e Kim, purtroppo— e gente che sfruttava la paura serpeggiante per smerciare miracolosi rimedi ed elisir da cui Lily si tenne accuratamente alla larga dopo aver sentito dire dall'amica esperta in pozioni e in ingredienti che gli aveva dato un'occhiata e l'unica cosa che potevano fare era evitarti direttamente gli esami perchè eri finita al St. Mungo avvelenata. Come a voler confermare le parole dell'amica pochi giorni dopo si seppe di un ragazzo di Tassorosso trasportato d'emergenza in Infermeria dopo aver preso una certa polvere di non-so-che per accrescere le dimensioni del cervello.
Quindi Lily si arrese e si limitò ad ingurgitare caffè dopo caffè per affrontare le notti di studio rimanenti, mentre in qualunque Sala Comune si trovasse aleggiasse solo ansia e borbottii sommessi di chi studiava. Spesso si era ritrovata –compresa la sera prima del primo esame— sul divano di pelle nera, stesa con la testa appoggiata alle ginocchia di Scorpius a studiare in silenzio, non una parola, solo le sue mani che giocherellavano con una ciocca rossa mentre anche lui rileggeva gli appunti vergati dalla calligrafia ordinata di Albus o l'ennesimo tomo. Non era sicura di cosa provasse nei confronti di quella normalità, ma aveva scoperto di sentirsi in pace e che le conciliava la concentrazione, dato che la tranquillizzava.
Le due settimane di tortura iniziarono e il primo giorno lei e Kim avevano Aritmazia, mentre Scorpius, Albus e Zabini Pozioni. La rossa dal momento in cui entrò nella sala ebbe la certezza matematica, l'unica che potesse avere, che si sarebbe potuta pure non presentare.
«Kims, mi ricordi perchè abbiamo scelto questa materia?» le bisbigliò mentre contraeva e rilassava la mano sudata.
«Per riempire le ore buche che non avrebbero dovuto essere buche?» le rispose con una vocina che sembrava provenire dall'oltretomba.
«Bene, ora si spiega tutto.»
Come previsto ne uscì con la testa piena di numeri che non capiva e di domande a cui era sicura che non andava risposto nel modo in cui lo aveva fatto lei solo per riempire i buchi vuoti nella pergamena. Quando Kimberly la raggiunse invece aveva un'espressione indecifrabile.
«Com'è andata? Disastroso?» domandò la rossa che aveva già accantonato la disperazione, tanto non le sarebbe servita per andare con zio Charlie e poi aveva già scritto una lettera ai coniugi Potter con una filippica sull'inutilità della materia e sul fatto che la matematica e lei erano due mondi differenti.
«Non lo so..» rispose con aria sognante Kimberly. «Forse è andato bene.»
Sembrava più stupita di sé stessa di quanto non lo fosse Lily che scoppiò a ridere allungando le braccia sopra la testa per stiracchiarsi.
«Oh, questa è bella!» e senza aggiungere altro aspettarono l'ora di pranzo, non avendo esami pratici nel pomeriggio avrebbero ripassato più tardi.
A pranzo incontrarono Albus in completa paranoia da secchione, mentre Scorpius mangiava con tranquillità allucinante, come se avesse già l'Eccezionale in tasca. Zabini sfogliava il libro pigramente ogni tanto fingendo di ripassare, forse per convincere sé stesso che era preparato, ma senza nessuna serietà.
Il giorno dopo toccò a Trasfigurazione, l'esame scritto dopo le ore passate a ripassare con Kimberly e Hugo le sembrò più facile di quanto aveva previsto e la sua prova pratica fu sicuramente più brillante di una di Grifondoro che invece di cambiarsi colore ai capelli gli diede fuoco. Insomma, non avrebbe brillato, ma nemmeno fatto schifo, superando sicuramente l'Accettabile.
Inutile dire che la sera precedente al terzo esame, Pozioni, fu il totale panico e Scorpius ed Albus dovettero dividersi fra la loro sessione di studio –alla fine rimase solo il secondo visto che Al stava per avere un attacco di panico— e le crisi isteriche di Lily, Kim aveva rinunciato ad aiutarla e cercava di convincere Scor a desistere visto che era un caso perso.
«Dai Lils, tirerai su la pratica con la teoria. Qualcosa ti ricorderai, no?» aveva sbuffato la bionda che nonostante un po' d'ansia era sicura di sé.
«Come faccio? Non so assolutamente niente, i calderoni mi odiano, scoppiano solo a guardarli!» si era presa la testa fra le mani scompigliandosi ancora di più i capelli.
«Cerca almeno di non ferire l'esaminatore o la bocciatura è sicura.»
«Vaffanculo, Malfoy.»
«Non agitarla di più Scorp, che poi devo averla io nel letto che si rigira come una matta.»
Nonostante tutto l'esame scritto andò discretamente, a suo parere, almeno aveva ricordato più di “nulla” e alla domanda sul Bezoar aveva risposto correttamente.
Durante la pratica Kimberly era riuscita a mettersi nel calderone alle sue spalle e quando l'esaminatore era lontano le bisbigliò qualche dritta sottovoce, alla fine la pozione almeno aveva il colore che avrebbe dovuto avere.
Incantesimi andò abbastanza bene, la fottuta tartaruga diventò la fottuta teiera senza che dovessse urlarle ogni genere di epiteto. In Astronomia se la cavò.
Quando arrivò il turno di Cura delle Creatiure Magiche tirò un sospiro di sollievo, come per Storia della Magia in cui dovette restituire il favore a Kimberly e aiutando i parecchi intermediari fra i loro banchi.
A Difesa Contro le Arti Oscure ebbe qualche problema dal punto di vista teorico, ma quando l'esaminatore le disse che gli era giunta voce che lei sapeva fare un patronus e che era curioso, dato che l'aveva visto fare a suo padre prima di lei –quanti Merlino di anni aveva? Era decrepito già all'epoca!— sorrise imbarazzata e chiuse per un istante gli occhi, ricordandosi il suo pensiero felice a cui si accumularono tanti altri. Quando riaprì gli occhi e pronunciò la formula la medusa cominciò a galleggiare per la sala, imbarazzandola un po' per la forma, ma orgogliosa di somigliare a suo padre in quella piccola cosa.
E con quello si concludevano i suoi esami, uscì dalla stanza consapevole che fino a Luglio avrebbe potuto vivere lontana da ogni cosa riguardante lo studio e allo stesso tempo un pensiero la trafisse: quello sarebbe stato l'ultimo giorno d'esame in assoluto per qualcun altro. Quei due giorni rimanenti sarebbero stati gli ultimi in cui sarebbero stati tutti ad Hogwarts. Un nodo alla gola la prese e si appoggiò ad un muro in un corridoio vuoto, ormai erano in pochi ad essere ancora esaminati, gli altri festeggiavano. E lei era lì, a chiedersi se ce l'avrebbe fatta l'anno dopo senza di loro. Senza di lui.
Fece un respiro profondo, poi un altro e poi un altro ancora.
Si stacco dal muro passandosi una mano fra i capelli e decise di non farsi prendere dal panico, perchè lei era Lily Potter e se lo avesse voluto niente le avrebbe mai fatto paura. Perchè lei era coraggiosa e quello che aveva in quel momento non sarebbe cambiato nel giro di un'estate, perchè lei in quel forse con Scorpius Malfoy ci voleva credere con tutta sé stessa.

Il giorno dopo fu dedicato al relax totale, il solito gruppetto si era spaparanzato nella Sala Comune Slytherin, Lily sul tappeto ai piedi del divano stesa sulla pancia a giocare col gatto di Kim, la padrona accocolata sul divano con Albus a chiacchierare e cercare di calmare l'ansia del moro che voleva parlare degli esami appena passati senza trovare però nessuno che avesse intenzione di ascoltarlo. Scorpius se ne stava steso sull'altro divano a fumare tranqullamente, godendosi il dolce far nulla e quando Zabini li raggiunse dopo essere sparito per metà pomeriggio si mise a giocare a Gobbiglie con Lily dato che il gatto l'aveva liquidata.
Quando fu ora del banchetto la rossa rimase indietro tirando per la manica Ares, facendo segno agli altri di andare avanti. Scorpius la guardò per un attimo intensamente negli occhi, con uno sguardo insondabile, poi semplicemente annuì fermandosi poco più avanti.
«Zab, secondo te sono impulsiva?»
«È una domanda retorica?»
«No, nel senso— ho dei dubbi..»
«Su Scorpius?»
«...anche, ma non riguarda lui... tu credi che se si vuole veramente bene ad una persona è possibile chiudere e basta?»
«No.»
«...»
«Devo dirle che le vuoi parlare?»
«Credo sia ora... sul treno?»
«Sì.»
«Ma non sarà tutto come prima.»
«Neanche tu lo sei, come prima.»

Arrivati alla Sala Grande per Lily fu naturale intrecciare le sue dita con quelle di Scorpius e seguire il gruppetto al tavolo Serpeverde, in attesa dell'annuncio per la Coppa delle Case e quella di Quidditch. In realtà la seconda era solo una formalità, aveva vinto Corvonero, come non si limitava di rinfacciare a Scorpius ogni volta che poteva, ma non c'erano stati veri e propri festeggiamenti dato che erano in molti a dover studiare nella squadra e quindi c'era stato solo qualche brindisi nella Sala Comune.
Stava appunto discutendo con il biondo sottovoce per cui non seguì il discorso della McGrannit finchè non si beccò una gomitata nelle costole da Zabini all'altro suo lato.
«Ahi! Che c'è?»
«Sta per annunciare la Coppa delle Case, smettetela di tubare piccioncini, vi sta fissando in cagnesco fin dall'inizio.»
«Noi non tubiamo.»
«Sì, va bene, ma zitta.»
«...e quest'anno, al primo posto con 689 punti si piazza Tassorosso! Complimenti!»
Per un istante il silenzio calò sulla sala. Lily guardò la preside con gli occhi spalancati e la mandibola che probabilmente le raggiungeva i piedi, già pronta a saltare in piedi in mezzo alle Serpi, che si trattasse di Grifondoro o Corvonero avrebbe festeggiato la loro sconfitta. Ma quello non se lo aspettava proprio.
«Cosa?» domandò boccheggiando Kimberly. Vide gli sguardi straniti della gente attorno a lei mentre un boato si alzava dalla tavola degli Hufflepuff e gli stendardi di Hogwarts cambiavano colore in quelli gialli e neri.

Dopo il banchetto tre amici sedevano sulle rive del Lago Nero, a notte inoltrata davano il loro addio alla scuola.
«Il nostro ultimo anno e vincono quegli smidollati.» borbottò per l'ennesima volta il biondo, rigirandosi la burrobirra semivuota fra le mani. Accanto a loro c'era una piccola cassa semivuota.
«Credo che sia la prima volta che vincono in assoluto.» ridacchiò Zabini bevendo un sorso della sua.
«Hogwarts sta andando in rovina..» fissò truce la superficie dell'acqua illuminata dalla luna piena il biondo.
«Se non fossi stato così impegnato a sedurre mia sorella magari avremmo vinto.» lo rimproverò Albus guardando storto il migliore amico.
«O almeno a Quidditch.» rincarò la dose l'altro.
«Fottetevi tutti e due.» si passò una mano fra i capelli che sembravano quasi spettralmente biondi sotto quella luce. «E tu, vogliamo proprio intavolare una discussione sulla seduzione delle sorelle?»
Albus sbiancò per un attimo guardando il dito indice puntato contro di sé.
«Su, su ragazzi, non litigate, godetevi l'ultima sera.» li ammonì allegramente Zabini che era seduto in mezzo a loro poggiando le braccia sulle spalle dei due.
«Per godermela dovrei essere con tutt'altra persona Zabby, mi dispiace, ma non sei il mio tipo.» ghignò divertito beandosi dell'espressione scandalizzata del moro dagli occhi verdi.
«C—come? Siete già arrivati a quel punto?!» lo guardò stralunato con voce stridula.
«Solo perchè siete fratelli non vuol dire che Lils abbia l'iniziativa di un vermicolo morto come te.» gli sorrise allegramente Zabini.
«E tu come lo sai?» lo guardò alzando un sopracciglio Malfoy.
«E ritirate le bacchette ragazzi, non sono io quello che si fa vostra sorella.» alzò le braccia con i palmi davanti a sé mentre la piovra gigante faceva spuntare un tentacolo che infranse l'immobilità della superficie cristallina.
Per fortuna voci poco lontane interruppero il diverbio prima che decidessero di misurarsi in una gara a chi ha più testosterone. Le risate soffocate di Lily e le proteste di Kimberly si fecero più vicine finchè non arrivarono dai ragazzi.
«Eccole le nostre istigatrici, che fine avevate fatto?» ridacchiò Zabini spingendo un po' in là i compagni per poter far sedere le due una per fianco, per niente imbarazzato per il novello ruolo di quinto incomodo. In fondo erano loro, erano il solito gruppetto e le dinamiche interne non erano cambiate poi così tanto.
«Via quelle burrobirre mollaccioni, qua bisogna annegare il dolore.» sbuffò Kim facendogli vedere la bottiglia che teneva stretta in mano piena di liquido ambrato.
«Ma quella è l'Ogden Stravecchio che avevo nascosto?» l'osservò con ammirazione Ares.
«Sembri un'alcolizzata Kimbry.» la rimproverò Albus.
«Mica tanto nascosto, l'abbiamo trovato subito.» sorrise Lily sciogliendo le treccie in cui aveva annodato i capelli disordinati per andare a cena mentre Scorpius le passava con noncuranza una mano dietro la nuca, giocherellando con le ciocche. Quel gesto non sfuggì ad Ares che non potè fare a meno di sorridere, vedendo la naturalezza con cui il corpo della rossa pendeva verso il biondo e come lui si stesse muovendo quasi inconsapevolmente.
«Davvero, dovresti cambiare nascondiglio, lo sa tutto il dormitorio dove metti le cose che non vorresti far trovare.» alzò gli occhi al cielo Albus.
«Bhe, ormai è troppo tardi, domani dovrò svuotarlo per l'ultima volta.» gli fece l'occhiolino con il sorriso che un po' si attenuava. La fine di un'era. L'inizio di una nuova.
«Ecco, il primo sorso al propietario.» gli passò la bottiglia stappata la Slytherin e Lily si ritrovò a pensare che il suo ultimo giorno non sarebbe stato così triste, perchè ormai la maggior parte delle persone che voleva con lei le avrebbe raggiunte una volta fuori. Che se ne stavano andando via tutti e rimanevano lei e Kim, da sole.
«Ora a me.» strappo di mano la bottiglia da Ares dopo che ebbe fatto un sorso la bionda.
«Niente brindisi?» domandò il moro.
«Nha, niente cose sdolcinate Zabini.» fece un mezzo sorriso prima di buttare giù e deglutire rumorsamente. Poi la passò ad Albus, con un sorrisino tutto per lui che gliela prese dalle mani ben attendo a sfiorarle le dita. Ogni contatto era prezioso.
«Bhe, potremmo brindare ad Hogwarts.» propose lui prima di buttare giù il proprio sorso. «Questo è davvero il migliore della tua scorta Zab.»
«Lo so, costa anche un'occhio della testa e io lo sto bevendo con voi invece di usarlo per sedurre qualche bella ragazza la mia ultima sera.»
«Come se ci fosse qualcuno meglio di me per passare la serata.» assunse un'aria sufficente Kimberly prendendo la bottiglia e allungandosi verso Lily che ne buttò giù un sorso troppo in fretta iniziando a tossire.
«Vacci piano rossa, non vogliamo morti l'ultimo giorno.» ridacchiò Zabini dandole qualche pacca sulle spalle. Scorpius si limitò a ridacchiare e prenderle il Whisky dalle mani.
«Non dovrebbe bere certe cose è ancora piccola.» borbottò Albus guadagnandosi una gomitata dalla sua ragazza.
«Che hai Potter?» la domanda improvvisa di Scorpius, contro cui era appoggiata spalla contro spalla la sorprese. Si voltò verso di lui e piegò la testa da un lato.
«Scusa tanto se non sono abituata a bere fuoco liquido.» storse il naso stizzita.
«Sai che intendevo altro.» fece un ghignetto e scosse la testa, ricominciando a giocherellare con i suoi capelli dietro la nuca.
«Cosa?»
«Hai, stranamente aggiungerei, poco da dire.»
«Ah.»
Per un attimo non ci furono altro che quegli occhi grigi e il senso di vuoto del giorno prima ricominciò a farsi sentire alla bocca dello stomaco.
«Solo..» deglutì riavviandosi nervosamente la chioma. «pensavo.»
Lui continuò a fissarla, imperterrito, gli altri sparirono e rimase solo lui che la fissava e aspettava che continuasse. Come spiegare che le mancava già? Che tutto questo, tutti loro erano talmente parte integrante della sua quotidianità, della sua vita, di lei da non aver mai pensato seriamente che un giorno sarebbe potuto finire? Come spiegare che lui se ne sarebbe andato e lei sarebbe rimasta bloccata altri due anni in un castello maledettamente vuoto senza di lui?
«Ho—» “paura” boccheggiò incapace di continuare.
«Dimmi Lily, pensi che ti mancherò?» La domanda arrivò a bruciapelo e anche se non c'entrava nulla, anche se era stata posta con il suo solito tono e la sua solita espressione da Malfoy la destabilizzò. Abbassò lo sguardo come intimorita dal peso di quella domanda, ma poi, da brava mancata Grifondoro, alzò lo sguardo verso di lui.
Le domande fra di loro avevano sempre giocato un ruolo troppo importante.
«A dire il vero non lo so.. no, non credo proprio.» Mentì in modo così spudorato e evidente che tanto valeva dire chiaro e tondo quello che pensava, mentre aveva la sua mano che le solleticava la nuca. La risposta che le passava per la testa era più simile a “Sì cazzo,mi manca tutto già da ora, mi manca quell'essere così dannatamente la Potter e il Malfoy di turno che litigano per i corridoi. Ho paura che non tornerai, ho paura che mi mancherai troppo. Mi manca prenderti in giro, e poi finire tutto con un arrivederci, non sono pronta per un addio, lo sai bene.. e allora perchè te ne vai? Perchè mi lasci sola?” che a quella detta alta voce. Tutto questo, tutti i ricordi le frullavano nella testa come un incredibile tornado dal potenziale distruttivo in grado di devastare un cuore, il suo.
«Sai, Potter.. ultimamente ho imparato un po' di Occlumanzia.»
Quelle importanti, fra loro, erano sempre state più le domande, che le risposte. Perchè una volta posta la domanda giusta c'era solo una risposta perfetta.
Quell'affermazione la fece sobbalzare mentre lo vedeva alzare la bottiglia di whisky incendiario a mo' di brindisi; quella frase indecifrabile dai più fu come un salvagente apparso dal nulla per Lily Luna Potter: lui sarebbe tornato da lei.

«Sono certa che non riusciresti mai a leggermi la mente, Malfoy.» gli sorrise mentre una luce giocosa le illuminava gli occhi blu.
«Ovviamente no, ma solo perchè nella tua testa c'è solo il vuoto siderale.»
Ghignò lui bevendo un altro sorso. Sì, pensò Lily con un lieve sorriso, sarebbe tornato da lei qualunque cosa fosse accaduta, perchè in quell'istante, con quella frase detta sulla riva del Lago Nero ad un orario improbabile assieme ai loro amici di sempre che fingevano di non sentire la loro discussione, lui le aveva giurato che non sarebbe mai più stata sola.


maybe a smile will save us.”







note finali, se piango non fermatemi.
Dunque, meglio che parta con i ringraziamenti, perchè poi gli sproloqui mi prendono e non li leggete.
Eccoci. Siamo alla fine e non ci sarei mai arrivata grazie alla mia personalissima Kim, la mia Cozza. Questa storia non sarebbe andata avanti senza di lei, senza i discorsi deliranti e le idee che mi ha sempre dato leggendo per prima qualunque capitolo e criticando senza pietà. Grazie a lei questa storia è cresciuta sino alla fine.
Voglio ringraziare la gente con cui è iniziata, tanti anni fa —4, ci credete?— e che mi hanno spronata a scrivere della mia Lils e della mia OTP, la Scorily.
Voglio ringraziare i miei personaggi, che ormai sono vivi e mi circondano ogni giorno, sono sempre stati con me, nella mia testa, anche se è finita ho ancora così tante idee che avrei dovuto inserire in testa che ne usciranno one-shot malate a non finire. Anche questo epilogo doveva essere breve e invece guardate cos'è successo, è più lungo di altri capitoli.
Ringrazio chi ha recensito e che mi ha dato la forza di andare avanti anche se l'ho fatto a rilento e discontinuamente, perchè lo so, di quelli con cui ho iniziato che la legge ancora forse ce ne sarà uno. Ringrazio chi ha letto e seguito e preferito silenziosamente, perchè siete importanti. Perchè scrivo per dare emozioni e se vi ho fatti sorridere almeno una volta sono felice.
Vi ringrazio tutti, quelli che hanno sopportato i miei scleri anche senza leggerla solo perchè erano miei amici e quelli che l'hanno letta e l'hanno apprezzata, nella sua piccolezza, nella sua semplicità.
Ho raggiunto il mio obbiettivo, la prima storia che finisco, la prima che abbia mai pensato seriamente di scrivere, mi si spezza il cuore a dover cliccare quel “completa”, ma come dice la Cozza è anche ora.
La storia sarà revisionata, gli errori di battitura finalmente rivisti e corretti, non la lascerò finchè non sarà perfetta, ma questa ora è un'altra storia.
Mi sto dilungando, ma mi perdonerete e se proprio non volete leggere saltate e basta. HAHAHA
Siamo al capolinea e spero che vi rimarrà qualcosa come dentro di me brulincano ancora di vita Lily, Scorpius, Zabini, Kimberly, Albus, Dominique, James e tutti gli altri. Perchè vivono in me e sono sempre stati loro ad avere le redini di tutta la faccenda.
Perchè alla fine ci credo davvero che un sorriso, un semplice sorriso fatto dalla persona giusta possa salvarci da tutto ciò che incarna un Dissennatore. Che a volte un sorriso può salvare un'anima, più che una vita.

With love & smile,
Andie. :)

   
 
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