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Autore: missgenius    14/08/2014    5 recensioni
Natasha uscì dal bagno.
''Ho un ritardo.'' Disse
Clint alzò gli occhi dal libro che stava leggendo a letto. Lei era sempre stata puntuale come un orologio svizzero.
''Cosa??''
''Ho. Un. Ritardo.''
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Natasha cercò di pensare a tutto quello che era successo prima di arrivare a quel punto. Preferì sorvolare sulla prima parte per concentrarsi sul momento in cui avevano scoperto di aspettare lei. 
Avevano una certa influenza a quanto pare sul personale dell' ospedale. Certo non era da tutti far spostare una macchina per le ecografie in una stanza di rianimazione. Ma per far scoprire agli agenti Barton e Romanoff, membri del team di supereroi che aveva salvato il mondo da un invasione aliena,  di che sesso era il loro figlio tutto fu possibile. Distesa nel lettino accanto a Clint, una mano stretta alla sua ancora attaccata alla flebo, aspettò con pazienza che l'infermiera ripetesse le solite azioni a cui era già abituata, ovvero mettere il fazzoletto sotto il ventre, il gel freddo sullo stomaco e aspettare che le prime immagini a colori comparissero sullo schermo.
Quando qualcosa di rosa iniziò a spuntare Clint le strinse la mano.
Piano piano un visino tondo tondo comparve.
''Si sta...succhiando il pollice?'' disse Natasha guardando la piccola manina stretta a pugno davanti la bocca.
Clint era... Non avrebbe nemmeno saputo spiegare come si sentiva. 
Come se finalmente un pezzetto di sé che nemmeno sapeva di avere stava tornando al suo posto nel suo cuore. Era ipnotizzato a guardare suo figlio.
'' Ed ecco qui la parte che ci interessa...'' l'infermiera spostò la sonda cambiando angolazione all'inquadratura.
''È una bambina... '' disse Clint con la voce ridotta a un soffio.
''Già...i miei auguri.'' disse l' infermiera con un sorriso rivolgendosi a loro. ''Volete vederla ancora un po'?''
''Sì per piacere.'' Natasha si rese conto con una punta di emozione che sarebbe potuta rimanere lì a fissare la sua.... Bambina, per ore ed ore.
''È...è bellissima. Ha il tuo naso.'' disse Clint dopo qualche secondo di silenzio.
''Possiamo avere una fotografia?'' 

Dopo la miracolosa e a detta di molti inspiegabile, veloce ripresa di Clint, gli avevano concesso di passare il resto della convalescenza a casa, insieme alle sue donne. La bambina qualche settimana prima aveva deciso che era giunto il momento di farsi sentire. La prima volta che la sentì muoversi, rimase ferma immobile, come se la bolla di gioia incontrollata in cui si trovava potesse esplodere da un momento all'altro. Chiamò Clint, e dirigendosi piano verso la camera da letto, avevano aspettato pazientemente con la sua mano sul ventre, una buona mezzora priama che la principessa decidesse di salutare anche papà.
Beh, questo era successo settimane prima. A pochi giorni dal parto, diciamo che le notti di Natasha non erano delle più quiete.
Stando attenta alla ferita, si posizionò col capo sulle ginocchia di Clint.
''Ti prego dì a tua figlia che appena uscirà potrà iscriversi a tutti i corsi di danza che vorrà, ma che ora sua madre ha bisogno di dormire almeno un po'.'' 
Con una mano si strofinò gli occhi.
Clint la guardò con un po' di apprensione, ma subito dopo un dolce sorriso gli increspò le labbra.
''Posso provarci, ma non ti assicuro che verrò ascoltato.'' le lasciò un bacio sulla tempia.
Anche senza poggiare la mano, i movimenti della bambina erano ben visibili.
''Ciao piccolina...sono papà...''
Al suono della sua voce, la bimba si fermò. Nat sorrise, ancora con gli occhi chiusi.
'' Non devi far stancare tanto la mamma. Non è tanto carino non farla dormire, perché poi diventa tanto nervosa e allora ci deve pensare lo zio Bruce a farla calmare. Quando uscirai, giocheremo insieme. Poi ci sono anche i cuginetti con cui giocare, Howie e Katie. Ma ora è il momento che dormi un po' anche tu, così la mamma si riposa. Tra poco la potrai vedere anche tu, e sono sicuro che ti piacerà tanto quanto piace a me. È la mamma più bella del mondo!''
Natasha gli diede una cuscinata, ridendo.
Lui fece il finto offeso, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
''Ehi, è vero!''
La guardò negli occhi, sorridendo.
''Grazie..'' disse infine Natasha dopo qualche secondo di silenzio.
''Ok, allora buonanotte Dorothy.''
Natasha sorrise, guardando in alto.
''Willermina''
''Philippa''
''Enrichetta''
''Thorina!''
Natasha non riuscì più a trattenersi scoppiando a ridere.
''Che c'è? Ho sempre sognato di chiamare mia figlia col nome di una divinità norrena!''
Natasha gli diede un' altra cuscinata.
''Sei uno stupido!''
''No, sono solo molto innamorato... Di voi.''
Delicatamente posò le sue labbra su quelle di Natasha che istintivamente lo strinse a sé.
La bambina cominciò di nuovo a scalciare. Lei si allontanò con un sorriso.
''Papino, credo che ti sei dimenticato di qualcuno...''
Clint afferrò subito.
''Oh, giusto! Scusami, tesoro, ma la mamma mi fa distrarre.''
Si abbassò col volto fino all'enorme pancione, sollevò la maglietta e vi posò un bacio.
''Buonanotte, piccola Edith.''
Natasha lo abbracciò forte, per quanto potesse.
''Edith Alexis Barton. Suona proprio bene.''


Quella mattina era iniziata al solito, con le innumerevoli andate al bagno e il dolore alla schiena. Certo, al solito, se non fosse stato per l'assurdo dolore alla schiena, e le acque che le si erano rotte sull'ascensore,diretti in ospedale, con uno Steve che era diventato color porpora e Tony dall'altoparlante che stava dando di matto per la tapezzeria che aveva appena cambiato, irrimediabilmente rovinata.
Beh, non bisognava essere esperti per capire che era entrata in travaglio. Con Clint, visibilmente alterato come se gli avessero fatto una doccia fredda, al suo seguito, la portarono in una stanza, dove avrebbe aspettato, aiutata dall' ostetrica, che si fosse dilatata abbastanza. 
Le contrazioni ormai erano una dietro l'altra, quando l'infermiera Catherine le disse che poteva spingere. Ogni spinta era una stritolata alla mano di Clint, che aveva preferito mettersi in modo da non dovere vedere proprio tutto. In effetti era pure leggermente impallidito.
Natasha ormai era completamente bagnata di sudore, era stanca e voleva semplicemente finire al più presto.
''Dai, Natasha, alla prossima conto fino a tre e spingi, ok? Uno, due, tre!''
Nat prese fiato, ansimando e spinse con tutte le sue forze. Un urletto le sfuggì dalle labbra.
Clint era ancora al suo fianco, non lamentandosi del fatto che la sua mano era diventata viola.
''Dai, Nat, stai andando benissimo, tesoro. Ancora pochi minuti e tutto sarà finito e potremo stringere Edith. Dai, lo so che ce la puoi fare. Abbiamo affrontato di peggio...''
Le scostò un ciuffo di capelli dalla fronte sudata.
Lei lo guardava, mentre prendeva fiato aspettando la prossima contrazione.
''Grazie di essere qui con me...'' ansimò.
''Ti amo, lo sai vero?''
Lei sorrise, anche se sembrò più una smorfia.
''Credo di essermene accort..aaaaa!''
''Natasha, c'è un piccolo problema.''
L'allarme crebbe in tutti e due.
''Che problema?'' fu Clint a parlare
''Niente di grave, ma la bambina non riesce a scendere bene. Dobbiamo farci aiutare dalla natura, devi alzarti in piedi. La forza di gravità dovrebbe aiutarla.''
Natasha annuì.
Mise una mano sulle spalle di Clint e si mise in posizione eretta.
''Devi muovere lentamente i fianchi, come se stessi ballando un lento. Ce la puoi fare?''
''Credo... Credo di sì.''
''Clint, aiutala. Come se ballaste.''
Lui annuì deciso.
Nat gli cinse il collo con le braccia e poggió stanca il volto sulla sua spalla. Lui le cinse i fianchi con delicatezza, e iniziò a muoversi a tempo di un lento immaginario, seguito docilmente da Natasha.
''Sai a cosa sto pensando?'' le parlò a bassa voce all'orecchio.
''A cosa?'' rispose lei in un bisbiglio stanco.
''All'ultima volta che abbiamo ballato così. Ti ricordi?''
Lei annuì stanca, sorridendo.
''Intendi alla serata di gala di Tony, la stessa serata dove probabilmente è stata concepita Edith?''
'' Proprio quella. É stata una serata molto... piacevole.''
Dondolavano ancora.
'' Non fatico a crederlo. Eravamo ubriachi fradici.''
''Ecco perché è stata concepita lei. Una bellissima dimenticanza. Ecco tutto finisce come inizia. È stata creata ballando, e sta nascendo ballando. Il ciclo della vita. Che meraviglia.''
Lei sorrise a tutte quelle chiacchiere.
Fece una pausa, prima di continuare.
''Lo rifaresti?'' una nota speranzosa aleggiava nella sua voce.
Natasha lo guardò in viso.
''Penso proprio di si, ma questa volta con cognizione di causa.''
Lui la baciò, allontanandosi immediatamente dopo a causa di una contrazione.
L'infermiera Catherine la fece distendere nuovamente sul lettino.

''Ecco, Natasha ci siamo, vedo la testa. Clint vieni a vedere tua figlia!''
Clint un po' titubante aveva fatto due passi in avanti. E tra lo sconcerto e la gioia aveva guardato quella testolina uscire fuori, tra le urla di Natasha.
''Nat, ha i capelli rossi! Dai piccola, un ultimo sforzo, tesoro!''


Quando quel pianto disperato si fece strada tra i suoi sensi, aprì subito gli occhi, annaspando per vederla, quasi fosse aria. Quando gliela misero in braccio, quel piccolo esserino viola, con un ciuffo di capelli rossi in testa, iniziò a piangere. E piangere. Come se non potesse fare altro nella vita. Clint accanto a lei non riusciva a dire niente solo ammirarle sgomento.
''Vuoi tagliare tu il cordone?''
Lui ancora intontito disse di sì, meravigliandosi della forbice tremante tra le sue mani.
E quando l'infermiera Catherine la prese per lavarla e pesarla, Natasha sentì un terribile vuoto al petto. La voleva di nuovo. La voleva vicina, la voleva tenere, e abbracciare e guardarla, e proteggerla e amarla per tutto il resto della sua vita
Ecco cosa significa essere madre.
Mezzora dopo, le avevano portato la bambina avvolta da un lenzuolino rosa. Pulita e profumata, l'aveva accolta in seno, guardandola meravigliata. Come potevauna cosa così piccola avere già un così forte ascendente su di lei? Anzi su di loro, alzando un attimo gli occhi su Clint adorante accanto a lei.
La bambina,ancora con gli occhi chiusi ricominciò a piangere.
Natasha guardò allarmata l'infermiera, non sapendo che fare.
Lei sorrise comprensiva, non era la prima mamma inesperta che vedeva.
''Ha fame..'' disse semplicemente.
Natasha la passò a Clint che, sorpreso, la prese con due mani tenendola a mezz'aria.
Natasha abbassò la maglietta e aprì il reggiseno.
Riprese la bambina e se la portò al seno in un movimento naturale, come se lo facesse da sempre.
Quando la sua boccuccia incontró il suo seno, provò un emozione che non aveva mai sperimentato prima. Quando la bambina iniziò a succhiare , mettendo su un espressione beata, sentì che il suo cuore poteva scoppiare da un momento all'altro. Troppo, troppo amore.
Clint le guardava estasiato.
''Siete...bellissime.'' disse con voce rotta dall' emozione.
L'infermiera Catherine li lasciò soli, dando alla famigliola un po' di intimità.
Quando Edithf fu soddisfatta, si staccò dal suo seno e facendo un piccolo sbadiglio aprì gli occhietti, rimasti fino a quel momento rigorosamente chiusi.
Un paio di occhietti grigi, come il mare in tempesta.
Gli stessi occhi dell'uomo accanto a lei, che ora erano lucidi e minacciavano di esplodere da un momento all'altro.
E fu in quell'istante, mentre sua figlia la guardava negli occhi a volerla studiare, che capì.
Sì, in quell'istante capì il perché.
Perché era stata abbandonata da sua madre, perché era cresciuta non conoscendo cosa fosse vivere, perché era diventata un'assassina, perché aveva quasi rischiato di morire tante di quelle volte, perché era entrata a far parte dello Shield, perché aveva sposato Clint, perché lo amava.
Il perché era davanti ai suoi occhi, avvolta da una copertina rosa.
Tanti anni di dolore, rinunce, perdite.
Tutto scompariva di fronte a sua figlia.
La sua bambina.
La sua piccola Edith Alexis.
La sua gioia di vivere.
Strinse forte la mano di Clint.
Lui la baciò.
''Grazie, sono l'uomo più fortunato del mondo ad avervi. Sono fiero di te. Ti amo, ti amo così tanto.''
Guardò di nuovo la bambina che ora guardava lui.
''Ciao Edith, sono il tuo papà.''
Sorrise all'espressione annoiata della bimba.
''Lo so, forse ti aspettavi di meglio, dopo aver visto la mamma...''
Natasha rise.
Lui le prese una mano e se la portò alle labbra. 
''Grazie per nostra figlia.''
''Grazie a te per avermela data. Ti amo anche io.''
Ritornò a fissare la bambina.
Erano una famiglia ora.
Era strano. Ma le piaceva.
Oh, sì, le piaceva tantissimo.





Angolo dell'autrice pazza (che sono io!!!)
O MIO DIO! Non posso credere di aver finito! Dopo più di un anno, questa storia è giunta al termine. O mio Dio veramente! Mammamia, questa storia lo amata veramente tanto e ci ho messo tanta tanta passione. Questa storia non sarebbe mai nata se non fosse stato per le bellissime storie di Paoletta, che sono state anche la causa della mia iscrizione a EFP...ed è proprio a lei che va il mio speciale ringraziamento come al solito, per l'incoraggiamento e la sua fedeltà nelle recensioni che mi hanno fatta tanto felice. Ringrazio inoltre Thiare e nali88 per le medesime ragioni, e tutti coloro che hanno recensito, preferito, seguito o anche solo letto. Ehi il primo capitolo ha più di 2300 visualizzazioni!!! Grazie mille a tutti voi!! Spero che questo epilogo vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato tanto quanto mi ha emozionato scriverlo. Spero che vogliate essere così buoni da non farmi andare via senza nemmeno una recensione, anche una piccola piccola, almeno per dirmi i vostri pensieri finali! Pleaseeeeeeeeeee!! Mi farete tanto tanto felice!!!
Ragazzi vi salutooooooooooo!!!!
  
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