Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    14/08/2014    2 recensioni
Eren si guardò attorno, colpito e spaesato al tempo stesso. La Sala Grande era davvero enorme e mai se la sarebbe immaginata tanto ricca ed ordinata. Quattro lunghe tavolate la arredavano, accompagnate da panche in legno massiccio dove gli studenti degli anni superiori avevano già trovato posto ed ora fissavano i nuovi arrivi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Dopo un lungo ed estenuante viaggio in treno - in cui Armin non aveva smesso un solo istante di parlare di piante acquatiche e centauri - si sentiva affamato; sapeva, però, di dover superare la prova del Cappello Parlante, prima di potersi accomodare al proprio tavolo ed indugiare sul banchetto.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger, Irvin Smith, Mikasa Ackerman, Rivaille, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Mikasa Ackerman-
Eren gettò una occhiata emozionata alla sorella, picchiettandole una mano sulla schiena -Vai! Tocca già a te!- mormorò, osservandola orgoglioso. La ragazza gli rifilò un leggero sorriso distaccato, prima di dirigersi verso lo sgabello malmesso.
Mikasa non guardò in faccia nessuno: il suo sguardo era concentrato sul Cappello Parlante e si distrasse soltanto quando un ragazzo alto, dai capelli corti e di un colore biondo scuro, si chinò sul suo viso per sussurrarle -Ciao! Sei molto...mh...cari- mh...grazios....insomma, quello! Posso mandarti un gufo? Così ci sentiamo-
lei, ovviamente, non l'aveva degnato di risposta: chissà perchè quel ragazzo con la faccia da cavallo ci teneva tanto a scriverle...Non le interessava, ovviamente. Mikasa si accomodò sullo sgabello, afferrandone il bordo sotto le dita sottili. Rimase in silenzio, mentre nella sua testa andava rimbombando una squillante voce.
"Umh, una signorina davvero promettente. Mikasa ti chiami, giusto?" la ragazza sentì un leggero fastidio alle orecchie, mentre il Cappello proseguiva nella sua indagine "Promettente, molto promettente. Intelligente, leale e sicuramente affidabile. Un coraggio non indifferente, devo dire. Dove potrei collocarti, vediamo...." un altro ronzio arrivò ad interrompere per qualche attimo le parole del copricapo magico "Mh, molto difficile...tu hai richieste, mia cara? Hai preferenze sull'una o sull'altra casata? Perchè grazie alle tue doti ti adatteresti a tutte e quattro"
Mikasa finse di pensarci su per un istante, prima di replicare "Una richiesta, sì. Lo  vedi quel ragazzo lagglù? Quello coi capelli castani, vicino al caschetto biondo. Ecco, vorrei che lui fosse smistato nella mia stessa casata" sussurrò, interrotta solo dal leggero ridacchiare del Cappello
"Mia cara ragazza, non funziona così. Io sono deputato a smistarvi nelle quattro casate in base alle vostre caratteristiche; non posso certo accontentare ogni capriccio passeggero, nè scegliere in base alle amicizie! Ognuno di voi è diverso e verrà smistato nella casata che più riterrò opportuna" sussurrò, interrotto però dal ringhiare della ragazza.
Mikasa aveva assunto un'espressione severa e per nulla accondiscendente "Facciamo così...se non lo metti nella mia stessa casata...ti scucio! Ti strappo e ti riduco a brandelli e nessuna magia potrà mai rimetterti a posto, parola mia!" sussurrò, la voce talmente asciutta e decisa da non lasciar spazio a dubbi. Il Cappello si trovò improvvisamente spiazzato.
"Non puoi dire sul serio, ragazzina. Io sono..un Cappello magico vecchio di centinaia di anni! Un po' di rispetto, insomma!"
"sono serissima!" la giovane si concentrò sulla propria immaginazione, figurandosi il Cappello rotto in più punti, semidistrutto, calpestato e gettato in pozzanghera, sottoposto alle angherie del maltempo "Farai questa fine, promesso!"
Il Cappello parve rimuginarci su qualche attimo "E va bene, va bene! Basta, per favore! Sono d'animo sensibile e facilmente impressionabile, io...metterò il tuo amico nella stessa casata, contenta? ora smettila di mostrarmi questi orrori!" supplicò.
Mikasa annuì, soddisfatta, lasciando scemare quell'immagine che tanto aveva turbato il vecchio oggetto, riprendendo a dire "E vorrei anche un'altra cosa! Vedi quel ragazzo là, con la faccia da cavallo?" chiese, accennando al tizio che poco prima l'aveva fermata "Lui, invece...non lo voglio tra i piedi! Ricordatelo bene, eh..."
"Certo, certo..."assicurò il Cappello Parlante, prima di sentenziare -Grifondoro!-
Mikasa scese dallo sgabello, riprendendo a marciare serafica verso il tavolo della propria e nuova casata, da cui era partito un piccolo applauso di incoraggiamento. Le matricole si aprirono a ventaglio, per lasciarla passare...soltanto il ragazzo con la faccia da cavallo si fece avanti, tentando di bloccarle il passo
-Ah...io volevo dirti che...sei stata molto fortunata, Grifondoro è una bella casata e...ah, ecco...mi chiamo Jean e spero di essere con te, dopo...posso sedermi vicino a te?- balbettò, ricevendo in cambio soltanto una occhiata scocciata
-Levati dalle pluffe!- ringhiò Mikasa ricacciandolo indietro ed affrettandosi a prendere posto.
Davanti allo sgabello, il professor Smith sentenziò -Armin Arlert-

Armin sedette tremante, le mani allacciate in grembo in un gesto nervoso. Non aveva idea di dove sarebbe finito, ma sicuramente non gli sarebbe dispiaciuto essere assegnato a Grifondoro. Almeno avrebbe potuto contare su Mikasa come punto di riferimento. Non appena il professor Smith gli mise il cappello sulla testa, percepì un leggero ronzio
"Arlert eh? Ho conosciuto i tuoi genitori. due persone molto talentuose, davvero..." attaccò il Cappello, senza lasciar tempo all'altro di replicare "E tu sembri essere sulla loro stessa strada. Bene, molto intelligente, vedo...voglia di applicarsi e di apprendere"
Armin rimase in silenzio, trattenenedo il respiro, mentre l'oggetto proseguiva senza indugio "Credo di sapere benissimo dove collocarti!"
-Corvonero!- sentenziò, lasciando libero il ragazzino di scivolare giù dallo sgabello e correre verso il tavolo della sua nuova casata. Armin cercò di trattenere un moto deluso: non era riuscito a finire in Grifondoro, ma non tutto era perduto...forse il Cappello avrebbe smistato Eren nella sua stessa casata...almeno avrebbe avuto una persona amica accanto a cui prendere posto. Immerso in questi ragionamenti, si accorse a stento della professoressa di Cura delle Creature Magiche che, salita in piedi sul proprio scranno, stava sventolando le braccia verso il tavolo di Corvonero
-UHH, fantastico! Un nuovo Corvonero! Evviva...- l'entusiasmo della professoressa Hanji non fu soffocato nemmeno dalle occhiatacce degli altri docenti. Sembrava che l'opinione altrui non le interessasse minimamente, anzi! La sua concentrazione era tutta per il tavolo della propria casata -Avanti ragazzi! Una bella ola per il nuovo Corvonero! tutti su con le mani!- nessuno degli studenti  accolse quell'invito: qualcuno finse di dover leggere, qualcun altro si mise a fissare il soffitto. Solo un paio di persone sollevarono le braccia, come ad accontentare la capocasata.
Armin prese posto accanto ad una ragazza, paonazzo in volto. Era in Corvonero da meno di due minuti e già aveva rimediato una figuraccia colossale.
-è pazza quella! Non farci caso...è svitata!- sussurrò la sua vicina, senza nemmeno guardarlo in volto -Pare che sia una specie di maniaca delle Creature Magiche. Mia madre mi ha raccontato che lavorava come Magizoologa, prima...ha condotto un sacco di esperimenti sugli ippogrifi prima di venire qui, a Hogwarts!-
Armin tornò a fissare la professoressa, che qualcuno era riuscito a far sedere. Gli occhiali le davano un'aria distinta, da studiosa, ma il suo vero carattere era appena emerso. La vide giocare con una forchetta, intenta ad infilzare un tovagliolo piegato davanti a sè.
-Sì, non mi sembra molto a posto- mormorò il biondo, ma la compagna di classe non lo stava più calcolando. Sconsolato, tornò ad osservare lo smistamento, nell'esatto momento in cui Erwin Smith chiamava
-Sasha Braus-

Una ragazza dai capelli castani si avvicinò al cappello, sedendosi cautamente sullo sgabello. Non fece ovviamente caso al ronzio che le rimbombò in testa, intenta come era a sgranocchiare una cioccorana.
"Sasha Braus? Un cognome nuovo, devo dire...i tuoi genitori erano dei maghi?" chiese il Cappello, ottenendo in cambio uno scuotere del capo
"No, sono persone normali. Mio padre fa il pescivendolo e mia madre la casalinga" sussurrò la ragazza, tornando a mangiare il dolcetto "Per curiosità, quanto ci vuole per questo smistamento?"
"Il tempo necessario, mia cara...vediamo, vedo in te uno spirito libero, indipendente. Sei coraggiosa, sì...e altruista e..."
"è vero che ci sarà un banchetto alla fine dello Smistamento?"
"E...sì, infatti. C'è sempre un banchetto, all'inizio dell'anno. Perchè ti interessa tanto?"
"Perchè ho fame"
Il Cappello parve quasi indispettito "Ma...come?! Io sto cercando di assegnarti ad una casata e tu....pensi a mangiare? Lo sai che dalla mia scelta dipende il tuo futuro?"
La ragazza annuì tornando a mangiare il suo dolcetto "Si, ma non mi interessa...io voglio mangiare. Ci saranno i muffin? E i tortini di cioccolata calda...? Mia zia cucina dei pudding fantastici! Ho sentito dire, sul treno, che esistono delle caramelle con tutti i gusti del mondo! Io le voglio assaggiare tutte!" il Cappello sperò che terminasse quella lista assurda, ma la studentessa non parve disposta a fermarsi "E vorrei anche dell'arrosto con patate! Moltissime patate! Oh, ed i tramezzini che compro da Tesco, quelli sì che son buoni! Avete anche dei...." il Cappello decise di non lasciarle terminare la frase.
-Grifondoro!-

Come Sasha corse via, il professor Ackerman si fece avanti, sfoderando la bacchetta di mogano scuro. -Tergeo!- sentenziò, puntando l'arma contro lo sgabello, su cui la ragazzina aveva lasciato tracce di cioccolato molliccio e briciole di biscotto. Immediatamente, i residui di cibo iniziarono a dissolversi, sostituiti da scintillanti bolle di sapone.
-Non riesci proprio a trattenerti, eh?- sussurrò Erwin, in un moto divertito.
Levi gli scoccò un'occhiata scettica, dondolando leggermente il capo -No. Non hai visto quanto era sporca? Se c'è una che ha i pidocchi....è proprio quella lì. Per fortuna non è finita nella mia casata o avrei passato ogni ora libera a pulire la Sala Comune-
-Perchè? Non è quello che fai già di solito?- Erwin sogghignò, tornando a controllare i nomi sulla lista, prima di chiamare -Marco Bodt!-
Un ragazzo timido uscì dalle fila degli studenti, urtando inavvertitamente Jean e borbottando una rapida scusa, prima di sedersi sullo sgabello appena pulito. incrociò le mani in grembo, le nocche bianche per la tensione.
"Bodt, mh...ho già sentito questo nome. Non sarai mica il figlio di ...quel Bodt, vero?"
"Mio padre...ha frequentato Hogwarts, sì. è un Auror, signore...." biascicò il ragazzino, mentre il Cappello prendeva a frugargli nella testa.
"Sei molto talentuoso, anche tu. Vedo desiderio di apprendere e di crescere. Molto leale e conosci i tuoi limiti. Vediamo, dove potrei collocarti...."
"Papà vorrebbe vedermi a Tassorosso, signore. Lui era di quella casata...e anche mia madre..."
"Mh, Tassorosso ti starebbe indubbiamente bene, ma vedo un potenziale studioso in te....mi sembri un tipo a posto, quindi"
-Corvonero!-
Quell'affermazione, ovviamente, scatenò di nuovo la gioia della professoressa di Cura, che si mise a ballare sulla seggiola; rischiò di ribaltarsi e cadere addosso al custode, intervenuto per impedirle di finire dritta sul tavolo dei professori.
Marco scese dallo sgabello, rifiutandosi di vedere lo spettacolo entusiasta della docente ed accontentandosi di cogliere le urla del preside Pixis, che andava inveendo con un -Professoressa Zoe, le ordino di sedersi! Devo pietrificarla perchè lei mi ascolti?!-
Il ragazzo scivolò rapidamente verso il tavolo della propria casata, andando a prendere posto accanto ad Armin e rivolgendogli una occhiata perplessa.
-Ma...fa sempre così, quella?- chiese, indicandogli Hanji, ancora persa tra le proprie urla di giubilo.
-A quanto pare- fu la risposta del biondino, che chinò immediatamente il capo, fingendo di leggere un libro invisibile -Ignoriamola, è meglio...se siamo fortunati la interneranno al San Mungo entro un paio di giorni-
Nel mentre, un giovane massiccio e piuttosto alto si era fatto avanti, invitato dal professor Smith a prendere posto sotto al Cappello Parlante.

"Ah, ti chiami Reiner Braun. Interessante...sei imparentato con i Brown di Edimburgo?" chiocciò il copricapo, mentre reiner scuoteva la testa con tanta forza da rischiare di farlo volare via.
"Nossignore! I miei genitori sono  Babbani; non ho parenti nel mondo magico!"
"Strano, eppure avrei detto che somigliavi a Paul Brown, del quarto anno!"
Di nuovo, Reiner negò con un vistoso cenno del capo. IL cappello si sentì sballottolare a destra e a manca, tanta era la forza e la confinzione che il primino metteva in quel semplice gesto
"Basta, basta! Mi verrà il mal di mare, smettila!" supplicò l'oggetto, sbuffando dalla bocca di tela grezza "E poi non riesco a concentrarmi! Allora, dove vorresti finire?"
"Che ne so...non conosco praticamente niente di questa scuola. Fai te, ok?"
"Vediamo, potrei metterti in tassorosso....mi sembri un grande lavoratore, molto forte ed affidabile. Oppure...mh, vedo coraggio e disponibilità al sacrificio. Che ne dici di Grifondoro?"
"è indifferente, dico..." fu la replica del ragazzo, che prese nuovamente ad occhieggiare verso il gruppetto di primini ancora in attesa. Il suo sguardo incrociò quello di una alunna bionda, molto graziosa. "Ehi Cappello...sai mica dove finirà quella bella ragazza là?" chiese, con un cenno del capo. Il Cappello strinse le tesa attorno alle tempie, sforzandosi di non cadere.
"No, non l'ho ancora smistata! Come faccio a saperlo?"
"Non lo so, accidenti. Sei un cappello magico, no? fai qualcosa di...magico!"
"Eh? per chi mi hai preso? per una tazzina da the o una sfera di cristallo? Rivolgiti al docente di Divinazione per quello, io faccio solo il mio lavoro!" concluse il Cappello, sconsolato "Sei piuttosto sveglio e intelligente, ma se ti metto in Corvonero dovrò sorbirmi di nuovo le follie di quella tizia là che balla sui tavoli" aggiunse, riferendosi alla docente di Cura "per cui credo sia meglio...."
-Grifondoro!-

Il professor Smith spiegò meglio la pergamena, con un rapido movimento del polso, andando a leggere il nome successivo.
-Berthold Fubar- scandì, mentre un primino, massiccio quanto il precedente, prendeva posto sullo sgabello malmesso ed indossava il Cappello Parlante.
"Fubar, mh...da dove vieni?"
"Dal Galles. La mia famiglia è abbastanza numerosa; siamo Purosangue e...forse ha avuto il piacere di conoscere qualche mio cugino, che..."
"Sì, sì...quello che è!" tagliò corto il Cappello, prendendo a sondargli la mente. Berthold colse un leggero formicolio al capo, che si spense quasi subito, sostituito da un "No, no! Come posso fare il mio lavoro, se mi deconcentrate così?!"
Un fantasma schizzò davanti agli occhi di Berthold, lasciandolo stupefatto: aveva una forma quasi tondeggiante, del tutto inconsueta per un'anima; da quanto aveva letto sui libri, i fantasmi possendevano, grosso modo, sembianze umane. Assottigliò lo sguardo, sforzandosi di cogliere maggiori dettagli. In realtà, quello che sembrava una palla, non era altro che un capo umano: un volto allegro, contornato da capelli arruffati e legati sommariamente in due codini, stava galleggiando accanto ai due professori.
-Io...lo so chi sei! Sei Isabel Quasi-senza-corpo!- esclamò il primino, ottenendo un sorriso dalla testa galleggiante nel vuoto.
-Quasi-senza-corpo?- chiocciò il volto fluttuante, abbassando gli occhi per un attimo -In realtà, il corpo non ce l'ho proprio più...ma non mi trovi carina lo stesso?- chiese la fantasma, tornando a volteggiare nell'aria. Berthold non rispose, sforzandosi di ricercare le giuste parole: come si poteva definire "carina" una testa morta, completamente priva di tonco, braccia e gambe?
-Isabel... ci mancavi tu! Non puoi sparire un altro po'? Viene notte con 'sto Smistamento!- il professor Ackerman si fece avanti, agitando una mano per scacciare la fantasma; quest'ultima, tuttavia, non parve affatto cedere: prese a svolazzargli accanto, girandogli di continuo attorno alla faccia.
-UHH, Fratellone! è tantissimo che non ti vedo! Come sono andate le vacanze? Eh? Eh? EHHH?- squittì Isabel all'improvviso, continuando a fluttuargli attorno.
-Sono...andate, come sempre! Ora che lo sai, ti puoi levare cortesemente dai piedi, così finiam...- Levi fu costretto ad interrompersi, quando la professoressa di Cura - scavalcato il tavolo dei docenti - corse avanti per abbracciare la testa fantasma.
-Un fantasma..AAAAAAAAAAWWWW...- urlò teneramente, tendendo le braccia per poter stringere Isabel Quasi-senza-corpo tra le proprie dita -Fatti toccare! Sei così...trasparente!- gridò, piegando le dita per cercare di agguantare le gote paffute della fantasma. Le sue mani, però, non incontrarono affatto la consistenza incorporea del fantasma, ma quella carnosa del viso del docente di Pozioni.
-Vattene via o ti ammazzo- ringhiò Levi, al sentirsi tirare le guance da quella squinternata.
Hanji si limitò a sprimacciarlo ancora un poco, prima di liberarlo, con un cinguettio distratto -Ops! Dimenticavo che i fantasmi non si possono toccare!- rise, mentre Isabel tornava a guizzare davanti alla faccia del professor Ackerman.
-Oh, hai una ammiratrice!- canticchiò la fantasma -Ma sai che son quasi gelosa? Insomma! Lei è viva! Ed ha anche un corpo!- la voce stridula si spense, mentre un rumore di risucchio faceva da contorno a quella scenetta: Isabel finse di tirare su col naso -Eppure io ti amo, devi credermi. Sei tanto carino. Posso darti un bacino?- chiese, protendendo le labbra per fingere di soffiare un bacio verso il docente di Pozioni.
-Io non capisco se è seria o ti prende solo in giro- Erwin intervenne, ricavando soltanto un'occhiata scettica del collega.
-Nemmeno io- replicò Levi, indietreggiando rapidamente per togliersi dalla traiettoria dei bacini svolazzanti di Isabel -Non li voglio i tuoi baci. Adesso sparisci!-
Isabel montò un broncio irritato -Ah, è così? Allora...mi metterò a cantare!- ringhiò la fantasma, voltandosi verso la Sala Grande, dove gli studenti si stavano già turando le orecchie con le mani -Nel paiolo cuocerà una serpe acquatica scaglie e denti di dragoni mummie e fiato di streg...-
-Scurge!- Levi puntò la bacchetta verso la testa fluttuante, facendola scomparire con un sonoro *POP* -Oh, finalmente! Che due pluffe! Possiamo finire con 'sto ragazzino?!- aggiunse irritato, mentre il Cappello Parlante si affrettava a decretare.
-Berthold Fubar...direi...Tassorosso!-

Jean Kirstein prese posto sotto al Cappello Parlante, trattenendo l'impulso di calcarselo velocemente in testa.
-Ehi! Cappellooo!- urlò, ignorando i sogghigni che nascevano lungo tutta la Sala Grande
"Non c'è bisogno che gridi come un Troll in amore! Posso sentire i tuoi pensieri!"
Il giovane parve sorpreso "Oh, figo! Allora, ho una richiesta...so che cerchi di smistare la gente in base ai talenti personali, ma...vedi quella bella ragazza col caschetto nero? Quella seduta tra i grifondoro, con quella adorabile sciarpa rossa!"
Il Cappello incrociò lo sguardo di Mikasa: la ragazza si stava rigirando un coltello da carne tra le mani, sogghignando distrattamente; la scorse mimare uno strappo con le mani e poi uno suo diniego deciso. No, evidentemente non gradiva il ragazzo-cavallo nella sua casata.
"Si, ma vedi..." attaccò a dire il Cappello, sforzandosi di apparire convincente "grifondoro non è la casata adatta a te...tu sei molto, mh...mh..."
"Sono molto innamorato di lei! Ti prego...non puoi separarci! Il nostro amore deve ancora sbocciare, ma..."
"No, mi dispiace. Grifondoro non fa per te!" replicò il Cappello, continuando a controllare i gesti di minaccia che Mikasa gli stava lanciando "Vedo in te molta ambizione, sì. Bravura, abilità...vorresti diventare Ministro della Magia, da grande?"
jean annuì leggermente "Oh, si...ma vorrei anche sposarmi la ragazza con la sciarpa rossa! Sono sicuro che mi ama!"
"Beh, ma dovresti concentrarti su obiettivi possibili, per il tuo futuro! Ministro della Magia è ambizioso ma realizzabile...sposare la ragazza con la sciarpa rossa...direi di no!" il Cappello ignorò il piagnucolare sommesso di Jean, consapevole d'avergli dato un grande dolore..e felice, al contempo, d'aver salvato la propria stoffa dalle grinfie di Mikasa "In ogni caso, ho già preso la mia decisione..."
"Grifondoro, vero?" chiese Jean speranzoso, prima d'essere immediatamente smentito dal copricapo.
-Serpeverde!-
A quell'annuncio, il professor Ackerman si parò immediatamente davanti allo studente, puntando la bacchetta di mogano contro il suo petto -Aqua Eructo!- gridò, mentre un getto d'acqua compariva per inondare Jean, con tanta forza da mandarlo a gambe all'aria. Il ragazzino si ritrovò ad annaspare sul pavimento fradicio, aiutato a rialzarsi soltanto da Erwin, che rimbeccò prontamente.
-Ma sei impazzito? Lo vuoi affogare, per caso?-
Levi si ritrasse di qualche passo, sciogliendo l'incantesimo e gettando soltanto una veloce occhiata allo studente che, ancora scosso e barcollante, stava correndo verso il tavolo della propria casata -Aveva una macchia sulla camicia!- si giustificò velocemente, concedendosi una pausa ad effetto, prima di replicare -E comunque....non voglio che gli studenti della mia casata siano lerci!-
-Sì, ma non puoi nemmeno annaffiarli come fossero piante d'appartamento!- Erwin sbuffò, tornando a scorrere i nomi in elenco -Eren Jaeger!-

Eren lasciò il gruppetto delle matricole con riluttanza, avvicinandosi cautamente allo sgabello prima di accoccolarvisi sopra, stringendo nervosamente la stoffa nera della divisa. Sorrise al sentire il ronzio del Cappello nella propria mente, sollevato.
"Finalmente, presto sarò smistato anche io!" pensò, impaziente "Chissà quali profondi consigli mi elargirà il Cap.."
-Grifondoro!- esclamò il copricapo, strappandogli un sospiro sorpreso
"Come?! Gli altri sono stati seduti almeno dieci minuti! Anche io voglio parlare con te, Cappello!"
"Io, invece, non voglio parlare con te...sono stanco ed ho ancora un sacco di marmocchi da smistare...ora via, ciao!"
"Ma ...ma...sono anni che aspetto questo momento! Ok, forse anni no...ma mesi si! Non vuoi chiedermi dove voglio essere smistato, almeno?"
"No...non mi interessa, ho già deciso. E poi...vedi quella ragazza con la sciarpa rossa?" Il Cappello attese un cenno affermativo di Eren, prima di proseguire..."vedi come sta agitando il coltello da carne nella manina? Se non ti metto in Grifondoro mi scucirà e mi userà come straccio per i pavimenti. Quindi non questionare e rendimi la vita facile: Grifondoro"
Eren sbuffò, contrariato "Ma io voglio fare un vero smistamento! Ti prego...chiedimi in che casata vorrei finire!"
"E va bene...in che casata vorresti finire?"
"Mh, non lo so...sono indeciso, mi piacciono tutte. Tassorosso la vedo bene, sono un gran lavoratore. E sono anche intelligente, abbastanza da finire a Corvonero"
"No, credimi, non lo sei affatto. E di Serpeverde, che mi dici?"
"Beh, il capocasata mi sembra essere un po' fuori di testa" sussurrò il ragazzo, sporgendosi in avanti per gettare una occhiata al professore di Pozioni "Non voglio essere annaffiato anche io come il faccia-di-cavallo seduto laggiù!" concluse, tornando a sollevare lo sguardo sul cappello.
"Quindi pensi che Grifondoro ti andrebbe bene?"
"Sì, credo...insomma, sono coraggioso, leale e poi c'è Mikasa che mi terrebbe compagnia!"
"Tutta sta storia per niente! Te l'avevo detto che saresti finito in Grifondoro!" sbottò il Cappello, rifiutandosi di aprire bocca ulteriormente. Eren fu costretto a scivolare via dallo sgabello, sollevato ed amareggiato al tempo stesso.

-Ymir...mh...Ymir...non si legge il cognome!- sentenziò Erwin, mentre una ragazza alta e lentigginosa si avvicinava allo sgabello -Come mai non abbiamo il tuo cognome?-
-Perchè non ce l'ho- rispose lei, con noncuranza, attendendo che il copricapo le venisse calato in testa.
"Ciao Ymir!" esordì il Cappello, aspettando un saluto altrettanto cordiale che, però, non arrivò affatto "Come mai non hai un cognome? A me puoi dirlo..."
"Perchè sono orfana, ok? In che casata vuoi smistarmi?" la voce della ragazza era seccata, quasi graffiante. Il Cappello represse uno sbuffo deluso.
"Ah, d'accordo...allora, vedo che sei una persona ambiziosa, combattente ed attenta...ma anche piuttosto egoista. Tendi a pensare forse troppo a te stessa e..."
"Saresti egoista anche tu, se fossi cresciuto in un orfanotrofio!"
"Beh, mia cara...sono un Cappello, non puoi pretendere che tiri ad indovinare sul tuo passato. Prima di tutto, perchè non hai un cognome? Insomma, anche se orfana dovresti averlo" chiese il copricapo, ricevendo in cambio uno scrollare di spalle.
"Mio padre era un Babbano...ha lasciato mia madre non appena scoperto che era una strega. Non mi ha mai riconosciuta come sua figlia e mia madre è morta prima del previsto, così non ho acquisito nessun cognome. sono finita in orfanotrofio sino ad ora..."
Il Cappello parve pensieroso "Mh, interessante...però..io questa storia l'ho già sentita..continua cara, voglio sapere come va a finire"
Ymir alzò gli occhi al cielo, spazientita, riattaccando poi "Nessuna famiglia mi ha adottato, in tutti questi anni. Mi trovavano troppo bruttina, troppo scontrosa, troppo maleducata...eccetera. Gli altri bambini si divertivano a prendermi in giro, con scherzi stupidi. Ma io mi vendicavo...facevo accadere cose. Cose brutte a coloro che mi facevano del male. Poi il preside Pixis è venuto a portarmi la lettera d'ammissione a Hogwarts. è venuto di persona, per portarmi qui"
"Inquietante! Voglio dire...*coff, coff* interessante, davvero...noto delle orribili somiglianze con...ah, non importa! Vediamo...staresti benissimo in Serpeverde, ma ho come...paura ad assegnarti a quella casata. Forse potrei metterti in Tassorosso, ma di onestà non è che tu ne possieda molta. Difficile, davvero..in Corvonero?"
"Con la professoressa matta? No, grazie"
"In Grifondoro forse, ma non è una scelta che mi convinca molto..." il Cappello sospirò, senza trovare via d'uscita a quella imbarazzante situazione. Sentì la ragazza sbuffare sonorametne ed incrociare le braccia al petto in un gesto stizzito "Beh, ho deciso...so già che mi pentirò di questa scelta..."
-Serpeverde!-

Erwin osservò la ragazzina sgattaiolare via, verso il tavolo della casata verde-argento, prima di apostrofare il collega.
-Com'è che questa non la annaffi?- chiese, mentre Levi dondolava mestamente il capo.
-Perchè dovrei? è pulita..-
Il professore di Storia della Magia si strinse nelle spalle, rifiutandosi di indagare ulteriormente sulle stranezze dell'altro docente, affrettandosi a chiamare -Annie Leonhardt-
Una studentessa bionda si avvicinò allo sgabello, sedendosi con sfrontata eleganza. Accavallò le gambe, ostentando un'aria sicura, prima di sussurrare nella propria testa.
"Allora, Cappello?"
"Allora cosa? Non ho nemmeno cominciato a scandagliare i tuoi pregi e difetti! Datti una calmata!" esclamò il copricapo, sforzandosi di sondare il carattere imperturbabile della bionda "Dunque, vedo in te molta...." attaccò a dire, ma le sue parole vennero immediatamente coperte da uno strillare irritato.
-Levi! Proprio te stavo cercando!- un fantasma salì dal pavimento, piantandosi davanti ai docenti e fissando il più basso dei due. A differenza del precedente spettro, questo possedeva un corpo tutto intero: il volto grazioso era contornato da una massa disordinata di capelli corti, mentre gli abiti spiegazzati e macchiati sembravano essere l'unica testimonianza della fine turbolenta di quell'anima -Isabel si è chiusa di nuovo nel bagno delle ragazze! Sta piangendo come una fontana!-
-Farlan? Oh, per Merlino, non dirmi che sei qui per farmi la predica...- Levi gli gettò un'occhiata perplessa, come se non capisse affatto il nocciolo della questione -E comunque io cosa posso farci?-
Farlan allargò le braccia, in un gesto arrendevole -Non ne ho idea! Dice che è stata colpa tua, però...che l'hai scacciata un'altra volta con un dannatissimo Scurge! Non puoi provare ad essere più gentile con lei?-
-Io sono stato gentilissimo!- il professore di Pozioni ignorò il sarcastico colpo di tosse del vicino collega.
-Seh, come no... dovresti scusarti, sai? Non è educato tirare uno Scurge su un fantasma indifeso come Isabel!-  Farlan mimò un sospiro sconsolato, proseguendo poco dopo -Che avrà mai fatto per meritare una fine simile, poi?-
-Disturbava lo Smistamento- annunciò Levi, picchiettando la bacchetta sul palmo di una mano, nervosamente.
-E allora? Succede sempre, ogni anno...non occorre essere così severi-
-Mi lanciava degli orribili baci incorporei-
-Anche questa non è una novità. Niente di così terribile da meritare uno Scurge, comunque-
-Si è messa a cantare!-
Farlan sgranò gli occhi, incredulo, mentre una sua mano saliva ad arruffare ulteriormente i capelli scarmigliati -Oh, questo è grave.- commentò severo, guardando per un istante gli studenti -I timpani di questi giovanotti se la sono vista brutta davvero. Allora, beh...hai fatto bene, in realtà; ma ricorda di scusarti lo stesso! Non voglio sentirla piangere per i prossimi sei mesi- concluse, prima di fluttuare via, verso il soffitto.
Levi abbozzò un mezzo cenno affermativo -Sì, lo farò- promise, aggiungendo poi sottovoce -Più tardi...molto più tardi; allora, questo verdetto?- domandò, infine, rivolgendosi al Cappello Parlante.
-Oh, giusto...mh, la casata di Annie Leonhart sarà Serpeverde!-
-Anche lei? oh, beh...meglio- concluse il docente di Pozioni,avvicinandosi alla ragazza ancora seduta sullo sgabello -fammi vedere le mani- ordinò, mentre la bionda porgeva immediatamente i palmi -Oh, sono pulite! Bene, puoi andare...- concluse, tornando al fianco di Erwin -Chi abbiamo in lista, ora?-
-Connie Springer!-

Un ragazzino basso e dai capelli rasati corse verso lo sgabello, incespicando un paio di volte prima di capitombolare a terra.
-Oh, scusate...scusate tutti!- biascicò, mettendosi immediatamente a sedere ed abbandonandosi al piacevole ronzio del Cappello Parlante.
"Springer, eh... sei figlio degli Springer di Dublino?"
"No signor Berretto Parlante! Di quelli di Waterford! A Dublino ci sono i miei zii"
il copricapo parve risentirsi un istante "Non sono un berretto...sono un Cappello!''
''Sarà, ma a me pare che lei sia un berretto...posso chiamarla Berretto?''
"No, accidenti..sono un Cappello! E,...oh, lasciamo perdere! Dicevo...gli Spinger sono una famiglia purosangue, no?"
"Sì, quelli di Dublino...mia mamma ha sposato un Babbano però. Sapeva che mio padre gestisce una rosticceria in città? è una delle migliori, fa di quei polli allo spiedo eccezion..."
"Non per offenderti, ma...non mi interessa molto, al momento" il Cappello si limitò a sbuffare, proseguendo poi "Ma perchè tutti i pazzi capitano a me? Ah, non ci sono più gli Smistamenti di una volta!"
"Perchè, come erano gli smistamenti una volta?" Connie non riuscì a trattenere la curiosità: sollevò una mano, andando a pizzicare la tesa del copricapo.
"Una volta...ehi! AHI! ma cosa tocchi?!" esclamò il Cappello, montando un'espressione severa, a cui il ragazzino parve non badare affatto
"Volevo vedere di cosa era fatto"
"ma che idiozia...di tela, no?!"
"Magari era di ecopelle, che ne so..." si giustificò Connie, ascoltando ora il ronzio rimbombargli nella testa "Non ha mai pensato di abbellirsi in qualche modo? Tipo con delle nuove cuciture o delle belle toppe nuove! Qualche brillantino, magari! O dei rametti di cespuglio! Li trovo davvero trendy, i berretti con le foglie! Volevo addirittura comprarne uno, ma mia madre non me lo ha permesso...credo siano tendenza in tutto il mondo Babbano!"
"Senti, sto solo cercando di fare il mio lavoro! Non mi interessano consigli di moda!" il Cappello riprese a borbottare, incessante "veniamo alle tue caratteristiche, ora...sei leale, ottimo lavoratore, amichevole, stupid...volevo dire...stupendo! Molto paziente, affabile...e che altro..."
"Posso andare in Tassorosso?" chiese all'improvviso il ragazzino, lasciando l'antico copricapo di stucco.
"Beh, sì...accidenti, stavo pensando proprio a quella casata! Mi hai letto nel pensiero? O forse hai tirato ad indovinare...? No, non dirmelo...sei tanto maturo da conoscere al meglio i tuoi pregi ed i tuoi difetti, tanto da smistarti da solo!"
Connie scosse il capo, imbarcando un sorriso distratto sulle labbra sottili "Ma no, caro il mio Berretto! Soltanto, trovo che il giallo mi doni tantissimo"
"Ah, ecco...mi sembrava strano...e sia! " gracchiò il Cappello, annunciando a gran voce -Tassorosso!-

-Historia Reiss-
L'ultima ragazza, rimasta in piedi sola soletta, si avviò allo sgabello, stringendo timidamente le mani in grembo e tormentando un fazzolettino bianco e ricamato finemente.
"Buona sera. Sei l'ultima, finalmente!" sospirò il Cappello Parlante, in un tono totalmente arrendevole "Facciamola rapida...dove vorresti essere smistata?"
Historia ci pensò su qualche attimo, studiando la risposta giusta "Dove desidera lei, signor Cappello!"
quella replica, naturalmente, stupì il copricapo magico, lasciandolo a bocca aperta "Vuoi dire che non hai richieste particolari?"
"No signore"
"Nessuna minaccia più o meno velata?"
"Non mi permetterei mai!"
"Nessun capriccio infantile?"
"No davvero!"
"Vuoi andare anche tu ad ingozzarti al banchetto come quell'altra?"
"No!"
Il Cappello parve sollevato "Oh, Merlino! Ti ringrazio d'avermi finalmente mandato una ragazza assennata, aggraziata e gentile...dopo quella accozzaglia infinita di scimmioni pretenziosi e maleducati" si concesse una pausa, per studiare attentamente il carattere della studentessa "vediamo...sei una persona molto leale ed onesta, forse anche troppo. Altruista, senza dubbio...e generosa..e coraggiosa anche..So esattamente dove collocarti!"
-Tassorosso!- il verdetto del Cappello venne immediatamente coperto da un applauso delicato, nato spontaneamente dal tavolo dei professori. la docente di Erbologia si era alzata in piedi e batteva, ora, vigorosamente le mani.
-Brava! Oh, ci speravo proprio...una persona tanto carina nella mia casata, che bello!- chiocciò, incurante delle urla indignate di Connie che, dal tavolo, andava gridando
-QUINDI IO NON SAREI "CARINOO"??-
La professoressa lo ignorò, scavalcando prontamente le seggiole dei colleghi per andare a stringere la mano ad Historia -Benvenuta, mia cara...benvenuta. Sono certa che andremo molto d'accordo, noi due...-
-PERCHé A ME NON HA STRETTO LA MANO?!-
-...e con una studentessa diligente come te, sicuramente quest'anno vinceremo la coppa delle Case!-
-MA PERCHè NESSUNO MI CONSIDERA?!- Connie tornò a sprofondare sulla panca, nascondendo il viso sconfortato tra le mani, mentre Historia si affrettava a prendere posto al tavolo.
Pixis si alzò in piedi, mimando un cenno seccato in direzione di Petra -Professoressa si sieda, per cortesia! Il suo atteggiamento partigiano non mi sembra adeguato, in questo contesto- gracchiò, mentre la giovane donna scrollava incredula le spalle.
-Ma come?! Quella di Cura balla sui tavoli quasi...e io non posso nemmeno salutare i miei studenti?- Protestò la docente, tornando però ad accomodarsi accanto ai colleghi.

Erwin richiuse la pergamena, nascondendola tra le pieghe della tunica, lasciando al collega il compito di riacciuffare il Cappello Parlante e sgambettare verso una porta laterale, per a riporre il magico oggetto. Dalla Sala Grande si levò un boato, quando il preside annunciò l'inizio dello sfarzoso banchetto, ma il professor Ackerman  non ci fece caso, sgusciando via nei corridoi vicini.
-Anche per quest'anno è finita!- mormorò il Cappello, osservando le mura familiari di Hogwarts, tappezzate di dipinti animati ed antiche armature. A tratti, i singhiozzi di Isabel risuonavano per i camminamenti, ma la vecchio copricapo non potevano interessare. Agognava soltanto il proprio scaffale, nell'ufficio del direttore scolastico; sarebbe rimasto là, in una delicata vetrina, ad attendere l'inizio di un altro anno scolastico ed una nuova ondata di primini. Dopo tutto, il suo era un lavoro impegnativo, ma portava via solo qualche ora, concedendogli altri trecentosessantaquattro giorni di assoluto relax! Il Cappello socchiuse appena gli occhi, cercando di mettere a fuoco i dettagli: non ricordava d'essere mai passato per quel corridoio. I dipinti che scorgeva gli erano del tutto estranei -Credo tu abbia sbagliato strada...l'ufficio del Preside è al terzo piano- fece notare, ma Levi si limitò a rifilargli un sorriso soddisfatto ed un semplice -Lo so-
-E allora perchè stiamo andado da questa parte?- chiese il copricapo, senza nascondere la propria preoccupazione -Dove stiamo andando?-
Il professore non rispose, svoltando a destra e fermandosi davanti ad una porta socchiusa, che spalancò con una rapida gomitata. Lasciò al Cappello giusto il tempo di dare una occhiata alla stanza: numerose e minute figure, elfi domestici senza dubbio,  correvano qui e là con ceste di panni sporchi e mastelli stracolmi di acqua e sapone.
-Che significa?!- domandò allarmato il Cappello; Levi si limitò ad un sorriso trionfante, lanciandolo prontamente verso il più vicino catino da bucato.
-Benvenuto in lavanderia!-
 
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Angolino muffoso dell’autrice (parte 2):
Non ho praticamente niente da aggiungere, rispetto all’Angolino Muffoso Uno, se non un piccolo appunto sui cognomi dei personaggi: ricordarli a memoria era decisamente troppo, per cui..mi sono affidata a Google ed ai vari siti wikipediosi per riuscire a ritrovarli..spero, almeno, siano esatti! Ringrazio chi mi ha segnalato la mancanza dei dialoghi (che non erano apparsi per un errore nell'editare la storia..): spero che ora si leggano, ma nel caso...fatemi sapere che li ri-sistemo da capo *_*
 
Ellery
  
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