Xla verso il pc
che ha cancellato tutto: gli do tempo fino
alle 23 di stasera, poi mi attacco alla bottiglia di Bailers e quando
la
finisco gli lancio addosso la bottiglia vuota, più forte che
posso -
Che ero
contentissimo,
Ma non te
l’ho mai
detto che chiedevo Dio ancora… ancora…
Il mio ricordo
ti
verrà a trovare quando starai troppo male,
Quando invece
starai
bene, resterò a guardare,
Perché
ciò che ho
sempre chiesto al cielo:
E’
che questa vita ti
donasse gioia e amore vero in fondo.
[Ed Ero
Contentissimo – Tiziano Ferro]
I
Kiss
You
[IKY]
Il v3cchi0
M@lf0y: @ll’@pp@r3nz@
~ventiquattresimo
capitolo~
Da quella
notte, la notte nella quale Harry, troppo stanco
se non per dormire, diede voce ad un suo piccolo desiderio, anche se
ben concio
che era impossibile; Draco lo sapeva, Harry lo sapeva, ma allora
perché nessuno
dei due riusciva a darsi pace? Perché nessuno dei due sapeva
mettere una pietra
su quella faccenda? Forse… perché nessuno dei due
riusciva a dare pace a se
stesso.
Si erano
chiusi in uno di quei silenzi che sapeva di aria
viziata e che ti faceva venire voglia di battere i piedi per terra fino
a che
il pavimento non cede e a buttare roba contro un muro provando
soddisfazione
quando l’oggetto s’infrange. Harry una volta aveva
avuto il coraggio di sognare
durante una notte
che Draco tirava una cosa dentro il cesso e tirava lo sciacquone. E
quella cosa
era il proprio cuore. Si, proprio quel cuore che giorni addietro,
quando temeva
che Draco si fosse innamorato del cugino che dalla vita aveva sempre
avuto
tutto senza guadagnarselo, si teneva con un filo smesso. Draco da parte
sua non
sapeva se essere in collera o meno ma la cosa più frustrante
era: con chi
esserlo? Non poteva di certo biasimare il suo compagno, dopotutto chi
non
voleva un figlio? Bhè… lui Quasi
ghignò dentro di se quando arrivò alla
conclusione che loro erano troppo giovani anche solo per prendere in
considerazione una cosa simile. Si, quella si che era una scusa
perfetta,
adatta a lui.
Quindi Draco
rimaneva fermo sulle sue convinzioni, certo
che se si fosse messo di punta Harry avrebbe ceduto ed entro tre mesi
massimo,
o minimo, se ne sarebbe completamente dimenticato.
Harry invece
non pensava, preferiva stare dentro la bolla di
ferro e di fango che si era creato dentro. Dentro di se, in modo che le
offese
che avrebbe ricevuto da Draco, perché era certo che la
questione era bollente,
lo avrebbero ferito fuori, ma almeno dentro sarebbe rimasto intatto.
Intatto.
Una strana parola… cosa era intatto nella sua vita?
Harry
appoggiò la faccia sulle cosce di Draco e lasciò
che
lui gli carezzasse i capelli. Tanto sapeva che il biondo non era
lì con la
mente in quel momento; troppo impegnato a pensare come lui gli stesse
rovinando
la vita e robe simili; Bhe, caro principino, sappi che la vita non
è rose e
fiori! Sorrise notando che quelle parole sarebbero stata perfette, si,
ma per
qualche anno prima, quando ancora c’era Tom in giro e la
famiglia Malfoy era
costretta ad ubbidire. In un lampo ricordò una frase:
Gli altri ti
possono
dire qualunque cosa, ma alla fine sei tu che decidi. Non
puoi dare la colpa agli altri se tu fai
le scelte sbagliate.
Non si
ricordava chi l’avesse detta ma per lui era giusta.
Per loro.
Arricciò
il naso. Loro; ovvero noi… di solito quella frase
faceva urlare di gioia il suo stomaco, ma ora gli dava una sgradevole
morsa
all’altezza del cuore. Che lui stesse costringendo Draco? Che
si stesse
comportando come o peggio di Voldemort? Dopotutto l’Oscuro
voleva fedeltà e lui
cosa voleva da Draco? Fedeltà eterna. Improvvisamente si
domandò se Draco lo
amasse o meno e se lui, in primo, lo amava… lo
sperò con tutto il cuore perché
l’unica cosa che lo aveva sempre distinto da quella faccia da
serpe era proprio
quella; la capacità di poter amare. Erano troppo giovani per
poter dire con
certezza ti amo, no?, dopotutto avevano solo quattordici
anni… dire ti amo era
servito… Dio se era stato utile quel ti amo durante la
battaglia finale! Harry
quasi si disgustò da solo per la scelta della parola utile
ma c’era poco da
fare, quella era la verità.
Draco intanto
guardava fuori dalla finestra e solo
vagamente si rendeva conto del tesoro che stava carezzando con le dita.
Era
troppo occupato a riflettere, se dire la verità o meno.
Sperava che Harry, dai
suoi silenzi, potesse capire molto di più che con delle
misere parole; si era
sempre segretamente vantato di poter capire sempre e comunque il suo
cucciolo,
ma ora quelle labbra chiuse non gli dicevano nulla e gli occhi erano
troppo
sfuggenti per poter cogliere qualcosa. Aveva già appurato
che oramai non
servivano a nulla i suoi rimedi, ovvero quello di una bella scopata
che, per
quanto oneste e sane fossero, senza troppe paroline dolci, non
funzionano
soprattutto perché lui per primo, non ne era in vena di
sudare.
Harry decise
di dare una controllatina dentro di se, a quel
cuore straziato che non vedeva più da tanti giorni, troppo,
troppo tempo per
uno come lui. Uhm; le condizioni non erano delle migliori ma aveva
smesso di
sanguinare, all’apparenza, e le corde erano nuove di zecca,
all’apparenza. Ma
in lontananza sentiva come delle gocce che cadono e non si fece
problemi a
concludere la propria visita medica personale con un sorriso a
metà tra il
falso e il malinconico: Draco sapeva prendersi cuore del suo cuore,
ecco perché
era ancora in piedi. Doveva molto a quel biondino.
All’apparenza
era tutto normale.
Harry si
rigirò e Draco, non sentendo più i capelli
corvini
tra le dita, abbassò lo sguardo e si trovò di
fronte ad un grifoncino con un
bellissimo sorriso tra le labbra e per un attimo gli parve tutto come
doveva
essere. Sorrise e per risposta si calò sul suo compagno, che
schiuse le labbra.
Sinceramente…
Si, ce ne erano due. Uno per entrambi.
Plinc…
plinc…
plinc…
Una corda, che
non si vede all’apparenza, stava iniziando a
rompersi. Una di quelle corde che erano state riparate male, da una
persona
disattenta ed ottimista ed una di quelle ferite, una delle
più profonde e
vecchie, aveva iniziato di nuovo a sanguinare, andando mano mano
gocciolando ed
unendo le compagne rosse alle solo amiche sotto di loro, dove erano
raggruppate. Si, si volevano dentro bene loro, tanto che se una cade,
cadono
tutte. Tutte quelle gocce erano delle brave grifondoro. Salti
tu, salto io, si dicevano. Saltano loro… salta
anche Harry,
senza neanche accorgersene. Harry corrugò le sopracciglia,
ma scacciò presto
quel dolore lieve dal petto, perché Draco aveva iniziato a
giocare col suo
labbro inferiore. Lieve semplicemente perché, quel dolore lo
aveva provato
tante di quelle volte che ormai faceva parte di se, forse neanche
poteva
viverne senza.
Semplicemente…
semplicemente perché erano troppo
giovani, avevano ancora una vita davanti e rovinarsela con un figlio
avrebbe
portato solo altre responsabilità. Lui non ne voleva e non
voleva che Harry ne
avesse ancora. Era lui il viziato, non aveva bisogno che nella loro
già
devastata e sudata vita irrompesse un marmocchio che arrivando come una
furia
avrebbe preteso tutte le attenzioni di Harry, lasciando lui solo. Aveva
passato
troppo tempo a vedere i sorrisi di Harry rivolti ad altri, li voleva
solo per
se; i suoi sorrisi, i suoi sguardi luminosi, il suo corpo, le sue
coccole;
Harry era sua e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo vita di
nuovo.
Aveva troppo sofferto nel vederlo su una barella al San Mungo per mesi,
attaccato
a macchine che lo facevano respirare, che lo facevano vivere cazzo!
Tutte le
notti passate al suo capezzale con il respiro in sospeso per ogni suo
possibile
movimento, il volto pieno di lacrime e le occhiaie per la mancanza di
sonno non
erano servite a nulla? Aveva faticato per guadagnarsi Harry ed ora gli
spettava
di diritto. Avrebbe avuto Harry
tutto
per se, anche a costo di andare contro la volontà di Harry
stesso!
Draco s mise
sotto le coperte con Harry, che si teneva a
distanza, dandogli le spalle. – Buonanotte – disse
il moretto, strusciando la
testa sul cuscino, nella speranza che con quel gesto il morbido tessuto
assorbisse tutto, tutto di lui.
Attese che
Draco gli rispondesse, ma non lo faceva da
quella notte, quindi perché avrebbe dovuto iniziare proprio
ora? – Buonanotte –
e sperava che Draco rispondesse, perché il suo silenzio lo
stava mangiando
vivo.
Invece questo
sperava che Harry aggiungesse qualcosa a
quell’annuncio, qualcosa che iniziava per A e finiva per E,
si era giurato che
non avrebbe risposto fino a che l’altro non
l’avesse detto.
La bugia che
rompe
ogni silenzio,
E la bugia che
non
dico solo se non penso.
Questo
silenzio, non
vale neanche una parola,
Ne una sola.
[Stop!
Dimentica – Tiziano Ferro]
Harry chiuse
gli occhi forse ed ispirò il più
silenziosamente possibile e Draco avrebbe tanto voluto abbracciarlo e
mettere
le sue mani lì, proprio lì in mezzo a due
cicatrici che parevano resti di ali
d’angelo. Un angelo buono che era stato strappato al suo
mondo per salvare uno
a cui non apparteneva e, una volta che ebbe finito il suo compito,
l’uomo,
egoista e geloso, lo privò delle ali, così da
poter averlo sempre con se. Dove
siano quelle ali nessuno lo sa, ma Draco sapeva che erano state
bruciate dalla
propria rabbia.
Da quella
notte… Harry non si era fatto più abbracciare. Oh
si, avevano fatto l’amore, se così si poteva
chiamare fingere, ma non bastava.
Non più. E a Draco non veniva altro in mente. Ma Harry a
quanto pare si
schifava a tal punto di lui da non voler avere nessuno gesto che non
abbia a
che fare col sesso… ma visto che lo conosceva bene, Draco
sapeva che Harry si
schifava si, ma di se stesso; magari si riteneva un totale idiota per
quello
che aveva detto quando era troppo stanco per pensare… anche
se Draco era sempre
più convinto che Harry non avesse filtro e che quindi la
ghiaia che aveva in
testa drenava fuori dalla sua bocca come nulla. Draco aveva gli occhi
su quella
bella schiena bronzea e prima ancora di ridirsi quanto erano belle
quelle due
cicatrici sulla scapole,
E
l’attenzione cade
solo sulle cose belle,
Ma poi cade la
neve e
primavera non è più,
E poi cade la
neve e
primavera non è più.
Le storie sono
come
le finestre a primavera,
si aprono
facilmente
e sempre troppo volentieri,
ascoltando il
profumo
di un’estate che si spera.
Arriverà
ma non
arriva e pensi sempre a ieri…
[E Primavera
Non E’ Più – Tiziano Ferro]
Poté
quasi sentire, col tatto, Harry che trattenne il fiato
nel sentire quella mano sulla sua schiena. Quella mano che gli
scatenava la
febbre, piacere… qualunque cosa, ma calda, sempre, e molto,
invece ora… era
fredda. Dove era finito tutto il suo calore? Pareva… pareva
quasi si aver su di
se quella mano che anni prima non aveva stretto. Pareva… il
solito vecchio
Malfoy, quello impassibile, glaciale, indifferente a tutto e tutti
tranne che a
se stesso.
Dalla sua
posizione, ora seduto con le gambe incrociate sul
letto, non aveva il coraggio di girarsi: forse era vero che gli
smistamenti ad
Hogwarts avvenivano troppo in fretta, anche se il suo è
stato anche troppo
lungo per gli standard. Silente gli aveva detto che erano le nostre
scelte a
determinare chi siamo, ma allora lui, per quello che stava per fare,
per
Merlino e Morgana che stava facendo?
-
Draco… - richiamò la sua attenzione, anche se
questo non
faceva nulla per farglielo capire – Volevo solo dirti
che… - ma come; non lo
interrompeva? – Per quello che riguarda noi. Se ci pensi bene
non abbiamo mai
avuto un minuto per noi. Davvero
per
noi – se davvero non lo interrompeva tanto valeva sputare
tutto il veleno che
gli era entrato in corpo – Ne abbiamo passate molte. Divisi e
destinati ad
odiarsi. Eppure… ci siamo scoperti innamorati, ad
amarci… buffo – sorride
scuotendo la testa.
Erano come le
pistole e le manette, una la giustizia e
l’altra l’illegalità; così
diverse… eppure uguali e destinate ad incrociarsi
sempre, e nei momenti più improvvisi. Ma chi
vincerà alla fine?
- Io sono
troppo immaturo, pieno di sogni irrealizzabili –
sbuffò – Troppo piagnone e pretenzioso
d’attenzioni. Insomma, ho anche la
pretesa di volere un figlio con te, quando sono io il primo ad esigere
attenzioni… So come la pensi su certe cose e non avrei mai
dovuto chiedertelo.
Tu, parliamoci chiaro, sei… cazzo… sei diverso
da me – smorfia
– Sin da come sei
stato educato da piccolo. Sai che non me ne importa nulla di tutte le
offerte
che mi fa il Ministero e tutto perché preferisco di gran
lunga stare con te
piuttosto che… - le bugie hanno le gambe corte e il naso
lungo Potter - … La…
la verità è che non mi sento
all’altezza di fare nulla, se non ho te accanto e
mi odio, mi odio per questo sai? Perché so che ci vuole un
gran coraggio a
sopportarmi perché a quanto pare non so reggermi in piedi da
solo – sospirò –
Salvatore un cazzo! Come mi
comporterò quanto tu avrai uno degli inviti alla Malfoy?
Cosa sarò io?
L’ennesimo trofeo da mettere nel Manior? – che
qualcuno gli tappi la bocca! –
Vicino a te io… io…. Non sono nulla
–
a quel punto un non è vero sarebbe servito a qualcosa,
quantomeno a sollevargli
il morale, ma l’unica cosa che Draco fece fu quella di
spostare l’angolazione
della mano sulla schiena, ad Harry rimase fermo, immobile, spaventato
che
quella mano fosse solo frutto delle sue scarse e penose illusioni.
Semplicemente…
semplicemente perché gli avevano
portato via tutto e subito, e ciò che non gli avevano tolto
prima, glielo
avevano tolto poco per volta, mentre lottava per tenerselo stretto.
Voleva una
famiglia, qualcuno da coccolare, un figlio, e qualcuno che lo reggeva
quando
cadeva, un marito. E sperava che quel marito fosse Draco, ma alla fine
si
decise che lui era fatto per soffrire. Mille volte si era interrogato
del
perché del tanto soffrire umano, suo… forse
perché dopo saremo ricompensati nei
cieli… si, certo, come no! E’ una colossale
fregatura condurre una vita giusta,
perché arriverà sempre il furbo e
l’ingiusto che ti soffierà sotto il naso un
modo illegale tutto ciò per cui hai faticosamente lottato,
Harry quasi quasi
gli veniva voglia di salutare tutti quei futuri belli che gli venivano
sottratti con violenza, con un sorriso. La cortesia innanzi tutto. Ma
Harry
sapeva perché non moriva una volta per tutte:
perché non poteva avere una bella
casa calda, un figlio, un marito, l’amore. Semplice; era
fatto per soffrire e
la felicità molto probabilmente era allergica a
lui… oppure lui a lei, su
questo ancora si doveva decidere. Non era poi tanto difficile no?
- Prima il
nostro orgoglio – ricominciò – Poi Tom
ed ora
questo… - aveva paura persino a dirlo –
Draco… nonostante ti amo non funziona
tra di noi – abbassò la testa, inarcando la
schiena.
- Cosa stai
cercando di dirmi? – ed il suo tono era tornato
quello di un Malfoy, non più Draco, ma Malfoy…
solo con un pizzico
d’insicurezza e di curiosità.
E’
stata una delle
tante storie durate niente,
Pazienza
andiamo
avanti ma mi sento un verme.
Fa niente,
dici
sorridente.
Fa niente,
pelle sa
serpente.
Conta poco e
niente.
[E Primavera
Non E’ Più – Tiziano Ferro]
Harry
spostò la testa di lato, da sopra una spalla, ma non
abbastanza perché l’altro vedesse i suoi occhi
vuoti, vuoi come quelle iridi
grigie. Come se già se lo aspettassero.
-Che ti lascio
Draco, così che ognuno di noi possa essere
felice per conto proprio – trattenne a forza un singhiozzo
– E, te ne prego –
una preghiera – Non dirmi che sono crudele –
-Non saprei
Potter – ribatté tagliante l’altro,
mentre si
alzava e se ne andava via – La crudeltà
è un fatto di punti di vista –
Appena Draco
lasciò la stanza, Harry non resse più e si
gettò sul letto, sfinito, in posizione fetale, con una mano
sul ventre.
Patetico… si, patetico, ma non se ne vergognava neanche
minimamente nel dire di
desiderare di avere qualcosa ancora da proteggere, ne aveva bisogno,
sapeva
fare solo quello, anche se non gli riusciva sempre bene, proteggere gli
altri,
altrimenti si sentiva veramente inutile, e stringere una mano sul suo
ventre se
sentirlo caldo gli dava l’impressione che lì
dentro c’era qualcuno da
proteggere e se ne sentiva cullato lui stesso, come se gli dava forza
per
continuare ad andare avanti.
-Harry…
- una mano calda sulla sua spalla, non sapeva di
chi fosse, gli bastava che quelle braccia che ora lo stringevano
fossero calde,
un rifugio sicuro. E si aggrappò a loro proprio come avrebbe
fatto con Draco,
piangendo come un bambino. E Dud, scioccato, lo iniziò ad
accarezzare nei capelli,
non sapendo che altro fare.
Plinc…
plinc…
plinc…
Ma da dove
era, Draco poteva perfettamente sentire le
lacrime di Harry come fuoco e ghiaccio sulla propria pelle.
All’apparenza.
Perché, forse, per una volta
tanto, Potter aveva ragione.
Il 24
originale è andato allegramente a farsi fottere e
sinceramente preferivo quello a questo, ma purtroppo Giuda [il mio
nuovo pc
portatile] ha deciso che era meglio cancellarlo, appoggiato
completamente da
Kerol [il pc dove scrivo e dove posso andare su internet].
Dunque… avevo dato
un anticipazione a Lily 4ever che, poverina, non c’era
rimasta tanto bene è-è,
e ci credo. Ma prima di scannarmi voglio dire che, per quanto sia, ci
tengo a
questo capitolo, perché fa capire che per quanto si ami,
anche chi più ama può
lasciare. E fa male.
Ho cercato di
dare ragione e torto ad entrambi, perché nei
litigi [se così si possono chiamare] tutti hanno sempre la
metà di queste due
cose, ma non sono completamente sicura di esserci riuscita.
Oggi mi sono
alzata dal letto alle 7 [svegliata no, perché
quello l’ho fatto ieri alle 17] e sono andata a scuola, dove
c’era scritto che
quelli della mia classe iniziavano il 19, così sono tornata
a casuzza, con
somma gioia di mia madre, che ha ciarlato che non
c’è più giustizia a sto mondo,
e dopo aver aspettato di vedermi
Will&Grace mi sono decisa a riscrivere il capitolo, cercando di
ricordare
il più possibile da quello che era non
c’è più. Ho lanciato veri urli
all’amazzone ieri e fatto esaurire mia madre, il mio Xsiano e
Sabry, visto che
poi stamani ci siamo sentite per telefono.
Al
più presto il capitolo 25 ^-^, ah, vogliate perdonarmi
l’inserimento di pezzettini dai testi di Tiziano Ferro, ma se
fate bene
attenzioni, ho citato anche altre cose, sia canzoni che
film… chi vuole indovinare
cosa è stato preso da cosa?<3
GRAZIE a chi legge
GRAZIE a chi commenta
GRAZIE a chi ha
messo la fanfic tra i
preferiti
Kumiko Shirogane: se si potesse? Ma sono maghi,
certo che si può, ma
purtroppo questa non è una mpreg ç-ç,
ma ti giuro che quest’anno nessuno
m’impedirà di far fare me e alle altre il busto di
Harry incinto, sissignore!
Cascasse il mondo… io mi sposto *-*! Grazie mille cara, e
si, Dud è indecente,
ma d’altronde, tutti li siamo xD!
Fra Ro: sei sempre troppo gentile con me
cara. Uhm, vero, la cara Luce
ed Ombre… la controllerò *-*.
Hay_Chan: ed ora chi
deve morire? xD
Ina: mi hai dato
una bella idea sai?
xD ma non so se la farò o meno! Si, nelle fanfic si risolve
con le mpreg e la
magia ma nella realtà, ahimè, è
diverso ç_ç. Bava *-* I SOGNI SON DESIDERIIIIII
<3,
Mana: ben tornata
<3! Idiota? Solo?
xD! Bè, è difficile stare dentro la testa
semplice di un altro quando sei
abituata alla tua, così incasinata xD.
AVVISO;
io sono per
l’mpreg, e so benissimo che per ora è solo
possibile nella fantasia e nel mondo delle fanfic, ma ricordiamoci che
tutto
ciò che era impossibile, ora più della
metà è impossibile. La fantasia è il
più
grande mezzo creativo che esista, non fermiamola solo per pregiudizi
del cazzo
per paicere.
E se la bio
chimica è troppo impegnata a creare automi che
un giorno potrebbero rivendicare il diritto di appartenenza del proprio
io e
del mondo, piuttosto che impegnarsi per far si che nasca una creatura
da due
uomini che si amano… bè, allora il genere umano
è ancora più patetica ed
ignorante di quello che credevo.
Ci sono solo
due cose
infinite nell’universo: l’idrogeno e la
stupidità… e non sono molto sicura
della prima.
RIDETE E
MANGIATE
CIOCCOLATO