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Autore: itsloveforlouis    18/08/2014    2 recensioni
“Cos’è l’Impressionismo?” disse ad alta voce scrivendolo alla lavagna, ignorando del tutto ciò che aveva da dire Harry.
“Non ne ho idea, ma ho l’impressione che non andremo d’accordo.” Sbottò il riccio. Tomlinson si girò di scatto.
“Signorino, non sia impertinente.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E SE DICESSI CHE TI AMO?




Harry è geloso. Non lo ammetterà mai, ma da quando ha scoperto che è stato Zayn a parare il culo di Louis e che da quel momento sono sempre più vicini, odia Zayn un po’ più di prima.
Ed è per questo che qualche giorno fa ha organizzato un piano tremendo contro Zayn, che quasi lo manda in galera, altro che punizione.
 
 
 
12 settembre 2012 (una settimana prima)
“Cosa?” gli chiese Juliet non capendo.
Insomma, un ragazzo che non conosceva se non di vista le aveva appena chiesto di accusare il suo ex ragazzo per molestie, chi non sarebbe leggermente confuso?
“Ti ricordi cosa ha fatto Zayn? Ti ha lasciata per quella troietta di Sophie. Zayn invece si sta comportando male con me, e io lo voglio fuori da questa scuola, e anche tu, lo so. Basta che ci uniamo, e lo sbattiamo fuori da queste quattro mura di merda.”
“Harry, che intendi con ‘si sta comportando male con me’?” chiese la biondina.
Harry non lo sapeva, cosa stesse facendo Zayn. Non ammetteva a se stesso di essere geloso, e l’unica volta in cui, per cinque minuti, aveva preso in considerazione quel sentimento, lo aveva immediatamente allontanato. Insomma, non poteva essere geloso di due uomini! Harry era sicurissimo della sua eterosessualità, e non poteva essere gelosia per amicizia, perché con Louis tutto era, tranne che amico. Questo lo confondeva, ed ora, a quella domanda, non sapeva cosa rispondere.
“Non ti interessa, allora, ci stai?”
“Sì, certo che ci sto! Quindi, cosa faccio?”
“Improvvisa! Devi solo convincere il preside che Zayn Malik ha cercato di violentarti. Piangi, sbraita, quello che vuoi, convincilo e basta.”
“E se non mi credesse?”
“Testimonierò io dicendo di averlo sentito parlare al telefono di nascosto o qualche merdata simile, andrà tutto bene.”
 
 
Il piano stava andando esattamente come doveva andare – pensava Harry.
Ma Tomlinson s’era messo in mezzo. Avevano accusato Zayn di molestie, Harry aveva testimoniato. Ma c’era stata un’incongruenza che aveva fatto scoprire la farsa ed aveva costato ad Harry il non-ti-parlo-neanche-se-stai-per-morire di Louis. E l’odio profondo di Zayn che invece fino a quel momento aveva sempre provato a stringere con Harry, soprattutto perché avevano Niall e Liam come amici in comune.
 
 
15 settembre 2012 (cinque giorni prima)
“Preside, glielo giuro, ho paura. Ho paura di venire qui, quel ragazzo mi farà del male, aveva detto piangendo Juliet, mentre Harry la confortava dicendole che lui l’avrebbe protetta. Avrebbero dovuto ricevere entrambi un Oscar.
“Ieri, mi ha aggredita ed ha provato a violentarmi, erano circa le 14:00, quando in giro per la scuola non c’è nessuno.”
Ed Harry annuiva. “E il giorno prima, l’undici, ho sentito Zayn parlare di un piano per distruggere la sua ex ragazza, era al telefono in bagno, erano le 10:00, e per casualità della vita…”
“La sua ex ragazza sono io” aveva concluso Juliet pulendosi dalle lacrime finte.
E il preside ci aveva pure creduto, e aveva anche sporto denuncia. Se non fosse che Louis venne subito a conoscenza della denuncia, e si mise in mezzo. Era lì anche lui, a sentire tutto, e non appena sentì gli orari, gli venne da ridere.
“Posso dire una cosa, signor Dunoff?” chiese il professore.
“Dica pure, Tomlinson.”
“C’è qualcosa che non quadra, nel racconto di Styles e della ragazza”
“Cosa?” chiese il preside, ed Harry iniziò a preoccuparsi.
“Vede, entrambi gli orari delle vicende sono incongruenti con la realtà. Alle 10:00 dell’undici settembre i ragazzi avevano la mia lezione, e come lei sa bene, io non faccio uscire i ragazzi dalla classe per andare in bagno, e se lo avessi lasciato uscire, me lo ricorderei. Per quanto riguarda le 14:00 di ieri, è altrettanto impossibile. Zayn Malik era nel laboratorio di pittura insieme a me, quindi dubito che possa aver tentato di violentare una ragazza mentre dipingeva i Girasoli di Van Gogh. Se vuole le prove, possiamo vedere insieme le cassette registrate dalla telecamera in laboratorio. Zayn Malik è sempre stato con me.”
Dunoff non capì molto, ma volle vedere la cassetta. Ed effettivamente Zayn alle 14:00 stava con Louis.
“Questa volta avete esagerato! Una denuncia, capite? Una denuncia! Signorina Juliet Queen, lei è sospesa, si deve assolutamente allontanare dalla scuola per dieci giorni e ritirare immediatamente la denuncia! Riguardo a lei, Styles, non le voglio fare assolutamente niente. La prego solo di studiare in modo da passare l’anno scolastico e non essere bocciato, non la voglio un altro anno con noi!” aveva urlato il preside prima di uscire e trascinare con sé la ragazza.
“Harry, non ti sembra di aver esagerato?” chiese Louis nel momento in cui erano rimasti soli, ma il riccio non aveva risposto.
“Okay, ce l’hai con me, e me le hai fatte passare di tutti i colori, ma io sono più furbo di te? Siamo simili, sai? Anche io, fino a due anni fa ero chiuso in una merda di scuola che odiavo a morte, e giuro che anche io ero un teppista come te, forse peggio. Ho fatto molto peggio che denunciare un ragazzo, davvero. Ma ora che la vedo dal punto di vista dell’adulto il quale sinceramente non mi sento ancora di essere, non capisco il perché tutto questo. Odi Zayn, picchialo al massimo. Non ti sto dicendo di andare da Zayn e ammazzarlo di botte, ma se proprio lo odi spaccagli il naso invece che farlo finire dietro le sbarre. È meno legale e più veloce. No?” Harry non poté non ridere al “E’ meno legale e più veloce”, Louis era davvero un piccolo bastardo e si vedeva. E Louis era soddisfatto di averlo fatto ridere, anche se lui la pensava davvero in quel modo, che esempio!
“Sono comunque arrabbiato con te, davvero. Hai esagerato, vorrei non crederci, lo hai quasi mandato in galera Harry, ti rendi conto?” disse prima di andarsene.
 
 
 
Harry stava sdraiato sul letto e pensava se Louis fosse bipolare. Sicuramente lo era. Cinque giorni prima lo aveva fatto ridere, e poi non gli aveva più rivolto la parola.
Forse gli mancava, era domenica e lui giustamente non lo vedeva da giovedì, perché il venerdì non ha lezione di arte.
E improvvisamente, pensando che fosse domenica, Harry si ricorda di Alison.
Alison era la sua migliore amica. Era morta l’anno prima in un incidente stradale, e Harry ogni domenica tornava a casa sua, dove vivevano ancora i suoi genitori. Era come un rito per lui, la normalità. Ora che ci pensava, non c’era più andato dall’inizio della scuola, occupato con Louis e Zayn. Così si alzò, si mise la sua felpa preferita e decise di andare lì, era domenica.
Camminava lentamente con le cuffie nelle orecchie, mentre si stramalediceva da solo per quando aveva detto “Non prendo l’autobus, tanto è vicino” e ora si ritrovava stanco a poco più di metà strada.
 
Le luci in casa erano spente, ma gli sembrava ovvio dato che erano le 12:00. Suonò il campanello per la seconda volta dopo aver aspettato quasi un minuto per una risposta.
E no, non poteva crederci, quando vide la porta aprirsi.
 
 
 “C-cosa diavolo ci fai tu qui?” aveva quasi urlato Harry vedendo il viso di Louis aprire la porta della casa di Alison.
“E’ casa mia? Cosa ci fai tu qui, Harry?”
“COSA CI FAI TU QUI! QUESTA NON E’ CASA TUA!”
“Certo che lo è, l’ho comprata.” Fece spallucce il professore.
Harry rimase a bocca aperta per qualche secondo prima di essere interrotto da Louis.
“Harry? Che problema hai?”
“Tu non puoi vivere qui” aveva risposto il riccio. Questo significava che i genitori di Alison avevano venduto la casa a quello che era una delle persone che odiava maggiormente? La casa della sua migliore amica nelle mani di quello? Non poteva proprio accettarlo.
“Spero tu stia scherzando, questa è casa mia!” E così si era meritato uno schiaffo da Harry. Neanche Harry se ne era reso conto, lo aveva fatto senza pensare. Lui non poteva vivere lì. Gli diede uno schiaffo e se ne andò. E Louis non l’aveva presa affatto bene.
 
Harry tornò a casa, più che triste era incazzato. Per fortuna aveva ancora il numero di Kristine, la madre di Alison, la quale le spiegò tutto.
Avevano venduto da poco la casa, la mancanza della figlia diventava ogni giorno più insopportabile, non potevano rimanere lì. Avevano trovato un ragazzo appena laureato, giovane e con un posto di lavoro nella stessa scuola dove andava la loro figlia. Si erano subito fidati di quel ragazzo, sembrava ok. E lo era, perché non gli aveva causato problemi. Loro invece si erano trasferiti dall’altra parte di Londra, non volevano più sentire la mancanza della figlia, non volevano far sentire all’altra figlia di cinque anni tutto quel dolore, volevano vivere tranquilli.
 
 
 
[24 settembre 2012]
Era giovedì, ed era anche l’ultimo giorno della settimana in cui Harry avrebbe visto Louis. E il riccio ne era molto felice, perché Louis aveva passato l’intera settimana a vendicarsi di quello schiaffo. Lo aveva interrogato tutti i giorni, lo aveva ripreso e gli aveva posto domande dopo la spiegazione che Harry non aveva ascoltato.
Ieri per esempio, Louis aveva chiesto ad Harry di parlare della Campagna del Deserto, prima di iniziare a parlare del quadro che la rappresentava.
“Ehm, sì. Allora. La campagna del deserto fu nel deserto… un deserto di sabbia, dove ogni tanto ci sono i cammelli…”
“Styles, mi prendi in giro?”
“No! Assolutamente… era ... un’espansione e c’era il generale Rocky… E arrivò Mel Gibson con un nano che gli fu di grande aiuto e sì… E ovviamente arrivò Capitan America accompagnato dai suoi seguaci Molluschi… E salvarono la principessa…”
“STYLES, UNA F.”
“Ma…”
“Vai a posto, un’altra volta impreparato. Simpatico e impreparato.”
 
E Harry sapeva che sarebbe successo qualcosa del genere di nuovo, infatti Louis lo chiamò di nuovo interrogato, ma no, Harry oggi si era svegliato con la luna storta.
“Senti Tomlinson, perché non scopi di più con la tua ragazza invece di rompere i coglioni a me?” era stata la risposta di Harry. Ma la risposta non era esattamente ciò che immaginava il più riccio. Si aspettava qualcosa di sarcastico, si aspettava che come al solito Louis abbozzasse la sua battuta con un’altra battuta, invece no; Louis si era semplicemente alzato dalla cattedra, con uno sguardo strano, mai visto, quasi triste forse, aveva chiuso il registro ed era uscito dalla classe.



 
SALVE!
Come ve la passate?
Io bene! Ho già tutta la trama di tutta la fan fiction, non rimane che scriverla! Sto anche pensando ad una possibile trama per il sequel :)
Che ne pensate in questo capitolo? E' un po' più confusionario a causa dei flashback ma credo si capisca abbastanza bene. La parte dell'interrogazione spero vi abbia fatto ridere come ha fatto ridere a me mentre la scrivevo! E alla fine? Louis si sbotta all'improvviso? Che è successo?
Lasciatemi una recensione! Alla prossima .x
   
 
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