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Autore: Harryette    18/08/2014    4 recensioni
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, SCUSATEMI]
Talvolta ognuno di noi ha già i respiri contati, le lacrime contate, i sospiri contati. E non importa come, ma succede. Succede sempre quello che deve succedere, quasi per inerzia. Talvolta qualcuno di noi si rende conto pienamente del significato del verbo salvare. Salvarsi da qualcosa, salvarsi dal dolore, salvarsi dai pensieri, salvarsi dagli altri. Salvarsi da se stessi. Talvolta qualcuno si scontra con il destino, e capisce che è completamente diverso da quel che si era immaginato. Scopre che, magari, il destino è una persona. Che magari è un ragazzo. Che magari ha i capelli biondi e gli occhi chiari più bui dell’universo.
[SEQUEL DI ANGELS AMONG US, DA LEGGERE ANCHE SEPARATAMENTE].
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Niente muore.'
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MCDKCDK


Capitolo 5

''Pensate che quello che accade è quanto di meglio può accadere
perchè diretto da una mano invisibile''

In quella villa immensa, avevo parlato di tutto fuorchè di lavoro.
Probabilmente mi stavo terribilmente sbagliando, stavo commettendo un errore madornale. Avrei dovuto essere professionale, composta, e di sicuro non lo sarei stata se avessi continuato a ridere e scherzare con Zayn e quello che doveva essere Louis e a bere birra- senza dubbio di ottima qualità- mentre mi scompisciavo dalle risate. No, non era per niente un atteggiamento opportuno.
Eppure non riuscivo a fermarmi, come se la me venticinquenne- quella che non si era divertita granchè nel corso della sua vita- avesse preso il sopravvento sulla mamma-avvocato impegnata con la sua vita frenetica e confusionaria. E sapevo anche perchè. Perchè certe volte, soprattutto quando avevo la visuale sulla vita di persone della mia stessa età, mi rendevo conto che ero troppo giovane. Per quanto mi facesse sentire schifosamente in colpa quel pensiero, sapevo che non ero troppo giovane solo per avere una figlia di cinque anni, ma anche troppo giovane per sentirmi sola e per sentire il peso di una famiglia sulle spalle. Troppo giovane per avere il pensiero delle bollette, dell'acqua reflue, dell'immondizia, delle rate della macchina e della retta dell'asilo e della danza. Troppo giovane per avere un lavoro come unica priorità dopo una figlia, e troppo giovane per sentirsi vecchia.
Per sentirsi donna vissuta.
Non avevo vissuto proprio un bel niente, e ne ero inconsciamente consapevole.
Per la prima volta dopo tanto tempo mi ero sentita una semplice ragazza di venticinque anni, con un lavoro e una figlia di certo, ma libera e serena.  E la risata di Louis era contagiosa nello stesso modo in cui il cipiglio di Zayn era tremendamente adorabile. Accanto a Louis c'era una ragazza alta e mora, pareva quasi una fotomodella, che si era presentata come Mia, la sua ragazza.  Eravamo nella loro enorme cucina, di Paul nemmeno l'ombra, mentre ridavamo per le battute squallide di Louis e per gli scappellotti che di tanto in tanto gli rifilava Mia. Niall era restato con noi per la prima oretta, avevo l'impressione che fosse solo per educazione, e poi aveva detto che doveva andare in bagno e non si era più fatto vedere.
Quando si fecero ormai le otto e mezza di sera, di malavoglia, decretai che forse era arrivato il momento di andare via. Josh e Penny mi stavano sicuramente aspettando, e l'ultima cosa che avrei voluto era farli preoccupare e scatenare la loro curiosità.
E stavo per alzarmi e salutare tutti, quando Zayn mi sorrise e mi disse ''Ti vedi con qualcuno, tu?'' ricollegandosi ai pettegolezzi che stavamo facendo poco prima su alcune star a me sconosciute.
Mi sentii avvampare.
''No'' annunciai, con più calma possibile. ''Non ne avrei neanche il tempo materiale'' cercai di buttarla sul ridere. Zayn sogghignò.
''Niall mi aveva detto che avevi una figlia'' aggiunse, confuso. Mi sentii leggermente in imbarazzo, perchè quello non era di certo uno dei miei argomenti preferiti. Per niente, in verità. Avevo preferito non parlarne per cinque anni, e le cose non sarebbero cambiate solo perchè me lo stava chiedendo Zayn Malik.
''Non sto insieme al padre di Penelope'' dissi.
E quando gli sguardi dei tre diventarono improvvisamente curiosi, senza malizia alcuna ma pieni di curiosità, mi alzai e corsi in bagno. Non sapevo neanche dove fosse, in realtà, ed imboccai il primo corridoio solo per allontanarmi dai loro occhi. Non che fossero stati maleducati o altro, semplicemente l'argomento ''padre di Penny'' era ancora un tabù per me.
Mi ritrovai in un corridoio identico a quello da cui ero entrata, con le pareti giallo ocra e vari quadri appesi su di esso. L'aria profumava di viole, ed infondo c'era una grande finestra che lasciava filtrare gli ultimi raggi di sole. Sistemai meglio la mia camicetta rosa e cercai il bagno, osservando tutte le porte di legno che sorgevano ai miei lati come funghi. Quando mi decisi ad aprire una porta a caso, giusto per sperare fosse il bagno ed affidarmi al destino, una voce alle mie spalle mi bloccò.
''Cara'' mi chiamò, come se fossimo stati amici da una vita. Mi voltai e lo vidi: Niall Horan, con una camicia bianca e dei semplici jeans neri e sfilacciati, mentre mi guardava con uno sguardo che era un misto fra curioso e scosso. Aveva gli occhi lucidi, potevo giurarlo, forse aveva appena pianto. Nelle mani stringeva il suo iphone, come se fosse la sua ancora e la sua ultima speranza, e si limitava ad osservarmi torvo. Io, che mi sentivo a disagio nei miei pantaloni di jeans e nella mia camicia così casual per qualche strano motivo, presi a torturarmi una ciocca di capelli neri. Per qualche assurdo motivo mi sentivo in soggezione. Di nuovo.
Il modo in cui mi aveva chiamata, in cui aveva pronunciato il mio nome, non mi faceva sentire meglio perchè mi sembrava- per la prima volta- il nome più bello del mondo. E la voce di Niall aveva tremato leggermente, questo avevo potuto notarlo ed appurarlo, e mi chiedevo perchè stesse soffrendo così tanto. Se fosse per la ragazza della foto, per quella collana a metà, e per quell'era che continuava a ronzarmi nella testa. E mi chiesi perchè mi sentissi tradita.
''Niall'' trovai la forza di dire, mentre lasciavo il pomello della porta e mi rendevo conto che non l'avrei mai aperta davanti a lui. ''Cercavo il bagno'' mi sentivo in continuazione in dovere di giustificarmi, con quel ragazzo, e la cosa non era rassicurante.
''Non è quello'' indicò la porta che avevo intenzione di aprire. ''E' in fondo al corridoio, a destra''
''Va bene'' annuii, cercando di sembrare sicura di me come sempre. ''Allora...vado. Grazie''
Voltai le spalle, decisa a tacere e a non aggiungere più niente anche se avevo ancora voglia di parlare con lui per qualche strano motivo, e feci per andarmene.
Mi bloccò di nuovo.
''Come stai?'' chiese. Ed una domanda così semplice, così immediata, riuscì a colpirmi in pieno. Perchè mi sentivo come se Niall mi avesse aperto almeno una delle porte che conducevano al suo mondo, e non potei far altro che sorridere e tornare a guardarlo.
''Abbastanza bene'' sorrisi ancora. ''Me la cavo. Tu?''
Non rispose, e questa probabilmente sarebbe stata la cosa che più mi avrebbe stupito se non fosse per il fatto che si fosse avvicinato a me. Di molto, anche. Adesso riuscivo a sentire il suo profumo, delicato e speziato come avevo immaginato fosse, e potevo sentire tutti i miei muscoli contrarsi per quella vicinanza inaspettata. Non credevo di essergli tanto simpatica, ma evidentemente mi sbagliavo.
Aspettai pazientemente una risposta alla mia domanda. Risposta che non arrivò e, ad un certo punto, neanche mi importò più di tanto. Niall aveva annullato i centimetri che ci dividevano e mi aveva stretta fra il muro freddo e il suo corpo- che sembrava ancora più gelido. Sentivo il suo fiato sul mio collo e fra i miei capelli, e non ero capace di muovermi. E proprio quando stavo per parlare, per dire qualunque cosa, lui mi baciò.
Così, senza un valido motivo e senza una spiegazione, si avvicinò alle mie labbra e le strinse fra le sue.
Inizialmente non ero sicura se lasciar entrare nella mia bocca la sua lingua, che tanto spingeva, ma dopo pochi secondi mi arresi. Era come se non avessi più il controllo del mio corpo, come se lui mi avesse come creta fra le mani e come se la mia testa fosse offuscata e incapace di pensare da sola.
Lasciai, quindi, libero accesso alla sua lingua morbida fra le mie labbra e mi lasciai cullare da quel bacio che di dolce aveva ben poco. Era quasi rabbioso, quasi piangente, anche mentre Niall portava le sue mani sui miei fianchi e li stringeva violentemente. Non riuscivo neanche più a respirare, tanto eravamo vicini e tanto lui fosse famelico. Mi domandai perchè, non che mi dispiacesse.
Poi, improvvisamente, mi lasciò e si allontanò di qualche centimetro. Si ripulì le labbra con il dorso della mano, e cercai di non pensare al fatto che quel gesto mi aveva dato un pò fastidio e fatto anche un pò di male. Spalancò gli occhi, quasi come se si fosse reso conto troppo tardi di ciò che aveva fatto.
''Niall...'' sussurrai. ''Perchè?''
E volevo davvero saperlo. Perchè?
Lui si passò le mani nei capelli, quasi con fare disperato e solenne, e mi diede le spalle prendendo ad osservare il pavimento. Sospirò, e quei secondi mi parvero quasi infiniti. Perchè non parli?
''Niente'' disse, con autocommiserazione. ''Come diavolo è possibile che non senta più niente?''
Mi sentii quasi male, ma non per le parole di Niall. Lo conoscevo appena, nonostante mi avessero fatta un pò dispiacere, non potevo di certo strapparmi i capelli dalla radice perchè il nostro bacio non l'aveva scosso come avrebbe dovuto. Io non dovevo niente a lui e lui, ovviamente, non doveva niente a me. Mi sentii male più che altro per il tono monocorde della sua voce, per l'apatia che traboccava dalle sue vocali e per il dolore che era palpabile anche attraverso una singola sillaba. Non avevo seguito i loro concerti, non avevo letto notizie su di loro e avevo visto a stento due interviste- giusto per documentarmi, dovendo lavorare con loro-. Non mi era parso mai così addolorato, eppure doveva essere un sentimento abbastanza antico per poter essere così forte e così visibile. Improvvisamente mi domandai come avessi fatto, e come facessero le fans in generale, a non notare gli occhi tristi di Niall Horan.
''C-come?'' balbettai, imbarazzata. Già mi sentivo un incomodo quando parlavamo normalmente, figurarsi quando mi aveva appena baciato. Sminuendo il tutto, tra l'altro, per quanto la parola ''tutto'' potesse significare. Io, dal canto mio, non potevo di certo dire di essere stata indifferente di fronte quel bacio: era palese che mi fosse piaciuto, per quanto fosse immaturo e ridicolo. Era da un sacco di tempo che non mi concedevo la libertà di baciare qualcuno, o perlomeno qualcuno a cui fossi interessata. Era inutile continuare a  circumnavigare il problema e far finta che Niall Horan fosse solamente un trampolino di lancio per il lavoro. Era ancora più immaturo e stupido che dare importanza ad un bacio che, evidentemente, non era contato nulla. Niall non mi era indifferente, punto. Tante cose non mi erano indifferenti, non era certo un dramma. Giusto? E poi, più lo guardavo negli occhi vitrei e più mi convincevo che, con quello stupido sentimento, non sarei andata da nessuna parte. Forse direttamente in faccia ad un muro, o ad un palo, e avevo la netta sensazione che non sarebbe statò nè divertente nè tantomeno piacevole. Era meglio abbandonare subito tutte le speranze e tutte le aspettative.
Smettila di comportarti come una bambina, Cara.
Lui mi osservò a lungo, quasi consumandomi e io iniziai ad irritarmi. Prima faceva il loquace, poi mi baciava, poi mi respingeva dicendo che non aveva sentito niente- quasi come fosse stata colpa mia, poi-, ed infine piombava nel silenzio e non diceva niente? Ma per chi mi aveva presa?
''Mi parli, per favore?'' lo incitai, cercando di regolare il mio tassametro di stizza, che non voleva saperne di smettere di crescere. ''Non puoi...comportarti così, e poi non parlare''
Lui, invece, non sembrò affatto scosso dalle mie parole. Se ne stava ancora lì, immobile davanti a me, e mi osservava sconvolto o quasi. Qualcosa di molto vicino, comunque. I capelli biondi scompigliati iniziarono ad assumere una tonalità più aranciata, per via della luce del tramonto che faceva capolino attraverso il vetro della finestra del corridoio. Io sospirai, stanca, e decisi di girare i tacchi ed andarmene.
Ero rimasta in quella casa fin troppo tempo.
Lo superai, dandogli per sbaglio una spallata (casualmente, giuro), quando mi sentii bloccare per un polso. Niall me lo aveva afferrato convulsamente, mentre eravamo spalla a spalla e mentre stavo per lasciarlo solo. Anche se avevo come l'impressione che lui, in quella stanza, non ci fosse mai stato. Anche mentre mi baciava avevo sentito qualcosa di sbagliato, come se stesse quasi per scoppiare a piangere.
Ma perchè? Perchè cazzo stai così?
''Aspetta'' disse, e quasi ringraziai Dio perchè- finalmente- aveva parlato.
Io mi divincolai, più per orgoglio che per altro, e tornai a guardarlo in faccia- fronteggiandolo. La sua espressione era leggermente cambiata, questo potevo notarlo anche io che non le conoscevo tutte (e avevo l'impressione fossero molte), adesso era meno insensibile e più...malinconica? Era possibile?
''Che cosa c'è?'' domandai, a fatica, consumata dal suo sguardo ambiguo e scavatore.
Lui si passò due mani sul volto e poi attraverso i capelli sottili, con fare disperato, e prese a camminare a piccoli passi avanti ed indietro per il corridoio. Potevo sentire la sua agitazione, l'ansia era palpabile e si tagliava con un coltello. Io decisi che fosse stato meglio stare in silenzio ed aspettare fosse lui il primo a parlare, dal momento che mi aveva bloccata dall'andarmene e che, quindi, si presupponeva volesse farlo. Non lo conoscevo ancora bene, ma avevo capito che quando aveva intenzione di dire una cosa la diceva, e viceversa taceva. Speravo per la prima, in muto silenzio stampa.
Il mio avvocato interiore scalciava per un'arringa con i fiocchi, ma lo tenni incatenato con le catene affidandomi alla parte ragazza di me. La parte della Cara Archibald che preferivo di meno, ma che agli altri faceva più bene.
''Avete lo stesso profumo'' disse, quasi in sussurro, tanto che temei non avessi sentito bene.
''Io e chi?'' chiesi, cauta.
''Mi manca''
Lo sapevo benissimo che quella non era la risposta alla domanda che avevo fatto, ma poco mi importava. Si stava aprendo. Niall Horan si stava aprendo con me, al diavolo tutto il resto. Tutto quello che volevo era capire perchè stesse così male, e se avessi potuto fare qualcosa per aiutarlo. Per questi motivi, tacqui ed aspettai fossie lui a parlare. Ancora.
''Ogni cristo di giorno'' ringhiò quasi. ''Mi sveglio e mi manca. Mangio e mi manca. Canto e mi manca. Riposo e mi manca. Esco e mi manca. Vado a dormire e mi manca. Mi sveglio la mattina dopo, dopo averla sognata, e mi manca ancora di più. E' possibile?''
Avevo l'impressione che fosse una domanda retorica, così mi trattenni dal rispondere. Rimettendo insieme i pezzi e i cocci di quel che sapevo della sua storia, ero arrivata alla conclusione che- molto probabilmente, quasi sicuramente- si stesse riferendo alla sua fidanzata. Quell'era tornò a rimbombarmi nella mente.
''A volte'' sospirò, senza smettere di consumare il pavimento e di torturarsi i capelli. ''A volte ho paura che arrivi il giorno in cui la sua mancanza sarà così forte da uccidermi'' sputò quasi con rabbia. Sembrava quasi si fosse arreso al fatto che non potesse non sentire un pezzo di lui mancante, che non potesse vivere una vita dove lei non gli bruciava la pelle, e che - quindi - avesse perso ogni forma di speranza e fiducia nel futuro.
''A volte vorrei solo morire'' aggiunse, dopo una pausa. Io rabbividii per la freddezza delle sue parole, che mi colpirono come lame. Avrei davvero voluto dire qualcosa, ma le parole mi morirono in gola e rimasero bloccate nella mia trachea, piene di brina. Non c'era niente di opportuno o confortante che avessi potuto dirgli, purtroppo. E il non sapere perchè diavolo lo stesse dicendo proprio a me, con due dei suoi migliori amici e una sua cara amica di là, non faceva altro che rendermi le cose ancora più complicate di quanto già non fossero.
Avrei tanto voluto aiutarlo.
Mi avvicinai a lui, ma Niall indietreggiò quasi avesse paura di quel che avessi potuto fare. Mi immobilizzai, di nuovo, in silenzio. ''Lei non vorrebbe che tu morissi'' non mi trattenni più dal dire. Nessuna persona che ne ama un'altra vorrebbe che quest'ultima morisse, soprattutto non per lei.
Lui mi guardò stralunato, negli occhi il nulla e le braccia bloccate lungo i fianchi magri. Era come se non si fosse aspettato una mia risposta, o perlomeno non una risposta così, e pronunciata con così tanta sicurezza. La verità era che ''sicura'' era l'ultimo aggettivo con la quale avrei potuto descrivermi, ma ero abituata ad esternare sicurezza e spavalderia in tribunale e con i miei clienti ed era ovvio, ormai, che non riuscissi più a separare la vita privata da quella lavorativa. Riuscivo a risultare certa anche quando non lo ero, a volte era un bene altre volte no.
Spesso la gente sicura viene reputata strana o, peggio, egocentrica.
''Che ne sai tu di cosa avrebbe voluto Ria?''
Quindi era quello, il suo nome. Non ero neanche sicura di non averlo sentito prima, forse me l'aveva anche già detto, ma la mia testa era un turbine di informazioni e alcune sfuggivano via come piume nel vento. Mi avvicinai di nuovo a lui, osando, e stavolta Niall non si allontanò.
''Non lo so, infatti'' scrollai le spalle. ''Ma nessuno vorrebbe che qualcun altro morisse a causa sua, non trovi?''
Lui non rispose e continuò a parlare. ''Ci sono momenti in cui mi sento meglio, quasi bene. Durano così poco che neanche ricordo che si prova a respirare, ma ci sono e sono l'unico motivo che mi spinge ad andare avanti. Quei minuti in cui, per qualche arcana ragione, mi scordo di lei e mi sembra di essere ritornato il Niall Horan di due anni fa. Mi manca anche quel ragazzo, sembra sia morto con lei e fa male sentirsi incompleti''
''Lo so'' annuii, sicura, avvicinandomi un altro poco. Riuscivo a sentire di nuovo il suo profumo. ''Lo so che fa male. Ma il dolore ci fa sentire vivi, Niall. E tu sei vivo, va bene? Sei vivo''
Mi guardò come se avessi detto qualcosa di sacro, e sgranò gli occhi chiari. Ancora una volta, mi avvicinai di più a lui e non si mosse di un millimetro. Mi sarebbe bastato allungare un braccio per toccare la sua spalla ossuta, ma rimasi immobile. ''Lei non è morta perchè continua a vivere nel tuo cuore. So che te l'avranno detto tantissime persone, ma è effettivamente così''
''Non ce la faccio neanche a dire il suo nome, Cara. E' passato un anno e non riesco a chiamarla per nome'' il suo uscì quasi come un lamento, e mi immobilizzai ancor di più.
''Quando pensi a lei, qual è l'immagine che ti viene in mente?'' domandai, di soppiatto. Lui, infatti, mi guardò accigliato e interrogativo. Io aspettai in silenzio una sua risposta, che comunque non tardò ad arrivare.
''Lei che mi dice di vivere e io che la deludo. Lei che muore e io che desidero solamente seguirla'' soffiò, come se se ne vergognasse.
''Non riesci a pronunciare il suo nome perchè non riesci a vederla come qualcosa che c'è ma non si vede'' affermai, cercando di dare senso alle mie parole. ''Tu non l'hai delusa, Niall, e non sei morto perchè non dovevi morire. So che non è facile accettare una perdita e fronteggiarla, oppure andare avanti e fingere di stare bene, ma non parlare di lei e non pronunciare il suo nome non ti cicatrizzerà proprio niente. Aggirare il problema non ti aiuterà a risolverlo. Baciare me, o qualsiasi altra persona, non ti aiuterà a provare qualcosa magicamente. Stai parlando dei tuoi sentimenti, delle tue emozioni. Guarda in faccia la realtà, Niall'' sospirai, poggiandogli una mano sulla spalla e sententolo irrigidirsi. ''Ria è morta ma c'è. E ci sarebbe ancora di più se tu smettessi di desiderare di morire ed iniziassi a vivere. Non bene ma perlomeno alla meno peggio. Lo merita lei'' annuii. ''Ma lo meriti anche tu''
Ancora una volta, Niall si limitò a fissarmi senza dire una parola e senza lasciar trapelare niente. E mentre speravo di non aver detto un cofano di stronzate, mi resi conto che non lo conoscevo per niente e che l'avevo giudicato troppo in fretta. L'avevo bollato come ragazzo antipatico, presuntuoso e arrabbiato con il mondo quando era l'esatto contrario.
Lasciai la sua spalla, con il palmo della mia mano che aveva ancora la sensazione di sfiorare il suo sottile strato di pelle e le sue ossa, e mi allontanai da lui. ''Nessuno muore'' sussurrai, ancora. ''Hai tanti ricordi belli su di lei, no? Ti ha lasciato qualcosa, perlomeno un segno indelebile- altrimenti non staresti così. Forse i suoi sorrisi meriterebbero di essere ricordati di più delle sue lacrime e delle sue promesse''
''Come...come faccio?'' domandò, e mi diede l'impressione di essere come un cagnolino indifeso ed impaurito davanti a qualcuno di più grande. ''Come faccio a dimenticare le sue lacrime, se mi perseguitano anche di notte?''
Io sorrisi, o perlomeno di provai. ''Pensa alle cose belle'' dissi. ''Quando ti saltano alla mente i suoi pianti e la sua sofferenza, pensa a quando rideva''
Lui annuì impercettibilmente e velocemente, ma lo notai. E il suo silenzio lo interpretai come una cosa positiva, stavolta. Mi avvicinai di nuovo a lui, stavolta per andarmene, e ''Se hai bisogno di qualcosa'' esclamai. ''Anche solo di parlare, puoi chiamarmi. A me farebbe piacere conoscere la Ria dei tuoi ricordi''
Gli lasciai un leggero bacio sulla guancia ispida e me ne andai.

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Avevo messo Penny a letto, ed era stata una vera impresa.
Quando lei e Josh iniziavano a vedere un film, Penelope non aveva intenzione di andare a dormire fino a che non avesse scoperto il finale. Sempre colpa di Josh Cooper, c'era davvero pochissimo da fare.
Alla fine il film era finito, era una commedia amerciana davvero discutibile, e avevo fatto addormentare mia figlia dopo svariati tentativi falliti. In cucina avevo litigato con Josh, al solito, e avevo spedito a letto anche lui con un ''vaffanculo, Coop''
Finalmente ero nel mio letto, intenta a guardare il soffitto e a pensare. Il bacio di Niall mi ronzava ancora nella mente, la sensazione delle sue labbra fredde sulle mie e la consapevolezza che l'aveva fatto solo come una specie di test.
Avrei dovuto arrabbiarmi, effettivamente, ma dopo che era sbottato non me l'ero sentita di infierire. Dopotutto, era stato solo un bacio. No?
Il fatto che si fosse aperto proprio con me mi lusingava, ne ero onorata in un certo senso, ma adesso mi sentivo anche terribilmente impacciata. Come avrei dovuto comportarmi quando l'avrei rincontrato? Dopo che mi aveva prima baciata con forza, e poi raccontato della sua ragazza morta? Il punto era che tutto l'amore che aveva ancora nelle iridi mentre parlava di lei mi stava torturando. Non perchè fossi gelosa, anzi. Ero semplicemente e palesemente invidiosa di quel sentimento. Non per lui in per se, ma perchè io non avevo mai amato così. Nè tantomeno avevo avuto qualcuno che mi avesse amata a quel modo. Non avevo mai sperimentato quel tipo di legame, che va addirittura oltre la morte.
Era triste.

Messaggio inviato: 01:00 a.m.
Da: Niall Horan
Grazie infinite.

Messaggio inviato: 01:01 a.m.
Da: Cara Archibald
Prego infinite xx

Messaggio inviato: 01:02 a.m.
Da: Niall Horan
E comunque mi farebbe piacere parlarti della Ria dei miei ricordi.

Messaggio inviato: 01:05 a.m.
Da: Cara Archibald
Domani alle tre a casa mia?

Messaggio inviato: 01:07 a.m.
Da: Niall Horan
Stai flirtando con me? Perchè non verrò a letto con te :)

Messaggio inviato: 01: 08 a.m.
Da: Cara Archibald
Lo prendo come un si. Buonanotte Horan!

Messaggio inviato: 01:10 a.m.
Da: Niall Horan
Buonanotte a te.

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Ciao ragazze!
Non mi scuso neanche per il ritardo perchè sarebbe davvero ridicolo, dal momento che è passata una vita.
E' davvero difficile per me scrivere questa storia, primo perchè non mi sento ispirata e secondo perchè mi manca Ria hahahaha
Però questo capitolo è andato, anche perchè era già stato scritto per metà, quindi spero vi piaccia!
Volevo solo mettere in chiaro alcune cosette:
Niall non ha baciato Cara perchè è stato amore a prima vita e bla bla bla ma solamente perchè aveva lo stesso
profumo di Ria e perchè voleva vedere se riusciva a provare qualcosa. Cara sembra stronza ma non lo è, anzi,
mi rispecchia molto e spero riuscirete ad apprezzarla!
Poi, Niall e Cara avevano già memorizzati i numeri di entrambi perchè- capitan ovvio- lavorano ''insieme''. Questo diciamo che volevo chiarirlo aahhaha
E Niall non ha ASSOLUTAMENTE dimenticato Miriam, anzi!
Lui vuole vedere Cara appunto perchè con lei si sente libero di parlare, e nel prossimo capitolo si capirà meglio perchè.
I messaggi...diciamo che non erano in programma, ma ho preferito inserirli per farl meglio luce su di loro.
Non stanno flirtando, neanche Cara che è più ''sciolta'' per così dire. Niall non può fare la mummia, è pur sempre un ragazzo di venti anni e penso sia giusto che scherzi anche un pochino, ecco perchè fa la battuta sull'andare a letto e bla bla hahaha
Spero non vi abbia fatto tanto schifo, e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate.
I vostri commenti contano!!
Harryette
  
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