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Autore: La Fenice    19/08/2014    4 recensioni
[crossover: Ib] [nuovo finale] [horror/drammatico] [coppia: nessuna] [song-fic]
chapter #1 Tentò di aprirle, ma quando ci si avvicinò, della vernice rossa - o forse sangue? - colò giù per il vetro.
Genere: Drammatico, Horror, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Please take me away, I disperately promise to be a good girl, to be worthy of your love
I don't need the paintbooks, the dolls and the dresses ... Just tell me, why left your pictures and gone?

-Flora ... - Chiamò Luke, ma si bloccò. -Ah già, dimenticavo che non è venuta con noi. - Sospirò. Avrebbe tanto voluto visitare la galleria con lei.
Il professore gli sorrise. -Oh, guarda che scultura magnifica. Non trovi che quella rosa sia molto realistica, Luke?

*

Flora tremava. Aveva finito tutte le lacrime, e non era cambiato niente. Sarebbe stato troppo bello se fosse stato solo un incubo -o forse non riusciva semplicemente a svegliarsi?
Il professore avrebbe sicuramente trovato una soluzione, avrebbe trovato un'uscita, senza arrendersi.

E lei? Lei ne era capace? Aveva imparato qualcosa dal suo tutore?

Non lo sapeva. Si sentiva inutile. Avrebbe chiuso volentieri gli occhi e avrebbe dormito per sempre, ma in quel posto proprio non ci riusciva.
Il rumore di passi ricominciò.
Flora scattò in piedi, ancora con le gambe che le tremavano.

Tap, tap, tap.

Fece un passo indietro, guardandosi attorno.

Tap, tap, tap.

Un altro passo ancora. -Chi c'è? - Chiese con quel po' di voce che le rimaneva.

Tap, tap, tap.

Doveva uscire di lì.
Si voltò e si incamminò verso un corridoio buio, finchè non si trovò ad un bivio; due corridoi, gemelli, speculari. C'erano solo due particolari che li distinguevano: i quadri -un quadro blu per un corridoio e un quadro rosso per un altro- e la parete completamente scritta del corridoio con il quadro blu.

VIENI VIENI VIENI VIENI VIENI ...

Flora ignorò quelle scritte inquietanti e prese il corridoio opposto, ma scoprì presto che la porta alla fine del corriodio non si apriva.
Doveva seguire le scritte, ma sapeva che non avrebbe portato a nulla di buono.

Non poteva scegliere, non poteva scappare.
Era in gabbia, poteva solo sopravvivere.

Sospirò; il professore non c'era. Era sola. Ed era il momento di dimostrare che anche lei era capace di fare qualcosa. E promise a se stessa che avrebbe trovato un'uscita, indipendentemente da cosa avrebbe trovato davanti a sè.

Era ora di dimostrare che anche lei era forte.

Serrò i pugni e seguì le scritte, finchè non si trovò davanti ad un tavolino, sul quale era poggiata una rosa rossa in un vaso. Dietro c'era una porta.
Cosa ci faceva una rosa rossa nel bel mezzo di ... di un mondo immerso in un quadro? Flora lo fissò per qualche secondo e decise di lasciar perdere; tentò di spostare il tavolino dalla porta così che sarebbe riuscita a passare, ma quello sembrava inchiodato al pavimento.

Era un gioco già programmato.


Prese la rosa, con mano tremante, e appena la toccò un dolore la pervase momentanemente. E così com'era arrivato, il dolore sparì.
Cos'era successo? Non lo sapeva. Le interessava solo di uscire da lì. Provò a spostare il tavolino e questa volta ci riuscì. Senza farselo ripetere due volte, aprì la porta con foga; e si ritrovò smarrita in una piccola stanza.
Ai suoi piedi una chiave.
Davanti a sè il quadro di una donna, i quali capelli, lunghissimi, sbucavano fuori dal quadro, andandosi a poggiare sulla cornice. Aveva gli occhi chiusi e un sorriso pacifico sul volto.
Non aveva più voglia di pensare. Si chinò per prendere la chiave, simulando coraggio, ma se avesse potuto, sarebbe scappata di corsa da quel posto orribile. L'afferrò e chiuse gli occhi, cercando la maniglia della porta. Non voleva guardare il quadro. Ma, quando afferrò la maniglia, con la coda degli occhi si accorse che la donna la fissava, con occhi da rettile.

Lo sapeva, non aveva più scampo.

Uscì dalla stanza definitivamente, e si accorse che le scritte sulle pareti erano cambiate:


LADRA LADRA LADRA LADRA LADRA ...


-Non sono una ladra! - Urlò, serrando i pugni, e si incamminò con passo deciso verso il corriodio opposto.
Un'altra scritta apparve ai suoi piedi:

LADRA

Si morse il labbro inferiore, tentando di trattenere le lacrime, e corse. Infilò la chiave nella toppa e aprì la porta, per poi chiuderla in fretta alle sue spalle.
Stringendo la rosa tra le mani, decise definitivamente che per uscire da quell'incubo doveva dimostrare di esser capace di reggersi sulle proprie gambe.
Ne aveva abbastanza anche di starci troppo a pensare; era lì, ed era ora di darsi da fare. Noncurante, camminò con passo sicuro, avanzando imperterrita.
 

Qualcosa le afferrò la gamba.
Davanti a sè spuntarono una, due, tre mani dalle pareti.

In una frazione di secondo capì che aveva commesso un gravissimo errore; e si sentì trascinare via.

Decisione sbagliata, piccola Flora.



Angoletto autrice
Ciao a tutti, belli, brutti, gatticorni arcobaleni e non (?)
Sono tornata dopo mesi perchè ... Niente, il computer ha deciso di bloccarmi il pacchetto office, ha iniziato a disconnettersi dal proxy, in un periodo si spegneva dopo aver aperto chrome ... Ma finalmente tutto è passato grazie alla magia gattosa dei gatticorni (?)
In ogni caso, sono riuscita per miracolo a scrivere il secondo capitolo. Il primo vi è piaciuto tantissimo (e ringrazio per i complimenti qwq se non fosse stato per voi avrei cancellato la fanfiction!), quindi spero che questo secondo sia all'altezza delle vostre aspettative, anche se scritto mesi dopo. Ringrazio ancora una volta tutti voi! Cercherò di pubblicare un capitolo ogni 7-10 giorni, scusate, ma mi ritrovo sempre con molti impegni.
Questo angoletto si sta dilungando un po' troppo D: In ogni caso, spero che vi piaccia e spero che continuiate a seguire la storia.
Al prossimo capitoloh :3
[critiche sempre ben accette!]
  
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