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Autore: Fiamma Erin Gaunt    19/08/2014    2 recensioni
[Storia a OC]
Una nuova profezia incombe sul Campo Mezzosangue, nuovi Semidei e nuove avventure attendono i nostri eroi. Sarai tu l’Eroe della profezia?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 8

 

 

 

 

Will Solace era un tipo simpatico. Simpatico e carino, precisò mentalmente Hellen mentre osservava il figlio di Apollo percorrere lo stretto corridoio che separava le tavole della mensa. I capelli biondi scintillavano sotto la tiepida luce dell’alba e gli occhi blu brillavano, mettendo in risalto quella strana sfumatura cobalto.

La maggior parte dei ragazzi dei tre Campi dormiva ancora, solo pochi membri della squadra di Peter erano già in piedi e si affaccendavano cercando di recuperare tutto ciò che potesse tornare utile per l’impresa.

- Ehy – le sorrise, in uno scintillio di denti bianchissimi, mentre sedeva accanto a lei.

- Ciao, Will. Il resto dei tuoi compagni non si è ancora svegliato – replicò, sicura che fosse arrivato in mensa alla loro ricerca.

- Come al solito. Comunque non stavo cercando loro. –

Inarcò un sopracciglio, perplessa.

Se non stava cercando il resto dei semidei del Campo Mezzosangue, allora chi?

- Se vuoi parlare con Peter dell’impresa … - cominciò, ma venne fermata dallo scuotere della testa bionda del ragazzo.

Will abbozzò un sorrisetto sghembo. – Non dirmi che non hai davvero capito perché mi sono alzato all’alba per venire in mensa. Qualche piccolo indizio … è una ragazza, una figlia di Osiride, e ha gli occhi più belli che abbia mai visto. –

Hellen sgranò gli occhi. Nessuno aveva mai definito il colore delle sue iridi come “bello”; nella maggior parte delle volte, se non la guardavano disgustati o spaventati, si limitavano a un diplomatico “inconsueto” o “particolare”. Un modo gentile per dire che una persona non avrebbe mai dovuto avere occhi di un viola come quello. Sentì le guance avvamparle leggermente.

- Qualcosa mi dice che hai indovinato di chi si tratta. –

- Io … -

- Immagino che tu abbia già preparato tutte le tue cose, vero novellina? – Si voltò quanto bastava per incrociare le iridi color acciaio di Peter. La scrutava con un sopracciglio inarcato, beffardo e insinuante al tempo stesso. – Sempre ammesso che tu non abbia trovato di meglio da fare. –

- È tutto pronto, le ho già sistemate sull’elicottero di Zephyr. Adesso puoi anche tornare a fare il sergente istruttore con qualcun altro, magari qualcuno che se lo merita davvero. –

- Tipo la mia controparte greca. Solace, va a svegliare gli altri barbaros. Partiamo tra mezz’ora. –

- Signorsì, signore – replicò, scattando in piedi e battendo i tacchi con aria beffarda. Strizzò l’occhio a Hellen, facendola sorridere. – Riprendiamo il discorso più tardi, raggio di Sole. –

Rimasti soli, Peter assottigliò lo sguardo fissandola con aria penetrante, quasi volesse spingerla a confessare chissà quale misfatto.

- C’è qualcosa tra te e il barbaros?

- Per prima cosa smettila di chiamarlo in quel modo. Per seconda, non sono certo affari tuoi. –

- Certo che sono affari miei. –

Si rese conto all’ultimo secondo di come dovevano suonare quelle parole. Dannazione, ci mancava soltanto che facesse la figura dell’idiota geloso. Stramaledizione a Jack e all’istinto protettivo che suscitava in lui.

- Ah, sì? – domandò, gelida.

- Sì, perché questa è un’impresa di vitale importanza, mica una scampagnata per i campi con il fidanzato. –

Scampagnata per i campi? In nome di Ra, neanche sua nonna lo diceva più. Evidentemente quella mattina il suo cervello si rifiutava di collaborare e produrre qualcosa che non lo facesse suonare come un completo idiota.

La voce di Jack diede vita ai suoi pensieri. – Scampagnata per i campi? Sul serio c’è ancora qualcuno che definisce un appuntamento in questo modo? –

- Sta zitto, Jackie. –

Il sorriso del figlio di Thor si allargò. – Ah, quindi sei tu che l’hai detto. Complimenti, Pete, persino mio nonno è meno antico di te. –

- Quale parte dello “sta zitto, Jackie” non ti è chiara? –

Arricciò il labbro inferiore, fingendosi pensieroso. – Un po’ tutta la parte prima del Jackie. –

- Ra, dammi la pazienza – borbottò l’Ulfric, alzando gli occhi al cielo.

- Non era la forza una volta? –

- Sì, ma se mi da la forza ti tiro il collo … purtroppo devo trattenere questo sano e giustissimo impulso fino a dopo l’impresa. –

- Mi sa che hai perso la lezione in cui veniva spiegato cosa è sano e giusto e cosa è omicida e assolutamente sbagliato. Uccidere Caleb? Sano e giusto. Uccidere Jack? No buono. –

Peter alzò le mani, sconfitto. Quando Jack cominciava a fare così non c’era via d’uscita, soprattutto da quando aveva visto la saga di Pirati dei Caraibi e aveva deciso che, visto che Sparrow si chiamava come lui, era legittimato a usare le sue stesse battute.

- Mezz’ora – ricordò a Hellen prima di uscire da quel manicomio travestito da mensa.

Jack occupò il posto lasciato libero da Will, allungando una mano verso la tazza di cereali di Hellen e rubandole una manciata di Miel Pops.

- Ehy, questa è la mia colazione – protestò, allontanando la tazza da quel ladro di cereali.

- Mio, tuo … è la stessa cosa. –

- Non credo proprio. –

Jack allungò nuovamente la mano, ritraendola quando il cucchiaio si abbattè sulle sue dita. – Ahi. –

- Comunque, che ci facevi sola soletta in mensa? –

Hellen sorrise ironica. – Che domanda difficile … magari facevo colazione? –

- Okay, mi è uscita male. Perché non sei con Ria e Nives? Pensavo che voi tre foste amiche … o qualcosa del genere – riformulò.

- Nives dormiva ancora, e diventa particolarmente violenta quando qualcuno prova a svegliarla, e Ria … bè, stava aiutando Zephyr a caricare i bagagli. Comunque non ero sola – aggiunse poi.

- Sì, okay, ma Peter non conta. Non so se l’hai notato, ma non è neanche minimamente di compagnia quanto me –

Hellen rise, più divertita dall’espressione del ragazzo che dalle sue parole. Notò solo in quel momento la fossetta che compariva sul volto di Jack quando rideva e come gli occhi turchesi scintillassero divertiti e malandrini insieme.

Che accidenti le prendeva? Solitamente non era una di quelle ragazze che sospirava per ogni bel ragazzo che le capitava davanti, ma quando si trovava con Will e Jack non poteva fare a meno di incantarsi a guardarli. Se fosse stato solo dovuto al fattore estetico probabilmente si sarebbe concentrata su Peter, che in quanto a bellezza vinceva abbondantemente su tutti i ragazzi del Campo, ma c’era qualcos’altro in loro. Scrollò le spalle, scacciando quel pensiero. Non era quello il momento di pensare a loro né a possibili e problematiche relazioni sentimentali.

- Ero con Will in realtà, mi faceva un  po’ di compagnia. –

Si trattenne dall’aggiungere che il figlio di Apollo non passava certo di lì per caso. Aveva l’impressione che la cosa non sarebbe affatto andata a genio a Jack.

- Ah, la lampadina greca. –

Ecco appunto.

- Si può sapere perché tu e Peter ce l’avete tanto con loro? – domandò.

- Aspetta. Peter se l’è presa con lampadina boy? –

Non era certo una novità, visto che l’Ulfric discuteva con almeno cinque persone ogni giorno, ma aveva avuto l’impressione che Solace fosse uno dei pochi barbaros che gli stesse simpatico.

- Bè, non eccessivamente per i suoi standard, ma mi ha fatto una specie di ramanzina sulla serietà dell’impresa e il non flirtare con i ragazzi in questo momento. –

- Stavi flirtando con lampadina?! – esclamò. Il tono di voce gli uscì più indignato di quanto avesse voluto.

Hellen avvampò. – Non stavo flirtando proprio con nessuno, è solo Peter che come al solito esagera. –

Esagerava perché sapeva che Hellen gli piaceva, di questo Jack era sicuro, e sentì l’affetto per il suo migliore amico zampillare nel suo cuore.

- Ma a te piace? –

Si morse la lingua. Doveva aver sviluppato una vena masochista non indifferente se si ritrovava a fare quella domanda proprio a lei.

- Bè … è carino, ma trovo carine anche altre persone, quindi non significa nulla – aggiunse in fretta.

Il macigno che gli era inizialmente caduto addosso si attenuò sentendo le ultime parole.

- Per esempio? –

Sì, era decisamente masochista, ormai non c’era più alcun dubbio.

La ragazza diventò ancora più rossa e abbassò lievemente lo sguardo. – Bè, Peter e Lars sono carini, anche Jason e Percy e Will e … e tu – concluse, certa di essere ormai diventata dello stesso colore di un pomodoro maturo.

Ci mise un paio di secondi a registrare quelle parole. Hellen credeva che lui fosse carino.

- Jackie, novellina, mancate solo voi! –

Jack alzò gli occhi al cielo, sorridendo. – Mi sembra di udire i toni soavi di Peter. –

- Già, la sua voce dolce e delicata raggiunge ogni antro del Campo. –

Scoppiarono a ridere insieme, sorreggendosi a vicenda mentre avanzavano scossi dalle risate, e raggiungendo il resto del gruppo.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Sei assolutamente certo che questo aggeggio non precipiterà schiantandosi a terra e riducendoci in brandelli, vero? –

Zephyr sgranò gli occhi. In nome del Cielo, perché quella ragazza riusciva sempre a essere così inquietante?

Decise che poteva anche prendersi il lusso di divertirsi un po’, se non altro per passare il tempo.

- A dire la verità non ne sono affatto sicuro. Ad esempio, questa spia che si è accesa adesso, segnala un bel guasto nel motore. –

Ria sbiancò, affondando le unghie lunghe nel sedile del pilota.

- E me lo dici così? –

Il figlio di Amon scoppiò a ridere, facendole capire che il suo era stato solo uno scherzo. – Quella è la spia che segnala l’accensione delle luci interne. –

- Io ti uccido, maldito elfo! –

- Esagerata, era solo un piccolo scherzo. –

- Un accidenti, mi stava per venire un infarto. –

- Fifona – borbottò a mezza bocca.

- Che cosa? –

- Ho detto “fifona” – ripetè.

- Idiota. –

- Isterica. –

- Folletto. –

- Arpia. –

- Giuro che ti ammazzo. –

- Questa minaccia è vecchia. –

 - Piantatela, state facendo talmente tanto casino che non riesco neanche a sentire i miei pensieri! – esclamò Peter, interrompendo il buffo battibecco e alzando la testa dalla cartina che stava esaminando insieme a Nives e Clarisse.

- Guarda qui, sembra un punto in cui atterrare. –

Osservò il punto indicato dalla figlia di Ullr. Si trattava di un promontorio sabbioso poco distante dal Cairo, la loro destinazione.

- Non è male come punto di osservazione – ammise.

- E ci proteggerà da occhi indiscreti. –

Recuperare il Papiro di Ani per scoprirne di più sulla profezia era la cosa più importante, il punto focale della loro impresa, e solo gli Dei potevano sapere quanto sarebbe stato difficile. Avrebbero avuto bisogno di ogni minimo vantaggio.

- Zephyr, abbiamo una destinazione: andiamo al Cairo – stabilì l’Ulfric.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

E una delle squadre è partita e ha trovato la loro prima meta. Nel prossimo vedremo all’azione la squadra di Percy con Hannah Eva, Leo, Skyler, Lars, Nico, Annabeth, Jason e Piper. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

 

 

 

  
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