-
Summer,cazzo,possibile
che ti devi sempre fregare tutto? Dove hai messo le chiavi della mia
macchina?
E
smettila di dormire,ascoltami quando ti parlo!-
strillò mio fratello.
Si era seduto sul mio letto,indossava
solo i pantaloni del pigiama.
I capelli erano completamente fuori
posto,le labbra socchiuse.
Un angelo caduto,
probabilmente.
-Mhhhh..-
mormorai
io, voltandomi dall'altro lato del letto.
Indossavo solo
l'intimo, ero tornata talmente tardi che non avevo neanche la forza
di vestirmi.
Quella notte aveva dormito poco. La testa mi faceva
ancora male,inoltre i miei occhi non ne volevano sapere di
aprirsi.
Io e le ragazze eravamo uscite insieme,scorrazzando per
l'intera città con la macchina di Louis.
Non quella
dell'incidente, ovviamente. Quella era andata dritta allo scasso.
Fortunatamente.
Sarebbe stato terribile tornarci dentro. Un
incubo.
- Summer!
- fece di nuovo lui, scuotendomi.
-Ho
capito, si. -
dissi io.
Mi alzai di scatto, sbuffando, raggiungendo la mia
borsa e prendendo le sue chiavi.
Gliele porsi, lui sorrise e fece
per uscire dalla stanza.
Quando qualcosa mi spinse
improvvisamente verso di lui.
Non volevo pensarci, ma dovevo
ricordare.
Perché c'era una sola cosa alla quale dovevo credere :
la certezza della sua esistenza. Per me era tutto.
Lui era ancora
vivo e reale, accanto a me, come sempre.
Lo strinsi forte,
affondando nei suoi pettorali.
Louis non disse niente, si limitò
a poggiare la sua testa sulla mia.
Rimanemmo così, per una
manciata di minuti, che però a me parvero scorrere
rapidissimi.
-Pensavi
di esserti liberata di me, vero sorellina?-
mi disse,con le lacrime agli occhi.
Scoppiai a piangere.
Per
la prima volta nella mia vita, lacrime di gioia.
-Ehi,
shhh. Sono qui, vedi? Non me ne andrò più.
So che avresti voluto
la mia macchina tutta per te, ma la vita non è cosi semplice!-
disse lui, ridendo.
Sempre il solito.
Faceva ironia su
tutto. Qualunque cosa accadesse, Louis Tomlinson faceva il
coglione.
Gli diedi un pugno nello stomaco, pentendomene poco
dopo.
La botta aveva fatto male a me, e non a lui.
Ovviamente.
Fottuti muscoli.
-Sei
un idiota.
-gli urlai, massaggiandomi la mano.
-E
tu sei schifosamente piccola per essere così terribilmente
irritante.
-disse lui, sorridendo.
Mi scosse i capelli, facendomeli
ricadere tutti sul viso.
-Vaffanculo.
-
lo scostai,incazzata.
Esitai un momento, poi mi voltai verso
di lui.
-Neanche a chiedere scusa!
-E
per cosa dovrei scusarmi?
-Per
aver rischiato di sparire dalla mia vita per sempre.-
lo guardai.
Louis mi strinse con delicatezza. Di nuovo.
-Sono
qui.
- sussurrò.
Respirai
a fondo.
Era la verità. Louis mi era accanto, sentivo il suo
abbraccio.
Finché fosse stato così, avrei potuto affrontare
qualsiasi cosa.
Lui mi baciò sulla testa e mi accarezzò la
guancia, poi sparì nella sua stanza.
Mi sedetti sul
letto,toccandomi le tempie.
Poco dopo decisi di farmi una doccia
fredda e mi vestii con noncuranza.
Sentii vibrare il cellulare
nella tasca dei jeans,ed ebbi un sussulto.
-Scendi.-
c'era scritto.
Cominciai a correre velocemente per le scale,
inciampando più volte nei miei stessi piedi.
Non badai a niente,
non cercai neanche di rendermi presentabile,
l'unica cosa che mi
passava per la mente ora era arrivare il più in fretta
poss...
Il
suono del campanello bloccò i miei pensieri.
A quel punto smisi
di correre, ansimando e cercando aria,con le mani tremanti.
Aprii
la porta e mi ci nascosi dietro.
Lui entrò,e non mi diede neanche
il tempo di saltargli sulla schiena,
perché si era già accorto
della mia presenza e si era avvicinato al mio corpo.
Come
aveva fatto? Possibile che il battito del mio cuore fosse
così
violento?
Quando si fece ancora più vicino e posò le labbra
sulle mie, la testa mi girava già...
Avvicinò lentamente il suo
viso al mio, sfiorandomi con la guancia.
Restai assolutamente
immobile e inerme,i muscoli erano come congelati.
-Mmm...
- gemette, con un sospiro profondo.
Con lui che mi toccava, così
vicino, era molto difficile formulare una frase coerente.
-Ciao.
-
disse una voce bassa, melodiosa.
Poi mi strinse forte e io lo
baciai con un eccesso di entusiasmo.
Lui sorrise sulle mie labbra,
io mi staccai dal suo abbraccio.
Mi prese la mano,conducendomi
verso la mia camera, senza smettere di baciarmi.
Tentavo di
ribellarmi, volevo condurre io il gioco, ma lui non me lo
permetteva.
Essere forte, stronza, tutto ciò che mi era sempre
piaciuto essere, diventava praticamente impossibile.
La voglia di
dominarlo si polverizzava nel momento in cui le sue labbra toccavano
le mie.
A quel punto sentii le sue mani sul mio corpo e mi
arresi.
E non perché fosse mille volte più forte di me..
o
perché mi avesse bloccato al muro, senza darmi
possibilità di
ribattere.
La mia volontà si sbriciolò nell'istante preciso
del
contatto, si frantumò in mille pezzi microscopici, andando
completamente in fumo.
Ci fu un bacio tutt'altro che
prudente,
pieno di ardente desiderio.
Restituii il bacio, mentre la mia
testa era confusa e il ritmo del mio respiro si faceva sempre
più
disordinato e affannato.
Le mie dita cercavano il suo
viso.
Erano avide,ingorde,assetate.
Sentivo il suo corpo
aderire al mio ed ero felice, così traboccante di
eccitazione che
non sentivo più il contatto al suolo.
Sentii le sue mani
calde salire al di sotto del mio maglione grigio,arrivando al
reggiseno.
Lo sbottonò con un'unica mossa rapida ed
esperta.
Sentii i jeans cadermi sui piedi, come il resto dei
vestiti.
Cominciai a spogliarlo, lasciandogli baci umidi su
tutto il corpo.
Lui mi poggiò sul letto, senza perdere mai la mia
pelle,sfiorandomi piano.
Intrecciai le mie mani dietro il suo
collo,facendolo aderire ancora di più al mio corpo.
Rabbrividii
quando lo sentii dentro di me, graffiandogli la schiena.
Lasciai
che la mia testa cadesse all'indietro,mentre gemiti di piacere
riempivano la stanza.
La mia anima stava vibrando sotto di
lui,dimenandosi senza fermarsi un secondo.
L'aveva in pugno,aveva
ogni parte di me.
Cominciammo a sudare, i nostri corpi però
sembravano non averne mai abbastanza.
Si struggevano, aspiravano
al contatto ogni volta che si formava una minima distanza tra
loro.
Quando ci sentimmo sfiniti, lui si poggiò contro lo
schienale del letto, accarezzandomi con dolcezza.
Diversamente
dalla maggior parte delle volte, ero appallottolata con le coperte
tirate fino alle spalle.
Per il freddo invernale,
immaginai.
Invece mi ero scostata leggermente dal suo corpo,
evitando la sua pelle.
-Pensi
che migliorerò mai?-
chiesi più a me stessa che a lui.
-Che
un giorno il mio cuore la smetterà di cercare di uscirmi dal
petto
ogni volta che mi sfiori?
Harry
sorrise.
Diamine, dovetti nascondere la testa sotto le
coperte.
Sentii che si avvicinava a me, e mi ritrassi
leggermente.
-E
tu pensi che un giorno riuscirai a smettere di scappare da me?-
sussurrò al mio orecchio, sotterrato dalle lenzuola.
-Dovrei
trovare un buon motivo per restare, Edward.-
gli dissi,con un tono di voce che fece sorridere anche me.
Mi
baciò.
Il mio tremore si fermò all'improvviso e fui invasa da un
calore molto più intenso.
Tutto si sciolse dentro di me e rimasi
immobile davanti al suo viso perfetto.
-Questo
ti basta?-
disse.
-Potrei
farci l'abitudine...-risposi.
Poi
affondai nuovamente nelle sue braccia, vittima del potere che
esercitava su di me.
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SPAZIO
AUTRICE
Si
eccoci qui, di nuovo alla fine di un altro capitolo.
Ve lo
aspettavate? Ditemi quello che pensate, ci tengo.
Recensite
più che potete pliss.
Alla prossima, Letsrytowrite.