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Autore: __surpriseme__    20/08/2014    4 recensioni
Uno spiacevole scherzo del destino. Così si potrebbe definire lo strano incontro tra Cordelia Miller e Harry Styles. Lei pulisce i pavimenti per guadagnare i soldi cercando di arrivare a fine mese e lui è il regista di un nuovo film che, come il caso ha voluto, sta girando proprio nel capannone dove Cordelia lavora.
Conosciuto il folle, goffo e peperino carattere di Cordelia, Harry non fa altro che punzecchiarla e umiliarla nel peggiore dei modi anche quando dovrebbe pensare al suo film.
Ci troviamo in inverno inoltrato e Harry sta per concludere il suo capolavoro quando la protagonista si ammala gravemente e decide che non può più continuare con le riprese, così dopo aver messo a soqquadro tutta Londra per cercare una sostituta, si accorge solo in quel momento che tutto il suo film è ispirato al suo rapporto con Cordelia, perciò chi meglio di lei avrebbe potuto interpretare se stessa?
Harry continua a cambiare finale, non riuscendo a trovarne uno adatto, ma alla fine decide di lasciare che la storia si formi da se, ossia come dovrebbe andare nella realtà la sua sconsiderata storia con Cordelia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Posso sapere cosa ci fa la donna delle pulizie qui?»  ancora una volta in questa settimana, il regista più grande di tutti i tempi, come lui stesso di definisce o il più grande cornuto di tutti i tempi, come lo chiamo io, mi ha richiamata per farmi uscire da questa stupida sala di registrazione del suo stupido film.
 
Ed ecco due omoni con il petto gonfiato e le spalle forti mi si avvicinano pericolosamente per sollevarmi da terra e sbattermi fuori dall’enorme stanza.
 
«Te la farò pagare!» provo a dimenarmi appesa per aria da questi due e mi aggrappo alla porta con le mani mentre provano a tirarmi per i piedi.
 
«Lasciatemi, devo fargliela pagare!» cerco di convincere i due addetti alla sicurezza a liberarmi dalle loro braccia.
 
«Io non credo, dolcezza» la voce del regista mi risuona nelle orecchie e alzo la faccia, contorta in una smorfia di dolore e sforzo, per guardarlo degli occhi.
 
«Devi smetterla di farmi cacciare in questo modo!» agito un pugno in aria e con l’altra mi reggo alla porta, mentre uno degli scagnozzi mi tiene ancora per le gambe.
 
«Saluti, dolcezza» e con le mani fa scivolare le mie dall’unico appiglio che avevo trovato.
 
«Non finisce qui!» urlo a perdifiato mentre mi trascinano fuori in spalla e io tiro pugni sulle spalle del tizio che mi sta trasportando.
 
«Non entrare più, o dovremo cacciarti un’altra volta» dopo pochi minuti di calma, quello che mi tiene in spalla parla.
 
«Ma io voglio solo assistere alle riprese» mi lamento e lui mi mette giù mentre l’altro mi porge il carrello con tutti gli spazzoloni e i detersivi.
 
«Penso che tu abbia capito che tipo è il capo, torna al tuo lavoro» mi lasciano sola con il broncio sulla faccia e un odio profondo per Harry Styles.
 
Quel pallone gonfiato, pieno di soldi e di una cornutagine assurda. Con la forza tiro fuori uno spazzolone e comincio e pulire i corridoio. Anche se odio con tutta me stessa quel tizio, non posso permettermi di farmi richiamare, potrebbe dirlo al mio datore di lavoro e farmi licenziare all’istante.
 
Ma comunque, devo fargliela pagare. Solo perché hai il potere di farmi cacciare fuori dalla sicurezza non significa che tu possa anche ordinarmi di prendere i tuoi fottuti caffè insieme a quei fottuti biscotti e a quella tua fottuta acqua. Voglio la mancia par fare questo.
 
«Quel figlio di buona donna, pieno di soldi in culo!» continuo a pulire il pavimento con una velocità inaudita, lasciando anche qualche spazio asciutto.
 
No, devo calmarmi, devo mantenere la mia dignità o non sono più Cordelia Miller. E poi non voglio che qualcuno mi richiami per non saper pulire i pavimenti.
 
Torno all’inizio del corridoio e  ricomincio a pulire. Il suolo è nero e lucido ed è una cosa che non sopporto.
 
E mentre borbotto  altre cattiverie contro il più grande cornuto di tutti i tempi, cerco di pulire nel modo migliore che posso fino a quando non sento due mani sulle palpebre e una testa sulla spalla.
 
Chi potrebbe essere? Al momento non aspetto nessuno e non penso che i miei amici abbiano deciso di venire a farmi una sorpresa dopo quello che ho raccontato sulla rigidità delle regole sui visitatori.
 
«Chi è?»
 
«Quel figlio di buona donna, pieno di soldi in culo, oh e anche il più grande cornuto di tutti i tempi» con la mia aggressività prendo le sue mani dalla mia faccia e gliele sbatto sul petto.
 
«Lasciami lavorare» riprendo a fare quello che stavo facendo.
 
«Penso che tu abbia lasciato un pezzo asciutto» mi indica con una mano un pezzo di pavimento, che effettivamente ho lasciato mentre l’altra la mette in tasca.
 
Il suo abbigliamento è molto professionale. Indossa una camicia bianca e dei pantaloni a vita alta color camoscio e dei mocassini scuri. Al collo ha una sciarpa che qualche giorno fa ho gettato nel water e poi ho fatto asciugare al vento prima che lui la trovasse.
 
Sorrido malignamente a questo pensiero. Potrei rifarlo un’altra volta, ma vorrei pensare a qualcosa di più diabolico.
 
«Comunque, vorrei un caffè»
 
«Vai a prenderlo da solo il tuo caffè, le macchinette sono all’entrata» dico mentre continuo a svolgere il mio mestiere.
 
«Sempre acida, la lava pavimenti» commenta e lo sento andare via. E io con la mia rabbia gli corro dietro con il secchio pieno d’acqua.
 
«Adesso hai scocciato!» dico e senza nemmeno essermi accorta che durante la corsa ho fatto cadere un bel po’ d’acqua e con mia grande fortuna mi è finita pure sui piedi.
 
«Cosa…?» lo vedo girarsi mentre io cado sul bagnato e rischio di spezzarmi la schiena.
 
Riapro gli occhi e mi ritrovo il soffitto davanti. 
 
«Vuoi una mano?» mi chiede porgendomela e io con uno schiaffo la respingo.
 
«No, ce la faccio da sola» detto questo mi rialzo da terra.
 
«Certo che sei proprio strana, allora hai cambiato idea, vuoi andare a prendere questo caffè o no?» stingo i pungi e quando sto per prendere il secchio e tirarglielo in faccia mi accorgo che non c’è più acqua.
 
Ah, stupido stronzo!
 
«No!» e a passo pesante con il culo bagnato d’acqua torno alla mia postazione.
 
***
 
«Sono a casa!» urlo per farmi sentire da mia madre. La vedo sbucare dalla parete della cucina sulla sua sedia a rotelle.
 
«Come è andata,  mia infermiera?» mi chiede sorridendo.
 
«Bene grazie» vado dietro di lei e afferro l’impugnatura della carrozzella e la spingo di nuovo in cucina.
 
«Oggi c’era il solito paziente» comincio a parlare.
 
«Quello che ti infastidisce sempre?» chiede alzando il capo per guardarmi.
 
«Già»
 
«Forse gli interessi»
 
«Oh, non credo siamo due mondi opposti e posso sapere come ti è venuto in mente?» chiedo avvicinandola al tavolo.
 
Apro il frigo e con grande tristezza vedo che non c’è niente, dovrò improvvisare qualcosa.
 
«Beh, hai vent’anni tesoro e mi piacerebbe vederti insieme ad un uomo» e io apro uno sportello per vedere se posso trovare qualcosa da mettere sotto i denti.
 
«Mamma te l’ho già detto, per il momento non voglio nessuno nella mia vita» prendo il pacco di pasta mi giro e lo appoggio sul tavolo insieme alle mie mani per guardare dritto in faccia mia madre.
 
«Cordelia!» sento la voce del mio fratellino Tommy che subito dopo compare in cucina.
 
«Guarda, ho preso una A al compito di scienze» Tommy frequenta le scuole medie ed è al primo anno. Credo sia uno dei più bravi della classe, ma a volte vorrei che uscisse con i suoi amichetti invece di passare la giornata sui libri.
 
«E non dimenticare che oggi c’è l’incontro genitori e insegnanti» posa il foglio sul tavolo davanti alla mamma e le lascia un bacio sulla guancia.
 
«Bravo tesoro» la mamma gli accarezza i capelli e poi viene ad abbracciarmi. Mio fratello è il mio opposto, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri ed è molto alto per la sua età, mentre io sono castana e ho gli occhi scuri a mandorla o come li chiamano i bambini, occhi a cinese.
 
Credo che dei due, lui sia quello che assomiglia di più al nostro papà e spesso quando lo guardo studiare e ha la fronte corrucciata mi ricorda quando da piccola fissavo papà leggere il giornale.
 
***
 
Sarà mezz’ora che aspetto in fila con mio fratello. Siamo nella sua scuola e stiamo aspettando che questo cazzuto si sbrighi a parlare con questa stupida insegnante.
 
Ma si può sapere cosa hanno da dirsi questi due? Sembrano fidanzati.
 
E come volevasi dimostrare, si stanno slinguazzando davanti ai miei occhi e a quelli di mio fratello. Gli metto le mai sulle palpebre e cerco di individuare per bene il tizio che ho davanti e mi oscura la visuale con il suo cappotto nero.
 
È enorme, molto più alto di me, che sono una teppetta nel mio metro e sessanta. Indosso il mio cappotto scolorito, i miei amatissimi pantaloni grigi, degli stivai e sotto un golfino color avio.
 
Gli occhiali mi scivolano sulla punta del naso quando il simpaticone che ha otturato la fila si gira. Con grande disgusto noto che è quel pallone gonfiato del nuovo regista.
 
  
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