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Autore: Free_Angel    24/08/2014    3 recensioni
Roxanne, una ragazza normale, timida e pura.
Jules, un ragazzo forte, protettivo.
Amici o qualcosa di più, lui nasconde a lei un terribile segreto che Roxy scoprirà in modo inaspettato...
Dal capitolo 1:
Mi chiamava "piccola Roxy", perché in confronto a lui ero davvero minuscola.
Se lui era alto un metro e ottantacinque, io ero uno e cinquantacinque.
Se lui aveva una mano enorme, io ne avevo una quasi inesistente.
Per quanto vederci passeggiare insieme poteva sembrare vagamente strano agli occhi della gente, io mi sentivo al sicuro.
Nessuno poteva toccarmi se ero con lui, in nessun modo.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desiderai con tutta me stessa che si trattasse solo di un brutto sogno.
Lo desiderai così intensamente che, quando mi rimisi a letto per dormire, pensai di essermi appena svegliata e che nulla del giorno prima fosse davvero successo.
Non riuscii a prendere sonno, comunque.
Fissavo lo schermo del cellulare in attesa di qualcosa, qualsiasi avvenimento che potesse ribaltarmi la serata.
Cercai su internet l'annuncio che i genitori di Jules avevano messo ovunque sulla sua scomparsa.
Rividi una sua foto che avevo avuto per le mani diverse volte quando andavo a casa sua: era lui in piedi, ritratto a figura intera, con la palla da basket in mano, sorridente come sempre e con i capelli un po' più lunghi di come li aveva in quel periodo.
Non avevo la forza di piangere, non mi ero ancora convinta che quello che stava succedendo era terribilmente reale.
Sentii bussare leggermente alla porta della mia stanza e da essa fece capolino mia madre.
<< Non riesci ancora a dormire? >> La guardai e scossi la testa, in silenzio. << Non capisco cosa possa essere successo... >> Lei restò per un po' sulla soglia, poi mi fece cenno di seguirla.
La seguii alla svelta e attraversammo insieme il corridoio che separava le stanze dal soggiorno, ci fermammo esattamente nel mezzo.
<< Ricordi l'appartamento comunicante con il nostro? Hanno murato la porta che lo collegava qui, esattamente in questo punto, un anno prima che ci trasferissimo >> Il nostro appartamento non era esattamente il ritratto della modernità, potevi trovarci piccoli scantinati segreti o vecchie stanze murate.
Più che un condominio, l'edificio dove vivevo era una bifamiliare e noi eravamo al piano di sotto.
Accanto alla nostra abitazione ce n'era una gemella, comunicante con la nostra, dove viveva una ricca famiglia inglese.
Quando si trasferirono la porta che collegava gli appartamenti fu murata per permettere a nuovi inquilini di abitarne due più piccoli.
Noi avevamo acquistato questo, ma l'altro era rimasto vuoto.
<< Si, me lo ricordo, ma cosa dovrebbe dirmi? >> Mia madre non rispose, si limitò a premere una delle assi di legno attaccate alla parete: questa sprofondò nel pavimento come un pulsante e una parte di muro di fronte a noi si aprì come una porta a due ante verso l'interno, rivelando quella apparentemente murata.
<< Come...? >> Lei sospirò girando il pomello della porta in mogano, che si spalancò di fronte a noi rivelando l'altro appartamento.
<< So che avrei dovuto dirtelo prima, ma non potevo per molte ragioni, solo che non ti ho mai vista così pallida e non vedevo altra maniera per aiutarti... >> La seguii in silenzio dentro l'altra stanza, e mi si aprì un mondo.
L'appartamento era stato ritinteggiato in colori sgargianti, al centro si trovava un enorme tavolo rotondo con sopra diversi oggetti strani, volumi antichi con la copertina rovinata, pugnali con manico rifinito, ampolle con liquidi fluorescenti all'interno e strane erbe che, avrei potuto giurarlo, si erano mosse da sole almeno una volta.
<< Ti spiegherò tutto con calma, ora: hai un oggetto particolarmente legato a Jules? Un capello, un vestito... >>
<< Ho la sua maglietta preferita >> Lo dissi quasi in trance, quello che stavo vedendo era... Assurdo.
<< Ottimo, vai a prenderla, con quella sapremo che fine ha fatto >>

<< Fammi capire bene >> Mia madre trafficava con la maglietta di Jules, versandoci sopra uno dei tanti liquidi esposti sulla tavola.
<< Sei una specie di strega? Perché spiegherebbe tante cose >> Lei sollevò l'oggetto senza nemmeno sfiorarlo, questo andò subito a posizionarsi al centro di un enorme cerchio con all'interno strani disegni.
<< E questo cosa dovrebbe essere? >> Lei tenne le mani sollevate mentre una luce verdastra emergeva dal cerchio e avvolgeva la maglietta.
<< È un cerchio di codici, a seconda di cosa ci scrivi il cerchio magico assume potenzialità diverse, adesso ha la funzione di ricercare la forma umana legata a questo oggetto >> Annuii, cominciando a capirci qualcosa. Non riuscivo ad essere sconvolta.
La luce verdastra si affievolì di colpo e la maglia cadde a terra, facendo perdere colore al cerchio.
<< Che succede ma'? >> Lei raccolse la maglietta da terra, tolse la polvere con le mani e me la porse, il liquido sembrava non averla rovinata.
<< Il cerchio dice che nessun umano è legato a questo oggetto, o almeno non lo è più... Sei sicura che questa sia di Jules? >> Mi tremarono le gambe.
<< Più che sicura... >> Mia madre sospirò.
<< Ci sono due possibilità, sinceramente non so qual'è la peggiore: Jules è morto... Oppure non è più un umano >>
<< Che cosa?! >> Avevo sgranato gli occhi, in quel momento ero davvero sconvolta.
<< È probabile, qui girano diverse creature magiche... Potrebbe essere stato trasformato, forse gli hanno fatto bere una pozione ed è diventato un animale per un tempo determinato, possiamo ritornare qui tra qualche giorno e... >>
<< Trasformato? Intendi come nei libri fantasy? Tipo un vampiro o un licantropo? >> Lei mi appoggiò una mano sulla spalla e mi guidò fuori dalla porta.
<< Prometto che dopo che avrai dormito ti spiegherò tutto, domani è domenica e ho tutto il giorno per farti un quadro della situazione... Ma adesso vai in camera tua e dormi... >>

Non sapevo esattamente cosa mi fosse successo, ma non appena mia madre disse le sue ultime parole crollai in un sonno profondo.
A questo punto non mi sarei di certo meravigliata nel sapere che era stata proprio lei ad addormentarmi.
Comunque, quando ripresi i sensi, cominciai a fare mente locale su quanto era successo la sera prima e tutto assunse un tono ancora più strano di quanto potesse già essere.
Quando pensava di dirmelo che era una strega? Voglio dire, penso che mi avrebbe fatto bene sapere che per i vicoli di Londra girovagavano creature magiche.
Mi sembrava di vivere nell'irrealtà.
Dopo tutto, date le circostanze, non sarebbe stato per nulla strano se Jules fosse stato rapito da una di quelle... cose.
Quello che mi chiedevo era il perché: era un ragazzo normale, non aveva casini con nessuno... Forse aveva fatto una scommessa giocando a poker con un licantropo e questo ha mandato il suo branco a sbranarlo perché non gli aveva ritornato i soldi.
Assurdo, davvero assurdo.
Mi stupii di averlo solo pensato, era tutto impossibile: certamente avevo fatto un brutto sogno a causa dell'agitazione per la scomparsa di Jules, ne ero certa.
Mi alzai dal letto e corsi a cercare mia madre, ma la casa era assurdamente vuota.
Un mal di pancia d'ansia non perse tempo a colpirmi, la chiamai e la cercai per tutte le poche stanze che avevamo.
Nulla.
Quando arrivai ai limiti della disperazione trovai un biglietto in cucina, attaccato al frigo.

"Ciao tesoro,
Scusa se ti lascio un biglietto ma non avevo altro modo di dirtelo, telefonarti o mandarti un sms non era consigliabile.
Sono fuori per delle 'commissioni', dovrei tornare per ora di pranzo se non ritardo.
Ti ho comprato una brioche, ho letto che i dolci aiutano nei momenti di confusione e ansia.
Un bacio.

Mamma"

Ma che dolci, necessitavo di caffè, e subito.
Commissioni? Non era consigliabile telefonare? Che cosa voleva dire?
Guardai l'orologio: erano appena le dieci e mezza di mattina, mamma avrebbe dovuto rincasare tra al massimo tre o quattro ore.
Preparai la moka per il caffè e la lasciai scaldare, intanto andai in camera e recuperai il telefonino.
Quando lo accesi trovai un messaggio di Amy, la mia compagna di banco, che mi chiedeva se avevo avuto notizie di Jules e se mi sentivo meglio.
Sorrisi, era bello che si preoccupasse per me.
Le risposi subito:

"Ehi Amy, grazie per il messaggio, di Jules ancora nessuna novità e no, non sto esattamente meglio, spero di riuscire a ritrovarlo, probabilmente domani non verrò a scuola... Ci vediamo Martedì"

Cercai su internet se c'erano novità di qualche tipo, ma non trovai assolutamente nulla.
Passai le successive tre ore e mezza a vegetare sul divano in compagnia della seconda tazza di caffè e della brioche che mi aveva preso mia madre.
Sentii le chiavi di casa girarsi sulla serratura della porta e poi lei comparve con un sacchetto della spesa in mano.
<< Ho preso pollo per pranzo, spero ti vada bene >> Mi alzai in piedi e la seguii in cucina, la aiutai a mettere la roba in frigo e poi lei si mise a cucinare il pollo, mentre io mi sedetti su una delle due sedie in cucina.
<< Che commissioni hai dovuto fare? >> Ci fu un momento di silenzio.
<< Ho detto al Congresso delle Streghe che adesso sai della nostra esistenza, siamo tenute a fare rapporto se lo diciamo a qualche mortale >>
Sollevai le sopracciglia, lievemente stupita del fatto che non si fosse inventata una balla.
<< Dunque io... Non sono una strega come te? >> Lei scosse la testa.
<< Di norma le streghe dimostrano di avere poteri intorno ai dodici anni, le più tardive ai sedici, tu hai superato questa età da diversi mesi e non hai ancora dato cenni, del resto tuo padre era un umano, la cosa non mi stupisce >> Annuì, mentre ripensavo a papà e al fatto che mia madre mi avesse detto che era morto in un incidente.
<< Papà è morto davvero oppure dovevi coprire qualche assurda verità? >>
Le scappò un sorriso mentre continuava a tenere d'occhio il pollo.
<< Non vedo tuo padre da quando sei nata, il Congresso l'ha fatto sparire nel momento in cui ti ho concepita, avevano promesso di chiudere un occhio se avessi giurato di non rivederlo mai più, così è stato.
Probabilmente è morto davvero, probabilmente anche in un 'incidente' - fece le virgolette con le mani - ma purtroppo non ne so e non ne saprò mai nulla >>
Dopo questa rivelazione cadde un silenzio pesante e inquietante.
Non potevo darle la colpa per non avermelo mai detto, questi qua del Congresso sembravano tremendamente severi.
Me li immaginavo come un numero a due cifre di donne incappucciate, con tuniche nere e occhi bianchi come la luna, un'immagine piuttosto inquietante.
Non parlammo più di niente che avesse a che fare con mio padre, ma lei mi spiegò tutto quello che mi aveva nascosto in sedici anni della mia vita.
Non c'era troppo da dire: lei aveva scoperto di aver ereditato poteri da strega dal nonno e la nonna a sedici anni, da quel momento aveva smesso di andare a scuola e aveva studiato da privatista, con uno stregone anziano.
Aveva imparato tutto quello che doveva sapere sul mondo magico: pozioni, incantesimi e codici per i cerchi magici.
Aveva saputo identificare ogni singola creatura non umana, come vampiri, elfi, folletti e licantropi, e aveva imparato a capire la pericolosità di alcuni.
I vampiri di Londra vivevano per lo più singolarmente, pochi assieme, escluse le coppie, al contrario dei licantropi, che stavano in branco.
Gli elfi e i folletti passavano la maggior parte della giornata nel parco, mia madre mi aveva rivelato che nell'albero più grande di ognuno c'era un passaggio segreto per il loro mondo.
Ogni specie aveva ne aveva uno e un modo per accedervi: quello delle streghe, ad esempio, non era un portale comune come quello delle creature del bosco, ma ognuna ne aveva uno in casa, trasformato in un oggetto come uno specchio o un armadio.
I vampiri ne possedevano uno comune, situato in uno dei vicoli di Londra, solo loro sapevano dove si trovasse ed era rappresentato da una botola.
I licantropi ne avevano di diversi e solitamente si trovavano in delle case in periferia, per lo più abbandonate o in rovina.
Lo trovavo tutto molto interessante ma anche vagamente inquietante: esistevano quattro mondi differenti, il nostro compreso, e il novanta per cento della popolazione non lo sapeva.
Mentre rimuginavo su questi pensieri il mio telefono mi vibrò in mano, sul display vidi il nome di Amy.
<< Ehi! >>
<< Roxanne! Meno male che hai risposto, ho una notizia importantissima anche se... Non è molto bella >> Deglutii e le dissi di continuare.
<< Hanno... Trovato il corpo di un ragazzo piuttosto mal ridotto, è quasi irriconoscibile, hanno già chiamato i genitori per identificarlo e... Ho saputo che volevano che andassi anche tu >> Non so dove trovai la forza per risponderle che ci sarei stata, quella notizia mi colpì come un pugno in pieno stomaco.
<< D'accordo, verrò, dove devo andare e a che ora? >>
<< Alle nove di mattina, domani al St Thomas' Hospital, era stato ricoverato d'urgenza, ma... Non ce l'ha fatta, spero proprio che non sia lui Roxy... >>
<< Si... Lo spero anche io >>

Spazio autrice Ehi ehi! Sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo presto, spero vi piaccia!
Grazie se c'è qualcuno che mi segue silenziosamente e grazie a chi mi lascerà un parere!
Alla prossima!
  
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