24/08/2014
6 recensioniWhen the darkness comes
CAPITOLO 42
Until the very end
Olly raggiunse la Torre di Astronomia dopo aver cercato Severus ovunque. Non era nell’aula di pozioni, né nei suoi alloggi e nemmeno nell’ufficio di Silente.
Sapeva che spesso saliva sulla Torre di Astronomia per pensare, restare solo, o semplicemente per osservare il paesaggio.
La ragazza salì le scale lentamente pensando alla battaglia appena conclusa, alle perdite subite, alla Scuola ormai distrutta e a tutte le persone che si stavano adoperando per aiutare i feriti.
L’oscurità avvolgeva ogni cosa, la notte era calata da un paio d’ore e la luna e le stelle illuminavano il paesaggio circostante mescolandosi alla luce delle lanterne.
La ragazza arrivò all’ultimo gradino della scala poco illuminata e salì sulla piattaforma. Il legno del pavimento scricchiolò sotto il suo peso.
Vide una figura avvolta da un mantello nero, poggiata alla ringhiera intenta ad osservare il paesaggio. Nonostante Olly avesse fatto rumore, quella non si mosse.
La Grifondoro avanzò. «Sev?» l’uomo si voltò, come destato da un sogno «Stai bene?» chiese lei.
Il suo viso era più pallido del solito; i suoi occhi neri incontrarono quelli blu della sua studentessa.
«A cosa pensi?» domandò Olly fermandosi davanti a lui, poggiando le mani alla ringhiera e cercando il suo sguardo. C’era qualcosa che lo tormentava, era palese.
Severus sospirò e scosse il capo. «Alla guerra.» la mora attese che continuasse «Ho saputo di Lupin e Tonks. Mi dispiace.»
La Grifondoro sentì una morsa allo stomaco. Puntò gli occhi sul pavimento e sentì le lacrime pronte ad uscire. Inspirò profondamente e tentò di trattenerle. Non voleva piangere. Tentò di pensare al fatto che, nonostante il fatto che le persone a cui voleva bene fossero morte, aveva ancora i suoi amici e Severus. Che non era tutto perduto, tutto considerato. Poi, il pensiero che aveva rischiato di perdere anche il pozionista la fece rabbrividire. Aumentò la pressione delle mani sulla ringhiera in ferro.
«Che succede?» le domandò lui.
Lei sollevò il capo. «Ho avuto paura di perderti.» glielo aveva già detto, ma quel pensiero la tormentava. Quando aveva creduto di averlo perso aveva sofferto così tanto che si era sentita svuotata.
«Ti avevo promesso che sarei tornato.» le disse lui per rassicurarla.
«Lo so, ma quando Hermione mi ha detto che Voldemort ti aveva ucciso, io…» venne interrotta dalle labbra di lui, che si erano impossessate delle sue. La ragazza gli circondò le spalle con le braccia e sentì le mani di lui circondarle i fianchi. Piton la tirò a sé e i loro corpi si scontrarono aderendo perfettamente. Olly poté sentire il cuore dell’uomo battere contro il suo petto; si alzò in punta di piedi per coprire i pochi centimetri che li separavano. Piton fece scorrere le mani sulla schiena di lei, facendola rabbrividire.
«Ti amo, Olly.» le sussurrò a fior di labbra quando si allontanarono.
Lei sorrise a quelle parole. Nessuno gliele aveva mai dette e nemmeno si aspettava che qualcuno lo facesse -sapeva di essere considerata strana e asociale- tantomeno Severus Piton.
Sentì le guance imporporarsi, ma in fondo non le importava molto. In quel momento c’erano solo lei e lui, lui e lei.
«Anche io ti amo, Severus.» rispose in un sussurro, poi poggiò la fronte a quella di lui. Si lasciò invadere dal suo profumo di sapone e poggiò la testa nell’incavo del suo collo, sfiorando la pelle pallida con le labbra. Desiderava baciarlo ancora, lo voleva più di ogni altra cosa.
Le sembrava impossibile essere lì, tra le braccia dell’uomo che amava, dopo tutto ciò che avevano passato.
Dopotutto Silente ci aveva visto giusto. Sapeva che avrebbero avuto bisogno l’uno dell’altra, sapeva che i loro cuori si sarebbero incontrati.
«Forse dovremmo tornare.» gli sussurrò all’orecchio «Avranno bisogno di noi e tu hai bisogno di cure.» il Dittamo aveva sistemato la ferita, ma avrebbe comunque dovuto farsi controllare da Madama Chips, Olly sfiorò con i polpastrelli il punto in cui il serpente l’aveva morso.
Lui scosse il capo. «Tutto ciò di cui ho bisogno è qui accanto a me.» la sua voce era dolce e calma.
Olly sorrise e intrecciò le sue dita a quelle di lui, allontanandosi di qualche centimetro per guardarlo negli occhi. Poteva vedere la sincerità e l’amore nei suoi occhi, anche se questi sarebbero sempre stati velati da tristezza e dolore, proprio come i suoi: segnati da ciò che avevano visto durante la guerra. Dal dolore, dalla perdita, dalla paura, ma anche dal coraggio, dalla lealtà e dall’amore.
Però, una cosa rassicurava Olly: se l’oscurità fosse tornata -un giorno o l’altro- non sarebbero più stati soli, ci sarebbero stati l’uno per l’altra, pronti a proteggersi, a stare fianco a fianco e ad amarsi. Sempre.
The End
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao! Come state?
Ecco che, come promesso, pubblico l’ultimo capitolo della mia long.
Be’, che dire? È stato bellissimo scriverla e pubblicarla, mi ha emozionato e mi ha fatto piacere che l’abbiate apprezzata (da come ho capito dalle recensioni che ho ricevuto) ;D! Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per i vostri complimenti!
Ringrazio con tutto il cuore che mi ha preferito/seguito/ricordato e recensito, (soprattutto angyp, che mi segue dalla mia prima long “When you’re gone”!), per una pseudo-scrittrice è bellissimo ricevere degli apprezzamenti!
Mi avete fatta sentire importante!
Grazie di cuore a tutti!
Come avevo già anticipato, sto scrivendo varie long: il seguito di “When you’re gone”, il terzo capitolo della serie “Like a Phoenix”, una long nel fandom Shadowhunters e una nel fandom di Lo Hobbit! Ne ho molte in cantiere, ma dato che presto comincerò l’università non so quando riuscirò a scrivere e a pubblicare! In ogni caso ce la metterò tutta!
Spero che continuerete a seguirmi… J
Grazie a tutti, vi voglio bene!
A presto, Eli