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Autore: Alice_nyan    24/08/2014    4 recensioni
STORIA IN REVISIONE-AGGIORNAMENTI MOMENTANEAMENTE SOSPESI (bio autrice in aggiornamento per ulteriori informazioni)
Gli imperatori di barian si troveranno intrappolati in una trappola mortale! Causa o grazia di Alice?
Seguirete vicende divertenti ed appassionanti, che vi faranno riflettere su alcuni argomenti che diamo per scontato o su cui dovremmo riflettere di più, come i falsi giudizi, l'importanza della vita e della morte, l'inganno della società e le fregature dell'ignoranza.
{Capitolo-5}
Si avvicinò di qualche passo alla sedia su cui era seduta la bionda, afferrò lo schienale e lo fece girare con un movimento rapidissimo. Ma intanto Alice si era già alzata, e gli aveva spinto la sedia addosso, contro le gambe, facendolo indietreggiare.
La sedia era caduta e aveva prodotto un tonfo all’impatto col pavimento di parquet.
Era come se il tempo si fosse fermato per il ragazzo. L’aveva vista vicinissima, e di riflesso aveva chiuso gli occhi. Aveva intravisto solamente il sorriso della bariana che diventava sempre più compiaciuto. Alice lo superò con uno scatto felino, portandosi alle sue spalle. Gli afferrò la gola con le mani gelide, e diede un lieve calcio alla sua schiena, facendolo inginocchiare a terra.
Alice_nyan
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bekuta/Vector, I Sette Imperatori Bariani, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Un ombrello per due
 

“Awhh” Alice sbadigliò e si stiracchiò le braccia. Si alzò dal letto, ed infilò le pantofole rosa senza badare a ciò che faceva, tant’è che non si accorse di averle messe a rovescio. Si stropicciò il viso, e si diresse barcollando verso lo specchio. Era situato su una scrivania, nella quale erano presenti degli oggetti di Rio, come un pettine in legno e vari fermacapelli, infatti quella era la sua stanza. Appoggiò una mano sulla superficie liscia, ed aprì gli occhi. Quegli occhi celesti, che sembravano ghiaccio. Paralizzavano solo a guardarli, pietrificavano lo sguardo. Probabilmente erano stati nascosti al mondo per così tanto tempo che avevano dimenticato come provare sentimenti quali gioia e felicità. Provavano solo odio. Congelavano al solo sguardo.
Si guardò attentamente, per poi sorridere allegramente a se stessa. Si voltò di scatto e pettinò i lunghi capelli dorati che le percorrevano la schiena fino alle gambe. Riflettevano la luce, e all’interno si potevano vedere tutte le tonalità dell’arcobaleno. Sulle spalle ricadevano due boccoli, che attorcigliava fra le dita ogni volta che si muovevano. La sua pelle era diafana, molto delicata, e creava un bel contrasto con le labbra rosse, che la facevano sembrare una bambola di porcellana. Si sfilò il pigiama di dosso, per poi indossare una camicetta rosa e dei pantaloncini verdi, che arrivavano fino a metà coscia. Il tutto aggraziato da calze bianche e da un paio di ballerine nere, ornane da un’elegante fiocco a pois. Si era messa degli orecchini a forma di fiore, che richiamavano i bottoni della camicetta.
Quando si muoveva nella stanza sembrava volteggiare, era così leggiadra da sembrare una farfalla, era molto allegra.
Aprì la porta della stanza, per poi dirigersi verso il salottino, dove, probabilmente, i padroni di casa la stavano aspettando. Era nell’appartamento di Rio e di Shark, che si erano offerti di ospitarla. Una dimora modesta, in stile essenziale, con le pareti bianche e pochi mobili in legno, all’apparenza abbastanza spoglia come abitazione. D’altronde Rio era sempre stata in ospedale, e Ryoga non badava nemmeno alla casa in cui viveva.

Si ritrovò davanti un essere alto molto più della media, su cui sbatté violentemente la testa. Si massaggiò la fronte, come se temesse che le spuntasse un bernoccolo viola sulla nuca.
“Spostati, sei in mezzo” disse guardando con aria truce il povero malcapitato, mentre cercava un angolo in cui poter passare, per poter entrare nel salotto.
“Buongiorno Alice! Parlavamo proprio di te. Io sono Gilag” disse lui tutto sorridente. Probabilmente non aveva ancora visto tutte le frecciatine donate dalle ragazza, che lo stava maledicendo a morte, mentalmente.
“Finalmente ti sei svegliata” sentenziò Shark, senza degnarla di uno sguardo, mentre si reggeva con una mano al mobile in legno che faceva da libreria.
“E così siete i famigerati sette imperatori bariani” disse la ragazza guardando con aria stupita i presenti “è raro vedervi tutti insieme”
“Siamo così famosi su barian?” chiese un altro ragazzo, i cui occhi stavano splendendo al solo pensiero di essere diventato famoso.
“Eccome!” esclamò lei, facendo strani gesti con le braccia per dare maggiore enfasi a ciò che diceva “ voi siete i nostri imperatori, avete sempre protetto Barian, e siete sempre stati fedeli ad essa. Su di voi esistono numerosissime leggende” continuò “anche se la maggior parte sono false”
“Avanti, avanti, raccontacene una! Per favore!” implorò lo stesso ragazzo di prima. Lei arrossì lievemente, sembrava imbarazzata.
“Non posso, davvero... alcune sono parecchio imbarazzanti” si portò le mani al volto, coprendosi le guance rosee.
“Ti preeego” gli rispose Arito, dando un accento particolare sulla “e”, facendolo sembrare una capretta.
“Beh, vediamo... Nash è molto popolare, si dice che sia il più carino degli imperatori” alla fine aveva ceduto alla sua richiesta “ma naturalmente non è vero” fortunatamente Shark rimase in silenzio, mentre Rio iniziò a ridere di gusto, come anche Alice. Era difficile indovinare se lo avesse fatto a posta, ma si divertiva parecchio. “Qui sulla Terra sei famosissimo, non è vero, Ryoga?” tirò qualche gomitata al fratello, mentre gli faceva l'occhiolino. Lui rimase muto come al solito.
“Sai anche chi siamo?” li interruppe un'altro ragazzo dai capelli grigi, con aria seria.
“Stringi la mia mano, avanti “ fu la risposta secca che ebbe. Alice gli porse una mano e lo fissò negli occhi. La sua espressione era seria, ma serena, aveva un’aria molto saggia.
Aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti, e aveva quasi spaventato il ragazzo che si trovava davanti a lei, che si aggiustò gli occhiali sul naso, per poi afferrare le sue dita saldamente.
“Tu sei Durbe, se non erro “ disse lei guardando i capelli del ragazzo, mentre faceva una strana osservazione.
“Certo che con i capelli che ti ritrovi sembri proprio un micetto” lasciò un po’ spiazzato il bariano, anche se come al solito non fece trapelare nulla. Poi si diresse verso un’altra figura dai capelli biondi. Gli girò un po’ intorno, per poi fermarsi ad osservare la sua lunga chioma dorata.
“Tu sei Zeta-”
“Il mio nome è Misael” tagliò corto lui, incrociando le braccia al petto.
“Certo, certo” disse facendo spallucce, per poi allontanarsi.
Guardò l’unico imperatore che non aveva ancora avuto il piacere di conoscere, finora non aveva detto una parola, poichè era sempre rimasto in disparte ad osservare i suoi movimenti. Lo squadrò bene prima di avvicinarsi, anche se il primo ad attaccare bottone fu lui.
“Piacere di conoscerti, Alice!” disse l’arancio, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, mentre scuoteva la mano destra a mo’ di saluto.
“L’ultimo imperatore, Vector. L’incompreso del gruppo” rispose lei con un sorriso pieno di malizia.
Toccò la spalla del giovane, per avvicinarsi al suo orecchio. Nessuno se ne accorse, perché ci impiegò meno di un secondo.
“vediamo per quanto ancora sorriderai …”sorrise serafica, per poi allontanarsi, lasciando un’aria gelida al suo passaggio. Quelle parole… profanate da un demone che attira la preda nella propria ragnatela... fecero rabbrividire il bariano, che rizzò la schiena, rimanendo immobile. L’unica cosa che fece fu sorridere, in modo innocente, come se non avesse sentito nulla. Lei sembrava un'altra persona, era irriconoscibile. Ma d'altronde, tutti abbiamo una parte oscura, o quasi. La cosa strana è che non capiva cosa ci fosse di male in lei, aveva un bel sorriso, ma bastava sfiorarla per percepire una strana sensazione, a metà tra un brivido e una scossa. Chissà, sarebbe stato davvero divertente tenderle qualche agguato, magari avrebbe potuto sfruttare la sua innocenza per rimettere in atto il suo piano. Eh già, il lupo perde il pelo ma non il vizio, non è così che si dice...?!
“Ah, sarò invidiata da tutti su Barian!!”
“Non essere così entusiasta” protestò Misael, rompendo l’atmosfera felice che si era creata attorno alla ragazza “ci stai solo disturbando” era solito fare osservazioni simili, prevalentemente alle persone che non conosceva.
“Taci!” esclamò digrignando i denti “ma sei sempre così antipatico?” lo guardò per bene “beh, non posso aspettarmi nulla da una persona come te, egocentrica, superba, altezzosa, vanitosa, orgogliosa …” stava iniziando a dare sui nervi al ragazzo che mostrava un sorrisetto maligno. Ma lo sguardo che Misael le rivolse significava chiaramente “poi, fuori di qui, ti faccio vedere in quanto poco tempo ti sgozzo”.
“Non rispondi?! Guarda che posso continuare all’infinito” lo sfidò Alice, ci stava prendendo gusto.
“smettila se non vuoi ritrovarti contro il mio Drago Tachionico!”
“Oh, che paura, il tuo draghetto” disse ironicamente, mentre prendeva fra le dita i lunghi boccoli dorati che le scendevano fino alle spalle “quello che non è stato capace di distruggere l'altro occhi galattici. Quello di quel ragazzino scontroso. Come si chiama? Ah, sì, Kite Tenjo. Un altro essere inutile, proprio come te”
“Non parlare di Kite in questo modo, ragazzino lo dici a qualcun'altro”
“Sei proprio noioso” si portò le mani ai fianchi “peggio che parlare con Don Thousand”aveva dato al volto un'espressione scocciata.
Si sentirono tre rintocchi, provenienti da un orologio a pendolo, situato dietro la porta. Era a forma di boccia per pesci, infatti le lancette rosse dei minuti e delle ore terminavano con due graziosi pesciolini, mentre quella dei secondi era una simpatica alga verde. Il pendolo si muoveva da un lato ad un altro, in modo armonioso. Segnava le undici.
“Sono già le undici? Avevo promesso ad Alice che oggi avremmo fatto un giretto in città!” disse Rio guardando l’orologio con aria preoccupata “volevo portarla al parco, al supermercato, in pizzeria, dagli Arclight, in centro, e in quel bel negozietto che ha aperto proprio la scorsa settimana” elencò i vari luoghi mentre li contava sulle dita affusolate.


Alice e Rio andarono a fare una lunga passeggiata, chiaccherando allegramente del più e del meno, come se fossero già diventate amiche. Infatti lo erano, potevano parlare di cose che le altre ragazze non immaginano, per esempio di Barian... chi avrebbe mai creduto alla favola di un regno incantato dominato da mosti senza naso e senza bocca?! Altro che regno incantato, un pianeta di pietra e cristalli rossi... Popolato da strani esseri senza cervello -pochi si salvano- che ogni tanto hanno la grande genialata di assalire altri mondi vicini.
Non erano riuscite a terminare nemmeno i primi tre punti della lista, che il duel gayzer di Rio iniziò a fare un rumore squillante, qualcuno la stava olochiamando (n.a. non vedevo l'ora di dirlo).
“Pronto?” disse prendendo il duel gayzer in mano.
“Rio! Torna a casa, ma hai visto che ore sono! Anche io ho il diritto di mangiare!” mentre gridava si sentiva in sottofondo il brontolio dello stomaco di Arito. A questo punto Alice non potè fare a meno di ridere, anche se cercò di non farlo sentire, coprendosi la bocca con la mano.
“Sì, hai ragione” fece sbuffando Rio “ e dire che di solito è Yuma quello che ha sempre fame”
“Ho fameeeeee” si lamentarono in coro Arito e Girag.
“Torno, torno! Adesso vengo!” esclamò per poi chiudere la chiamata.
“Hai detto Yuma... che nome familiare...” Alice si era incuriosita parecchio.
“Già” sospirò “ è un ragazzo che vive qua vicino. É sempre allegro e sprizza gioia da tutti i pori. Devi assolutamente conoscerlo, chiunque lo vede diventa subito suo amico”
“Dici sul serio? Una domanda: è lui il possessore dell'Originale?” chiese, dopo essersi avviata con Rio.
“Sì, ed è piuttosto strano”
“Posso fare una passeggiata? Tu vai pure a casa, non mi perderò, tranquilla”
“Dici? Guarda che Heartland è enorme” si portò una mano alla fronte, per coprirsi dai raggi del sole che illuminavano la via.
“Al massimo arrivo con un po' di ritardo, non c'è problema” non sembrava preoccupata, non sapeva che le città sono sempre più grandi di quanto si possa immaginare.
“Fai attenzione...” era riuscita ad ottenere il permesso dell'imperatrice, voleva esplorare le strade della nuova città, magari avrebbe fatto nuove conoscenze. Le piaceva molto l'idea di conoscere la zona circostante.
 

Dopo essersi avviata per la sua strada, vide qualche goccia cadere a terra. Prima una sulla spalla, poi una sui capelli, poi sul naso. Avevano iniziato ad aumentare, bastava guardare a terra, dal grigio delle via era diventato tutto a macchie. Se rimaneva fuori si sarebbe bagnata, e si sarebbe presa sicuramente un raffreddore. Una volta a casa l'avrebbero sicuramente presa in giro, e di dover spaccare sedie su qualcuno non le andava, sopratutto il primo giorno che li incontrava.
Qualcosa catturò la sua attenzione, e la fece girare di scatto.
“Cos'è questa meraviglia??!” disse sottovoce mentre attaccava il naso alla vetrina della pasticceria. Erano esposte delle meravigliose ciambelle, alcune erano glassate, avevano sopra un dolce strato di zucchero, palline di cioccolata, qualche pezzo di frutta. Alcune addirittura erano interamente ricoperte di panna, altre erano colorate di rosa e di viola, di tutte le loro sfumature possibili, ce ne erano almeno una ventina.
Si era completamente dimenticata della pioggia, ora il suo unico pensiero era di entrare e mangiarle tutte, di assaporare la loro dolcezza, di affondare i denti in quella piccola oasi di paradiso terrestre.
Era rimasta incollata al vetro, non aveva mai visto una tale meraviglia.
“devo averle” stava già bramando quel momento. Si fermò un attimo, per poi guardare con aria triste il palmo della mano “come sono stupida... non ho soldi... però... devono essere mie!” sembrava parecchio decisa “entro e me le prendo o torno più tardi...?”
Non aveva visto nessuno nei paraggi, ma in quel momento un uomo le passò a fianco, forse era meglio non dare troppo nell'occhio.
“Passerò più tardi, mi sembra la soluzione migliore” solo in quel momento si accorse di essersi infradiciata, e capì solo dopo qualche starnuto di essere rimasta là fuori per troppo tempo.
“sarà meglio mettersi al riparo” disse fra sé e sé, appoggiandosi al muro di un palazzo, dove poteva evitare il diluvio. Aveva tutta l'intenzione di voler aspettare che il tempo migliorasse.


“Non dovevo lasciarla andare! Si sarà sicuramente persa, è da almeno un'ora che la stiamo aspettando. E ora come la ritroviamo sotto questa pioggia?” Rio guardava fuori dalla finestra con aria preoccupata.
“É rimasta fuori?” chiese Durbe, mentre era impegnato a leggere.
“Sì. Non pensavo fosse così brutto il tempo... il cielo era sereno, ma ora diluvia. Sono davvero preoccupata, puoi andare a cercala?”
“non posso, Rio, oggi Nash mi ha chiesto di svolgere delle faccende su Barian. Piuttosto, Misael, ci potresti andare tu?” disse rivolgendosi all'altro ragazzo, che stava seduto su una poltrona. Egli si alzò sospirando, per poi dirigersi verso la porta principale.
“Se proprio ci tenete”


Una figura le si avvicinò lentamente, e si fermò a qualche metro da lei.
Un ragazzo biondo, che reggeva un ombrello beige e una sporta di tela.
“Che ci fai qui? Hai fatto preoccupare Rio. Ora vieni a casa e non perderti più” disse, per poi girarsi ed iniziare a camminare sotto la pioggia scrosciante.
“Io non mi sono persa” lo contraddì Alice incrociando le braccia al petto.
“No?! Allora che stavi facendo?” ribatté, girandosi a guardarla.
“Aspettavo che la pioggia cessasse, ovviamente”
“Ma non farmi ridere! Andiamo a casa, che ci stanno aspettando” disse indicando l'ombrello.
“No, no, aspetta, io là sotto con te non ci vengo mica!” protestò mentre scuoteva la testa.
“Non stavi aspettando che la pioggia cessasse? Sotto l'ombrello non piove” sorrise, perchè sapeva di aver ragione.
“Io rimango qui” sbuffò, per poi far cenno a Misael di andarsene. Lui prese dalla borsa che stava reggendo un sacchetto di carta, e lo porse ad Alice.
“Te lo do solo se vieni a casa”
“Cos'è?!” disse facendo una lieve smorfia, non sembrava molto interessata, anche se si accorse di un piccolo dettaglio insignificante: sulla carta c'era scritto Pasticceria, ovvero il nome di un luogo a lei particolarmente noto. Afferrò la busta e la aprì, per poi arrossire lievemente.
“Come facevi a sapere che mi piacciono le ciambelle?” era diventata tutta rossa, anche se era davvero felice.
“Quando stavo venendo ti ho vista” rispose mentre si avviava con lei sulla strada asfaltata piena di pozzanghere “stavi sbavando su quella vetrina, mi facevi pena. Così te l'ho comprato. Non mi ringrazi nemmeno?”
“Grazie” rispose tra un boccone e l'altro.
“Guarda! Ha smesso di piovere” disse Alice, per poidiventare rossa per l'ennesima volta “quell'ombrello non serve più” indicava quell'oggetto, sopra alla testa di entrambi.
“Invece piove ancora”
“Ti ho detto di no”
“Ti sbagli” scoprì la sua testa, esponendola alle goccioline che scendevano incessanti.
“AAAh!” gridò, mentre si copriva la testa con le mani “non ti sopporto” protestò a bassa voce, mentre si riprendeva quello spazio all'asciutto.
“Hai visto che piove? Ora mi credi?” lui si era messo a ridere, e lei gli teneva il broncio.
“Tsk. Hai sentito anche tu questo rumore?” chiese, portandosi le mani alle orecchie.
“Che cosa?”
“Stà zitto” lo ammutolì, per poi far cenno a Misael di seguirla.
Percorsero una via laterale, abbastanza stretta, che faceva da passaggio tra due strade principali. Un bambino dai capelli azzurri stava cercando suo fratello maggiore, non la smetteva di chiamarlo. Nonostante cercasse l'aiuto di qualcuno le poche persone che erano presenti si spostavano, lo lasciavano ai propri problemi, passavano e andavano oltre. Quell'atteggiamento non poteva che peggiorare la situazione, Haruto era sempre più sconsolato.
“Ma io lo conosco! É il fratello minore di Kite!” esclamò, per poi andare incontro al piccolo.
“Stai cercando tuo fratello? Ti diamo una mano noi a trovarlo” disse mentre lo raggiungeva, prendendolo per mano.
“Ci sei anche tu Misael?” stava singhiozzando “ero qui con Kite, quando mi sono distratto e sono rimasto indietro... ma ora sono sicuro che con il vostro aiuto lo ritroveremo subito!” esclamò energicamente, mentre si asciugava le lacrime con una mano, si era già ripreso.
Arrivarono in piazza, su cui si potevano vedere le bancarelle del mercato. Era un luogo molto affollato, a stento si riusciva ad evitare il via vai delle persone. Tra piedi e spalle infortunate era impossibile uscirne vivi.
“Capo! Capo!” si sentiva una voce metallica nelle vicinanze “ho avvistato il signorino!” si potevano intravederre due figure: un robottino bianco e un giovane vestito con una giacca grigio scuro.
“Orbital, dimmi immediatamente dove si trova” quest'ultima figura ordinò al robot di portarlo dal fratello, che intanto stava correndo nella loro direzione.
“Fratellino!” si erano presi per mano, e Haruto stava piangendo. Kaito si era abbassato, e gli aveva sussurrato qualche parola dolce all'orecchio, come “non preoccuparti, ci sono qui io”, mentre gli accarezzava i capelli.
“Kite!” Misael si era entusiasmato. Era strano vederlo in quel modo, ma da quando abitava sulla Terra era diventato amico del suo rivale. In fondo avevano parecchie cose in comune.
Li salutò alzandosi da terra “buongiorno Misael e...”
“Alice, il mio nome è Alice” attorcigliava i boccoli fra le dita, come al solito.
“É arrivata qui ieri, anche lei proviene dal mondo Bariano” disse mentre chiudeva l'ombrello.
“Abiterà qui insieme a voi?”
“No” rispose frettolosamente lui.
“Sì” lei non perse l'occasione di contraddirlo. La stava guardando piuttosto male, odiava essere trattato senza riguardo.
“Allora dobbiamo festeggiare” disse il bimbo guardando il maggiore, mentre lo prendeva per una manica della giacca.
“Venite a trovarci uno di questi giorni, ok?!”
“Certamente” erano in buoni rapporti, ogni tanto si incontravano per disputare un duello, oppure per parlare di qualche drago.
“Sì” assentì anche Alice.
Stavano percorrendo la strada per tornare a casa, dopo aver salutato i due fratelli. Il sole stava spuntando da qualche nuvolone lì vicino, formando un colorato arcobaleno.
“Misael, quello è un arcobaleno?” lo stava indicando.
“Sì. Sai, si dice che se vai nel punto in cui finisce troverai un tesoro” pronunciò queste ultime parole qualsi bisbigliando, dandogli un qualcosa di misterioso.
“Dici davvero?!” le erano sempre piaciute le leggende, e poi, se ci mettevi di mezzo i tesori, a chiunque piacerebbero.
“É solo una leggenda” le rispose lui ridacchiando, non capiva proprio cosa ci trovasse di emozionante.


 

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Angolo Autrice Alice

Alice: Salve a tutti, miei fan! *le viene tirato un mattone in testa, e lei cade a terra*
Io: Non dovevi dire quello!
Alice: ah, sì, è vero. Devo leggere ad alta voce questo foglio *prende un foglio dalla tasca e inizia a leggere*
Salve a tutti coloro che leggono questa fic! Sono davvero contenta di aver ultimato questo capitoletto. Iniziamo subito con i ringraziamenti:
- Ringrazio Natsusan (ovvero la mia fantastica artista, che si spacca la schiena a mangiare gelati a fabbricare disegni) che mi stà sempre dietro e sfugge sempre ai miei spoiler più imperdonabili. Spero che recensirai la mia fic, onegai Himesan!
-Ringrazio Damned_Angel **si sentono i fuochi d'artificio** che non si è mai tirata indietro nell'incoraggiarmi, mi sopporta dalla mattina alla sera, e ci divertiamo tanto insieme <3
-Ringrazio tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite/seguite, spero di non deludervi! Continuerò ad impegnarmi al massimo!!
-Ringrazio tutti coloro che mi hanno inserito tra gli autori preferiti, voglio migliorare!
-Ringrazio la mia sorellina, attenta! C'è Miza-chan nei paraggi! Non farti catturare!!!
-E come più importante ringrazio.... Te! Grazie per aver letto questa fic!!
Bene, una volta terminati i ringraziamenti voglio spiegarvi alcune cose... Per primo riguarda lo scorso capitolo, vi avevo anticipato che sarebbe comparso Thommy, ma non l'ho messo. Mi dispiace, ma sarà per il prossimo capitolo o per quello dopo, non preoccupatevi.
Per quanto riguarda l'anticipazione per il prossimo episodio (yeah) ho deciso di eliminarlo **si sentono i fischi**, al suo posto aggiungerò una parte speciale in ogni capitolo. Sarà una sorpresa **applauso**
Alice: sì, la prossima volta vedremo le curiosità della fic. Intervisteremo l'autrice!!! **saltella qua e là**
Vi preeeego, recensite questa sola soletta fic!!!!

Bye bye, Alice-nyan

P.S.
Se avete richieste fate pure.
Ditemi se ho fatto orrori grammaticali, ci tengo molto. Anche riguardandti la lunghezza del capitolo, devo ammettere che questo era davvero lungo (per i miei standard, correggetemi se sbaglio)

P.P.S.
Ditemi se vi ho fatto ridere, grazie (-_-)
Ho trovato divertente la parte dell'arcobaleno, anche perché Alice ha i capelli che finiscono con un'arcobaleno.


 

   
 
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