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Autore: CanYouFixTheBroken    26/08/2014    1 recensioni
[...] Esitai per qualche secondo: Niall Horan mi stava porgendo la sua mano! Mi ripetevo “mantieni la calma, mantieni la calma”. Allora misi la borsa in spalla e nel momento in cui le nostre mani si sfiorarono sperai che il tempo non si fermasse per poter stare così più tempo possibile. CALDO CALDO CALDO CALDO!
Ci incamminammo per la macchina in silenzio e ci sedemmo in attesa degli altri.
-Adesso conoscerai meglio gli altri-
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo cinque


-Scusate, ma per questa mattina il ristorante sta chiudendo- la voce del cameriere ci avvertiva. Feci segno con gli occhi a Lucia di andare e ci alzammo. Ormai ero completamente disillusa: non si sarebbe presentato. Mentirei se dicessi che non ci rimasi male, ma cosa mi ero messa in testa? Forse che per un momento avevo dimenticato di chi si trattasse? Comunque ormai era finita così; l’avevo incontrato un paio di volte il giorno prima, quando meno me lo sarei aspettata avevamo parlato e in quel momento, che credevo ci avrei parlato ancora una volta, non successe niente. Starò esagerando, ma mi veniva da piangere… volevo sfogarmi, ma con chi? Lucia? No… le voglio bene ma lei non è il tipo di persona con qui parlerei per tornare su di morale.

-Ele, cavolo quanto mi dispiace! Ti conosco, ti sarai fatta troppe illusioni e adesso ci sei rimasta male! Quante volte ti ho avvertita di andare con calma nelle cose?- Alice riusciva sempre a farmi tornare il sorriso e in quel momento avevo bisogno di parlarle. 
-Hai ragione, sono una stupida. Ma tu sai quanto cavolo mi piace quel ragazzo e ormai ho perso il conto da quanto tempo ho un debole per lui tra gli altri- mi stavano per uscire le lacrime e lei lo capì.
-Senti tesoro, quel che è successo è successo. Hai sbagliato ma a tutto c’è un rimedio. A parte il fatto che non sai il motivo per cui non si è presentato, non te la prendere con lui, non te la prendere e basta. Sei a Londra ed è accaduta questa cosa, non ti senti già abbastanza fortunata? Semmai vi dovreste rivedere sono sicura che ti riconoscerà e ti spiegherà. O magari no, ma che te ne frega? Niall Horan ha provato a baciarti! Non sei già abbastanza soddisfatta? Goditi questo viaggio, divertiti, fai foto, ridi, vai al concerto e canta a squarciagola dal backstage, ma soprattutto sii soddisfatta, sempre. D’altronde fino ad adesso hai vissuto senza questo ragazzo e non mi sembra che la tua vita sia stata tanto catastrofica!- aveva sempre l’euforia della persona felice che quasi era contagiosa ed io finalmente cominciai a calmarmi. Solo di una cosa aveva sbagliato, lei non capiva che io vivevo ogni giorno con quel ragazzo da quando lo avevo visto per la prima volta ad Xfactor. Anche se attraverso uno schermo e a kilometri di distanza, lui faceva parte della mia vita da molto più tempo, ma lei, per quanto fossimo amiche e per quanto adori i One Direction, non l’avrebbe capito e sicuramente non sarei stata a spiegarglielo per telefono da un continente all’altro. Ad ogni modo aveva ragione, non era la buca a colazione quella che dovevo considerare, ma tutto il resto.
-Ali, sei perfetta, ti adoro. Mi manchi da impazzire! Ti voglio un bene immenso, ci sentiamo presto?-
-Certo piccola, ti voglio bene anche io, un abbraccio enorme e a prestissimo!-
Chiusi con il morale sicuramente meno a terra si prima, menomale che lei esisteva.

Quando uscimmo dall’albergo l’unica cosa che volevo fare era divertirmi. Facemmo tutto quello che era possibile fare e che non avevamo già fatto il giorno prima. Evitavo di pensare a lui e a tutte le brutte sensazioni che avevo provato quella mattina. 
Camminammo forse di più di quanto avessimo già fatto il pomeriggio prima e quando davanti a noi c’era l’estensione di prato più grande che avessimo mai visto, non potemmo resistere e ci coricammo sopra come fosse il letto più soffice dell’universo.
Hakuna Matata è sempre stato il mio motto e in quel momento non avevo proprio pensieri per la testa, tutto era passato. Se vi state chiedendo come mai così in fretta vi dico che io sono fatta così: non mi piace tenere troppo un dolore dentro e ovviamente la chiacchierata con Alice aveva velocizzato la cosa. 
Lucia stava zitta, forse per una volta anche lei era assorta dai suoi pensieri?
Misi le cuffie e cominciai a creare forme alle nuvole. Mentre la musica andava avanti io mi rilassavo fino ad addormentarmi, per recuperare il sonno perso la notte prima.

Mi svegliai con la luce accecante del sole in faccia, la musica ancora andava avanti, avevo dormito per circa tre quarti d’ora. Mi girai per vedere cosa facesse, ma Lucia non c’era. Ero ancora un po’ intontita quando di fretta misi le cuffie nella borsa, ma non ebbi neanche il tempo di alzarmi che sentì una voce vicinissima a me.
-Buon giorno.- misi la mano sopra gli occhi per poter vedere quella persona controluce, mentre ero ancora seduta nel prato. Era lui, era Niall. Ci misi qualche secondo per comprendere in pieno la situazione, non me l’aspettavo minimamente.
-Ciao>-gli risposi calma, ma senza alcun tipo di espressione in faccia.
-Avrai pensato che mi sono dimenticato di te…- avrei volito dirgli: “sì, cacchio! Sono stata male, a causa tua! Perché non sei venuto? Se non t’importava perché mi hai chiesto di rivederci? E perché adesso sei qui?”, ma semplicemente mi limitai a dire:
-Tu sei… tu. Non ti preoccupare capisco che avrai avuto di meglio da fare, non me la sono presa- questa volta accennai un sorriso, non dissi la verità perché forse non volevo ammetterla neanche a me stessa.
-Beh… “di meglio”… se vuoi che ti dica la verità, sono dovuto restare in camera tutta la mattina per ordine del mio manager. Era lui che ieri notte mi chiamava, è molto restrittivo per quanto riguarda l’orario di coprifuoco e ieri era veramente tardi. Comunque io e i ragazzi siamo potuti uscire per il pranzo perché questo pomeriggio abbiamo delle cose da fare in giro.- nel frattempo mi indicava la direzione in cui si trovavano gli altri, circondati dalle fan. Tra loro riuscivo a distinguere Lucia quindi mi tranquillizzai. Senza che me ne accorgessi Niall si era seduto accanto a me.
-E tu che fai qui? Come mai non sei con gli altri dalle fan?- gli dissi così perché sinceramente non sapevo di cosa parlare, ma forse fraintese.
-Mi andava di darti spiegazioni e... -esitò- … e mi andava anche di rivederti, ma se vuoi vado..- ODDIO! Che dolce! Gli avrei detto “no, macchè! Resta pure e non andartene mai, mai, mai più!” e gli diedi una risposta che intendeva quello, ma con un po’ più di contegno:
-Figurati, anche a me fa piacere rivederti. Ma le fan e i ragazzi si chiederanno dove sei- sorridevo mentre parlavo.
-Li ho avvertiti appena ti ho vista-
Eccolo, battito del cuore a mille, nodo alla pancia e caldo… tanto caldo!
-Ah, ho capito!- gli sorrisi ancora una volta e poi alzai gli occhi al cielo incredula di quello che mi stava succedendo. ---Ma che ci fate in albergo tu e i ragazzi se abitate praticamente tutti qui?-
-Ci siamo presi queste due settimane di risposo per poter lavorare sulle nuove canzoni e dobbiamo stare insieme più tempo possibile e stando in case diverse verrebbe più difficile- era una conversazione normale e parlammo così per più di un’oretta circa, lo conobbi meglio, era bello fuori e dentro: umile e divertente, socievole e anche spiritoso.
Quando controllai l’orologio erano le 13.20, era tardissimo! Dovevo correre in albergo per pranzare con i miei, per avvertirli del ritardo mandai loro un messaggio e di fretta dissi a Niall:
-Devo correre, è tardi!-
-Se vuoi ti do un passaggio in macchina con gli altri, anche noi dovremmo andare. La macchina è di là.- fece per indicare con l’indice una grande macchina nera alla nostra destra.
-Grazie mille, ma devo andare con Lucia che si trova in mezzo alla folla di fan che stanno attorno agli altri e… non vorrei disturbare!-
-Ma quale disturbo? Te lo devo!- mi fece l’occhiolino e io quasi non svenivo; quanto può essere tanto angelico un ragazzo? -Chiamo i ragazzi e dico loro di venire in macchina con la tua amica. Come hai detto che si chiama? Lucia?- io feci segno di si con la testa, ma gli davo lo “stop” con la mano e aprì la bocca per dire qualcosa e fermarlo, ma non feci in tempo perché lui aveva già preso il cellulare per chiamare uno dei ragazzi. Dopo che gli disse quello che intendeva fare, sentì una voce dire “ok, bro, ci vediamo dopo”. Allora si alzò e allungò la mano per aiutare me. Esitai per qualche secondo: Niall Horan mi stava porgendo la sua mano! Mi ripetevo “mantieni la calma, mantieni la calma”. Allora misi la borsa in spalla e nel momento in cui le nostre mani si sfiorarono sperai che il tempo non si fermasse per poter stare così più tempo possibile. CALDO CALDO CALDO CALDO!
Ci incamminammo per la macchina in silenzio e ci sedemmo in attesa degli altri.
-Adesso conoscerai meglio gli altri- disse per finirla con quel silenzio imbarazzante. -sono simpatici, come me-fece un sorriso mozzafiato, ed io stavo quasi per collassare e mantenendo la calma il più possibile dissi:
-Allora posso stare tranquilla!- sorrisi anche io.
Non potemmo dire altro perché subito entrarno gli altri in macchina con Lucia. Zayn guidava, Liam davanti, Harry e Louis nei due posti in mezzo e io con Niall e Lucia nei posti alla fine.
-La tua amica non finisce proprio mai di parlare, vero?-sentì la voce di Louis che parlava con me e sorrideva. 
Io risi e poi dissi: 
-Se proprio non ce la fai più le dai un cioccolatino e si calma- Lucia guardò me e Louis per dire:
-Che vorreste insinuare? Che sono fastidiosa? Guardate che se voglio, smetto!-
Avrebbe continuato a parlare se tutti non avessimo detto in coro “FALLO!” seguito da una risata generale, anche lei rise: una cosa che adoravo di lei era la sua autoironia.
Dopo qualche secondo di silenzio, sento Harry che mi dice: 
-Perciò… Eleonora?- guardai Niall, sicuramente gli aveva detto lui che mi chiamavo così. Accennai un -si?- e continuò:
- Quanti anni hai?-mi chiese con aria simpatica.
-Ne ho 15- gli risposi tranquillamente.
-Ah… quindi vai ancora alle elementari?- rise da solo, mentre io e tutti gli altri rimanemmo impassibili in volto.
“Ah-ah” feci una risata ironica per rispondergli. Louis invece gli diede un colpo in testa con la mano e poi fece un’espressione che intendeva “ma che dici?!”. Non me la presi più di tanto considerando il debole che ha il ragazzo per le donne più grandi! Là dentro era un continuo ridere. 
Comunque la distanza che separava quel parco dall’albergo non era molta e quindi arrivammo in fretta. Scesi dalla macchina facendo un saluto generale ai ragazzi, Lucia ha preferito salutarli uno ad uno in una maniera un po’ esuberante: ancora da dentro la macchina li guardava tutti uno ad uno e rispettivamente pronunciava il loro nome subito dopo aver detto “ciao”. Con la mano apertissima a mo’ di saluto e un sorriso a 36 denti ripeteva: “ciao Zayn” , “ciao Liam” e così via… 
Niall scese con me per accompagnarmi all’entrata.
-Non ce n’era bisogno- gli dissi timidamente.
-Nessun problema!-rispose sorridendo.
-Ele io vado dentro, ti aspetto!- mi disse Lucia dopo essere scesa dalla macchina e poco dopo aggiunse uno “ciao Niall” con la stessa esuberanza con cui prima aveva salutato gli altri. Le rispose con un semplice “ciao, ciao” e poi mi disse:
-Senti, emh…- esitava, forse per timidezza? Mentre parlava si guardava le mani -… questo pomeriggio come ti ho detto prima sono con i ragazzi per fare delle cose e sono molto impegnato. Però questa sera dobbiamo stare in albergo per lavorare alle canzoni, che ne diresti insomma se ci incontrassimo al ristorante dell’hotel per la cena e poi magari saliste da noi per passare un po’ di tempo insieme? Fai venire pure la tua amica, ovviamente!- alla fine sorrise e mi guardò negli occhi.
Questa volta mi ripetevo “respira, respira” in mente. Quindi feci un sospiro e dissi sorridendo e tutto d’un fiato:
-S-si certo!-
-Perfetto! Alle 20.30 al ristorante dell’albergo- mi stampò un bacio sulla guancia, accennò un “a dopo” e tornò verso la macchina dagli altri.
Ero in fibrillazione, cacchio! Tutto questo stava succedendo a me.
Dopo un pomeriggio passato a camminare (e camminare, e comminare e camminare) tra i parchi e le piazze di Londra io e Lucia eravamo sfinite, ma comunque ci rincuorava l’idea di dover cenare con i One direction.
Dopo una doccia “ristoratrice” ed esserci cambiate entrambe scendemmo, l’orologio segnava le 20.30 spaccate. Mentre superavo i gradini cominciai a farmi delle domande: e se non si fosse presentato come quella mattina? Ci sarei rimasta ancora più male? OK. Eccolo il momento fatidico, mi trovavo davanti il grande arco del ristorante e mi misi in punta di piedi per controllare se lui fosse già lì con gli laitr.
Il cuore a mille.

  
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