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Autore: LaRagazzaTimida    28/08/2014    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, che nella sua vecchia vita aveva passato molti momenti difficili, così duri da superare che la portano persino al suicidio.
Ma sarà proprio dopo che si butterà nel vuoto dal quel ponte che la sua vita si sconvolgerà totalmente, non essendo ancora pronta a lasciare questo mondo, si trasformerà in un angelo e quando verrà trasferita in un orfanotrofio conoscerà la sua anima gemella, James.
Da questo momento in poi supereranno ogni ostacolo insieme, tutto solo grazie all'amore che si rafforza tra i due giovani giorno dopo giorno, aiutandosi a vicenda, tutti e due contro il mondo, solo così riusciranno a sconfiggere una volta per tutte il legame che li tiene ancora legati alla terra e giungeranno finalmente insieme in Paradiso, nella tranquillità tanto sperata. Insieme per l'eternità.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero in viaggio da circa un'ora e tra me e quest'uomo non si era ancora scambiata parola e la tensione era alle stelle.
Decisi di rompere il ghiaccio cercando di sapere qualcosa in più riguardo qurl posto dal quale non mi aspettavo niente di buono.

"Scusi...quanto manca?"

Il poliziotto si girò un istante a scrutare il mio viso perplesso e un po' confuso, poi riportò lo sguardo fisso sull' asfalto e aprì bocca dopo un eternità

"Circa mezzora, è fuori città quindi è abbastanza distante. Sei preoccupata vero? Ma non devi esserlo, molte volte portiamo dei ragazzi lì e si trovano benissimo, poi troverai una casa anche tu."

Io mi limitai a sorridere timidamente al signore, che mi fissava con la coda dell' occhio.
Dopo le rassicurazioni dell' uomo mi sentivo un po' più protetta, sembrava un bel posto...o almeno, speravo lo fosse. Dopo nemmeno cinque minuti fu lui stesso a pormi una domanda alla quale fino ad ora non avevo mai pensato, o comunque non ci avevo dato peso

"Ma tu un nome ce l'hai?"

Io rimasi un secondo a riflettere sulla risposta da dargli, poi dissi

"No in realtà no... non so nemmeno come potermi chiamare..."

Lui sorrise e poi domandò con un certo entusiasmo

"Che ne dici di Asia? Non ti starebbe male come nome sai? "

Ricambiai il sorriso e dopo aver annuito dissi felice

"Si! Mi piace! Non è per niente male come nome." 

Poco dopo mi girai verso il finestrino dell' auto e mi concentrai sul paesaggio che scorreva davanti ai miei occhi; eravamo ormai lontani dalla città, qui l'aria era pulita, non era inquinata si respirava bene, eravamo in aperta campagna, ai lati delle strade si alternavano campi pieni di bestiame, a fattorie circondate da grandi orti pieni di piantagioni, più diffusi i meli con la frutta matura rossa che si poteva scorgere da un chilometro di distanza. 
Sorrisi al ricordo di quando mamma era qui con me, nella casa del nonno dove andavamo sempre in estate; la casa era simile a tutte queste, con un enorme prato pieno zeppo di tutto questo ben di Dio, con frutteti sparsi ovunque e le caprette che brucavano l'erba allegre, qui mi divertivo moltissimo con la mia mamma, giocavamo a rincorrerci in mezzo alle mucche e alle galline che giravano attorno alla casa.
Una lacrima piena di ricordi mi scese bagnando quel sorriso amaro che mi era apparso in viso, ma fortunatamente la voce del poliziotto interruppe i miei pensieri annunciando

"Asia siamo arrivati!" 

Mi catapultai nella realtà e notai che la macchina si era fermata in uno spiazzo pieno di ghiaia, di fronte ad un edificio che si alternava tra l'azzurro e il bianco, circondato da un enorme prato colmo di fiorellini colorati.
Questo era l'orfanotrofio quindi, e d'ora in avanti sarei vissuta qui, fino a quando una brava famiglia mi avrebbe raccolto e portato a casa amandomi proprio come mia mamma.
Scesi dalla macchina alquanto preoccupata da quello che avrei potuto trovare dentro l'enorme edificio collocato dinnanzi a me, ma l'uomo mi incoraggiò a seguirlo, così avanzai piano verso la porta a vetri.
Una signora che dimostrava almeno 50 anni, quando ci vide di fronte alla porta, corse subito ad accoglierci con un enorme sorriso stampato in faccia;  aveva un modo goffo di muoversi, forse per il fatto che aveva una corporatura robusta, e quel sorriso mi rassicurava un po', poi notai che il suo cuore era puro, sprigionava una luce abbagliante come fino ad ora non avevo mai visto nemmeno sul poliziotto che mi aveva condotto fin qui.
Aprì la porta e mi accolse con un caloroso abbraccio;  per un attimo ebbi paura che abbracciandomi sentisse le ali sulla schiena, così mi scostai leggermente, ma riuscì lo stesso a stritolarmi tra le sue braccia.
Cercai di sorriderle anche se mostravo tanta preoccupazione in viso. La donna notandolo si girò verso il poliziotto e iniziò a fargli una serie di domande a raffica subito dopo avergli stretto la mano in segno di saluto

"Allora è lei la ragazza che avevate trovato per strada la scorsa notte? Come si chiama? Sapete quanti anni ha? È davvero bella avevate ragione! Ma come mai è stata abbandonata?"

L'uomo, ridendo sotto i baffi nel vedere la signora quasi senza fiato dopo aver parlato così tanto, rispose con più calma

"Si è lei, si chiama Asia e ha 16 anni. Non sappiamo come mai sia stata abbandonata, lei stessa non ricorda niente, ma nessuno ha sporto denuncia o l'ha cercata, non aveva nemmeno un posto dove dormire." 

La donna si voltò verso me e fece una faccia mortificata, poi rivolgendosi nuovamente all'uomo disse

"Non si preoccupi, qui è in buone mani! La proteggiamo noi e le daremo una nuova casa!"

Così il signore dopo aver ringraziato, mi fece l'occhiolino, salutò tutti e uscì in fretta dalla stanza, partendo subito dopo a bordo della macchina.
Mi girai verso quella donna che si presentò senza mai smettere di sorridere

"Io sono Rosa e sono la direttrice dell' orfanotrofio! Non ti preoccupare Asia ci prenderemo cura di te! Dai vieni ti faccio fare il giro del posto così ti saprai ambientare!"

Io sorrisi a Rosa con più sicurezza ora, e la seguii tra i lunghi corridoi dell' edificio. 
Mi mostrò tutto, dalle nostre camere, ora tutte vuote, i bagni, lo spazio giochi, la mensa, l'infermeria, fino alla porta che dava sul retro del'orfanotrofio, il giardino. 
Mi spiegò che oggi i bambini e i ragazzi erano tutti fuori a giocare dato che era una bella giornata e il sole splendeva alto nel cielo. 
Ora saremo uscite per andare a conoscere i ragazzi, ma nessuno sapeva del mio arrivo. Avevo parecchio  paura. 
Quando la signora Rosa aprì quella porta che portava all'enorme prato che avevo già notato poco prima di entrare, una marea di bambini si trovavano di fronte ai miei occhi, c'era chi si ricorreva, chi parlava, o chi era più solitario e giocava solo in un angolino. 
Poi i ragazzi più grandi invece si trovavano tutti seduti all'ombra sotto i grandi alberi.
Quando mi videro uscire dalla porta, molti di loro rimasero spiazzati per un secondo, poi iniziarono a correre e chiamare gli amici, e in pochissimo tempo ero circondata da bambini e ragazzi che mi fissavano alcuni sorridendo e altri scrutandomi da cima a fondo.
Rosa disse felicissima
"Ragazzi abbiamo una nuova amica da oggi! Presentati a loro, non essere timida!"
Mi incoraggiò, ma i miei occhi in quell'istante si erano posati su un ragazzo che stava in fondo al prato appoggiato al muro, guardandomi da lontano.
Quando compresi le parole dette dalla signora, riposai gli occhi sui ragazzi e mi presentai

"Ciao a tutti, sono Asia e ho 16 anni"

Quasi tutti, specialmente i più piccoli mi salutarono calorosamente, mentre altri si limitavano a fissarmi.
Guardai un po'dei loro cuori e notai 3 ragazzi e 2 ragazze che lo avevano pieno di nebbia scura, il che mi fece rabbrividire.
Rosa poi disse

"Ti lascio qui a fare conoscenze! "

Poco dopo, senza nemmeno avermi lasciato il tempo di rispondere, era già sparita dietro la porta; dei bambini insistettero affinché vedessi come era il giardino e mi spinsero a vederlo.
Con la loro felicità erano riusciti a far sorridere pure me, così poco dopo ero con quei piccoli monelli a fargli compagnia e ridere con loro.
Mi sarebbe piaciuto tornare indietro ed essere ancora così piccola e ingenia come loro, che sanno solo divertirsi.
Verso le 13 arrivò un signore abbastanza giovane, probabilmente uno di quegli assistenti che lavorava lì e poco dopo annunciò che il cibo era pronto in tavola, di rientrare e di andare a lavarci le mani. Quando arrivai di fronte a lui, mi porse la mano dicendo di chiamarsi Steve; fui sollevata di vedere che pure lui era buono, così mi presentai e feci come ci aveva appena raccomandato.
Non sembrava male quel posto, ma era preoccupante il fatto che c'erano dei ragazzi impuri. ..
A pranzo però la mia felicità svanì all'improvviso quando doverti sedermi vicino ad una di quelle ragazze.
  
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