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Autore: Rumaan    28/08/2014    3 recensioni
Una maledizione viene rivelata, ed affligge tutti gli ex Grifondoro e Serpeverde. Il Ministero della Magia deve agire e varare una legge sul matrimonio. Hermione viene affiancata a Malfoy, ma dovranno passare sul suo cadavere prima che lei sia d'accordo nel sposarlo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Becoming Mrs Malfoy Cap 14

Buon giorno gente : ) Ecco qui il nuovo capitolo :) Buona lettura !

Capitolo 14



Hermione quella mattina si svegliò con sentimenti confusi. Sua madre era stata trionfante tutta la sera, su che successo fosse stata la visita a Malfoy Manor. Anche suo padre sembrava essersi rilassato un po' di più, calmato dall'apparente agio di Hermione nel rimanere con Draco Malfoy. Hermione era rimasta soddisfatta dal fatto che suo padre ed il Professor Piton avessero potuto parlare, tra tutte le cose, di rugby, anche se avevano fazioni differenti. Ma ora, rimanendo a letto, Hermione non era sicura di come si sentisse riguardo a tutto. Il giorno prima sembrava come se fosse stato un pomeriggio fuori dal tempo. Lei era stata così preoccupata di tornare a Malfoy Manor, e poi Malfoy era stato così carino, e l'aveva fatta estraniare da tutto. Non era mai stato così carino con lei, ed ora si sentiva insicura. Avevano tutti ragione su di lui? Era veramente cambiato? Lei aveva portato avanti tutta questa rabbia e tutto questo odio per niente? Non era sicura di come sentirsi su nessuna delle cose. Sembrava come se gli ultimi anni fossero stati uno spreco della sua vita. Ora ne era confusa su così tanti aspetti. Maledì il fatto di dover andare al lavoro, quando tutto ciò che in realtà voleva fare era rimanere a letto ed analizzare ciò che stava succedendo sulla Terra.

La cosa migliore di essere una strega era il tempo che Hermione risparmiava dal fare la pendolare. Significava che aveva un'intera ora extra per stare a letto, e non doveva preoccuparsi di schiacciarsi dentro ad un treno nel centro di Londra, con centinaia di altri lavoratori. Hermione scese le scale, e si sedette con una rifocillante tazza di tè e qualche toast. Sua madre stava canticchiando mentre gironzolava per la cucina. 
"Come ti senti questa mattina, orsacchiotta?", chiese Matthew, guardando al di sopra del giornale.
"Bene", mormorò in risposta Hermione, sperando che nessuno dei suoi genitori potesse notare che si sentiva un po' giù di corda.
Ovviamente le sue speranze erano vane, e sua madre le si avvicinò con uno sguardo penetrante. "Cosa c'è che non va, tesoro?", chiese.
"Niente", disse Hermione.
"Non dire così. Io sono tua madre, so che c'è qualcosa che non va. Andiamo, apriti", domandò Rachel.
Matthew semplicemente si sedette dal lato opposto di Hermione, con uno sguardo di sufficienza sul viso. Sapeva di essere alle strette, ed avrebbe dovuto aprirsi.
"Mi sento solo un po' strana, dopo ieri".
"Beh, era palese che accadesse, non è verò?", commentò Rachel.
"Non lo so", disse stizzita Hermione. "Sono confusa. Perché Malfoy era così carino? Non lo è mai stato con me. E Narcissa Piton era solo strana. Ogni volta che l'ho vista, è sempre stata così superiore, non lasciandomi alcun dubbio sul dove lei pensi che sia il mo posto nel mondo, ma ieri era accogliente e dolce. L'unico che era normale, era Piton. Ha continuato a farmi sentire una sciocca studentessa, riguardo alla Pozione Antilupo".
"Non so come fossero prima Narcissa e Draco, ma da quando li abbiamo incontrati sono stati solamente gentili ed amichevoli. Non è possibile che siano veramente cambiati? Narcissa è perfino uscita dai suoi schemi per far sentire me e Matthew i benvenuti ed a nostro agio nel tuo mondo".
Hermione si strofinò la fronte. "Lo so, ed è questo che mi confonde. Solo due minuti fa tutto ha perso senso per me, ed ora mi sento come se il mio mondo fosse sottosopra".
Rachel sorrise, e prese la mano di sua figlia. "Hai solo bisogno di un po' di tempo per abituarti al cambiamento, tesoro. Prendi tempo, e passane un po' con Draco. Sono sicura che i tuoi sentimenti verranno fuori da soli".
Hermione rivolse a sua madre un sorriso stanco. Rachel si rialzò. Matthew si avvicinò, e prese la mano di sua figlia. "Sai che non mi piace tanto essere d'accordo con tua madre, ma credo che in questo caso abbia ragione. Prova a fidarti dei tuoi istinti, orsacchiotta. Cosa ti stanno dicendo su Malfoy?".
Con quello, suo padre aveva raggiunto il nocciolo del perchè Hermione fosse così sconcertata. Il suo istinto, il giorno prima, le aveva detto di fidarsi di Malfoy, e lei si era rilassata in sua presenza. Ma il suo cervello continuava ad urlare pericolo, riguardo al loro passato, il che si era risolto con bizzarri incubi durante la scorsa notte, tutti riguardanti Malfoy in forma di Mangiamorte.


Nonostante ad Hermione piacesse Ernie, lui non era uno dei suoi amici più cari, e non sentiva il bisogno di confidarsi con lui. A volte ne era veramente felice. Aveva bisogno di qualche ora di normalità, senza domande sulle sue sedute di terapia, o sui suoi sentimenti verso Malfoy.
Sfortunatamente per lei, quelle ore passarno in fretta, e prima di rendersene conto Ron ed Harry stavano scardinando la porta del suo ufficio, mentre cercavano di aprirla
"Ok, Hermione. Pausa pranzo. Prendi la borsa ed il cappotto", urlò Ron, dopo aver rimesso nei cardini la porta.
"Ciao anche a te, Ronald. Che bello da parte vostra richiedere in modo così calmo la mia presenza a pranzo", disse sorridendo Hermione.
"Scusa, dolce Hermione. Vorresti accompagnarci nel nostro cammino per il nutrimento?", disse sarcasticamente Ron.
Ernie rise, mentre Harry roteò gli occhi. 
"Ora che me lo avete chiesto con almeno una modica domanda, grazie, sì. Dove andiamo?", chiese Hermione.
"Non lo so. Harry, hai qualche idea?".
I tre si sistemarono in un piccolo cafè, un po' fuori mano. Di solito era abbastanza tranquillo, il che era una cosa che amavano. Era un posto perfetto per parlare, ed il fatto che Harry e Ron fossero entrati scardinando la porta del suo ufficio, significava che volevano tutti i dettagli succulenti sulla sua visita del giorno precedente a Malfoy Manor. Hermione, nel panico, gli aveva inviato un gufo il Venerdì notte, dopo che sua madre le aveva sganciato la bomba, ed entrambi le avevano inviato rassicurazioni in risposta. Una volta che ebbero ordinato, Harry e Ron si sedettero, e fissarono in aspettativa Hermione.
"Bene, come potete immaginare, ho avuto un mini crollo, ed è stato altamente imbarazzante. Piton ha dovuto alzarsi e prendere in mano la situazione", disse Hermione con un brivido.
Ron fece una smorfia. "Mi spaventa ogni volta che vado a trovare Malfoy. Sta sempre a gironzolare nel salotto. Scommetto che ha sposato la madre di Draco solo perchè così avrebbe potuto rimanere ancora nelle nostre vite, fregandoci".
"Allora, cosa è successo?", chiese Harry, riportando la conversazione sul tema principale, ed allontanandola dallo sfogo anti-Piton di Ron.
"Malfoy mi ha portato fuori in giardino, io mi sono calmata, ed abbiamo parlato. Poi siamo rientrati, abbiamo preso il tè, e mi ha portato a far visita agli Elfi Domestici", disse Hermione.
"Ooooh, hai visto Coco? Lei è come la versione femminile di Dobby, quando arriva Harry. Mi dico sempre di chiederle se è una sua parente. E' sempre adorante nei confronti di Harry, come se fosse il messia", fece notare Ron.
Hermione rise, mentre Harry guardò malissimo il suo irritante amico rosso. "Hai finito, Ron? Ora posso continuare a chiedere ad Hermione le cose importanti?".
Ron divenne rosso brillante. "Ehm.. sì, immagino di sì. Comunque, è arrivata la mia patata. Ho fame, tu parla, Hermione".
Sia Harry che Hermione distolsero l'attenzione da Ron, che ora stava felicemente punzecchiando la più grande patata che Hermoine avesse mai visto. 
"Allora, di cosa avete parlato tu e Draco?", chiese Harry.
"Sedute di terapia. Lui mi ha detto di tenere duro, anche se mi sento delicata ed impressionabile all'inizio. Ha detto che anche lui prima odiava questa cosa, ma poi gli è servita. Mi ha anche raccontato un po' della sua vita nel mondo babbano".
"Allora è una cosa positiva", commentò Harry.
"Beh, immagino di sì", replicò Hermine.
"Cosa intendi con  - immagino - ?", chiese Harry.
"Non lo so. Mi sento solo molto strana su tutto ciò che è successo ieri. Mi ha fatto sentire calma e rilassata, ed ho passato dei momenti piacevoli".
"Ed ora sei confusa, perchè lui è Malfoy e tu non dovresti provare nessuno di quei sentimenti per lui?", fece notare Harry.
Hermione semplicemente annuì.
Harry sorrise, ed annuì di consapevolezza. "Già fatto e già visto, noi due", disse, indicando se stesso e Ron. "Quando per la prima volta abbiamo iniziato a girare amichevolmente intorno a Draco, sembrava innaturale. Quello era il bambino che era stato il mio maggior rivale a scuola, e sedersi e scherzare con lui era strano. Ma non puoi pensala troppo in questo modo, perchè ti regalerai solamente un mal di testa. Se ti fa sentire bene, allora continua".
"Sembri mio padre. Questa mattina mi ha detto di seguire il mio istinto".
"Ho sempre detto che tuo padre è un uomo saggio", commentò Harry.
"Solo perchè hai paura di lui", disse rocamente Ron.
Harry semplicemente gli diede uno scapellotto. "Ascolta Hermione, l'intero punto del tuo andare alle sedute di terapia è che così tu possa convivere con i tuoi problemi e non sentire più odio. Non credo che tu debba portare avanti l'ostilità solo perchè pensi di essere troppo amichevole con Draco troppo velocemente".
Questo aveva un grande senso per Hermione. Era vero che lei si stava preoccupando molto del giorno prima, perchè pensava che si sarebbe dovuta sentire non a suo agio con Malfoy molto più a lungo. Aveva partecipato solo a poche sedute di terapia. Pensava che i suoi progressi sarebbero stati molto più lenti di quando sembravano essere in realtà. "Quindi, tu non credi che sia troppo presto per lasciar passare tutta la rabbia?".
"Hai sempre appreso velocemente le cose, Hermione. Chi sa cosa è normale con te?", disse Ron.
"Grazie, credo", replicò Hermione.
"Ecco una possibilità per vedere se ieri è stata o meno una coincidenza. Draco è appena entrato", disse Harry, indicando l'alto biondo ancora al bancone.
Come se si fosse sentito addosso tre paia di occhi, Malfoy alzò lo sguardo, e li beccò a fissarlo dall'angolo. Hermione sussultò, mentre lui sorrise nella loro direzione e gli si avvicinò. 
"Potter, scambia il posto con me", ordinò Malfoy, quando raggiunse il loro tavolo.
Harry in risposta alzò semplicemente un sopracciglio.
"Se credi che io mi voglia sedere di fianco a quel barbaro mentre mangia la sua patata, devi cambiare idea. Finirei con l'essere ricoperto di tonno e formaggio", si impuntò Malfoy.
Harry roteò gli occhi e sospirò. Si alzò soprattutto per mantenere la pace, ma anche perchè un piano gli si stava formando nella mente, per aiutare Hermione, ed avrebbe richiesto la veloce ripulitura del piatto da parte di Ron. 
Malfoy, prima di sedersi, si attardò per mostrare di essere più alto di Harry. Piazzò la sua tazza di caffè da asporto sul tavolo, di fronte a lui, e la prese tra le mani. "Il Ministero non dovrebbe collassare con tre degli eroi in pausa pranzo in contemporanea?".
"Ma tu almeno hai un lavoro, Malfoy?", chiese dolcemente Hermione.
"Sì, lavoro alle Pozioni Serpentine".
"Oh", disse Hermione, prima di riprendere. "Allora prepari tè e caffè per quelli che ci lavorano veramente?".
Malfoy le sorrise di scherno. "Ritrai quegli artigli, micetta. Io possiedo la compagnia, con Severus e Blasie".
Ora Hermione era stupita. Arrossì, si imbronciò lievemente e guardò Harry, che immediatamente imprecò, dopo aver guardato l'orologio. "Merda, Ron, mi ne sono completamente dimenticato, ma Kingsley è arrivato prima, ed ha spostato di qualche ora l'incontro per gli Auror. Dobbiamo essere lì fra dieci minuti".
Velocemente, Ronald inghiottì il boccone, e si ficcò il rimanente enorme pezzo di patata in bocca.
"Ronald, è disgustoso", disse Hermione. "No, no, non parlarmi finché non hai finito di masticare. Non anelo ad essere annaffiata".
"Non c'è tempo per aspettare, Hermione. Verremo da te più tardi", disse Harry, prima di trascinarsi dietro Ron fuori dal cafè.
Hermione ora era rimasta sola, con Malfoy come compagnia, e si sentiva incredibilmente impacciata. "Ehm... bene, prenderò il conto e tornerò al lavoro", disse.
Malfoy le bloccò il braccio, mentre lei attirava l'attenzione della cameriera. "Credo che Harry si dispiacerebbe se distruggessi questo bel piano per lasciarci da soli svignandotela".
Hermione si accigliò in confusione, e guardò Malfoy, che aveva un sorriso compiaciuto sul viso. "Cosa intendi?".
"Ha appena mentito sull'incontro degli Auror per lasciarci soli. Sembra pensare di aver avuto un motivo per farlo".
"Come sai che ha mentito? Tu non lavori nel dipartimento Auror. L'incontro potrebbe stato essere davvero spostato".
"Perché ho percorso gran parte della strada fino a qui con Adrian, che avrebbe saputo se l'incontro fosse stato spostato, e invece stava pianificando di passare la sua pausa pranzo con Angelina Johnson nel negozio Articoli di Prima Qualità per il Quidditch".
"Oh", disse un po' vagamente Hermione, prima di ripetere la stessa parole con molta più enfasi e rabbia.
"Precisamente", rispose Malfoy. "Ora, micetta, perchè Harry ha pensato che noi avessimo bisogno di parlare privatamente?".
Hermone fece un balzo, non volendo realmente parlare con l'irriverente Serpeverde di quanto confusa si sentisse nei suoi riguardi. Decise di mentire sfacciatamente. "Non lo so".
Malfoy la guardò assolutamente non impressionato. "Dovresti provarci di nuovo, senza torcerti le mani, il che svela completamente il fatto che stai mentendo".
"E se non volessi dirtelo? Harry non ha ragione nel cercare di forzarmi per parlare con te di cose di cui non sono ancora pronta",  disse imbronciata Hermione.
"Allora riguarda ieri?".
"Come lo sai?",  chiese Hermione, prima di maledirsi per essersi fregata da sola.
"Perché non saresti Hermione Granger, se non ti fossi stressata nell'analizzare tutto ciò che è accaduto ieri", la informò Malfoy.
"Beh, non hai trovato strana la cosa?".
"Veramente, no. Sono compiaciuto del fatto che tu non ti sia stressata troppo, e che ad un certo punto sia almeno riuscita a rilassarti".
"Perché sei così carino?", sussurrò Hermione, prima di distogliere lo sguardo, un po' imbarazzata dalla sua stessa domanda.
Sentì Malfoy sospirare, prima che le sue dita le prendessero il mento e le girassero il viso, per affrontarlo. "Preferirei dirtelo mentre mi stai guardando, così più tardi non potrai persuaderti che io sia stato veramente sarcastico e non pensassi alcuna parola di ciò che dirò. Che tu ci creda o meno, Granger, io non ti odio. Mi dispiace per l'inferno che ti ho fatto passare a scuola. Ero un bambino arrogante ed altezzoso, con un diavoletto sulla spalla, ed odiavo il fatto che tu mi battessi in tutto, quando io ero un Purosangue e tu una Nata Babbana. Questa non è una scusa, solo la verità".
Hermione gli controllò il viso, cercando un qualche segno per vedere se le stesse mentendo. Non riuscì a trovarlo. Aveva anche permesso alla sincerità di irradiare dai suoi occhi. Annuì lievemente, e lui le lasciò il visto.
"Quindi, possiamo provare a lasciarci il passato alle spalle e provare a conoscerci a vicenda? Sai, solo in caso dovessimo sposarci", chiese Malfoy.
Hermione si stizzì appena. Incrociò le braccia. "Io non ti sposerò. Spezzerò la maledizione!", dichiarò.
Malfoy le rivolse un mezzo sorriso. "Ed io non mi aspetto niente di meno da parte tua, micetta, ma passare un po' di tempo insieme non ci ucciderà".
"Dipende. Se continui a chiamarmi micetta, allora questo fatto ti ucciderà", disse Hermione.
Malfoy rise. "Ma non riesco a farne a meno. Lo rendi così divertente".
"Immagino di poter sopportare nell'essere nella stessa stanza con te, senza dover andarmene", concesse Hermione.
"Oh, che magnanima, micetta".
"Non tentare la fortuna, Malfoy. Irritami troppo ed io converto il mio comportamento", lo minacciò Hermione.
Malfoy le lanciò uno sguardo divertito. "Se non l'hai notato, tesoro, non sono mai stato troppo preoccupato del tuo comportamento. Comunque quella Fattura Pungente faceva male".
Hermione gongolò. "Vorrei scusarmi per averti rovinato il viso perfetto, ma te lo meritavi".
"E' perfetto, non è vero?", disse Malfoy.
Hermione roteò gli occhi. "Sgonfiati, furetto. Non sei così attraente".
"Sono ferito, Granger. Comunque, viene da una ragazza che è uscita con Ron Weasley. Non credo che tu abbia molto gusto in ambito dell'aspetto estetico".
Hermione affilò lo sguardo, prima di chiedere il conto alla cameriera. Malfoy si alzò, prendendosi la tazza di caffè. "Mi piacerebbe sul serio se potessimo provare ad iniziare di nuovo, Granger, mi dispiace per tutti i grattacapi che ti ho dato ad Hogwarts, e per come sei stata trattata dalla mia famiglia durante la guerra. Il mio comportamento è stato imperdonabile, e non ti biasimo se rifiuterai di avere qualcosa a che fare con me".
Hermione si sentiva combattuta. Aveva odiato per così tanto quest'uomo. Malfoy aveva rappresentato tante brutte cose della sua vita, e si stava scusando per il dolore che le aveva causato. Era stato veramente gentile con lei, come il giorno prima, e stava anche continuando a dimostrare di avere un lato sensibile. L'empatia era una cosa che non aveva mai associato a Malfoy, ma ora stava mostrando una comprensione per i suoi sentimenti che era abbastanza impressionante. Suo padre le aveva detto di seguire il suo istinto, e quell'istinto le stava dicendo di dare a Draco Malfoy una seconda possibilità. Se anche questa volta avesse fatto casino, allora lei lo avrebbe annichilito.
"Mi piacerebbe", rispose timidamente lei.
Malfoy le rivolse un largo sorriso, prima di annuire ed uscire dal cafè. Hermione fu felice di notare che i sentimenti confusi che l'avevano perseguitata per tutto il giorno erano scomparsi. Forse Harry avrebbe ricevuto una piccola visita, dopotutto. Era praticamente sicura che si aspettasse il suo ritorno di tutta furia, dopo aver sistemato quell'idiota. Decise sarebbe stato più divertente lasciarlo aspettare per tutto il pomeriggio. L'aspettativa di imbattersi in un'arrabbiata Hermione lo avrebbe terrorizzato l'intera giornata. Hermione si congratulò malignamente con se stessa.
  
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