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Autore: I_MissYou    28/08/2014    3 recensioni
Immaginatevi una Hinata estroversa, sfacciata e coraggiosa ma con un cuore d'oro mandata a Villa Uchiha per un viaggio studio di un anno... ma sicuri che sia solo per questo?
Dal capitolo 8 :
Andarono alla fontanella del parco e Hinata si inginocchiò vicino ad essa. Sasuke fece lo stesso e dopo che il piccolo getto d'acqua le colpì le mani piene di sangue sporco e raggrumato, il ragazzo prese le mani della corvina e cominciò a lavare via la sporcizia. Mentre le toccava le mani si accorse di quanto, in confronto alle sue, erano piccole e delicate. Gliele massaggiava delicatamente sotto l'acqua finchè la pelle risultò diafana e pulita come quella di sempre. Lei lo guardò con gli occhi persi, lui sapeva che stava ancora pensando a quello che successe. Glielo leggeva negli occhi.
Si accorse che la guancia destra di Hinata era un pò sporca, così con la mano umida, le passò il pollice sopra togliendo via quello che rimaneva del sangue.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Please, come back home!


- Abbiamo fatto le prove tante volte e tu non sei venuta... che hai? - chiese Naruto preoccupato al telefono, come tutti del resto.
- Ho avuto... da fare - mentì senza alcun pudore.
- Manca solo la canzone, dovevi sceglierla tu - disse.
- E l'ho fatto. Ho scelto
A Thousand Years. Dà l'idea del "ti amerò per sempre", è perfetta - ci ragionò solo in quell'istante.
- Va bene, lo dirò io a Sasuke. E non ti scordare che è oggi pomeriggio! -
- Ok, ciao - chiuse la chiamata subito.
Rimase a fissare il dispaly del telefono per qualche secondo quando sentì la voce di Mike chiamarla da lontano - Hinata! Vieni! -
Lo vide dalla finestra della depandance che le faceva segno di venire così si mise il cellulare in tasca, prese il libro che stava leggendo prima della chiamata di Naruto e lo raggiunse - Che cosa c'è? -
- Vieni con me, ti faccio vedere una cosa - disse e lo seguì senza fare altre domande.
Era una giornata soleggiata e da quelle parti, immersa nella natura, Hinata lo sentiva di più. In città ci sono sempre i palazzi e i grattaceli che ti fanno vedere solo un pezzo di cielo e ultimamente è sempre pieno di fumo grigio per lo smog. Ma lì era un altra storia, quando guardava il cielo quasi ci si perdeva a furia di cercare di vedere dove finiva e infatti non ci riusciva mai, il sole era più accecante. Riusciva a vedere però la linea dell'orizzonte dove, ogni giorno da quando era arrivata, si sedeva con Mike in mezzo a l'erba a vedere il tramonto. Le piacevano quei momenti, quando erano soli o quando le faceva da professore-giardiniere. Molte erbe le conosceva per i loro principi curativi perchè aveva imparato tanto durante le sue missioni ma Mike le faceva imparare a riconoscere i fiori dai colori e dalla loro forma, i tipi di erbe commestibili e i vari insetti velenosi a cui non doveva avvicinarsi per paura che le saltassero addosso.
Arrivarono a un campo di girasoli immenso e il viso di Hinata s'illuminò di felicità - Sono bellissimi! -
C'era vento e i suoi lunghi capelli le svolazzavano da una parte all'altra.
- Pensa un pò, è il mio fiore preferito - le disse e cominciò a spiegarle la storia sui girasoli.
La ragazza sentì il cellulare che squillava così lo prese e guardò il display: anonimo.
Rispose - Pronto? -
Nessuna risposta.
Ormai quella storia andava da quando qualche giorno prima era andata a stare da Mike. Durante il giorno riceveva chiamate anonime a cui rispondeva e nessuno si faceva sentire dall'altra parte del telefono. Però sentiva che c'era qualcuno, qualcuno che l'ascoltava. Sentiva il suo respiro.
Poi aveva cominciato a dubitare. Se fossero stati alcuni agenti che volevano rintracciarla? Oppure quel pazzo di suo zio?
- Pronto? - ripetè ancora una volta. 
Ancora nessuna risposta.
Riattaccò. 
Mille domande le tempestavano la testa in quel momento. Certe volte pensava di non farcela più ad andare avanti così, con quella vita tanto confusa quanto pericolosa. Voleva scappare, andarsene via da tutto e da tutti. Ma poi pensava ai suoi amici e ancora di più si rendeva conto di quanto sia un pericolo per loro.
Sospirò lentamente, cercando di riordinare le idee e ricordarsi cosa doveva fare.



- Si può sapere dov'è la tua amica? Tra poco tocca a noi! - Sakura era impazzita quando Naruto le disse che Hinata era in ritardo.
- Non lo so. Non mi risponde ai messaggi! Come faccio a saperlo? - anche lui era arrabbiato e confuso in quel momento. Non sapeva cosa fare.
Si avvicinò Sasuke - Allora? Dov'è? - chiese.
Sakura lo guardò e come se fosse la cosa più normale disse - Oh, non risponde ai messaggi. Avrà qualcos'altro di più importante da fare -
- Ok, tocca prima a voi. Quindi andate, recitate e vedrete che lei arriverà - disse il corvino più sicuro che mai.
- Come sai che arriverà? - chiese la rosa mentre i nervi si facevo sentire, sia per la gelosia che per la rabbia.
La guardò - Mi fido di lei - semplicemente quattro parole. 'Mi fido di lei'.
Sakura diventò rossa in volto per il nervosismo che si faceva sentire sempre di più. Così giro le spalle e andò via.
Naruto rimase a fissarlo - Ti fidi di... lei? - era decisamente confuso.
Sasuke non ricambiò lo sguardo - Tocca a noi e tu dovresti essere il primo. Vai -
Senza fiatare il biondo se ne andò e il corvino guardò l'orologio per la millesima volta.
Si, si fidava di lei ed era certo che sarebbe venuta, anche se in ritardo. Sarebbe venuta, avrebbe cantato e avrebbe fatto la pazza facendosi notare. 
Intanto Naruto e Sakura salirono sul parco dell'auditorium della scuola e cominciarono la loro recita.
Intanto Sasuke si stava preparando per fare la sua entrata e quando il biondo e la rosa ebbero finito di recitare restarono esattamente dov'erano come due statue e Sasuke salì sul palco e si sedette davanti al pianoforte nero situato esattamente nella parte destra del palco, poco lontano dai due protagonisti.
Inspirò e cominciò a suonare facendo scivolare le dita lungo i tasti neri e bianchi. Aveva deciso che avrebbe suonato anche tutta la sera aspettando l'entrata di Hinata ma i suoi piani andarono in fumo quando sentì la sua voce. La sua voce dolce, come sempre.


The day we met
Frozen, I held my breath
Right from the start
Knew that I found a home
For my heart, 
Beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid 
To fall
Watching you stand alone
All of my dubts 
Suddenly goes away somehow.


Era lei, sapeva che sarebbe venuta. Lo sentiva e non l'ha deluso. Tutti pensavano che non ci sarebbe stata e anche il professore si era lamentato, ma adesso era lì.
Sentiva la sua voce ma non la vedeva. La cercava con gli occhi mentre continuava a suonare perfettamente.


One step closer.

Eccola lì, adesso la vedeva. E si stava avvicinando a lui passo dopo passo. Con una mano toccò delicatamente il piano e con l'altra teneva il microfono saldo davanti alla sua bocca.
Un occhiata a lei e poi un'altra occhiata alle sue dite sopra la tastiera dello strumento. E poi avendo preso bene il ritmo, la guardò per bene e colse ogni minimo dettaglio.
Aveva il viso più rilassato da quando lo aveva lasciato davanti allo stipiet della porta d'ingresso di casa sua con la caviglia dolorante. Le lunghe ciglia si alzavano e si abbassano mentre apriva e chiudeva gli occhi. Notò che la mano che era prima poggiata sul piano, adesso correva a prendere una ciocca di capelli e a infilarsela dietro l'orecchio.
Indossava un maglioncino rosso leggero che le scopriva di molto la spalla e leggermente la pancia. Mentre le lunghe gambe erano faciate da un jeans nero.


I have died everyday
Waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for a 
Thousand Years,
Love you for a 
Thousand more.


Lo sguardo di lei corse subito a cercare gli occhi di lui e alla fine li trovarono. E s'incatenarono l'uno all'altra. Il microfono le scivolò via dalla bocca ma rimase lo stesso a guardarlo, vide le guance leggermente arrosate, colorate di un rosa così chiaro che solo lei poteva notarlo. E lui in quel momento cominciò a cantare. E anche se quello che faceva non gli piaceva, lei pensò che aveva una voce bellissima, delicata. Come quando le aveva detto che si fidava di lei.

Time stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything
Take away
Standing in front of me
Every breath,
Every hour has come to this.
One step closer.


E dopo le loro voci si toccarono e un leggero brivido percorse tutti i nervi di Hinata, ricordandole quando le aveva appoggiato la mano sulla pelle nuda e lei quasi sussultò. Adesso cantavano insieme ed era così bello che non avrebbe mai potuto smettere se credeva che fosse la cosa giusta. Ma sapeva che non lo era e che prima o poi quei pochi minuti sarebbero finiti. E che infine lei sarebbe scappata via, non facendosi notare da nessuno.

I have died everyday
Waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for a 
Thousand Years,
Love you for a 
Thousand more.


La vide superarlo di poco per avvinarsi di più al limite che dava il palco e cantare in direzione del professore e dei suoi compagni. Quando prima vide com'era vestita elegante non pensava che ai piedi avesse delle sneakers e gli venne quasi da ridere.

All long I believe
I would find you
Time has brought
You heart to me
I have loved you for a
Thousand years,
Love you for a 
Thousand more,
Love you for a 
Thousand more.


Adesso era ritornata qualche passo in dietro giusto per guardarlo ancora, per avere ancora un pò di quei momenti. Lui alzò lo sguardo e la vide, la vide lì in tutta la sua potenza e in tutta la sua fragilità. E adesso tutto il mondo era sparito, non c'era nessuno tranne che loro due. 
Hinata si sentiva come se era in pace con il mondo, era quello che ha sempre cercato e voluto: la pace. Si mise una mano sul petto e sentì il suo cuore come cercare di farsi spazio tra le costole per uscirle fuori del tutto per quanto batteva forte e fu come se lui lo avesse sentito.


One step closer.
I have died everyday
Waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for a 
Thousand Years,
Love you for a 
Thousand more.

And all long I believe
I would find you
Time has brought
You heart to me
I have loved you for a
Thousand years,
I Love you for a 
Thousand more.


Il dito del ragazzo toccò l'ultimo tasto e si alzò in piedi lentamente. Sentì i suoi compagni applaudire, ma lei era sparita. Si era distratto solo per un momento e non la trovò più nel suo campo visivo. Corse subito fuori dall'auditorium non sentendo Sakura che lo chiamava. Si ritrovò nel lungo corridoio semi buio della scuola e vide un ombra svoltare a destra verso l'uscita. Si rimise a correre e lei sentendo i passi veloci si voltò, e vedendo che era Sasuke si mise a correre verso l'uscita mentre con le mani cercava di mettersi velocemente il giubbotto di pelle nero. Solo avvicinandosi alla porta cominciò a sentire lo scrosciare della pioggia insistente sul cemento, che si era già bagnato completamente.
Aprì la porta per uscire ma sentì subito la mano di lui che le stringeva il polso.
- Lasciami - disse cercando di liberarsi.
- Aspetta, ti devo parlare - non lasciò la presa e la costrinse a guardarlo - Guardami, ti prego -
Hinata si arrese e alzò il suo sguardo incontrando di nuovo quello di Sasuke - Che cosa vuoi? -
I corridoi erano deserti ed era quasi buio fuori, ma le nuvole facevano sembrare che dentro l'edificio fosse scesa la notte. 
- Perdonami - le lasciò il polso.
La ragazza abbassò lo sguardo come se le avesse detto una cosa qualunque ma poi, realizzando le parole che uscirono di bocca al corvino, lo guardò di nuovo ma questa volta con gli occhi increduli - Che cosa? - quasi lo sussurrò, come se stesse parlando con la sua mente.
- Perdonami. Per quello che è successo quella sera, non avevo il diritto di risponderti in quel modo - disse - Adesso però torna a casa, Itachi sente la tua mancanza... - 
- Solo Itachi? - chiese lei, voleva metterlo alla prova ma sapeva bene che non avrebbe ceduto.
- Credo di si... - 
Gli studiò il viso attentamente il viso - Menti - la sua bocca fece una smorfia.
Sasuke sapeva che stava cercando di provocarlo anche se in modo diverso dal solito. Sospirò - Ascolta, scusami. Per tutto, ma... -
- Non scusarti - era ferma, immobile davanti a lui con i pugni serrati - La verità è... che non mi sono del tutto arrabbiata per quello che mi hai detto, ormai mi sono abituata al tuo brutto caratteraccio. Era tutta una scusa... una scusa per allontanarmi da voi - disse la verità come se fosse la cosa più normale del mondo.
Il corvino continuava a guardarla da sotto le ciglia nere - Lo avevo intuito -
Hinata non lo guardava più in faccia, aveva allontanato lo sguardo verso un punto indistinto sopra la spalla di Sasuke - Ho pensato che allontanandomi sareste stati più al sicuro ... -
- Ma non puoi andartene così come se niente fosse! Hai idea di quante volte Karin mi ha fermato per i corridoi chiedendomi di te? Di quante volte Itachi è tornato a casa dicendomi che Sai chiedeva di te? E poi vogliamo parlare di Naruto? - 
Hinata indietreggiò di qualche passo fino ad avere la schiena completamente appoggiata sul muro bianco freddo e poi scivolò sotto fino a sedersi per terra. Adesso aveva le gambe piegate e divaricate con i gomiti che ai appoggiavano sui ginocchi - Credo che tu sappia qual'è l'altra ragione - non lo degnò di uno sguardo come se scappasse dalla vista dei suoi occhi.
Si sedette a terra accanto a lei nella sua stessa posizione - Volevi passare del tempo con tuo nonno -
Tutti e due fissavano la parete di fronte a loro, bianca e pallida.
- Non puoi scappare per sempre e lo sai meglio di me - le disse.
- E' quello che mi riesce meglio - aveva la voce piatta, non faceva trapelare nessun sentimento. Come quando uccideva.
- Direi che la mia conclusione è una: ti preoccupi di proteggere gli altri perchè non ti sai prendere cura di te stessa -
Hinata aggrottò la fronte, Sasuke non sapeva se per rabbia o per disperazione. Ma forse erano tutte e due le cose.
- Non è colpa tua tutto questo. E' colpa loro: di tuo zio e i suoi scagnozzi. E non puoi fare niente per tenerci al sicuro perchè anche se ti allontani, loro ci staranno sempre alle calcagna. Credimi, sono nato e vivo ancora in questa merda -
Nessuna risposta, solo il rumore della pioggia fuori.
- Torna a casa - la guardò - Ti prego -
Sasuke si era meravigliato di se stesso per quante volte aveva chiesto perdono e 'ti prego' in una sola giornata. Non lo faceva mai con nessuno.
- C'è Leonardo Di Caprio che ti aspetta a casa, ma se non vuoi venire... - 
Hinata sorrise e gli diede una pacca sulla spalla - Smettila -
Qualcuno entrò dalla porta. Era Itachi, in un impermeabile nero che grondava d'acqua. Hinata quasi saltò in aria per la felicità di rivederlo e gli saltò addosso. Lui, preso alla sprovvista, non seppe cosa fare ma quando si rese conto di tutto l'abbracciò - Sono tutto bagnato - rise
- Non importa - Lo strinse forte bagnandosi tutti i vestiti - Mi sei mancato. E scusa se me ne sono andata così -
- Ah non ti preoccupare - le posò un bacio sui capelli e si allontanarono l'uno dall'altra.
- Allora andiamo a casa? Mamma ha raggiunto papà a Detroit questa mattina quindi siamo soli -
- Pizza? - chiese Hinata guardando i due fratelli.
- Vada per la pizza. Aspettate che vado a prendere il giubbotto - e si dileguò.
- Lo aspettiamo in macchina - disse Itachi facendo strada a Hinata.



I cartoni della pizza erano gettati sopra il bancone alla rinfusa e in alcuni c'erano varie croste. 
- La cucina è uno schifo - disse Hinata ai fratelli che erano in soggiorno a guardarsi la televisione.
- Ci pensiamo domani mattina - Gridò Itachi dall'altra parte della casa.
Hinata li raggiunse e si sedette al fianco di Itachi.
Si erano divertiti tutti insieme quella sera: avevano mangiato, bevuto e scherzato.
Sasuke si alzò dal divano per andare in camera sua.
- Esci? - gli chiese Itachi voltandosi verso di lui.
- E' sabato sera - rispose secco come al suo solito mentre prendeva le scale e saliva di sopra.
Hinata e Itachi sentirono suonare il campanello di casa e si guardarono a vicenda - Per me chiunque sia può rimanere là fuori. Io non mi muovo - Hinata si massaggiò la pancia per quanto aveva mangiato.
Il corvino andò ad aprire e non ebbe il modo di parlare che le ragazze entrarono salutandolo e andando verso Hinata.
La ragazza si alzò - Ragazze! - era felice di rivederle dopo tutto quel tempo, soprattutto Karin e infatti non aspettò molto per saltarle addosso e abbracciarla - Mi sei mancata! -
- Anche tu - disse la rossa ricambiando l'abbraccio - E infatti oggi devi uscire con noi! -
- E non accettiamo un no come risposta! - disse Ino - Anche a costo di trascinarti fuori da questa casa tirandoti per i capelli -
- I miei capelli non si toccano! - rispose Hinata ridendo.
- Stavo casualmente passeggiando in centro questo pomeriggio - cominciò con il dire una bionda - e ho trovato un vestitino bellissimo e mi sono detta ' wow questo starebbe d'incanto a Hinata'. Così l'ho preso! -
Tenten le porse un sacchettino con il nome di un negozio e Hinata ne vide il contenuto. Guardò Ino - Tu sei pazza! Grazie per il pensiero ma no. Non me lo metterò mai -
- Siamo noi che decidiamo quì! - disse la bionda.
- Provalo e se non ti sta bene, mettiti qualcos'altro - disse Karin - Andiamo di sopra su! -
E in tutto quel casino Itachi si era rimesso la tv che nemmeno riuscì a seguire per via della conversazione delle ragazze.
Salirono tutte in camera di Hinata che nel frattempo entrò in bagno per provarsi il vestito.
- No! Io con questo non ci esco! - gridò dal bagno.
- Esci che vogliamo prima vederti! - disse Ino frugando tra le scarpe della ragazza per trovare quelle adatte. E infatti trovò un paio di decollette nere tacco quindici.
La corvina uscì dal bagno del tutto svogliata - A me non piace - disse guardandosi allo specchio situato vicino la porta del bagno.
- Ti sta benissimo! - disse Karin entusiasta - Ino, sei una Dea -
- Grazie lo so - la bionda si avvicinò a Hinata e le diede le scarpe - Mettiti queste -
La ragazza obbedì e le indossò. Si fissò di nuovo e non cambiò opinione - Sembro una prostituta -
- Ma che dici? Stai d'incanto! E poi è una serata tra ragazze quindi è molto probabile che ci rimorchieranno - disse Tenten.
- Come scusa? - si girò per guardarle - Beh, non voglio che ci provino con me -
- Non fare la rompi palle, Hinata! Dai! Esci, divertiti! Goditi la tua vita! - disse Karin mentre cercava qualcosa nella sua trusse con cui truccarla.
Aveva ragione Karin. Da quanto non usciva e si divertiva come una ragazza normale? Da quanto una serata non finiva con lei che rientrava a casa senza aver passato le pene dell'inferno? Quella era la sua occasione, doveva uscire e divertirsi con le sue amiche. Doveva dedicare pò di tempo per se stessa.
- Sapete? Avete ragione - disse mentre Ino le metteva un pò di mascara e un pò di matita nera.
Ino si allontanò da lei e la guardò per bene - Sei una meraviglia! - 
Hinata scosse un pò la testa per sistemarsi i capelli e ci riuscì. Adesso le ricadevano lisci lungo la schiena con la sua solita frangetta un pò ribelle. 
Fuori faceva un pò freddo e di sicuro la temperatura sarebbe scesa ancora di più di notte così prese un giubbottino color argento e se lo infilò - Andiamo -





Ecco a voi il capitolo! Non niente di che ma il prossimo sarà molto più interessante! 
Ho deciso di rimandare la parte di quello che stanno combinando Asuma e Kurenai sorry :(
Ovviamente le parti in rosso della canzone sono cantate da Hinata, quelle blu da Sasuke ( Sasuke che canta?! o__o ) e quelle viole da tutti e due! Volevo mettere la parte di Romeo e Giulietta ma non ho fatto in tempo perchè sono già in ritardo di un giorno per la pubblicazione! 
Un grande abbraccio,

I_MissYou



  
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