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Autore: sihu    29/08/2014    2 recensioni
1 novembre 1981 - dopo la terribile notte di Halloween casa Potter piange i suoi morti: James è morto, Lily è ancora viva e aspetta un altro bambino. Steve, il gemello di James non riesce a credere a quanto accade e insieme ai malandrini con la memoria torna all'inizio della storia. Ai tempi di Hogwards, quanto tutto è iniziato. La storia dei malandrini rivive tra passato e presente, guardando al futuro.
cap.5 - "Tornare alla realtà fu un duro colpo per Sirius. Perso nei ricordi, tutto sembrava perfetto. James era ancora vivo e loro erano soli dei mocciosi che ancora non sapevano nulla della vita, ne avevano idea dei guai e dei tormenti che li avrebbero aspettati negli anni a venire”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 3

LA PARTENZA

1 Settembre 1971, primo anno.

La stazione di King Cross era particolarmente caotica quel mattino, ma come ogni anno da diverso tempo nulla reggeva il confronto con quello che avveniva sopra l’espresso. Un fiume senza fine di ragazzi aveva appena finito di riversarsi sui vagoni che faticavano a contenerli tutti. Sulla banchina madri disperate e padri con bizzarre espressioni urlavano le ultime raccomandazioni, coscienti che i figli fossero fin troppo eccitati per starli ad ascoltare sul serio. Dopo tutto nemmeno loro quando erano partiti per il castello avevano mai ascoltato ciò che i loro genitori avevano da dire. Il capotreno fischiò e poi suonò la sirena, prima di lasciare che l’espresso si staccasse dolcemente dal binario. Con movimenti sicuri e rodati, il vecchio treno si mise in moto mentre al suo interno gli studenti più giovani scalpitavano incerti sul proprio futuro ed eccitati da quella grande avventura che stava per iniziare.

- Pista.. - 

Esclamò un ragazzino con i capelli scuri sparati in aria e vispi occhi nocciola, travolgendo in pieno un altro ragazzino con i capelli scuri e misteriosi occhi blu che sembrava immerso in profondi ed incomprensibili pensieri. 

- Ehi, insomma, vuoi stare un po’ attento? - 

Rispose il secondo, infastidito, sistemandosi vestiti sgualciti senza degnarlo di uno sguardo. Il primo ragazzino era James Potter mentre il secondo era Sirius Black, entrambi erano al primo anno, ansiosi di raggiungere il castello e fare nuove amicizie. Quell’episodio insignificante, un banale scontro tra ragazzi, segno l’inizio di una delle più grandi amicizie che quel treno e l’intero castello magico avevano mai visto ma il quel momento nessuno dei due poteva immaginarlo. Il primo, James, era troppo eccitato perché sapeva che la sua vita stava per prendere una piega nuova ma un’ombra oscurava la sua felicità, il secondo, Sirius, bramava un po’ di libertà dalla sua ingombrante e blasonata famiglia ma allo stesso tempo temeva di non avere scampo al destino che aspettava a tutti i Black: essere smistati nella casa dei Serpeverde.  

- Scusa, non ti avevo visto. - 

Disse James, mentre un sorriso rassicurante si allargava sul suo viso. Malgrado il buonumore, tuttavia, sembrava distante. Quasi come se i suoi pensieri fossero rimasti fissi sul binario nove e tre quarti piuttosto che seguirlo sul treno.

- Avevo notato. - 

Rispose Sirius, guardando male James che si riscosse dai suoi pensieri e rispose con una smorfia che strappò un sorriso anche a Sirius.

- Piacere, sono James. -  

Si presentò James, tendendo la mano a Sirius. Il ragazzo parve pensarci un po’, poi la prese e la strinse. Quel ragazzo era strano, ma sembrava a posto. Era il tipo di persone, sorridenti e disponibili, da cui la sua famiglia lo aveva sempre tenuto distante. Proprio per questo, moriva dalla voglia di farci amicizia. Era stufo di amicizie finte, basate sulla discendenza e sulla convenienza. Lui voleva un amico vero, un fratello. Qualcuno che lo capisse, lo sostenesse e lo seguisse nelle sue strampalate avventure. Un amico con cui prendersi a botte, rotolarsi nel fango, svaligiare una banca e poi condividere l’ultima fetta di torta oppure l’ultimo goccio di succo di zucca. Quel tipo sembrava avere tutte le carte in regola per essere un buon candidato.

- Sirius Black. -  

Rispose l‘altro, abbozzando persino un sorriso.

- Sei davvero un Black? - 

Chiese James, stupito. Il visetto era stravolto dallo stupore, quasi si trovasse di fronte una creatura mitologica oppure un animale da circo.

- Certo, perché? -

Mormorò Sirius, sospettoso ed allo stesso tempo triste. Sembrava che il suo ingombrante cognome avesse già iniziato a dargli problemi.

- Niente, è un peccato. Mi sembravi un tipo a posto. -  

Commentò James, sempre con il solito sorriso sulle labbra. Sirius rise di quelle parole e del tono spensierato con cui le aveva dette. Era la prima volta che qualcuno rideva del nome che portava piuttosto che temerlo o venerarlo.

- Beh, diciamo che sono la pecora nera della famiglia. Penso che finirò a Grifondoro. - 

Spiegò Sirius, guardando male un gruppo di Serpeverde che stavano entrando in uno scompartimento poco lontano. Tra loro doveva sicuramente esserci qualche cugino o parente alla lontana. 

- Allora possiamo essere amici. -  

disse deciso James, incrociando le braccia al petto. 

- Che onore.. -  

Commentò ironico Sirius, felice di non essere solo. Nella mezzora seguente, dopo aver trovato uno scompartimento vuoto tutto per loro, cominciò a pentirsi della sua scelta mentre James parlava senza interruzioni. Sirius lo ascoltava, a tratti annoiato e a tratti divertito, facendo delle domande di tanto in tanto. Nella voce dell’amico, tuttavia, qualcosa non andava. Ogni tanto James si bloccava, annaspava e poi ripartiva. In quei pochi secondi di pausa, sembrava quasi perso. Sirius non conosceva ancora abbastanza bene James, eppure tutto questo non gli sembrava normale. Ad un tratto dei colpi alla porta interruppero quel bizzarro monologo.

- Possiamo entrare? - 

Chiese timidamente un ragazzino con i capelli chiari e malinconici occhi color miele, dietro al quale di nascondeva un bambino basso e rotondo con dei buffi occhi azzurri.

- Certo, io sono James e questo è Sirius. - 

Si presentò James, indicando l’amico che annuì sorridendo.

- Pia.. Piacere. So.. sono Peter. - 

Disse l’altro ragazzo, più piccolo, biondo e grassoccio del primo.

- Perché balbetti? - 

Chiese Sirius, guardandolo male. Qualcosa in lui non lo convinceva del tutto.

- È molto timido, io sono Remus. - 

Spiegò il secondo, sedendosi di fronte a James che offrì loro delle cioccorane. Peter rifiutò, Remus ne prese una sorridendo. 

- È incredibile, stiamo davvero andando al castello. - 

Esclamò improvvisamente Sirius, sorprendendo gli altri tre.

- Non vedo l’ora di imparare la magia. - 

Sospirò Remus, con aria sognante. Era molto preoccupato che gli altri studenti scoprissero la sua condizione ma allo stesso tempo era eccitato all’idea di poter frequentare la scuola. Silente gli stava offrendo una possibilità eccezionale, non poteva deluderlo. Sarebbe stato bravo e diligente, il migliore. Non poteva essere altrimenti. 

- Già.. - 

Sospirò James, improvvisamente triste.

- Che ti prende, come mai ti sei depresso di colpo? - 

Chiese Sirius, sorpreso. James non era stato né fermo né zitto neanche un momento tranne quei brevi attimi di black out,  poi improvvisamente si era come spento senza motivo. Remus guardò il ragazzo, cercando di capire che cosa non andasse e se qualcuno di loro avesse detto qualcosa che avrebbe potuto ferirlo in qualche modo. James scosse la testa e si volto verso gli amici.

- Niente, pensavo. - 

Rispose, tornando a sorridere. Remus lo guardò con attenzione, gli sembrava quasi che il sorriso del ragazzo fosse forzato.

- Certo che sei proprio un tipo strano.. - 

Concluse Sirius, scuotendo la testa.

- Un po’, ma anche tu non sei da meno. - 

Rispose James, tornando il ragazzo sorridente e logorroico di sempre.

- Quando ti avrei autorizzato a prenderti certe confidenze? - 

Chiese Sirius, fingendosi offeso e causando le risate degli altri due. 

- Sai, penso che diventeremo grandi amici. - 

Concluse James, dando una pacca sulle spalle a Sirius. Lo conosceva da nemmeno un ora, eppure qualcosa gli diceva che aveva trovato un grande amico; un fratello.

- Perché lo pensi? - 

Chiese Sirius, sospettoso. Anche lui si trovava bene con James. Era la prima persona che non lo insultava o lo faceva sentire sbagliato o inferiore. Era impossibile non volere bene ad un tipo come James.

- Mi sei simpatico. Anche voi due. - 

Rispose James, voltandosi verso Remus e Peter.

- Noi? - 

Chiese Peter, sorpreso da quelle parole, arrossendo di colpo. 

- Parli sempre così tanto? -

Chiese Remus, scoppiando a ridere. Non aveva mai conosciuto qualcuno talmente estroverso come James. Quando sorrideva o raccontava qualcosa sembrava diventare una sorta di sole dal quale era impossibile rimanere a distanza. Una sorta di tornado che trasmetteva buonumore.

- Non sta zitto nemmeno per un minuto. - 

Spiegò Sirius, rassegnato. James sbuffò, fingendo di non vedere l’espressione divertita dell’amico. 

- Il silenzio è noioso. - 

Rispose alzando le spalle e fingendosi mortalmente offeso.

- Io e il mio mal di testa vorremmo tanto poterci annoiare insieme allora! -

Esclamò Sirius. James aprì la bocca per rispondere all’amico ma non fece in tempo a dire nulla perché tutto intorno a lui diventò nero e svenne. Remus lo afferrò al volo, impedendo che battesse la testa contro il finestrino. Quando James si svegliò i tre ragazzi erano intorno a lui, pallidi e preoccupati. 

- James.. - 

Lo chiamò Sirius, preoccupato, allontanandosi di qualche passo per lasciarlo respirare. Sul suo viso l’espressione strafottente aveva lasciato il posto ad una decisamente più pallida ed attenta. Decisamente svenire in quel modo non era normale. 

- Tutto bene? - 

Chiese Remus, aiutandolo a rimettersi seduto. Il ragazzo annuì piano, e bevve un sorso d’acqua che Peter gli stava porgendo.

- Si.. Credo di si. - 

Disse poi, tranquillizzando gli amici. Sirius lo guardò sospettoso, James sembrava molto pallido e provato eppure aveva ripreso a sorridere.

- Sicuro? -

Chiese Remus, preoccupato.

 - Si, è stato solo un capogiro. - 

Rispose James sorridendo e cercando in tutti i modi di sminuire l’accaduto. Remus e Sirius si guardarono ma prima che uno dei due potesse dire qualcosa, un fischio annunciò loro che stavano per entrare in stazione. Finalmente erano arrivati al castello.

 
  
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