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Autore: wisegirl31    29/08/2014    3 recensioni
Lei è diversa, anche nel mondo strano dei semidei. Gli incontri che farà le cambieranno la vita in un modo per lei sconvolgente.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VUOTO


Ti devo rivelare molte cose, piccola mia.

Quelle parole non volevano andarsene, erano impresse nella sua mente e per colpa loro era vittima di crisi isteriche.

Carlotta si trovava nell'aeroporto insieme a sua nonna, in attesa del volo per San Francisco. Era insonnolita per essersi svegliata prima che il sole sorgesse.

Correva in un bosco inseguita dai lupi e poi all'improvviso una luce; quando la luce svanì si ritrovava in un luogo desolato e allo stesso tempo affollato: spiriti silenziosi e malinconici vagavano senza meta per una pianura punteggiata quà e là da piccoli alberi. Cercò di fermare uno spirito per chiedergli dove si trovava, ma esso guardò nella sua direzione e non vedendola borbottò qualcosa di incomprensibile. Lei era invisibile in un campo di spiriti. Si guardò intorno: da una parte oltre quei campi si ergevano delle colline infuocate e si udivano urla agghiaccianti, alle quali nessuno spirito faceva caso; dall'altra vi era una piccola zona soleggiata che in quel posto sembrava il paradiso. O forse lo era. Forse si trovava nel regno dei morti, ma non le interessava approfondire: voleva uscire. Si girò alla ricerca dell'uscita e un mostro la attaccò.

Carlotta si era svegliata in un bagno di sudore, poco prima che la nonna entrasse in camera sua e le dicesse di svegliarsi. La nonna non sembrava essersi sorpresa nel vedere la nipote già sveglia e non le spiegò perché dovevano svegliarsi presto. Dopotutto la nonna aveva parlato poco in quelle giornate e dopo quella frase, non aveva ancora dato spiegazioni a riguardo. Carlotta aveva capito fin da subito che non doveva fare domande: sua nonna aveva perso da poco una persona che amava moltissimo e con la quale aveva vissuto per più di cinquanta anni. Era normale che fosse sconvolta.

Proprio come me.

Carlotta si era alzata e si era preparata con impresse nella mente quella frase e l'incubo avuto quella notte. Poi ricordò: quel giorno era lunedì e quando era svenuta aveva sentito che avrebbero preso il volo per San Francisco. Non sapeva se crederci oppure no, ma come al solito non fece domande e si preparò in silenzio. Quando partirono il sole era appena sorto. Il viaggio era stato silenzioso e malinconico: nonostante Carlotta volesse vedere posti nuovi, lasciare quel posto per sempre la rendeva nostalgica. Bisogna aggiungere anche che suo nonno era morto due giorni prima.

In quei due giorni Carlotta aveva scoperto un'altra ennesima cosa strana: quel giorno così lontano, quando quei mostri avevano attaccato, il tetto era crollato. Poi quando aveva ripreso i sensi aveva notato che non vi erano le macerie dove il soffitto era crollato. Neanche uno strato di polvere. Era tutto tornato come prima. In più nessuno aveva chiamato la polizia quel giorno.

In quel momento Carlotta si trovava in quel affollatissimo aeroporto. Era lì da circa due ore e un po' per l'attesa lunga, un po' per quelle maledette voci nella sua testa, stava per avere una crisi isterica.

Ti devo rivelare molte cose, piccola mia...

L'incubo era così reale...

Cosa sta succendendo...

Non capisco più nulla...

Mio nonno è morto...

- Stai zitta! - borbottò tra i denti stretti. Non ne poteva più. Alcune persone si girarono a guardarla come se fosse pazza, ma a lei non importava. Non gliene fregava più di quello che diceva la gente alle sue spalle o di come la consideravano.

Annunciarono che il loro aereo era pronto per partire. Si alzarono e mostrarono i loro biglietti, poi entrarono nell'aereo. Presero posto: Carlotta accanto al finestrino, in modo da poter guardare tutto dall'alto. Era emozionata: era il suo primo volo in aereo! Sua nonna invece stava diventando sempre più nervosa.

Alla fine Carlotta sbottò - Mi vuoi spiegare cosa sta succendendo? Perché stiamo partendo? Perché?

Lo disse con un tono di voce un po' troppo alto e molte persone si girarono a guardarla.

- Ora te lo spiego. Aspettiamo, però, che l'aereo parta. - sussurrò la nonna con lo sguardo addolorato.

Carlotta annuì. Il decollo fu lungo, ma appena l'aereo si staccò da terra lei si sentì meglio e i suoi pensieri si schiarirono e non la torturarono più. O forse erano rimasti a terra. Insomma Carlotta aveva le idee chiare per la prima volta da quando aveva visto suo nonno morto.

- Nonna, scusami. Non intendevo urlare, ma non riuscivo più a capire nulla e avevo un mal di testa tremendo.

- Comprendo la tua confusione, ora ti spiego. Gli d...

- Hey, Carlotta! Anche tu in viaggio verso l'America?

- Ehm, sì.

Carlotta annuì per niente contenta. Una ragazza bellissima dai capelli neri e dagli occhi che a volte erano verdi, a volte erano blu oceano, era seduta davanti a lei.

Per quale diavolo motivo Emma Wiston è qui,?

Carlotta la detestava per vari motivi. Emma era la più popolare della scuola e nonostante fosse più simpatica e gentile degli altri la derideva come tutti. Non sembrava approvare i pettegolezzi delle sue amiche, ma non si lamentava mai quando iniziavano con i loro battibecchi.

Se io fossi stata amica delle mie compagnie di classe, avrei dato loro dei bei ceffoni per svegliarle e anche per far capire loro che sono stupidi i loro battibecchi. Sono proprio delle oche. Anche Wiston lo è.

Emma abitava nella più bella villa del paese, i suoi genitori erano ricchissimi. Lei aveva origini americane, era nata negli Stati Uniti, ma giravano delle voci che dicevano che non vi era più tornata.

Che strana gente...

Ogni cosa che indossava le stava bene addosso. Rimaneva sempre perfetta, sembrava una modella.

Ma come è conciata adesso?!

Emma aveva i vestiti strappati, foglie e rametti tra i capelli ora disordinati, graffi su tutta la pelle. Sembrava che stesse scappando da qualcosa o da qualcuno.

E sorrideva.

- Che ti è successo? - chiese Carlotta, sorpresa sia per la comparsa di Emma, sia per come era conciata

- Sono sicura che non mi credi.

- Mettimi alla prova.

- Okay, i miei genitori mi hanno detto che dovevo andare a New York, ad un Campo che loro hanno definito "per quelli come te", mi hanno prenotato questo volo aereo e quando scenderò cercherò questo campo.

Carlotta aveva imparato a leggere le persone dalla faccia e aveva capito che stava nascondendo qualcosa, che non era tutta la verità. Prima di dirlo, però, sua nonna la anticipò.

- Sei una mezzosangue, una semidea.

- Così hanno detto i miei genitori.

- Anche tu lo sei, Carlotta.

- Io sono cosa?

- Una mezzosangue, una ragazza nelle cui vene scorre sangue divino e sangue mortale.

Mi stanno giocando un brutto scherzo!

- Smettetela di prendermi in giro e ditemi la verità.

- Tutto questo non è uno scherzo, Carlotta. Gli dei romani sono ancora vivi e tu sei una discendente di...

- L'ala sinistra va a fuoco!

Urlò Carlotta prima che la nonna finisse la frase. Non sapeva come faceva a saperlo, ma guardando fuori scoprì che aveva ragione. In lontananza si scorgeva il profilo di New York, ma l'aereo stava precipitando in alto mare. I soccorsi sarebbero arrivati troppo tardi.

Ecco come moritò: precipitando.

Intanto la nonna le stava dando degli ordini tra le urla dei presenti.

- Carlotta non pensare a me, pensa a salvare Emma! Lei è più importante di me e non pensarci due volte! La mia ora è giunta, ma tu non pensare a me, cerca di salvare solo te e Emma, non sprecare le tue energie! Emma aggrappati a Carlotta e quando precipiterete in mare, portala il più velocemente a riva. Carlotta, dimenticavo, c'è una lettera da parte di tuo nonno nella mia borsa. E prendi anche l'orologio! Non fare domande è tutto spiegato nella lettera.

Carlotta annuì e fece come le era stato ordinato: non era l'ora di pensare o di fare domande, era l'ora di agire. Emma si era aggrappata a lei e si gettarono fuori dall'aereo prima che questi esplodesse.

Sto precipitando. Sto morendo.

Pensò Carlotta prima che la corrente d'aria li sostenesse. Ma questo era impossibile! Quella stessa corrente d'aria li portò lentamente in acqua. Carlotta si sentì improvvisamente debole, come se quella corrente d'aria, che aveva fatto anche da scudo contro i detriti dell'aereo, si fosse alimentata con le sue energie. Dei mostri attaccarono, ma Emma, non si sa come, evocò una barriera d'acqua che li fermò. Sembrava più forte in acqua: subito la prese e grazie alle correnti marine sfrecciarono verso la riva. Appena raggiunta la terra la barriera d'acqua si dissolse e i mostri le raggiunsero velocissimi. In quei pochi secondi Carlotta notò che la sua lettera non era bagnata e che l'orologio era apparso magicamente al suo polso. Al posto dei numeri c'erano delle immagini di armi, ma non aveva tempo per capire come funzionava. All'improvviso tuonò.

Fantastico! Ci mancava solo il temporale. Quanto vorrei che un fulmine colpisse quei mostri.

Stranamente due fulmini colpirono due mostri polverizzandoli. Gli altri due vennero fatti fuori da un'onda e si polverizzarono anch'essi.

Carlotta ed Emma erano sotto la pioggia, sconvolte. Emma era svenuta per la stanchezza e anche Carlotta era sul punto di svenire. Emma rinvenì quando l'acqua dell'oceano raggiunse la sua faccia.

- Dove siamo?

- Benvenuta a New York, Wiston!

- Dobbiamo andare subito al Campo!

- Tu sai dov'è?

- Sì, seguimi.

- Stiamo per cominciare una nuova vita, vero? Se è così allora voglio cambiare il mio nome.

- Sul serio? Allora dovrai cambiare anche il cognome. Perché, sì, stiamo per cominciare una nuova vita.

- Non mi chiamerò più Carlotta, quindi evita di chiamarmi così.

- Certo. E come ti chiamerai?

- Lo scoprirai presto.

Sorrise.


Ciao lettori!
spero che vi piaccia questo nuovo bruttissimo capitolo! L'ho pubblicato presto perché tante idee mi frullavano in testa e perché nelle settimane a seguire forse non avrò il tempo per pubblicare a distanza di pochi giorni nuovi capitoli. Ora ritorniamo al capitolo: avete capito chi è il genitore divino di Emma? E da chi discende Carlotta? Anche se l'avete capito, vi aspetteranno nuove sorprese! Ringrazio chi ha recensito perché mi ha dato un motivo per continuare la storia, e ringrazio anche i lettori silenziosi che potrebbero anche scrivermi un paio di paroline nella recensione. Vorrei ricordare che accetto anche le recensioni negative. Mi sono dimenticata di ringraziare le persone che hanno messo questa storia tra le seguite, le ricordate e le preferite.
Proverò ad aggiornare presto,
-figlia di Atena

  
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