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Autore: Shiida the BlackLightning    22/09/2008    0 recensioni
Victor, un ragazzo come tanti, trasportato da inaspettati eventi, si trova ad essere un nuovo studente in una scuola del nord circondata dal verde. Scoprirà ben presto che fra le mura del suo nuovo liceo si nascondono segreti antichi e più grandi di lui, ma soprattutto un gruppo di ragazze dalle sembiaze quesi divine con una strana passione per il macabro e le notti di luna piena. Il mondo che conosceva sarà cancellato e sotituito con uno nuovo: un mondo in cui Victor, un ragazzo come tanti, avrà un ruolo da protagonista in quello che si rivelerà essere il più grande scontro fra creature della notte e spiriti della foresta. Lasciate un commentino se vi piace!!! plz
Genere: Generale, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo: High Emerald School

 

L’acqua della doccia era un sollievo incredibilmente piacevole. Lo aveva rilassato completamente ed aveva disteso tutti i suoi muscoli, o almeno quei pochi che aveva. Uscì rapidamente dalla doccia e si avvolse la vita con un asciugamano color panna che aveva trovato piegato sul lavandino. Pulì con il palmo della mano lo specchio appannato per il calore e si contemplò. Aveva i capelli bagnati, che ancora gocciolavano ed il suo ciuffo ribelle appiattito sulla fronte, lo portò dietro l’orecchio come faceva sempre ma quello scivolò lentamente di nuovo al suo posto: sulla parte destra della sua fronte poco più su delle sopracciglia. I suoi occhi cambiavano colore, lo aveva notato poco tempo fa. Da cosa dipendesse non lo sapeva ma potevano variare da un timido color ambra ad un nocciola intenso. Una tonalità molto banale per un ragazzo dai capelli chiari come i suoi. Avrebbe di certo preferito avere gli occhi verdi di sua madre che non quel color terra dei suoi. Rilassò le spalle come meglio poteva e si osservò il petto: aveva ormai quasi diciassette anni e per ora nessun pelo era spuntato sul suo addome. Una fortuna sfacciata visto che suo padre era peloso come un orso bruno. Non era certo magrolino ma non vantava di certo un fisico eccezionale. Gli addominali erano per lo che inesistenti e le braccia bhè, ogni tanto li appariva qualche muscolo se messe in tensione. I suoi occhi tornarono di nuovo al suo viso riflesso nello specchio, un volto asciutto ma ben delineato. Cominciavano davvero a comparire quei tratti da uomo tanto sospirati che facevano da contorno alla sua bocca rossa e sottile. Aprì la porta del bagno e trovò piacevolmente dei vestiti a terra con sopra un biglietto.

" Ciao sono Michael, scusa ancora per il lavaggio inaspettato. Per farmi perdonare ti ho messo i tuoi vestiti fuori dal bagno, io esco ma torno subito spero prima che tu finisca la doccia visto che sono stato incaricato di farti visitare la scuola. Sperò non te la sia presa troppo "     Afferrò il tutto e lo indossò. Jeans chiari con qualche strappo in qua e in la e una felpa color cioccolato. Si passò l’ asciugamento due o tre volte sui capelli e usci dal bagno portandosi dietro ancora una piacevole scia di calore.

<< Victor! >> lo chiamò una voce dalla sala comune.

<< Vik >> lo corresse lui prima che potesse riprendere a parlare. Michael sembrava davvero un chiacchierone e questo dopo tutto non lo infastidiva visto che di solito a lui piaceva molto parlare.

<< Vik, scusa. Allora mi hai perdonato? >>

<< Si >>

<< bene! Allora raccontami come mai un ragazzo di città come te si è trasferito in questo posto dimenticato da Dio? >>

<< Mio padre >>

<< Mmm… Il generale? >>

<< Assurdo, pare che tutti qui mi conoscano! >> esclamò Vik portandosi una mano alla tempia e sedendosi di fianco all’amico sul grande divano rosso della sala.

<< ma certo, tu qui sei una celebrità!! Non si era mai visto un ragazzo venire da grandi città come te fin qui!! >>

<< che meraviglia.. >> fece del sarcasmo.

<< E dai, un po’ di popolarità aiuta sempre con le ragazze.. >>

<< peccato che la mia sia a centinaia di miglia da qui! >>

<< Davvero? Non ti preoccupare, te la scorderei presto dai retta a me.. >> lo informò Michael con un tono alquanto malizioso nella voce.

<< perché? >>

<< Lo capirai quando vedrei con i tuoi occhi ! >>

Victor aveva intuito da come ne parlava il compagno di stanza che in quella scuola ci dovevano essere delle ragazze piuttosto carine, ma a lui non importava. Emily era davvero una tra le più belle ragazze della sua città, una campagnola non sarebbe mai stata al suo eguali.

<< E dimmi Vik, sei mai stato a Green Valley prima d’ora? >> lo interruppe il ragazzo dai capelli rossi che gli stava di fianco.

<< No ovviamente, sono arrivato qui oggi >>

<< Fantastico >>

Quel ragazzo era davvero schizzato; perché mai si esaltava per così poco? Cosa mai poteva avere quella cittadina di tanto emozionate da mostrare?

<< ora andiamo: ti mostro la scuola >>

Victor si alzò con sforzo dal divano e seguì Michael cercando almeno di sorridere per ricambiare almeno un po’ il suo entusiasmo. L’ascensore scese rapidamente dal quarto paino fino al piano terra. Michael stava davanti e lui lo seguiva come fosse la sua ombra. Lo fece girare per quasi tutto il resto della giornata soffermandosi sui posti più belli e saltando il giro completo delle aule.

<< E questa era l’ultima stanza. Quella che usiamo per la lezione di scherma >> lo informo sorridendo il rossino.

<< Fantastico.. >> disse Victor poco convinto.

<< Lo so, ma questa era la parte noiosa dell’ Emerald, ora ti mostro il paese delle meraviglie.. >> Esclamò prima di avvicinarsi a quella che sembrava una porta sbarrata. La aprì con una piccola chiavicina che tirò fuori da una tasca dentro la camicia. La cosa iniziava a farsi interessante: che davvero la scuola nascondesse qualcosa di lontanamente unico? Il corridoio era uno solo e si estendeva per circa quattro metri fino a una seconda porta sbarrata. Un corridoio antico, con un'unica finestra sulla destra.

<< E’ la parte nord-est del castello? >> chiese Vik incuriosito.

<< No, ma è l’unica strada che dal castello porta a quell’ala! Ma è la vista che ci interessa! >>

<< Ci? >> ripeté confuso.

<< Siamo in cinque che conosciamo questo corridoio e che possediamo segretamente una copia della chiave e con te adesso siamo in sei… Vieni guarda! >> strepitò Michael appiccicandosi con il viso alla finestra. Victor lo segui titubante ma quando si affacciò rimase di stucco. Delle ragazze se ne stavano sedute sull’erba fresca del prato con la schiena rivolta verso il bosco. Erano circa cinque in tutto una più bella dell’altra; tutte quante indossavano un costume da bagno a due pezzi rigorosamente nero che metteva in bella luce i loro fisici perfetti. Rimase a bocca aperta per qualche secondo prima che il suo cervello gli ordinasse di chiuderla. Avevano tutte una carnagione scura, di un’abbronzatura invidiabile e se ne stavano sorridenti sdraiate o sedute sul prato.

<< ma ci vedono? >> chiese Vik ritrovando improvvisamente l’uso della parola.

<< E’ questo il bello il vetro dall’altra parte è uno specchio!! Ossia noi vediamo loro ma loro non possono vedere noi! >>

Chi aveva costruito una cosa del genere l’aveva congegnata perfettamente in ogni minimo dettaglio si diceva senza però distogliere lo sguardo da quelle bellezze. Solo due risaltavano più delle altre: una ragazza con i capelli biondi a caschetto, lisci come la seta ed un’altra con i capelli lunghi rossi ma raccolti in un’infinità di trecce piccolissime. Entrambe avevano gli occhi del medesimo colore: nero pece. Era così strano che fossero di quella tonalità visto il colore chiaro dei loro capelli. In effetti tutte le ragazze sul prato avevano gli occhi neri: anche le due more e l’altra bionda seduta sul ciglio di una fontanella.

<< Si chiama Elisabeth, è la mia preferita >> affermò Michael indicando la biondina sul margine della fontana. << Certo, non è al pari di sua sorella Mishelle ma io la trovo irresistibilmente carina >>

La bella bionda doveva essere Mishelle quindi, due sorelle forse gemelle: eppure la bellezza della prima non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella della seconda.

<< e la rossa? >> chiese Vik rivolgendo uno sguardo sfuggente verso il compagno di stanza.

<< Nicole; mentre la mora con i capelli corti è Mary Sue e quella con cui sta parlando è sua cugina Corinnes >>

Davvero dei nomi particolari pensò Victor fra se e se: almeno non si sarebbe sentito l’unico con un nome arcaico nella scuola. Fu un attimo, Mishelle si voltò verso Nicole e le sussurrò qualcosa in un orecchio che la fece sorridere. La rossa si voltò verso lo specchio e si alzo delicatamente. Fu l’istinto a farlo reagire: si abbassò di colpo come un ladro scoperto sul malloppo.

<< Eddai Vik, viene solo a specchiarsi! >> lo rassicurò la voce calma di Michael. Si alzò tentennando ma fu la sorpresa a bloccarlo. La ragazza strava a pochissimi centimetri dal vetro e con le mani si massaggiava il corpo perfetto. Era partita dai capelli: li aveva stropicciati fin dalla cute per poi farli ondeggiare fino alle spalle lasciandoli cadere sul seno. Un seno piccolo ma perfetto in ogni dettaglio, rigorosamente coperto del costume a triangolo nero. Poi le sue mani minute e delicate si erano posate sull’addome morbido ma stranamente tirato come fosse forte e rigido per natura. Per poi finire coi fianchi rotondi ed atletici, coperti solo dal filo finissimo del costume.

<< Mozzafiato… >> riuscì a mormorare Michael come rapito dalla magia di Nicole. Nemmeno lui riusciva a staccarle gli occhi di dosso: era come rimasto stregato dalla sua bellezza ultra terrena. Victor dal canto suo aveva la medesima faccia imbambolata: la bocca aperta, gli occhi fuori dalle orbite e le mani strette al petto. Si sentì improvvisamente mancare il fiato mentre il desiderio di avere un contatto con quella creatura dei boschi cresceva fino a farlo impazzire del tutto.

<< Nicole >> la chiamo improvvisamente una voce fredda ed asciutta. La rossa si voltò sorridendo ma il suo sorriso scomparve in un secondo.

Finalmente la testa di Vik venne liberata da quello che si era rivelato molto più simile ad un sortilegio che ad una infatuazione. Gli occhi ambrati del ragazzo ripresero a guizzare freneticamente e si posarono sulla figura appena comparsa sul prato. Una ragazza incredibilmente bella ma diversa dalle altre cinque sedute sul prato. La sua pelle infatti era del color del latte e i suoi occhi erano freddi e del color del ghiaccio: tutta un’altra cosa rispetto a quelli scuri delle altre. In compenso aveva i capelli corvini e mossi che le scendevano perfetti sulle spalle quasi fino al seno. Le labbra grandi e carnose ma incredibilmente rosee.

<< E’ proibito uscire dalla scuola senza permesso >> dichiarò con voce profonda rivolgendo un’occhiata raggelante verso Nicole che indietreggiò di scatto come spaventata a morte da quella ragazza.

<< pensavo tu fossi da qualche parte nella foresta a trastullarti con i tuoi… amici >> disse ridacchiando Mishelle cercando in qualche modo di prendere in giro la nuova arrivata. Ma quella rimase immobile e la sua espressione non cambiò affatto. Intanto dall’altra parte della scena Elisabeth se ne stava rannicchiata sul bordo della fontana puntando fissa con gli occhi la ragazza misteriosa. Aveva la faccia di chi ha appena visto un fantasma, infatti era del tutto sbiancata e si era portata di colpo le gambe al petto.

<< E’ meglio che adesso torniate in camera >> le ammonì la ragazza dagli occhi azzurri.

<< tornatene nel bosco cappuccetto rosso, lasciaci in pace… >> la schernì Mary Sue facendo di colpo ridere tutto il gruppo.

<< Giusto, e mi raccomando: ti conviene stare attenta al lupo! >> precisò Mishelle con un vistoso sorriso bianchissimo sulle labbra scure. La ragazza non riuscì a far a meno di mostrare un sorriso sghembo alle altre cinque presuntuose che la deridevano. Fece qualche passo in avanti facendo sobbalzare l’intero gruppo quando fu quasi a un metro dalla bella bionda, ossia quella che doveva essere il capo della combriccola.

<< Credo che in questo caso debba essere il lupo a cercare di non incontrare cappuccetto rosso nel bosco sta sera… >> sibilò senza smettere di mostrare il suo mezzo sorriso. Mishelle rabbrividì all’istante ma il suo contegno riuscì a mascherare perfettamente il suo timore. Si divincolò con una rapidità disumana e seguita dal resto del gruppo tornò all’interno dell’edificio. Victor rimase inesorabilmente colpito dall’espressione fredda di quella misteriosa ragazza quando si voltò verso lo specchio: verso di lui. Era sicuro che l’avesse visto, che i suoi occhi di cielo fossero puntati su di lui prima che la sua figura scomparisse improvvisamente dalla sua visuale. La voce di Michael lo fece sussultare all'istante.

<< Cosa è successo?? Dove sono andate? >> domandò appiccicandosi col viso alla finestra.

<< Chi? >>

<< ma le ragazze!! >>

<< Ma sei scemo?? Non hai visto quello che è successo? >> chiese di colpo Vik turbato.

<< Certo che ho visto!! Un secondo fa c’era Nicole proprio qui davanti a specchiarsi, poi ho sbattuto le palpebre un secondo e puff!! Sono sparite!! >>

<< Ma che cavolo dici?? Non l’hai vista ‘altra ragazza?? >>

<> chiese Michael tornando di buonumore. Era incredibile, anzi, impossibile era il termine più appropriato!! Come era possibile tutto ciò, come aveva fatto Michael a non vedere quello che era successo? Eppure era sicuro che gli occhi del suo amico non si fossero scollati un secondo dalla scena! Anche se, se era rimasto fermo come un salame senza quasi respirare. No, quella a cui il suo cervello era arrivato era un’ipotesi troppo assurda per essere reale.

Streghe

Suggerì spaventato il suo inconscio. Le ragazze dagli ipnotici occhi neri non potevano aver stregato entrambi, o almeno soltanto Michael visto che lui si era svegliato quando.. quando quella ragazza aveva fatto la sua comparsa sul prato. Ricordava perfettamente la sensazione che aveva provato quando la sua voce gli era arrivata come un tuono nelle orecchie. L’aveva svegliato da quello che sembrava davvero uno stato di catalessi irreversibile. Ma allora come faceva a spiegare perché Michael non avesse visto nulla? Che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione? La ragazza, il battibecco e quello sguardo prima di scomparire.

<< Ehy, Vik tutto ok? >> domandò Michael preoccupato.

<< Ehm, cosa? Aah…si certo.. >>

<< Allora stavi dicendo di un’altra ragazza!! >>

<< mmm, scusa mi sono sbagliato credo fosse una di loro.. >>

<< Sei sicuro di sentirti bene amico? >>

Victor annuì ripetutamente e cercò di abbozzare un sorriso. Non voleva di certo impazzire il primo giorno, avrebbe tenuto i pensieri della sua mente malata per se: almeno finché non avrebbe avuto prove concrete. Che cosa stupida, non era mica un detective? Si sentì immensamente cretino soltanto al pensiero di se stesso nei panni di un investigatore che cercava di scoprire i misteri di Green Valley. Streghe; davvero molto divertente Vik, si disse da solo, davvero una bella botta! Dovevano essere state quelle noccioline sull’aereo ad avergli fatto male, non c’erano altre spiegazioni convincenti ma soprattutto normali.

<< Torniamo in camera Mike, devo fare una telefonata >> cambiò discorso e uscì dal corridoio segreto di tutta fretta.

  
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