Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    02/09/2014    1 recensioni
una nuova storia scritta dalla bravissima disegnatrice Monicasuke, con editing di Fujikofran. L'autrice ha autorizzato la pubblicazione.
Lupin e co. devono effettuare un colpo e cercare di raggirare Roger Mayer, che ha messo gli occhi su un cospicuo numero di diamanti. Nel frattempo Jigen rivede una sua amica, Mary, di cui scopre una verità amara, e conosce Claudia, poco più che adolescente e temeraria, in cerca di suo padre. Ma non solo, il pistolero avrà un incontro-scontro con Fujiko e dovrà vedersela con la gelosia di Goemon nei confronti della donna. E il piano di Lupin...funzionerà?
Genere: Erotico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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- Bene, cherie! Vedo che sei già diventata la prediletta di quel Mayer -  
Erano tutti riuniti in salotto per discutere del piano. Lupin notò una Fujiko stranamente assente e dovette richiamarla più volte per riportarla alla realtà. Jigen se ne stava in disparte appoggiato ad una parete col volto accigliato, cercando di nascondere sotto il suo cappello i graffi provocati dalle unghie di Fujiko, guardandola sottecchi di tanto in tanto con le mani in tasca. Goemon aveva notato la tensione tra i due a differenza di Lupin che continuava nel suo discorso ignaro di tutto.    
- Ma cherie, perché quelle maniche lunghe? Di solito sei sempre così sexy!- chiese il ladro notando l'insolito abbigliamento della donna, che consisteva in un golfino largo con delle maniche piuttosto lunghe.  
- Fatti un po’ i cavoli tuoi, Lupin!- rispose secca lei, tirando ancora di più le maniche per nascondere i lividi ai polsi.    
- Calma, calma…non volevo farti arrabbiare! Ma torniamo a noi. Devi giocartelo per benino, Fujiko cara.. devi cercare di farti dire quando e come avverrà la consegna. Poi, sarà un gioco da ragazzi, giusto amici? -   concluse Lupin credendo di essere stato ascoltato dai presenti.             
- Adesso vado a farmi un bel bagnetto caldo... Ah, Jigen.. dimenticavo, eccoti le tue sigarette!- aggiunse soffermandosi dinanzi al pistolero che reagì abbassando di più la testa, rispondendo con un cenno.  
- Per dindirindella! Cos'hai lì, amico? hai litigato con una bella gattina, vecchia volpe? -  disse scorgendo i graffi       
- Cavoli miei!- rispose irritato Jigen.     
- Tutti nervosetti oggi, eh? Sarà il tempo! Ok, io vado. Bye bye! -
Lupin uscì dalla stanza, in cui regnò il silenzio totale, silenzio che Goemon spezzò   
- Vado a meditare... -      
- No, Goemon, aspetta, voglio venire con te! Non ti disturberò, lo giuro!- incalzò Fujiko lasciandolo non poco perplesso.   
- Non c'è bisogno che tu te ne vada, Fujiko, andrò a fare due passi, non rimarrai di nuovo sola con me -   aggiunse Jigen facendo per andarsene ma fu bloccato dal samurai.  
- Perchè ha paura di rimanere da sola con te? Cosa le hai fatto? E perchè ha quei segni sui polsi? Parla, Jigen! -    
- La cosa non ti riguarda, Goemon -      
- Cosa è successo, Fujiko? DIMMELO, DANNAZIONE!- disse nervoso Goemon scrutando Jigen che ricambiava lo sguardo.   
- Se le hai fatto del male, giuro che t'ammazzo, americano!-    
- Perchè non ci provi, samurai? -  
Fujiko si mise in mezzo, poichè l'atmosfera si stava scaldando tra i due, temendo il peggio.
- Basta! Non è successo nulla, Goemon... Abbiamo soltanto litigato come al solito! Non mi ha fatto nulla, lui.. sono stata io a provocarlo dandogli una sberla graffiandolo, tutto qui!- 
Jigen rimase a fissarla non capendo il perchè lo stesse difendendo, andandosene in silenzio dopo essersi scambiato un'ultima fredda occhiata col samurai, che ripose la spada, sguainata per colpire il pistolero.
 
- Lasciala qui... - disse Jigen parlando ad Al, riferendosi alla bottiglia di whiskey.
L'uomo notò l'aria nervosa e tesa e ubbidì senza dire nulla. Buttò giù l'ennesimo bicchiere per poi sbatterlo nervosamente sul bancone, pagò e fece per uscire senza dire nulla.     
- Che ca…! - urlò irritato sentendosi urtato da qualcosa, o meglio, qualcuno.   
- Mi scusi.-     
- Stai attenta a dove vai, mocciosa!-     
- Ehi! Ho chiesto scusa, ma che le prende? -  
Jigen non rispose, intento ad accendersi una sigaretta, limitandosi a guardarla serio. Claudia ricambiò lo sguardo.   
-Ma lei è sempre così nervoso? -  ancora silenzio  - Le va di fare... che ne so.. due passi? -       
- Perchè? - rispose il pistolero buttando via il fumo, appoggiandosi ad una parete mentre giocherellava con la sigaretta spiegazzandola, guardandola curioso.       
- Non so… Per rilassarsi, ad esempio! Credo che lei ne abbia bisogno.. e tanto, a giudicare da come sta torturando quella sigaretta! -  
Jigen guardò d'istinto la sigaretta spiegazzata abbozzando un sorriso    
- Può darsi, ragazzina-           
- Allora? -      
- Allora, cosa? -      
- Andiamo, su, non faccia il difficile -           
 - Te l'ha mai detto nessuno che sei una rompiballe? -     
- Si... lei! -     
- Ah! Bene! -     
- E andiamo... deve farsi pregare? -   
Si lasciò convincere. Fecero una bella, lunga passeggiata rilassante nonostante quella zona malfamata di New York. Era da tempo che non provava più una sensazione del genere: stare bene con qualcuno e quella ragazza incontrata per caso ci riuscì alla grande.   
-Mi sa che lei è un brav'uomo -      
- Cosa te lo fa pensare? -      
- Beh, se non lo fosse non avrebbe cacciato via quell’energumeno e si sarebbe fatto i cavoli suoi! -     
- E tu pensi che uno che gironzola da queste parti e che va in giro con una pistola sia un brav'uomo? No, ti sbagli, ragazzina: io non sono un brav'uomo -      
- Non ho detto che lei è onesto, ma un brav'uomo…è diverso -     
- Se non sbaglio ti avevo detto di non darmi del lei, è una cosa che detesto! -       
-Mi viene difficile dare del tu ad una persona più matura di me, come lei. Non me ne voglia, ma non ci riesco! Posso sapere quanti anni ha?-        
- Io? Beh… Ne ho cinquanta suonati, ragazzina! -      
- Se li porta bene però, non che siano molti, ma a giudicare da tutte le sigarette che fuma! E' un tipo giovanile…un bell'uomo! Ho conosciuto cinquantenni fumatori che ne dimostrano molti di più, lei ne dimostra.. una quarantina?-
 Jigen si lasciò sfuggire una risata.    
- Grazie, ragazzina! Ok…Vada per il "lei", te lo concedo. Piuttosto… domanda per domanda,sempre che non sia indiscreto, che diavolo ci sei venuta a fare in un postaccio simile? -       
- Sto cercando mio padre -        
- Tuo padre? Qui? Sei sicura di quello che dici? Qui trovi solo avanzi di galera! -      
- L'unica cosa che so di lui è che ha vissuto qui, poi, del resto, non so più nulla -          
- Bene! Stai cercando un ago in un pagliaio, ragazza mia! -    
- Beh, non mi arrenderò! -      
- Sei una ragazzina coraggiosa, ma la vedo dura. Non è facile vivere qui, e se tuo padre è di qui, beh... mi auguro solo che non sia una brutta esperienza conoscerlo, in tutta sincerità! -     
- Non so a cosa vado incontro. Voglio soltanto vedere in faccia l'uomo che ha il mio sangue nelle vene e, soprattutto, sapere il perchè abbia abbandonato mia madre, perchè secondo me, è andata così -      
- Sai il fatto tuo.... ehm...come hai detto che ti chiami? -    
- Claudia -    
- Uh, Claudia. Beh, tua madre non ti ha mai accennato nulla? Voglio dire, perchè non te ne ha mai parlato? -  La ragazza abbassò lo sguardo intristendosi    
- In verità, io non ho mai avuto il piacere di conoscerla, mia madre. E' morta subito dopo la mia nascita per delle complicazioni durante il parto -      
- Mi dispiace-      
- Ho vissuto con un amica della mamma. Lei, Gloria, mi ha cresciuta come se fossi sua parlandomi di lei. Si, posso dire che Gloria mi ha fatto conoscere mia madre... doveva essere una donna straordinaria, ma per colpa mia... lei... - disse scoppiando in lacrime.    
- Ehi, non dire stupidaggini, ragazzina! Non è stata colpa tua, non devi sentirti in colpa! -     
- Avrei voluto una famiglia normale. Avrei voluto averla accanto... e mi sono sentita così sola a volte -.    
Il pistolero rimase ad ascoltare in silenzio la ragazza, rivedendo in un certo senso se stesso e diventando improvvisamente rattristato, malinconico e pensieroso.     
- Cosa c'è? -                              
- C…cosa? -     
- A cosa sta pensando? -  
Jigen fece una breve pausa guardando la ragazza, poi sospirò     
- Ti capisco… Capisco cosa vuol dire stare da soli, ecco cosa c'è -     
- Che vuole dire? –
Un'altra breve pausa
-Ho vissuto in orfanotrofio io e capisco cosa vuol dire non avere genitori, ecco... -     
- Li ha persi? -     
- No-    
- Credo di aver capito. E...non ha mai pensato di cercarli? -  
Jigen si lasciò sfuggire un sorriso amaro    
- No. Se mia madre ha deciso di abbandonarmi in fasce, vuol dire che per lei io ero solo una scocciatura, niente di più, niente di meno. La stessa cosa mio padre -      
- Non ha mai avuto la curiosità di conoscerli, almeno? -     
- A volte, ma non più di tanto -      
- Dev'essere stata dura. Deve aver sofferto parecchio lei, le si legge negli occhi. Ha lo sguardo triste e malinconico, ma umile, di un uomo buono -   
Si limitò a ricambiare lo sguardo, rimanendo sorpreso dalle sue parole, visto che di solito, la maggior parte della gente, leggeva nel suo sguardo solo freddezza e cinismo. Prese una sigaretta che pose tra le labbra, ma la ragazza gliela tolse senza esitare lasciandolo perplesso.   
- Lei non ha bisogno di queste -     
- Cosa?-     
- Lei ha bisogno di qualcuno che le dia dell'affetto, di sentirsi amato, non di queste! - fece per parlare ma non disse nulla. Stranamente non reagì arrabbiandosi come di solito faceva con Lupin, rimanendo in silenzio, ricambiando lo sguardo sorridente della ragazza.  
- E' mai stato innamorato? Voglio dire, è mai stato sposato o cose del genere, tipo...avere una famiglia?... Dio! Mi scusi.. sono troppo curiosa, non volevo entrare nella sua...-    
- No, no... tranquilla! Comunque, no, non sono sposato e non lo sono mai stato, ma ho avuto diverse storie importanti nella mia vita, quello si! -            
- Come mai non lo ha fatto? -    
- Cosa, sposarmi? –
Lì per lì non sapeva cosa rispondere, non sapeva come spiegare a una adolescente che uno come lui, dopo aver fatto il cecchino, lavorato per la mafia e poi intrapreso la carriera di ladro, non era affatto il tipo adatto per avere una famiglia, una casa fissa, con tanto di figli a carico.  
- Il matrimonio non fa per me! -  si limitò a rispondere sorridendo.     
- Scommetto che quel cappello lo usa per nascondersi! -  disse improvvisamente la ragazza    
- Che dici? Che cosa dovrei nascondere, io? -      
- Il suo stato d'animo! E come se lei si nascondesse non volendo apparire per quello che è veramente, dando un'altra impressione di sè –
Sentì uno strano senso di imbarazzo, come se quella ragazza avesse messo a nudo la sua anima. Abbassò lo sguardo confermando inconsciamente quello che la ragazza gli aveva appena detto.     
- Andiamo? S'è fatto tardi -      
- Si -    
- Ti auguro di trovarlo, tuo padre, anche se credo sia un'impresa non poco ardua, ma tu sei caparbia, Claudia, credo che riuscirai in questa missione -     
- Grazie! E' stato un piacere conoscerla. Spero di rivederla presto! -      
- Piacere mio, "mocciosetta"! - disse lui sorridendo, arruffandole affettuosamente i capelli.
 
Se ne stava da solo seduto sul divano fumandosi una sigaretta, prese la sua pistola iniziando a smontarla, lucidando e lubrificando con cura ogni singola parte. Lo faceva spesso, in particolar modo quando era nervoso e in quel momento lo era. Smontava e rimontava la sua 357 Magnum, la puliva e la lucidava: per lui era una sorta di antistress. La rimontò, facendo poi roteare il tamburo, mettendolo in posizione con un deciso scatto del polso e allungo il braccio prendendo ipoteticamente la mira. Abbassò l'arma scorgendo dinanzi a sé una figura.
- Tratti quella pistola come se fosse un cimelio prezioso! - disse Fujiko osservandolo freddamente.   
- Mi è sempre stata fedele, lei, al contrario di certe donne! - rispose allusivo il pistolero, ricambiando lo sguardo.  
Fujiko gli si avvicinò di più abbassandosi e trovandosi faccia a faccia con Jigen che rimase a guardarla spiazzato 
- Già, dimenticavo, tu sei quello che pensa che tutte le donne siano una più sgualdrina dell'altra, vero Jigen? Non sopporti il fatto che io possa essere una ladra a modo mio, perche sei sempre lì, pronto a giudicarmi! Ma chi diavolo ti credi di essere? Tu non sei nessuno... non sei proprio nessuno per giudicarmi. Ti credi forse migliore di me o pensi che tu possa fare la qualsiasi cosa e prenderti quello che vuoi solo perchè sei un uomo? No, caro... Non funziona così! Io sono una ladra, proprio come te. Mettiti bene in testa una cosa, Jigen: non mi farò mettere i piedi in testa da nessun uomo, a maggior ragione da te. Io non ho padroni e faccio quello che cavolo mi pare e non permetto a nessuno di giudicarmi! Dovresti pensare a quello che sei tu, a quello che mi hai fatto, bastardo! Sei un misogino maschilista e un falso moralista, ecco quello che sei!- 
Jigen rimase serio e in silenzio a guardare la donna negli occhi mentre diceva quelle parole piene di odio e disprezzo nei suoi confronti, rimanendo anche colpito dalla bellezza del suo volto a pochi centimetri da lui    
- Ti odio, maledetta carogna!- concluse Fujiko con rabbia dandogli un violento schiaffo.
Sospirò serrando le mascelle, innervosito da quel gesto, ma non disse e non fece nulla.   
- Fujiko! - Goemon spezzò quell'attimo avvicinandosi e Fujiko, senza aggiungere altro, si allontanò lasciando i due uomini da soli. Il samurai si avvicinò al pistolero, che ricambiò lo sguardo      
- Sta’ lontano da Fujiko, Jigen! -   
Il pistolero si limitò ad alzarsi, giocherellando con la sua pistola facendola roteare in mano, sfidandolo con lo sguardo con un mezzo sorriso sarcastico.       
- E' bella Fujiko, vero Goemon? Sta’ attento a non rimanerci fregato. Quella donna e così dannatamente pericolosa, oltre ad essere eccitante da morire! - Goemon di risposta, sfoderò la sua katana puntandola con un veloce scatto alla gola di Jigen, che impallidì.   
- Te lo dico un’ultima volta, Jigen: stai lontano da Fujiko! -  
Il pistolero deglutì, pietrificato e in silenzio. Sentiva la punta della spada pungergli la gola, poi, lentamente, prese una sigaretta dalla tasca della sua giacca, accendendola col mozzicone, ormai consumato, della precedente, sorridendo ironicamente.    
- Senti, Goemon, ci siamo sempre rispettati e comportati da buoni amici e non mi sembra proprio il caso di litigare per una donna, soprattutto se si tratta di Fujiko Mine. Anzi, se la cosa può interessarti, sappi che non me ne è mai fregato un bel niente di quella femmina! - concluse per poi allontanare con la mano la spada di Goemon dalla sua gola e se ne andò lasciando il samurai da solo. Non poteva certo discolparsi e lei aveva tutte le ragioni per odiarlo, quello che le aveva fatto non aveva scuse. Di certo non era sua intenzione punirla, non in quel modo, anche se tutto nacque dal fatto che lui l'aveva offesa, trattata male, sfogato la sua rabbia e il suo odio nei suoi confronti e anche dal fatto che aveva bevuto un po’ troppo, ma tutto ciò non poteva essere una scusante. Una bottiglia di whiskey non poteva giustificare il fatto di aver abusato di lei, di averla stuprata; non era ubriaco a tal punto da non capire quello che stava facendo, non che fosse completamente lucido in quel frangente, ma cosciente si.
 
- Salve! - 
Alzò lo sguardo riconoscendo la voce, incontrando gli occhi sorridenti di Claudia e rispose abbozzando a malapena un sorriso.     
- Mi fa piacere rivederla, anche se viene qui per quella roba! - disse la ragazza indicando la bottiglia di whiskey storcendo il naso in segno di disapprovazione.
Il pistolero non disse nulla.   
- Ma cos' ha, oggi? - chiese poi la ragazza notando l'espressione più giù del solito dell'uomo, avvicinandosi e alzando la tesa del cappello per guardarlo meglio negli occhi. Al guardò zitto la scena ammirando il coraggioso gesto conoscendo il carattere un po’ burbero da orso di Jigen, ma rimase sorpreso emettendo un sospiro di sollievo, vedendolo stranamente addolcirsi in un sorriso.   
- Sa che lei ha un sorriso meraviglioso? Dovrebbe sorridere più spesso! -     
- Non ho mai dei motivi per sorridere -        
- C'è sempre un motivo per farlo! Guardi sempre il lato positivo delle cose! -      
- Nella mia vita, non ho molti lati positivi, sai? -        
- Non crede di essere un po’ troppo pessimista? - 
Jigen sorrise   
- Solo realista, ragazzina, soltanto realista -      
- La realtà la si vede come si vuole! Deve solo vedere al di là delle cose. Per prima cosa, lasci stare quel whiskey!- 
Claudia tolse dalle mani del pistolero il bicchiere posandolo sul bancone e lo trascinò fuori dal locale prendendolo per mano.    
- Ma che diavolo... -     
- Mi faccia visitare questo posto! Sono sicura che c'è anche del bello oltre ai soliti "avanzi di galera" come li chiama lei! -  
Lì per lì rimase perplesso, poi si arrese allo sguardo genuino di quella ragazza.       
- Uh… Vediamo un po’... Va bene, vieni con me! - 
Fecero parecchia strada a piedi raggiungendo poi un vecchio porticciolo con poche barche e la vista meravigliosa dei grattacieli di New York e la Statua della Libertà ne era la più assoluta protagonista.    
- Questo è l'unico posto bello che conosco qui. Ci venivo spesso da ragazzo e ci vengo ancora adesso quando ho bisogno di starmene per i cavoli miei, quando mi trovo da queste parti -       
- E' fantastico! Veramente fantastico! Ha visto che tutte le cose hanno il suo lato buono? -  
Jigen sorrise, soffermandosi a guardare il volto della giovane, notando un qualcosa a lui familiare: quei suoi occhi di un verde intenso, il suo sorriso e le lentiggini sul naso.   
- Perchè mi guarda in quel modo? - gli chiese la ragazza notandone l'aria malinconica.     
- Cosa? No, scusami... e che tu... mi hai ricordato una persona-     
- Davvero? Era importante per lei? -     
- Si, lo era tantissimo -     
- Era innamorato di lei? -   
Jigen annuì mentre disperse il suo sguardo sul mare nel punto più lontano. Improvvisamente si tolse il cappello e lo mise a Claudia guardandola sorridendo, mentre la leggera brezza marina gli scompigliò un po’ i capelli facendogli scivolare qualche ciocca del suo folto ciuffo sul volto. La ragazza ricambiò lo sguardo sorridendo a sua volta, alzando la tesa del cappello che le copriva quasi totalmente gli occhi.               
- E' la prima volta che la vedo senza cappello! -                   
- Davvero? -     
- Si, è devo dire che sta decisamente meglio. Questo cappello le dà un'aria un po’ cupa… lei non è così! -     
- Credi? -       
- Si, decisamente. Con quel cappello, ricorda tanto uno di quei gangster anni trenta dei film! -      
- Uh! Interessante! -  esclamò Jigen sorridendo.   
- Posso farle una domanda indiscreta? Lo so che ne ho già fatte abbastanza, ma... -    
Jigen rise rassegnato.                                  
- Spara! -                    
-Cosa fa lei? Cioè...perchè una persona come lei si trova da queste parti? Non mi sembra un criminale, anzi! -       
- Vedi, figliola... a volte si fanno scelte sbagliate nella vita e non sempre si può cambiare o rimediare. Io ho fatto scelte sbagliate; non ho riflettuto abbastanza di quello che potevo pigliarmi in futuro e sai quante volte ne ho pagato le conseguenze? Purtroppo, anche se volessi cambiare vita, è totalmente impossibile per me farlo, capisci che intendo dire? -    
- Credo di si – 
   
 
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