Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Juls18    04/09/2014    2 recensioni
Kimiko è una classica ragazza che deve iniziare il liceo. Il suo unico problema? Essere considerata la principessa della Teikoku, un soprannome che sembra non volerla abbandonare.
Gouenji è il campione della Inazuma Japan, uno degli eroi che ha portato la squadra alla vittoria al Football Frontier International.
Cosa succede se queste due persone si incontrano al liceo? Cosa succede se Inazuma e Teikoku si ritrovano al liceo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bel sole su un cielo azzurro intenso splendeva quella mattina sulla città di Tokyo

Parole e Spaghetti

 

Un bel sole su un cielo azzurro intenso splendeva quella mattina sulla città di Tokyo. Era una di quelle mattine che ti fanno iniziare la giornata con un sorriso sulle labbra, e gli impegni ti sembrano improvvisamente meno pesanti. Nessuno poteva dirsi indifferente ad un tempo del genere, nessuno non poteva sentire il potere rassicurante di un bel sole d’inizio mattina. Tutti sembravano pervasi da quell’euforia, tutti, tranne una ragazza dai lunghi capelli biondi, che fissava sconsolata la facciata della sua scuola. Kimiko, infatti, era ormai ferma davanti all’istituto da più di cinque minuti, immobile. Molti studenti l’avevano superata fissandola incuriositi, ma nessuno le aveva chiesto niente. Fu così che la trovò Kazemaru, immobile, e intenta a fissare la scuola.

-Mizutani…-

La chiamò sorpreso. Kimiko fece un piccolo sobbalzo, poi si voltò stupita verso il ragazzo, ma non appena vide di chi si trattava, si rilassò un pochino.

-Kazemaru, buongiorno-

Il ragazzo la fissò sorpreso.

-Buongiorno…-

Era la prima volta che si trovavano loro due da soli, e ora Kazemaru non sapeva cosa fare, o cosa dire. Rimase fermo qualche secondo, osservando la ragazza che non accennava affatto a muoversi da dove si trovava.

-Cosa stai facendo qui?-

-Cerco di trovare il coraggio…-

-Coraggio?-

Chiese sorpreso il ragazzo. Kimiko annuì lentamente.

-Per cosa?-

-Nonomi-

Kazemaru la fissò allibito, poi scoppiò a ridere. Kimiko gli rivolse un’occhiataccia, prima di ridacchiare anche lei.

-E come mai temi così tanto Nonomi?-

-Perché sicuramente oggi mi farà il terzo grado, e io non ne ho molta voglia. Poi non è che ci sia molto da dire. Lo so che è una cosa strana, ma sono sicura che lei si sia messa in testa non so quale strana idea e io… poi non è nemmeno colpa mia. Se Gouenji ieri sera non l’avesse chiamata, tutto questo non sarebbe successo e io ora non mi troverei in questa situazione, immobile a cercare di capire se entrare dentro la scuola sia una buona idea oppure no-

-Aspetta… che c’entra Gouenji?-

-Il tuo amico ha avuto ieri sera la bella idea di chiamare Nonomi per chiederle il mio numero di telefono-

-Gouenji ha fatto… cosa?-

Chiese sconvolto il ragazzo.

-Voleva solo sapere se ero arrivata a casa sana e salva, tutto qui. Non c’è niente altro. Ma dovere spiegarlo a Nonomi non sarà facile. Ma la cosa peggiore è che dovrò dirle che sono stata quasi due ore con Gouenji, e lei ci ricamerà sopra non so che cosa e…-

Kimiko si voltò verso Kazemaru, che aveva ascoltato quello che la ragazza aveva detto sempre più sconvolto.

-Hai passato il pomeriggio con Gouenji?-

Kimiko lo guardò, poi fece un sospiro rassegnato. Poi, senza preavviso, si mise a camminare verso l’entrata della scuola, lasciando Kazemaru sconvolto, intento a fissarla.

-Ehi Mizutani, aspetta. Che cosa vuol dire che…-

Kimiko si voltò verso di lui, sguardo determinato in volto.

-Senti Kazemaru, tu mi stai anche simpatico, ma non posso farcela ad affrontare questo discorso sia con te che con Nonomi. Quindi, facciamo così: io affronto Nonomi, tu va a chiedere al tuo amico, ok? Io due volte questo discorso non lo faccio-

E riprese a camminare. Kazemaru rimase fermo ancora qualche secondo, poi, scuotendo la testa, si mise ad avviarsi verso l’ingresso a sua volta.

-La Mizutani e Gouenji… insieme? Ma che sta succedendo?-

 

Kimiko stava ringraziando i grandi dei del cielo per averla salvata quella mattina. Quando era entrata in classe, infatti, di Nonomi non c’era stata traccia. La rossa era arrivata quasi in ritardo, era entrata in classe appena qualche secondo prima che il professore entrasse in aula, e non aveva avuto il tempo per domandare niente alla bionda. Almeno fino all’ora di pranzo, l’interrogatorio era rinviato. Eppure, concentrarsi quella mattina, non era affatto facile. Kimiko non faceva che pensare a cosa doveva dire alla rossa, a come spiegarle quello che era successo e soprattutto perché era successo. Questa era una cosa che nemmeno Kimiko si sapeva spiegare. Cosa l’aveva spinta a seguire Gouenji fino alla Steel Tower e a raccontargli così tante cose di lei? Non lo sapeva proprio. Di certo poi non aiutava avere il ragazzo in questione seduto davanti a lei. Quando Kimiko era entrata in aula, lui era già seduto. Si erano guardati, poi lui le aveva fatto un piccolo cenno con il capo per salutarla, e lei aveva risposto alla stesso modo. Era tesa, e anche lui. No, di parlare con Nonomi non ne aveva proprio voglia. L’ora di pranzo sarebbe stata una vera e propria tortura.

La campanella era suonata da appena cinque secondi, ma Nonomi si era già voltata verso di lei, un sorriso sarcastico sul volto.

-E allora…-

-Cosa?-

-Non fare la finta tonta. Voglio sapere tutto!-

Kimiko sospirò disperata, poi si mise a fissare Gouenji, che stava parlando con Kazemaru di fronte a lei. E fu lì che le venne un’idea per salvarsi.

-Nonomi, perché invece non chiedi a Gouenji? Dopo tutto, è stato lui ieri sera a…-

-Non ci provare nemmeno Mizutani. Voglio sapere tutto da te-

La bionda sospirò e si alzò dalla sedia.

-Va bene, ma non qui. Andiamo-

Poi, mentre passava vicino al ragazzo seduto di fronte a lei, si fermò a dirgli due sole parole.

-Ti odio-

Poi riprese e si avviò verso la porta, seguita da una sorridente Nonomi. Tuttavia, non le sfuggì la risata di Gouenji in risposta alla sua affermazione. E mentre si allontanava dalla classe, non poté fare a meno di sorridere a sua volta.

Raggiunsero il tetto in relativo silenzio, ma non appena la porta si chiuse dietro di loro, Nonomi partì subito alla carica.

-Allora, mi vuoi dire cosa succede? Cos’è questa storia tra te e Gouenji?-

E Kimiko si mise a raccontare tutto quello che era successo il pomeriggio precedente, compreso dell’incontro con Endou e Kidou. Una volta che ebbe finito, Nonomi rimase in silenzio per alcuni minuti, senza sapere bene cosa dire. Kimiko si aspettava qualsiasi cosa, ma quello che disse la rossa la lasciò totalmente sbalordita.

-Giuro che se lo prendo lo uccido con le mie mani, te lo giuro-

-Perché vorresti uccidere Gouenji?-

-Non Gouenji, scema. Parlo di Kidou-

A quello Kimiko non trovò niente da ridire. Rimasero in silenzio ancora per qualche minuto, quando la campanella segnò la fine della pausa pranzo. Senza rendersene conto, Kimiko aveva parlato per quasi un’ora, per raccontare tutto quello che era successo.

-Dovremmo tornare in classe-

-Già-

Kimiko si era alzata, e dopo essersi spolverata leggermente la gonna, si voltò verso la porta. Ad un tratto si ritrovò le braccia di Nonomi avvolte intorno alla sua vita che la stritolavano in un abbraccio.

-Nonomi, ma che…-

-Non permettere mai a quello che dice la gente di farti dubitare di te. Tu sei una bella persona Kimi, e una mia amica. Non dimenticarlo mai-

Kimiko si liberò dalle braccia della ragazza, leggermente a disagio, e si voltò verso la rossa. Rimase ferma a fissare la sua amica per qualche secondo, in cerca di qualcosa da dire. Alla fine, c’era solo una parola che venne in mente alla ragazza.

-Grazie-

Fu tutto quello che le disse, ma tanto bastava. Le vere amicizie non hanno bisogno di molte parole, e Nonomi sapeva che in  quel “grazie” c’era molto di più. Kimiko la stava ringraziando per essere una sua amica, e per starle vicino. Anche se si conoscevano da pochi mesi, Nonomi aveva capito una cosa: lei e Kimiko erano destinate a conoscersi, amicizie così si trovano una volta sola, e Nonomi non avrebbe permesso a niente e nessuno di ferire la sua amica. E mentre seguiva la bionda giù per le scale, prese una decisione. L’avrebbe aiutata, costi quel che costi. E sapeva che c’era qualcuno che la poteva aiutare. Doveva assolutamente parlare con Gouenji.

 

La fine della giornata scolastica fu accolta con molto entusiasmo da tutti gli alunni. La giornata era troppo bella per passarla chiusi in una scuola, chinati sui libri a studiare o a prendere appunti, e ora, tutti si riversavano fuori, all’aria aperta. Era la giornata ideale per fare gli allenamenti. Il coach della squadra di calcio della scuola li aveva fatti correre quel giorno. La partita di inizio del torneo liceale si stava avvicinando e gli allenamenti si facevano giorno dopo giorno sempre più intensi. Dopo la corsa e i vari esercizi di riscaldamento, c’era stata la partita di allenamento. Instaurare un clima di affiatamento tra i vari membri del club era fondamentale, soprattutto per permettere ai nuovi entrati di capire il gioco della squadra e di instaurare un rapporto di complicità con i vecchi membri. Gouenji e Kazemaru si erano ambientati quasi da subito, e giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, stavano migliorando sempre di più. Sembrava facessero parte della squadra da molto di più di soli due mesi, e i vecchi studenti li avevano accolti a braccia aperte. Dopo tutto, erano campioni mondiali. A fine allenamento, Kazemaru e Gouenji si stavano avviando lentamente verso l’uscita della scuola.

-Oggi ci ha fatto correre…-

-Per te non dovrebbe essere un problema-

-Solo perché prima facevo atletica non vuol dire che non sia stanco-

Gouenji si limitò a guardare il suo amico, senza aggiungere niente altro.

-Che ne dici se andiamo da Hibiki?-

-Fame Kazemaru?-

-Si-

-Andiamo-

Erano appena arrivati ai cancelli della scuola, quando entrambi si fermarono di colpo. Appoggiata al muro esterno della scuola c’era Nonomi, che appena vide uscire i suoi due compagni di classe, si allontanò dal muro e si avvicinò ai due.

-Kazemaru, Gouenji-

-Nonomi! Che ci fai ancora qui?-

Chiese Kazemaru. La scuola era ormai finita da più di due ore, cosa ci faceva ancora lì la rossa? Ma Nonomi non lo degnò nemmeno di uno sguardo, si concentrò su Gouenji.

-Devo chiederti un favore-

Il biondo non rispose, si limitò ad osservarla, aspettando che la ragazza continuasse a parlare.

-Si tratta di Kimiko…-

-Le è successo qualcosa?-

Chiese Kazemaru.

-No, niente-

-E allora cosa…-

-Che cosa vuoi Nonomi?-

Gli chiese diretto Gouenji. La ragazza aveva uno sguardo determinato in volto, e non mostrò nessuna esitazione.

-Voglio potere incontrare Kidou Yuuto-

Gouenji la fissò sbalordito, ma fu Kazemaru a dire ciò che pensava.

-Kidou?-

Nonomi annuì. Non aveva mai staccato gli occhi di dosso da Gouenji, che, superato lo sbalordimento iniziale, aveva capito cosa voleva la rossa. Senza dire niente, prese il telefono, e fece subito un numero.

-Kidou ce la fai a venire da Hibiki? Si, adesso... Bene, a dopo-

Finita la telefonata, il ragazzo si voltò verso Nonomi.

-Tra quaranta minuti da Hibiki-

-Grazie Gouenji-

Il ragazzo si limitò ad annuire. Kazemaru aveva assistito, senza capire.

-Qualcuno vuole degnarsi di dirmi cosa sta succedendo?-

Nonomi e Gouenji lo guardarono, ma fu la ragazza a parlare.

-Seguimi e lo scoprirai-

E detto questo si avviò, seguita da Gouenji. Kazemaru non poté fare altro che seguirli.

 

Arrivarono da Hibiki dopo dieci minuti. Non avevano parlato molto durante il tragitto, preferendo ognuno restare nei propri pensieri. Arrivati davanti alla porta, Nonomi si voltò verso i due ragazzi.

-Promettetemi una cosa. Qualsiasi cosa succeda adesso, non dite niente a Kimiko, ok?-

I due annuirono. Senza aggiungere altro, Gouenji aprì la porta, ed entrarono.

-Guarda un po’ chi si vede. Gouenji, Kazemaru!-

Il vecchio Hibiki era seduto ad uno dei tavoli del ristorante, intento a leggere il suo giornale. Era da un po’ che non vedeva i ragazzi, e li aveva accolti con un grande sorriso, poi aveva guardato sorpreso la ragazza che era ferma sulla porta.

-E tu chi saresti?-

Nonomi aveva sfoderato uno dei suoi soliti sorrisi abbaglianti, ma non fece in tempo a rispondere, che da dietro il bancone, qualcuno rispose per lei.

-Nonomi!-

La ragazza si voltò stupita verso il bancone, ma appena vide chi c’era fece rispuntare il suo sorriso.

-Seiya! Che ci fai qui?-

-Ci lavoro…-

-O almeno ci prova-

Hibiki si era alzato e si era avvicinato alla ragazza.

-Così tu saresti la sorella di Toramaru, vero?-

Nonomi annuì.

-Esatto, sono proprio io. Nonomi Utsunomiya-

-Piacere di conoscerti-

-Piacere mio-

-Allora Nonomi, sei venuta a spiare la concorrenza?-

Nonomi si mise a ridere, prima di sedersi su uno degli sgabelli del bancone del locale.

-No, niente del genere. Siamo in zone troppo lontane per essere concorrenti. Poi mio fratello non mi perdonerebbe se fossi venuta qui a spiare. No sono qui perché devo parlare con una persona-

Hibiki scoccò uno sguardo alla ragazza, prima di guardare i due ragazzi che si erano seduti di fianco alla rossa.

-Parlare con chi?-

-Kidou Yuuto-

Nel locale calò il silenzio.

-Kidou? E cosa vuoi da lui?-

Nonomi fissò il vecchio gestore del locale, prima di scoccare un’occhiata a Gouenji che annuì con la testa.

-Si tratta di una nostra compagna di classe, Kimiko Mizutani-

-E cosa ha a che fare con Kidou?-

-Kidou era il suo migliore amico alla Teikoku. Erano entrambi due dei protetti di Kageyama, e dopo che è venuto fuori tutta la verità sul loro preside, Kidou ha accusato Kimiko di essere uguale a Kageyama, senza scrupoli e cattiva, e per lei è stato tremendo. Si fidava di lui, lo considerava un vero amico e sentirsi trattata così… ha perso fiducia nelle persone e nell’amicizia. Per cercare di convincerla anche solo a parlare con me ci ho messo una vita e comunque…-

-Continua a non fidarsi?-

Nonomi annuì.

-Alla fine ha accettato il fatto che siamo amiche e che non voglio farle niente di male. Ma continua a parlare praticamente solo con me, non cerca la compagnia di altre persone e se ne sta troppo tempo per conto suo. Quindi è per questo che ho bisogno di parlare con Kidou-

-Cosa pensi possa fare parlare con lui?-

Gli chiese Kazemaru.

-Sinceramente non lo so, ma vorrei chiederli di parlare con Kimiko. Vorrei che lui le chiedesse scusa per quello che le ha detto e per come si è comportato-

-Ti importa veramente tanto per una persona che conosci appena da due mesi…-

Tutti nel locale si voltarono verso la porta, dove fermo c’era una persona, Kidou. Nonomi si alzò dallo sgabello su cui era seduta, e si avvicinò velocemente al ragazzo.

-Kimiko non è una persona che conosco da due mesi, è una mia amica-

Kidou e Nonomi si fissarono per alcuni secondo, ma alla fine a cedere fu Kidou.

-Bene, parliamo-

-Perfetto. Andiamo allora?-

Si avviò verso la porta del locale, ma prima di uscire, Nonomi si voltò verso gli altri, salutandoli con la mano. Poi uscì, seguita da Kidou. Dentro al locale, Kazemaru si voltò verso Gouenji.

-Ora che ci penso, non mi hai ancora detto niente di ieri. Cosa avete fatto per quasi due ore tu e la Mizutani?-

-E tu come fai a saperlo?-

Kazemaru gli rispose con un gran sorriso.

-Allora è vero che siete usciti insieme!-

Gouenji divenne tutto rosso per l’imbarazzo

-Non siamo usciti insieme. Abbiamo solo parlato, tutto qui-

-Di cosa?-

Gouenji fissò male il suo amico. Poi si voltò verso Hibiki

-Almeno posso avere una porzione di spaghetti? Avrei fame-

-Anche io. Due allora-

-Bene ragazzi, spaghetti in arrivo. Hai sentito Seiya? Datti da fare. Prima arrivano gli spaghetti, prima sentiamo questa storia-

-Anche tu curioso Hibiki?-

Gli chiese Kazemaru, mentre Gouenji sospirava rassegnato.

-Certo che lo sono. Voglio capirci qualcosa di questa storia-

-Anche io. Allora Gouenji, racconti?-

E il ragazzo non poté fare altro che iniziare a raccontare tutto del pomeriggio precedente.

 

Kimiko stava tornando a casa a piedi quel giorno. Stranamente si sentiva tranquilla e di buon umore. Avere parlato con Nonomi non era stato così pesante come si era aspettata, e la ragazza non l’aveva troppo tormentata. Alla fine doveva ammettere che per lei Nonomi era proprio una vera amica. Si mise a sorridere, tranquilla. Ora che ci pensava, non poteva fare a meno di pensare che, dopo tutto, la vita del liceo non le dispiaceva. Aveva deciso di tornare a casa a piedi quel giorno perché il sole le aveva messo il buon umore addosso, e niente poteva toglierle il sorriso dalle sue labbra. Era intenta ad osservare una vetrina di un negozio, quando si sentì improvvisamente chiamare.

-Ehi, tu sei Kimiko Mizatuni, vero?-

La ragazza si voltò di scatto, sorpresa. Dietro di lei,  con un sorriso incerto sul volto c’era Endou Mamoru.

-È Mizutani in realtà…-

Il ragazzo la guardò senza capire.

-Il mio cognome. Mi chiamo Kimiko Mizutani-

-Ah, scusa!-

Il ragazzo si portò una mano tra i capelli, leggermente imbarazzato. Kimiko si mise a ridacchiare vedendo quella reazione.

-Non ti preoccupare-

Rimasero a fissarsi per qualche minuti, in perfetto silenzio. Alla fine fu la ragazza a spezzare quella situazione piuttosto imbarazzante.

-Posso fare qualcosa per te?-

-A dire la verità, si. Sai dove è andato Kidou?-

Kimiko lo fissò sorpresa.

-Kidou? Perché mai dovrei saperlo?-

Endou la fissò a bocca aperta.

-Ma non eri con lui?-

Kimiko scosse la testa.

-No, direi proprio di no. Non so se lo sai, o se non l’hai capito, ma Yuuto non mi sopporta, per lui sono il male in persona. Cosa ti fa credere che fossi con lui?-

-Io pensavo… insomma, quando Gouenji ha telefonato a Kidou e gli ha dato appuntamento da Hibiki io credevo… immaginavo volesse farvi incontrare-

Kimiko afferrò il braccio di Endou, sconvolta da quello che il ragazzo le aveva appena detto.

-Cosa hai detto?-

-Non lo sapevi? Io credevo che…-

-Dove sono? Dove hai detto che si dovevano vedere?-

-Da Hibiki ma…-

-Puoi portarmi là?-

Endou guardò perplesso la ragazza, ma poi, vedendo l’apprensione negli occhi della ragazza, annuì con la testa.

-Seguimi, ti accompagno-

-Grazie-

Camminarono fianco a fianco senza dirsi niente, per alcuni minuti. Poi, mentre aspettavano davanti ad un semaforo rosso, Endou si voltò verso la ragazza

-Sai, sei diversa da come ti immaginavo-

Kimiko lo fissò solo, senza dire niente.

-Si, cioè ti credevo molto più… glaciale-

-Glaciale?-

Endou annuì.

-Si, glaciale. Insomma, da quello che Kidou mi ha detto di te, ti facevo una versione femminile di Kageyama. Invece non sei così-

Kimiko fece un piccolo sorriso.

-Una versione femminile di Kageyama? Sarebbe… allucinante. E anche abbastanza inquietante-

Endou la guardò, poi scoppiò a ridere.

-Hai ragione-

Fecero la strada parlando poi del più e del meno. Endou stava cercando di farla sentire a proprio agio, cosa che la ragazza apprezzò molto. Dopo tutto non è che si conoscessero, e lo sforzo del ragazzo era veramente ammirevole. Quando arrivarono davanti al locale, improvvisamente Kimiko si zittì di colpo. Endou fece per afferrare la maniglia, ma fu fermato dalla mano della ragazza. Gli allontanò la mano e aprì lei la porta. Dentro al locale c’era una bella atmosfera. Kimiko vide subito che seduti al bancone c’erano Gouenji e Kazemaru che stavano mangiando quelli che sembravano spaghetti cinesi in brodo, mentre dietro al bancone c’era un altro ragazzo con una strana capigliatura e un signore anziano. Ma di Kidou nessuna traccia. Kimiko riprese fiato, improvvisamente molto più tranquilla e serena. Entrò dentro al locale serenamente. Dietro di lei era appena entrato anche Endou, che si era richiuso la porta dietro di se. Fu Tobitaka a vedere per primo i due, e a riconoscere Endou

-Capitano!-

-Non sono più il tuo capitano Tobitaka…-

Tutti si erano voltati verso la porta, ma appena videro che Endou non era da solo, si zittirono, tranne Gouenji, che si alzò dallo sgabello, e fissava Kimiko, sorpreso.

-Che ci fai tu qui?-

-Perché hai chiamato Yuuto?-

Dissero contemporaneamente. Fu Gouenji, tuttavia, a rispondere

-Come fai a saperlo?-

-Me lo ha detto lui-

Disse Kimiko, indicando Endou. Gouenji scoccò un’occhiataccia ad Endou, che a sua discolpa alzò le mani, in segno di resa

-Non guardarmi così Gouenji. Pensavo che avessi chiamato Kidou per farlo parlare con lei. Invece quando l’ho vista mi ha detto che lei non ne sapeva niente e allora…-

-Allora volevo sapere cosa stava succedendo. Allora, cosa volevi da Kidou?-

-Io niente-

-Oh, andiamo Gouenji. Pensi che sia stupida? Endou mi ha detto che l’hai chiamato e quindi…-

-Non ero io quello che voleva parlare con Kidou-

-Ma se non eri tu chi…-

-Nonomi-

Kimiko lo guardò allibita. Rimase a bocca aperta per diversi minuti, fissando il ragazzo.

-No… Nonomi?-

Gouenji annuì.

-Cosa può volere Nonomi da Kidou?-

-Vuole parlargli di te-

-Di me? Ma…-

I due ragazzi si guardarono, quando, improvvisamente, una consapevolezza si impossessò di Kimiko. Si ritrovò a sospirare, per l’ennesima volta quella giornata, e si rivolse verso quello che riteneva doveva essere il proprietario del negozio.

-Posso avere una porzione di spaghetti?-

La domanda sorprese tutti, tranne Hibiki, che semplicemente annuì.

-Pronta in cinque minuti. Sentito Seiya? C’è da cucinare-

-Anche io voglio una porzione-

Disse subito Endou, che si andò a sedere di fianco a Kazemaru. Kimiko invece si mise seduta di fianco al posto di Gouenji, intenta ad osservare Tobitaka che preparava da mangiare. Dentro al locale non si sentiva altro rumore, tranne quello dell’acqua portata a bollore. Kimiko si sentiva osservata. Stava per dire qualcosa, quando fu Hibiki a parlare

-Così tu saresti Kimiko Fumitani, vero?-

Kimiko annuì, leggermente sorpresa.

-Si, sono io. Ma come fa a…-

-Stavano parlando di te prima che tu entrassi-

La ragazza si voltò verso i ragazzi, e vide Kazemaru arrossire leggermente.

-Che vuol dire?-

Fu Gouenji a risponderle

-Mi stavano interrogando su ieri-

Le disse semplicemente, mentre finiva di mangiare la sua porzione di spaghetti. Kimiko guardò prima lui, poi spostò la sua attenzione su Kazemaru, che ancora si rifiutava di guardarla, e scoppiò a ridere. Sentendo la sua risata, Kazemaru e Gouenji le lanciarono un’occhiata strana

-Scusate, non volevo. È solo che…-

E continuò a ridere.

-Si può sapere cosa ci trovi di divertente?-

Gli chiese Kazemaru. Kimiko si asciugò una lacrima che le stava scendendo da un occhio, e una volta che si fu ricomposta, rispose.

-Niente. È che a me, che il terzo grado me lo aspettavo, Nonomi non l’ha fatto. Mentre tu, che il terzo grado non te lo aspettavi, l’hai avuto. È divertente-

In quel momento, Tobitaka gli mise davanti la ciotola piena di spaghetti, e lei si ritrovò a fissare avidamente il cibo. Senza nessun indugio, si mise a mangiare la sua porzione di spaghetti, mentre gli altri continuavano a fissarla.

-Ma è delizioso!-

Tobitaka si aprì in un sorriso per la prima volta da quando la ragazza era entrata, mostrando anche molto orgoglio per il suo piatto.

-Grazie-

-Prego-

La ragazza si mise ad osservare il mini-cuoco che l’aveva servita, e in quel momento, lo riconobbe.

-Ma tu sei Tobitaka Seiya, della Inazuma Japan, giusto?-

Il ragazzo, colto alla sprovvista, annuì. In quel momento Kimiko si voltò verso gli altri. Gouenji la stava fissando, come anche Kazemaru, a bocca aperta e sconvolto per quella versione inedita della Mizutani. Endou stava mangiando anche lui, e Hibiki era dietro al bancone, intendo a pulire un bicchiere. Fu solo allora che un pensiero la colse all’improvviso

-Oddio. Sono circondata dalla Raimon…-

Disse con un tono drammatico. Tutti rimasero un attimo sconvolti da quello che aveva detto, poi, tutti si misero a ridere. Alla fine fu Endou, a risponderle

-Allora, benvenuta nella Raimon Mizutani!-

Kimiko lo fissò allibita.

-Benvenuta? Ma…-

-Si certo, benvenuta. Tutti sono i bene accetti nella Raimon, e io, come capitano, ti do il benvenuto-

-Ma se non sei più il capitano!-

Gli disse Hibiki. Endou lo fissò, poi, imbarazzato, si grattò una guancia, ridacchiando.

-Hai ragione… è che mi dimentico sempre che non vado più alle medie ma al liceo…-

L’unico modo in cui si poteva rispondere ad una frase del genere era con una risata generale.

 

Alla fine, Kimiko rimase per circa un’ora dentro al locale con i ragazzi. La ragazza si ritrovò circondata da persone che non facevano altro che parlare di calcio, di persone che lei non conosceva, e delle future partite della squadra. Quando poi si era fatta l’ora per tornare a casa, Endou le aveva rivolto un altro sorriso dei suoi

-Allora Kimiko ci rivediamo sabato, alla partita-

-Vieni a vedere la partita?-

Gli chiese lei. Il ragazzo annuì, tutto contento.

-Certo. Voglio vedere come sono le squadre degli altri licei, e vedere quanti nuovi giocatori eccezionali ci sono da sfidare. Non vedo l’ora. Poi voglio vedere i progressi di Gouenji e Kazemaru. Sarà una partita meravigliosa, lo so! Ci vediamo sabato, ciao ragazzi-

Detto questo, si mise lo zaino in spalla, e partì di corsa, sparendo ben presto dalla vista di tutti.

-Ma è sempre così…-

-Esuberante?-

Chiese Kazemaru. La ragazza annuì. Hibiki, Kazemaru e Tobitaka si misero a ridere.

-Endou è fatto così-

Le disse Gouenji. La ragazza si limitò ad annuire. Stava per aggiungere qualcosa, quando il suo telefono iniziò a suonare.

-Pronto? Ciao Kary. No, non sono ancora a casa. Sono in giro, perché… adesso? Ok, ok, arrivo. Venti minuti e sono lì. Si, a dopo, ciao-

Gouenji la guardò.

-Tua cugina?-

Kimiko annuì.

-Si, piccola crisi in pasticceria. Il forno non funziona e devo andare ad aiutarla…-

-Tu sai aggiustare un forno?-

Le chiese sorpreso Gouenji. Kimiko si mise a ridacchiare, divertita.

-Cosa c’è? Solo perché sono una ragazza non dovrei sapere come sistemare un elettrodomestico?-

Gouenji alzò semplicemente un sopracciglio, senza dire niente.

-Eh va bene! Non lo so sistemare. Ma lo so accendere-

-Cosa?-

-Mia cugina è negata a fare funzionare il forno-

-E come fa ad essere una pasticcera, scusa?-

Kimiko si mise a ridere.

-Abbiamo due forni, Gouenji. Ma a volte ci sono da fare infornate diverse per diversi dolci, e allora è costretta ad usare il secondo forno… che non sa usare. Dice che è troppo complicato per lei. Quindi, devo correre per accendere un forno-

Gouenji la fissò perplesso.

-Voi non siete normali-

Kimiko gli diede un piccolo schiaffo su un braccio, ma stava sorridendo. Prese le sue cose e si avviò anche lei

-Ci vediamo domani a scuola. Signor Hibiki, grazie per lo spuntino-

Detto questo prese la porta, e sparì anche lei. Dopo che anche la ragazza se ne fu andata, dentro al locale le cose divennero improvvisamente molto più tranquille. Hibiki si era seduto ad uno dei tavoli a leggere il suo giornale, mentre Kazemaru, Gouenji e Tobitaka stavano ancora chiacchierando. Per lo più stavano parlando della imminente partita. Passata un’altra mezz’ora, i due giocatori aveva deciso che era ora di tornare a casa. Erano sulla porta, quando furono fermati dalla voce di Hibiki.

-Certo Gouenji, che una cosa non l’avevi detta parlando della ragazza-

Gouenji si voltò verso il vecchio, uno sguardo perplesso in volto.

-Non avevi detto che era veramente una ragazza bellissima!-

-Io non pensavo che… insomma…-

-Buona fortuna-

Gouenji arrossì di colpo, poi si diresse veloce verso la porta, senza dire niente. La risata di Hibiki arrivò chiara e forte fino alla fine della strada.

 

Kimiko non sapeva cosa fare. Da quando era tornata a casa, dopo avere risolto la piccola crisi “fornifera” da sua cugina, era stata indecisa. Era divisa tra la voglia di chiamare Nonomi e sapere cosa fosse successo con Kidou, e il terrore di telefonarla e sapere che cosa si erano detti quei due. Perché, anche se sapeva che Nonomi era una sua amica, e che la ragazza dai capelli rossi, per qualche strano motivo, si fidava di lei, il pensiero che Kidou fosse riuscito a farle cambiare idea, la tormentava. Alla fine, dopo un’ora che osservava il telefono, si decise, e compose il numero. Suonò varie volte, prima che finalmente Nonomi rispondesse al telefono

-Incredibile Kimi. Due chiamate in due giorni, mi sento onorata-

Kimiko non poté trattenere un sorriso.

-Non ti montare la testa-

Kimiko sentì la risata dall’altra parte del telefono.

-Allora, Mizutani… cosa posso fare per te? Deve essere importante se mi hai chiamato-

-Si, in effetti si. Hai tempo?-

-Si, certo. Aspetta un secondo… Toramaru! Io vado in pausa, ci pensi tu al resto?... Ok, ci sono-

Kimiko si fece forza, e pose la domanda cruciale che da più di un’ora la tormentava.

-Cosa vi siete detti te e Kidou?-

Dall’altra parte, arrivò solo un lungo silenzio. Poi, all’improvviso, Nonomi esplose in una risata.

-Come fai già a saperlo? Mi hai pedinata?-

Kimiko tutto si aspettava, tranne una risata.

-Non importa come l’ho saputo… cosa vi siete detti?-

-Mi dispiace doverti deludere, Kimi. Abbiamo parlato si e no per dieci minuti-

-E…-

-E, anche se tutti lo considerano un genio, per me non lo è. È più cocciuto di un mulo. Ho provato a farlo ragionare, a cercare di spiegargli che tu non sei così perfida come immagina, ma non ne ha voluto sapere. Alla fine mi sono stancata e me ne sono andata, tutto qui-

-Tutto qui?-

-Tutto qui-

Kimiko, improvvisamente, si mise a ridere. Si buttò sdraiata sul letto, e rise come una matta. Dall’altra parte, anche Nonomi stava ridendo.

-Cosa ti immaginavi, Mizutani?-

-Sinceramente? Una litigata molto più lunga… di solito se inizi a parlare non ti fermi più-

-Ehi! Mi stai insultando?-

-No, non lo farei mai…-

-Mi stai prendendo in giro Mizutani?-

-Forse Utsunomiya-

Nonomi rise ancora più forte. Quando tutte e due si furono calmate, fu Nonomi a riprendere per prima il discorso.

-Come facevi a sapere che ero con Kidou?-

La bionda si prese il suo tempo prima di rispondere. Alla fine, sapendo che non poteva mentire alla ragazza dall’altra parte della cornetta, si mise a raccontare tutto quanto.

-Ho incontrato Endou mentre stavo tornando a casa. È stato lui a dirmi che Gouenji aveva chiamato Kidou. Lui pensava che fosse per me, che  Gouenji volessi farmi parlare con Yuuto. Quando ha capito che io non c’entravo niente, e io ho capito bene che cosa mi aveva detto, ci siamo precipitati al locale di Hibiki e, invece di trovarci Gouenji e Yuuto a litigare, ci ho trovato Gouenji e Kazemaru che stavano mangiando tranquilli. È stato Gouenji alla fine a dirmi che eri stata tu a volere parlare con Yuuto. Ecco come lo so-

-Così sei andata da Hibiki, è?-

-Si-

-Non è male come posto, vero? Io non c’ero mai stata-

-Si, non è male. Ah, sai, è successa una cosa mentre ero là-

-Cosa?-

-Endou mi ha dato il benvenuto nella Raimon-

disse Kimiko. Nonomi rimase in silenzio per alcuni secondi, poi praticamente urlò

-CHE COSA????-

La pausa di Nonomi sarebbe stata molto lunga quella sera.

 

 

Erano le undici e mezza di sera. Gouenji era steso nel suo letto, incapace di dormire. Stava rivivendo i due giorni passati, e pensava sempre a lei, Kimiko Mizutani. Cosa c’era che lo spingeva a preoccuparsi per lei? Niente. E poi quel commento di Hibiki era stata come ricevere una secchiata di acqua gelata in pieno viso. Lo sapeva che la Mizutani era bella. Era da quando l’aveva vista avvolta nella luce del sole alla Steel Tower (per chi non se lo ricorda, capitolo precedente N.d.A.) che aveva capito che lei era bella, anzi, molto bella. Allora, perchè quel commento l’aveva scombussolato? Forse perché nessuno lo aveva mai detto ad alta voce, e dirlo ad alta voce era come renderlo… reale. Alla fine, preso dallo sfinimento, il ragazzo si alzò dal letto. Si diresse verso la cucina, il più silenzioso possibile. Se non riusciva a dormire, tanto valeva provare a bere un bicchiere di latte. Non sapeva per quale motivo si era portato dietro il cellulare, ma mentre stava bevendo, il telefono prese a vibrare. Colto di sorpresa, Gouenji lo afferrò subito. Era un messaggio, un messaggio dalla persona che non gli faceva chiudere occhio.

“Ciao. Ho parlato con Nonomi e… non è praticamente successo niente tra i due. Hanno parlato per dieci minuti, poi niente. Non so se t’interessa come cosa, ma ci tenevo a fartelo sapere. Buona notte”

Gouenji rilesse quel breve messaggio per molto tempo. Alla fine prese una decisione. Dato che erano entrambi svegli, tanto valeva provare. Il telefono suonò per poco tempo, ma per il ragazzo parvero istanti lunghissimi. Alla fine, al terzo squillo, una voce rispose dall’altra parte

-Gouenji… non ti ho svegliato, vero?-

-No…-

-Mi dispiace se ti ho dato fastidio…-

-Non mi hai dato fastidio-

-Bene-

-Cosa ti ha detto Nonomi?-

-Che ha parlato per dieci minuti con Yuuto, poi si è stancata e se ne è andata. Ha detto che per lei è uno stupido e non sa che come mai tutti lo considerino un genio-

Gouenji non riuscì a trattenere una risata, seguito subito dopo anche dalla ragazza.

-Nonomi è sempre la solita…-

-Intendi per il fatto che non sta mai zitta e che parla a sproposito?-

-Almeno dice sempre come la pensa-

-Si, ma non sempre dire quello che si pensa è la cosa migliore, no?-

Gouenji prese il suo tempo prima di rispondere.

-Credo che si dovrebbe sempre dire come la si pensa, se si può farlo-

-Risposta evasiva, Gouenji-

Il ragazzo sorrise.

-Può darsi…-

Kimiko si mise a ridacchiare, ma poi, Gouenji sentì chiaramente che la ragazza stava sbadigliando.

-Stanca Mizutani?-

-Un po’… troppe emozioni in una giornata sola-

-Emozioni?-

-Sbaglio o sono stata accolta tra la Raimon oggi? Devi capire che per una della Teikoku è uno shock incredibile-

Questa volta fu il turno del ragazzo di ridacchiare, seguito poco dopo dalla ragazza.

-Giusto, dimenticavo. Allora sarà meglio che tu vada a dormire-

-Dovresti dormire anche tu. Sabato hai una partita da giocare, no? Non voglio mica essere ritenuta responsabile di un tuo eventuale deperimento fisico. Le tue fan potrebbero uccidermi-

-Non succederà, tranquilla-

-Bene, perché ancora alla mia vita ci tengo-

-Buona notte Mizutani-

-Buona notte Gouenji… ci vediamo domani-

-A domani-

Rimasero, però, ancora tutti e due in linea.

-Non hai riattaccato-

-Non l’hai fatto nemmeno tu Mizutani-

-… buona notte-

E detto questo, la ragazza chiuse la telefonata. Gouenji rimase ancora qualche secondo con il telefono appoggiato all’orecchio. Poi si riscosse, e si diresse verso la sua camera da letto. Mentre stava per raggiungere la sua porta, la porta dello studio di suo padre si aprì, e ne uscì l’uomo, visibilmente stanco. L’uomo rimase stupito di vedere ancora in piedi il figlio

-Shuuya, come mai ancora sveglio?-

-Non riuscivo a prendere sonno-

-Ti senti male?-

Il figlio scosse il capo.

-Tranquillo papà. Credo che adesso mi addormenterò subito. Buona notte-

-’Notte-

Detto questo il ragazzo sparì nella sua camera, chiudendosi la porta dietro di se. Il dottor Gouenji rimase perplesso a fissare la porta chiusa, prima di dirigersi anche lui verso la sua camera da letto. Se non fosse stato così stanco, avrebbe giurato di avere visto un accenno di sorriso sulle labbra del figlio.

 

 

 

 

 

********************************************************************************

Buona sera a tutti!!

Eccomi tornata, come promesso! Come sono andate le vostre vacanze? Io non mi posso lamentare, anche se, come sempre, sono durate troppo poco. Cosa posso dire del capitolo? Spero che vi piaccia... per me è stato molto difficile scriverlo,  non so come mai. Avevo mille idee diverse in testa, ho scritto e riscritto e questa mi sembrava la versione migliore… spero che condividiate anche voi e che vi sia piaciuto. Comunque, come sempre, non fatevi scrupolo a scrivermi anche delle critiche. A volte un punto di vista totalmente diverso dal proprio può essere fondamentale, quindi… Ovviamente spero che la storia vi sia piaciuta, e di non avervi annoiato.

In questo capitolo volevo fare vedere un po’ più di personaggi. Io ve lo dico, adoro Hibiki, in questa storia ci sarà spesso, e anche il suo locale. Credo che anche quello sia parte fondamentale della Raimon, quindi siete avvisati. Poi Endou… che dire sul capitano? È semplicemente adorabile, e adoro il fatto che nonostante tutto quello che Kidou gli ha detto della povera Kimiko, lui l’abbia accolta senza nemmeno pensarci troppo. Ma per me, Endou è così… lui vede sempre il meglio delle persone, anche quando quelle non lo vedono. Ok, l’ora tarda mi fa scrivere cose un po’ folli, ma è il mio pensiero.

Infine, Kidou… lui è l’unico che in questo capitolo non ha molto spazio, ma nel prossimo ci sarà di più. Poi, altra cosa importante, preparatevi, nel prossimo capitolo ci sarà anche un po’ di calcio!!! L’avevo promesso, e ci sarà.

Ora vi saluto, un bacio a tutti e grazie per avere letto il capitolo. Se vi va, lasciate un commento.

Un bacio grande, e vista l’ora, buona notte. A presto

Juls

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Juls18