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Autore: Rumaan    05/09/2014    1 recensioni
Una maledizione viene rivelata, ed affligge tutti gli ex Grifondoro e Serpeverde. Il Ministero della Magia deve agire e varare una legge sul matrimonio. Hermione viene affiancata a Malfoy, ma dovranno passare sul suo cadavere prima che lei sia d'accordo nel sposarlo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Becoming Mrs Malfoy Cap 15 Bentrovati con il nuovo capitolo :) Se qualcuno si stava chiedendo dove fosse finita la maledizione, beh, eccola di nuovo qui ^_^ Buona lettura, e alla prossima! 

Capitolo 15



Hermione si era arrangiata per passare un po' di tempo con Bill Weasley, a Villa Conchiglia, il fine settimana seguente la visita a Malfoy Manor. Con tutto lo scombussolamento emotivo nella sua vita, sentiva di aver tralasciato i diari di Priscilla Corvonero e, di conseguenza, la maledizione. Non poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa per aver messo davanti a questo i suoi bisogni, ma Harry e Ron l'avevano presto zittita. Avevano ragione loro, lei aveva bisogno di sistemarsi, prima di poter veramente lavorare sulla maledizione. Ora si sentiva molto più stabile di come era stata per anni. Le sue sedute con Hera stavano continuando, e si stava togliendo dal petto molti sentimenti imbottigliati. Da quella chiacchierata con Malfoy nel cafè, si era sentita anche molto più incline al perdono. Ora sapeva di essere pronta per rintracciare la maledizione. 

Aveva passato ogni singolo secondo che aveva di quella settimana, dopo il lavoro, a leggere i diari di Priscilla, ed ora era pronta ad incontrare Bill e dare il via alla ricerca per spezzarla. Hermione riusciva a capire ciò che intendeva Minerva McGranitt; Priscilla aveva veramente descritto dettagliatamente il caso. I suoi diari spiegavano l'inizio del battibecco, la disputa, ed il duello tra Salazar Serpeverde e Godric Grifondoro, che erano stati vividamente sostenuti dai loro rispettivi studenti. Non era una cosa salutare per Hogwarts, od il mondo magico in generale, e tristemente avevano lasciato la loro eredità di conflitto tra le due case, che continuava anche dopo millenni. 
Hermione aveva duplicato ciò che aveva letto, e lo aveva spedito a Bill, così che potesse essere al corrente delle stesse cose. Aveva una gran voglia di sapere ciò che lui avrebbe fatto con i diari.
Hermione arrivò con la Metropolvere a Villa Conchiglia alle dieci precise di Sabato mattina. Aveva le farfalle nello stomaco, ed era veramente eccitata. Da quando lei, Harry e Ron avevano cercato di sconfiggere Voldemort, appena adolescenti, non lo era mai più stata così tanto. Non c'era niente come il brivido stimolante di una maledizione, a parte il promuovere la sua Campagna per la Liberazione degli Elfi Domestici.
"Ehi, Hermione", disse Bill, arrivando dalla cucina, ed entrando nel salotto con due tazze di caffè in mano. Ne passò una ad Hermione. "Grazie per avermi duplicato i diari. Sono una lettura affascinante".
Hermione sorrise al più grande dei Weasley. Le piaceva Bill. Era quello più simile a lei, fra tutti i fratelli. Amava cercare e risolvere situazioni difficili. Questo era il motivo per cui era diventato uno Spezza-incantesimi. Prese la tazza di caffè, e ne bevve contenta un sorso. "Fleur fra il caffè migliore di tutti", commentò.
"Ci ha anche fatto dei croissant. Vai in cucina e prendine qualcuno", le disse Bill.
Hermione non aveva mangiato niente a colazione di proposito. Freur, per la sua gioia, somigliava alla suocera Molly. Adorava nutrire le persone, e non avresti mai potuto andartene da Villa Conchiglia senza che ti avesse portato qualcosa da mangiare almeno una volta. Si sedettero sul tavolo della cucina, con un piatto di brioches calde
tra di loro.
"Comunque, mi dispiace per quel zuccone di mio fratello", disse Bill. "Non riesco a credere che lui ed Harry abbiano aspettato così tanto per metterti al corrente della loro amicizia con Malfoy".
Hermione gli sorrise. "Non mentirò, dicendo che questa cosa non mi ha fatto male, perché lo ha fatto. Molto. Ma ora immagino di poter capire un po' meglio di quanto facevo prima".
Bill le rivolse un'espressione confusa. "Ero un po' poco ragionevole quando si parlava di Serpeverde. Non avrei capito. Questa maledizione mi ha fatto osservare me stessa, e capire che ero irrazionale e con dei pregiudizi. Ho iniziato a vedere una psicologa del Ministero, e mi ha aiutato molto nel capire i miei problemi, che pensavo di aver già superato, ma erano solo stati sepolti in profondità dentro di me", spiegò Hermione.
"Puoi anche essere stata un po' pazza quando si parlava di Serpeverde, ma loro sono solo fortunati che tu sia così tendente al perdono. Voi tre avete affrontato troppo insieme, per mantenervi dei segreti così grandi", disse Bill.
"Se mi mentiranno di nuovo, non se la caveranno così facilmente. Li scuoierò vivi", promise Hermione.
Bill rise. "Ecco la mia ragazza", disse con un sorriso. "Allora, ho sentito che sei andata a Malfoy Manor la scorsa settimana".
"Ultimamente non c'è niente che venga mantenuto segreto?".
"Non tra i Weasley", disse ridendo Bill. "Come è andata?".
"Bene. Ho avuto un piccolo crollo nervoso, ma Malfoy mi ha portato a fare un giro per i giardini. Abbiamo parlato di un bel po' di cose, e almeno è diverso da quando andavamo a scuola. Ma continua a farmi saltare i nervi".
Bill rimase un po' in silenzio. Da ciò che aveva visto a quel disastro di cena alla Tana, poche settimane prima, Hermione e Malfoy provavano dell'attrazione sessuale l'uno per l'altra. Aveva potuto notare che Malfoy prendeva in giro senza pietà Hermione, perché voleva ottenere una sua reazione, e quella reazione gli piaceva. Aveva un aspetto magnifico quando si arrabbiava, e Malfoy era una persona passionale.
"Non sarebbe Malfoy, se non facesse saltare i nervi a qualcuno", fece notare Bill.
"Vero", concordò Hermione. "Comunque, torniamo agli affari, e parliamo di questa maledizione".
"Ora mi trovo concorde con la McGranitt. Il quadro che ha descritto Priscilla Corvonero non è piacevole. Quando andavo ad Hogwarts, la rivalità tra Serpeverde e Grifondoro c'era, ma niente a che vedere con questo".
"Benvenuto nel mio mondo", disse Hermione. "Io li ho sempre e solo visti come persone orribili. Immagino che il primo anno non sia stato così male ma, con l'apertura della Camera dei Segreti, la rivalità si è intensificata, ed è arrivata fino al punto attuale".
Bill rimuginò. "Sei sicura di voler ancora spezzare questa maledizione, adesso?", chiese.
"Capisco cosa intendi, ma è facile per te dirlo, perché non sarai costretto a dover sposare un Serpeverde. Nemmeno io penserei che sia una cattiva idea mantenerla, se non fossi una delle sfortunate che deve averne a che fare", replicò Hermione.
Bill le sorrise. "Sì, capisco. La odierei anche io se non potessi essere in grado di scegliere".
"Allora, hai qualche idea?".
"Mmmm, non molte. So solo ciò che vedo. Priscilla ha usato la sua conoscenza di Hogwarts per mettere in atto la maledizione. E' una di quelle streghe che hanno creato Hogwarts, con i piani, le scale che cambiano, e tutto il resto", disse Bill.
"Sì, e sembra che abbia chiesto a Tosca Tassorosso di usare il potere degli Elfi Domestici", aggiunse Hermione.
"Questo per me è l'aspetto più interessante di questa maledizione. Non ho mai sentito parlare di qualcuno che abbia usato questo potere per fare una cosa del genere, anche se tu potresti non esserne così impressionata", commentò Bill.
"Non approvo che i maghi e le streghe abusino dei poteri degli Elfi Domestici per il loro stesso guadagno, ma ho fatto molte ricerche su Tosca Tassorosso e, per essere onesta, lei è probabilmente la più compassionevole di tutti i maghi e le streghe in cui io mi sia mai imbattuta, nei loro riguardi".
Bill rivolse ad Hermione un sorriso sfacciato. "Eccetto te, ovvio":
Hermione roteò gli occhi, e lo allontanò dall'ultimo croissant, prima di fregarselo.
"Ehi, quello era l'ultimo", piagniucolò Bill.
"Si, e tu li mangi sempre", rispose Hermione.
Bill le lanciò uno sguardo risentito, ma lei sapeva che non lo era davvero. Era solo l'appetito dei Weasley che stava parlando.
Hermione guardò le sue note. "Comunque, so che voi Weasley nutrite un amore immens per il cibo, ma torniamo alla maledizione. Stavo pensando che, perché la maledizione venisse attivata, doveva essere stata racchiusa da qualche parte ad Hogwarts".
Bill annuì. "Ha senso, ma doveva esserci qualcosa che percepisse il potere dell'inimicizia tra le due case".
Sia Bill che Hermione si sedettero, e ci pensarono su per un bel po'. Era vero, come avrebbe fatto la maledizione a sapere quando attivarsi? Doveva essere in grado di percepire che la situazione tra le Case di Grifondoro e Serpeverde era ad un punto di rottura. 
"Non credi che possa essere successo a causa della Grande Battaglia, vero? Quando Hogwarts era sotto attacco. Voldemort era un Serpeverde, ed Harry era un Grifondoro", chiese Hermione. 
Bill scosse la testa. "Sarebbe potuta essere un'ipotesi corretta, ma stiamo dimenticando una cosa. Non erano solo un Grifondoro ed un Serpeverde che stavano combattendo, ma era l'intera Hogwarts, ed anche l'intero mondo magico. Ed oltretutto voi avevate Piton che combatteva per l'Ordine, e Codaliscia che combatteva per Voldemort. Non erano nemmeno gli unici che combattevano da un lato - innaturale -".
Hermione scosse le spalle. Aveva sperato che sarebbe stata una cosa che sarebbero riusciti a mettere subito in chiaro, ma non era stato così. Bill aveva ragione, sarebbe stata troppo imprecisa come idea, e Voldemort era riuscito ad ammassare un'impressionante folla di seguaci anche al di fuori della casa di Serpeverde. 
I due si scambiarono le teorie per ancora qualche ora, prima che Fleur tornasse e gli facesse ripulire il tavolo della cucina dai loro appunti. Costrinse Hermione a rimanere per pranzo. I bambini erano con Molly, che aveva invitato Teddy ed Andromeda per passare la giornata alla Tana. 
"Allora, cosa farai domani, Hermione?", chiese Bill. "Hai del tempo per andare ancora un po' avanti su queste ricerche?".
Hermione stava per dire di sì, quando si ricordò di aver promesso a Ginny che l'avrebbe aiutata e sarebbe andata con lei a fare shopping ad Hogsmeade. Ginny non aveva avuto abbastanza tempo per farlo durante la stagione, come avrebbe invece voluto, e le piaceva passare così la maggior parte dei suoi giorni liberi. "Ho promesso a Ginny che l'avrei aiutata a trovare qualche vestito per la Festa di Natale del Ministero", disse Hermione.
Bill iniziò a ridere. "Buona fortuna con quella lì, Hermione. Sai pensando di partecipare, quest'anno? Mi fa sempre ridere il fatto che mia sorella, che non è impiegata al Ministero, ci vada, mentre tu, che sei andata a lavorare lì subito dopo aver passato i M.A.G.O., non ci vada mai".
"Bill, sai quanto odio le cose come questa. E' una cosa così pretenziosa, ed io non ho pazienza".
"Sai, potresti semplicemente andare e gustarti il cibo, o ballare, come fa Ginny", precisò Fleur.
"Potrei, ma non me la caverei. Avrei sicuramente persone che mi gironzolano intorno per biasimarmi su quando poco consona sia l'ultima legge per gli Elfi Domestici", disse tagliente Hermione. "No, andrò dai miei genitori, come faccio ogni anno quando festeggiano il Natale. A volte paga veramente avere dei genitori babbani".
Fleur e Bill guardarono Hermione in esasperazione.
Ginny aveva detto ad Hermione di incontrarsi ai Tre Manici di Scopa, ad Hogsmeade, a mezzogiorno. Avrebbero preso un caffè, prima di passeggiare per la strada principale. Ginny l'aveva più che altro trascinata nel negozio di abbigliamento, il Stratchy & Sons.
"Perchè non siamo andate a Diagon Alley, se sei determinata a dare un'occhiata ad ogni singolo stile che abbiano mai inventato?", chiese Hermione. "Lì c'è molta più scelta". 
"Sai quanto odio tutta l'attenzione. Vengo sempre scocciata da persone che vogliono foto ed autografi. Mi accorcia troppo il tempo che ho per fare shopping. La cosa bella di Hogsmeade è che la maggior parte della gente mi vede ancora come Ginny Weasley, la studentessa di Hogwarts".
"Sì, immagino. Io credo di essere semplicemente abituata alla pazzia di Diagon Alley".
"Almeno non è tanto male quanto quella terribile strada dove mi hai trascinato un Sabato. Come si chiamava? Oxbridge Road?"
"Oxford Street, e sì, è un errore metterci piede nel fine settimana".
Ginny scrollò le spalle, mentre si ricordava della folla e dell'inabilità delle persone di non prendere dentro le une contro le altre. La sua mentre stava cercando di individuare il vestito perfetto con cui non sfigurare al fianco di Blasie.
Hermione vagò per le varie sezioni dedicate all'abbigliamento delle streghe. Si stava appoggiando contro un vestito, in modo assente, e si stava guardando allo specchio, quando vide una testa di un biondo impossibile al di sopra della sua spalla.
"Quel colore ti sta bene, micetta, ma non pensavo fossi una ragazza a cui piace il verde. Non è un po' troppo Serpeverde, per i tuoi gusti?".
"Ah ah, Malfoy, sto solo aspettando Ginny. Tu cosa stai facendo, gironzolando in un negozio di vestiti, fissando le donne? E' una cosa un po' perversa, anche per te".
Malfoy strinse gli occhi, ma decise di rispondere alla domanda, prima che lei lo insultasse. "Sto aspettando Blasie. Sta seguendo Ginny come un cucciolo che si è perso. Ti ho visto, e la tentazione di avvicinarmi e punzecchiarti è stata irresistibile".
Hermione alzò lo sguardo, per vedere poi Ginny marciare verso Zabini. "Non posso fare niente senza che lui mi segua in giro, facendo commenti su tutto", esclamò Ginny.
Zabini semplicemente sorrise. "Ti stavo aiutando, tesoro".
"No, non lo stavi facendo. Stavi solo diventando irritante, ed insistevi che provassi qualcosa nel verde Serpeverde. Malfoy, ti chiedo di portare via il tuo amico ora, prima che io sia forzata a fare qualcosa di drastico", patteggiò Ginny.
"Solo se dopo, entrambe, verrete a mangiare qualcosa con noi", disse Malfoy.
Ginny roteò gli occhi. "Sì, lo faremo. Ora scomparite!".
Zabini soffiò un bacio volante alla sua irritata fidanzata, mentre Malfoy semplicemente ammiccò verso Hermione e disse, "Ci vediamo dopo, micetta".
Hermione gli lanciò uno sguardo, ma si girò di nuovo verso la sua amica rossa, che stava, ancora una volta, cercando tra gli appendini. "Uomini", se ne uscì Ginny.
"Non riesco a credere che dovremo andare a pranzo con loro", grugnì Hermoine.
"Pensavo avessi detto che ora trovavi più facile stare con Malfoy", disse Ginny.
Hermione guardò sospettosamente la sua amica. "E' vero, credo, ma ciò non significa che oggi voglia andare a pranzo con loro".
"Ma non avevi anche detto che voi due eravate d'accordo nel lasciarvi il passato alle spalle ed iniziare d'accapo?", chiese Ginny.
"Beh, sì", replicò Hermione. "Ma non deve essere necessariamente così. Oltretutto oggi è troppo provocante, e io volevo solo passare dei bei momenti con te".
"Oh", fu tutto ciò che disse Ginny.
Hermione ora stava veramente sospettando qualcosa. "Ginny Weasley, tu hai detto a Zabini di incontrarvi oggi, e gli hai chiesto di portarsi dietro Malfoy, non è vero?", la accusò.
Ginny almeno ebbe la vergogna di arrossire. "Beh, non è che sia riuscita a vedere molto Blasie. Ed il fatto che tu abbia detto che lo scorso Sabato è andato bene, e mi abbia raccontato della conversazione di Lunedì, mi ha fatto presupporre che non ti sarebbe pesato se avessimo pranzato insieme".
Hermione non voleva urlare contro la sua amica, specialmente visto che a Ginny piaceva veramente Zabini, ed a causa della natura competitiva del suo lavoro era spesso immersa in periodi di allenamento in posti dove non erano permessi visitatori. "Credo possa andare bene", grugnì Hermione. 
Ginny sorrise. "Penso sia un soprannome carino".
"Lo sarebbe, ma pensavi anche che quella maledetta Puffola Pigmea fosse adorabile, quando avevi quindici anni".
"Basta brontolare, miserabile donna. Avrebbe potuto essere peggio, tipo continuare a chiamarti con tutti quei soprannomi che usava ad Hogwarts. Almeno micetta è dolce".
Hermione non disse niente, e semplicemente pescò solo un vestito nero da far ispezionare a Ginny.




George e Pansy si sedettero ai Tre Manici di Scopa, per pranzare. George stava scandagliando l'area per trovare un possibile negozio in vendita dove aprire una seconda attività dei Tiri Vispi Weasley. Pansy si era rivelata una sorprendente affarista, ed era riuscita a far abbassare i prezzi offerti dalla maggior parte delle persone meno indulgenti.
"Quel posto dal lato opposto di Zonko era perfetto, ma era appunto al lato opposto di Zonko", disse George. 
"Sì", riflettè Pansy. "Ma potrebbe giocare a tuo favore. Tutti quelli che frequentano Zonko sarebbero felici di venire a visitare il tuo negozio".
"Certo, ma avere il tuo maggior rivale così vicino non è una buona cosa per gli affari. O almeno, questo è ciò che dicono i manuali", fece notare George. 
"Da quando hai iniziato a mettere in pratica le regole degli altri? Se per te va bene, allora segui il tuo istinto. E' quello, che ti ha portato così lontano".
George la guardò e le sorrise. "Hai ragione, Parkinson. Mi piace il modo in cui pensi".
Pansy gli sorrise, e scosse la testa. "Oh, e dovresti pensare anche ad aprire un negozio nel villaggio vicino a Durmstrang. I bambini lì smaniano per i tuoi prodotti. E scommetto anche quelli di Beauxbaton".
"Mmmmm un impero di Tiri Vispi Weasley. Potrebbe piacermi. Pensi in grande, Pans".
"Sono una Serpeverde", disse lei, ammiccando. 
"Ha ragione", disse una voce alle spalle di George.
Pansy alzò lo sguardo, e vide Blasie e Draco. "Cosa fate qui, voi due?", chiese con un largo sorriso.
"Abbiamo avuto la stessa vostra idea. Pranzare con le nostre Grifondoro. Se mai usciranno dal negozio di vestiti, ovvio", replicò Blasie. 
George sorrise al suo presto cognato. "Allontanare Ginny dalle nuove tendenze in fatto di vestiti è una cosa che nemmeno Voldemort riuscirebbe a fare".
"Racconta. Io sono stato mandato via da lì perché non prendevo la cosa abbastanza seriamente", spiegò Blasie. " I tuoi piani per l'espansione suonano bene. Dovrai avere successo, perché posso occuparmi di un solo cognato senza speranza". 
"Ah, Ronnicuccio. Credo che Fred gli abbia fatto sbattere la testa, da piccolo", disse George.
Blasie rise. "Stavo pensando a Percy, non alla Donnola, ma ora che lo menzioni...."
"Povero Ron, non capisco perché sia amico di tutti voi", disse Pansy.
Blasie e Draco unirono il loro tavolo a quello di Pansy e George. 
"Veramente rovinerete il mio appuntamento in questo modo?", chiese George.
"Esatto. Dobbiamo assicurarci che tratti bene la nostra ragazza", replicò Draco.
"Pensavo che voi Serpeverde foste freddi, crudeli, ripugnanti e senza amici", precisò George.
"Hai passato troppo tempo con la Granger", rispose Draco.
George scrollò le spalle. "Probabilmente".
"Ehi, vi ho sentito. Ci sto lavorando sodo", disse comparendo Hermione ed avvicinandosi al tavolo, dove collassò sulla sedia vuota più vicina, il che la portò a sedersi di fianco a Malfoy.
"Dov'è Ginny?", chiese Blasie.
"L'ho lasciata a pagarsi un nuovo vestito. Ho pensato che se me la fossi svignata quando non stava prestando attenzione, avrei potuto riuscire a mangiare qualcosa".
Ginny in quel momento entrò nel pub, trasportando un paio di borse. "Sei un'amica schifosa, Hermione", la rimproverò.
"Pensavo che sarei morta lì dentro", la punzecchiò di risposta Hermione.
"Me lo ricorderò per la prossima volta in cui mi trascinerai al 'Ghirigoro' e mi terrai prigioniera lì per l'intero giorno. 'Oooh, Ginny, guarda! Libatius Borage ha pubblicato un nuovo libro di pozioni! Credi che sarebbe meglio dell'ultimo manuale di Arsenius Jigger?", la scimmiottò Ginny, imitando il suo tono di voce.
Hermione semplicemente le fece una linguaccia. Sia le orecchie di Blasie che quelle di Draco si erano tirate al sentir nominare 'pozioni'. "Allora, cosa ne pensi dell'ultimo libro di Borage?", chiese Blasie.
Ginny alzò le braccia al cielo. "No, mi rifiuto di permettere una qualsiasi discussione di pozioni intorno a questo tavolo. Mi fa pensare solo di essere seduta nei sotterranei di Piton, e di star sorbendomi tutte le sue lezioni".
Tutti e tre i fanatici di pozioni misero il broncio. ""Bene", disse Hermione. "Ma ciò significa che io bandisco qualsiasi discorso sul Quidditch".
Pansy si intromise, "Io metto il veto sulle discussioni riguardanti i Serpeverde maligni", disse con un sorriso sfacciato, rivolta verso Hermione, la quale arrossì appena.
"E non è nemmeno permesso analizzare una qualsiasi nuova legge per gli Elfi Domestici allora", aggiunse George.
"E nemmeno conversazioni sui furetti", contribuì Draco.
"Dannazione, ecco che il mio intero repertorio è volato dalla finestra", disse Hermione, facendo la finta irritata.




Quando la McGranitt entrò ai Tre Manici di Scopa, poche ore più tardi, dovette sbattere doppiamente le palpebre, mentre i suoi occhi incrociavano il rumoroso tavolo dei ragazzi, che continuava ad essere scosso da risate. Era veramente un tavolo misto, con studenti di Grifondoro e Serpeverde? Gli occhi di Minerva si fecero ancora più grossi quando vide Hermione seduta lì. Dopo l'esibizione della ragazza, il mese passato, al Ministero, Minerva non aveva molta speranza che il matrimonio tra lei e Draco Malfoy sarebbe avvenuto. Aveva fatto del suo meglio per far notare alcune caratteristiche ad Hermione sul ragazzo Serpeverde, il giorno dopo, ma non era sicura di come la sua vecchia pupilla l'avesse presa. Ora sembrava però che ci fosse stato un gran cambiamento nelle ultime due settimane, perchè quella donna, che precedentemente non era in grado di interagire con un Serpeverde senza urlargli contro ed affatturarlo, era seduta come se si stesse divertendo. E Draco Malfoy era lì, di fianco a lei, come se non fosse stato per niente insolito. 
Sconcerto a parte, era una mera fortuna che lì seduti di fronte a lei ci fossero alcuni degli studenti affetti dalla maledizione. Minerva stava giusto duplicando e spedendo delle lettere ad ognuno. All'inizio della settimana le era infatti stata fatta visita da Priscilla Corvonero, la quale l'aveva informata che, se i matrimoni non fossero stati celebrati prima della fine dell'anno accademico, allora Hogwarts avrebbe dovuto chiudere i battenti. Ci sarebbe voluta quindi una buona organizzazione per essere sicuri che tutti si sarebbero sposati in tempo,
Minerva si avvicinò al chiassoso tavolo. "Beh, è bello vedere che i miei ex-studenti siano riusciti a lasciarsi alle spalle le rivalità di scuola", li salutò.
Hermione arrossì, mentre alzava lo sguardo verso la Preside di Hogwarts. Era ancora imbarazzata per il suo comportamento all'incontro al Ministero, di fronte ad una donna per cui aveva un assoluto rispetto. Malfoy le lanciò uno sguardo divertito, così gli tirò un calcio da sotto il tavolo e ghignò, mentre lui mugugnava di dolore. 
"Perchè non si unisce a noi, Prof... ehm Minerva?", chiese Hermione.
Minerva sorrise. "Mi piacerebbe, ed ho anche alcune novità per voi che riguardano la maledizione, quindi la cosa mi fa risparmiare un po' di tempo".
Le orecchie di Hermione si tesero, ed il tavolo divenne molto più tetro. Non importava quando tutti ormai potevano starsi simpatici, perché a nessuno di loro piaceva l'idea di essere forzati a sposarsi a causa di una maledizione.
"Non sono di certo le migliori notizie", continuò Minerva. "Priscilla Corvonero mi ha contattato ancora una volta attraverso un sogno. Mi ha detto che Hogwarts ha tempo fino alla fine di questo anno accademico, per far sì che i matrimoni abbiano luogo".
Hermione si sentì stringere il petto da una morsa. A malapena riusciva a respirare, da quanto era stretta. 
"Abbiamo fino a metà giugno?", chiese squittendo Pansy. 
Hermione osservò il tavolo, e notò che tutti provavano il suo stesso panico. Il suo sguardo si posò per ultimo su Malfoy, il quale la stava scrutando con preoccupazione.
"Non c'è modo di cancellarla?", chiese Malfoy.
Minerva fece una smorfia. "Sfortunatamente no, ci abbiamo già provato il più a lungo possibile. Mi dispiace rovinarvi una domenica come questa", disse prima di alzarsi in piedi. Abbassò lo sguardo, per osservare i suoi vecchi alunni. "Il prossimo sabato si terrà un incontro ad Hogwarts, che avrà inizio alle 10 di mattina". Poi uscì dal bar ed iniziò a chiacchierare con Madama Rosmerta.
Il tavolo rimase silenzioso per dei buoni minuti, mentre digerivano l'informazione.
"Pensavo che fosse solo un grande scherzo, e che non avremmo veramente dovuto farlo", disse George.
"A me lo dici", mormorò Zabini.
Hermione sembrava solo mortificata.
"Per favore, dimmi che stai facendo qualcosa per tirarci fuori dalla maledizione", disse Pansy.
Hermione guardò con sorpresa la ragazza Serpeverde. Non immaginava veramente che qualcun altro fosse convinto tanto quanto lei di spezzarla. "Ieri ho visto Bill Weasley. Abbiamo iniziato a lavorare sui diari e mettere insieme alcune teorie, ma ancora non siamo veramente arrivati da nessuna parte".
"Forse sarebbe una bella idea ampliare il lavoro per rompere la maledizione", suggerì Malfoy.
Ginny annuì entusiasticamente. "Credo che siamo tutti d'accordo nel dire che nessuno di noi vuole essere forzato al matrimonio, indipendentemente da quanto ci piacciano le coppie", disse, schioccando uno sguardo ammirato a Zabini. 
Hermione ci pensò. Sarebbe stato stupido insistere nel far lavorare solo lei e Bill sulla maledizione. Se avessero avuto un gruppo intero a lavorarci, avrebbero potuto arrivare più lontano. Hermione era anche conscia di essere seduta con una talentosa parte di maghi, che avevano superato molte più avversità di quante ne avessero mai superate altre generazioni alla loro età. "Credo che sarebbe davvero una grande idea, Malfoy", rispose. "Potremmo ottenere molto di più. Tutti noi abbiamo talenti e preparazioni in aree diverse, quindi avremmo un campo di ricerca più ampio".
"Che ne pensate di ritrovarci la prossima settimana, dopo l'incontro ad Hogwarts?", suggerì Pansy. "Saremo tutti nello stesso posto, quindi sarebbe stupido non trarne vantaggio".
"Sembra un buon piano. Contatterò Bill per vedere se è libero il pomeriggio di sabato prossimo", disse concorde Hermione.
Il gruppo non se la sentiva di provare a ripristinare l'atmosfera libera ed allegra che c'era stata prima che Minerva McGranitt entrasse ai Tre Manici di Scopa. Tutti si avviarono per strade diverse, cercando di rimanere ottimisti sul fatto che avrebbero potuto spezzare la maledizione e decidere se e quando sposarsi.


  
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