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Autore: Paolyn    25/09/2008    1 recensioni
Mio fratello era lì, appena mi vide spalancò gli occhi, era come me lo ricordavo, aveva sempre i suoi capelli bronzei e spettinati. Salve a tutte ragazze sono tornata con un fanfiction priva di senso ma...lo sapete! quando un'idea entra nelle nostre teste non ci abbandona più XD Spero che la troviate eccettabile!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! rieccomi con un nuovo capitolo. Ho ripreso la parte di Volterra ma vi assiucuro che ho scritto tutte con parole mie anche se simili. Non so ancora dove andare a parare...ma qualcosa mi verrà in mente XD grazie a tutti coloro che leggono e commentano!


“E’ fantastico! Emma? Vieni qui per favore, sono curioso di sapere se riesce a vedere i tuoi pensieri”

Mi avvicinai alla giovane umana che mi guardava visibilmente impaurita.

“Tranquillo!” dissi sentendo il ringhio cupo provenire dal petto di Edward. “Non le farò niente” presi la sua mano calda…non la vedevo per niente confusa.

“Non vedi niente?” le chiesi sorpresa.

“No…” sussurrò.

Sorrisi e le diedi le spalle. “E’ immune anche al mio”

“Jane?” la chiamò Aro “Vediamo come va con te…”

Si avvicinò.

“No!” gridò Edward. Felix si fece avanti speranzoso di poter finalmente combattere, lo inchiodai con lo sguardo.

Edward si parò davanti a Bella facendole da scudo e quando Jane fu pronta le balzò addosso.

“No stupido!” gridai, ma era già a terra immobilizzato dal dolore.

Non ci posso credere, è stato davvero molto stupido, Bella non si sarebbe mai fatta del male se il potere mio e di Aro avevano fallito.

“Jane!” la richiamai, ma non mi ascoltava “Aro! Falla smettere subito!”

Nel suo viso c’era stampato un sorriso a trentadue denti.

“Jane, basta così” soddisfatta la piccola vampira puntò i suoi occhi in quelli di Bella ma rimase immobile. Mi sentii una seconda volta soddisfatta quando vidi la sua faccia sconfitta e infelice.

Aro scoppiò in una gran risata.

“Edward, ti andrebbe di unirti a noi?”

Marcus e Caius lo guardarono male.

“No” rispose freddo e cupo guardando me.

“Tu Alice?”

“No, grazie”

“E Bella?”

Rispose dopo qualche secondo come se non avesse capito bene. “Rimango con Edward”

“Vabbè…sarà per la prossima volta?”

Marcus mi circondò con un braccio le spalle.

Caius balzò in piedi “Aro! Ma ti rendi conto? Hanno violato la legge! L’umana sa tutto di noi!”

“Beh…” intervenni “Bella potrebbe diventare una vampira”

Gli occhi di Aro brillarono. “Ottima idea Emma! Edward, potresti donarle tu l’immortalità”

Edward guardava Aro angosciato, se mio fratello era come me lo ricordavo, sicuramente odiava la sua immortalità, e non voleva far soffrire la persona che amava come lui aveva fatto.

A quel punto si fece avanti Alice, con passo fermo ed elegante diede la mano ad Aro, lui l’accettò volentieri.

Scoppiò a ridere soddisfatto. “Okay, okay! Possiamo stare tranquilli è ormai tutto scritto!” Jane, Felix e Caius digrignarono i denti, Marcus giocava con una ciocca dei miei capelli.

“Potete anche andare…non è così Aro?”

“Oh si, si mia cara Emma hai ragione” Aro tolse la mantella a Felix e la diede ad Edward.

“Indossala! Sei troppo appariscente”

La indossò e fece per andarsene.

“Aspetta!” gridai.

Si girò a guardarmi, mi avvicinai a lui, era più alto di me, anche se eravamo gemelli.

Uscii un orologio ciondolo d’oro, dietro era stampata una E, il simbolo della nostra famiglia:  Edward, Elizabeth, Edward, Emma. “Questo è per te, mamma me ne diede due prima di morire, come ben sai quando è finita a miglior vita io mi ero appena ammalata e mi ha pregato di dartela quando saresti stato bene” sorrisi “Ti trovo in ottima forma!” la rinchiusi nella sua mano. “Meglio tardi che mai” sussurrai. Toccandolo gli trasferii i miei pensieri, dandogli tutte le risposte alle domande che si era posto un momento prima.

Mi guardò con l’espressione severa che usava quando rispondevo male alla mamma o le mancavo di rispetto e come mi era solito fare abbassai gli occhi, gli voltai le spalle e scappai tra le braccia di Marcus. Udii un suo “grazie” erano l’uniche parole oneste e sincere che gli uscirono dalla bocca quel giorno.

Lo vidi andar via, accompagnati da Demetri.

Volevo abbracciare il mio Edward, dirgli che gli volevo un mondo di bene e che mi sarebbe mancato. Ma non potevo, perché anche se facevamo parte della stessa immortalità la nostra sorte era diversa.

  
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