Dal decimo piano di un palazzo tutto sembra insignificante.
Tutto si riduce ad una serie di puntini che si muovono a caso.
Piove...Proprio l'esatta giornata per tutto ciò.
L'ospedale è quì di fronte ed è proprio quì che tutto
finirà. Non ho altra scelta.
Le scale sono lunghe, sembrano non finire mai.
Chi mi incrocia mi chiede se vada tutto bene... Non sanno,
non sospettano nulla ed io, con il solito sorriso timido, rispondo che è solo
stanchezza.
Nella tasca della mia giacca c'è una pistola. Controllo sempre
che sia li, mi serve e non posso correre il rischio di perderla. Come sembra
lontano il mondo ora che sono immerso nei miei pensieri.
La decisione è nata spontaneamente, non posso fare
altrimenti.
Come potrei andare avanti. Il tempo scorre inesorabile e non
posso lasciarlo andare. Lui non ha pietà e per questo devo sbrigarmi.
Sto arrivando.
Ora quei puntini hanno preso forma, hanno un viso ognuno
diverso dall'altro ma continuano a correre freneticamente.
Mi dispiace per loro, sto per mostrar loro qualcosa che non
dimenticheranno facilmente ma purtroppo non c'è altra via.
E' come se tutto fosse già scritto...Non sento alcuna paura,
tutto ciò è molto strano.
E' meglio così però, riuscirà tutto più facile.
Perdonatemi.
Mamma e Papà...Soprattutto voi...spero riusciate a
superarlo. Sto per darvi un tremendo dispiacere.
Sono obbligato però. C'è qualcosa di più importante di me
adesso.
I dottori hanno detto che sono compatibile.
Amore mio ti restano poche ore. Ma tu continuerai a vivere,
non morirai.
Prendo la pistola e me la punto alla tempia.
Amore mio, perdonami. Ti serve un cuore sano e io ti dono il
mio...Accettalo.
Continua a vivere anche per me.
Ti amo