Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: hinata 92    07/09/2014    6 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Precipitare nel dolore

 

Nei giorni seguenti, a scuola non si parlò d'altro che di Sirius Black. Le teorie su come era riuscito a penetrare nel castello diventarono sempre più improbabili; Nicole Barden di Grifondoro trascorse gran parte della lezione di Incantesimi dicendo a tutti che Black era così abile da essere capace di nascondersi letteralmente sotto la barba di Silente causando l’ilarità collettiva ai compagni di classe che s’immaginarono la scena.

La tela strappata della Signora Grassa era stata staccata dalla parete e sostituita con il ritratto di Sir Cadogan e del suo grasso pony grigio. Nessuno ne fu felice. Sir Cadogan passava metà del tempo a sfidare la gente a duello, e il resto a inventare complicate parole d'ordine che cambiava almeno due volte al giorno.

Seamus Finnigan un giorno disse a Percy: «È completamente pazzo. Non potremmo avere qualcun altro come guardiano?»

Il Caposcuola rispose: «Nessuno degli altri quadri ha accettato il compito. Hanno paura di quello che è successo alla Signora Grassa. Sir Cadogan è stato l'unico ad avere il coraggio di farsi avanti».

O l’idiozia, come pensò Kaito, che aveva assistito allo scambio di battute mentre passava nel corridoio. Il ragazzo sospirò, stanco, molto stanco, troppo stanco. Gli incubi che faceva ormai quasi ogni notte lo avevano spossato, e si aggirava nei corridoi con aria sempre più pallida e stanca. Aveva preso l’abitudine di portarsi dietro alcune Cioccorane, in caso di incontri imprevisti con i Dissennatori, che ai suoi occhi sembravano essersi fatti sempre più presenti e minacciosi. La spossatezza iniziava a notarsi anche dai suoi voti, che cominciarono a precipitare per mancanza di concentrazione e tutte le persone che lo circondavano erano sempre più preoccupate per lui, situazione che se da una parte lo rassicurava, dall’altra lo infastidiva.

Finché Ginny, una mattina, non propose il suo solito rimedio a tutto.

«Quidditch? Con questo tempo?»

Ginny sorrise orgogliosa: «Il Quidditch non si ferma, con il sole o con la pioggia!»

Kaito sbirciò fuori dalla finestra: «Spero che i nostri giocatori abbiano le branchie, allora...»

La ragazzina l’afferrò per un braccio: «E dai, vieni!»

«Mi prenderei solo un raffreddore e non vedrei nulla.»

«Per il raffreddore c’è Madama Chips! Su, dai...»

A suon di spinte, suppliche e incoraggiamenti, Kaito si ritrovò fuori, a tremare di freddo e lanciare occhiatacce a Ginny: «Sappi che tu sei una gran testarda.»

«Lo so. E ne sono fiera!»

Kaito sospirò. L’ombrello sembrava sul punto di rompersi, e anche se la partita era appena cominciata, era molto difficile seguirla. Si chiese come facessero i giocatori a vederci, in tutto quel caos, anche dopo la pausa.

Stava giusto chiedendosi chi fosse il tizio giallo che era partito giù in picchiata, quando i brividi di freddo lo assalirono. Brividi familiari.

«Oh no... di nuovo non... Gin...»

Il ragazzo cercò di afferrare la divisa della ragazza, ma la mano gli scivolò, e la sua coscienza con essa.

 

 

 

«Kaito! Non correre!»

Il bambino sbuffa: «Mamma, sei lenta! Papà sta per cominciare!»

Kaito è entusiasta. Ha perso lo spettacolo precedente di suo padre perché aveva la febbre, ma a questo non avrebbe rinunciato per nulla al mondo! Anche a costo di andarci senza Aoko, la sua amica del cuore. Oggi doveva andare dalle cuginette, che peccato...

Kaito si siede in prima fila, mentre sua madre, con calma, arriva e si accomoda alla sua destra, preparando la macchina fotografica. Kaito adora il chiacchiericcio del pubblico in attesa. Loro non sanno cosa sta per accadere. Lui sì. Cioè, più o meno, papà aggiunge sempre qualcosa a sua insaputa, sa sempre come sorprenderlo. Quanti trucchi conosce il suo papà? Milioni, forse miliardi, non lo sa. Sa solo che li vuole imparare tutti anche lui, che da grande vuole essere un bravissimo prestigiatore, di quelli che fanno credere alla gente che la magia esiste davvero...

Kaito tira fuori dalla tasca un paio di carte, ma la mamma, con calma ma con fermezza, gli mette una mano sopra le sue.

«Tesoro, per favore mettile via.»

«Perché?»

«Perché siamo qui per lo spettacolo di papà, non per il tuo, no?»

Kaito mette il broncio, ma ubbidisce: «Voglio salire anch’io sul palco con papà.»

La mamma sorride: «Un giorno lo farai. Ma non ancora, devi diventare ancora più bravo.»

Kaito sorride appena. Gli dicono tutti che è bravissimo, anche se ha solo sei anni. Ma gli fa piacere che ci sia qualcuno che pensa che possa ancora migliorare.

«Signore e signori, buonasera.»

Gli occhi di Kaito s’illuminano. Eccolo lì, il suo papà!

E per mezz’ora non esiste più nulla se non le sue mani, che si muovono e fanno apparire e scomparire di tutto. Anche Kaito rimane col fiato sospeso quando il prestigiatore tira fuori dalla manica un peluche gigantesco. Come aveva fatto?

Il prestigiatore distribuisce sorrisi mentre le sue mani creano colombe, foulard, palloncini, carte e altre cose che da un prestigiatore non ci si aspetterebbe. In fondo, lui non è un prestigiatore qualunque, è Toichi Kuroba, uno dei più bravi e riconosciuti specialisti del settore. Ma questo Kaito non lo sa e non gli interessa. È il suo papà e per lui è e sarà sempre il più bravo del mondo.

Con l’ennesimo sorriso, l’uomo si avvicina a un grosso oggetto coperto da un telo: «E ora, signori, vi proporrò un numero molto famoso!»

E tolse il lenzuolo, lasciando una parte del pubblico con il fiato sospeso.

«Vedo che qualcuno di voi l’ha già riconosciuto. È un numero portato tristemente agli onori delle cronache da Henry Houdinì. Ora io mi farò chiudere all’interno di questa teca, immobilizzato da manette e lucchetti, dopodiché la vasca verrà riempita d’acqua e starà a me uscirne in tempo. Vi va, dunque, di partecipare con me a questa scommessa?»

Il pubblico applaude, e con lui anche Kaito. Sorriderebbe così se sapesse che il signor Houdinì nominato prima è morto nel tentativo di compiere questo numero? Ma il bambino non lo sa, e continua ad applaudire.

Come annunciato, il prestigiatore si fa legare, invitando persone del pubblico a controllare che non ci siano trucchi; poi la vasca viene riempita e, poco prima che la teca sia coperta con un telo, Kaito ride all’occhiolino rivoltogli dal padre.

Non sa che sarà l’ultima volta che vedrà il suo volto.

Kaito aspetta, fiducioso. La mamma guarda l’orologio, sempre più ansiosa.

«Mamma?»

La donna ignora il bambino: «Che sta facendo? Dovrebbe essere già fuori...»

E poi è un attimo.

Non si capisce cosa sia successo, ma il palco ha preso fuoco. Il sipario è in fiamme e il pubblico, approfittando che lo spettacolo è tenuto all’aperto, inizia a darsela gambe. La madre di Kaito cerca di correre verso il palco e il bambino tenta di inseguirla, ma uno striscione in fiamme cade loro davanti, bloccando il passaggio.

Qualcuno, non sa chi, afferra Kaito alle spalle e lo trascina via.

Kaito non vuole andare. Deve salvare il suo papà.

«Aiutatemi! Il palco sta bruciando! Mio papà, mio papà è sopra quel palcoscenico! Aiutatemi!»

Ma il suo grido rimane inascoltato. Kaito è trascinato via, mentre suo padre annega fra le fiamme.

«Aiutatemi! Il palco sta bruciando! Mio papà, mio papà è sopra quel palcoscenico! Aiutatemi!»

E a lui non rimane altro che gridare ancora.

 

 

 

«Tasukete kure… Hi ga butai wo moyaseOtousan ga, otousan ga ano butai ni iru… Tasukete kure…»

«Kaito!»

Il ragazzo sbatté le palpebre più volte. Era tornato dal suo personale inferno.

Con voce impastata, disse: «Cosa...»

I suoi occhi appannati misero a fuoco una familiare testa rossa e una figura scura sopra di lui. A quanto pare era coricato a terra.

«Riesci a sentirmi, Kuroba?»

«Professor Piton...»

L’insegnante gli toccò la fronte: «A quanto pare sei tornato fra noi.»

Ginny alle sue spalle squittì: «Kaito!»

Kaito sorrise tristemente: «Tranquilla, Ginny, sto bene...»

Un sospiro gli fece alzare lo sguardo.

«Io non direi proprio. Ti sei messo di nuovo a tremare e urlare come un pazzo.»

Il prestigiatore rispose: «A quanto pare sta diventando più abituale di quanto vorrei...  Sheridan?»

Solo in quel momento, infatti, il ragazzo si era accorto di chi aveva parlato. La Malandrina lo guardò con le braccia incrociate: « , sì. C'era la partita, cosa dovevo fare, starmene in biblioteca a studiare?»

Il ragazzo annuì. Si sentiva spossato. Era certo che le gambe non lo avrebbero retto, sentiva come se la forza di gravità lo stesse premendo contro l’erba. Non riusciva neanche a mettersi seduto. Probabilmente la stanchezza di quelle settimane si stava manifestando tutta insieme.

«Professore, perché lei...»

«Perché ero il più vicino e perché il professor Lupin è momentaneamente indisposto. Hai qualcosa in contrario?»

Kaito sorrise: «Niente affatto. Mi stupiva solo che fosse nel nostro settore e non in quello dei Serpeverde.»

Con un gesto della bacchetta, Piton lo sollevò.

«Non affaticarti, Kuroba. Penso che Grifondoro stasera avrà due letti liberi.»

Kaito borbottò: «Due?»

«Temo che ti sia perso anche il finale della partita.»

«Perché, che è successo?»

 

 

Harry, quando i tutti i suoi compagni di squadra si allontanarono, pensò di essere rimasto solo.

«Ehi!»

Il ragazzo con la cicatrice si voltò a sinistra: «Kaito! Ma cosa...»

«A quanto pare io e te facciamo coppia fissa!»

«Già. Che ci fai qui? Non ti avevo visto...»

Il prestigiatore rispose: « Mi è venuta un’altra... crisi Dissenatoria delle mie, definiamola così. Mi ha portato qui Piton poco dopo di te. Il che mi ha un po’ sorpreso, in realtà... non credevo che sapesse cosa fare con dei Dissennatori.»

Harry sorrise tristemente: «Neanche poi tanto, dopotutto sono anni che punta alla cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.»

«Davvero? In effetti me lo vedo, con quel mantellone scuro e la faccia serissima... no, sinceramente, l’hai mai visto ridere una volta?»

Harry rise, ma Kaito rimase serio e sospirò.

«Io sarò bloccato qui per un paio di giorni. Madama Chips ha scoperto che sono settimane che non dormo, credo mi darà un sonnifero stanotte.»

Harry lo guardò preoccupato: «Non dormi?»

«Già... e finalmente ho capito cosa sogno.»

«Cosa?»

Kaito guardò il soffitto: «Di morire come mio padre.»

Harry non disse più nulla. Nessuno lo poteva capire quanto lui.

 

«Allora, ci siamo chiariti?»

Kaito annuì, un po’ scocciato: «Al primo accenno di incubi prendo la pozione.»

Madama Chips gli puntò un dito contro: «E guai a te se vengo a sapere che passi ancora settimane in bianco!»

Il ragazzo uscì dall’infermeria mettendo la boccetta in tasca. Non era ancora convinto che un sonnifero potesse risolvere tutti i suoi problemi. E se gli si avvicinava ancora un Dissennatore che faceva, gli tirava la pozione, sperando che ronfasse e che lo lasciasse in pace? Senza contare che stavolta non aveva avuto la privacy della prima volta, e che quasi sicuramente i Serpeverde non lo avrebbero lasciato in pace. , almeno non si sarebbero concentrati solo su Harry.

«Posso parlarti, Kaito?»

Il ragazzo si voltò: «Professor Lupin! Si è ripreso?»

L’uomo sorrise: «Diciamo di sì.»

Aveva proprio l'aria di chi è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più largo e c'erano ombre scure sotto i suoi occhi. Nonostante questo, l’uomo si preoccupò subito per il suo allievo: «Piuttosto, ho saputo che ci sei ricascato.»

«Così dicono.»

Lupin lo guardò comprensivo: «E tu cosa dici?»

«Che non capisco perché proprio a me. Sono davvero così... sensibile?»

«Non ha niente a che vedere con la sensibilità. I Dissennatori tormentano te più degli altri perché nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno vissuto. I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l'aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui... malvagio e senz'anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita.  E da quel che ho capito, tu ne hai vissuta una particolarmente pesante, che ancora ti tormenta.»

Kaito fece un mezzo sorriso: «Bel discorso, prof. L’ha provato?»

Lupin rise: «In effetti poco fa l’ho fatto anche a Harry. Anzi... potresti unirti a noi.»

«Per fondare un bel comitato “Abbasso i Dissennatori, mandiamoli a casa”?»

«Per alcune lezioni serali extra per imparare a difendersi da loro.»

Lo sguardo di Kaito s’illuminò: «Si può fare?»

«Non è semplice, ma sì, ci sono dei modi per difendersi. Anche se ti avverto, ho già dei dubbi che ci possa riuscire Harry, e tu sei un anno indietro.»

Kaito sorrise, per la prima volta sinceramente dall’incontro col Dissennatore: «Mi creda, le sfide non mi spaventano affatto!»

«Allora ti farò sapere. Buona giornata, Kaito.»

«Buona giornata, professore!»

Sì, con una speranza di risolvere il problema, la sua giornata sarebbe stata decisamente migliore.

 

 

Buongiorno a tutti! Dai, per questa volta ho deciso di aggiornare un po’ prima di quanto avevo previsto... so bene che questo capitolo è un po’ più corto, ma mi sembrava sufficientemente pesante da non dover aggiungere altro. Adesso vi è chiara la famosa frase in giapponese che non avevo tradotto tre capitoli fa? Come vedete, piano piano, le risposte arrivano tutte... insieme con altre domande, lo so, ma altrimenti che gusto ci sarebbe? Un ringraziamento ancora grosso come una casa a Noemi per il supporto per il giapponese!

E, per rimanere in tema, come al solito ringrazio Lunaby, Tsuki no Sasuke, Giorgia_Weasley e darkroxas92 per le recensioni, sempre graditissime!

Prossimo capitolo? Sarà di nuovo Natale, e saranno di nuovo guai per Kaito Kid... o forse, per stavolta, sarà Kaito Kuroba ad avere le sue beghe?

Alla prossima!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hinata 92