Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: m o o n l i g h t    08/09/2014    7 recensioni
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
La luce è speranza
il buio paura
la prima innalza
il secondo cattura
se il nero imprigiona
con tentacoli neri
della luce brillante
ferma i poteri
solo chi ha il dono
gli innocenti potrà salvare
e nelle loro vite
la speranza riportare
i doni son quattro
rari e potenti
e quattro le creature
che li portano incoscienti
il primo è la gioia
il gioco, l'ebrezza
quando nel buio
questa si spezza
il secondo è la bontà
per saper curare
di qualunque natura sia
qualsiasi male
il terzo è la saggezza
potente mistero
colui che la possiede
sa sempre il vero
il quarto è il coraggio
di cambiare il fato
i fare ciò che è giusto
e anche ciò che è sbagliato
non so se tu creda
che sia leggenda o realtà
ti dico solo questo :
osserva ciò che accadrà
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VII. C . A . V . A


Hiccup

-Dove sei?-.
'Già, dove sono?' si chiede.
-Dove sei?- ripete la voce, seguita da svariati echi.
-Non lo so- risponde, confuso dalla situazione.
-Dove sei?- dice per l'ennesima volta la voce misteriosa, propagandosi nel buio che lo circonda completamente.
-Ti ho detto che non lo so! Non vedo nulla!- urla straziato Hiccup.
-Apri gli occhi allora- sussurra una voce vicino a lui. Il ragazzo sussulta e si gira di scatto, ma il buio lo acceca ancora.
-Sono già aperti- risponde esasperato.
-Ma il tuo cuore no- sussurra nuovamente la voce.
Qualcosa sfiora il petto del castano, portandolo a indietreggiare. Ma la mano lo raggiunge ancora, posandogli di nuovo il palmo sulla cassa toracica.
Improvvisamente, un forte calore lo pervade, e tutto si fa completamente bianco. Un'atmosfera afrodisiaca lo travolge.
Momentaneamente accecato dalla luce improvvisa, si guarda intorno, cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
Subito, una figura si fa strada nel suo campo visivo. Inizialmente sfocata, ma pian piano più nitida.
-Mamma- sussurra Hiccup. La voce strozzata.
-Tesoro mio, sono qui- risponde la donna, aprendo le braccia verso di lui.
-No, tu sei morta- dice, sempre con voce rotta, il castano, indietreggiando spaventato.
-Eppure sono davanti a te- risponde calma lei, schiudendo le sottili labbra in un dolce sorriso.
-Vieni da me- continua, le braccia ancora aperte.
-Non posso, non sei reale- risponde sempre più nervoso il ragazzo, fissando intensamente gli occhi verdi della madre, uguali ai suoi.
-Io non me ne sono andata- sussurra, cambiando improvvisamente tono, la donna, avvicinandosi lentamente al figlio.
-C-cosa..- comincia lui, ma viene subito interrotto.
-Non tutto è come sembra- continua la madre, ora ha alzato la voce.
-Cosa intendi?- chiede nervoso il castano.
-Il mondo non è nero e bianco.  Non ci sono solo due facce della vita. Ci sono mille sfaccettature. Talvolta tutto l'universo collabora per farci crede in ciò che è fittizio- risponde seria lei, ormai è praticamente di fronte al ragazzo.
-Non...non capisco- farfuglia lui.
-Ciò che se ne va, ciò che muore, lo fa solo nella vita di tutti i giorni. Il nostro cuore e la nostra mente conservano sempre tutto. E' lì che devi andare a cercare. E' dove troverai tutte le risposte. La vera saggezza è lì dentro, figlio. Non lasciarti abbindolare- sussurra la madre, posandogli una mano affusolata sul petto.
-Tutto ciò che ti servirà, tutto ciò che vorrai, lo troverai qui. Lui non vuole che ti parli, lui non vuole che tu mi veda. Cercami, sarò lì ad aspettarti. Sempre- dice infine, sempre a bassa voce, la donna. Immobilizza le iridi in quelle del figlio per alcuni istanti. Si guardano, scavandosi nell'animo reciproco.
Improvvisamente, del fumo nero avvolge completamente la madre, allontanandola velocemente da Hiccup.
-MAMMA!- urla lui, allungando una mano in direzione della donna.
-Lui non potrà separarci all'infinito!- urla di rimando questa, allungando a sua volta il braccio, ma il fumo nero la continua a trascinare via.
-Fa come ti ho detto! Ti prometto che aspetterò!- conclude infine, per poi scomparire in un'enorme nuvola scura.
Di colpo, tutto l'ambiente ridiventa buio, schiacciando Hiccup, che cade sulle ginocchia.


Si alza a sedere.
Grosse gocce di sudore freddo gli scivolano sul viso, per poi cadere sulla leggera coperta che lo avvolge. Sbatte un paio di volte le palpebre, ma lo sesso buio del sogno lo circonda, lasciandolo cieco.
-Mamma- sussurra impercettibilmente, cominciando a tremare. Si passa una mano fra i capelli scompigliati dal sonno.
Opta per una boccata d'aria fresca, l'oscurità che lo sta opprimendo gli fa mancare quasi il respiro. Tira da parte la coperta, e posa le gambe sul freddo pavimento.
Si alza piano, cercando di non svegliare Jack, che dorme in un materasso come il suo lì di fianco, e cammina sileziosamente verso la porta.
La stanza è piuttosto piccola, e, inevitabilmente, sbatte un piede contro il muro di legno. Subito si volta verso il moro, per vedere se si è svegliato.
Questo si muove appena, farfugliando qualcosa.
-Prendi...stone...Kate...- pero poi girarsi sul fianco e riprendere a russare. Il castano lo guarda confuso, ma poi si volta ed esce dalla stanza.
Cammina, sempre piano, verso l'uscita. Vicino al portone, appollaiato su uno sgabello troppo piccolo per la sua stazza, dorme beato North, stringendo fra le grosse dita le due sciabole.
Hiccup sorride, ed esce dall'abitazione.
La brezza fresca della notte lo avvolge, facendogli tornare il respiro regolare. Inspira profondamente l'aria pulita, alzando lo sguardo al cielo blu.
Le stelle sono tantissime, questa notte. Tutte le nuvole sono scomparse, lasciando in vista anche la Luna. Si guarda intorno. Dovunque si giri vede solo erba e qualche piccolo albero, di tanto in tanto.
Per un attimo si ferma a riflettere su tutto l'accaduto di quei quattro giorni. E' bastato così poco, per cambiare completamente la sua vita.
'Ma in meglio o in peggio?' si chiede. 
Forse non avrebbe mai dovuto seguite Merida. Forse avrebbe dovuto fermarla e riportarla al castello.
O magari sta solo sognando. Insomma, è una possibilità più realistica di tutta la faccenda che stanno vivendo.
Si gratta la nuca, sovrastato da tutti i pensieri che gli affollano il cervello. Ancora con la mente altrove, comincia a camminare, dritto davanti a sè.
Ma vede solo erba alta, quindi inverte la rotta, dirigendosi verso la casa, per poi sorpassarla e camminare dietro essa. Più avanti, vede qualche masso, e di fianco un piccolo rivolo d'acqua.
Continua a marciare verso il fiumiciattolo, gli occhi persi nei pensieri e le braccia incrociate. Stringe al petto il taccuino rovinato.
Tutto ciò che gli era stato rivelato da North e, per quel che gli aveva realmente detto, dalla strega, lo stava confondendo. Quindi, aveva deciso di scriversi tutto sulle pagine ingiallite del suo Adiuva.
Può sembrare strano, ma è l'unico modo per tenere tutto sotto controllo, in più quel libricino così vecchio e logoro lo stimola tantissimo. Mentre scarabocchiava sulla sua carta, sentiva quasi la mano scrivere da sola. Tutte le idee si sistemavano bene nella sua mente, formando un'immagine chiara e nitida.
Ma, appena chiuso il taccuino, la confusione e l'ansia lo aveva preso di nuovo, facendolo rimane in silenzio per quasi tutto il resto della serata.
Dopo mangiato, North ha continuato a ripetere, sempre mantenendo il suo accento nordico, di quanto fosse "Felice di incontrare voi", tirando pacche che buttavano per terra tutti.
Presi dal sonno, hanno deciso di 
comune accordo di andare a dormire. Il padrone di casa ha sistemato quattro materassi, due in una stanza e due in un'altra (quella casa ha più stanze di quante ne dimostri apparentemente) e, dopo nemmeno due minuti, tutti si sono addormentati profondamente.
Una leggera folata di vento gli scuote i capelli castani.
E' ormai a qualche metro dal fiumiciattolo, quando, dietro a un masso vicino ad esso, spunta un ricciolo cremisi.
Un sussulto lo coglie. 
'Che ci fa qui?' si chiede confuso.
'Beh, anche tu ci sei' si riprende da solo.
Durante tutta la giornata, Merida non gli ha rivolto la parola. Solo sbuffi e occhiate fugaci.
Non ha ancora capito se è arrabbiata per qualcosa, ma lui non ha fatto nulla, se non affogare come un'incapace.
Ripensando all'accaduto, avvampa per l'imbarazzo. Non avrebbe mai voluto fare una figura simile. Ha rischiato davvero grosso.
Ma, riscuotendosi, decide di parlare con la ragazza, che ancora non si è accorta di lui.
E' rannicchiata davanti al sasso, le ginocchia strette al petto da un braccio, mentre l'altro tiene un bastone secco, con cui disegna piccoli ghirigori nell'acqua scura del fiumiciattolo.
Hiccup si avvicina lentamente, cercando di fare meno rumore possibile. 
Arrivato a qualche centimetro di distanza, si siede piano sull'erba, di fianco a lei.
Merida non si accorge subito della presenza del ragazzo, che la guarda 
ancora sfiorare l'acqua col ramoscello. Fino a quando Hiccup non parla.
-Che disegni?- chiede questo, alzando un angolo della bocca.
La rossa sussulta, presa alla sprovvista.Ma, appena incontra gli occhi verdi dell'amico, lo guarda e fa per alzarsi.
Lui però la prende per un polso, trascinandola di nuovo a terra. Lei, per qualche attimo, pone una lieve resistenza, per poi arrendersi e buttarsi di peso sull'erba.
-Cosa vuoi?- chiede scontrosa, fissando con astio il castano.
-Ti ho chiesto che disegni- risponde tranquillo lui, indicando il bastone nelle mani della ragazza.
-Nulla- borbotta secca lei, distogliendo lo sguardo.
-Non si può disegnare il nulla- osserva Hiccup, portandosi le ginocchia al petto.
-Eppure lo sto facendo- risponde lei, ricominciando a passare il ramo sul livello dell'acqua.
Rimangono per qualche minuto in silenzio, lei a disegnare strane forme e lui a guardare, in cerca di qualcosa da dire.
Ma, mentre il castano sta ancora scervellandosi per trovare le parole, la rossa si ferma. Si volta verso di lui, e lo fissa intensamente.
Quel contatto visivo persistente fa arrossire il ragazzo, che distoglie lo sguardo, imbarazzato.
La ragazza ride leggermente, per poi alzare gli occhi alla volta celeste. Rimane immobile per qualche istante, prendendo un grosso respiro.
-Scusami- dice lei semplicemente, quasi in un sussurro e sempre mantenendo lo sguardo alto.
-C-come scusami?- chiede confuso lui, guardandola.
-E' stata colpa mia- risponde piano la rossa, guardandolo a sua volta.
Hiccup la guarda per qualche secondo, non riuscendo a capire a cosa si riferisca.
-Lo sapevo, ma ti ho obbligato comunque a tuffarti. E...e tu stavi per...- ma si blocca, incapace di continuare.
Lui la fissa, e lei distoglie lo sguardo, gli occhi le cominciano  diventare lucidi.
-Senti, non è colpa tua. Cioè, non proprio. Insomma, avrei dovuto dirlo e...- comincia a farfugliare lui.
'Allora è per questo che mi evitava' pensa, perplesso. 
-Sì che è colpa mia! Non faccio nulla di buono, io, se non rovinare la vita di chi mi sta vicino! Sono una mina vagante. Tutto ciò che so fare è tirare frecce a destra e a manca e urlare isterica contro la gente!- urla lei. Improvvisamente, un singhiozzo strozzato la prende, seguito poi da altri.
Hiccup la guarda ancora, incapace di trovare parole per confortarla.
-Sono una granata- sussurra infine, fissando l'acqua scura.
Lui rimane in silenzio, ad assorbire a pieno le parole della ragazza.
-Merida- prova a dire, ma è incapace di continuare.
Lei lo imita per qualche minuto, silenziosa e immobile. Poi, volta il capo, e accenna un sorriso. Gli occhi lucidi.
-Scusa. Non volevo renderti partecipe ai miei scleri incontrollabili- dice.
Lui sorride a sua volta.
-Non è vero che rovini la vita a chi ti sta accanto- comincia a dire, senza smettere di guardare la rossa. Questa distoglie lo sguardo, aprendo la bocca per parlare, ma lui la interrompe subito.
-Forse sei impulsiva, e testarda, e alcune volte anche sfacciata- a questa frase il castano ride lievemente, seguito da Merida.
-Ma sei anche gentile, simpatica, e coraggiosa- conclude lui, sorridendo.
Lei lo guarda, gli occhi ancora lucidi, ma le labbra schiuse in un sorriso riconoscente.
-Sai, credevo di averti fatto qualcosa- afferma Hiccup, grattandosi la nuca.
-Tu fatto qualcosa a me?- ride sbalordita la rossa.
-Mi evitavi e qualsiasi cosa ti dicessi mi rispondevi sbuffando. Pensavo di averti offesa o...non so- finisce imbarazzato il castano.
Lei continua a ridere, divertita dall'espressione dell'amico. Lui la segua a ruota, quasi subito.
Dopo qualche minuto, smettono, contemporaneamente. Rimangono in silenzio, a contemplare la volta celeste impregnata di stelle luminose.
Hiccup, cominciando a sentire la stanchezza, fa per alzarsi.
-Credo che ora dovr...- ma viene interrotto bruscamente da Merida.
-Cos'è successo? Undic'anni fa, intendo- dice, quasi in un sussurro, continuando a mantenere lo sguardo alto.
Lui rimane qualche secondo interdetto, poggiato a terra solo sul palmo della mano  e su una gamba.
Si aspettava quella domanda, ma non in questo momento.  Resta immobile, fissando la ragazza. Infine, si lascia in un sospiro e si risiede sull'erba.
-Perchè me lo chiedi ora?- dice, spostando le iridi sul fiumiciattolo.
-Perchè non ora?- chiede di rimando Merida.
Lui sospira nuovamente, arrendendosi all'insistenza della rossa.
-Noi ci eravamo trasferiti, ricordi no? Ci eravamo traferiti nel tuo clan. Siamo rimasti lì per un'anno, l'anno in cui siamo stati insieme. Ma poi ci siamo dovuti spostare. Non mi hanno mai detto il perchè, io non l'ho mai saputo, e non lo so nemmen...- ma si blocca improvvisamente.
Lei lo guarda, confusa. Lui ha gli occhi sbarrati, fissi nel vuoto.
-E invece lo so- sussurra, più a se stesso che all'amica.
Quando North gli ha detto della madre, che l'ha conosciuta, aveva pensato ad un possibile incontro quotidiano.
Ma no, lei...
-E' andata in guerra- dice in un soffio.
Merida continua a fissarlo, più confusa che mai.
-Ma cosa stai blaterando?- chiede.
-Mia madre. E' morta in guerra. Ecco perchè ci siamo trasferiti, per mandarla a combattere. Ma perchè lei, perchè non mio padre? Lui sarebbe stato sicuramente più adatto alla battaglia. Perchè è andata mia madre?- comincia a borbottare, facendo affiorare milioni di domande nella sua mente.
La rossa, cominciando a capire, prova a cercare qualche ipotesi possibile, ma senza successo.
'Ho segnato tutto. Tutto quello che mi hanno detto. Ma non capisco...' pensa, esasperato.
La ragazza, notando l'espressione perplessa dell'amico, gli poggia una mano sulla gamba.
-Non preoccuparti, domani chiederemo tutto a North- dice, sorridendo rassicurante. Lui, pur non convincendosi del tutto delle parole della rossa, sorride a sua volta.
-Comunque, io ho cercato di convincerli a restare lì. Avevo trovato un posto dove stavo veramente bene, dove avevo qualcuno a cui tenere
davvero -, a queste parole, Merida arrossisce appena.
-Ma non mi ascoltavano, continuavano a parlare tra loro, senza rendermi mai partecipe. Infine, me ne sono andato- conclude, con una nota di malinconia nella voce.
-Eppure non sembravi triste- sussurra lei.
-Invece lo ero, ma i miei mi hanno detto che era per una buona causa. Che dovevamo farlo. Ma ti assicuro che non sei stata l'unica a soffrire- risponde calmo il castano.
La rossa lo guarda di sottecchi, incontrando le iridi verdi del ragazzo fisse su di lei.
'Non sei stata l'unica affatto' pensa amaro Hiccup.
Il periodo dopo il distaccamento con quella bimba ricciolina gli ha lasciato un vuoto che lo ha accompagnato sempre, forse assottigliandosi, ma senza mai andarsene del tutto.
Non ha più fatto veramente amicizia con qualcuno.
Non ha più fatto scampagnate nei boschi alla ricerca di tesori nascosti e draghi sputafuoco.
Non ha più provato quel calore della sicurezza di avere una persona sempre pronta a starti vicino.
Eppure ora, quella bimba è davanti a lui.
Certo, è cresciuta. Ma gli occhi, quegli occhi fatti dell'acqua più cristallina, sono gli stessi di undici anni fa.
Quegli occhi che lo guardavano eccitati per un nuovo gioco, e questi occhi che lo guardano adesso, quasi rasserenati dalla confessione appena fatta.
Rimangono silenziosi, a contemplare la profondità delle iridi dell'altro. A cercare di trovare quella serenità di un tempo.
Ma qualcosa li fa sussultare.
Un potente botto, seguito da un'urlo agghiacciante, proveniente dalla dimora di North.
Si voltano verso la casupola, allarmati. Scattano in piedi e si guardano.
-Cos'è stato?- chiede in un soffio preoccupato la rossa.
-Non lo so- risponde il ragazzo, deglutendo.
Subito, corrono verso l'abitazione.
 

♦  ♦  ♦
 
Rapunzel
Qualcosa le tocca il piede nudo.
Fino ad un attimo fa stava sognando, per l'ennesima volta, la scena con la donna e la zuppa di nocciole. Ormai era dall'incontro con l'anziana signora che sognava la stessa cosa.
Senza, però, capirne il significato.
'Zuppa di nocciole...ma che significa?' si era continuamente chiesta, torturando prontamente le ciocche dorate di capelli.
Ma ora qualcosa l'ha appena destata dall'ormai noto sogno, sfiorandole le dita infreddolite del piede. Subito lo ritira, nascondendolo sotto la coperta.
Si alza di scatto seduta, girando nervosamente il capo e facendo oscillare la lunga chioma.
-M-Merida?- prova a sussurrare, sperando che a toccarla sia stata l'amica. Ma nessuna risposta arriva a rassicurarla.
Si rannicchia sotto le coperte, con gli occhi lucidi spalancati a cercare nel buio qualunque cosa l'abbia svegliata.
-C-chi è là?- dice, cercando di mantenere, senza risultato, il tono fermo.
-Chi è quà, vorrai dire- risponde, in un sibilo maligno, una voce di fianco al suo orecchio.
Terrorizzata, scatta in piedi e indietreggia, andando a sbattere pesantemente e provocando un forte botto.
Anche se nella stanza il buio sembra più pesto che mai, riesce ad intravedere, poco distante da lei, una figura. Ancora più nera e oscura della buia camera.
-Stai calma, mia cara Rapunzel- sibila di nuovo la voce maligna, mentre si avvicina alla ragazza.
Questa è come impietrita. Non riesce a muoversi, nè a parlare. Non riesce nemmeno a respirare.
Improvvisamente, l'uomo davanti a lei le sfiora i lunghi capelli biondi.
Una strana sensazione la coglie. Il vuoto, proprio nella zona del petto, la divora, lasciandola come cadere nel nulla più assoluto.
Non ne è del tutto sicura, ma crede di aver appena urlato, perchè sente ancora l'eco della sua voce rimbombarle nella testa, ormai fattasi troppo pesante.
Si accascia a terra, non riuscendo più a sentire il suo corpo.
Tutto comincia a farsi ovattato, i pensieri non si chiariscono nella sua mente.
Ma, di colpo, tutta questa sensazione di terrore profondo, la abbandona, e la ciocca che fino a pochi istanti fa era stretta tra le dita della figura nera, le ricade leggera sulla schiena.
Sente una voce lontana chiamare il suo nome, ma prima di poter rispondere, tutto si spegne intorno a lei, lasciandola sola.

Una luce abbagliante oltre le sue palpebre le fa strizzare gli occhi.
Fa ricadere il capo di lato, cercando di evitare il fascio chiaro sopra di lei. Coprendosi la vista con un braccio, prova ad aprire piano gli occhi, per poi richiuderli subito.
-Rapunzel, sei sveglia?- chiede un Hiccup visibilmente preoccupato.
Di colpo, tutto le ritorna a mente.
La figura scura, più nera della notte. Il fatto che sapesse il suo nome. E tutto quello che era successo dopo, lo ricorda in modo confuso e frastagliato. Un termito la percorre per intero al ricordo del vuoto provato.
-Lascia riposare ancora biondina, ha bisogno di rimettere in forze- dice la voce rassicurante di North, che posa una mano sul capo di Rapunzel.
Ma questa, più per non far preoccupare gli amici che per altro, cerca di mettersi lentamente a sedere.
Sotto di lei sente qualcosa di morbido, probabilmente l'hanno rimessa sul suo materasso. Apre piano gli occhi, e davanti si ritrova quattro visi preoccupati.
Merida, alla sua sinistra, la fissa con i suoi occhi acquamarina, accennando un sorriso. Ai suoi piedi, Jack la guarda preoccupato. La bionda prova a sorridergli, per rassicurarlo, e questo risponde alzando un angolo della bocca. A destra Hiccup è intento a discutere con North di quacosa che Rapunzel non riesce completamente a capire.
-...ma com'è possibile? Perchè è andato proprio da lei?- esclama confuso il castano, gesticolando.
-Io non so. Ma è Pitch Black, lui è capace di tutto- risponde sottotono l'uomo, girandosi a guardare la ragazza, ancora leggermente intontita.
-Che è successo?- chiede questa, massaggiandosi la fronte sudata.
-Creatura oscura ha trovato voi- risponde, cercando di mantenere la calma, North, guardandola accigliato.
Un leggero sussulto la prende, al pensiero che quella notte ha avuto davanti niente meno che l'assassino di Axìà.
-E-era...- prova a dire, ma il labbro inferiore le trema visibilmente, e cerca di fermarlo trattenendolo coi denti.
Jack, accorgendosi dell'espressione dolorosa della ragazza, allunga una mano verso la gamba scoperta di lei, che lo guarda. North si alza di colpo, seguito a ruota da un Hiccup desideroso di risposte.
-Ma, non riesco a capire. Doveva prendersela con te, tu sei il padrone di casa, e il più forte tra noi. Doveva venire da te- dice nervoso il castano, continuando a gesticolare e camminando dietro all'uomo.
-Hic!- lo riprende Merida, guardandolo accigliata.
-No, ragazzo ha ragione. Tranne su una cosa. Io non essere più forte di voi- dice tranquillo l'uomo, guardando intensamente i ragazzi.
-Ma se sei pieno di muscoli e di tutte quelle armi- dice allusiva la rossa, facendo cenno alle braccia possenti di North.
Questo sorride, soddisfatto dall'osservazione della ragazza.
-Io avere molti muscoli, vero- dice contento, posando i grandi pugni sui fianchi.
-Ma loro non sono vera chiave di forza- aggiunge, ora in un tono più sereno e calmo.
-Punzie, i-i tuoi capelli...- dice, in un soffio nervoso, Jack, indicando col dito un punto impreciso dei capelli della bionda.
Tutti si voltano a guardarla, cercando a cosa si riferisce il quasi-moro, subito imitati dalla stessa Rapunzel. 
Mezza nascosta dal resto dei capelli, si fa strada una ciocca identica alle altre, ma più scura. Castana, e molto più secca e rovinata. Subito spalanca gli occhi e la prende fra le dita, guardandola spaventata. Non è molto grande, ma è in netto contrasto col resto della chioma, chiara e lucente.
-Questo è effetto che fa Pitch. Tu stata fortunata che lui toccato solo capelli- dice a bassa voce North, guardando preoccupato gli occhi verdi della ragazza.
-Ma perchè ha attaccato lei? Siamo in cinque. Eppure è andato solo da lei- dice, con una nota di panico nella voce, Jack.
-Io...io non so. Davvero. Ma siete stati tutti fortunati, poteva finire peggio faccenda- risponde pensieroso l'uomo, lisciandosi la barba con indice e pollice.
-Probabilmente, se non ti avessimo sentito...beh, ora saresti...- osserva cupa Merida, guardando l'amica. Rapunzel la fissa rassicurante, ma al contempo lievemente confusa.
Fino ad un giorno fa quasi, la rossa trasmetteva solo astio nei suoi confronti, mentre ora sembra quasi triste davanti alla bionda che ha rischiato la vita.
Vicino a loro, North cammina avanti e indietro, pensieroso. Prima si massaggia la pancia rigonfia, poi si pettina la barba sbiancata, si gratta la testa, ed infine batte il pugno destro sulla mano sinistra aperta.
-Shostakovich! Perchè non ci avere pensato prima!- esclama eccitato l'uomo, scrutando con sguardo febbricitante i ragazzi.
-Oggi noi faremo C. A. V. A!-.
 
♦  ♦  ♦
 
Jack
-Sta attento con quell'affare spara-ghiaccio!- urla, imbestilita, Merida, fissando corrucciata il bastone in mano al ragazzo e togliendosi un pezzo di ghiaccio dai riccioli cremisi.
-Se tu stessi più attenta, invece di continuare a fissare quel coso di paglia, mi faresti un gran favore!- risponde lui, indicando il "manichino", se così si può chiamare un mucchio di paglia tenuta in cima ad un bastone con dei fili.
All'esclamazione di North, nessuno aveva capito a cosa si stesse riferendo.
Con C. A. V. A. voleva intendere, come lo chiama lui, Corso Velocizzato per Utilizzo di Adiuva.
Ci avevano provato più volte a spiegargli che le iniziali non corrispondevano, ma lui era, ed è, talmente eccitato da non dargli retta.
Ed ora sono fuori dalla casupola, a cercare di capire come usare i rispettivi Adiuva.
Merida è ferma davanti al "manichino", con circa una ventina di frecce impalate tra la paglia. 
Hiccup è seduto, con di fianco uno Sdentato curiosissimo, a scarabocchiare nuovamente sul suo taccuino.
Rapunzel è insieme a North, che le sta spiegando qualcosa che Jack non riesce a sentire.
Mentre lui, è in piedi, gambe divaricate, braccia tese davanti a lui,dita strette intorno al bastone, e ghiaccio che vola a destra e manca.
-Ma fammi il piacere!- urla di rimando la rossa, gesticolando con l'arco in mano.
-Jack- lo chiama Hiccup, che si è appena alzato e sta camminando velocemente verso il quasi-moro, seguito dal drago.
-Che c'è?- chiede nervoso Jack, ancora irritato dalla ragazza. Il castano arriva davanti a lui, e allunga una mano verso il bastone.
-Posso?- chiede gentilmente, alludendo all'Adiuva. Lui risponde con un cenno d'assenso, dando l'oggetto nelle mani dell'amico.
-Per  me stai sbagliando posizione- afferma sicuro Hiccup.
-Posizione?- chiede confuso Jack, alzando un sopracciglio ormai quasi del tutto bianco.
-Sì- afferma convinto il castano. Si posiziona nel modo in cui pochi attimi prima era il moro, ma, invece di aprire le gambe, le tiene unite.
-Secondo i miei calcoli, divaricando le gambe sbilanci il peso, portando i getti ghiacciati fuori dalla tua portata e dal raggio da te richiesto- osserva, con fare convincente, Hiccup, guardando l'amico. Questo ricambia lo sguardo.
'Ecco che stava scribacchiando' pensa, leggermente infastidito dall'osservazione del ragazzo. Il castano, accorgendosi dell'espressione dell'amico, cerca subito di rimediare.
-N-non voglio dire che tu non sia capace di usare il tuo Adiuva! Dico solo che...beh...che così riusciresti a renderlo più efficace- afferma, ridando il bastone all'amico e sorridendo.
Jack annuisce, alzando un'angolo della bocca.
-Okay, amico. Proviamo- dice sicuro, imitando la posizione assunta poco fa da Hiccup. Si concentra il più possibile, canalizzando tutte le sue attenzioni sul bastone.
In realtà non gli riesce troppo difficile, sparare ghiaccio. E' quasi naturale. Come se fosse sempre stato capace di farlo, solo inconsapevolmente.
Chiude gli occhi, respira col naso e stringe le dita sull'Adiuva, fino a rendere pallide le nocche.
Improvvisamente, è come se un fiume in piena scivoli sopra di lui, scorre su tutto il suo corpo, dentro e fuori. Arriva alle mani, ancora strette sul bastone, e si riversa su di esso.
Finalmente, apre gli occhi.
Dalla punta ricurva dell'Adiuva, un getto di ghiaccio è partito, finendo dritto davanti a lui.
Un enorme sorriso compiaciuto si dusegna sulle sue labbra, e comincia a saltellare, sparando ghiaccio da tutte le parti.
-Hai visto?- chiede eccitato Hiccup, sorridendo a sua volta.
-E' fantastico!- urla su di giri il quasi-moro.
-Era meglio che ti tenevi i tuoi calcoli per te. Ora è impazzito- afferma scocciata Merida, ma senza riuscire a trattenere una risata serena.
Senza essersene reso conto, Jack è arrivato vicino a Rapunzel e North, che però non si sono accorti della sua presenza.
-...dovrai usare con cautela tuo Adiuva- dice a bassa voce l'uomo, posando una mano sulla spalla minuta della bionda.
Lei risponde annuendo, indice e pollice stretti sulla boccetta piena del liquido dorato.
-Tuo dono è importante come altri. Solo che ha altro scopo- afferma rassicurante lui, cercando lo sguardo basso della ragazza.
-Ma così sarò inutile. Non potrò fare nulla per aiutare- risponde rammaricata, alzando le iridi verdi su quelle blu dell'uomo.
-Anche tuo amico Hiccup ha dono simile a tuo. Ma non per questo essere meno importante. Forza non è solo colpire o uccidere, forza è anche proteggere. Amare. Vivere- continua, sempre in tono calmo, North.
Jack continua ad ascoltare i due,cercando di non farsi notare troppo.
-Ma...così solo loro rischieranno la vita!- esclama Rapunzel, portandosi le mani unite al petto.
-Non mi sembra. Pitch da chi essere venuto durante notte?- chiede l'uomo.
Lei abbassa nuovamente lo sguardo.
-Io detto te. Tuo potere, come quello di Hiccup, non essere meno importante. O meno forte. Solo essere diverso. Spero tu capirai- termina con un sospiro, per poi andare ad aiutare Merida, intenta a togliere le frecce incastrate nel manichino.
La bionda rimane ferma, con lo sguardo basso e le dita strette intorno alla piccola boccetta.
Lui la guarda, senza però capire il reale motivo di quella discussione.
Lei si lascia sfuggire un sospiro, e si volta per raggiungere gli amici, ma, a guardarla, si ritrova due iridi, una nocciola e l'altra ormai completamente azzurra.
Lui si riscuote, ricordandosi che non dovrebbe essere lì ad origliare le loro conversazioni private.
-Hai sentito tutto?- chiede mogia la bionda, ma cercando di sorridere.
-Emh...in realtà solo l'ultima parte. Non ho capito molto- afferma nervoso Jack, arrosendo imbarazzato e grattandosi la nuca.
Lei continua a sorridere, un sorriso amaro. Si avvicina lentamente a lui, che la guarda perplesso. Poi si ferma. Abbassa lo sguardo sulla boccetta e la alza, mostrandola all'amico.
-Antiliakó- dice in un soffio.
Lui inclina la testa, senza capire a cosa si siferisca la ragazza.
-Gocce di sole. Ecco cos'è questa roba- spiega lei, scutendo leggermente l'Adiuva e facendo oscillare la sostanza dorata al suo interno.
-Tu hai un bastone che spara ghiaccio, Mer un'arco che non sbaglia mai la mira, e Hic un drago sputafuoco. Insieme siete praticamente indistruttibili- afferma, con tono cupo.
Jack la guarda, ancora senza intendere su cosa lei voglia andare a parare.
-Io invece guarisco- spiega secca, battendosi le mani sui fianchi.
-Voi dovrete stare lì, a farvi massacrare e tutto il resto. Io invece rimarrò seduta ad aspettare che vi uccidano, per poi, forse, salvarvi- continua, con un sorriso amaro sulle labbra carnose.
-Ma, hey, il mio dono è diverso. Certo, se diverso è sinonimo di inutile- afferma amareggiata, ciondolando e allontanandosi dall'amico.
Lui, alle sue spalle, la guarda, senza trovare parole per rassicurarla. Da dietro, si vede la ciocca di capelli più scura, ondeggiare insieme alle altre, bionde e lucenti.
Jack si avvicina, mentre lei sta ancora borbottando tra sè e sè parole incomprensibili, e le prende i capelli scuri fra le dita. Lei si volta, presa alla sprovvista da quel gesto, e lo guarda con le sue iridi verde priavera. Il moro ricambia lo sguardo, sorridendo con un angolo della bocca.
'Quel dannato sguardo...' pensa, ma dalla bocca proferisce altro.
-Se Pitch Black, o come diavolo si chiama, ha attaccato te...beh, io penso un motivo ci sia. Probabilmente devi ancora scoprire il tuo vero potenziale. North ha ragione, la forza non sta esclusivamente nel colpire- dice rassicurante, rendendo leggermente imporporate le guance della bionda, che continua a fissarlo.
-Tu credi?- chiede lei, girandosi completamente ed avvicinandosi.
Lui arrossisce. Il cuore comincia a battere qualche volta di troppo, ma non si allontana. Lascia le sue iridi fisse in quelle della ragazza.
-Ne sono certo- risponde a bassa voce.
Si guardano per qualche secondo, sulle labbra di entrambi disegnato un sorriso, a tratti imbarazzato e sinceramente sereno.
Ma un richiamo da lontano lo desta da quel momento ovattato.
-Non ci credo! JACK, ORA TI UCCIDO!- urla Merida, rossa in volto dalla rabbia, avviandosi a passo fermo verso il ragazzo, che la guarda, incerto sul movente della reazione della ragazza.
-Che ho fatto ora?- chiede, guardando prima Rapunzel, ancora lievemente imbarazzata, e Hiccup, che indica una pozza ghiacciata lì dove poco prima era Merida.
Questa, sullo zigomo destro, ha un livido violaceo. Jack spalanca gli occhi.
-Non ci credo...sei...- ma non riesce a terminare, perchè colto da grosse risate. Si tiene la pancia con le mani, enfatizzando di più l'ilarità della situazione.
-CADUTA! SUL TUO STUPIDO GHIACCIO!- urla in risposta la rossa, ormai a pochi metri di distanza.
-M-Mer...non l'ha fatto a posta- prova a calmarla Rapunzel, allungando le mani verso l'amica.
Si  gira allarmata verso il quasi-moro, in cerca di aiuto, ma questo continua a spanciarsi dalla risate, con le lacrime agli occhi e inginocchiato a terra.
-Sì che l'ha fatto a posta! Ora ti ammazzo!- grida prendendo, per il bordo del collo della maglia, Jack, che smette per qualche secondo di ridere, ma senza togliersi quel sorrisetto spavaldo.
-Oh, mia povera fanciulla, non era assolutamente mia intenzione farla ruzzolare in quella maniera così poco dignitosa- afferma, fingendo un tono galante, il ragazzo, mentre la rossa lascia la presa sul colletto.
-Scimmia, ti ricordo che il mio arco non sbaglia nessun colpo. Ti conviene stare attento- sibila fra i denti lei, guardando con astio Jack.
-Non sbaglia la mira, ma solo davanti a buone cause- afferma, sorridente, Hiccup, che si avvicina con di fianco Sdentato.
Questo, con i suoi soliti occhi vispi spalancati, va verso Merida, e le si butta sopra. Lei cerca di respingerlo, ma alla fine si arrende, buttando le braccia sull'erba.
-Cucciolo ha fermato furia rossa- dice, ridendo, North, che si è aggregato al gruppo.
Tutti scoppiano in una sonora risata, e, anche se cerca di mantenere per qualche secondo un'espressione seriosa, vengono subito imitati dalla ragazza, ancora sotto l'animale.
Lui apre la bocca in un sorriso, mostrando le gengive rosee, e sbuffa ritmicamente. Probabilmente un tentativo di risata malriuscito.
 

♦  ♦  ♦
 
Merida
Davanti, in una ciotola di legno scuro, una poltiglia di cibo informe rimane immobile, come a fissarla, obbligandola a mangiarla.
Dopo la C.A.V.A., che è terminata al tramonto, erano sfiniti e spossati. Più di tutti Merida e Jack, che avevano passato tutto il tempo ad allenarsi, cercando di colpire un qualcosa davanti a loro. Dopodichè, entrati a casa, si erano sdraiati ognuno nel proprio materasso.
Dopo l' "incidente" della caduta sul ghiaccio, il moro e Rapunzel si erano scambiati solo sguardi fugaci, seguiti da imporporamenti (?) delle gote.
'Quei due non la raccontano giusta' aveva pensato.
In poco tempo, North ha preparato quello che non può di certo essere chiamato "cena", ma che almeno, forse, è commestibile.
Ora sono seduti intorno al tavolo di legno, la rossa con l'arco tenuto avidamente sulle gambe, Hiccup col taccuino nascosto sotto la maglia, Jack col bastone appoggiato in equilibro sulla sedia e Rapunzel con la boccetta attaccata alla catenina al collo.
-I-io credo che passo 'sta sera- dice la ragazza, spostando con la posata il malloppo biancastro.
-Ma come? E' mia specialità, tu devi mangiare!- esclama tristemente North, seduto, come sempre, a capotavola, e con la bocca piena.
'E' sempre una tua specialità' pensa irritata, poggiando la guancia sul palmo della mano, col gomito sul tavolo.
-Forza, Mer. Mangia tutto. E' la sua specialità- dice, sarcastico Jack, seduto di fronte a lei. La rossa gli tira una calcio sotto il tavolo,  ma senza riuscire a colpirlo.
-Dai, non è così male- dice sottovoce Hiccup, di fianco a lei.
-Detto dall'abitante del clan famoso per le sue prelibatezze vomitevoli, è da prendere sicuramente alla lettera- dice, ironica. Lui sorride, fa spallucce, ricominciando a mangiare la poltiglia nel piatto.
Merida sposta, disperata, lo sguardo su Rapunzel.
Questa non ha proferito parola da quando sono rientrati in casa. Ora ha gli occhi fissi sulla sua porzione di "specialità", mentre la sfiora con la posata, senza aver ancora fatto un boccone.
La bionda, sentendosi osservata, alza lo sguardo, accorgendosi dell'amica che la fissa confusa. Prova a sorridere, ma senza riuscirci in pieno, e ritorna a guardare il suo piatto.
Merida la fissa ancora per qualche secondo, senza capire il comportamento della ragazza, e poi sposta le iridi su Jack, che finora ha addentato solo un paio di volte la poltiglia davanti a lui. Questo ricambia lo sguardo, disegnando sul viso un'espressione peroccupata, guarda di sottecchi la bionda, e poi ritorna sulla rossa.
L'uomo, accorgendosi dell'atmosfera creatasi, si alza di colpo in piedi, facendo spostare in avanti il tavolo e cadere alcuni bicchieri.
-Rostropovič! Non ho cantato voi mia canzone!- esclama, piazzando i pugni sui fianchi larghi. Tutti lo guardano, perplessi. Tranne Rapunzel, che ha ancora lo sguardo fisso sul piatto.
-C-canzone?- chiede titubante Hiccup, guardandolo preoccupato.
-Sì, mia canzone!- esclama l'uomo, sempre più contento.
Merida sbuffa sonoramente, accasciandosi pesantemente sul tavolo. Jack e Hiccup, invece, ridono, mentre l'uomo comincia ad intonare una strana melodia dai toni nordici, russa probabilmente.
Rapunzel, invece, sembra estraniata da tutto e tutti, ancora intenta a guardare la poltiglia biancastra. La rossa se ne accorge, e le posa gli occhi addosso.
Intanto, North a cominciato a volteggiare "leggiadro" nella stanza, seguito dagli applausi dvertiti di Hiccup e dalle battute di Jack.
Di colpo, la bionda si alza, senza però che i tre se ne accorgano, mentre la rossa la segue con lo sguardo. Rapunzel, sempre in silenzio, esce dalla casupola, subito imitata da Merida, che stringe sempre l'arco tra le dita.
Questa, dietro di lei, chiude piano la porta, rendendo ovattate voci e acclamazioni degli amici.
Continua a rimanere alle spalle dell'amica, che cammina dritta, senza fermarsi. Superano anche Sdentato, addormentao di fianco alla dimora. 
Ormai sono a qualche metro di distanza dall'abitazione, quando la bionda si blocca, seguita dall'amica.
Rimane immobile, alza il viso verso l'alto, ammirando la volta celeste sopra di loro.
Merida fa lo stesso. Anche quella sera le stelle splendono distintamente nel profondo blu del cielo.
-Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle- dice la rossa, ad alta voce, senza distogliere gli occhi dagli alti punti luminosi.
La bionda sussulta, presa alla sprovvista, e si volta verso la ragazza.
-C-cosa?- chiede, titubante.
Merida abbassa lo sguardo, incontrando gli occhi lucidi dell'amica.
-Lo diceva sempre mia madre. Sai, a lei piacevano le stelle- risponde, alzando le spalle.
-Anche a me piacciono- afferma Rapunzel, tornando a guardare la volta celeste.
-Anche a me- dice semplicemente la rossa, imitando la ragazza e alzando gli occhi al cielo.
Rimangono così per qualche secondo, ad ammirare la maestosità del manto buio che si stende sopra di loro, illuminato solo dalla luna bianca e dai diamanti luminosi che sono gli astri.
L'aria è fresca e pungente, pur essendo ancora estate.
Alcuni grilli cantano, ispirati dalla poesia che è la notte.
L'odore dell'erba, degli alberi, del cielo, inebria le narici delle due ragazze, lasciandogli una pacevole sensazione di tranquillità.
Improvvisamente, a Merida ritornano in mente gli occhi tristi dell'amica, e la guarda, pensierosa.
-Che avevi prima?- chiede, calma, indicando col pollice la casupola dietro di loro. La bionda, destata da quel momento pacifico, la guarda.
-Niente- risponde solamente, facendo spallucce.
-Non ti conosco bene forse, ma di certo quella di prima non era una faccia da "niente"- afferma sicura la rossa, avvicinandosi a Rapunzel.
-Ho visto che parlavi con North, questo pomeriggio. Che vi stavate dicendo?- chiede, senza preoccuparsi minimamente di essere evasiva o altro.
La bionda distoglie lo sguardo, liciandosi una ciocca bionda di capelli. Sotto la luce lunare, il liquido dorato all'interno della sua boccetta risplende, quasi di una luce propria.
-L'Adiuva...c'entra qualcosa?- chiede ancora Merida, facendo cenno alla catenina dell'amica. Questa la prende, facendola scivolare fra le dita.
-F-forse...non...non del tutto, però- risponde titubante lei, sedendosi piano sul manto d'erba. Subito, la rossa la imita.
-In che senso?- chiede, guardando confusa la ragazza. Questa sorride.
-Ma non ti stavo antipatica, io?- chiede, accenando ad una leggera risata. 
Merida avvampa all'istante, spalancando gli occhi, sorpresa da quell'affermazione.
-N-no! Cioè...forse, ma...non proprio...- farfuglia, cercando scuse realistiche.
-Me ne sono accorta, eh. Non sei molto brava a fingere- afferma, ancora sorridente, la bionda, lisciandosi all'indietro i lunghi capelli.
-N-no...beh, non sono affatto brava- dice la rossa, arrendendosi all'evidenza e sorridendo a sua volta.
-Ma mi sbagliavo- conclude, guardando l'amica.
-Credevi fossi una vipera pronta a rubarti gli amici?- chiede ironica la bionda, ridendo.
-No...beh, forse- risponde, arrossendo appena.
-Non è mai stata mia intenzione, te lo assicuro. Mi sono ritrovata nel bosco con Hiccup, senza sapere come e perchè- dice Rapunzel, cadendo in un tono triste.
-Non riesci proprio a ricordare?- chiede Merida, assumendo a sua volta un'espressione seria.
-Non...non so. Continuo a sognare una donna, e...e la zuppa di nocciole. Ma non sono sicura che sia un ricordo- dice titubante, rammentando l'immagine che la tormenta dall'incontro con l'anziana.
-Probabilmente lo è. Abbi pazienza, col tempo riuscirai a ricordare. Ne sono certa- dice la rossa, in tono rassicurante.
Il rumore di vetro rotto, seguito da forti risate, proveniente dalla casa, le fa voltare entrambe.
-Che staranno combinando?- chiede ridendo Merida.
-Non so, sicuramente North avrà...- inizia Rapunzel, ma si interrompe bruscamente.
'Che diavolo...' pensa spaventata la rossa.
Gli occhi sgranati di entrambe sono fissi verso l'abitazione.
Una figura scura è appostata davanti alla porta, intenta ad aprirla.



 




Note : Vi sono mancata, eh? e.e ... no, okay. Stavate meglio senza di me XD
Eheh, pensavate di esservi liberati delle mie paroline strane, ma no ù.ù

Antiliakó, come sempre in greco, significa "Protezione Solare". So che è strano, ma la traduzione di "Gocce di Sole" era brutta, così ho cercato qualcos'altro, e mi è uscito questo XD
Giuro che prima o poi (poi) smetterò di usare nomi strani ^o^"
Scena Mericcupposa. Alla fine è arrivata ù.ù Non immaginate nemmeno quanto mi sia piaciuto scriverla. Per tutta la durata avrei voluto metterci un bacino, ma no (non ancora, almeno è.è)
Anche la Jackunzel però mi ha intenerita troppo qua, sono cucciolosi loro *^*

Questa volta non devo scusarmi per il ritardo ù.ù Ho fatto un passo avanti, eh? 
I prossimi due capitoli sono già scritti e pronti, ma (per vostra fortuna/sfortuna) aspetterò una settimana a pubblicarli c:
Ah, per chi segue anche la mia raccolta ( You can save me, if you love me ) Il nuovo capitolo è quasi finito, quindi, uscirà a breve ^-^ 
Merida e Rapunzel, finalmente, hanno stretto realmente amicizia *-* Ma quanto sono teneroze

Oh, la frase che dice Merida ( -Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle- ) è una citazione a Oscar Wilde. Spero vivamente che tutti lo conoscano o mi ritroverete sotto casa armata di fucile.
Un'altra citazione, che spero abbiate notato, è stata la frase di Merida ( -Sono una granata- ). Citazione della meraviglia/perfezione che è "Colpa delle Stelle" (domanivadoavederlopossomorirrenonresisterò)
E adesso, diamo il benvenuto all'angolo "I fatti di m o o n l i g h t di cui a nessuno frega niente" ! *inserisci sigla pop*
Ieri sera ho visto, per la prima volta, il film "Io Sono il Numero Quattro". Che dire, la storia mi ha incuriosita un sacco! *-* Il film di per sè non è un granchè, a mio parere. Ma la trama è una ficata assurda (così come l'attore, Alex Pettyfer *^*
Penso propio che comprerò il libro ( lo aggiungerò alla lista de "I duecentoventisei libri che m o o n l i g h t deve comprare". Sì, li ho contati davvero ).

Obviously, ringrazio come sempre tutti quelli che hanno recensito gli scorsi capitoli. Siete tutti fantastici! :3
Ringrazio anche quelli che hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite la mia storia
Ringrazio , infine, anche i lettori silenziosi ^-^
Come solito, vi invito a lasciarmi una recensione, anche minuscola, perchè leggerle mi scalda sempre il cuore ^///^
Va buoh, ragazzuoli, vi lascerò così. A caso.
Che la forza sia con voi. *Jedi power*


S.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: m o o n l i g h t