Capitolo
ventotto: Well, she’ll have
Quella
giornata si rivelò particolarmente calda. Cosa rara dato il
clima scozzese che,
di solito, preferiva essere freddo e uggioso. Soprattutto quando ci si
trovava
in inverno, anche se non sarebbe passato molto tempo prima che la
primavera,
per la gioia di molti e il malumore di altri, prendesse il posto della
gelata
stagione. Era già pomeriggio quando la squadra di quidditch
di Grifondoro
cominciò i soliti allenamenti, con più tensione
del solito. Si avvicinava la
partita, quella contro Corvonero, che sarebbe stata molto dura
quell'anno.
Harry dirigeva la squadra dalla sua Firebolt, tra le mani il boccino
conquistato
dopo i primi venti minuti. Ron aveva parato molte pluffe quell'oggi,
migliorando notevolmente la sua prestazione. La squadra stava facendo
un buon
lavoro, se non ottimo. Ma, forse, Harry fu l'unico ad accorgersi che
c'era
qualcosa di diverso nelle dinamiche, soprattutto quando si trattava di
Battitori. O di una Battitrice. O, semplicemente, di Allyson. Era
già da molto
tempo che lui aveva notato quanto fosse strano il comportamento
dell'amica. Ma,
nonostante questo, negli allenamenti era sempre stata una dei migliori,
se non
la migliore. Non riusciva a comprendere il suo scontento e la scarsa
concentrazione
che, invece, in Allyson era assoluta quando si trattava si quidditch.
- Basta così per
oggi, ottimo lavoro. Ally, ti
voglio più concentrata, okay? - proruppe dopo un'altra buona
ora di
allenamento, notando che la stanchezza aveva cominciato a
mostrarsi in tutti.
Scesero così dalle scope e s’avviarono negli
spogliatoi, chiacchierando e
ridendo con tranquillità.
-
Come
sono andato oggi? - gli chiese Ron, trepidante di essere messo al
corrente del
giudizio del loro capitano, oltre a quello del suo migliore amico.
-
Sei
stato bravo, Ron. Continua così. - lo incoraggiò
Harry distrattamente, mentre
osservava con un certo interesse Ginny ed Allyson che, davanti a
loro, parlottavano a voce bassa.
-
Ti
ho detto che non lo farò. Vuoi vederla morire per caso? -
sbottò nervosa Ally,
mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di urlare. Non la
sopportava e non
avrebbe, di certo, provato a creare una sottospecie di rapporto solo
per
conoscere le sue vere intenzioni. Lei sapeva benissimo che Gwendolyn
Wood non avrebbe
fatto altro che portare problemi, quindi la cosa più logica
era starle alla
larga il più possibile. O l'avrebbe
schiantata, com'era sicura di chiamarsi Allyson Reed.
- Ma non puoi restartene con
le mani in mano,
Ally. - replicò ferma la rossa, rallentando e lasciando
passare avanti Harry e
Ron. Restarono fuori dallo spogliatoio, facendo finta di nulla.
-
Non
resto con le mani in mano, Ginny. Ho la situazione sotto controllo. -
protestò
la Reed, testarda.
-
Hai
ragione, certo. Perché il fare scherzi idioti con Nott e
sbaciucchiare tutto il
tempo Malfoy è un buon modo per tenere la situazione sotto
controllo. - replicò
la Weasley con fare ironico.
-
Io
non sbaciucchio Malfoy tutto il tempo. - disse Allyson guardando
volutamente
altrove.
-
Beh,
andando avanti di questo passo, succederà sicuramente.
-
Ma...- provò nuovamente Allyson, cercando di trovare delle
parole che
riuscissero a far girare la discussione a suo favore perché,
lo sapeva, Ginny
aveva completamente ragione.
-
Non
ci provare, okay? Devi
trovare un modo
di scoprire che intenzioni ha la Wood e...piantarla di sbavare dietro
Malfoy.
-
Io
non sbavo dietro Malfoy!
La
rossa si limitò a lanciarle uno sguardo eloquente,
incrociando le braccia al
petto ed emettendo un sospiro.
-
Beh...tralasciando
i dettagli, so che hai ragione...ma lei mi irrita. Non riuscirei a non
litigarci!
-
Come
ti abbiamo già detto io ed Hermione, provaci. Ne va delle
nostra, della tua, sicurezza
e...beh, se davvero
Gwendolyn è dalla parte di Tu-sai-chi...- fece, riducendo la
voce ad un
mormorio appena udibile. - potresti convincerla a cambiare. Infondo, ha
solo 16
anni. Una ragazzina come tutti noi.
Allyson
si limitò a restare in silenzio, ponderando le parole che
l'amica le aveva
appena sussurrato.
-
Andiamo, prima che qualcuno possa
sospettare
qualcosa di assurdo.
-
Io
vado al dormitorio a cambiarmi, ci si becca più tardi. - le
disse la strega con
uno sguardo assente, distratta da qualcosa, o meglio,
da qualcuno che era arrivato al campo
di quidditch proprio in quel momento.
Ginevra
annuì e dopo averle dedicato uno sguardo d'intesa, si
recò all'interno degli
spogliatoi, pronta a rispondere alle domande che Harry le avrebbe
sicuramente
rivolto. Allyson, invece, s'incamminò verso il Serpeverde
che sembrava stesse
cercando qualcuno.
-
Theo! - esclamò non appena gli fu abbastanza vicino. Nott si
aprì in un ghigno
non appena la vide.
-
Allyson.
-
Che
succede? - domando lei con una certa curiosità.
-
Nulla. Stavo sbirciando i vostri allenamenti. Credo che tu abbia perso
un po'
della tua abilità. - la schernì giocosamente,
facendola sbuffare.
-
Non
ero concentrata abbastanza. - disse semplicemente, cominciando ad
avviarsi
verso il castello seguita da Theodore che l'osservava divertito.
-
Stai
cercando di giustificarti?
-
Assolutamente no.
-
Allora è solo Draco che tiene occupata la tua mente da tutto
il resto. - la canzonò
ghignando apertamente.
-
In minima
parte, si. - ammise
lei incupendosi.
-
E
immagino che sia la Wood a complicare tutto.
-
A
volte mi stupisci sul serio, Nott. Non ti facevo cosi perspicace. -
finse
stupore la strega, senza nascondere il sorrisetto.
-
Sono
solo un bravo osservatore, mi sopravvaluti Grifondoro.
-
Le
mie scuse, allora.
Restarono
in silenzio per qualche minuto, camminando lentamente, senza fretta,
nonostante
Ally fosse tutta sudata e totalmente stanca.
-
Dovrei capire cosa sta tramando quella Wood. Dovrei smetterla di
pensare a
Malfoy e evitare solamente che qualcun'altro lo sospetti. Dovrei solo
fare ciò
che Silente mi ha chiesto. Solo questo. Invece la situazione
è molto più
complicata del previsto. Non so a chi dare ascolto. Non so cosa fare.
Sono
solo...stanca. - si sfogò a bassa voce, fissando
intensamente il suolo mano a
mano che i suoi piedi lo calpestavano.
-
Fregatene.
-
La
fai facile tu.
Theodore
scosse la testa, mettendole le mani sulle spalle per fermarla e
guardarla negli
occhi.
-
Vuoi
stare con Draco? Fallo. Vuoi piantarla con tutta questa merda? Okay, va
a dirlo al vecchio Silente. Vuoi
dire tutto ai tuoi amici? Che aspetti? Vuoi scoprire cosa c'entra la
Wood? Vai.
Devi smetterla di piangerti addosso perché è
l'unica cosa che non risolve
nulla.
Allyson
ne fu stupita. Non aveva mai pensato che Theodore potesse partorire un
discorso
del genere solo per incoraggiarla. Di certo, faceva un brutto effetto a
quel
mago.
-
...la mia influenza non ti fa affatto bene. - mormorò
sorridendo divertita.
-
Vedi? Mi stai rovinando, Reed. Dovrei smetterla di frequentarti. -
l'assecondò
il Serpeverde. Risero insieme per qualche secondo e poi lei non
poté fare a
meno di ritornare nuovamente seria. - Hai ragione. Ginny ha ragione.
Hermione
ha ragione. - disse più a sé stessa che ad altri.
- devo fare qualcosa. A
cominciare dalla Wood.
-
Perfetto,
Reed, sei più utile così di quando ti piangi
addosso.
-
Grazie tante.
**
Gwendolyn
stava a malapena spiluccando dal piatto che aveva davanti, persa nella
convinzione che Allyson Reed stesse tramando qualcosa. La vedeva
studiarla con
parecchio interesse, fingendo noncuranza, intervallando esasperazione a
sguardi
confusi verso il tavolo dei Serpeverde. Non sapeva cosa aspettarsi,
Gwendolyn,
ma sperava che riguardasse solo la gelosia nei confronti di Draco. Non
aveva la
minima voglia di intrattenere delle discussioni con un'irritante e
stupida
Grifondoro come lei. Anzi, non aveva nessuna voglia di discutere e
basta.
-
Allora, Gwendolyn, fatti dei progressi con il quidditch? - la voce
allegra di
Ron le arrivò fastidiosa come il ticchettio incessante delle
lancette che
scandiscono il tempo.
-
Emh,
certo. Adesso mi sono anche interessata ad una squadra. - finse un
sorriso,
prendendo un sorso di quel succo di zucca che le era piaciuto tanto sin
dalla
prima volta che l'aveva assaggiato a colazione, il suo primo giorno.
-
Davvero? Quale? - le chiese con interesse il rosso, la bocca piena e
sua
sorella che gli serbava uno sguardo disgustato. Hermione storse la
bocca, fece
per dire qualcosa ma poi si bloccò, stringendo le labbra
stizzita, ritornando ad
ignorarlo. Harry scosse la testa divertito, Ally, invece,
s'incupì.
-
Le…umh…Holydays Harpies. Trovo stupefacente che
un’intera squadra di ragazze
abbia spaccato il culo a molte squadre forti. - sparò a
caso, riportando le
stesse e identiche parole che aveva udito, quella mattina in corridoio,
da una
giovane Tassorosso fissata con il quidditch.
-
Beh,
comunque sia, i Tornado sono i migliori. Mettitelo in testa. -
commentò il
rosso una volta ch’ebbe deglutito il boccone. - Non
è vero Ally?
-
Già.
- disse, inespressiva, giocherellando con un oliva nel suo piatto
mentre
tentava di nascondere il suo fastidio nel trovarsi così
vicina alla Wood.
-
Gwendolyn ho sentito dire che anche tu sei stata invitata a partecipare
alle
cene del Luma Club. - interloquì Ginny, spezzando il
silenzio che si era andato
a creare tra di loro.
-
Il
Luma Club? Oh, quella cavolata. Si, beh, gran bella seccatura. Non ci
andrò
mai. - le rispose la Wood con un sorrisetto stampato sulle labbra,
inorridendo
al ricordo di quando il professor Lumacorno le aveva parlato di quel
club per
sfigati. O, sarebbe meglio dire, club di raccomandati. Da quanto aveva
potuto
capire, quelli non erano altro che i suoi preziosi
“pupilli” e lei non era
proprio intenzionata a farne parte.
-
Hai
ragione, una grande cavolata per secchioni. - sottolineò
Ron, lanciando
un’occhiata di sbieco alla riccia, ancora offeso per il fatto
che Lumacorno non
conoscesse nemmeno la pronuncia corretta del suo nome.
Hermione
finse indifferenza ma in realtà, dopo
quell’occhiata, avrebbe tanto voluto
scagliargli contro un esercito di uccellini con il suo fedele
“Oppungo”.
-
Io
non sono un secchione, Ron. - intervenne Harry con
tranquillità, ricevendo uno
sguardo di gratitudine da parte della Granger.
-
Si
ma tu sei il Prescelto. Il suo pupillo preferito. - commentò
Weasley
ingurgitando una fetta di quella che doveva essere torta alle mele.
-
Piantala, Ron. - l’ammonì sua sorella, guardandolo
male.
-
E io
che ho detto?
-
Cambiamo discorso, che è meglio. - intervenne prontamente
Allyson,
raddrizzandosi e scambiando un’occhiata con la riccia di
fronte a lei. -
Allora, Wood, che lavoro fanno i tuoi genitori?
Una
strana espressione apparve sul viso della Reed mentre Gwendolyn
s’irrigidì.
Voleva la guerra la mezzosangue? E’ ciò che
avrebbe avuto.
-
La
mia è una delle più ricche famiglie di purosangue
in circolazione. Beh, e sono
molto simili ai Malfoy, dovreste conoscere i tipi. Mio padre lavora al
ministero, insieme a Lucius. - spiegò, con una calma quasi
glaciale.
-
Quindi è per questo che tu e il furetto siete
così amici? - fece Ron
illuminandosi.
-
Già,
amici d’infanzia. - concordò la rossa, trattenendo
a stento un ghigno per ciò
che stava per chiedere. - Reed, e dimmi, i tuoi di genitori?
-
Morti. Tutti. - sibilò a denti stretti, stringendo con forza
le mani sotto il
tavolo.
-
Mi
dispiace molto. - si finse dispiaciuta la Wood, ma Allyson si
limitò ad uno sguardo
tagliente. Non gliel’avrebbe data vinta.
-
Se i
tuoi genitori sono così amici dei Malfoy, significa che
conoscono molto bene le
Arti Oscure e chi ne fa le veci, mi sbaglio? - domandò
ancora, sfoggiando un
ghigno degno di Bellatrix Lastrange.
Hermione
aveva spalancato gli occhi, Ginny aveva assestato un calcio ad Ally
colpendole
il polpaccio. Ron era rimasto con la forchetta a mezz’aria ed
Harry l’aveva
guardata con sospetto.
-
Certo, mi sembra ovvio. Ma preferiscono starne alla larga, Reed. Non
come te,
da quanto ne so io. - ribatté annoiata Gwendolyn, non senza
rivolgerle uno
sguardo trionfante.
Allyson
si alzò improvvisamente, sguainando la bacchetta e
puntandola contro la rossa.
La rabbia a sfigurarle il viso e l’espressione stupita della
maggior parte
degli studenti che si erano voltati, attirati da quello scatto
repentino. La
Wood, invece, ostentava tutta la sua soddisfazione, tranquilla, senza
muoversi
di un millimetro.
-
Non
provare più a dire una cosa del genere. - sibilò
la strega, stringendo convulsamente
la bacchetta. Ebbe l’impressione che tutti le stessero
trafiggendo
l’avambraccio con gli occhi, e, come già era
capitato, fu una sensazione
bruttissima di bruciore a pervaderla interamente. Era come se quel
dolore si
fosse concentrato proprio all’altezza del marchio e strinse i
denti,
sopportando fieramente quella sofferenza. Nessuno la stava richiamando
ma
quella sensazione era viva e presente, proprio come se stesse ardendo
viva,
proprio come se Voldemort la stesse richiamando a sé. Ma non
era così. Era solo
una bruttissima e dolorosa sensazione. Pura e semplice sofferenza,
causata dal
male che la stava consumando.
-
Allyson sta calma. - intervenne Harry, alzandosi anche lui.
-
Da
ascolto ad Harry, Reed. Datti una calmata, ho solo detto la
verità. Non ti ho
mica dato della lurida Mangiamorte? Beh, non ancora almeno. -
rincarò ancora,
con divertimento palese Gwendolyn.
Allyson
scattò nuovamente, facendo per scagliarle uno schiantesimo,
la rabbia che
montava dentro. Era una stronza, quella Wood. E sapeva più
di qualcosa, quella
stronza. Ma l’avrebbe pagata. Eccome se non
l’avrebbe pagata. Harry, però, fu
più veloce di lei. Le strinse la mano che impugnava la
bacchetta e le sussurrò
qualche parola per farla rinsavire. Funzionò, in parte.
Le
due
amiche guardavano il tutto sconcertate, Weasley faceva scorrere gli
occhi da
Gwendolyn ad Ally, sorpreso. Neville, Dean e Seamus che avevano colto
solo una
parte della conversazione, guardavano la scena straniti, Lavanda e
Calì avevano
cominciato a parlottare eccitate, tutti gli altri che avevano assistito
alla
scena da lontano, invece, erano scesi in un silenzio curioso e teso.
La
Reed si liberò con ferocia dalla presa del migliore amico,
colpendo con il
gomito il suo calice e facendone rovesciare il contenuto sul tavolo.
Rimise la
bacchetta nella tasca e andò via dalla Sala Grande,
totalmente furiosa.
-
Ma
che è successo? - fece Theodore dall’altra parte
della sala, seguendo con lo
sguardo la Grifondoro che stava andando via.
-
Non
lo so, ma credo che sia colpa della tua amica, Draco. -
spiegò tranquillo
Blaise che era riuscito a capire qualcosa, avendo seguito il tutto
nonostante
si trovasse a due tavoli di distanza.
Draco
parve ridestarsi solo in quel momento dalla trance in cui era caduto
per tutto
il tempo della cena. Stava ripensando a tutta quella situazione, alla
missione
che non stava procedendo un granché bene, alla Reed, alla
missione, alla Reed e
alla missione. L’aveva già nominata la Reed?
-
Che
ha combinato Gwendolyn? - chiese distrattamente, una mano premuta sulla
guancia
e gli occhi fissi sul dessert intatto davanti a lui.
-
Pare
che abbia accusato la Reed di essere una sporca mezzosangue. -
gracchiò Pansy
Parkinson, avendo appena udito la notizia da un Tassorosso del tavolo
di
fronte.
-
Ti
sbagli, le ha dato della lurida mangiamorte. - fece Daphne lisciandosi
con una
mano i lunghi capelli biondi. Lei aveva appreso la notizia da Astoria,
la quale
l’aveva sentita da Susan Bones a cui era stato detto da una
sua amica Corvonero
che aveva sentito tutto dal suo tavolo. Il giro
d’informazioni tra gli studenti
di Hogwarts era sempre stato rapido ed efficiente.
- Ma, andiamo, la Reed una Mangiamorte? E se
l’è anche presa, poi. Tutti strani gli amici di
Potter.
-
Peggio,
Daphne, sono tutti traditori del loro sangue. - la corresse la
Parkinson,
cercando di farsi notare da Malfoy.
-
Ma
perché non state un po’ zitte? - sbottò
infastidito Theodore, alzandosi e
incamminandosi verso le porte della Sala Grande, seguendo la calca di
studenti
che stava uscendo per ritornare nei propri dormitori.
**
“Io la uccido. La scuoio viva e
non mi fermo fino a quando non è schiattata. La torturo nel
peggiore dei modi
possibili. La disintegro. La cancello. La faccio fuori.”
- Uh, uh, uh. Datti una
calmata, tesoro, guarda che non ha detto niente di male.
“Mi ha dato della lurida
Mangiamorte davanti a tutti. A TUTTI.”
- Beh, perché non lo sei?
“Black, sparisci se non vuoi
che faccia fuori anche te.”
-
Allyson! Dai, aspetta. - le urlò dietro Harry che, non aveva
perso nemmeno un
attimo e l’aveva seguita, preoccupato. Non gli piaceva
l’espressione che la sua
migliore amica aveva assunto. Troppo folle, troppo furiosa.
-
Che
c’è? - sbottò Allyson fermandosi e
continuando a dargli le spalle mentre
stringeva con forza il suo avambraccio sinistro che sembrava le stesse
andando
a fuoco.
-
Non
devi arrabbiarti. - iniziò lui non appena le fu vicino, il
respiro accelerato a
causa della corsa. - Gwendolyn non intendeva…
-
Ah,
no? Ti rendi conto di cosa mi ha accusata, Harry? Di essere una seguace
di quel
bastardo psicopatico! Io? Ma stiamo scherzando? - sbottò
nervosa, sull’orlo di
una crisi di pianto, mentre si voltava a guardarlo, mollando la presa
dal marchio.
-
Non
prendertela, Ally. Calmati. Sono sicuro che l’avrà
detto solo perché tu le hai
chiesto dei suoi genitori. Non diceva sul serio. - tentò di
calmarla lui.
-
E
chissenefotte! - urlò, nera, non riuscendo a contenersi. -
IO NON SONO UNA
MANGIAMORTE. MORIREI PIUTTOSTO.
- Eccola che parte con le
cazzate.
“Sta zitta!”
-
Hai
ragione. Non lo sei e non devi prendertela proprio per questo! -
esclamò con
fermezza mentre le stringeva il viso tra le mani per costringerla a
guardarlo.
Allyson
aveva gli occhi lucidi, combattuta. Stava mentendo ancora e questo
faceva male.
Era stata punta sul vivo davanti a coloro che non avrebbero dovuto
sapere nulla
e lei stava dando i numeri senza motivo. Era davvero una traditrice.
Mentire
anche davanti ad Harry che stava cercando di calmarla, credendole
ciecamente.
Dando per scontato che quelle di Gwendolyn fossero solo parole e non
fatti
concreti. Si sentiva ancora più male. Si sentiva ancora
più da schifo mentre
avvertiva che la merda che aveva dentro non faceva che accrescere. Si
liberò
dalla sua presa, indietreggiando, barcollando ma riacquistando
l’equilibrio.
-
Non
sono una Mangiamorte. Non lo sono. E semmai dovesse accadere qualcosa
del
genere significa solo che lo sto facendo per proteggere chi amo. -
proruppe
lei, la voce spezzata da un singhiozzo gutturale.
-
Lo
so, Ally, non devi giustificarti con me. - la consolò Harry,
comprensivo,
sollevato dal fatto che l’amica si fosse calmata.
-
Io…-
cominciò ancora la strega, impedendo alle lacrime di
scendere, testarda, vacillando
davanti agli occhi del suo migliore amico così simili ai
suoi e stringendo i
denti ancora una volta, perdendosi nel dolore di quel tornado di
sensazioni che
non volevano abbandonarla.
-
Potter, Weasley ti sta cercando. - Theodore sbucò dal nulla,
arrivando alle
loro spalle, le mani ficcate in tasca e la solita maschera annoiata sul
volto.
-
Va
bene. Andiamo, Ally. - mormorò Harry afferrandole una mano.
Lei, ancora una
volta, si liberò, scuotendo la testa.
-
Ho
bisogno di stare sola.
-
Come
vuoi. Ti aspetto in Sala Comune. - l’avvisò
sfiorandole appena la guancia.
Diede un’occhiata a Nott e poi sparì, voltando
l’angolo di quel corridoio.
-
Allora? Mi spieghi che succede?
Theo
le si era avvicinato, cauto, mentre lei teneva le mani incollate sul
viso, non
volendo far vedere al Serpeverde le lacrime che stavano lentamente
sgorgando
dai suoi occhi.
-
Vattene via. - mormorò debolmente Allyson, trattenendo a
stento un singhiozzo.
Lui
le
afferrò i polsi, tentando di staccarle le mani dalla faccia,
con il risultato
di farle solo aumentare i singulti.
-
Va
via. - replicò la strega, le spalle scosse dai singhiozzi
violenti, il dolore
che ancora non ne voleva sapere di lasciarla.
-
Allyson, per favore, non fare la bambina. - sussurrò lui, un
espressione
indecifrabile e gli occhi scuri intenti a guardarla.
-
E
tu, per favore, va via. - esalò lei, arrendendosi,
aggrappandosi al petto del
Serpeverde, alla ricerca di un appiglio, cominciando a sfogare tutte le
sue
lacrime.
-
Eh
no, ti prego, non piangere. - affermò deglutendo. Theodore
non sapeva per
niente come gestire un pianto. Non sopportava le lacrime, preferiva
evitarle,
non sapeva assolutamente come comportarsi davanti a loro.
-
E’
che non ci riesco. - riuscì a dire lei tra un singhiozzo e
l’altro, conscia che
quella scena non poteva che sembrare patetica.
Il
mago sospirò bruscamente, le circondò la vita un
braccio mentre con la mano
cominciava a darle dei colpetti sulla schiena, quasi imbarazzato,
pregando
Merlino che Allyson riuscisse a “spegnere il
rubinetto” al più presto. Avrebbe
potuto sopportare tutto: le crisi nervose, gli scatti d’ira,
gli istinti
omicidi, gli scleri e le lamentele. Ogni dannatissimo difetto di quella
ragazza
ma con il pianto proprio non ci riusciva. Era la prima volta che la
vedeva
piangere e sperò che fosse anche l’ultima.
-
Allyson, non so cosa fare. - l’avvisò, nervoso,
continuando a picchiettarle la
schiena.
-
Piantala di colpirmi, per cominciare. - mormorò con la voce
ovattata a causa
del viso schiacciato totalmente contro il petto del mago. Theo si
fermò
all’istante, sollevato dal fatto che Ally si fosse ripresa
almeno un po’.
-
E
adesso?
-
Ce
l’hai una sigaretta? Ho dimenticato le mie.
Theodore
ghignò e cacciò dalla sua tasca un pacchetto di
Slim, con il quale colpì per
due volte il capo della strega, con un’insolita gentilezza.
-
Ritieniti fortunata. Ho fregato un pacchetto a Draco per ogni evenienza.
-
Bene, ottimo lavoro. - borbottò lei staccandosi leggermente
e asciugandosi i
residui di lacrime con la manica della giacca. - Ora andiamo sulla
Torre di
Astronomia.
-
Guarda un po’ cosa mi sono ridotto a fare. Seguire gli ordini
di Allyson Reed.
Mi stai rovinando sul serio, Grifondoro.
-
E tu
stai rovinando me, quindi direi che siamo pari.
-
Assolutamente.
L'angolo di Hono
Si, potrebbe sembrare il
contrario, ma non sono morta. Lo so, sono passati secoli,
probabilmente, ma ho avuto il mio bel po' da fare con lo studio e la
mia vita sociale. Ne resterete stupiti ma anche io ho una vita
sociale...più o meno...ma non perdiamoci in chiacchiere! Mi
scuso per l'enorme ritardo e spero che vogliate continuare a seguirmi!
Ringrazio sempre coloro che hanno seguito la mia storia fino ad ora e
quelli che la recensiscono. Siete fantastici, tutti! *^* Credo che
riuscirò a postare regolarmente ora, cercherò di
rimprendere il ritmo, spero di riuscirci u.u Beh, con questo vi lascio
e al prossimo capitolo ^.^
Hono