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Autore: Hono    08/09/2014    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 28

Capitolo ventotto: Well, she’ll have 

 

Quella giornata si rivelò particolarmente calda. Cosa rara dato il clima scozzese che, di solito, preferiva essere freddo e uggioso. Soprattutto quando ci si trovava in inverno, anche se non sarebbe passato molto tempo prima che la primavera, per la gioia di molti e il malumore di altri, prendesse il posto della gelata stagione. Era già pomeriggio quando la squadra di quidditch di Grifondoro cominciò i soliti allenamenti, con più tensione del solito. Si avvicinava la partita, quella contro Corvonero, che sarebbe stata molto dura quell'anno. Harry dirigeva la squadra dalla sua Firebolt, tra le mani il boccino conquistato dopo i primi venti minuti. Ron aveva parato molte pluffe quell'oggi, migliorando notevolmente la sua prestazione. La squadra stava facendo un buon lavoro, se non ottimo. Ma, forse, Harry fu l'unico ad accorgersi che c'era qualcosa di diverso nelle dinamiche, soprattutto quando si trattava di Battitori. O di una Battitrice. O, semplicemente, di Allyson. Era già da molto tempo che lui aveva notato quanto fosse strano il comportamento dell'amica. Ma, nonostante questo, negli allenamenti era sempre stata una dei migliori, se non la migliore. Non riusciva a comprendere il suo scontento e la scarsa concentrazione che, invece, in Allyson era assoluta quando si trattava si quidditch.

 - Basta così per oggi, ottimo lavoro. Ally, ti voglio più concentrata, okay? - proruppe dopo un'altra buona ora di allenamento, notando che la stanchezza  aveva cominciato a mostrarsi in tutti. Scesero così dalle scope e s’avviarono negli spogliatoi, chiacchierando e ridendo con tranquillità.

- Come sono andato oggi? - gli chiese Ron, trepidante di essere messo al corrente del giudizio del loro capitano, oltre a quello del suo migliore amico.

- Sei stato bravo, Ron. Continua così. - lo incoraggiò Harry distrattamente, mentre osservava con un certo interesse Ginny ed Allyson che, davanti a loro, parlottavano a voce bassa.

- Ti ho detto che non lo farò. Vuoi vederla morire per caso? - sbottò nervosa Ally, mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di urlare. Non la sopportava e non avrebbe, di certo, provato a creare una sottospecie di rapporto solo per conoscere le sue vere intenzioni. Lei sapeva benissimo che Gwendolyn Wood non avrebbe fatto altro che portare problemi, quindi la cosa più logica era starle alla larga il più possibile. O l'avrebbe  schiantata, com'era sicura di chiamarsi Allyson Reed.

 - Ma non puoi restartene con le mani in mano, Ally. - replicò ferma la rossa, rallentando e lasciando passare avanti Harry e Ron. Restarono fuori dallo spogliatoio, facendo finta di nulla.

- Non resto con le mani in mano, Ginny. Ho la situazione sotto controllo. - protestò la Reed, testarda.

- Hai ragione, certo. Perché il fare scherzi idioti con Nott e sbaciucchiare tutto il tempo Malfoy è un buon modo per tenere la situazione sotto controllo. - replicò la Weasley con fare ironico.

- Io non sbaciucchio Malfoy tutto il tempo. - disse Allyson guardando volutamente altrove.

- Beh, andando avanti di questo passo, succederà sicuramente.

- Ma...- provò nuovamente Allyson, cercando di trovare delle parole che riuscissero a far girare la discussione a suo favore perché, lo sapeva, Ginny aveva completamente ragione.

- Non ci provare, okay?  Devi trovare un modo di scoprire che intenzioni ha la Wood e...piantarla di sbavare dietro Malfoy.

- Io non sbavo dietro Malfoy!

La rossa si limitò a lanciarle uno sguardo eloquente, incrociando le braccia al petto ed emettendo un sospiro.

- Beh...tralasciando i dettagli, so che hai ragione...ma lei mi irrita. Non riuscirei a non litigarci!

- Come ti abbiamo già detto io ed Hermione, provaci. Ne va delle nostra, della tua, sicurezza e...beh, se davvero Gwendolyn è dalla parte di Tu-sai-chi...- fece, riducendo la voce ad un mormorio appena udibile. - potresti convincerla a cambiare. Infondo, ha solo 16 anni. Una ragazzina come tutti noi.

Allyson si limitò a restare in silenzio, ponderando le parole che l'amica le aveva appena sussurrato.

- Andiamo, prima che qualcuno possa sospettare qualcosa di assurdo.

- Io vado al dormitorio a cambiarmi, ci si becca più tardi. - le disse la strega con uno sguardo assente, distratta da qualcosa, o  meglio, da qualcuno che era arrivato al campo di quidditch proprio in quel momento.

Ginevra annuì e dopo averle dedicato uno sguardo d'intesa, si recò all'interno degli spogliatoi, pronta a rispondere alle domande che Harry le avrebbe sicuramente rivolto. Allyson, invece, s'incamminò verso il Serpeverde che sembrava stesse cercando qualcuno.

- Theo! - esclamò non appena gli fu abbastanza vicino. Nott si aprì in un ghigno non appena la vide.

- Allyson.

- Che succede? - domando lei con una certa curiosità.

- Nulla. Stavo sbirciando i vostri allenamenti. Credo che tu abbia perso un po' della tua abilità. - la schernì giocosamente, facendola sbuffare.

- Non ero concentrata abbastanza. - disse semplicemente, cominciando ad avviarsi verso il castello seguita da Theodore che l'osservava divertito.

- Stai cercando di giustificarti?

- Assolutamente no.

- Allora è solo Draco che tiene occupata la tua mente da tutto il resto. - la canzonò ghignando apertamente.

- In minima parte, si. -  ammise lei incupendosi.

- E immagino che sia la Wood a complicare tutto.

- A volte mi stupisci sul serio, Nott. Non ti facevo cosi perspicace. - finse stupore la strega, senza nascondere il sorrisetto.

- Sono solo un bravo osservatore, mi sopravvaluti Grifondoro.

- Le mie scuse, allora.

Restarono in silenzio per qualche minuto, camminando lentamente, senza fretta, nonostante Ally fosse tutta sudata e totalmente stanca.

- Dovrei capire cosa sta tramando quella Wood. Dovrei smetterla di pensare a Malfoy e evitare solamente che qualcun'altro lo sospetti. Dovrei solo fare ciò che Silente mi ha chiesto. Solo questo. Invece la situazione è molto più complicata del previsto. Non so a chi dare ascolto. Non so cosa fare. Sono solo...stanca. - si sfogò a bassa voce, fissando intensamente il suolo mano a mano che i suoi piedi lo calpestavano.

- Fregatene.

- La fai facile tu.

Theodore scosse la testa, mettendole le mani sulle spalle per fermarla e guardarla negli occhi.

- Vuoi stare con Draco? Fallo. Vuoi piantarla con tutta questa merda? Okay, va a dirlo al vecchio Silente. Vuoi dire tutto ai tuoi amici? Che aspetti? Vuoi scoprire cosa c'entra la Wood? Vai. Devi smetterla di piangerti addosso perché è l'unica cosa che non risolve nulla.

Allyson ne fu stupita. Non aveva mai pensato che Theodore potesse partorire un discorso del genere solo per incoraggiarla. Di certo, faceva un brutto effetto a quel mago.

- ...la mia influenza non ti fa affatto bene. - mormorò sorridendo divertita.

- Vedi? Mi stai rovinando, Reed. Dovrei smetterla di frequentarti. - l'assecondò il Serpeverde. Risero insieme per qualche secondo e poi lei non poté fare a meno di ritornare nuovamente seria. - Hai ragione. Ginny ha ragione. Hermione ha ragione. - disse più a sé stessa che ad altri. - devo fare qualcosa. A cominciare dalla Wood.

- Perfetto, Reed, sei più utile così di quando ti piangi addosso.

- Grazie tante.
**

Gwendolyn stava a malapena spiluccando dal piatto che aveva davanti, persa nella convinzione che Allyson Reed stesse tramando qualcosa. La vedeva studiarla con parecchio interesse, fingendo noncuranza, intervallando esasperazione a sguardi confusi verso il tavolo dei Serpeverde. Non sapeva cosa aspettarsi, Gwendolyn, ma sperava che riguardasse solo la gelosia nei confronti di Draco. Non aveva la minima voglia di intrattenere delle discussioni con un'irritante e stupida Grifondoro come lei. Anzi, non aveva nessuna voglia di discutere e basta.

- Allora, Gwendolyn, fatti dei progressi con il quidditch? - la voce allegra di Ron le arrivò fastidiosa come il ticchettio incessante delle lancette che scandiscono il tempo.

- Emh, certo. Adesso mi sono anche interessata ad una squadra. - finse un sorriso, prendendo un sorso di quel succo di zucca che le era piaciuto tanto sin dalla prima volta che l'aveva assaggiato a colazione, il suo primo giorno.

- Davvero? Quale? - le chiese con interesse il rosso, la bocca piena e sua sorella che gli serbava uno sguardo disgustato. Hermione storse la bocca, fece per dire qualcosa ma poi si bloccò, stringendo le labbra stizzita, ritornando ad ignorarlo. Harry scosse la testa divertito, Ally, invece, s'incupì.

- Le…umh…Holydays Harpies. Trovo stupefacente che un’intera squadra di ragazze abbia spaccato il culo a molte squadre forti. - sparò a caso, riportando le stesse e identiche parole che aveva udito, quella mattina in corridoio, da una giovane Tassorosso fissata con il quidditch.

- Beh, comunque sia, i Tornado sono i migliori. Mettitelo in testa. - commentò il rosso una volta ch’ebbe deglutito il boccone. - Non è vero Ally?

- Già. - disse, inespressiva, giocherellando con un oliva nel suo piatto mentre tentava di nascondere il suo fastidio nel trovarsi così vicina alla Wood.

- Gwendolyn ho sentito dire che anche tu sei stata invitata a partecipare alle cene del Luma Club. - interloquì Ginny, spezzando il silenzio che si era andato a creare tra di loro.

- Il Luma Club? Oh, quella cavolata. Si, beh, gran bella seccatura. Non ci andrò mai. - le rispose la Wood con un sorrisetto stampato sulle labbra, inorridendo al ricordo di quando il professor Lumacorno le aveva parlato di quel club per sfigati. O, sarebbe meglio dire, club di raccomandati. Da quanto aveva potuto capire, quelli non erano altro che i suoi preziosi “pupilli” e lei non era proprio intenzionata a farne parte.

- Hai ragione, una grande cavolata per secchioni. - sottolineò Ron, lanciando un’occhiata di sbieco alla riccia, ancora offeso per il fatto che Lumacorno non conoscesse nemmeno la pronuncia corretta del suo nome.

Hermione finse indifferenza ma in realtà, dopo quell’occhiata, avrebbe tanto voluto scagliargli contro un esercito di uccellini con il suo fedele “Oppungo”.

- Io non sono un secchione, Ron. - intervenne Harry con tranquillità, ricevendo uno sguardo di gratitudine da parte della Granger.

- Si ma tu sei il Prescelto. Il suo pupillo preferito. - commentò Weasley ingurgitando una fetta di quella che doveva essere torta alle mele.

- Piantala, Ron. - l’ammonì sua sorella, guardandolo male.

- E io che ho detto?

- Cambiamo discorso, che è meglio. - intervenne prontamente Allyson, raddrizzandosi e scambiando un’occhiata con la riccia di fronte a lei. - Allora, Wood, che lavoro fanno i tuoi genitori?

Una strana espressione apparve sul viso della Reed mentre Gwendolyn s’irrigidì. Voleva la guerra la mezzosangue? E’ ciò che avrebbe avuto.

- La mia è una delle più ricche famiglie di purosangue in circolazione. Beh, e sono molto simili ai Malfoy, dovreste conoscere i tipi. Mio padre lavora al ministero, insieme a Lucius. - spiegò, con una calma quasi glaciale.

- Quindi è per questo che tu e il furetto siete così amici? - fece Ron illuminandosi.

- Già, amici d’infanzia. - concordò la rossa, trattenendo a stento un ghigno per ciò che stava per chiedere. - Reed, e dimmi, i tuoi di genitori?

- Morti. Tutti. - sibilò a denti stretti, stringendo con forza le mani sotto il tavolo.

- Mi dispiace molto. - si finse dispiaciuta la Wood, ma Allyson si limitò ad uno sguardo tagliente. Non gliel’avrebbe data vinta.

- Se i tuoi genitori sono così amici dei Malfoy, significa che conoscono molto bene le Arti Oscure e chi ne fa le veci, mi sbaglio? - domandò ancora, sfoggiando un ghigno degno di Bellatrix Lastrange.

Hermione aveva spalancato gli occhi, Ginny aveva assestato un calcio ad Ally colpendole il polpaccio. Ron era rimasto con la forchetta a mezz’aria ed Harry l’aveva guardata con sospetto.

- Certo, mi sembra ovvio. Ma preferiscono starne alla larga, Reed. Non come te, da quanto ne so io. - ribatté annoiata Gwendolyn, non senza rivolgerle uno sguardo trionfante.

Allyson si alzò improvvisamente, sguainando la bacchetta e puntandola contro la rossa. La rabbia a sfigurarle il viso e l’espressione stupita della maggior parte degli studenti che si erano voltati, attirati da quello scatto repentino. La Wood, invece, ostentava tutta la sua soddisfazione, tranquilla, senza muoversi di un millimetro.

- Non provare più a dire una cosa del genere. - sibilò la strega, stringendo convulsamente la bacchetta. Ebbe l’impressione che tutti le stessero trafiggendo l’avambraccio con gli occhi, e, come già era capitato, fu una sensazione bruttissima di bruciore a pervaderla interamente. Era come se quel dolore si fosse concentrato proprio all’altezza del marchio e strinse i denti, sopportando fieramente quella sofferenza. Nessuno la stava richiamando ma quella sensazione era viva e presente, proprio come se stesse ardendo viva, proprio come se Voldemort la stesse richiamando a sé. Ma non era così. Era solo una bruttissima e dolorosa sensazione. Pura e semplice sofferenza, causata dal male che la stava consumando.

- Allyson sta calma. - intervenne Harry, alzandosi anche lui.

- Da ascolto ad Harry, Reed. Datti una calmata, ho solo detto la verità. Non ti ho mica dato della lurida Mangiamorte? Beh, non ancora almeno. - rincarò ancora, con divertimento palese Gwendolyn.

Allyson scattò nuovamente, facendo per scagliarle uno schiantesimo, la rabbia che montava dentro. Era una stronza, quella Wood. E sapeva più di qualcosa, quella stronza. Ma l’avrebbe pagata. Eccome se non l’avrebbe pagata. Harry, però, fu più veloce di lei. Le strinse la mano che impugnava la bacchetta e le sussurrò qualche parola per farla rinsavire. Funzionò, in parte.

Le due amiche guardavano il tutto sconcertate, Weasley faceva scorrere gli occhi da Gwendolyn ad Ally, sorpreso. Neville, Dean e Seamus che avevano colto solo una parte della conversazione, guardavano la scena straniti, Lavanda e Calì avevano cominciato a parlottare eccitate, tutti gli altri che avevano assistito alla scena da lontano, invece, erano scesi in un silenzio curioso e teso.

La Reed si liberò con ferocia dalla presa del migliore amico, colpendo con il gomito il suo calice e facendone rovesciare il contenuto sul tavolo. Rimise la bacchetta nella tasca e andò via dalla Sala Grande, totalmente furiosa.

- Ma che è successo? - fece Theodore dall’altra parte della sala, seguendo con lo sguardo la Grifondoro che stava andando via.

- Non lo so, ma credo che sia colpa della tua amica, Draco. - spiegò tranquillo Blaise che era riuscito a capire qualcosa, avendo seguito il tutto nonostante si trovasse a due tavoli di distanza.

Draco parve ridestarsi solo in quel momento dalla trance in cui era caduto per tutto il tempo della cena. Stava ripensando a tutta quella situazione, alla missione che non stava procedendo un granché bene, alla Reed, alla missione, alla Reed e alla missione. L’aveva già nominata la Reed?

- Che ha combinato Gwendolyn? - chiese distrattamente, una mano premuta sulla guancia e gli occhi fissi sul dessert intatto davanti a lui.

- Pare che abbia accusato la Reed di essere una sporca mezzosangue. - gracchiò Pansy Parkinson, avendo appena udito la notizia da un Tassorosso del tavolo di fronte.

- Ti sbagli, le ha dato della lurida mangiamorte. - fece Daphne lisciandosi con una mano i lunghi capelli biondi. Lei aveva appreso la notizia da Astoria, la quale l’aveva sentita da Susan Bones a cui era stato detto da una sua amica Corvonero che aveva sentito tutto dal suo tavolo. Il giro d’informazioni tra gli studenti di Hogwarts era sempre stato rapido ed efficiente.  - Ma, andiamo, la Reed una Mangiamorte? E se l’è anche presa, poi. Tutti strani gli amici di Potter.

- Peggio, Daphne, sono tutti traditori del loro sangue. - la corresse la Parkinson, cercando di farsi notare da Malfoy.

Quest’ultimo l’aveva praticamente ignorata, soffermandosi sull’accusa che, se la fonte in questione fosse stata corretta, Gwendolyn avrebbe fatto alla Reed. Draco la conosceva e sapeva che se era arrivata a dire qualcosa del genere, significava che Allyson l’aveva provocata in qualche modo. Inoltre, se Gwendolyn si era data la pena di lanciarle una  frecciatina di una certa “importanza” come quella, doveva voler dire che sapeva qualcosa di grosso. E se la Wood era a conoscenza di qualcosa di grosso, lui doveva assolutamente sapere di cosa si trattava.

- Ma perché non state un po’ zitte? - sbottò infastidito Theodore, alzandosi e incamminandosi verso le porte della Sala Grande, seguendo la calca di studenti che stava uscendo per ritornare nei propri dormitori.

**

“Io la uccido. La scuoio viva e non mi fermo fino a quando non è schiattata. La torturo nel peggiore dei modi possibili. La disintegro. La cancello. La faccio fuori.”

- Uh, uh, uh. Datti una calmata, tesoro, guarda che non ha detto niente di male.

“Mi ha dato della lurida Mangiamorte davanti a tutti. A TUTTI.”

- Beh, perché non lo sei?

“Black, sparisci se non vuoi che faccia fuori anche te.”

- Allyson! Dai, aspetta. - le urlò dietro Harry che, non aveva perso nemmeno un attimo e l’aveva seguita, preoccupato. Non gli piaceva l’espressione che la sua migliore amica aveva assunto. Troppo folle, troppo furiosa.

- Che c’è? - sbottò Allyson fermandosi e continuando a dargli le spalle mentre stringeva con forza il suo avambraccio sinistro che sembrava le stesse andando a fuoco.

- Non devi arrabbiarti. - iniziò lui non appena le fu vicino, il respiro accelerato a causa della corsa. - Gwendolyn non intendeva…

- Ah, no? Ti rendi conto di cosa mi ha accusata, Harry? Di essere una seguace di quel bastardo psicopatico! Io? Ma stiamo scherzando? - sbottò nervosa, sull’orlo di una crisi di pianto, mentre si voltava a guardarlo, mollando la presa dal marchio.

- Non prendertela, Ally. Calmati. Sono sicuro che l’avrà detto solo perché tu le hai chiesto dei suoi genitori. Non diceva sul serio. - tentò di calmarla lui.

- E chissenefotte! - urlò, nera, non riuscendo a contenersi. - IO NON SONO UNA MANGIAMORTE. MORIREI PIUTTOSTO.

- Eccola che parte con le cazzate.

“Sta zitta!”

- Hai ragione. Non lo sei e non devi prendertela proprio per questo! - esclamò con fermezza mentre le stringeva il viso tra le mani per costringerla a guardarlo.

Allyson aveva gli occhi lucidi, combattuta. Stava mentendo ancora e questo faceva male. Era stata punta sul vivo davanti a coloro che non avrebbero dovuto sapere nulla e lei stava dando i numeri senza motivo. Era davvero una traditrice. Mentire anche davanti ad Harry che stava cercando di calmarla, credendole ciecamente. Dando per scontato che quelle di Gwendolyn fossero solo parole e non fatti concreti. Si sentiva ancora più male. Si sentiva ancora più da schifo mentre avvertiva che la merda che aveva dentro non faceva che accrescere. Si liberò dalla sua presa, indietreggiando, barcollando ma riacquistando l’equilibrio.

- Non sono una Mangiamorte. Non lo sono. E semmai dovesse accadere qualcosa del genere significa solo che lo sto facendo per proteggere chi amo. - proruppe lei, la voce spezzata da un singhiozzo gutturale.

- Lo so, Ally, non devi giustificarti con me. - la consolò Harry, comprensivo, sollevato dal fatto che l’amica si fosse calmata.

- Io…- cominciò ancora la strega, impedendo alle lacrime di scendere, testarda, vacillando davanti agli occhi del suo migliore amico così simili ai suoi e stringendo i denti ancora una volta, perdendosi nel dolore di quel tornado di sensazioni che non volevano abbandonarla.

- Potter, Weasley ti sta cercando. - Theodore sbucò dal nulla, arrivando alle loro spalle, le mani ficcate in tasca e la solita maschera annoiata sul volto.

- Va bene. Andiamo, Ally. - mormorò Harry afferrandole una mano. Lei, ancora una volta, si liberò, scuotendo la testa.

- Ho bisogno di stare sola.

- Come vuoi. Ti aspetto in Sala Comune. - l’avvisò sfiorandole appena la guancia. Diede un’occhiata a Nott e poi sparì, voltando l’angolo di quel corridoio.

- Allora? Mi spieghi che succede?

Theo le si era avvicinato, cauto, mentre lei teneva le mani incollate sul viso, non volendo far vedere al Serpeverde le lacrime che stavano lentamente sgorgando dai suoi occhi.

- Vattene via. - mormorò debolmente Allyson, trattenendo a stento un singhiozzo.

Lui le afferrò i polsi, tentando di staccarle le mani dalla faccia, con il risultato di farle solo aumentare i singulti.

- Va via. - replicò la strega, le spalle scosse dai singhiozzi violenti, il dolore che ancora non ne voleva sapere di lasciarla.

- Allyson, per favore, non fare la bambina. - sussurrò lui, un espressione indecifrabile e gli occhi scuri intenti a guardarla.

- E tu, per favore, va via. - esalò lei, arrendendosi, aggrappandosi al petto del Serpeverde, alla ricerca di un appiglio, cominciando a sfogare tutte le sue lacrime.

- Eh no, ti prego, non piangere. - affermò deglutendo. Theodore non sapeva per niente come gestire un pianto. Non sopportava le lacrime, preferiva evitarle, non sapeva assolutamente come comportarsi davanti a loro.

- E’ che non ci riesco. - riuscì a dire lei tra un singhiozzo e l’altro, conscia che quella scena non poteva che sembrare patetica.

Il mago sospirò bruscamente, le circondò la vita un braccio mentre con la mano cominciava a darle dei colpetti sulla schiena, quasi imbarazzato, pregando Merlino che Allyson riuscisse a “spegnere il rubinetto” al più presto. Avrebbe potuto sopportare tutto: le crisi nervose, gli scatti d’ira, gli istinti omicidi, gli scleri e le lamentele. Ogni dannatissimo difetto di quella ragazza ma con il pianto proprio non ci riusciva. Era la prima volta che la vedeva piangere e sperò che fosse anche l’ultima.

- Allyson, non so cosa fare. - l’avvisò, nervoso, continuando a picchiettarle la schiena.

- Piantala di colpirmi, per cominciare. - mormorò con la voce ovattata a causa del viso schiacciato totalmente contro il petto del mago. Theo si fermò all’istante, sollevato dal fatto che Ally si fosse ripresa almeno un po’.

- E adesso?

- Ce l’hai una sigaretta? Ho dimenticato le mie.

Theodore ghignò e cacciò dalla sua tasca un pacchetto di Slim, con il quale colpì per due volte il capo della strega, con un’insolita gentilezza.

- Ritieniti fortunata. Ho fregato un pacchetto a Draco per ogni evenienza.

- Bene, ottimo lavoro. - borbottò lei staccandosi leggermente e asciugandosi i residui di lacrime con la manica della giacca. - Ora andiamo sulla Torre di Astronomia.

- Guarda un po’ cosa mi sono ridotto a fare. Seguire gli ordini di Allyson Reed. Mi stai rovinando sul serio, Grifondoro.

- E tu stai rovinando me, quindi direi che siamo pari.

- Assolutamente.

 

L'angolo di Hono

Si, potrebbe sembrare il contrario, ma non sono morta. Lo so, sono passati secoli, probabilmente, ma ho avuto il mio bel po' da fare con lo studio e la mia vita sociale. Ne resterete stupiti ma anche io ho una vita sociale...più o meno...ma non perdiamoci in chiacchiere! Mi scuso per l'enorme ritardo e spero che vogliate continuare a seguirmi! Ringrazio sempre coloro che hanno seguito la mia storia fino ad ora e quelli che la recensiscono. Siete fantastici, tutti! *^* Credo che riuscirò a postare regolarmente ora, cercherò di rimprendere il ritmo, spero di riuscirci u.u Beh, con questo vi lascio e al prossimo capitolo ^.^
Hono

  
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