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Autore: John Spangler    08/09/2014    6 recensioni
Siete stanchi delle storie su ragazze del mondo reale che finiscono nel mondo di One Piece e hanno un colpo di fortuna dietro l'altro? Odiate a morte le Mary Sue? Ebbene, questa è la storia che fa per voi. Unitevi a Marie Denise Suesse nel suo viaggio nel mondo di One Piece, alla ricerca dei suoi genitori e della risposta ad alcuni inquietanti misteri: come ci è finita in quel mondo? Cos'è successo alla ciurma di Cappello di Paglia? Chi c'è dietro la misteriosa Nuova Era della Pirateria?
Genere: Avventura, Mistero, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie di Phalanx'
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Capitolo 2: In cui perde i genitori

 

Nelle storie in cui una ragazza del mondo reale finisce in un mondo fittizio, lo scenario più comune è quello in cui si ritrova in una situazione pericolosa per poi essere soccorsa da un personaggio di quel mondo fittizio, creando così un'ottima scusa per mischiarsi con i locali. Il fatto che il 90% di queste situazioni si concluda con una storia d'amore, dovrebbe dirvi qualcosa sulle possibilità che ciò non accada nel nostro caso.

 

Bisogna dire, però, che è successo. Solo, non in quel modo per la nostra Mar.

 

Ora, nello scorso capitolo abbiamo lasciato Mar davanti alla sua finestra a guardare un re del mare, che probabilmente si stava chiedendo quale bocconcino delizioso sarebbe venuto fuori dalla casa. Sua madre, non essendo stata esposta alla fervida immaginazione di un certo mangaka giapponese, urlava come un'ossessa, mentre suo padre borbottava qualcosa a proposito del mostro di Loch Ness.

 

Il che sarebbe una cosa abbastanza stupida da fare in una situazione del genere, perchè il suddetto mostro si renderebbe conto di avere davanti qualcosa di vivo, abbastanza in carne e commestibile.

 

Fortunatamente, anche i re del mare sono commestibili. Un gruppo di pirati affamati comparve all'improvviso e uccise la creatura in appena cinque secondi.

 

- Pirati!- esclamò suo padre, che aveva afferrato una mazza da baseball.- Come hanno fatto ad arrivare fin qui dalla Somalia?-

 

(Secondo quando affermato dall'autore, il padre di Mar non sapeva che esistono altre zone del mondo infestate dai pirati. Ad esempio, oltre alla Somalia, c'era anche lo Stretto di Malacca.)

 

Comunque, sfortunatamente per Mar, non si trattava di pirati buoni. Nel senso di pirati che si vestono in maniera buffa e vanno in giro in cerca d'avventura, senza fare le normali cose da pirati, come distruggere, saccheggiare e trafficare in schiavi. Si trattava invece di pirati che facevano proprio queste ultime cose, e sapevano anche come farle bene.

 

Ora, Mar si era sempre considerata una ragazza forte e coraggiosa. Aveva studiato le arti marziali ed era cintura blu di karate. Avrebbe combattuto per dimostrare che, sebbene fosse una femmina, era forte abbastanza da essere presa sul serio.

 

Ma dopo aver sentito una risata da iena e aver visto suo padre cadere a terra dopo essere stato colpito da un uomo che sembrava vagamente familiare, finì per nascondersi sotto il letto, sperando che non l'avrebbero trovata. Ebbe anche il privilegio di ascoltare con terrore i pirati portar via i suoi genitori.

 

Nessuno la trovò, ma non perchè si era nascosta bene. Semplicemente perchè la casa era a tal punto sommersa dall'oceano che ai pirati sembrò pericoloso rimanere. Decisero quindi di andarsene, lasciandola da sola.

 

***

 

Per qualche strano motivo, ad alcuni autori piace scrivere di eroine con un'infanzia tragica e piena di abusi. Il loro tema preferito (a parte lo stupro, usato già più e più volte) è probabilmente il rimanere orfani dopo un tragico incidente. Viene spesso usato per ispirare compassione. Da notare, però, che pochi di questi autori rendono giustizia al tema. Infatti, usarlo solo per far in modo che un personaggio piaccia sarebbe come provocare la morte dei genitori di qualcuno e poi agire per conto di quel qualcuno perchè è rimasto orfano.

 

Ora, però, torniamo alla nostra eroina. Mar era convinta che non le importasse nulla dei suoi genitori. Detestava il fatto che litigassero in continuazione facendo però finta che tutto andasse bene, in sua presenza. Non vedeva l'ora di compiere 18 anni e andare via di casa.

 

Eppure, ora che era sola, aggrappata a un relitto della sua casa affondata, avrebbe dato qualunque cosa per riaverli indietro. La sua bellissima (ma sempre pronta a rimproverarla) madre, perennemente delusa perchè sua figlia non riusciva a raggiungere il suo potenziale. Suo padre, un maniaco del lavoro che non era mai a casa, se poteva evitarlo. Come genitori erano terribili, ma c'erano.

 

Quattro ore dopo, la fame e il pericolo divennero i pensieri prevalenti nella sua mente, assieme al timore per ciò che poteva nascondersi nelle profondità del mare. Squali? Re del mare? Uno di loro l'avrebbe vista e sarebbe venuto a divorarla, nonostante fosse poco sostanziosa?

 

Fu in quel momento che qualcosa di strano accadde.

 

Un oggetto giallo e piccolo galleggiava poco lontano. Per il modo in cui la corrente si muoveva, sembrava che lo stesse portando nella sua direzione. Quando fu più vicino, Mar lo riconobbe e la sua bocca si spalancò dallo stupore. Di nuovo.

 

Era QUEL cappello di paglia.

 

Se non sapete di quale cappello di paglia sto parlando, allora vuol dire che siete nel posto sbagliato, e state leggendo la storia sbagliata del fandom sbagliato, e sa il cielo come avete fatto ad arrivare al secondo capitolo. Ma naturalmente, sapete di quale cappello di paglia sto parlando. La domanda che dovreste porvi, e credo proprio che lo stiate facendo, è questa: cosa ci fa quel cappello nel bel mezzo dell'oceano, senza nessuno che lo indossi?

 

Vi sorprenderà sapere che questa non era la sola cosa che Mar stava pensando (naturalmente lo aveva riconosciuto). Ma appena le si avvicinò, la sua attenzione andò tutta sull'oggetto contenuto nel cappello.

 

Era un frutto. E quando dico frutto, ovviamente, voi lettori saprete subito che non menzionerei questo particolare se si trattasse di una normale mela o banana, finita per sbaglio in un cappello trasformatosi in cestino della frutta. Naturalmente era un frutto del diavolo. Per la precisione, un frutto del diavolo molto simile a un peperoncino, ma tutto coperto da strani segni.

 

Ora, la maggior parte delle persone abbastanza fortunate da trovare un frutto del diavolo, spereranno probabilmente che si tratti di un frutto di tipo Rogia. Sinceramente, non la capisco proprio questa fissazione. Forse sono convinti che più un frutto è raro, meglio è. Personalmente, credo che siano più utili le capacità del possessore, e che i Rogia siano sopravvalutati, mentre i Paramisha sono sottovalutati, pur essendo più versatili (Solo perchè sono l'autore non vuol dire che non posso inserire qualche considerazione personale).

 

Qualunque sia il caso, chiunque trovi un frutto probabilmente spererà di essere incappato in un rogia inverosimilmente potente, magari qualcosa di simile a un potere già posseduto da qualcuno famoso, tipo il ghiaccio o il potere di trasformarsi in diamanti o foglie di ciliegio e così via.

 

Comunque, tornando alla storia...dopo aver riconosciuto il frutto, Mar fece quel che avrebbe fatto chiunque al suo posto: afferrò il famoso cappello, se lo mise in testa e mangiò il frutto.

 

Tuttavia, non si trattava di un frutto di tipo Rogia. Quasi, ma non abbastanza. C'erano alcune lettere di differenza.

 

Comprese subito, mentre inghiottiva quel frutto dal sapore orribile, di aver mangiato il Frutto Logica Logica. (Se per caso ve lo state chiedendo, è un Paramisha. Sì, lo so che alcuni considerano la logica un elemento, e che altri pensano che la logica sia elementare, ma se l'autore dice che è un Paramisha, allora è un Paramisha, ok?)

 

Subito dopo aver mangiato il frutto, fu travolta da un dolore atroce che si trasformò subito in un terribile mal di testa. Fortunatamente, Mar era stata abbastanza previdente da legarsi al relitto galleggiante. Si era anche assicurata di non essere troppo immersa nell'acqua prima di mangiare il frutto, in modo da non rimanere senza poteri.

 

Vedete, leggere un sacco di manga può essere un vantaggio, se si finisce in uno di quei mondi.

 

Fortunatamente, ciò significava che i suoi nuovi poteri potevano ora funzionare. E, meraviglia delle meraviglie, altre cose strane accaddero mentre iniziava a riflettere sul cambiamento portatole dal frutto.

 

Uno: L'acqua sotto di lei iniziò a ribollire.

 

Due: L'oggetto che aveva usato per galleggiare stava iniziando ad uscire dall'acqua, perchè sotto di lei stava comparendo il ponte di una nave.

 

Tre: Fu sollevata di colpo e si ritrovò sul ponte di una nave perfettamente funzionante, che inspiegabilmente era emersa dalle profondità dell'oceano.

 

Dico "inspiegabilmente", ma non molto a dire la verità, e con l'aiuto dei nuovi poteri di Mar procederò ora a spiegare l'apparizione di questo deus ex machina.

 

Dopo essere affondata, la casa di Mar aveva disturbato una nave dotata di rivestimento che era nascosta in quel punto da tanti anni. Il perchè fosse stata rivestita e ancorata in quel particolare punto dell'oceano è un mistero in cui non mi addentrerò per ora; quel che adesso importa è che la casa aveva reciso la catena dell'ancora. Senza tutto quel peso, era entrata in scena una cosa chiamata galleggiabilità, e...oplà, la nave era andata su!

 

E fu così che Mar si ritrovò su una nave.

 

Ma non si trattava di una nave qualunque. Alzandosi in piedi, si rese conto che il ponte era pieno di fango, ed era costellato dai resti di qualcosa che sembrava erba.

 

Sulla prua c'era una testa di leone dall'aria familiare. Era coperta da un mucchio di melma, ma si vedeva benissimo che era stata dipinta con colori vivaci, come anche il resto della nave. Appena Mar vide il simbolo sulla bandiera e sulla vela principale, lo riconobbe all'istante. Traumatizzata e fuori posto, la ragazza si diede un pizzico sulla guancia per verificare se fosse un sogno.

 

Non lo era. Sbattè le palpebre e si stropicciò gli occhi prima di guardare di nuovo.

 

Era tutto troppo surreale. Nonostante i colori fossero un pò sbiaditi, era innegabile che si trattasse del simbolo dell'uomo che voleva diventare Re dei Pirati.

 

- E' la Thousand Sunny!- disse Mar, la voce carica di meraviglia.- Sono sulla Thousand Sunny!-

 

 

 

NOTA DEL TRADUTTORE: Innanzitutto, mi scuso se in alcuni punti la traduzione fa cacare. Il mio inglese non è dei migliori. Volevo poi darvi un piccolo avvertimento: sebbene questa storia sia stata scritta principalmente per divertire, ci sono anche moltissimi momenti inquietanti. Aspettate che si scopra cosa è successo a Rufy e capirete…

 

Ci rivediamo tra due settimane col prossimo capitolo!

  
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