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Autore: Jess_97    08/09/2014    0 recensioni
Jessica, era una semplice ragazza di 18 anni nata in Italia. All'età di 15 anni, scoprì un fatto della sua vita che le fece prendere la decisione di andare a vivere a Londra.
Chi poteva mai immaginare che sarebbe andata così?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter twenty-eight

#Harry
Mi chiusi in camera e aprì la lettera. Era un po' umida e profumava di menta, chissà, ma quel profumo mi ricordava il profumo di mio padre..
"Ciao piccolo Eddy.."
Nessuno mi chiama più Eddy da quando sono morti i miei, era il soprannome che mi aveva dato mio papà. 
"Come sta andando la tua vita? Beh si, intendo da quel giorno. La vita è cambiata per tutti. Una semplice uscita di famiglia si è trasformata nella giornata più brutta della nostra vita. Ti ricordi quella sera quanto ci hanno messo la mamma e Isa per prepararsi? Troppo tempo per noi uomini! Mi ricordo che fin da quando avevi 8 anni mi dicevi: papà io non voglio diventare grande, non voglio sposarmi e non voglio avere figli, perchè se nasce come Isabella io la odierei. Eri solo un bambino... quante cose sono cambiate eh? Tu sei diventato un uomo e io mi sono perso gli anni migliori della tua vita. Avrei dovuto insegnarti le cose più importanti: come conquistare il cuore di una fanciulla, come capire quali fossero le persone sbagliate e quali quelle buone. Avrei dovuto insegnarti i valori della vita, ma ci ha pensato lo zio Natan. Quel giorno doveva essere speciale, tua madre aspettava un bambino e non vedevamo l'ora di dirvelo. Però il destino ha voluto essere crudele con la nostra famiglia; Eddy, non volevamo abbandonarvi così, per un periodo non ricordavamo nulla, ne chi fossimo, ne dove fossimo. Non appena abbiamo iniziato a ricordare, ci siamo ricordati subito di voi, i nostri figli. Sono stati anni difficili, tu ora hai 20 anni, Isa 18, sono passati 11 anni e non so come andranno le cose, so solamente che io e tua madre non vediamo l'ora di abbracciarvi e vedere i nostri nipotini. Siamo stati dallo zio e ci ha detto tutto: il parto difficile di Isa, la gravidanza della tua fidanzata e delle tue paure. Con il tuo carattere, so che te la prenderai con gli zii, non farlo. Abbiamo chiesto noi di non dire niente, non ci sentivamo pronti. Ti dico una cosa: non aver paura, un figlio è la cosa più bella che ti possa capitare nella vita. Non cercateci, verremo da voi noi, il prima possibile. Ti abbraccio forte Eddy. Con amore, papà." 
-IO NON CE L'HO UN PADRE.- urlai buttando la lettera sul letto. Andai verso la porta e uscendo mi scontrai con Isa. 
-Hai letto Harry?-
-Ho letto, non mi interessa. Loro sono spariti per 11 anni. Ho pianto sulla loro tomba, hanno avuto un funerale. Loro sono morti.-
-Harry non dire così. Sono i nostri genitori, mamma quella sera voleva dirci di aspettare un figlio.-
-So quello che voleva dirci Kristen, non devi ricordarmelo. Sai cosa mi ha scritto, quello che tu chiami ancora "papà"?-
-Che cosa?-
-"Abbiamo chiesto noi di non dire niente, non ci sentivamo pronti" ma pronti per cosa? Per rivedere i vostri figli? Ma ti rendi conto?-
-Harry, diamogli almeno l'opportunità di spiegarsi.-
-Voglio andare dallo zio Natan, loro sono lì.-
-C-Come lo sai?-
-Mi ha scritto che lo zio gli ha detto tutto,di me, di te, di Jess e di Travis. Dove potranno mai essere?-
-Vengo con te.-
-E Travis?-
-Starà con suo padre.-
-Perfetto allora.-
Ci dirigemmo al piano di sotto. Notai che Jess e Niall erano appena rientrati, così mi avvicinai alla mia ragazza per dirle ciò che era appena accaduto.
-E ora che cosa vuoi fare?- Mi domandò dopo che le ho detto della busta
-Andare da mio zio e sperare di trovarli lì.-
-Vuoi che venga con te?- Mi chiese mettendomi le braccia intorno al collo così misi le mie mani sui suoi fianchi.
-No, non ce n'è bisogno. Stai a casa e riposati, tornerò presto.- 
-D'accordo.- le diedi un bacio e chiamai Isa.
Presi le chiavi della macchina e uscì di casa. 
-Che caldo che fa, oggi.- Affermò Isa per rompere la tensione. Era udibile anche a chilometri di distanza
-Già- dissi continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada
-Non essere teso.-
-Non sono teso.- dissi tirando un pugno sul volante
-Se non ci sono cosa facciamo?- deviò il discorso, meglio!
-Aspettiamo che arrivino-
-Non ho tutto questo tempo, ho lasciato mio figlio a casa.-
-Te lo avevo detto, ora non stare addosso!- 
-Senti, non avercela con me. Io non ti ho fatto nulla.- disse gridando.
-Prima delle 11pm saremo a casa, contenta?- 
-Si, grazie.-
Arrivammo che erano più o meno le 5pm, scesi dalla macchina, aspettai che lo fece anche Isa e la chiusi. Suonammo al campanello e dopo pochi secondi lo zio Natan venne ad aprire.
-Harry, Isa, che ci fate qui?- Disse sorpreso e confuso
-Caloroso benvenuto!- Esclamai
-Zio Natan! Come stai?- Isa gli saltò al collo e lui ricambiò l'abbraccio
-E Travis?- 
-E' con suo padre.-
-Loro sono qui, vero?- domandai
-No- Rispose prontamente lo zio
-Invece si, altrimenti mi avresti chiesto: "chi?"-
-Harry, non essere così rude.-
-Io rude?- 
Senza più ribattere, lo zio ci fece entrare. Andammo in salotto e notai che sul tavolino c'erano quattro tazze da the e quattro piattini per il dolce, il mio intuito non sbaglia mai.
-Dove sono? Kristen, Brandon.- Urlai fino a quando la zia Anne non venne a tapparmi la bocca. 
-Ellie e Amber si sono appena addormentate.-
-Scusa zia, dove sono loro?-
-Tesoro, mamma e papà sono morti anni fa..- mi disse dolcemente accarezzandomi la guancia. Le tolsi la mano dalla mia faccia
-Cazzate! Dove sono? Ditemelo o inizierò ad urlare.-
Vidi che dalla porta della cucina uscirono due persone. Una donna non molto alta, bruna, occhi color cioccolato e un sorriso tenero. Indossava un vestito a fiori rosa e azzurro e delle ciabattine con il tacco bianche. L'uomo invece indossava una camicia nera a maniche corte, un paio di bermuda di jeans e dei mocassini neri. Era molto più alto della donna al suo fianco. I suoi occhi erano verdi, proprio come i miei, i capelli ricci sul biondo e il suo fisico era abbastanza robusto. Al contrario, la donna era magra. Non potevo crederci. 
-Siete proprio come vi ricordavo.- Dissi a bocca aperta. Fissai Isabelle. Le lacrime le scendevano silenziosamente sulle guance e si stava torturando la maglietta con le mani. 
-Eddy..- Iniziò lui, ma lo fermai.
-Non mi chiamo Eddy.- Non sapendo cosa dire, annuii semplicemente e proseguì
-Harry, non essere arrabbiato. Se abbiamo preso questa dura decisione, l'abbiamo fatto perchè era la cosa che ritenevamo giusta da fare.-
-Per quanto tempo non vi sareste fatti vedere? Se non fossi salito in auto e non avrei guidato fino a qui, quando vi avremmo rivisti?- 
Non risposero.
-Appunto. Perchè scriverci delle lettere se non volevate vederci?-
-Noi vogliamo ritornare quelli di una volta, però non sapevamo come dirvelo.-
-Sono più le domande senza una risposta che quelle con una risposta.-
-V-Voglio chiedere una cosa.- Isa parlò, singhiozzando, a tratti, ma disse qualcosa.
-Chiedi pure, tesoro.- rispose Kristen
-V-Voi, voi volete bene a me e ad Harry? Come tanti anni fa?- Domandò piangendo
-Certo amore. Dopo l'incidente noi abbiamo perso la memoria e quando l'abbiamo riacquisita erano passati oramai 9 anni dall'incidente.-
-Per questi due anni cosa avete fatto, eh? Vi siete divertiti? Non basta scrivere una lettera per risolvere tutto. Io sono stato male e voi non c'eravate. Isa ha avuto il suo primo figlio, ne ha perso un altro e voi non c'eravate. Voi non ci siete stati nei momenti più brutti e non meritate di esserci in quelli più belli. Per me, i miei genitori, si trovano nel cimitero di Londra, quelli che ho pianto per 11 anni, sono i miei genitori, non voi.- Rimasero sbalorditi. Poco dopo Kristen andò al piano di sopra correndo e con lei la seguì Isa. Brandon rimase con me e andammo a sederci sul divano, sotto gli occhi dei miei zii.
-Harry, io so che tu hai passato degli anni difficili senza di noi.- lo interruppi
-Difficili? Difficili dici? Decidere il gusto del gelato in gelateria è difficile, un esame a scuola è difficile, riuscire a dire "ti amo" alla propria ragazza è difficile, scegliere un paio di scarpe da mettere la mattina è difficile, pensare ed essere consapevoli di dover crescere senza entrambi i genitori, non è difficile. E' impossibile, tremendamente impossibile e doloroso.- Lo fissai negli occhi per un periodo di tempo che mi sembrava infinito e poi iniziò a parlare
-So che quello che hai passato, è stato impossibile e doloroso, ma devi capire che noi non eravamo in giro per l'Inghilterra a divertirci, eravamo in un ospedale, senza memoria, sai cosa significa non sapere più chi sei, da dove vieni, quanti anni hai, dove ti trovi, non sapere più cos'era e com'era la tua vita prima di allora? Sono stati anni impossibili anche per noi. Sai come abbiamo riacquistato la memoria? Tornando al luogo dell'incidente. Solo così abbiamo iniziato a ricordare.-
-A me non interessa, quello che ho detto poco fa è ciò che penso. I miei genitori sono morti.- Mi alzai e andai di sopra a chiamare Isa
-Isa, andiamo. Si sta facendo tardi.- Dopo pochi minuti uscì dalla camera abbracciata a Kristen.
-La mamma vuole vedere Travis.-
-Venisse a casa con Brandon, sempre se ricorda ancora la strada.-
-Vivete nella nostra casa?-
-Appena compiuti i miei 18 anni la casa è andata a me, come tutto il resto. Non avevamo un posto dove stare quindi ci siamo trasferiti lì, per non pesare sulla zia. Ora viviamo lì, con i nostri rispettivi compagni. Andiamo.-
-Mi piacerebbe conoscerla.- Disse Kristen mentre scendevamo le scale
-Non credo sia una buona idea, come ti ho detto: io non voglio avere a che fare con voi due. Buona serata.-
  
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