Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Graceling62    08/09/2014    3 recensioni
Rose/Lysander - Albus/Lorcan
Si dice che ciò che succede dopo lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre sia un'anticipazione per il resto dell'anno.
Di anticipazioni eclatanti i cugini Weasley-Potter, quella notte, ne hanno avute fin troppe, però nessuno riesce a ricordarsene. Fra congetture, ipotesi e bugie a fin di bene, il nuovo anno comincia con la costante ricerca della verità, inaspettata e disarmante.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Lucy Weasley, Lysander Scamandro, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3° Capitolo


Il ritorno alle vecchie abitudini non sempre significava anche monotonia. Certo, i pasti, le lezioni, gli allenamenti di Quidditch e quant'altro, ad Hogwarts, avrebbero ripreso a svolgersi agli stessi orari ogni giorno, settimana e mese, tuttavia non bastavano ad assicurare giornate ripetitive. Ad una prima occhiata non si sarebbe detto, osservando la Sala Grande ricolma di ragazzi assonnati che nonostante ciò ingurgitavano quantità considerevoli di cibo, ma se ci si fosse soffermati ad osservare le espressioni sui loro volti, i loro movimenti e le occhiate che lanciavano, certamente ne sarebbe venuto fuori qualcosa di più. Forse, si sarebbe potuto intuire già da ciò quanto lontane le ore seguenti sarebbero state dalla monotonia.

« James Potter è un idiota morto. » Affermò Rose Weasley, prendendo posto sulla panca del tavolo dei Grifondoro, nonostante non fosse quella della sua casa. Non appena si sedette, i due gemelli Scamander e Roxanne, che fino a poco prima stavano confabulando fra loro, spalancarono gli occhi e assunsero un'aria fintamente disinvolta. « Scusatemi, ho interrotto qualcosa? » Aggiunse allora la ragazza con tono accusatorio, notando la loro reazione.
« N-no, cos'avresti do-dovuto interrompere...» Negò Lysander con evidente imbarazzo. Rose non gli credette nemmeno per un singolo istante. « Io però d-devo proprio andare, ho la lezione di...di...Aritmanzia, già, Aritmanzia. » Detto questo si alzò velocemente dalla panca, con il solo risultato di urtare il tavolo facendo rovesciare il suo bicchiere, con dentro del succo di Zucca, per terra. Passò qualche istante a guardarlo, probabilmente chiedendosi se fosse il caso di raccoglierlo o lasciarlo lì, optando per la seconda opzione ed uscendo quasi di corsa dalla Sala Grande.
Roxanne e Lorcan si lanciarono un'occhiata che Rose non riuscì a comprendere, limitandosi così a guardarli con aria interrogativa. « Ma Lysander non frequenta Aritmanzia. » Fece notare, ancora piuttosto confusa.
« Invece la frequenta, sì, da...da quest'anno, vero Lorcan? » Roxanne guardò il ragazzo di fianco a sé alla ricerca di una conferma.
« Già, da quest'anno, chi l'avrebbe mai detto, eh? Sapete, credo di dover andare anche io, devo prendere dei libri in camera e fare...delle cose. » E in un attimo aveva già seguito l'esempio del fratello, uscendo.
« Roxanne... » Iniziò Rose, scrutandola. Le stavano assolutamente nascondendo qualcosa.
« Non iniziare, Rose. » 
« Siete davvero ingiusti, però. » Incrociò le braccia al petto, sbuffando.
« Cosa stavi dicendo, di James? » Era sempre stata brava a cambiare discorso.
« Ah, giusto, non so se hai notato cosa sta succedendo adesso fra lui e Dominique, ma è colpa sua e...al diavolo, che cos'ha Lysander? In treno voleva parlarmi, ma alla fine non mi ha detto niente, e dopo mi ha evitata per tutto il tempo, cosa che ha fatto anche adesso. » Quel comportamento la lasciava perplessa. Certo, lei e Lysander non erano inseparabili, ma comunque buoni amici, mentre ora sembrava che lei avesse la peste.
« Lui...ecco...è per quello che è successo a Capodanno. Non...mh...non approva quello che hai fatto. »
« Avevo bevuto! Non può davvero credere che conti qualcosa. » Fra l'altro, non si ricordava comunque nulla. Trovava però assurdo che l'amico potesse offendersi per quello che aveva fatto lei, non ne aveva alcun diritto. Un lato di sé, quello più nascosto e al quale cercava di non dare mai ascolto, era tuttavia compiaciuto per l'attenzione che il ragazzo le riservava. Ovviamente, la ragazza lo ignorò.
« Com'è che dicono i babbani, Rosie? "In vino veritas", ecco. Senti, ne parliamo dopo, va bene? Ora devo andare. »
Lasciata ormai sola, Rose abbandonò l'idea di fare colazione.
Improvvisamente non aveva più fame.

Era stato ingiusto da parte sua mentire in quel modo a Rose, ma cosa avrebbe dovuto dirle? "Lysander non riesce più a guardarti negli occhi perché, indovina un po', in quella sera di cui tu non ti ricordi assolutamente nulla vi siete baciati e ora lui è più confuso di quando abbiamo messo in discussione l'esistenza dei Nargilli."? No, assolutamente no. Se e quando Lysander avesse voluto raccontare tutto a Rose, l'avrebbe fatto lui e lui soltanto.
E poi, in fondo, non aveva mentito del tutto. C'entrava comunque con Capodanno. Quella giustificazione bastava a farla essere in pace con se stessa.
Non aveva tempo, fra l'altro, di occuparsi dei problemi dei suoi amici, visto e considerato che aveva già i suoi. Anzi, il suo: Jessica Cashore.
Il suo problema aveva acquisito un nome in quella rinomata sera, quando, un'ora circa prima della mezzanotte, avevano iniziato a parlare. Ora, non è che ricordasse bene ciò che era successo dopo, ma sapeva solo che qualcosa doveva essere successo, considerate le lettere che la ragazza le aveva mandato via gufo nei giorni seguenti.
A quanto aveva capito, Jessica pensava che lei...ecco, fosse sulla sua stessa sponda, ma non era assolutamente vero. Roxanne era solo...confusa, ecco, o almeno così si ripeteva da qualche mese ormai.
In quel momento, stava cercando di evitare gli sguardi che la ragazza continuava a lanciarle con quei suoi penetranti occhi azzurri il più possibile, tanto da far finta di seguire la lezione, cosa che aveva stupito il professore, fra l'altro.
Avrebbe preferito di gran lunga i Serpeverde come compagni di lezione, quel giorno, e quello diceva già tutto.
Ad un certo punto, un aeroplanino di carta incantato le atterrò sul banco. Inarcò le sopracciglia, guardandosi intorno per cercare di scoprire l'identità del destinatario, e vide Jessica che le stava sorridendo. 
Come temeva.
Si voltò velocemente, irrigidita come un manico di scopa, osservando il foglietto di carta sul suo banco. Lo aprì a malincuore, e fulminò con lo sguardo il suo vicino di banco, Luke Baston, che aveva costretto a sedersi di fianco a lei solo per le sue enormi spalle, che sperava l'avrebbero coperta dallo sguardo di Jessica, cosa che ovviamente non era successa.

"Questa sera, subito dopo cena, in Guferia.
Ti aspetto.
J."


Spalancò gli occhi mentre leggeva il testo del bigliettino, e lo accartocciò velocemente prima che qualcun altro potesse vederlo, voltandosi per lanciare un'occhiataccia alla Corvonero.
« Weasley, ti vedo agitata, vuoi forse rispondere tu alla domanda? » La interpellò il professore, sorridendole in un modo che lei considerò decisamente maligno.
« Mh...Credo che...In realtà, dovrei proprio andare in bagno. Problemi di donne. » Sorrise amabilmente, e non appena il suo interlocutore annuì, dopo aver alzato gli occhi al cielo, si precipitò fuori dalla classe, chiudendosi la porta alle spalle.
Era fregata.

Come Lucy si aspettava, la prima lezione di quella giornata era iniziata con un lungo discorso sull'importanza dello studio per gli esami che loro del quinto anno avrebbero dovuto svolgere, discorso del tutto identico a quelli che si erano dovuti sorbire a inizio anno, tanto che le veniva da domandarsi se i professori non si mettessero d'accordo in anticipo su come instillare nei loro studenti ansie, insicurezze e preoccupazioni durante gli ultimi giorni d'estate, recitando discorsi che, esclusa qualche piccola variazione, sarebbero risultati identici.
Ovviamente, ce ne sarebbe stato uno anche alla lezione dopo, e a quella dopo ancora. Da brava studentessa con il massimo dei voti, Lucy aveva finto di prendere appunti sulla sua pergamena, mentre in realtà si era messa a disegnare.
Ora, invece, stava camminando per i corridoi diretta all'aula di Storia della Magia, facendosi spazio fra la marea di studenti che, alla fine di una lezione, si riversava fuori dalle aule.
Persa nei suoi pensieri, si accorse di una persona che avrebbe preferito evitare solo quando era ormai troppo tardi per infilarsi in qualche corridoio secondario. Le restava da sperare che non la notasse.
« Lucy Weasley, sbaglio o mi stai evitando, dopo il nostro incontro sul treno? » Ovviamente, la fortuna non la assisteva mai.
Grayson Davies, un metro e troppi centimetri di pura arroganza, era un Serpeverde al VI anno, una di quelle persone che pretendevano di avere tutto e subito e pensavano che il mondo fosse ai loro piedi. 
« Davies, semplicemente ti ignoro, come ho sempre fatto. E ora devo andare a lezione. » Fece un passo, ma si ritrovò immediatamente il ragazzo davanti. Scontato.
« A Capodanno non mi ignoravi. » Il sorrisetto borioso che gli apparve sul viso fece venire voglia a Lucy di tirargli un pugno in faccia.
« Non ti aspetterai davvero che creda alla storiella che ti sei inventato? Nemmeno se fossi bipolare ci starei, con te, e ora lasciami passare, o giuro che mi metto ad urlare. » Non ricevette nessuna risposta, così lo sorpassò, continuando per la propria strada.
Quasi si aspettava che lui le sarebbe corso dietro, o le avrebbe urlato qualcosa, non era uno che si arrendeva facilmente, il che le faceva temere che stesse tramando qualcosa.
Oppure, poteva pensare per il meglio e credere che lui avesse semplicemente deciso di smetterla con quella storia secondo la quale loro a Capodanno avessero...fatto cose che non avrebbero dovuto fare. 
Considerato il soggetto, però, le veniva difficile pensare positivo.

« Ho detto che non ne voglio parlare. »
Dominique e Rose erano sedute all'ombra di un salice nel parco, sfruttando l'ora buca di entrambe per rilassarsi, o almeno apparentemente. In realtà, la rossa stava insistendo da una buona decina di minuti con la cugina per farsi raccontare cosa la facesse stare in quel modo.
La sera prima, Dominique non riusciva a dormire, quindi era andata da Rose in cerca di conforto. Si sarebbe dovuta aspettare quel conseguente interrogatorio, ovviamente.
« E io non voglio costringerti a farlo, ma ieri sera eri distrutta, e odio vederti così. » La sera prima era sull'orlo delle lacrime, non poteva negarlo. Ma si sentiva così male per quello che era successo, e allo stesso tempo un nuovo sentimento stava nascendo in lei, per quanto continuasse a evitare di pensarci, e ne aveva paura.
Dominique Weasley che aveva paura di qualcosa, chi l'avrebbe mai detto. La realtà era che la ragazza si era sempre abituata ad affrontare problemi ordinari, che si poteva aspettare, e invece quello...quello era totalmente al di fuori del normale.
« Non posso parlarne, Rose, per favore, non insistere. » Rose credeva in lei, lo sapeva. Avevano stretto un forte legame fin dai loro primi anni di vita, e era consapevole del fatto che la cugina la vedesse come un modello da imitare. Non voleva che quello finisse, non voleva raccontarle tutto e perdere la sua fiducia e la sua ammirazione.
« Va bene, Domi, ma...qualsiasi cosa sia, sai che non ti giudicherei mai. Con me puoi parlare di tutto. » Era certa che lo pensasse sul serio, in quel momento, ma magari non sarebbe stato vero, se le avesse rivelato tutto.
Non sapeva neanche come fosse successo. 
Lei e James stavano semplicemente parlando, entrambi erano forse troppo brilli, ma niente di più.
Il momento dopo, era scattato qualcosa.
Che fosse per l'alcool che circolava loro in corpo, o per qualcosa che entrambi provavano, magari semplice attrazione fisica, non l'avrebbe mai saputo.
Dominique se ne vergognava, eppure una parte di lei continuava a pensarci come a qualcosa di "giusto".
« Ti voglio bene, Rosie, e mi fido di te, ma proprio non ce la faccio. » 
« Dimmi solo una cosa: devo uccidere James? » 
Entrambe scoppiarono a ridere. Ecco cosa le piaceva di Rose. Lei era una persona che non faceva mai pesare nulla, leggera e allo stesso tempo profonda. Con lei eri sempre a tuo agio, qualsiasi cosa fosse successa, comunque ti sentissi.
« No. » Mormorò dopo un attimo, continuando a sorriderle. « No. » Ripetè in un sussurro, senza riuscire a smettere di sentirsi felice. 
Nonostante tutto, per tutto.

Non solo non era riuscito a parlare a Rose di ciò che era successo, ma non riusciva a parlarle in generale. Ogni volta che la vedeva, semplicemente andava nel panico, e non riusciva a formulare una frase di senso compiuto senza balbettare, combinare qualche disastro, o entrambi.
Lorcan non capiva dove fosse il problema. Se Rose non si ricordava niente del Capodanno, meglio così, no? 
Roxanne, invece, aveva centrato il punto, ma i suoi consigli non gli davano per niente una mano. Secondo lei, avrebbe dovuto parlare apertamente alla ragazza. 
Il fatto era che non ci riusciva. Non poteva che continuare a pensare a cosa gli avrebbe risposto Rose, cos'avrebbe pensato a sua volta, c'erano talmente tanti "se" e "ma" che non riusciva nemmeno a ricordarseli tutti.
Chi conosceva la sua situazione continuava a minimizzare, ma ciò che non capivano era che per lui era una cosa importante. Non era stata semplicemente la follia di due ragazzi che avevano bevuto un po' troppo, lui se lo ricordava, sapeva che era successo qualcosa, qualcosa fra di loro, anche se non riusciva ancora a spiegarselo.
Mentre andava a cena, la incontrò. Era sempre così allegra, lei, qualsiasi cosa le stesse succedendo. Sempre con il sorriso sulle labbra, anche se camminava da sola e non aveva nessuno con cui condividerlo.
Come al solito, fu preso dal panico. Non ce la faceva a incontrarla, perché sarebbe riuscito solamente a pensare a quello che era successo, e sarebbe diventato rosso come un peperone, si sarebbe reso ridicolo.
Tuttavia, lei lo fermò prima ancora che potesse fare qualsiasi cosa.
« Lysander! » Lo chiamò, andandogli incontro. « Lys, ti prego, non andartene di nuovo. Cerco di parlarti da tutto il giorno. » Quella velata tristezza nella sua voce sembrava sincera, forse fu proprio ciò che spinse il ragazzo ad ascoltarla.
« Rose, io... » Fu interrotto dalla ragazza. Era così vicina che poteva sentire il suo odore, anche se non era troppo forte. 
« Senti, Roxanne mi ha detto perché mi eviti così. Mi dispiace per quello che è successo a Capodanno, ma non sono stata davvero io, sono certa che da sobria non l'avrei mai fatto. »
Ad ascoltare quelle parole, le emozioni sul viso di Lysander si alternarono l'una con l'altra.
Era sconcertato, perché non si sarebbe mai aspettato che la sua amica andasse a spifferare tutto.
Sorpreso, dal fatto che la ragazza si fosse scusata.
Triste, per qualche motivo che non riusciva a capire. Rose aveva detto che non l'avrebbe mai fatto se fosse stata in condizioni normali, e quello avrebbe dovuto risolvere tutti i suoi problemi, ma allora si sentiva così male?
« Va bene. » Mormorò, con lo sguardo pieno di tutte quelle emozioni fisso nei suoi splendidi occhi azzurri, così determinati e in ricerca di una riconciliazione. « Andiamo a cena, dai. » Aggiunse poi, interrompendo quel momento per riprendere il suo solito sorriso.
Poco dopo, tutti si sorpresero di vederlo consumare la cena in silenzio, con un'aria chiusa e gli occhi vuoti, ma nessuno riuscì a intuirne il perché. Dopotutto, non ci riusciva nemmeno lui.
Tornò alla Torre dei Grifondoro con Lorcan e Roxanne. Ad un certo punto la ragazza si fermò, alla base delle scale. Sembrava indecisa su qualcosa, irrequieta.
« Roxanne, tutto bene? » Le domandò Lorcan, qualche passo più avanti.
« Certamente, andiamo in Sala Comune! » Esclamò la ragazza in risposta, sorpassando entrambi i gemelli Scamander.

Lily scorse in un attimo la figura bionda che veniva verso di lei, in mezzo agli altri studenti. Era stata una degli ultimi ad uscire dalla Sala Grande, essendo rimasta ancora a chiacchierare per qualche minuto con suo fratello Albus, ed era stata semplicemente con se stessa ancora qualche minuto dopo che lui se ne era andato, superando a sua volta il portone poco dopo.
Non permise a Malfoy di dire nemmeno una parola, appena lui la raggiunse.
« Desidero tutto meno che stare qui a battibeccare con te, non è il momento, quindi puoi pure andartene. » Era sembrata un po' più gelida di quello che era in realtà, ma voleva solamente tornare in Sala Comune e finalmente riuscire a parlare con Lysander, restituendogli la maglietta e facendosi rivelare una scusa più che accettabile sul perché lei se la fosse ritrovata addosso.
« Così mi ferisci, Potter, e io che volevo solo avere una conversazione civile con te. » Nulla, dalla sua postura all'espressione sul suo viso poteva far credere alla ragazza che stesse parlando sul serio.
« Perfetto, allora, di cosa volevi parlarmi? » Gli resse il gioco, sperando che così se ne sarebbe liberata più in fretta.
Lui sorrise, e abbassò il volto verso il suo orecchio.
« Devi ancora ridarmi la mia maglietta. » Le sussurrò nell'orecchio. La ragazza poteva sentire il suo sorrisetto senza che nemmeno la toccasse. Lui abbandonò quella posizione un attimo dopo aver detto l'ultima parola.
« Non credo di sapere di cosa tu stia parlando. » Ma un dubbio iniziava a farsi strada in lei. No, non poteva essere vero. Non poteva essere davvero sua, era di Lysander, Fred ne era certo.
« Quella che ti ho lasciato a Capodanno. A quanto ricordo, quando ti sei addormentata ce l'avevi ancora addosso. »
« Io... » Le mancavano le parole, e le si gelò il sangue nelle vene. « Ti stai sbagliando, è di Lysander. »
« Ma scommetto che non gliel'hai ancora chiesto. Dopo che ne avrai parlato con lui, capirai che ho ragione. Mi aspetto che tu me la ridia entro domani. »
E detto questo si voltò e raggiunse le scale per i Sotterranei, lasciando in mezzo al corridoio una rossa irritata, ma, soprattutto, confusa.



Note dell'autrice:

E rieccoci qui, a distanza di un giorno soltanto. Volevo pubblicare il terzo capitolo prima di partire, e visto che domani sono del tutto impegnata, eccolo qui!
Non sapete quanto mi renda felice sapere che a molti di voi la fanfiction stia piacendo, specialmente perché, nonostante sia iniziata davvero da poco, scrivere questi capitoli è una delle cose più belle che mi siano capitate ultimamente.
Come avrete notato, ma nel caso non fosse chiaro lo spiego qui, Roxanne ha mancato l'appuntamento in Guferia, e il perché verrà spiegato nel prossimo capitolo.

Grazie a chi ha recensito (le recensioni sono quelle che mi danno la massima soddisfazione, sì) e anche a chi sta seguendo, al prossimo capitolo!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Graceling62