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Autore: coldcoffee89    09/09/2014    3 recensioni
Penelope. Per gli amici Penny. Frivola, curiosa, rumorosa e con una sana predisposizione a combinare guai. Nutre una passione sconfinata per il caffé, i colori a tempera e le feste e ha un'immensa sfiducia nell'amore.
Daphne. Anticonvenzionale e solitaria. E' un po' allergica ai rapporti umani troppo stretti e ai gatti. E' un cubetto di ghiaccio che si scioglie quando danza. Va matta per i rompicapo e per gli horror. Colleziona guide turistiche perché le piace viaggiare, anche solo con l'immaginazione.
Entrambe si imbattono nella più grande boyband del momento: i One Direction. La vita delle cinque popstar, però, non è perfetta come sembra e ben presto le ragazze scopriranno che dietro la loro solida e scintillante facciata si nasconde qualcosa.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 – Brand New Day

 


 

"If you don't imagine,
nothing ever happens at all"

 J. Green

 






 

Il corpo di Louis giaceva immobile sul letto, tra lenzuola di seta ancora stropicciate e piene di un profumo che di lì a poco gli avrebbe inebriato i sensi. Il ragazzo dormiva ancora, a pancia in giù, con mezza chiappa scoperta, e con le braccia incastrate sotto al cuscino. Il suo sonno profondo però non fu destinato a durare a lungo poiché un improvviso tonfo lo fece svegliare di soprassalto, permettendo alle lenzuola di scivolare via dal suo corpo nudo.
Nella penombra della stanza Louis vide Zayn e Niall fissarlo con espressioni confuse ma nonostante tutto divertite da quello che avevano davanti agli occhi: una camera da letto piena dei suoi vestiti sparsi sul pavimento e un Louis ancora nudo e più confuso che mai.
- Che diavolo ci fate qui? - sbottò senza ombra di pudore. Doveva davvero riprendersi le chiavi di casa che aveva dato ai ragazzi.
- La domanda è: che cosa hai combinato tu? - lo corresse Niall scoppiando in una risata fragorosa che riempì la stanza.
Louis si passò una mano sul viso e chiuse gli occhi, mentre le immagini della notte precedente gli scorrevano davanti come un film in bianco e nero. E in quei frammenti di ricordi la rivide sotto al suo corpo, mentre si muoveva insieme a lei tra le lenzuola piene di loro. E poi si ricordò delle sue mani sul corpo di Penelope, sui suoi seni nudi perfetti, e poi i suoi sospiri spezzati e i suoi gemiti profondi e carichi di desiderio, e ricordò anche la sua espressione piena di estasi quando aveva raggiunto l’orgasmo insieme a lui e al modo in cui aveva urlato il suo nome, e al suo sorriso soddisfatto mentre si sdraiava al suo fianco.
- Sono andato a letto con una ragazza -
- Questo lo abbiamo capito - lo prese in giro Zayn chinandosi appena per raccogliere qualcosa da terra.
Quando Louis riaprì gli occhi vide il suo amico rigirare tra le dita un piccolo pezzo di stoffa nero - Chi è la fortunata? - riprese il moro con un sorriso malizioso, squadrando il piccolo perizoma di pizzo.
- Io.. non lo so - balbettò Louis lasciandosi cadere a peso morto sul letto, con la testa affondata nel cuscino e i gioielli di famiglia ben in vista. - Prima di tutto copriti - lo supplicò Zayn con calma e Louis eseguì i suoi ordini, buttandosi malamente un lembo di lenzuolo sul ventre - E poi, spiegaci meglio la situazione! Come sarebbe a dire che non lo sai? -
- L’ho incontrata ieri al matrimonio di Jeff e Laura. Si era imbucata per picchiare un tizio e poi siamo finiti a mangiare un kebab - Louis sospirò prima di riprendere a parlare con tono ancora lento e assonnato e gli occhi azzurri rivolti al soffitto - E poi ci siamo ritrovati a giocare a “Non ho mai” ai piedi di un portone. Da lì non è difficile capire cosa sia successo dopo. So solo che si chiama Penelope e voglio rivederla -
- Ti ha lasciato il suo numero? -
- È andata via mentre dormivo -
- Magari ha lasciato il suo numero scritto da qualche parte -.
Al sentire quelle parole pronunciate da Niall, Louis si mise seduto sul letto e lanciò una veloce occhiata sui comodini ai suoi lati, ma non trovò nessuno numero di telefono - Non c’è niente. È sparita - sbuffò abbandonandosi di nuovo tra le lenzuola che ancora sapevano di lei - Impazzirò se non la trovo! -.
- Vestiti piuttosto - gli ordinò Zayn - Ti aspettiamo in cucina -.
Dieci minuti dopo Louis, con indosso una tuta e una maglietta bianca, raggiunse Zayn e Niall, che seduti attorno al tavolo in legno, bevevano del tè bollente appena fatto.
- Ti abbiamo portato un cinnamon roll - gli disse Niall a bocca piena, porgendogli il piattino con il dolcetto ancora caldo.
Louis mugugnò qualcosa in risposta e, prendendo il piattino, si sedette insieme ai suoi amici, ma di mangiare non ne aveva tanta voglia. Era ancora scombussolato dalla notte precedente e non poteva fare a meno di pensare a tutto quello che era successo, a quella semplice serata ormai completamente diversa da quelle che riempivano la sua vita da pop star. Penelope gli aveva fatto assaporare di nuovo quella normalità che lui aveva quasi dimenticato.
- Allora, almeno è stata brava? - Zayn ridacchiò sventolandogli il perizoma davanti la faccia.
Louis glielo strappò di mano con un gesto secco - E smettila - e poi affondò il viso tra le mani - È stato il miglior sesso dopo mesi e mesi - ammise poco dopo spiando le espressioni dei suoi amici che lo guardavano perplessi - Ragazzi, devo ritrovarla. Devo fare qualcosa -
- Lou.. - cominciò Zayn schiarendosi la voce a disagio, mettendo da parte le prese in giro - Forse dovresti evitare considerata la situazione con Eleanor -.
Louis chiuse la mano in un pugno, evidentemente innervosito dalle parole del suo amico. La “situazione” di cui parlava Zayn era uno di quei discorsi che avrebbe volentieri evitato - Smettila -
- E se lei dovesse raccontare tutto ai giornali? -
- Da quando ti importano queste cose, Zayn? - ribattè Louis con tono aspro.
- Non mi importano, infatti. Ma se si dovesse venire a sapere si scatenerebbe il putiferio e tu, queste cose, non le sai gestire -.
Louis rimase in silenzio e si limitò a staccare un pezzo di cinnamon roll con le dita. Sapeva che Zayn parlava in quel modo solo per il suo bene ma al diavolo, non ce la faceva più a reggere quei ritmi e a fare tutto quello che gli veniva detto. Voleva solo vivere la sua vita come un normale ragazzo, non chiedeva molto. E poi voleva davvero trovare Penelope - Lei non lo dirà - borbottò pochi minuti dopo.
- Ne sei sicuro? - gli chiese Niall.
- Sì -
- Vuoi davvero trovarla, Lou? -
- Sì - rispose di nuovo fissando gli occhi celesti del suo amico.
- E allora ti aiuterò! - affermò l’irlandese battendo una mano sul tavolo con determinazione.
L’espressione di Louis si illuminò d’improvviso e si alzò dal tavolo per fiondarsi tra le braccia del suo compagno di band - Grazie Niall! Tu sì che sei un amico - mormorò lanciando poi un’occhiataccia a Zayn che li osservava con serietà. Poi sbuffò e - Va bene, ok, mi arrendo! Ti aiuterò anche io a trovare questa misteriosa ragazza -
- Oh grazie Zaynie -
- E smettila di chiamarmi così - borbottò prima che gli altri due scoppiassero a ridere.


Nello stereo Smells Like Teen Spirit e sul viso un sorriso che andava seriamente da un orecchio all'altro. Daphne stava guidando la sua bambina, una vecchia Chevy Impala del '67 che le aveva lasciato in eredità l'unica donna che le aveva fatto davvero da madre. Era tutto ciò possedeva, quella macchina che spesso e volentieri la lasciava a terra e una manciata di gioielli che avrebbe venduto non appena avrebbe avuto bisogno di soldi.
Quel giorno comunque era di buon umore, canticchiava sbattendo le mani sul volante a ritmo di musica perché lei, il ritmo, ce l'aveva nel sangue. Nella sua mente stava prendendo forma una coreografia di danza talmente accurata che inchiodò di fronte una vecchina che stava attraversando la strada e della quale si era accorta giusto in tempo. Ripartì e si limitò a canticchiare per evitare di aggiungere alla lista delle cose da fare “trovare un avvocato per un'accusa di omicidio colposo”.
Aveva finalmente trovato una casa, con un affitto alla sua portata in una zona carina e stimolante, e con una coinquilina che sembrava uscita da un cartellone pubblicitario di Urban Outfitters.
Gemma, così si chiamava, l'aveva accettata prima che riuscisse a finire di pronunciare il suo nome, come se avesse una sorta di sesto senso sulle persone. Lei non ce l'aveva, sbagliava praticamente a inquadrare tutti e per questo, e forse non solo, preferiva starsene per i fatti suoi senza dare giudizi affrettati, osservando da lontano.
Quando imboccò la via dell'appartamento trovò la ragazza che l'aspettava sul marciapiede, con una mano le stava indicando un posto auto vuoto proprio di fronte all'entrata del palazzo. I capelli troppo biondi per essere naturali erano costretti in un cappellino di lana e si sparpagliavano sulle spalle minute e sulla salopette di jeans che indossava. Lei, invece, uscì dall'auto con i capelli scuri raccolti malamente in una crocchia, sul naso un paio di occhiali che nascondevano appena i suoi occhi verdoni totalmente privi di make-up, e indosso una camicetta a quadri aperta su di una canottiera nera e un semplice paio di skinny jeans. Non che le importasse più di tanto, ma la differenza era notevole ed era pur sempre una ragazza con i classici problemi di autostima.
- Ehi! Tutto bene? -
- Alla grande – rispose Daphne con un sorriso per poi aprire il portabagagli della sua auto.
All'interno c'erano cinque o sei scatoloni dalle dimensioni medie, niente che non si potesse fare con l'aiuto di altre due braccia.
- Senti io devo scappare a lavoro ma c'è mio fratello di sopra che sta scendendo ad aiutarti perché l'ascensore non funziona, ok? -
Daphne annuì senza provare neanche ad obiettare, in fondo una mano le sarebbe stata utile e poi avrebbe avuto più tempo per sistemare le sue cose. Così salutò Gemma e si caricò i primi due scatoloni più piccoli, impilandoli uno sopra l'altro. Non vedeva nulla di ciò che si trovava davanti a sé ma riuscì ad arrivare al portone aperto indenne mettendo lentamente un piede davanti all'altro. Prima che potesse cantare vittoria però udì un “Attenta!” e subito dopo si ritrovò in ginocchio sul pavimento con i suoi scatoloni aperti sparsi per tutto lo spazio, uno dei suoi reggiseni era persino arrivato ai piedi delle scale, proprio accanto alle gambe della persona che aveva inutilmente tentato di avvertirla dell'esistenza dello scalino maledetto sul quale era inciampata.
- Ti sei fatta male? -
- Sto bene – disse raccogliendo velocemente alcuni pezzi di biancheria intima sparsi sul pavimento. Non sollevò la testa per via dell'imbarazzo che le aveva colorato le guance finché una mano non le porse il reggiseno nero in pizzo che aveva fatto il volo più lungo.
- Grazie – borbottò sottovoce prima di mettere a fuoco la figura davanti a sé.
Sbatté le palpebre più volte e poi, notando che nulla era cambiato, si massaggiò la testa pensando di aver battuto la testa nella caduta.
Ma era tutto apposto. Quello era veramente Harry Styles.
- La giornata non poteva andarmi meglio -
- Ciao anche a te -
Daphne calciò gli scatoloni fino alla scalinata, pensando al perché proprio in quel giorno di pura armonia aveva dovuto incontrare Harry Styles, e si sedette su di essa sbuffando sotto gli occhi divertiti del riccio che, per qualche strano motivo, sembrava assai incuriosito da quella strana ragazza acida quanto uno yogurt scaduto.
- Ti do una mano.. - mormorò avvicinandosi cauto come si fa con una pantera.
- No, grazie -
- Non puoi portarli da sola -
- Sto aspettando il fratello della mia coinquilina -
Harry rimase in silenzio per qualche istante e Daphne pensò per un attimo che si fosse volatilizzato, ma poi sollevò lo sguardo e lo vide sforzarsi di assumere un'espressione seria. Si schiarì la voce e la penetrò con il suo sguardo incantatore, che chiaramente con lei non funzionava affatto.
- Sono io il fratello di Gemma -
Daphne scoppiò a ridere. Sembrava una risata così divertita che per un momento contagiò anche il ragazzo di fronte a lei.
- Mi stai prendendo in giro? -
- No -
La ragazza deglutì: - Non può essere -
- Vuoi che ti mostri lo stato di famiglia? -
- Non c'è il tuo cognome sul campanello, non potete essere fratelli – constatò cercando di trovare il modo di smentire quella notizia allarmante, perché lei con Harry Styles e la sua cricca non voleva avere niente a che fare. Lei voleva fare la sua vita, senza paparazzi nei dintorni poiché lavorare in quell'ambito le aveva insegnato quanto una semplice conversazione con un personaggio del genere potesse dare vita ad una catena infernale di gossip.
- Bé sì ma devi sapere che qualche mese fa mia sorella ha dovuto cambiare casa perché le fans avevano scoperto dove viveva e quindi abbiamo deciso di prendere precauzioni un po' drastiche, tra cui il cognome falso -
Il ragionamento filava anche troppo bene e questo le fece crollare la flebile speranza che la pop star la stesse prendendo per i fondelli.
- Il contratto non accennava a questo! Non credi che avrei dovuto essere informata prima di firmarlo? -
- Non devi mica vivere con me -
- Mai. -
- Siamo apposto allora – disse sollevando uno degli scatoloni per poi sfoderare un enorme sorriso da ruffiano.
La ragazza prese un profondo respiro e sollevò l'altro - Sappi che ti odio ancora per quella barretta di cioccolata, Harry Styles -
- Per quello mi farò perdonare, Daphne. Hai la mia parola -


Erano le 12:34 e Penelope rientrò in casa trascinando con stanchezza i piedi sul pavimento. Non appena aveva aperto la porta di casa aveva subito abbandonato le scarpe all’ingresso, accompagnate dalla giacca di Louis, e portava ancora il vestito della scorsa notte. Tutti i suoi colleghi alla radio l’avevano osservata con curiosità, quando quella mattina era arrivata al lavoro agghindata a festa e con qualche minuto di ritardo, cosa che non era proprio da lei. E lei li aveva liquidati dicendo “Che c’è? Una donna non può passare la notte fuori con qualcuno?” prima di sedersi alla sua postazione ed iniziare la sua trasmissione.
E adesso era davvero stanca e volevo solo sprofondare tra i cuscini del divano e dormire. Ma le sue preghiere non potevano del tutto essere esaudite perché - Cavolo, sei tornata adesso?! -.
Evangeline arrivò dalla cucina con una tazza di caffè fumante e i capelli a caschetto di un intenso rosso fuoco tenuti da una fascia per capelli. Penny, dal divano, aprì un occhio e osservò la sua migliore amica - Ma quella non è la mia salopette? - cioè la salopette che usava per dipingere nei momenti di pura tranquillità.
- Oh - Eve abbassò lo sguardo sul suo corpo e sulla salopette jeans sporca di colori a tempera e vernice e sorrise - Sì, l’ho messa per andare allo studio oggi. Pensa che la ragazza a cui ho fatto il tatuaggio della fenice, te lo ricordi il tatuaggio della fenice, no? Bè, lei mi ha detto che questa salopette è fighissima, potremmo inventare una nuova linea di abbigliamento -.
Penny non ebbe la forza di ridere ma rilasciò comunque uno strano verso che era possibilmente paragonabile ad una risata. Eve e le sue manie di creatività! Chi se non lei poteva lavorare in uno studio di tatuaggi?
La ragazza si sedette sul divano, facendo distendere le gambe di Penny sulle sue e le sorrise - Allora, che hai combinato questa notte, ragazzaccia? -
- Sono andata a picchiare quel coglione di Ryan -
- Quella parte la so già - borbottò Eve storcendo il naso nel sentire il nome dell’uomo che le aveva spezzato il cuore, o meglio, uno dei tanti che le avevano spezzato il cuore. Perché Eve era una che perdeva facilmente la testa per un uomo e poi era Penny quella che rimetteva insieme i pezzi..e dava una bella lezione allo stronzo di turno.
- Ho incontrato Louis Tomlinson - ammise.
La bocca di Eve si aprì in una perfetta O di stupore, insieme agli occhi verdi che si spalancarono - Quello dei One Direction? Quello col culo bello? -.
Penelope emise un grugnito, certo che era quello col culo bello, lei lo aveva anche palpato senza nessun pudore - Sì, lui -
- E? -
- Ci sono andata a letto -
- Tu cosaaa?? - urlò Eve versando quasi il caffè fuori dalla tazza.
Penelope glielo strappò dalle mani e ne bevve un lungo sorso. Aveva davvero bisogno di una razione di caffè per fronteggiare l’interrogatorio che la sua migliore amica le avrebbe fatto di lì a poco.
- E com’è stato? Com’è successo? Dove l’avete fatto? In un bagno? A casa sua? In una camera d’albergo? Ha davvero un bel culo? -.
Appunto.
- Evangeline Annabelle Smith, stai un attimo zitta - la rimproverò Penelope inebriandosi con l’odore del caffè.
-Va bene, scusa -.
E poi Penelope cominciò a raccontarle tutto, da come avevano iniziato a parlare e come si erano evolute le cose fino alla fine della nottata, quando si era ritrovata ad avere uno degli orgasmi più belli della sua vita tra le lenzuola e le braccia di Louis Tomlinson.
- Se pensi di dirlo a tua cugina, voglio essere lì in prima fila. Non voglio perdermi l’espressione da invasata e le urla che ti rivolgerà -
- Non deve saperlo nessuno, Eve - l’ammonì, mettendosi seduta e posando la tazza sul tavolino di legno - Se lo scoprissero i giornali sarebbe la fine e non voglio rischiare, quindi acqua in bocca -
- Giusto, hai ragione! Ma almeno dimmi com’è stato? Ci sa fare la popstar? -.
Penny incrociò lo sguardo incuriosito di Eve e sorrise - Ti dirò, mia cara Eve, potrei promuoverlo a pieni voti - affermò, alzandosi e stiracchiando i muscoli intorpiditi - Vado a fare una doccia -
- Va bene -.
Fu in quel momento che il suo cellulare cominciò a squillare dall’interno della sua borsa che adesso non riusciva a trovare. Poi ricordò di averla lasciata per terra accanto alle scarpe e alla giacca di Louis.
- Quella è la sua giacca? - indagò Eve che la osservava dalla spalliera del divano.
- Sì - borbottò pescando il telefono dalla borsa, un numero sconosciuto lampeggiava sul display, così accettò la chiamata e - Pronto? -
- Signorina Sheehan? - le chiese una voce femminile.
- Sì, sono io -
- Sono Darlene, l’assistente di Nick Grimshaw - nel sentire quel nome Penelope sgranò gli occhi e fissò Eve che continuava a sussurrarle - Ma chi è? -.
Penelope coprì il telefono con una mano e le rispose a bassa voce - È l’assistente di Nick Grimshaw! - e poi tornò ad ascoltare quello che Darlene aveva da dirle - Volevo dirle che abbiamo ricevuto il suo curriculum e il signor Grimshaw vuole vederla giovedì prossimo per un colloquio -
- Oh, ok - mormorò a metà tra l’interdetto e lo stupito.
- È pregata di venire agli studi della BBC radio alle 10 -
- Ok, grazie -.
Poco dopo Penelope chiuse la chiamata e si rivolse alla sua amica che non stava più nella pelle di sapere cosa fosse successo - Ho un colloquio con Nick Grimshaw giovedì prossimo -
- Evviva!!! Lo sapevo che ti avrebbero chiamata - esclamò Evangeline saltando in piedi sul divano - Dobbiamo festeggiare!!! Disdico gli appuntamenti di oggi e andiamo a ubriacarci -
Penelope scoppiò a ridere - Ma non sono stata ancora presa -
- Lo so, ma ogni scusa è buona per sbronzarsi, no? -.
E Penelope non poté ribattere altrimenti, la sua amica aveva decisamente ragione.


Daphne salì le scale con una fila di caffé e una scatola piena di muffin in bilico fra le braccia perché l'ascensore era occupato e lei era troppo in ritardo per poterlo aspettare anche solo per qualche minuto. Fortuna che lei i tacchi non li usava quasi mai, specialmente quando andava a lavoro. Le facevano fare su e giù e giù come uno yo-yo per tutto il palazzo di vetro situato nella City di Londra e dove aveva sede la rivista per la quale lavorava. In sostanza poteva dire di bruciare più calorie così di quante ne bruciasse a lezione di danza il venerdì pomeriggio insieme alle sue bambine.
“Vai a prendere il caffé, Daphne.”
“Fai le fotocopie, Daphne”
“Muoviti, rispondi al telefono!”
Non è che se l'era immaginato proprio così quel lavoro quando la sua amica Ellen glielo aveva proposto sprizzando entusiasmo da tutti i pori. “Ti ho trovato una lavoro fantastico, Daphne! Ho messo una buona parola per te qui al Mirror! Sarà favoloso, potrai scrivere articoli, fare interviste..” e invece aveva scritto sì e no quattro articoli su delle fiere locali di cui nessuno conosceva l'esistenza, su come si preparava il vero porridge secondo una donnina di ben novantatrè anni e infine aveva fatto un'inchiesta su quante persone fossero Miffy, ovvero che preferiscono versare il latte prima del tea, e quante Tiffy, con il tea prima del latte. Per la cronaca Daphne il tea lo beveva senza latte.
Arrivò indenne alla sala riunioni spalancando la porta con la spalla destra, tenendola poi aperta con il piede per passare oltre la soglia. A capo tavola il “boss”, un omuncolo dalle orecchie stranamente simili a quelle di un elfo, aveva appena iniziato a elencare i punti salienti da trattare durante la riunione: la rubrica di moda, il nuovo ciarlatano che si occupava della sezione oroscopo, una promozione.
Una promozione?
Salvò in corner un bicchiere di cartone colmo di caffé che stava per rovesciarsi sul tailleur Gucci del vice redattore capo e si beccò un'occhiataccia da parte di Ellen che aveva assistito alla scena. A quel punto distribuì il resto e si sistemò al più presto in un angolino della sala insieme agli altri stagisti - le matricole, come viperamente li amavano chiamare i veterani del giornale - per evitare di combinare danni che la escludessero dalla corsa alla promozione ancor prima di essere aperta ufficialmente.
- Ed ora passiamo alla promozione. Abbiamo bisogno di nuove penne, una delle nostre più affezionate collaboratrici presto ci lascerà – annunciò il capo facendo un cenno a Susan Stanford, l'arpia del gossip, colei che ha fatto letteralmente incazzare centinaia di vip per i suoi scottanti scoop. Era una settantenne senza scrupoli che dimostrava tranquillamente cinquant'anni grazie alla quantità smisurata di botulino che si era fatta iniettare nelle guance ed Ellen la idolatrava come fosse una divinità scesa dall'Olimpo per salvare l'umanità. Daphne era sicura che nella sua cabina armadio off-limits per chiunque avesse una sorta di altarino woodo in suo onore.
La signora Stanford si alzò e con una schiarita di voce prese la parola – Ho deciso a malincuore di lasciarvi ma prima di fare ciò voglio assicurarmi che la sezione gossip di questo giornale non vada a rotoli per la mia assenza, per questo motivo ho deciso di mettere su personalmente uno staff, aggiungendo ai già presenti due nuovi giornalisti -
Un brusio si elevò dall'angolo delle matricole che si lanciarono sguardi d'intesa o di sfida, mentre lo sguardo della ragazza incrociò immediatamente quello dell'amica che aveva già alzato i pollici in su. Lei scriveva già nella sezione gossip e probabilmente avrebbe preso il posto dell'arpia una volta che quest'ultima avesse lasciato per sempre il giornale. Per cui, forse aveva qualche possibilità in più di avere quella promozione e Dio solo sapeva quanto ne aveva bisogno in quel momento.
Un posto fisso nella rivista avrebbe voluto dire un salario maggiore e soprattutto stabile. E vista la morte di Suor Clarisse e il nuovo affitto da pagare aveva bisogno dei maggiori introiti possibili. Le lezioni di danza e il misero stipendio da stagista che prendeva lavorando al Mirror non bastavano più senza l'aiuto economico che le dava ogni mese Suor Clarisse e questo voleva dire che quel lavoro doveva essere suo ad ogni costo.
- Per fare questa scelta mi servirò di un espediente per valutarvi: chi mi porterà i due scoop più succulenti avrà il posto. Dovrete fare lo scoop della vostra vita! Smascherate i segreti più reconditi, tirate fuori gli scheletri dall'armadio, scrivete qualcosa che non è mai stato scritto. Avete quattro mesi di tempo. Buon lavoro! -
Detto ciò la donna si sedette e l'interruttore del barlume di speranza di Daphne si spense automaticamente. C'era poco da fare, lei non era brava con i gossip. Scriveva piuttosto bene ma quello che sapeva fare meglio era occuparsi di recensioni teatrali o cinematografiche, aveva poco a che fare col gossip. E se pensava di avere qualche speranza con la raccomandazione di Ellen ora era più che convinta che la promozione l'avrebbe avuta qualcun altro.
A fine riunione Daphne fu trascinata da Ellen in archivio dove raramente si aggirava qualcuno che non stesse amoreggiando di nascosto tra una pausa e l'altra.
- Dobbiamo avere quella promozione – disse sottovoce Ellen mettendole le due mani sulle spalle.
- Dobbiamo? Devo, tu hai già quel posto, Ellen -
- Non essere sempre così pignola, con dobbiamo intendo che ti aiuterò ad ottenerlo -
- E come? Lo sai che non farò mai “lo scoop della vita” - mormorò Daphne mimando due virgolette per aria.
Ellen iniziò a fare su e giù per la stanza come una forsennata, tenendo le mani intrecciate dietro la schiena e la testa bassa concentrata a partorire un'idea geniale che sembrava non arrivare mai.
- Ci penseremo più avanti, ok? Abbiamo un po' di tempo – propose Daphne che si era già stufata della situazione.
- Si ma non possiamo adagiarci, dobbiamo essere attente e meschine – si fermò davanti a lei facendo svolazzare i suoi lunghi capelli biondi – Meschine. Hai capito? I tuoi ideali di giustizia e correttezza li devi buttare nel cesso e tirare lo scarico, chiaro? -
- E tu hai appena buttato la tua raffinatezza -
- Posso essere una scaricatrice di porto quando voglio -
La piega che aveva preso la conversazione l'aveva fatta sorridere per circa qualche secondo, ovvero finché Ellen non le chiese della nuova conquilina.
- Lasciamo perdere – bofonchiò agitando una mano davanti al viso.
- Perché? Come si chiama? Vuoi che faccia una ricerca su di lei e sulla sua famiglia? -
Daphne scoppiò in una risata sarcastica – Ti assicuro che non c'è bisogno, lei e la sua famiglia li conoscono pure in Azerbaijan -
- Chi é? -
- Si chiama Gemma, ed è la sorella di Harry Styles -
Per circa un minuto calò il silenzio. Ellen fissava Daphne immobile, come se si fosse appena pietrificata davanti a lei.
- A volte penso davvero che tu sia ritardata, Daphne – sbottò improvvisamente la bionda scuotendo la testa. La prese ancora una volta per le spalle e la fissò pericolosamente negli occhi, l'eccitazione sembrava mangiarle a grandi bocconi le iridi – Questo è lo scoop della tua vita -




Spazio Autore:
Hello people! Prima di tutto ci scusiamo per questo enorme ritardo! Siamo imperdonabili e proveremo a non perdere più tutto questo tempo.
Ma...avete sentito Fireproof? *_* Bella, no? Noi la stiamo ascoltando a ripetizione continua :D
Se solo penso all'assolo di Loulou *_*
Comunque..torniamo a noi e a questo secondo capitolo! All'inizio troviamo un Louis abbastanza spaesato (e nudo à.à) e poi parecchio frustrato! Vuole trovare Penny a tutti i costi, infischiandosene dei suoi "impegni". Per fortuna ci sono Niall e Zaynie ad aiutarlo! ;)
Poi abbiamo la nostra Daphne che è alle prese col trasloco e chi incontra??? Nientepopodimeno che Harry Styles, che è anche il fratello della sua coinquilina! Povera Daphne! Non ha un attimo di pace.... ma a chi vuoi darla a bere, figlia mia?! u.u
Nelle ultime parti invece vediamo le due ragazze avere a che fare con la loro vita di tutti i giorni, Penny a casa con la sua pazza coinquilina e Daphne a lavoro! Quest'ultima coglierà la palla al balzo per l'articolo? E come andrà il colloquio di Penny con Nick Grimshaw?
Ve lo diremo nelle prossime puntate!
Adesso vi salutiamo! Fateci sapere cosa pensate sul capitolo, che sia un commento brutto o bello, non importa! Ma fatecelo sapere ;)

Fra&Vale

p.s. Abbiamo fatto una correzione nel primo capitolo riguardo al periodo in cui ci troviamo. Non siamo più a settembre ma a novembre!

  
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