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Autore: Lyneea    09/09/2014    2 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 4
Festa, Partita & Tanti Guai...

 


Arrivò domenica sera e ai pochi ragazzi esclusi dalla festa con i campioni di Quidditch era stata servita la cena nella Sala Comune della Casa di appartenenza. Nella sala di Grifondoro, tuttavia, tre coperti sarebbero rimasti intatti. Altair insieme a James e Hugo attendeva nascosto sul terrazzo adiacente alla Sala Grande.
All'interno della sala la festa era in pieno svolgimento. I tavoli delle quattro Case e quello dei professori erano stati addossati alle pareti ed erano stati imbanditi con bevande e stuzzichini in modo da offrire un comodo buffet. C'erano molti volti noti nel mondo del Quidditch. Il cercatore e capitano della squadra bulgara Victor Krumm, padre tra l'altro, del capitano della squadra di Durmstrang Hector. C'era anche il portiere della nazionale irlandese Oliver Baston, ex studente Grifondoro ad Hogwarts. Molti altri campioni avevano accettato l'invito del preside e si erano mischiati agli studenti rispondendo alle loro domande e firmando autografi.
Vicino al tavolo che di solito Serpeverde usava per i pasti Scorpius Malfoy si stava servendo di un rinfrescante bicchiere di succo di zucca ghiacciato. Accanto a lui, oltre all'amico Edward c'era Eloise che lo stava subissando, stranamente, di domande sui vari campioni presenti al ricevimento. Nel momento in cui aveva preso il bicchiere di succo la ragazza lo aveva fatto girare indicandogli Victor Krumm facendogli l'ennesima domanda della serata: «Scorpius, ma è vero che il capitano della nazionale bulgara era già stato ad Hogwarts per partecipare al Torneo Tre Maghi?»
Scorpius ebbe un attimo di distrazione per vedere chi stesse indicando l'amica. Eloise ne approfittò per correggere la bevanda dell'amico con una pozione dalla duplice funzione.
Dopo aver bevuto tutto d'un fiato la sua bevanda il ragazzo raccontò brevemente di quel triste torneo in cui un giovane di Tassorosso aveva perso la vita. Poi si scusò con gli amici e decise di uscire a prendere una boccata d'aria sul terrazzo della Sala Grande, tutto ad un tratto gli era venuto un gran caldo.  Anche se lui ne era del tutto ignaro, già nel momento in cui si era incamminato verso la portafinestra sul suo corpo stavano spuntando delle orribili pustole. Scorpius rimase fuori all'aperto qualche minuto e quando si sentì finalmente meno accaldato decise di tornare a godersi la festa, ancora non era riuscito a parlare con i giocatori di Quidditch che preferiva. Altair, rimasto nascosto tutto il tempo con i due compagni, nel momento in cui Malfoy rimise piede nella Sala Grande gli fece “Evanescere” i pantaloni. Il giovane serpeverde non si rese subito conto che i suoi pantaloni erano evaporati e che sul suo corpo, viso compreso, si erano formate delle enormi e disgustose pustole. Il primo ad accorgersi dello scherzo fatto all'amico fu Edward Zabini che vide il compagno ripresentarsi alla festa in mutande e pieno di bolle. Non perse un minuto e si affiancò all'amico togliendosi il mantello per coprirlo: «Scorpius ma cosa hai combinato? dove hai lasciato i pantaloni?e poi come mai sei pieno di pustole?». Nel frattempo metà scuola si era resa conto della ridicola situazione in cui versava il giovane serpeverde e rideva fragorosamente.
Sul volto del ragazzo si dipinse lo stupore. Si strinse il mantello dell'amico addosso : «Non ho fatto niente, avevo sicuramente i pantaloni quando sono uscito in terrazzo» Rispose indicando la portafinestra che dava all'esterno. Dall'apertura si notavano tre ombre che si stavano godendo la scena e il giovane serpeverde in poche falcate raggiunse nuovamente il terrazzo.
Non appena vide comparire Malfoy il giovane Grifondoro, con un ghigno stampato in faccia disse: «Se non avessi recepito bene il messaggio Malfoy, vedi di stare alla larga dai nostri dormitori.»
Il serpeverde, preso da uno scatto d'ira, si scagliò contro il giovane grifone: «Raccomanda la tua anima a Merlino, io ti ammazzo»
I due cominciarono a picchiarsi alla Babbana scaraventandosi a vicenda, prima contro alcuni vasi in terrazzo, e successivamente spostando la lotta all'interno della sala. Scorpius diede un cazzotto in pieno viso al giovane grifondoro scaraventandolo sopra ad uno dei tavoli imbanditi. Altair rispose caricando, come fosse un toro, il giovane serpeverde e facendolo cadere addosso a Oliver Baston che finì a terra e poco ci mancò che si rompesse un polso.
Visto che la situazione stava degenerando il professor Silente impastoiò entrambi i ragazzi e quando fu sicuro di aver ottenuto la loro più completa attenzione si rivolse a entrambi con uno sguardo severo: «Vi aspetto nel mio ufficio IMMEDIATAMENTE!»
I due ragazzi si diressero subito verso lo studio dell'anziano preside. Dietro di loro li seguivano la preside di Beauxbatons e i direttori delle case di Grifondoro e Serpeverde.
L'atmosfera all'interno della stanza era carica di tensione. Raramente Scorpius aveva scorso un'aria così greve sui volti dei suoi insegnanti. Il preside, che aveva perso tutta la sua aria spensierata, fece cenno ai due ragazzi di sedersi sulle due sedie davanti alla scrivania e loro ubbidirono senza discutere, intimoriti dagli sguardi funesti che gli venivano lanciati.
«Ragazzi, quello che è avvenuto questa sera è stato imbarazzante e deplorevole. Questa sera avevamo degli illustri ospiti, uno dei quali si è quasi infortunato per colpa vostra. Esigo immediatamente una spiegazione, e sperate che sia abbastanza convincente»
Entrambi gli studenti, imbarazzati, abbassarono gli occhi senza proferire parola.
Il professore tornò quindi alla carica: «Allora, non avete proprio nulla da dirmi?»
DI fronte all'ennesimo silenzio il preside aggiunse: «Penso che in questo caso sia meglio chiamare i vostri genitori. Preside Maxime contatti subito la signora Granger, Severus manda un gufo al signor Malfoy, in modo che entrambi arrivino il prima possibile.»
I due ragazzi furono presi entrambi da un moto di apprensione.
La cosa che in assoluto spaventava di più Scorpius Malfoy era far arrabbiare suo padre. Per la maggior parte del tempo Draco Malfoy appariva come una persona tranquilla, fredda e molto scostante. In realtà Scorpius conosceva chi si nascondesse dietro quell'algida facciata. All'interno delle mura domestiche suo padre, insieme a nonna Narcissa, era una figura molto presente e attento nella vita del ragazzo. Certo Draco non era mai riuscito ad essere espansivo e affettuoso, ma era un buon padre e un ottimo confidente.
Solo una volta in vita sua Scorpius aveva visto suo padre fuori di sé dalla rabbia.

Il giovane serpeverde, al primo anno a Hogwarts, aveva avuto una discussione con James Potter sfociata poi in una serie di Schiantesimi e in un allagamento dei bagni del terzo piano. I due ragazzi erano stati convocati in presidenza alla presenza sia dei direttori delle case che dei padri di entrambi. Il preside aveva chiesto ai ragazzi di spiegare come era cominciato quel litigio e James aveva cominciato a raccontare:
«Stavo passando per il corridoio del terzo piano quando ho sentito Malfoy, in compagnia di Zabini, prendere in giro John Austin di Grifondoro, anche lui al primo anno. Così ho deciso di intervenire e dopo gli insulti abbiamo cominciato a Schiantarci fino a quando non abbiamo rotto la tubatura del bagno e il terzo piano si è allagato.»
Draco non sopportava essere messo in ridicolo, specialmente davanti al Salvatore del mondo magico Potter. Ma il signor Malfoy non sapeva che il peggio doveva ancora arrivare. Infatti il preside rivolgendosi a Scorpius chiese al ragazzo di ripetere gli insulti che aveva rivolto al giovane Austin. Il serpeverde, sempre più in imbarazzo, aveva tentennato a rispondere e solo dopo un'occhiata assassina di suo padre aveva confessato tutto: «Beh io, io l'ho chiamato Sanguesporco». A quelle parole il cuore di Draco perse un battito. Lui non aveva mai insegnato quelle cose a suo figlio, anzi l'anno prima di entrare a Hogwarts aveva raccontato al ragazzo gli errori del nonno in modo che se a scuola qualcuno l'avesse insultato per gli sbagli della sua famiglia, lui non si trovasse preso in contropiede. E cosa faceva lui, insultava un compagno in quel modo. Sentiva su di se lo sguardo accusatore di Potter. Sicuramente lui pensava che fosse stato proprio Draco a inculcare quegli ideali nel figlio, e non poteva dargli torto visto che per tutti gli anni di scuola lui aveva usato gli stessi insulti con Hermione e i suoi amici.
Dopo che il giovane serpeverde ebbe finito di raccontare l'accaduto il preside comunicò la punizione che spettava ai ragazzi: «Penso che ripulire insieme il disastro che avete fatto  senza l'uso della magia possa essere una punizione adeguata» concluse l'anziano preside.
Per la prima volta da quando era entrato in quell'ufficio Draco Malfoy prese la parola:
«Scorpius, ma tu hai almeno idea di cosa voglia dire il modo in cui hai chiamato il tuo compagno?»
Il ragazzo parve incerto nel rispondere: «Beh, che i suoi genitori sono inferiori perché non hanno poteri magici.»
Un sonoro schiaffo colpì in viso il giovane Malfoy. Draco non aveva mai alzato un dito su suo figlio prima di quel giorno. Voleva essere un padre diverso da Lucius, non voleva che la schiena del figlio fosse piena di cicatrici causate dai maltrattamenti subiti. Non voleva che Scorpius lo ricordasse per le dolorose Cruciatus che gli aveva inferto. Ma quando aveva sentito quelle parole provenire dalla bocca di suo figlio non ci aveva visto più.
«Signor Malfoy, non mi sembra il caso di alzare le mani su suo figlio. Capisco che le sue parole l'abbiano sconvolta, ma la prego di trattenersi fintanto che si trova tra le mura di questa scuola»
«Professor Silente, mi scuso per il mio scatto. Non sono incline a risolvere questo genere di questioni con la violenza. Penso, tuttavia, che la punizione da lei scelta non sia adeguata alla colpa commessa.» Gli occhi dei presenti si volsero stupiti verso l'ex serpeverde che continuò: «Innanzitutto James Potter non dovrebbe essere punito per aver difeso un suo compagno di Casa. Penso anche che il signor Austin dovrebbe essere convocato in Presidenza in modo che Scorpius, e anche io essendo suo padre, possiamo scusarci per il modo in cui è stato insultato. Forse Severus potresti dare anche tu una punizione a Scorpius? Ben inteso, non voglio scavalcarti, ma vorrei che questo episodio rimanesse impresso nella mente di mio figlio in modo che non possa dimenticarlo finché vive. E infine, mi scuso James per il comportamento di mio figlio. Ti garantisco che non succederà di nuovo.» Concluse risoluto Draco.
Tutti gli adulti presenti, quelli che avevano conosciuto Draco fin da quando era bambino, rimasero sconvolti alle sue parole. Quell'uomo era totalmente diverso dal ragazzino che l'aveva preso in giro per anni pensò Harry. Allora le persone potevano veramente cambiare.
Harry durante tutto il discorso di Draco aveva osservato suo figlio, era in imbarazzo, aveva l'aria colpevole così quando l'ex serpeverde finì di parlare fece anche lui una domanda a suo figlio: «James, potresti ripetere che insulti hai rivolto a Scorpius?»
Il giovane grifone abbassò gli occhi di scatto ed Harry capì di aver centrato il punto.
«Allora James?» lo incoraggiò il padre.
«Beh, io l'ho preso in giro perché sua madre lo ha abbandonato. E non era la prima volta che lo facevo. E' tutto l'anno che lo faccio.» disse il ragazzino in un sussurro.
Quel giorno Draco pensava che il suo cuore si sarebbe fermato. Sapere come Scorpius si era comportato gli aveva fatto male, ma la sofferenza che aveva patito nei primi mesi di scuola suo figlio minacciava seriamente di spezzargli il cuore.
«James Sirius Potter, come hai potuto comportarti in questo modo. A stento mi trattengo da imitare il gesto del signor Malfoy ma mi hai profondamente deluso. Non solo pulirai il terzo piano insieme a Scorpius ma ti metterai anche a disposizione della professoressa McGranith fino alla fine dell'anno. Ora chiederai scusa a Scorpius e guai se verrò richiamato un altra volta dal preside»
«Miei cari genitori, apprezzo molto il vostro interessamento nei confronti dei miei metodi educativi, e per questa volta vista la portata delle rivelazioni che vi hanno fatto i vostri figli farò avere ad entrambi voce in capitolo appoggiando pienamente i vostri suggerimenti. Vi ringrazio per essere intervenuti ed averci aiutato a far luce sull'intera faccenda.» Così dicendo il professor Silente si accomiatò dai due sconvolti genitori.


Scorpius tornando al presente ebbe veramente paura di come avrebbe reagito suo padre se fosse stato chiamato nuovamente dal preside. La cosa che temeva di più il ragazzo non era ricevere un altro schiaffo dal genitore, ma rivedere la delusione che aveva scorso quel giorno negli occhi di suo padre. Quella era stata la più dura punizione che avesse ricevuto in vita sua e pur di non subirla un'altra volta Scorpius era disposto a fare qualsiasi cosa.
Anche Altair Granger, per motivi diversi da quelli del serpeverde, aveva molta paura che sua madre venisse convocata ad Hogwarts. La ragione principale era che sua madre non aveva la più pallida idea che lui si trovasse lì in quel momento.
Altair aveva capito che il solo nominare la scuola di Hogwarts in casa sua era una cosa simile a chiamare Voldemort per nome. Il ragazzo lo aveva capito quando, appena compiuto undici anni, aveva ricevuto sia la lettera di Hogwarts sia quella per l'accademia di Beauxbatons. Aveva ricevuto la lettera di ammissione all'accademia francese perché vivevano a Parigi da tanti anni, e la lettera gli era arrivata anche da Hogwarts perché sua madre aveva frequentato quella scuola da giovane. Lui aveva letto migliaia di volte il libro Storia di Hogwarts, che la madre teneva nel suo studio, e voleva tanto poter andare in quella scuola. In primo luogo perché desiderava frequentare la stessa scuola di sua madre, e poi la scuola inglese era famosa per la considerazione in cui veniva tenuto il gioco del Quidditch. A Hogwarts c'erano ben quattro squadre, una per ogni Casa, e durante l'anno organizzavano un vero torneo scolastico. A Beauxbatons invece il Quidditch non era tenuto in grande considerazione, soprattutto perché gran parte degli alunni erano femmine e non apprezzavano molto questo sport. All'accademia francese infatti l'unico modo per praticarlo era iscriversi al club del Quidditch. Un gruppo di svago che si riuniva una volta alla settimana  per fare qualche lancio.
Ma per quanto Altair avesse pregato la madre di mandarlo a Hogwarts la donna non aveva sentito ragioni, prima dicendo che la scuola era troppo distante e poi raccontando al figlio di quanto si era trovata male nella scuola inglese. Il ragazzo aveva capito che non sarebbe mai riuscito a far cambiare idea alla madre quando aveva chiesto alla donna di poter almeno fare una visita a Hogwarts per vedere se fosse cambiato l'ambiente da quando l'aveva frequentata lei. Sua madre era a dir poco inorridita al pensiero di fare una visita al castello inglese e  Altair aveva perso la speranza.
Quando però all'inizio di quell'anno la preside aveva annunciato che avrebbero formato una squadra di Quidditch per partecipare ad un torneo interscolastico e che questo torneo si sarebbe svolto, a partire da gennaio, proprio a Hogwarts, Altair non aveva potuto resistere. Si era presentato per le selezioni del ruolo di cercatore ed era stato preso. Poi quando la preside aveva dato al ragazzo un foglio da far firmare alla madre per poter essere trasferito da gennaio a giugno al castello inglese lui aveva falsificato la firma della madre e solo così era potuto partire per Hogwarts.
Se la preside avesse contattato sua madre per dirgli di venire a Hogwarts che suo figlio aveva combinato un guaio sicuramente ad Hermione Granger sarebbe venuto un colpo, e chissà cosa gli avrebbe fatto. Altair non voleva essere smascherato, avrebbe fatto qualunque cosa per impedirlo.
«Signor Preside non c'è bisogno di chiamare i nostri genitori, le racconterò cosa è successo stasera. Ho preparato una pozione che oltre a far spuntare le pustole a Malfoy gli ha fatto venire un gran caldo. Quando è uscito sul terrazzo ho aspettato nascosto in penombra fino a quando non ho visto che stava rientrando e poi gli ho fatto Evanescere i pantaloni. Il resto lo sapete» Concluse il ragazzo nervosamente.
«E posso sapere perché l'avete fatto signor Granger?» Chiese l'anziano preside.
«Per vendicarmi. Per colpa di Malfoy non ho potuto partecipare alla festa di stasera.» Rispose il ragazzo contrariato.
«Signor Granger osa dare la colpa a Malfoy per il modo incivile in cui è stata trovata la vostra camerata? E  poi come ha fatto a preparare la pozione per le pustole?» domandò indignato il professor Piton
Il giovane grifone rispose solo alla domanda sulla pozione: «Iil pus di Burbottero puro causa gravi lesioni cutanee e pustole purulente se si sa come utilizzarlo.» Non aveva prove per accusare Malfoy e lui vigliacco com'era non lo avrebbe mai ammesso apertamente.
Con sua grande sorpresa invece Scorpius confessò l'accaduto, non voleva passare per vigliacco e non ammettere la verità dopo che il grifondoro si era appena dimostrato così coraggioso.
«Sono stato io a ridurre la camerata dei grifondoro in quello stato.»
Stava continuando il suo racconto quando il professor Piton cercò di fermarlo: «Signor Malfoy, forse sarebbe più salutare per lei non continuare il racconto» Ma cosa aveva in testa quel ragazzo pensò contrariato Severus aveva forse bevuto anche del Veritaserum? Molto più probabilmente il DNA della signora Granger si sta facendo sentire.
«Credo invece che il signor Malfoy debba continuare, grazie a lui la mia casa ha perso molti punti e io ho rimproverato ingiustamente alcuni miei alunni. Forse finalmente arriveremo alla verità» Disse la professoressa McGranith
Scorpius continuò dicendo: «Ho sottratto la parola d'ordine per la torre di Grifondoro con l'inganno a una ragazza del secondo anno e la notte prima  che voi faceste l'ispezione mi sono introdotto nel dormitorio e dopo aver lanciato un Immobilus ho combinato quel disastro.»
«Molto astuto» commentò il professor Silente e poi aggiunse «Posso conoscere quali sono le motivazioni che l'hanno spinta a questa rivalsa signor Malfoy?»
«Mi aveva messo in ridicolo alla dimostrazione del duello che abbiamo fatto con Lupin. I compagni sono settimane che mi prendono in giro per quella fattura e quindi volevo vendicarmi» Concluse asciutto Scorpius
«Bene, bene, bene, sembra proprio che voi due non vi possiate proprio sopportare ragazzi. Adesso ci sono due possibilità: la prima è che io vi sospenda per tre settimane, chiami i vostri genitori per farvi venire a prendere. Logicamente in questo caso il torneo di Quidditch finisce qui per entrambi e il signor Granger finita la sospensione riprenderà il suo programma di studi a Beauxbatons...»
«Quale è l'altra possibilità signor preside?» dissero in coro i due ragazzi.
«Beh visto che questo torneo ha lo scopo di creare legami di amicizia tra le scuole si potrebbe tentare un altra strada. Verrete messi in isolamento per tutta la durata dell'anno scolastico. Vivrete insieme, dormirete insieme, mangerete nella Sala Grande in un tavolo isolato e frequenterete tutte le lezioni uno accanto all'altro. Così o troverete il modo di andare d'accordo oppure vi punirete assai meglio di quello che potrei mai fare io»
«E per il torneo di Quidditch?» chiese Altair.
«Beh gli allenamenti e le partite sarebbero le uniche eccezioni al vostro isolamento. Ah dimenticavo una cosa. Per non correre il rischio che voi due possiate passare il tempo ad affatturarvi a vicenda vi verranno requisite le bacchette che riavrete indietro solo nelle ore di lezione. Capisco che questa seconda opzione sia forse la più dura ma trovo molto più educativo punirvi in questo modo invece che limitarmi a sospendervi e rimandarvi a casa. Come ho detto prima comunque questa è una scelta che spetta a voi.
Quindi cosa decidete ragazzi?»
I due ragazzi ci pensarono su qualche minuto. Certo l'idea di dover dividere la stanza e il tempo con la persona che meno sopportavano al castello era tutt'altro che allettante. Ma entrambi sapevano di non avere scelta, nessuno dei due voleva che i genitori fossero chiamati a Hogwarts. Alla fine, in maniera quasi simbiotica risposero entrambi: «Scelgo la seconda opzione»
«Bene ragazzi, saggia decisione. Minerva e Severus dovrete avvisare tutti gli studenti del secondo anno di Grifondoro e Serpeverde che da domani cambieranno gli orari. Dovremo fare in modo che le loro lezioni coincidano tutte. Fate portare i bagagli dei ragazzi nella vecchia Torre di Astronomia, penso che sia l'alloggio più adeguato.»
I due ragazzi con l'umore sotto i piedi stavano uscendo dalla presidenza quando la voce del preside li fermò sulla porta: «Ah ragazzi, dimenticavo, questa è la vostra ultima occasione. Se doveste essere richiamati nel mio studio per altre vendette, o rese dei conti, penso proprio che una lunga sospensione fino alla fine dell'anno con relativa bocciatura non ve la toglierà nessuno» I due ragazzi uscendo dallo studio furono colti da un brivido di paura che gli percorse l'intera schiena.
Usciti dallo studio del preside i due studenti furono condotti al loro nuovo alloggio. I professori avevano già fatto trasferire i loro effetti personali nella vecchia Torre di Astronomia. Scorpius non aveva ancora avuto tempo di trovare un paio di pantaloni e quindi cercava di ripararsi dal freddo chiudendosi alla meglio il mantello di Edward attorno al corpo. Anche le pustole purulente che gli aveva regalato il suo nuovo compagno di stanza erano ancora ben visibili sul suo corpo. Per fortuna non c'era molta gente in giro a quell'ora per i giardini di Hogwarts. Altrimenti chissà che doni avrebbe trovato sul suo banco al posto delle lumache. Anche il viso di Altair aveva visto giorni migliori. Il ragazzo aveva un occhio nero e un labbro gonfio e spaccato.
Il Professor Piton si avvicinò al giovane serpeverde dicendo: «Sarei tentato di lasciarti in queste condizioni, ma se venisse a saperlo tuo padre non penso che ne sarebbe molto felice...» Detto questo agitò la bacchetta e tutte le pustole che coprivano il corpo di Scorpius scomparirono all'istante. Anche la professoressa McGranith decise di dare una “ripulita” al viso del suo studente. Con un colpo di bacchetta l'occhio nero e il labbro gonfio sparirono dal viso del giovane grifondoro.
Arrivarono alla vecchia Torre di Astronomia. L'edificio sembrava abbandonato da oltre un secolo. Quando salirono per le scale della torre Scorpius ebbe veramente paura che non reggessero il loro peso. La porta quasi rimase in mano alla professoressa McGranith quando la aprì e lei commento imbarazzata: «Certo questa torre avrebbe bisogno di una bella sistemata, ma essendo in punizione penso che dovrete accontentarvi»
L'interno dell'edificio era infatti quasi peggio dell'esterno. Strati di polvere coprivano il mobilio pieno di tarme e c'erano solo due letti che non erano completamente sfondati. Visto che le mura della torre sembravano fatte di carta da zucchero la temperatura tra l'interno e l'esterno non subiva notevoli variazioni.
Con un colpo di bacchetta il professor Piton accese il fuoco nel camino dicendo: «Vediamo almeno di non farli morire assiderati»
Poi la professoressa McGranith consegnò due custodie per bacchette ai due ragazzi. Dopo che gli studenti ci misero dentro le proprie bacchette con un incantesimo l'insegnante di trasfigurazione sigillò gli astucci dicendo: «All'inizio della giornata l'insegnante della prima ora vi aprirà le custodie in modo che possiate usare la bacchetta, mentre l'ultimo della giornata sigillerà nuovamente l'astuccio. Vi avviso un solo passo falso e verrete sospesi. Ora vi consiglio di andare a dormire, domani mattina avete trasfigurazione alla prima ora e mi aspetto che non dormiate in classe. Buonanotte »

Le prime due settimane di isolamento furono molto tranquille e silenziose. I due ragazzi sembrava che avessero fatto il voto del silenzio. Ai pasti mangiavano nel più assoluto silenzio, se possibile evitando addirittura di guardarsi in faccia. In camera non facevano altro che studiare e l'unica cosa positiva furono i voti, nonostante fossero sempre stati alti per entrambi, dopo il provvedimento erano migliorati al punto di toccare i massimi livelli.
Le poche volte che si erano fermati a parlare con i compagni di Casa per qualche minuto i professori li avevano ripresi, quindi l'unica occasione che avevano per parlare con qualcuno erano gli allenamenti di Quidditch.
Finalmente arrivò il quindici di febbraio. Quel sabato si sarebbe inaugurato il Torneo interscolastico di Quidditch con l'incontro  Beauxbatons contro Durmstrang. Altair stava per avere una crisi di nervi. Era la prima volta che giocava una vera partita di Quidditch e avrebbe tanto voluto avere qualcuno accanto che lo tranquillizzasse e gli desse qualche consiglio. Purtroppo con i compagni di squadra dell'accademia aveva legato pochissimo. Erano tutti molto più grandi di lui, al quinto e sesto anno, e per di più quando era stato messo in isolamento il capitano gli aveva fatto la ramanzina dicendo che aveva portato disonore al nome dell'accademia e che se avessero avuto un cercatore di riserva sarebbe già stato rispedito in Francia. Da allora tutti i compagni lo evitavano e a pensarci bene nemmeno a Beauxbatons  Altair aveva fatto amicizia con nessuno.
Pur essendo pieno inverno quella giornata il tempo sembrava essere stato clemente. Nell'ultima settimana non aveva mai nevicato e quel sabato un timido sole faceva capolino in mezzo alle nuvole.
Era stato concesso a Scorpius di vedere la partita ma solo nelle tribune accanto ai professori. Il ragazzo aveva insistito per poter assistere alla partita. Voleva studiare gli avversari, capire che tattiche usavano nel gioco. Quella era la sua unica possibilità per osservarli prima delle due partite che avrebbero disputato con Serpeverde.
Sulle tribune, il professor Piton teneva d'occhio il giovane Malfoy. Dopo la pietosa dimostrazione di immaturità che avevano dato i due fratelli nelle ultime settimane Severus cercava di essere una silenziosa ombra per il giovane serpeverde, aveva paura volesse replicare qualcuno dei suoi ultimi scherzi. Durante gli anni di scuola di Draco, il professore aveva svolto un ruolo similare a quello che svolgeva ora per Scorpius. La sua mente non poté fare a meno di tornare a quegli anni in cui Draco era appena entrato nell'Ordine della Fenice.

Era il mese di febbraio del quinto anno di scuola per il giovane serpeverde. Da qualche mese la signorina Granger era venuta a conoscenza del fatto che Draco stesse facendo la spia per l'Ordine della Fenice ed era entrata anche lei a fare parte attivamente dell'Ordine. Severus stava già insegnando a Draco l'arte dell'Occlumanzia e aveva chiesto al ragazzo di fare altrettanto con la giovane grifondoro. Durante le sue sedute con il figlioccio era riuscito a invadere la sua mente e si era reso conto che tra lui e la grifondoro stava nascendo qualcosa. Per ora, si erano scambiati solo alcuni baci e carezze, senza aver definito il loro rapporto, ma il professore era preoccupato delle ripercussioni che un rapporto tra loro potesse provocare. Aveva osservato il giovane serpeverde e si era accorto che anche in pubblico aveva cambiato atteggiamento nei confronti della Granger. Quando incontrava il trio Potter/Weasly/Granger insultava i due ragazzi ma alla grifona non rivolgeva insulti, solo qualche occhiata, che ad un occhio attento come il suo, risultava essere tutto tranne che di disprezzo.
Il professore decise di riequilibrare la situazione durante la lezione di Pozioni del giorno seguente.
La signorina Granger si era messa in banco accanto a Potter e il professore stava spiegando il procedimento per creare una pozione “Osseofast” per far crescere le ossa. Era un venerdì pomeriggio e quelle erano le ultime due ore della settimana.  Il livello di attenzione generale non era altissimo, forse perché il giorno seguente sarebbe stato il giorno di San Valentino e tutte le ragazze erano troppo prese a pianificare il modo migliore per passare la ricorrenza. Osservando la giovane grifondoro aveva notato che anche lei sembrava distratta. Sapeva che se avesse chiesto alla studente più brillante della scuola come si prepara la pozione non l'avrebbe colta impreparata. Decise, quindi, di farle una domanda diversa.
«Signorina Granger, quale ingrediente ho appena aggiunto al mio calderone?»
 Quando la vide tentennare ne approfittò per metterla in imbarazzo
«E' forse troppo chiedere alla “strega più brillante della scuola” di prestare attenzione alle mie lezioni?» Chiese retoricamente. «Dieci punti in meno a Grifondoro dovrebbero farle tornare un poco di umiltà... Oggi mi sento magnanimo, per la risposta mancata invece della  T che meriterebbe le darò solo una S, se si impegna forse per la fine dell'anno riuscirà a risollevare la media.»
Harry stava già iniziando a protestare ma Hermione gli posò una mano sul braccio pregandolo di stare in silenzio. Era chiaro che il professor Piton non vedeva l'ora di togliere altri punti alla loro Casa quel giorno.
Usciti dall'aula Ron, scocciato dai punti persi, non si seppe trattenere dall'esternare la sua frustrazione: «Hermione, miseriaccia, grazie a te siamo stati superati da Serpeverde nella classifica per la coppa delle Case! A cosa stavi pensando per non prestare attenzione a Piton?»
Tutto la ragazza poteva sopportare ma non una predica sull'attenzione da Ron: «Ronald Weasley, con che coraggio mi fai la predica quando con le mie risposte ho fatto guadagnare tantissimi punti a Grifondoro, senza parlare di tutte le volte che vi aiuto con i compiti!» sbottò irritata.
Il rosso non era per nulla toccato dalle parole dell'amica: «Beh, mi sembra il minimo Mione, noi facciamo punti con il Quidditch e tu li fai nell'unica cosa che ti viene bene, studiando... Trovo anche molto maleducato che tu ci faccia notare che ci dai una mano nello studio, noi abbiamo partite e allenamenti e non abbiamo tempo anche per lo studio.»
«Forse pensi che tutto ti sia dovuto ma da oggi in poi ti conviene imparare ad arrangiarti con i compiti e le ricerche, perché non ho più intenzione di aiutare nessuno» Rispose amareggiata la ragazza, scappando poi via per andare a rifugiarsi in biblioteca.
Da lontano Draco aveva assistito a tutta la scena e aveva una gran voglia di spaccare la faccia a quel pezzente di Weasley. Allo stesso tempo era arrabbiato con il professore per il suo accanimento contro la grifona. Si ripromise di chiedere spiegazioni a Severus quella sera stessa, quando avrebbero dovuto esercitarsi in Occlumanzia.
Appena entrato nello studio del suo direttore di Casa il ragazzo era deciso a chiedere spiegazioni su quello che era accaduto quel pomeriggio ma non fu necessario perché il professore aveva già intuito cosa passava nella mente del giovane serpeverde.
«Immagino che prima di cominciare l'esercitazione tu voglia sapere come mai oggi, invece di concentrarmi su Potter io mi sia accanito sulla Granger...»
«In effetti mi piacerebbe sapere che motivo l'ha spinta a questo atteggiamento.»
Il professore con lo sguardo esasperato gli rispose: «Draco, tu e la signorina Granger state scherzando con il fuoco. Non serve un Legismen per capire che qualcosa tra voi è cambiato. Tu che l'hai sempre offesa, ora quando la vedi non fai altro che lanciarle occhiate e ti assicuro che i tuoi sguardi sono tutt'altro che rancorosi. Dovete ricominciare a comportarvi normalmente o verrete scoperti. In questa storia ci sono più che le vostre vite in gioco, cerca di ricordarlo.»
Il ragazzo, dopo un'attenta riflessione capì che il professore non aveva tutti i torti e decise dal giorno seguente di ricominciare con le “vecchie abitudini.”
Il mattino seguente, il giorno di San Valentino, Draco colse l'occasione per riprendere con i vecchi insulti. Hermione e Ginny si stavano dirigendo verso la Sala Grande per la colazione ed erano così prese dalla loro conversazione da non far caso a lui.
«Hermione, confessa. Per chi è il cioccolato che hai comprato a Hogsmade sabato scorso?» chiese Ginny sorridendo maliziosa.
«Non è per nessuno Ginny. Avevo voglia di cioccolato e l'ho preso per me.» Rispose la riccia sperando di essere credibile.
«Non mi inganni Mione, non avresti mai preso del cioccolato a forma di cuore per te. Spero solo che questo dono non sia per quel Troll di mio fratello... Ho saputo come si è comportato ieri con te e mi vergogno di essere sua sorella.»
A sentire nominare il rosso la grifona cercò di contenere la rabbia che provava ancora per lui. L'aveva sempre considerato un amico e anche qualcosa di più fino a quando non aveva avuto modo di conoscere veramente Draco. Ora provava solo un affetto fraterno per il giovane Weasley ma non poteva sopportare le sue parole del giorno prima: «Tranquilla, non avrei comprato nemmeno prima di ieri pomeriggio un cuore di cioccolato per Ron, figurati ora. Dopotutto quello che mi ha detto ieri può ritenersi fortunato se lo saluto ancora.» Rispose infastidita la ragazza.
Il ragazzo, soddisfatto di quello che aveva sentito, decise di fare quello che si era prefisso quel giorno. Sapeva che la grifona non avrebbe reagito bene alle sue parole, ma aveva pensato che avrebbe avuto una reazione più credibile se non si fosse preparata prima.
Urtò una spalla di Hermione e non appena lei si girò la guardò schifato: «Attenta a dove cammini Mezzosangue, è già difficile per me sopportare di dividere questa scuola con te senza che contamini i miei indumenti.»
Per un momento vide lo sguardo della giovane, simile ad un animale ferito a morte. Poi senza degnarlo di nemmeno una risposta prese a braccetto Ginny, che stava tirando fuori la bacchetta per lanciare una fattura a Draco, e la trascinò via. In lontananza il ragazzo sentì solo un “non ne vale la pena per uno così”. In quel momento alcune ragazze del suo anno di altre Case si avvicinarono per porgergli dei doni di San Valentino e il giovane serpeverde vide che da lontano la grifona aveva seguito tutta la scena.
Quella sera aveva appuntamento con Hermione nella Stanza delle Necessità per farla esercitare in Occlumanzia. La ragazza era in ritardo di un'ora e Draco, ben consapevole di doverle delle scuse, e che probabilmente non si sarebbe presentata all'appuntamento decise di provare a vedere se per caso fosse in camera sua. Inforcò la stessa scopa con cui l'aveva accompagnata il giorno che l'aveva soccorsa e si diresse alla finestra della camera della giovane. Dalla finestra chiusa la vide sola stesa sul letto, e sembrava stesse piangendo. Con la bacchetta aprì la finestra ed entrò silenzioso.
«Granger, mi hai dato buca. Sono stato ad aspettarti per un ora.» In realtà non voleva rinfacciarglielo, ma non sapeva cosa dire. Aveva passato tutta la sua vita ad non chiedere mai scusa per il suo comportamento e ora non sapeva  come si facesse.
Appena sentì la sua voce si girò di scatto con la bacchetta in pugno. Nonostante gli occhi lucidi lo sguardo era fiero, da leonessa. «Come ti sei permesso di entrare qui Malfoy? Vattene via subito o non rispondo delle mie azioni.» Lo minacciò agitando la bacchetta davanti a lui.
«Vuoi lanciarmi una fattura? Fallo Hermione, non reagirò» Aprì le braccia in segno di resa.
«Ti avevo avvertita che avrei dovuto comportarmi come faccio sempre per non attirare l'attenzione. In cuor tuo sai che ho ragione.»
La sua parte razionale sapeva che il serpeverde aveva ragione, ma non per questo i suoi insulti e l'espressione disgustata che aveva visto quella mattina, facevano meno male.
«Si, hai ragione» Rispose freddamente. «Ora, però è meglio che tu te ne vada. Oggi non me la sento di esercitarmi.»
«Non se ne parla, avevamo un impegno quindi non ho intenzione di darmi per vinto.»
«Avevamo un impegno e mi spiace di non averti avvisato. È ancora presto magari riesci ad andare alla festa di San Valentino di Corvonero. Sono sicura che una delle tue ammiratrici sarà felice di accompagnarti. Erano buoni i cioccolatini? » Sibilò la grifona, ricordando i doni che aveva ricevuto quel mattino.
Draco ricordò che quella mattina aveva ricevuto dei cioccolatini subito dopo aver visto Hermione e capì cosa voleva dirgli la ragazza. «Non voglio andare alla festa con una di quelle ragazze, se non posso andare con l'unica che mi interessa preferisco non andarci proprio. Per i cioccolatini non saprei, li ho dati tutti a Tyger e Goyle.»
La grifona era stupita. Sembrava quasi una dichiarazione la sua. Ignorando le mille domande che si erano affollate in testa si concentrò sulla più innocua di tutte. «Perché non li hai tenuti? Non ti piace il cioccolato forse?»
«Adoro il cioccolato ma non sono pazzo, non accetterei mai dei cioccolatini da una compagna di scuola. Anche se quest'anno avrei fatto un'eccezione volentieri. Sai quale è la pozione più venduta a San Valentino a Hogsmade?»
 «Pensi che le ragazze che ti hanno fatto quei doni potrebbero correggere i dolci con un filtro d'amore?» lo guardò perplessa.
«Non è che lo penso, ne sono sicuro. L'anno scorso Tyger ha perso la testa per un mesetto per Hanna Abbott... Beh mi aveva fatto dono di una bellissima confezione di cioccolatini. Anche Susan Bones me ne aveva regalati e, stranamente Goyle si era preso una cotta per lei, durata anche quella poche settimane» disse con un sorrisetto compiaciuto.
La giovane grifona si portò una mano alla bocca. «Non avrei mai pensato che Susan e Hanna usassero questo tipo di mezzucci...»
Continuando a dar mostra del suo ghigno tipico riprese a parlare: «Quest'anno ho ricevuto delle scatole di cioccolatini anche da tue compagne. La Brown e la Patil me li hanno lasciati al mio posto in Sala Grande. Sai cosa è successo quando li ho consegnati ai miei due compagni?»
«A quanto pare hai conquistato anche due gifondoro. ..
Sentiamo, cosa è successo?»
«Che Tyger e Goyle si sono presi a botte perché tutti e due volevano chiedere al pezz..., a Ron Weasley di andare alla festa con loro. So che i gemelli Weasley vendevano Amortentia sottobanco, probabilmente volevano fare uno scherzo al fratello.» Concluse ridendo.
Poi tornando serio disse: «Vorrei continuare a parlare con te ma è meglio che andiamo nella Stanza delle Necessità prima che qualcuno mi scopra»
«D'accordo, ci vediamo lì»
Ma ebbe appena il tempo di mettersi il mantello e prendere la borsa che Draco l'aveva presa in braccio e si dirigeva verso la finestra: «Non che non mi fidi, ma preferisco che andiamo insieme.»
Hermione decise di non protestare, le sue compagne sarebbero tornate poco dopo e nemmeno lei voleva rischiare che vedessero Draco.
Nella Stanza delle Necessità Draco decise che quel giorno avrebbe dovuto esercitarsi a leggere la sua mente invece che contrastare le sue invasioni mentali.
Le fece vedere il loro incontro di quella mattina dai suoi occhi. Hermione voleva interrompere il contatto, non voleva risentire le sue parole un'altra volta ma Draco la pregò di continuare. Non appena il ragazzo cominciò a insultarla Hermione lesse l'unico pensiero che aveva in testa il serpeverde “Sei la cosa più bella che mi sia successa e ti voglio proteggere”.
Interruppe il contatto visivo e lo guardò con gli occhi lucidi.
Lui disse solo: «Ora lo sai, Hermione, e tutte le volte che ti chiamerò Mezzosangue ti prego di ricordare quello che hai sentito oggi, perché io lo penserò tutte le volte che sarò costretto a mantenere le apparenze.»
Il professor Piton non era riuscito a invadere più la mente del figlioccio, quindi quelli erano gli unici ricordi che avesse di loro come coppia. Avrebbe scommesso che due come loro non avrebbero mai smesso di amarsi e invece Hermione aveva deciso, inaspettatamente, di separarsi.


Ritornando al presente cominciò a seguire la partita con Scorpius accanto.
L'incontro era iniziato da cinque minuti e Altair aveva già capito che la squadra scandinava era molto più forte di loro. I cacciatori avevano già fatto entrare la Pluffa negli anelli per ben due volte segnando così venti punti. I battitori, invece di respingere i bolidi si erano messi alle calcagna del cercatore di Beauxbatons, non lasciandolo un attimo tranquillo. Quando l'arbitro, Madama Bumb, non guardava verso il cercatore, i due battitori della squadra avversaria cercavano di farlo cadere dalla scopa affiancandolo dai due lati per poi spintonarlo. Dopo mezz'ora dal fischio d'inizio la squadra di Durmstrang  aveva già guadagnato sessanta punti. Altair non aveva ancora visto il boccino d'oro e oltre ad aver preso una bastonata nelle costole era quasi caduto dalla scopa per ben tre volte. Decise di provare a liberarsi dei due battitori facendo una finta Wronski. Scese in picchiata e quando i due lo seguirono per cercare di superarlo e tagliargli la strada si trovarono così vicino al suolo che uno dei due si spiaccicò a terra. Il cercatore francese ne approfittò per mettere quanta più distanza possibile tra lui e gli avversari. In quel momento qualcosa di dorato brillò in alto sopra gli spalti nord ovest. Il ragazzo si lanciò all'inseguimento con Hector Krumm, il cercatore avversario, che lo inseguiva. Il boccino continuò a prendere quota con i due cercatori alle calcagna. L'aria divenne sempre più rarefatta ed irrespirabile e vide Krumm decelerare. Lui invece era così preso dall'inseguimento che quasi non si accorse che la vista cominciava ad appannarsi e che si sentiva tremendamente stanco. Arrivò ad un palmo dalla sfera dorata e riuscì a prenderla poco prima di sentire che le forze lo stavano abbandonando. Miracolosamente riuscì frenare la caduta della scopa fino a tre metri dal suolo, quando si sentì svenire e cadde al suolo.  L'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi fu il commento del cronista che diceva: «Altair Granger prende il boccino d'oro e Beauxbatons vince per 150 a 60». Anche se gli doleva ogni osso presente in corpo sentì che quello era stato uno dei giorni più belli della sua vita.
Scorpius finita la partita si sentiva tranquillo, Serpeverde avrebbe vinto sicuramente il torneo. Dei francesi non c'era da preoccuparsi, l'unico che sapeva giocare era Granger, gli altri erano dei totali incompetenti. I giocatori di Durmstrang invece sembravano più capaci e pur adottando uno stile di gioco molto violento e scorretto non impensierivano molto il ragazzo. I Serpeverde se volevano sapevano essere molto peggio di loro.
Dopo aver passato qualche ora in infermeria il ragazzo venne dimesso con la raccomandazione da parte di Madama Chips di non stancarsi troppo. L'infermiera gli aveva curato  la costola incrinata senza problemi. Il polso era invece fratturato in più punti e il ragazzo avrebbe dovuto tenerlo fasciato per qualche giorno. Madama Chips oltre ad averlo fatto mangiare, gli aveva anche fatto bere una pozione corroborante e gli aveva dato la scorta per una settimana di trattamento. Nell'uscire dall'infermeria il ragazzo aveva incontrato la professoressa Mcgranitt che, dopo avergli fatto i complimenti per la vittoria, si rammaricò del fatto che essendo lui in punizione non avrebbe potuto andare a festeggiare con i compagni di squadra. Ad Altair invece non importava molto festeggiare con dei compagni che non avevano fatto altro che evitarlo e per la prima volta da due settimane a questa parte fu contento di tornare nella, silenziosa, vecchia Torre di Astronomia.


Siamo arrivati al capitolo quattro. Altair escogita il modo per vendicarsi di Scorpius, un comportamento degno di un Malfoy... Quando vengono chiamati in presidenza scopriamo che tutte e due, per diversi motivi, non vogliono che i genitori vengano avvertiti. Per la prima volta vediamo Draco da adulto in veste di padre e tramite i ricordi di Severus il primo San Valentino che hanno trascorso come coppia lui e Hermione
A presto
Lyn

 
  
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